Benedetto XVI alla Caritas Internazionalis e Caritas Nazionale: restare in piena sintonia con il Magistero della Chiesa

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Caterina63
00venerdì 27 maggio 2011 15:28

CARITAS INTERNATIONALIS TESTIMONIARE AMORE DI DIO


                                                           Pope Benedict XVI prays during the rosary prayer at St Mary Major Basilica in Rome on May 26, 2011.

CITTA' DEL VATICANO, 27 MAG. 2011 (VIS).

Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i 400 partecipanti all'Assemblea Generale della 'Caritas Internationalis', il cui Presidente è il Cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras).

  Benedetto XVI ha ricordato che la 'Caritas' fu fondata 60 anni fa da Pio XII dopo gli orrori e le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale "per mostrare la solidarietà e la preoccupazione della Chiesa intera di fronte alle tante situazioni di conflitto e di emergenza nel mondo. (...). Il Beato Giovanni Paolo II, poi, rafforzò ulteriormente i legami esistenti tra le singole agenzie nazionali di 'Caritas' e tra di esse e la Santa Sede, conferendo a 'Caritas Internationalis' la personalità giuridica canonica pubblica. Di conseguenza la 'Caritas internationalis' ha acquisito un ruolo particolare nel cuore della comunità ecclesiale, ed è stata chiamata a condividere, in collaborazione con la Gerarchia ecclesiastica, la missione della Chiesa di manifestare, attraverso la carità vissuta, quell'amore che è Dio stesso".

  "Nella mia prima Enciclica, 'Deus Caritas est', ho voluto riaffermare quanto sia centrale la testimonianza della carità per la Chiesa del nostro tempo. Attraverso tale testimonianza (...)  la Chiesa raggiunge milioni di uomini e donne e rende loro possibile riconoscere e percepire l'amore di Dio, che è sempre vicino ad ogni persona che si trovi nel bisogno.
Per noi cristiani, Dio stesso è la fonte della carità, e la carità è intesa non solo come una generica filantropia, ma come dono di sé, anche fino al sacrificio della propria vita in favore degli altri, ad imitazione dell'esempio di Gesù Cristo".

"'Caritas Internationalis'" - ha spiegato il Pontefice - "è diversa da altre agenzie sociali perché è un organismo ecclesiale, che condivide la missione della Chiesa. Questo è ciò che i Pontefici hanno sempre voluto e questo è ciò che la vostra Assemblea Generale è chiamata a riaffermare con forza. A tale riguardo, si deve osservare che 'Caritas Internationalis' è costituita fondamentalmente dalle varie 'Caritas' nazionali. A differenza di tante istituzioni e associazioni ecclesiali dedite alla carità, le 'Caritas' hanno un tratto distintivo: pur nella varietà delle forme canoniche assunte dalle 'Caritas' nazionali, tutte costituiscono un aiuto privilegiato per i Vescovi nel loro esercizio pastorale della carità.
Ciò comporta una speciale responsabilità ecclesiale: quella di lasciarsi guidare dai Pastori della Chiesa. Dal momento poi che 'Caritas Internationalis' ha un profilo universale ed è dotata di personalità giuridica canonica pubblica, la Santa Sede ha il compito di seguire la sua attività e di vigilare affinché tanto la sua azione umanitaria e di carità, come il contenuto dei documenti diffusi, siano in piena sintonia con la Sede Apostolica e con il Magistero della Chiesa, affinché essa sia amministrata con competenza ed in modo trasparente. Questa identità distintiva è la forza di 'Caritas Internationalis', ed è ciò che rende la sua opera particolarmente efficace
".

  "Vorrei inoltre sottolineare che la vostra missione" - ha proseguito il Pontefice - "vi porta a svolgere un importante ruolo sul piano internazionale. L'esperienza che avete raccolto in questi anni vi ha insegnato a farvi portavoce, nella comunità internazionale, di una sana visione antropologica, alimentata dalla dottrina cattolica e impegnata a difendere la dignità di ogni vita umana.
Senza un fondamento trascendente, senza un riferimento a Dio Creatore, senza la considerazione del nostro destino eterno, rischiamo di cadere in preda ad ideologie dannose
".

  "'Caritas Internationalis' è un'organizzazione a cui spetta il ruolo di favorire la comunione tra la Chiesa universale e le Chiese particolari, come pure la comunione tra tutti i fedeli nell'esercizio della carità. Al tempo stesso, essa è chiamata ad offrire il proprio contributo per portare il messaggio della Chiesa nella vita politica e sociale sul piano internazionale.
Nella sfera politica - e in tutte quelle aree che toccano direttamente la vita dei poveri - i fedeli, specialmente i laici, godono di un'ampia libertà di azione. Nessuno può, in materie aperte alla libera discussione, pretendere di parlare 'ufficialmente' a nome dell'intero laicato o di tutti i cattolici. D'altro canto, ciascun cattolico, anzi, in verità, ogni uomo, è chiamato ad agire con coscienza purificata e con cuore generoso per promuovere in maniera decisa quei valori che spesso ho definito come 'non negoziabili'".

  "È in questa ampia prospettiva, quindi, e in stretta collaborazione con i Pastori della Chiesa, responsabili ultimi della testimonianza della carità" - ha concluso il Santo Padre - "che le 'Caritas' nazionali sono chiamate a continuare la loro fondamentale testimonianza al mistero dell'amore vivificante e trasformante di Dio manifestatosi in Gesù Cristo. Lo stesso vale anche per 'Caritas Internationalis', che, nell'impegno per svolgere la propria missione, può contare sull'assistenza e sull'appoggio della Santa Sede, particolarmente attraverso il Dicastero competente, il Pontificio Consiglio 'Cor Unum'".



