Atti 5 il caso di Anania e Saffira morti all'istante, trattato da Teofilo su FC

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Caterina63
00giovedì 24 settembre 2009 17:50
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Carissimi,
a volte mi capita di ripensare al caso dei due disgraziati coniugi menzionati negli Atti degli Apostoli al cap.5 che riferisce quanto segue:

At 5,1 Un uomo di nome Anania con la moglie Saffira vendette un suo podere

2 e, tenuta per sé una parte dell'importo d'accordo con la moglie, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli.

3 Ma Pietro gli disse: «Anania, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del terreno?

4 Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e, anche venduto, il ricavato non era sempre a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest'azione? Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio».

5 All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. E un timore grande prese tutti quelli che ascoltavano.

6 Si alzarono allora i più giovani e, avvoltolo in un lenzuolo, lo portarono fuori e lo seppellirono.

7 Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò anche sua moglie, ignara dell'accaduto.

8 Pietro le chiese: «Dimmi: avete venduto il campo a tal prezzo?». Ed essa: «Sì, a tanto».

9 Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta i passi di coloro che hanno seppellito tuo marito e porteranno via anche te».

10 D'improvviso cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta e, portatala fuori, la seppellirono accanto a suo marito.

11 E un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose.

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Ho letto diverse spiegazioni, ma finora confesso di non aver trovato una risposta che mi abbia del tutto soddisfatto. Questa vicenda infatti genera un certo disagio in noi credenti abituati al concetto di misericordia e di pazienza di Dio, concetto che tante volte ricorre nel Nuovo Testamento. Inoltre questo caso sembra essere l'unico del suo genere dopo la venuta di Cristo.

Mi piacerebbe avere un parere da parte anche dei partecipanti al gruppo per farmi una idea più chiara del fatto in questione. 
Con affetto



Il caso di Anania e Saffira


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16/09/2009 18.38

Effettivamente è un passo molto oscuro e particolare nel suo genere, alcuni studiosi sostengono che in realtà non sia un racconto prettamente storico ma più che altro simbolico, senza naturalmente escludere la storicità dei due personaggi citati da Luca.
Questo racconto, così facendo, altro non sarebbe che un ammonimento ai cristiani di rimanere fedeli a Dio e alla Chiesa.
Altri sostengono che da qui si evince una violazione di una prassi che era consolidata nella Chiesa Gerosolimitana, cioè la communio dei beni gestita dagli apostoli, quindi Anania e Saffira avrebbero violato tale regola, ma il testo biblico non sembra sostenere questo dato che non esisteva nessun obbligo a dare i propri beni alla comunità.

Ho trovato questo commento di Ravasi: http://www.sanpaolo.org/bibbia/archivio/bibbia0160.pdf

Su alcune cose ho idee diverse ma comunque è interessante il suo commento.



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Ho letto l'articolo di Mons.Ravasi e forse la tua perplessità è la stessa che ho anch'io riguardo alla sua tesi. Che cioè il fatto sarebbe solo simbolico.
In questo caso si potrebbe mettere in dubbio l'autenticità storica di tutto il libro degli Atti se non anche di tutto il libro Sacro.
La vicenda di Anania e Saffira non si può assimilare a un racconto tipo parabola o simili. Viene presentata con connotati di fatti realmente accaduti.
Resta perciò la domanda iniziale, soprattutto tenendo conto che vi sono stati altri casi di grave comportamento da parte ad esempio di Simon mago e quanto si riferisce di Paolo

At 13,6 Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus,

7 al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Barnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio.

8 Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede.

9 Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse:

10 «O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore?

11 Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole». Di colpo piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano.

12 Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Signore.

In entrambi i casi non vi è stata però una punizione tanto immediata e severa quanto nel caso di Anania e Saffira, il cui comportamento ai nostri occhi potrebbe apparire meno grave dei due casi citati.
Resta quindi la domanda iniziale.





