Ai retti si addice lodare il Signore (sant'Agostino Salmo 134)

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Caterina63
00mercoledì 2 settembre 2009 14:05

AI RETTI SI ADDICE LODARE IL SIGNORE

di Francesco Colafemmina di Fides et Forma

"L'ipocrisia che si toglie la maschera" - Affresco - Villa Contarini (Piazzola sul Brenta)

Come commento alle tristi vicende di questi giorni (cliccare nel collegamento sopra per comprendere) vorrei sottoporre ai lettori la meditazione di queste parole di Sant'Agostino (Enarrationes in Psalmos, Ps.134)
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2. Sed quoniam scriptum est in alio psalmo, Rectos decet laudatio; et item alibi scriptum est, Non est speciosa laus in ore peccatoris; itemque alibi dicitur, Sacrificium laudis glorificabit me, et ibi via est in qua ostendam illi salutare Dei; et consequenter, Peccatori autem dixit Deus, Utquid tu enarras iustitias meas, et assumis testamentum meum per os tuum? Tu autem odisti disciplinam, et proiecisti sermones meos post te: ne forte quisquam, quoniam dictum est, Laudate, servi, Dominum, etiamsi in domo ista magna fuerit malus servus, putet sibi prodesse laudem Domini, continuo quales sint qui laudare debeant Dominum, subiicit et docet: Qui statis in domo Domini, in atriis domus Dei nostri. Qui statis, non qui ruitis. Illi autem stare dicuntur, qui in mandatis eius perseverant, qui in fide non ficta, et spe firma, et charitate sincera serviunt Deo, et honorant Ecclesiam eius, et non dant offensionem male vivendo, eis qui venire volunt, et in via lapides offensionis inveniunt. Ergo, Qui statis in domo Domini, laudate nomen Domini. (...)

Traduzione:
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2. Ma poichè è scritto in un altro Salmo "ai retti si addice lodare il Signore"(Ps.32), e lo stesso è scritto anche altrove "non è bella la lode sulla bocca del peccatore"(Sir. 15,9); e lo stesso si dice anche altrove, "il sacrificio di lode mi glorificherà, e lì è la via per la quale mostrerò a lui la salvezza di Dio"(Ps.49); e conseguentemente "Dio disse invece al peccatore: perchè tu discetti sulle mie giustizie, e ti fai carico del mio testamento attraverso la tua bocca? Tu che invece odiasti la disciplina e lanciasti dietro di te il mio verbo" (Ps.49): non accada che qualcuno, poichè è detto "lodate o servi il Signore" anche se in questa grande casa vi sarà stato un servo malvagio, pensi che per se stesso sia vantaggioso lodare il Signore; infatti subito dice e insegna quali debbano essere i lodatori del Signore: "voi che vi fermate nella casa del Signore, negli atrii della casa del Signore Nostro." Voi che in essa vi fermate, non che la distruggete. E dicono di essersi fermati in essa coloro che perseverano nei Suoi mandati, che in una fede non falsa, con ferma speranza e amore sincero servono Dio e onorano la Sua Chiesa e non danno offesa vivendo malamente a coloro che vi vogliono entrare e trovano le pietre d'inciampo lungo la strada. Perciò "Voi che restate nella casa del Signore, lodate il nome del Signore". (...)



18. Qui percussit primogenita Aegypti ab homine usque ad pecus. Primogenita nostra salva sint Domino, quoniam ipse ea dedit nobis. Molesta autem poena est, et nimium terribilis plaga, mors primogenitorum. Quae sunt primogenita nostra? Mores isti nostri, quibus nunc servimus Deo, ipsa sunt primogenita nostra. Primitias enim habemus ipsam fidem, unde incipimus. Ecclesiae quippe dictum est, Venies, et pertransies ab initio fidei: et nemo incipit bene vivere, nisi a fide. Fides ergo nostra in primogenitis nostris est. Quando custoditur fides nostra, caetera subsequi possunt. Nam quod purgantur homines quotidie proficiendo in melius, meliusque vivendo, ipso interiore homine renovato de die in diem, sicut dicit Apostolus, Et si exterior noster homo corrumpitur, sed interior renovatur de die in diem; ideo fit quia primogenita fides vivit, de qua primogenita fide et Apostolus ait, Non solum autem, sed et nos ipsi primitias spiritus habentes; id est, dantes iam Deo primitias spiritus nostri, hoc est, ipsam fidem tanquam primogenita nostra; tamen in nobismetipsis ingemiscimus, adoptionem exspectantes, redemptionem corporis nostri. Si ergo magna Dei gratia est ut conservetur fides nostra; magna poena est occidere primogenita, quando homines in afflictione Ecclesiae constituti perdunt fidem. Affligunt enim Ecclesiam, ut perdant fidem: nam et ipsa Aegyptus afflictio interpretatur. Quicumque ergo affligunt Ecclesiam, quicumque scandala Ecclesiae immittunt, etsi christiani appellentur, moriuntur primogenita eorum. Erunt infideles, erunt inanes, habentes nomen tantum et signum: in corde autem primogenitum suum sepelierunt; usque adeo, ut quando ei aliquid dixeris, propter bonam vitam, propter spem vitae aeternae, et propter timorem ignis aeterni, apud se subsannet; aut si talis cet ut audeat coram te, os torqueat et dicat: Quis huc inde reversus est? dicunt sibi homines quod volunt. Et christianus est; sed quia affligens, occisus est primogenitus eius, mortua est fides eius: et hoc ab homine usque ad pecus. Dicam, fratres, quod sentio. Homines intelligo spiritualiter significari tanquam doctos, propter rationalem animam, quod est homo: pecora vero, indoctos; sed tamen habentes fidem, nam non haberent primogenita. Sunt docti qui affligunt Ecclesiam, schismata et haereses faciendo. Proinde nec in illis invenis fidem, quoniam facti sunt Aegyptus, id est afflictio populo Dei. Occisa sunt primogenita eorum: trahunt post se turbas indoctas; ipsa sunt pecora. In hac ergo afflictione qua Ecclesia affligitur, moritur in affligentibus fides: moriuntur primogenita et in ipsis doctis et indoctis; quia occidit Deus primogenita Aegyptiorum ab homine usque ad pecus.