Caterina63
00venerdì 27 maggio 2011 15:32

Il Papa: Dal momento che Caritas Internationalis ha un profilo universale ed è dotata di personalità giuridica canonica pubblica, la Santa Sede ha il compito di seguire la sua attività e di vigilare affinché tanto la sua azione umanitaria e di carità, come il contenuto dei documenti diffusi, siano in piena sintonia con la Sede Apostolica e con il Magistero della Chiesa, e affinché essa sia amministrata con competenza ed in modo trasparente

Vedi anche:

LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

Il Papa: Senza un fondamento trascendente, senza un riferimento a Dio Creatore, senza la considerazione del nostro destino eterno, rischiamo di cadere in preda ad ideologie dannose (Asca)

Il Papa richiama la Caritas internazionale a rimanere "in piena sintonia con la Sede Apostolica e con il Magistero della Chiesa"

Il Papa alla “Caritas Internationalis”: la carità non è mera filantropia né ideologia ma dono totale di sé sull'esempio di Cristo (R.V.)

UDIENZA AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLA CARITAS INTERNATIONALIS, 27.05.2011

Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i partecipanti alla 19.ma Assemblea Generale della Caritas Internationalis in occasione del 60° anniversario della fondazione.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari Fratelli e Sorelle
,

sono lieto di avere questa opportunità di incontrarvi , in occasione della vostra Assemblea Generale. Ringrazio il Cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, Presidente di Caritas Internationalis, per le cortesi parole che mi ha indirizzato anche a nome vostro, e rivolgo un cordiale saluto a tutti voi e all’intera famiglia delle Caritas. Vi assicuro, inoltre, la mia gratitudine e formulo nella preghiera i migliori auspici per le opere di carità cristiana che realizzate in Paesi di tutto il mondo.

Il primo motivo del nostro incontro odierno è quello di ringraziare Dio per le numerose grazie che ha elargito alla Chiesa nei sessant’anni trascorsi dalla fondazione di Caritas Internationalis.

Dopo gli orrori e le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale, il Venerabile Pio XII volle mostrare la solidarietà e la preoccupazione della Chiesa intera di fronte alle tante situazioni di conflitto e di emergenza nel mondo. E lo fece dando vita ad un organismo che, a livello della Chiesa universale, promuovesse maggiore comunicazione, coordinamento e collaborazione fra le numerose organizzazioni caritative della Chiesa nei vari continenti (cfr Chirografo Durante l’Ultima Cena, 16 settembre 2004, 1).

Il Beato Giovanni Paolo II, poi, rafforzò ulteriormente i legami esistenti tra le singole agenzie nazionali di Caritas e tra di esse e la Santa Sede, conferendo a Caritas Internationalis la personalità giuridica canonica pubblica (ibid., 3).

In conseguenza di ciò, Caritas internationalis ha acquisito un ruolo particolare nel cuore della comunità ecclesiale, ed è stata chiamata a condividere, in collaborazione con la Gerarchia ecclesiastica, la missione della Chiesa di manifestare, attraverso la carità vissuta, quell’amore che è Dio stesso. In tal modo, entro i limiti delle finalità proprie ad essa assegnate, Caritas Internationalis adempie a nome della Chiesa ad un compito specifico in favore del bene comune (cfr CIC, can. 116 §1).

Essere nel cuore della Chiesa; essere in grado, in certo qual modo, di parlare e agire in suo nome, in favore del bene comune, comporta particolari responsabilità in termini di vita cristiana, sia personale che comunitaria. Solo sulle basi di un quotidiano impegno ad accogliere e vivere pienamente l’amore di Dio, si può promuovere la dignità di ogni singolo essere umano. Nella mia prima Enciclica, Deus Caritas est, ho voluto riaffermare quanto sia centrale la testimonianza della carità per la Chiesa del nostro tempo. Attraverso tale testimonianza, resa visibile nella vita quotidiana dei suoi membri, la Chiesa raggiunge milioni di uomini e donne e rende loro possibile riconoscere e percepire l’amore di Dio, che è sempre vicino ad ogni persona che si trovi nel bisogno.


Per noi cristiani, Dio stesso è la fonte della carità, e la carità è intesa non solo come una generica filantropia, ma come dono di sé, anche fino al sacrificio della propria vita in favore degli altri, ad imitazione dell’esempio di Gesù Cristo. La Chiesa prolunga nel tempo e nello spazio la missione salvifica di Cristo: essa vuole raggiungere ogni essere umano, mossa dal desiderio che ciascun individuo giunga a conoscere che nulla può separarci dall’amore di Cristo (cfr Rm 8,35).

Caritas Internationalis è diversa da altre agenzie sociali perché è un organismo ecclesiale, che condivide la missione della Chiesa.

Questo è ciò che i Pontefici hanno sempre voluto e questo è ciò che la vostra Assemblea Generale è chiamata a riaffermare con forza. A tale riguardo, si deve osservare che Caritas Internationalis è costituita fondamentalmente dalle varie Caritas nazionali. A differenza di tante istituzioni e associazioni ecclesiali dedite alla carità, le Caritas hanno un tratto distintivo: pur nella varietà delle forme canoniche assunte dalle Caritas nazionali, tutte costituiscono un aiuto privilegiato per i Vescovi nel loro esercizio pastorale della carità. Ciò comporta una speciale responsabilità ecclesiale: quella di lasciarsi guidare dai Pastori della Chiesa.

Dal momento poi che Caritas Internationalis ha un profilo universale ed è dotata di personalità giuridica canonica pubblica, la Santa Sede ha il compito di seguire la sua attività e di vigilare affinché tanto la sua azione umanitaria e di carità, come il contenuto dei documenti diffusi, siano in piena sintonia con la Sede Apostolica e con il Magistero della Chiesa, e affinché essa sia amministrata con competenza ed in modo trasparente.