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17/09/2009 17.46

Personalmente credo alla storicità dell'evento narrato da Luca, nulla comunque toglie che può darsi, come avveniva comunemente nelle narrazioni antiche, che Luca abbia potuto trasformare questo evento, come dice Mons. Ravasi, impregnandolo di un significato spirituale più ampio e più forte nei contenuti, questo non credo possa inficiare la credibilità sia degli Atti sia dell'intero testo Sacro, l'A.T. ad esempio ampiamente narra degli eventi che con molta probabilità sono molto enfatizzati, se non adirittura, non sono mai avvenuti.
Ciò che mi lascia dubbioso è questa idea comune che la Chiesa Gerosolimitana in un certo qual modo operasse un comunismo sociale tra gli adepti, forzando questa idea si potrebbe contestare il possedere la proprietà privata da parte dei singoli credenti, ma ritornando sul testo, ciò che obietto al Ravasi è che il testo biblico non mi pare dica che la condanna è dovuta alla violazione di quella norma, la piena comunione dei beni, che reggeva la Chiesa gerosolimitana.
In primis c'è da chiedersi se era una norma o una comune abitudine della maggior parte dei credenti gerosolomitani, dal testo sembra che era una buona abitudine ma non una norma particolare di quella chiesa, difatti nessuno obbliga Anania e consorte ne a vendere il proprio terreno ne a donarlo agli apostoli, costoro lo fecero di propria volontà.
Quindi, secondo me, la condanna per la violazione di questa norma non regge.
Se leggiamo gli interrogativi di Pietro (vv. 3-4) fanno comprendere che il vendere i propri beni e donarne il suo ricavato era un azione libera del singolo, non una richiesta da parte della comunità, quindi nessuno chiese nulla a Anania, il testo purtroppo tace sugli eventi precedenti, quindi dobbiamo dedurne che Anania pubblicamente promise alla comunità di vendere i propri possedimenti e di donare l'intero importo alla comunità, evidentemente fece una promessa a nome di Dio.
Promessa che non mantenne imbrogliando sulla somma del ricavato, Pietro, o illuminato dal Signore o per vie traverse, venne a conoscenza dell'esatta somma ricavata dalla vendita dei possedimenti di Anania, Pietro rimarca che, non ha mentito agli uomini, ma a Dio (vv. 4), evidentemente perchè Anania fece una promessa a nome di Dio.
Il suo comportamente introduceva la menzogna all'interno della comunità, lo spergiuro, un peccato mortale, ora è di difficile accettazione la condanna a morte subita dai due coniugi, è molto più veterotestamentaria che neotestamentaria, d'altronde Gesù proprio a Pietro disse di perdonare settantasette volte, qui invece i coniugi non hanno nemmeno la facoltà di spiegare il perchè del loro gesto.
Ecco perchè non escludo che in realtà i due non morirono in quella occasione ma che furono solo scomunicati, Luca quindi, in base anche a ciò che ha ricavato da testimonianze posteriori di decenni, ha probabilmente enfatizzato l'evento con caratteri che contraddistinguono la lotta tra il bene e il male, tra lo Spirito Santo e Satana, dandone un insegnamento spirituale.
Concludendo, il testo secondo me palesa una condanna severa verso l'egoismo e la menzogna
.



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17/09/2009 22.45

ciò che obietto al Ravasi è che il testo biblico non mi pare dica che la condanna è dovuta alla violazione di quella norma, la piena comunione dei beni, che reggeva la Chiesa gerosolimitana.
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Concordo pienamente con te su questo.
Mi è piaciuta nel suo complesso la tua ricostruzione fatta con molta attenzione. Ti ringrazio della risposta. Nulla vieta che se vi sono altri contributi li accoglierò volentieri


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17/09/2009 23.13

Non c'è nessuna condanna e nessuna sentenza per Anania.

Ma solo delle domande

Delle domande e una costatazione per Zaffira.




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19/09/2009 14.54


Non c'è nessuna condanna e nessuna sentenza per Anania.



Nessuna condanna?
Hai letto bene il testo?
Pietro dice: Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio.
Questo è un giudizio di condanna anche se non formula una condanna in termini giuridici, ma è una condanna, che, secondo il testo, viene eseguita immediatamente dopo con la morte di Anania.