Tradizione:

18. Lui che colpì i primogeniti dell'Egitto dagli uomini fino alle greggi. I nostri primogeniti siano salvati dal Signore, poichè Egli ce li diede. E' invece una pena mal sopportabile e una piaga troppo tremenda la morte dei primogeniti. Cosa sono i nostri primogeniti? Sono questi nostri modi attraverso i quali ora serviamo il Signore, questi sono i nostri primogeniti. Consideriamo infatti il nostro principio quella stessa fede da cui cominciamo. Della Chiesa poi è detto: "Verrai e la attraverserai dall'inizio della fede" (Ct. 4,8): e nessuno comincia a vivere bene, se non dalla fede. La nostra fede è dunque riposta nei nostri primogeniti. Quando è custodita la nostra fede, le altre cose possono accadere. Infatti poichè gli uomini si purificano quotidianamente avanzando verso il meglio, vivendo meglio, visto che lo stesso uomo si rinnova al suo interno di giorno in giorno come dice l'Apostolo: "anche se il nostro uomo esteriore deperisce, quello interiore si rinnova di giorno in giorno"(2 Co. 4,16). E ciò accade poichè la primogenita fede è viva in lui, fede della quale l'Apostolo dice anche "Non solo ma anche noi stessi che abbiamo primizie dello spirito" - che cioè doniamo a Dio le primizie del nostro spirito, ovvero la stessa fede come fosse la nostra primogenita - "anche noi tuttavia piangiamo dentro di noi in attesa dell'adozione divina e della redenzione del nostro corpo"(Rm. 4,23). Se dunque è una grande grazia di Dio che ci conservi la nostra fede; una grande pena sta nell'uccidere questi primogeniti quando gli uomini che si riuniscono per affligere la Chiesa perdono la fede. Affliggono la Chiesa infatti per perdere la fede: infatti anche la parola Egitto viene interpretata come "afflizione". Dunque chiunque affligga la Chiesa, chiunque inserisca gli scandali nella Chiesa, anche se si definisce cristiano, a costui muoiono i suoi primogeniti. Sarà infedelè, sarà svuotato della fede, avrà solo il nome e il segno di cristiano: ma nel suo cuore avrà sepolto il loro primogenito; fino al punto che quando gli si sarà detto qualcosa per esortarlo alla vita buona, alla speranza della vita eterna, o per fargli temere il fuoco eterno, riderà di queste cose dentro di sè. O se è un tipo che ha l'ardire di affrontarti, storcerà la bocca e dirà: "Ma chi mai è tornato di là? Gli uomini racconta a se stessi quello che vogliono". Eppure è un cristiano. Ma poichè la affligge in continuazione, il suo primogenito è stato ucciso, è morta la sua fede: e ciò dall'uomo fino al suo gregge. Dirò, fratelli, ciò che sento. Intendo gli uomini in senso spirituale come esseri dotti, a causa dell'anima razionale che è l'essenza dell'uomo: per gregge invece intendo gli indotti, ma tuttavia dotati di fede, infatti se così con fosse non avrebbero primogeniti. Vi sono quindi uomini dotti che affliggono la Chiesa operando scismi ed eresie. Di conseguenza neppure in loro troverete la fede, poichè si sono trasformati in Egitto, ovvero in afflizione del popolo di Dio. Sono stati uccisi i loro primogeniti: essi trascinano dietro di sè la moltitudine degli indotti. Costoro sono le greggi. In questa afflizione con cui è afflitta la Chiesa dunque, muore la fede in coloro che compiono l'afflizione stessa: muoiono cioè i primogeniti sia nei dotti che negli indotti; poichè Dio uccise i primogeniti degli Egiziani dagli uomini fino alle greggi.
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Traduzione a cura di Francesco Colafemmina

Caterina63
00mercoledì 23 maggio 2012 15:50
Santa Rita

[SM=g1740733]  Uno fra i più granti frutti di sant'Agostino:

Santa Rita da Cascia, monaca agostiniana...., con la sua semplicità, ha conquistato milioni di devoti in tutto il mondo, tutti coloro che cercano una strada per affrontare la vita quotidiana nel rispetto delle virtù cristiane.

La vita
Il messaggio
Santa Rita nel mondo
Pia Unione Primaria
Simbologia ritiana
Festa di Santa Rita
Riconoscimento Internazionale Santa Rita
http://www.santaritadacascia.org/santarita/


La Vita

Rita non ci ha lasciato scritti, ma l'esempio vissuto nella quotidianità della sua vita semplice. Donna dalla forte volontà, è andata contro le convenzioni per seguire Gesù Cristo.





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