Questa identità distintiva è la forza di Caritas Internationalis, ed è ciò che rende la sua opera particolarmente efficace.

Vorrei inoltre sottolineare che la vostra missione vi porta a svolgere un importante ruolo sul piano internazionale. L’esperienza che avete raccolto in questi anni vi ha insegnato a farvi portavoce, nella comunità internazionale, di una sana visione antropologica, alimentata dalla dottrina cattolica e impegnata a difendere la dignità di ogni vita umana.

Senza un fondamento trascendente, senza un riferimento a Dio Creatore, senza la considerazione del nostro destino eterno, rischiamo di cadere in preda ad ideologie dannose. Tutto ciò che dite e fate, la testimonianza della vostra vita e delle vostre attività, sono importanti e contribuiscono a promuovere il bene integrale della persona umana.

Caritas Internationalis è un’organizzazione a cui spetta il ruolo di favorire la comunione tra la Chiesa universale e le Chiese particolari, come pure la comunione tra tutti i fedeli nell’esercizio della carità. Al tempo stesso, essa è chiamata ad offrire il proprio contributo per portare il messaggio della Chiesa nella vita politica e sociale sul piano internazionale. Nella sfera politica – e in tutte quelle aree che toccano direttamente la vita dei poveri – i fedeli, specialmente i laici, godono di un’ampia libertà di azione. Nessuno può, in materie aperte alla libera discussione, pretendere di parlare "ufficialmente" a nome dell’intero laicato o di tutti i cattolici (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et Spes, 43; 88). D’altro canto, ciascun cattolico, anzi, in verità, ogni uomo, è chiamato ad agire con coscienza purificata e con cuore generoso per promuovere in maniera decisa quei valori che spesso ho definito come "non negoziabili". Caritas Internationalis è chiamata, perciò, ad operare per convertire i cuori all’apertura verso tutti i nostri fratelli e sorelle, affinché ognuno, nel pieno rispetto della propria libertà e nella piena assunzione delle proprie responsabilità personali, possa agire sempre ed ovunque in favore del bene comune, offrendo generosamente il meglio di sé al servizio dei fratelli e delle sorelle, in particolare dei più bisognosi.

E’ in questa ampia prospettiva, quindi, e in stretta collaborazione con i Pastori della Chiesa, responsabili ultimi della testimonianza della carità (cfr Deus Caritas est, 32), che le Caritas nazionali sono chiamate a continuare la loro fondamentale testimonianza al mistero dell’amore vivificante e trasformante di Dio manifestatosi in Gesù Cristo. Lo stesso vale anche per Caritas Internationalis, che, nell’impegno per svolgere la propria missione, può contare sull’assistenza e sull’appoggio della Santa Sede, particolarmente attraverso il Dicastero competente, il Pontificio Consiglio Cor Unum.

Cari amici, affidando questi pensieri alla vostra riflessione, vi ringrazio di nuovo per il vostro generoso impegno al servizio dei nostri fratelli bisognosi. A voi, ai vostri collaboratori e a tutti coloro che sono coinvolti nel vasto mondo delle opere di carità cattoliche, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica, quale pegno di forza e di pace nel Signore.


Caterina63
00sabato 4 giugno 2011 13:08


Il Papa vuole una Caritas più cattolica







Il Papa vuole che una Caritas pienamente cattolica, che sia «nel cuore della Chiesa» e che parli e agisca «in suo nome». È quanto si legge nel discorso che Benedetto XVI ha fatto ieri ai rappresentanti di Caritas internationalis, riuniti per una settimana a Roma.