Ma solo delle domande



Ma le domande di Pietro sono retoriche e non informative, difatti non richiede alcuna risposta all'imputato, le sue frasi, per così dire, hanno come unico scopo il far capire che non aveva bisogno di compiere quei gesti dato che nessuno aveva avuto pretese sul suo conto, non sono domande atte a conoscere la verità e in tal caso scagionarlo dalla grave accusa che pendeva su Anania, sono solo delle affermazioni formulate tramite domande in un contesto di giudizio sull'operato di Anania.





CONTINUA..................

Caterina63
00giovedì 24 settembre 2009 17:57
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19/09/2009 16.07

Nella Bibbia CEI 2008 nella nota al verso 4 si sottolinea che il dare i beni era un'azione libera:
5,4 Gli interrogativi di Pietro sottolineano che vendere i beni e darne il ricavato era un’azione libera.


e nella Bibbia di Gerusalemme richiamando Dt 23, 22-24 si afferma che la colpa di Anania e di Zaffia è quella di avere voluto ingannare lo Spirito, attraverso gli apostoli per amore del denaro

Dunque nessuna retorica ma conseguenza di un pensiero e di un'azione stolta



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Re:
enricorns, 19/09/2009 16.07:

Nella Bibbia CEI 2008 nella nota al verso 4 si sottolinea che il dare i beni era un'azione libera:
5,4 Gli interrogativi di Pietro sottolineano che vendere i beni e darne il ricavato era un’azione libera.


e nella Bibbia di Gerusalemme richiamando Dt 23, 22-24 si afferma che la colpa di Anania e di Zaffia è quella di avere voluto ingannare lo Spirito, attraverso gli apostoli per amore del denaro

Dunque nessuna retorica ma conseguenza di un pensiero e di un'azione stolta




Enrico per retorica intendevo la dialettica non che non fossero vere quelle frasi.




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21/09/2009 18.12

Ammettendo come reale, così come ce lo presenta il testo, escludendo per esempio delle possibili enfatizzazioni da parte della comunità primitiva, della vicenda di Anania e Saffira, quale potrebbe essere il motivo dell'azione dello Spirito Santo, che appare a noi tanto severa dal momento che i due coniugi non hanno avuto il tempo neppure di proferire una richiesta di perdono, come potè fare Simon mago con Pietro? E neppure fu proferito perdono, nonostante il monito di Cristo a perdonare fino a 70 volte 7. Fu eseguita all'istante una condanna irreversibile, è questo che mi sgomenta e che ammettendo anche delle enfatizzazioni, non mi spiega completamente perchè presentare una vicenda enfatizzata in tal modo.



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21/09/2009 21.58

Insisto nel dire che non vi fu alcuna condanna e tantomeno nessuna azione dello Spirito Santo, che è vita e con tale azione contraddicerebbe la sua essenza.

La morte improvvisa è da ricercare piuttosto nel fatto che Satana si era impossessato del cuore di Anania e Zaffira


Ma Pietro disse: "Anania, perché Satana ti ha riempito il cuore, cosicché hai mentito allo Spirito Santo e hai trattenuto una parte del ricavato del campo? (At 5, 3 CEI 2008)

Ma Pietro si accorse del fatto e disse: "Ananìa, come mai Satana ha potuto impadronirsi di te? Ti sei trattenuto una parte dei soldi ricavati dalla vendita, ma così facendo tu sei stato bugiardo verso lo Spirito Santo (At 5, 3 TILC)

nota:
5,3 Secondo Luca, l'influsso di Satana sui primi credenti manifesta la sua negatività anche sulla vita della prima comunità cristiana.