Caritas internationalis è un’organismo vatissimo. Coordina 165 diverse Caritas nazionali, ciascuna delle quali a sua volta coordina le associazioni umanitarie cattoliche che raggiungono con i loro aiuti e la loro assistenza milioni di persone, impiegando 440mila salariati e oltre 600mila volontari. Il bidget complessivo sfiora i quattro miliardi di euro.
Il Papa, come ha sintetizzato il vaticanista di Le Figaro, Jean-Marie Guenois, ha chiesto che nell’azione umanitaria della Caritas «la Chiesa cattolica non sia considerata una specie di partner, privilegiato ma tra gli altri», bensì sia essenziale e la fede cattolica sia il significato, la ragione dell’agire sociale dell’organizzazione. L’azione sociale della Chiesa non può infatti essere scollegata dal cuore stesso della fede cattolica e dunque anche l’azione sociale deve essere chiaramente identificata come cattolica.
L’intervento papale giunge alla fine di mesi piuttosto constrastati, che hanno visto contrapporsi il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente riconfermato di Caritas internationalis (col beneplacito vaticano), e il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, che a nome del Pontefice all’inizio dell’anno non ha concesso il nulla osta per la riconferma della direttrice generale Lesley-Ann Knight, considerata non in linea con la prospettiva voluta dalla Santa Sede, ma pubblicamente difesa da Maradiaga anche nei giorni scorsi. Si tratta di un epilogo che – dietro le quinte – ha visto confrontarsi negli ultimi anni lo stesso Maradiaga e un altro cardinale, molto vicino al Papa, il tedesco Paul Cordes, presidente emerito di Cor Unum.
Ecco alcuni passaggi del discorso di Benedetto XVI:
«Per noi cristiani, Dio stesso è la fonte della carità, e la carità è intesa non solo come una generica filantropia, ma come dono di sé, anche fino al sacrificio della propria vita in favore degli altri, ad imitazione dell’esempio di Gesù Cristo. La Chiesa prolunga nel tempo e nello spazio la missione salvifica di Cristo: essa vuole raggiungere ogni essere umano, mossa dal desiderio che ciascun individuo giunga a conoscere che nulla può separarci dall’amore di Cristo»
«Caritas Internationalis è diversa da altre agenzie sociali perché è un organismo ecclesiale, che condivide la missione della Chiesa. Questo è ciò che i Pontefici hanno sempre voluto e questo è ciò che la vostra Assemblea Generale è chiamata a riaffermare con forza».
«A differenza di tante istituzioni e associazioni ecclesiali dedite alla carità, le Caritas hanno un tratto distintivo: pur nella varietà delle forme canoniche assunte dalle Caritas nazionali, tutte costituiscono un aiuto privilegiato per i Vescovi nel loro esercizio pastorale della carità. Ciò comporta una speciale responsabilità ecclesiale: quella di lasciarsi guidare dai Pastori della Chiesa. Dal momento poi che Caritas Internationalis ha un profilo universale ed è dotata di personalità giuridica canonica pubblica, la Santa Sede ha il compito di seguire la sua attività e di vigilare affinché tanto la sua azione umanitaria e di carità, come il contenuto dei documenti diffusi, siano in piena sintonia con la Sede Apostolica e con il Magistero della Chiesa, e affinché essa sia amministrata con competenza ed in modo trasparente».
«Senza un fondamento trascendente, senza un riferimento a Dio Creatore, senza la considerazione del nostro destino eterno, rischiamo di cadere in preda ad ideologie dannose. Tutto ciò che dite e fate, la testimonianza della vostra vita e delle vostre attività, sono importanti e contribuiscono a promuovere il bene integrale della persona umana».
«Caritas Internationalis … è chiamata ad offrire il proprio contributo per portare il messaggio della Chiesa nella vita politica e sociale sul piano internazionale. Nella sfera politica – e in tutte quelle aree che toccano direttamente la vita dei poveri – i fedeli, specialmente i laici, godono di un’ampia libertà di azione. Nessuno può, in materie aperte alla libera discussione, pretendere di parlare “ufficialmente” a nome dell’intero laicato o di tutti i cattolici (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et Spes, 43; 88). D’altro canto, ciascun cattolico, anzi, in verità, ogni uomo, è chiamato ad agire con coscienza purificata e con cuore generoso per promuovere in maniera decisa quei valori che spesso ho definito come “non negoziabili”»
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Vedi anche:

LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
Caterina63
00giovedì 24 novembre 2011 19:56
Per il 40° Anniversario di Caritas Italiana giovedì 24 novembre nella Basilica di San Pietro, il Papa ha ricevuto in udienza le Caritas diocesane, ringraziandole per il servizio svolto e chiedendo loro che le persone sofferenti possano sentire il calore di Dio tramite le loro mani e i loro cuori aperti, una sfida quanto mai attuale soprattutto di fronte all’imponente fenomeno migratorio in corso. Prima il Card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, ha presieduto una solenne Celebrazione Eucaristica. “Nel nostro Paese – ha detto Bagnasco - la Caritas è sempre pronta a rigenerare fiducia e ancor prima ad offrire una prossimità mai scontata, in grado di restituire dignità e fiducia. E’ questa capacità di lettura, che diventa un atteggiamento culturale sempre vigile, unita alla tempestività nell’intervento, che fanno della Caritas un riferimento significativo non solo nelle emergenze, ma anche nel quotidiano”.

Caritas più cattolica

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
ALLA CARITAS ITALIANA NEL 40° DI FONDAZIONE

Basilica Vaticana
Giovedì, 24 novembre 2011

 

Venerati Fratelli,
cari fratelli e sorelle!

Con gioia vi accolgo in occasione del 40° anniversario dell’istituzione della Caritas Italiana. Vi saluto con affetto, unendomi al ringraziamento dell’intero Episcopato italiano per il vostro prezioso servizio. Saluto cordialmente il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ringraziandolo per le parole che mi ha rivolto a nome di tutti. Saluto Mons. Giuseppe Merisi, Presidente della Caritas, i Vescovi incaricati delle diverse Conferenze Episcopali Regionali per il servizio della carità, il Direttore della Caritas Italiana, i direttori delle Caritas Diocesane e tutti i loro collaboratori.

Siete venuti presso la tomba di Pietro per confermare la vostra fede e riprendere slancio nella vostra missione. Il Servo di Dio Paolo VI, nel primo incontro nazionale con la Caritas, nel 1972, così affermava: «Al di sopra dell’aspetto puramente materiale della vostra attività, deve emergere la sua prevalente funzione pedagogica» (Insegnamenti X [1972], 989). A voi, infatti, è affidato un’importante compito educativo nei confronti delle comunità, delle famiglie, della società civile in cui la Chiesa è chiamata ad essere luce (cfr Fil 2,15). Si tratta di assumere la responsabilità dell’educare alla vita buona del Vangelo, che è tale solo se comprende in maniera organica la testimonianza della carità. Sono le parole dell’apostolo Paolo ad illuminare questa prospettiva: «Quanto a noi, per lo Spirito, in forza della fede, attendiamo fermamente la giustizia sperata. Perché in Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità» (Gal 5,5-6). Questo è il distintivo cristiano: la fede che si rende operosa nella carità. Ciascuno di voi è chiamato a dare il suo contributo affinché l’amore con cui siamo da sempre e per sempre amati da Dio divenga operosità della vita, forza di servizio, consapevolezza della responsabilità. «L’amore del Cristo infatti ci possiede» (2 Cor 5,14), scrive san Paolo. E’ questa prospettiva che dovete rendere sempre più presente nelle Chiese particolari in cui vivete.