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22/09/2009 19.28

Caro Enrico, ti ringrazio per la tua ricerca sulla TILC.
Rappresenta un diverso punto di vista che non è da sottovalutare, nonostante possa sembrare forzato.
Sarà oggetto della mia riflessione. Grazie


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22/09/2009 19.54

Consiglio la lettura anche di questo commento: www.laparola.net/testo.php?versioni[]=Commentario&riferimento=Atti5

Ne riporto un pezzetto che non mi convince:

5 Cadde e spirò.

Non son mancati neppure in questo fatto quelli che hanno voluto spiegare la morte di Anania di Saffira per mezzo di cause naturali; e chi è ricorso ad un colpo apoplettico; chi, ad una congestione cerebrale; chi, ad un semplice svenimento, seguito dalla precipitata sepoltura di due che, lasciati stare un po' più sarebbero tornati più vivi di prima. Sono le solite fantasie di chi non ha alcun rispetto del testo. Come si fa a negare il miracolo in un fatto come questo, che è tutto avvolto, se posso dir così, in un'atmosfera miracolosa? È un miracolo che Pietro giunga a sapere che Anania mentiva; se no, Luca ci avrebbe senza dubbio detto come fu che l'apostolo venne a saperlo. È un miracolo la morte improvvisa di cotest'uomo. È vero, come osserva il Barnes, per esempio, che si dànno dei casi, in cui un colpevole, scoperto lì per lì, può riceverne un'impressione tale, da rimanere sul colpo; ma è anche vero che i tipi come Anania e Saffira non hanno poi l'animo tanto impressionabile né sono di temperamento così delicato da restar lì stecchiti per una parola che li accusi. È un miracolo la predizione che Pietro fa della morte di Saffira Atti 5:9; e la morte di Saffira prova all'evidenza che Pietro volle la morte di cotesta donna; e prova altresì, per analogia, che anche la morte di Anania non fu l'effetto d'un caso accidentale; ma l'effetto della volontà dell'apostolo che esercitava quei poteri straordinari, di cui aveva qui, come sempre, piena e chiara coscienza.

Chi commenta spiega che la morte dei due coniugi fu voluta da Pietro, in tutta sincerità ho seri dubbi su ciò, più che altro penso che Pietro ha predetto la morte di Saffira in conseguenza alla sorte che ebbe Anania, se Anania morì per la sua menzogna non si comprenderebbe il perchè Saffira sarebbe stata graziata per aver commesso gli stessi peccati.




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Re:
Cattolico_Romano, 22/09/2009 19.54:

Consiglio la lettura anche di questo commento: www.laparola.net/testo.php?versioni[]=Commentario&riferimento=Atti5

Ne riporto un pezzetto che non mi convince:






ovvio che non ti convince, non dimenticarti che tutto il commentario, seppur ben fatto in molti passi e che aiuta agli approfondimenti, è evangelico non cattolico...

Teofilo chiede:

Fu eseguita all'istante una condanna irreversibile, è questo che mi sgomenta e che ammettendo anche delle enfatizzazioni, non mi spiega completamente perchè presentare una vicenda enfatizzata in tal modo.

Intanto non userei il termine enfatizzare che significa appunto "ingigantire"....
c'è un commento del card. Martini proprio al cap. 5  citato che dice:

" Mentire agli apostoli è mentire allo Spirito Santo che per essi parlava ed operava. Anania mentiva sapendo di mentire, fingeva di dare tutto riservandosi invece, parte della vendita. Il rimprovero mostra chiaramente che la rinuncia dei beni non è obbligatoria, ma piuttosto è un atto di carità, l'apostolo insegna che è preferibile non dare via ciò che non si può, piuttosto che ingannare la Carità. La condanna che ci appare severa e crudele non deve meravigliarci, già il Signore aveva ammonito che il peccato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato ne sulla terra ne in cielo, dice il CCC:
«“Qualunque peccato o bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata” (Mt 12, 31). Cosa significa? La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna» (n. 1864). Anania e Saffira agiscono di comune accordo per ingannare, sono incorsi in quella impenitenza perchè deliberatamente vollero prendersi gioco del Signore, e certamente il Signore sapeva che in loro non c'era più pentimento, dice così Pietro: "Perchè vi siete accordati per tentare lo Spirito del Signore?" (v.9) la loro condanna è così scritta dal loro atto volontario e deliberato, Pietro non fa altro che confermare la loro azione dimostrando di essere guidato dallo Spirito che loro intesero ingannare. Non ci si prende gioco degli Apostoli, il Signore pur sempre pronto al perdono non tollera che ci si prenda gioco della carità. Infine l'episodio ben descritto è un avvertimento alle comunità cristiane, è probabile che servisse in quel momento un monito chiaro ed inequivocabile infatti, al verso seguente, leggiamo che gli apostoli compivano molti miracoli e tutti stavano insieme e concordi, nessuno più osava unirsi a loro, ma il popolo ne faceva grandi lodi (vv.12-13).
(Atti degli Apostoli Bibbia Traduzione dai testi originali card. Martini 1997)