Cari amici, non desistete mai da questo compito educativo, anche quando la strada si fa dura e lo sforzo sembra non dare risultati. Vivetelo nella fedeltà alla Chiesa e nel rispetto dell’identità delle vostre Istituzioni, utilizzando gli strumenti che la storia vi ha consegnato e quelli che la «fantasia della carità» – come diceva il beato Giovanni Paolo II – vi suggerirà per l’avvenire. Nei quattro decenni trascorsi, avete potuto approfondire, sperimentare e attuare un metodo di lavoro basato su tre attenzioni tra loro correlate e sinergiche: ascoltare, osservare, discernere, mettendolo al servizio della vostra missione: l’animazione caritativa dentro le comunità e nei territori. Si tratta di uno stile che rende possibile agire pastoralmente, ma anche perseguire un dialogo profondo e proficuo con i vari ambiti della vita ecclesiale, con le associazioni, i movimenti e con il variegato mondo del volontariato organizzato.

Ascoltare per conoscere, certo, ma insieme per farsi prossimo, per sostenere le comunità cristiane nel prendersi cura di chi necessita di sentire il calore di Dio attraverso le mani aperte e disponibili dei discepoli di Gesù. Questo è importante: che le persone sofferenti possano sentire il calore di Dio e lo possano sentire tramite le nostre mani e i nostri cuori aperti. In questo modo le Caritas devono essere come “sentinelle” (cfr Is 21,11-12), capaci di accorgersi e di far accorgere, di anticipare e di prevenire, di sostenere e di proporre vie di soluzione nel solco sicuro del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa.

L’individualismo dei nostri giorni, la presunta sufficienza della tecnica, il relativismo che influenza tutti, chiedono di provocare persone e comunità verso forme alte di ascolto, verso capacità di apertura dello sguardo e del cuore sulle necessità e sulle risorse, verso forme comunitarie di discernimento sul modo di essere e di porsi in un mondo in profondo cambiamento.

Scorrendo le pagine del Vangelo, restiamo colpiti dai gesti di Gesù: gesti che trasmettono la Grazia, educativi alla fede e alla sequela; gesti di guarigione e di accoglienza, di misericordia e di speranza, di futuro e di compassione; gesti che iniziano o perfezionano una chiamata a seguirlo e che sfociano nel riconoscimento del Signore come unica ragione del presente e del futuro. Quella dei gesti, dei segni è una modalità connaturata alla funzione pedagogica della Caritas. Attraverso i segni concreti, infatti, voi parlate, evangelizzate, educate. Un’opera di carità parla di Dio, annuncia una speranza, induce a porsi domande. Vi auguro di sapere coltivare al meglio la qualità delle opere che avete saputo inventare. Rendetele, per così dire, «parlanti», preoccupandovi soprattutto della motivazione interiore che le anima, e della qualità della testimonianza che da esse promana. Sono opere che nascono dalla fede. Sono opere di Chiesa, espressione dell’attenzione verso chi fa più fatica. Sono azioni pedagogiche, perché aiutano i più poveri a crescere nella loro dignità, le comunità cristiane a camminare nella sequela di Cristo, la società civile ad assumersi coscientemente i propri obblighi. Ricordiamo quanto insegna il Concilio Vaticano II: «Siano anzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia, perché non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia» (Apostolicam actuositatem, 8). L’umile e concreto servizio che la Chiesa offre non vuole sostituire né, tantomeno, assopire la coscienza collettiva e civile. Le si affianca con spirito di sincera collaborazione, nella dovuta autonomia e nella piena coscienza della sussidiarietà.

Fin dall’inizio del vostro cammino pastorale, vi è stato consegnato, come impegno prioritario, lo sforzo di realizzare una presenza capillare sul territorio, soprattutto attraverso le Caritas Diocesane e Parrocchiali. È obiettivo da perseguire anche nel presente. Sono certo che i Pastori sapranno sostenervi e orientarvi, soprattutto aiutando le comunità a comprendere il proprium di animazione pastorale che la Caritas porta nella vita di ogni Chiesa particolare, e sono certo che voi ascolterete i vostri Pastori e ne seguirete le indicazioni.

L’attenzione al territorio e alla sua animazione suscita, poi, la capacità di leggere l’evolversi della vita delle persone che lo abitano, le difficoltà e le preoccupazioni, ma anche le opportunità e le prospettive. La carità richiede apertura della mente, sguardo ampio, intuizione e previsione, un «cuore che vede» (cfr Enc. Deus caritas est, 25). Rispondere ai bisogni significa non solo dare il pane all’affamato, ma anche lasciarsi interpellare dalle cause per cui è affamato, con lo sguardo di Gesù che sapeva vedere la realtà profonda delle persone che gli si accostavano. È in questa prospettiva che l’oggi interpella il vostro modo di essere animatori e operatori di carità. Il pensiero non può non andare anche al vasto mondo della migrazione. Spesso calamità naturali e guerre creano situazioni di emergenza. La crisi economica globale è un ulteriore segno dei tempi che chiede il coraggio della fraternità. Il divario tra nord e sud del mondo e la lesione della dignità umana di tante persone, richiamano ad una carità che sappia allargarsi a cerchi concentrici dai piccoli ai grandi sistemi economici. Il crescente disagio, l’indebolimento delle famiglie, l’incertezza della condizione giovanile indicano il rischio di un calo di speranza.

L’umanità non necessita solo di benefattori, ma anche di persone umili e concrete che, come Gesù, sappiano mettersi al fianco dei fratelli condividendo un po’ della loro fatica. In una parola, l’umanità cerca segni di speranza. La nostra fonte di speranza è nel Signore. Ed è per questo motivo che c’è bisogno della Caritas; non per delegarle il servizio di carità, ma perché sia un segno della carità di Cristo, un segno che porti speranza. Cari amici, aiutate la Chiesa tutta a rendere visibile l’amore di Dio. Vivete la gratuità e aiutate a viverla. Richiamate tutti all’essenzialità dell’amore che si fa servizio. Accompagnate i fratelli più deboli. Animate le comunità cristiane. Dite al mondo la parola dell’amore che viene da Dio. Ricercate la carità come sintesi di tutti i carismi dello Spirito (cfr 1 Cor 14,1).