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ovvio che non ti convince, non dimenticarti che tutto il commentario, seppur ben fatto in molti passi e che aiuta agli approfondimenti, è evangelico non cattolico...



Beh lo sapevo che era evangelico, l'ho messo solo per sentire una voce "fuori" dal coro...

Comunque enfatizzare non vuol dire per forza ingigantire, ma trattare un evento storico con enfasi, osa per altro molto comune negli scrittori antichi, dobbiamo anche ricordarci che i documenti antichi non possono essere letti secondo la storiografia moderna, duemila anni fa avevano una metodologia ben diversa per raccontare eventi storici, e in molti casi assistiamo a molti errori nelle date o nei personaggi, ma tutto ciò non declassa un documento storico ne tanto meno un testo sacro, che ripetiamo, non è ispirato secondo modelli storiografici o scientifici, ma spirituali.
A livello accademico la maggior parte degli studiosi, il Ravasi è uno di questi, dubita che i fatti raccontati siano storicamente attendibili, d'altronde Luca non è un testimone oculare, egli si convertirà più in avanti e non srà nemmeno discepolo ne compagno di chi ne era testimone, egli infatti sarà compagno di Paolo, costui all'epoca era ancora tra le file dei farisei e dopo la conversione non farà parte della cerchia gerosolomitana ma dei gentili.
Quindi Luca attinge, almeno trent'anni dopo, questo racconto, probabilmente da terzi, dal popolo, cioè dai cristiani comuni e non dai protagonisti, quindi nulla di male che ci possano stare delle modifiche all'evento originale, così ome quanto Luca racconta di Paolo ad Atene, egli non era li e forse nemmeno incontrò più Paolo, ma seppe di quell'evento e si immaginò ciò che Paolo potè dire agli atenesi, conoscendo sia il pensiero di Paolo sia la sua personalità.

Tornando al testo, Enrico sostiene che è impossibile che Dio (lo Spirito Santo) possa aver ucciso i due coniugi, perchè, dice Enrico, Dio è vita, ma dimentica che proprio perchè Egli è vita per come dispone nel dar la vita dispone anche nel togliere la vita, satana non può togliere la vita a nessuno, e il testo dice esplicitamente che costoro sono rei di aver mentito a Dio, è di questo che Pietro li accusa ed è per questo che morirono sul colpo senza neppure poter giustificare il perchè.
Comprendo benissimo che questo testo è molto difficile da capire in base al contesto neotestamentario, difatti sa più di Antico Testamento che di Nuovo.
Nell'A.T. ci sono molti passi dove si annoverano condanne a morte su oridine di Dio, certo, bisogna leggerli nel loro contesto storico e culturale, non dimenticando che la Bibbia pur essendo Parola di Dio è anche parola di uomini che scrivevano i testi in base alle loro concezzioni culturali e linguistiche, quindi Dio è Padre e non Madre in una cultura patrialcale come quella ebraica, oppure leggendo l'A.T. si noterà l'evoluzione sul pensiero verso Dio, prima c'era Dio e gli dei, dopo Isaia ci sarà invece un ferrato monoteismo che prima non c'era, questo per dire che nulla toglie che ancora nella comunità gerosolomitana c'era una forte influenza del pensiero giudaico che vedeva il giudizio e la vendetta di Dio immediata, e quindi quel brano può essere influenzato da tale pensiero.