Sia vostra guida la Beata Vergine Maria che, nella visita ad Elisabetta, portò il dono sublime di Gesù nell’umiltà del servizio (cfr Lc 1,39-43). Io vi accompagno con la preghiera e volentieri vi imparto la Benedizione Apostolica, estendendola a quanti quotidianamente incontrate nelle vostre molteplici attività. Grazie.

 


Caterina63
00mercoledì 2 maggio 2012 14:38

ARTICOLO ESPLICATIVO DEL DECRETO RELATIVO AL RINNOVATO QUADRO GIURIDICO DI CARITAS INTERNATIONALIS (DI MONS. OSVALDO NEVES DE ALMEIDA)




Nei suoi 61 anni di vita, Caritas Internationalis è sempre stata uno strumento privilegiato della carità della Chiesa. La Santa Sede, raccogliendo la lunga esperienza di questa benemerita istituzione, e in modo speciale gli sviluppi degli ultimi anni, ha voluto aggiornare lo status giuridico di Caritas Internationalis per sostenerne meglio l’attività nel contesto odierno.


Storia e caratteristiche di Caritas Internationalis


Ricevendo in Udienza i partecipanti alla 19.ma Assemblea Generale di Caritas Internationalis, il 27 maggio 2011, Papa Benedetto XVI ha tracciato il profilo storico e la natura ecclesiale di questa istituzione, che costituisce un ambito privilegiato per la partecipazione dei fedeli all’apostolato della Gerarchia (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Costituzione dogmatica Lumen Gentium, 27).


In quella circostanza, il Santo Padre ha ricordato come Caritas Internationalis non sia assimilabile alle grandi Organizzazioni non governative, pur svolgendo con esemplare professionalità e competenza dei ruoli assolti anche da esse; in particolare la lotta contro la povertà, il coordinamento degli aiuti umanitari e l’azione politica presso le istanze internazionali (advocacy).


Caritas Internationalis fu ideata da Pio XII dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, per manifestare la solidarietà della Chiesa intera di fronte alle tante situazioni di conflitto e di emergenza nel mondo. Nel 2004 il Beato Giovanni Paolo II le conferì personalità giuridica canonica pubblica con il Chirografo Durante l'ultima Cena.


Caritas Internationalis possiede un profilo universale ed esercita il suo compito specifico a nome della Chiesa; è chiamata a favorire la comunione tra la Chiesa universale e le Chiese particolari, come pure la comunione tra tutti i fedeli, e deve portare il messaggio della Chiesa anche nella vita politica e sociale sul piano internazionale. (cfr. Udienza ai partecipanti all’Assemblea generale di Caritas Internationalis, 27 maggio 2011). La Santa Sede, da parte sua, ha il compito di seguirne l’attività e di vigilare affinché, tanto la sua azione umanitaria e di carità, come il contenuto dei documenti che essa diffonde, siano in sintonia con la Sede Apostolica e con il Magistero della Chiesa, e affinché essa sia amministrata con competenza ed in modo trasparente.


Questa persona giuridica pubblica è retta anzitutto, anche se non esclusivamente, dalla normativa propria e dalle disposizioni pertinenti del Codice di Diritto Canonico. Il Chirografo Durante l’Ultima Cena, nel riconoscere lo speciale legame di Caritas Internationalis con la Sede Apostolica, ha stabilito implicitamente che il suo governo e il suo operare facciano riferimento alla Prima Sezione della Segreteria di Stato (cfr Giovanni Paolo II, Cost. ap. Pastor Bonus, art. 41). In pari tempo il Chirografo ha affidato al Pontificio Consiglio Cor Unum il compito di seguire ed accompagnare l’attività di Caritas Internationalis. Anche se non sono state menzionate esplicitamente dal Chirografo, sono rimaste ovviamente vigenti rispetto ad essa le competenze generali di tutela dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede (cfr ibid., art. 48), nonché quelle della Prefettura per gli Affari Economici, di vigilanza e di controllo delle amministrazioni che dipendono dalla Santa Sede o che ad essa fanno capo, quale che sia l’autonomia di cui possano godere (cfr ibid., art. 176). Più in generale, attesa la portata tendenzialmente universale dell’azione di Caritas Internationalis, sono state fatte salve le competenze della Santa Sede per l’ordinamento dei beni ecclesiastici, e specialmente la retta amministrazione dei medesimi beni (cfr ibid., art. 98). Inoltre, l’attività di Caritas Internationalis presso Governi e Organismi internazionali, considerato che si svolge a nome della Chiesa e coinvolge il munus pastorale del Santo Padre, chiama in causa la Seconda Sezione della Segreteria di Stato.


Il processo di aggiornamento del quadro giuridico di Caritas Internationalis


L’esperienza maturata nei quasi otto anni di applicazione del Chirografo Durante l’Ultima Cena ha permesso di comprendere con maggiore precisione come promuovere un aggiornamento giuridico che non solo rispetti, ma esprima ancora meglio la natura dell’organizzazione e chiarisca la distribuzione delle competenze dei Dicasteri e degli organismi interessati ad essa.


Inoltre, in questi anni ed in particolare negli ultimi mesi, numerosi Pastori e fedeli hanno voluto condividere con la Santa Sede le loro considerazioni e hanno offerto preziosi suggerimenti, manifestando sincero interesse per Caritas Internationalis.