Detto questo, l'unico peccato che possa giustificare una tal condanna immediata, secondo me, è l'aver ingannato la Carità, violando così il fondamento del sentimento e dello spirito cristiano e quindi della Chiesa corpo di Cristo, onestamente non ci vedo altro, nemmeno la bestemmia contro lo Spirito Santo.




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CONTINUA.............


Caterina63
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Tornando al testo, Enrico sostiene che è impossibile che Dio (lo Spirito Santo) possa aver ucciso i due coniugi, perchè, dice Enrico, Dio è vita, ma dimentica che proprio perchè Egli è vita per come dispone nel dar la vita dispone anche nel togliere la vita, satana non può togliere la vita a nessuno, e il testo dice esplicitamente che costoro sono rei di aver mentito a Dio, è di questo che Pietro li accusa ed è per questo che morirono sul colpo senza neppure poter giustificare il perchè.

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Lo Spirito santo è Signore e da la vita, non la toglie sarebbe contraria alla sua essenza e alla sua azione e funzione.
Nemmeno un'azione del satana ma, piuttosto, la conseguenza dell'inganno alla Carità



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Re:
enricorns, 23/09/2009 19.11:

Tornando al testo, Enrico sostiene che è impossibile che Dio (lo Spirito Santo) possa aver ucciso i due coniugi, perchè, dice Enrico, Dio è vita, ma dimentica che proprio perchè Egli è vita per come dispone nel dar la vita dispone anche nel togliere la vita, satana non può togliere la vita a nessuno, e il testo dice esplicitamente che costoro sono rei di aver mentito a Dio, è di questo che Pietro li accusa ed è per questo che morirono sul colpo senza neppure poter giustificare il perchè.

Lo Spirito santo è Signore e da la vita, non la toglie sarebbe contraria alla sua essenza e alla sua azione e funzione.
Nemmeno un'azione del satana ma, piuttosto, la conseguenza dell'inganno alla Carità



Perchè Dio non può togliere la vita?
Nell'A.T. non solo l'ha fatto ma ha anche ordinato di farlo.
Il problema è che tu, cosa del tutto normale, leggi e interpreti la Scrittura in base a una concezione culturale post moderna escludendo invece la cultura di quel tempo, in un tempo in cui la pena di morte per chi trasgrediva determinate leggi o dottrine era la pena di morte, cultura che è riscontrabile fino al Medio Evo, prendiamo come esempio Tommaso d'Acquino, un illustre santo e dottore della Chiesa che scrive:

"A proposito degli eretici si devono considerare due cose: una che proviene da essi; l'altra che è presente alla Chiesa. Da essi proviene un peccato, per il quale hanno meritato non solo di essere separati dalla Chiesa con la scomunica, ma di essere tolti dal mondo con la morte. Infatti è ben più grave corrompere la fede, in cui risiede la vita delle anime, che falsare il danaro, con cui si provvede alla vita temporale. Perciò, se i falsari e altri malfattori sono subito messi a morte giustamente dai principi; a maggior ragione e con giustizia potrebbero essere non solo scomunicati, ma uccisi gli eretici, appena riconosciuti colpevoli di eresia.
Alla Chiesa invece è presente la misericordia, che tende a convertire gli erranti. Essa perciò non condanna subito, ma "dopo la prima e la seconda ammonizione", come insegna l'Apostolo. Dopo di che, se l'eretico rimane ostinato, la Chiesa, disperando della sua conversione, provvede alla salvezza degli altri, separandolo da sé con la sentenza di scomunica; e finalmente lo abbandona al giudizio civile, o secolare, per toglierlo dal mondo con la morte. [...]
Come si dice nei Canoni, "una cosa è la scomunica, e un'altra è l'eliminazione. Infatti uno viene scomunicato, "perché il suo spirito sia salvo nel giorno del Signore", secondo le parole dell'Apostolo". - Anzi, neppure l'eliminazione radicale dell'eretico mediante la morte può dirsi contraria a quel comando del Signore, che deve intendersi di quei casi in cui non è possibile estirpare la zizzania, senza estirpare anche il frumento: come abbiamo spiegato sopra parlando dei miscredenti in generale
...
Nel giudizio di Dio i pentiti sono sempre perdonati: perché Dio scruta i cuori e conosce quelli che sono veramente pentiti. Ma la Chiesa in questo non può imitarlo. E quindi deve presumere che non siano veramente pentiti quelli che, una volta perdonati, sono di nuovo ricaduti. Ecco perché senza negare loro la salvezza eterna, non li libera dal pericolo della morte."

[S.II, Q.11,3]

Personalmente per è d'una logica impeccabile.
Allora cosa non torna?

Non torna che c'è un motivo se nel XIII secolo non solo Tommaso, ma chiunque altro, era d'accordo con la pena di morte, e cioè che non era ancora stata sviluppata una cultura dei diritti dell'uomo come inerenti alla persona in quanto tale (a queste riflessioni arriverà solo la II scolatica, con la scuola di Salamanca). Platone stesso, l'uomo più geniale di tutti i tempi, sia nelle Leggi sia nella Repubblica scrive che chi pratica la magia vada messo a morte, e la Bibbia non fa eccezione "Non lascerai vivere la strega" (Es 22,17). Il solo fatto che la Bibbia preveda in alcuni casi la pena capitale, ha fatto sì che per i pensatori medievali essa non potesse essere proclamata illecita tout court.
Impossibile giudicare le categorie giuridiche del tempo con la nostra attuale concezione dei diritti umani, semplicemente queste cose non potevano saltare in mente a nessuno.
In una società dove il corpus christianorum coincide con la societas civilis, esattamente come nell'antichità la polis era unita nella pietas verso gli dèi, l'eretico non è solo un pericolo per il suo pensiero, ma per tutta la comunità: una minaccia contro la stabilità dell'ordine stabilito della stessa materialità che ha per noi il terrorismo islamico.

Quindi non si deve mai escludere il contesto storico e culturale dei testi antichi, in primis quelli religiosi ritenuti sacri.




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24/09/2009 17.34

Re:
enricorns, 23/09/2009 19.11:

Tornando al testo, Enrico sostiene che è impossibile che Dio (lo Spirito Santo) possa aver ucciso i due coniugi, perchè, dice Enrico, Dio è vita, ma dimentica che proprio perchè Egli è vita per come dispone nel dar la vita dispone anche nel togliere la vita, satana non può togliere la vita a nessuno, e il testo dice esplicitamente che costoro sono rei di aver mentito a Dio, è di questo che Pietro li accusa ed è per questo che morirono sul colpo senza neppure poter giustificare il perchè.

Lo Spirito santo è Signore e da la vita, non la toglie sarebbe contraria alla sua essenza e alla sua azione e funzione.
Nemmeno un'azione del satana ma, piuttosto, la conseguenza dell'inganno alla Carità





Attenzione, la Bibbia va presa tutta nel contesto....

A quanto detto da Daniele aggiungo:

la Bibbia dice chiaramente che il nostro Dio è il Dio della VITA e di fatti lo chiamiamo Creatore...la morte in sè NON esiste NON E' STATA CREATA, spiega san Tommaso d'Aquino...essa è una conseguenza della scelta e dell'azione dell'Uomo con il Peccato Originale, così come non esiste il Male il quale non è altro che è la conseguente ASSENZA DEL BENE=DIO, dove Dio non c'è subentra il Male...non perchè creato, ma quanto conseguenza del rifiuto di Dio...

Tuttavia ora dobbiamo associarci il Progetto di Dio il quale, nella Sua Onnipotenza e preescienza, "prima della Creazione del mondo aveva già pensato al FIGLIO DIVINO per riscattarci"....

Cristo ha sconfitto la Morte MA NON L'HA ELIMINATA...l'ha trasformata a tal punto che san Francesco la chiama: SORELLA MORTE! e san Paolo dice: MORIRE PER ME E' UN GUADAGNO...

Il chè si associa alla visione cattolica dell'aldilà che non è la fine ma L'INIZIO DELLA VITA VERA e che questa vita terrena è solo UN PASSAGGIO temporaneo, siamo infatti in esilio, pellegrini sulla Terra, la nostra Patria è il Cielo...ecc...