Lo stesso Santo Padre, rivolgendosi ai partecipanti alla predetta Assemblea Generale dell’organismo in parola, nel maggio 2011, ha offerto i principi fondamentali da sviluppare nella nuova normativa.


Intanto, tra il gennaio e il maggio dell’anno scorso, un gruppo di lavoro di rappresentanti di Caritas Internationalis e della Santa Sede aveva studiato una nuova versione degli Statuti di Caritas Internationalis, cercando di mettere a fuoco le connesse problematiche dottrinali, giuridiche ed economiche. Il progetto degli Statuti è stato poi approvato dall’Assemblea Generale e consegnato alla Santa Sede nell’autunno 2011.


Nei menzionati incontri del gruppo di lavoro, tra l’altro, è emersa la necessità di una legislazione complementare del Chirografo Durante l’Ultima Cena, come riferimento normativo per l’applicazione dei nuovi Statuti. Ricevuto il progetto di questi ultimi, il Santo Padre ha dato precise istruzioni al Cardinale Segretario di Stato sui contenuti del summenzionato testo complementare del Chirografo. In ottemperanza a tali indicazioni è stato quindi preparato il Decreto Generale e sono stati rivisti e adeguati i nuovi Statuti e il Regolamento Interno.


Alcune caratteristiche del nuovo Decreto Generale


In ossequio alle indicazioni del Santo Padre, gli articoli 1, 2 e 3 del Decreto Generale chiariscono le competenze dei principali Dicasteri di riferimento. Al riguardo, si rafforza anzitutto il ruolo del Pontifico Consiglio Cor Unum (art. 1), che segue l’attività istituzionale di Caritas Internationalis ed è responsabile dell’approvazione dei suoi testi di contenuto dottrinale o morale. Come si è già accennato, la natura pubblica di Caritas Internationalis e la sua partecipazione al munus pastorale del Santo Padre postulano che essa esprima sempre in modo trasparente, anche nei suoi documenti, la carità e la sollecitudine della Chiesa.


L’art 2 riguarda la Prima Sezione e l’art. 3 la Seconda Sezione della Segreteria di Stato. Gli articoli 4 e 5 stabiliscono le linee guide per la futura redazione di una normativa di lavoro specifica per il personale e per la preparazione di un apposito regime previdenziale. Infatti, i dipendenti di Caritas Internationalis, pur non essendo dipendenti vaticani, sono parte della comunità di lavoro della Sede Apostolica (cfr Cost. ap. Pastor Bonus, Adnexum II) e hanno bisogno di una normativa lavorativa specifica. Gli articoli 4 e 5 attribuiscono poi all’ULSA competenza nelle vertenze lavorative e previdenziali e chiariscono il ruolo del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano e della Rota Romana in relazione a Caritas Internationalis.


L’articolo 6, per sottolineare lo stretto vincolo che unisce l’organismo in parola con il Successore di Pietro e la particolare attenzione del Papa verso questa istituzione, stabilisce la nomina pontificia di almeno tre membri nel Consiglio Esecutivo. Ciò consente al Sommo Pontefice di designare persone di provata competenza specifica, particolarmente quelle provenienti da Regioni povere o meritevoli di un’attenzione privilegiata. Fino alla prossima Assemblea Generale esse saranno: S.E. Mons. Paul Yembuado Ouédraogo, Arcivescovo di Bobo-Dioulasso in Burkina Faso; S.E. Mons Youssef Antoine Soueif, Arcivescovo di Cipro dei Maroniti; S.E. Mons. Bernard Hebda, Vescovo di Gaylord negli Stati Uniti. Resta però fermo che la maggioranza dei membri sarà indicata dalle Caritas nazionali, alle quali resta pertanto la responsabilità per il governo di tale importante organismo della Confederazione.


È inoltre prevista la presenza di un Assistente Ecclesiastico e di una Commissione di Assistenza. La figura dell’Assistente Ecclesiastico era accennata nel Chirografo Durante l’Ultima Cena, ma non ne erano stati precisati i compiti e la collocazione all’interno delle strutture di Caritas Internationalis. La Commissione di Assistenza, invece, è nuova. Essa sarà composta da tre esperti aventi un mero compito consultivo per quanto concerne il funzionamento di Caritas Internationalis, ossia di aiuto affinché esso sia in linea con la nuova normativa e con gli obblighi connessi davanti alla comunità internazionale, specie in ambito previdenziale, lavorativo e finanziario.


Oltre al nulla osta della Santa Sede per le candidature a Presidente e Segretario Generale, già previsto nel Chirografo Durante l'Ultima Cena e negli Statuti precedenti, il Decreto Generale e i nuovi Statuti prevedono il nulla osta per la candidatura del Tesoriere, giacché tale carica ha un ruolo fondamentale nella preservazione dei diritti delle Organizzazioni membro e, pure, in qualche misura, quelli della Santa Sede.


L’Art. 7 riafferma il principio generale di vigenza della normativa canonica e vaticana di rilievo, nei confronti di quanti sono impegnati in enti situati nella Città del Vaticano e connessi istituzionalmente con la Santa Sede.


Conclusione


Nel dialogo permanente tra il Pontificio Consiglio Cor Unum, la Segreteria di Stato e i Responsabili di Caritas Internationalis, è stata affrontata, di fatto, la maggior parte del contenuto del Decreto Generale e, specialmente, ciò che attiene agli aspetti amministrativi e di disciplina del lavoro, oltre che ai profili finanziari.


La Santa Sede pensa che la nuova normativa complementare del Chirografo Durante l’Ultima Cena costituisca un rilevante aiuto per l’istituzione, all'altezza della qualità umana e spirituale dei suoi dirigenti e della loro professionalità. Soprattutto, la normativa odierna mette in piena luce l’identità distintiva di Caritas Internationalis, che è nel contempo la sua forza e ciò che può rendere la sua opera particolarmente efficace.