Tutto sta a capire dunque cosa intendiamo per MORTE...

Quando nella Bibbia leggiamo della MORTE DELL'ANIMA si intende la DANNAZIONE ETERNA...e questa NON è opera di Dio ma dell'Uomo che rifiutando Dio SI AUTOESCLUDE, SI AUTOCONDANNA AD UNA MORTE DELL'ANIMA perchè sarà privato eternamente di Dio che è la Vita...

Quando invece Gesù dice: E' GIUNTA L'ORA, PER QUESTO SONO VENUTO, TUTTO E' COMPIUTO: PADRE NELLE TUE MANI RIMETTO L'ANIMA MIA...è Dio che si riprende quell'anima....che si riprende quello spirito PER TRASFORMARLO IN UN CORPO GLORIOSO ED IMMORTALE...

Manca ora l'azione diretta.... Dio NON uccide nessuno, non uccise neppure Caino, Dio semmai SI RIPRENDE CIO' CHE GLI APPARTIENE: L'ANIMA se è degna....
Chi UCCIDE  è di fatto Satana attraverso le azioni degli uomini che egli corrompe....

Basta leggere il Libro di Giobbe:


6 Il Signore disse a satana: «Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita».

questo non significa che la nostra vita è nelle mani di Satana, MA IL CORPO SI...IL CORPO E' CORROTTO per questo invecchiamo, ci ammaliamo...deperiamo e moriamo...
Satana ha il potere di farci ammalare, di farci del male FISICAMENTE ma mai moralmente, non ha alcun potere sulla nostra anima se noi NON glielo permettiamo (ecco la virtù e la forza del Battesimo che se ben applicato nella vita ci fa da scudo)....
Il nostro corpo, creato perfettamente da Dio ha subito UNA VARIAZIONE A CAUSA DEL PECCATO ORIGINALE....Gesù, nuovo Adamo, ha trasformato la morte sconfiggendola, rendendola NON la fine quale era, ma un passaggio...ergo TUTTI DOBBIAMO MORIRE...anche la Vergine Maria chiuse gli occhi a questo mondo ma Dio non permise la corruzione del suo corpo che portò nel grembo LA VITA....(dogma dell'Assunta)..

Infine Dio permette...
si, lo leggiamo in Luca 22,33 che egli ha ricevuto da Dio il permesso di metterci a dura prova...egli può farci del male direttamente (possessioni-manifestazioni- leggasi Giobbe ma anche san Padre Pio) o indirettamente attraverso altri uomini che uccidono il nostro corpo...(i martiri)

Dio, creatore dell'Uomo può fare di noi ciò che vuole, anche permettere che moriamo in un dato giorno e in un dato momento, ma non è Lui che  infligge la morte, essa è una realtà indissociabile dall'eternità alla quale aspiriamo...infatti è Lui che compie i miracoli, che salva le vite che ritiene utili per il SUO PROGETTO...è Lui se vuole che può impedire a Satana di tormentarci...Satana NON ha alcun potere sul nostro finale....

Ecco perchè è importante LA PREGHIERA ecco perchè Gesù ci ha lasciato L'EUCARESTIA, IL CIBO ATTRAVERSO IL QUALE NON MORIAMO PIU'...definito dalla Chiesa IL VIATICO dei morenti, il farmaco d'immortalità...
Essa è L'ANTIDOTO contro quel poco di potere che Satana ha ottenuto in rispetto DELLA LIBERTA'...chi si chiedesse infatti perchè Dio non possa evitare tutto ciò, deve studiarsi il concetto di LIBERTA' attraverso il quale sta a noi scegliere da che parte stare e ricevere da Dio LA VITA VERA...

Tornando al caso specifico di Anania e Saffira è presto detto, seguendo anche quanto abbiamo letto, essi in sostanza SI CONSEGNARONO ALLA MORTE prendendosi giogo dello Spirito che "è  Signore e da la VITA e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato ed ha parlato per mezzo dei profeti"...(il Credo).....


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