Bollettino Ufficiale Santa Sede

[SM=g1740733]  segue lo Statuto


Caterina63
00mercoledì 2 maggio 2012 14:39
RINNOVATO QUADRO GIURIDICO DI CARITAS INTERNATIONALIS , 02.05.2012

Pubblichiamo il Decreto Generale, a firma del Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Sato di Sua Santità, relativo al rinnovato quadro giuridico di Caritas internationalis. Contestualmente sono pubblicati i nuovi statuti ed il nuovo regolamento interno dell’Organizzazione.Si pubblica anche un articolo esplicativo del nuovo status giuridico di Caritas Internationalis.

DECRETO GENERALE

Il Sig. Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità

- visto il Chirografo Durante l'Ultima Cena, del 16 settembre 2004, con cui il Beato Giovanni Paolo II ha concesso a Caritas Internationalis la personalità giuridica canonica pubblica, a norma dei cann. 116-123 del Codice di Diritto Canonico;

- considerato che tale documento pontificio riconosce che Caritas Internationalis, per sua origine e natura, è unita da uno stretto vincolo ai Pastori della Chiesa e, in particolare, al Successore di Pietro e che deve ispirare la sua azione al Vangelo e alla tradizione della Chiesa (Cfr. Chirografo Durante l'Ultima Cena, 2);

- attesi gli orientamenti magisteriali relativi all'attività caritativa della Chiesa offerti dal Santo Padre Benedetto XVI nella Lettera Enciclica Deus Caritas est, nonché le specifiche indicazioni contenute nel Discorso del Santo Padre ai partecipanti all’Assemblea Generale di Caritas Internationalis, del 27 maggio 2011;

- rilevata la necessità di dare una normativa complementare al Chirografo Durante l'Ultima Cena allo scopo di interpretare le sue disposizioni e di adeguare tutti gli aspetti dell’agire di Caritas Internationalis al suo speciale legame con la Sede Apostolica e al suo status di persona giuridica canonica pubblica (Cfr. Chirografo Durante l'Ultima Cena, 3);

- atteso, infine, che il Santo Padre Benedetto XVI, nell’Udienza concessa al Cardinale Segretario di Stato il giorno 17 gennaio 2011, gli ha delegato "le potestà necessarie per trattare e risolvere in Suo nome, a partire dal giorno 18 gennaio 2011, tutte e ognuna delle questioni relative alla personalità giuridica canonica pubblica, alla direzione e al funzionamento della persona giuridica pubblica di diritto canonico «Caritas Internationalis», emanando le norme che siano eventualmente necessarie" (AAS, CIII [2011] 127);

dispone quanto segue

Art. 1. § 1. Il Pontificio Consiglio Cor Unum è il Dicastero competente nei confronti di Caritas Internationalis, per l'intero ambito della sua attività istituzionale, in ordine all'osservanza del presente Decreto e della normativa propria di tale persona giuridica canonica pubblica nonché al controllo e vigilanza relativi, salvo quanto stabilito negli articoli seguenti.

§ 2. Qualunque testo di contenuto o orientamento dottrinale o morale, emanato da Caritas Internationalis, deve sempre essere sottoposto alla preventiva approvazione del Pontificio Consiglio Cor Unum, fatte salve le competenze generali della Congregazione per la Dottrina della Fede.

§ 3. Il Pontificio Consiglio Cor Unum partecipa, tramite propri rappresentanti o delegati, con diritto di parola, alle riunioni degli organi di Caritas Internationalis e a quelle della Commissione di assistenza di cui all’art. 6. 5°, come pure alle riunioni regionali dei suoi membri e a quelle di coordinamento di attività promosse dalla medesima.

§ 4. Il Pontificio Consiglio Cor Unum, acquisiti i pareri opportuni, in particolare quello del Presidente di Caritas Internationalis, nomina un Assistente Ecclesiastico, per un tempo da stabilire negli Statuti, il quale partecipa di diritto alle riunioni degli organi di governo, favorisce lo spirito di comunione tra i membri dell’Organizzazione e con la Santa Sede, accompagna la riflessione su questioni di ordine teologico e promuove l’identità cattolica di Caritas Internationalis.

§ 5. Il Pontificio Consiglio Cor Unum approva gli accordi con Organizzazioni e Enti non governativi, fatto salvo quanto stabilito dall’art. 3 § 2 del presente Decreto, riguardo le situazioni di gravi emergenze umanitarie.

§ 6. Spetta al Pontificio Consiglio Cor Unum vigilare sulla puntuale e trasparente amministrazione patrimoniale e finanziaria di Caritas Internationalis, fatte salve le competenze attribuite dall’ordinamento canonico e, in particolare, dalla Costituzione Apostolica Pastor Bonus.

§ 7. Spetta al Pontificio Consiglio Cor Unum, sentita la Segreteria di Stato e la Prefettura degli Affari Economici, approvare la stipula di contratti, per servizi di revisione e certificazione dei bilanci, di gestione della contabilità, di consulenza lavorativa e di gestione della retribuzione del personale, dei contributi previdenziali e degli altri aspetti inerenti alla sicurezza sociale, e di gestione finanziaria e patrimoniale.

§ 8. Il Pontificio Consiglio Cor Unum esercita le sue funzioni anche nei confronti delle Regioni che i membri di Caritas Internationalis istituiscono come istanze di coordinamento entro una determinata area geografica, senza personalità canonica e a scopi esclusivamente funzionali. Il Pontificio Consiglio può designare un proprio Delegato presso le singole Regioni, nei termini che ritiene opportuni.

§ 9. Il Pontificio Consiglio Cor Unum ha la facoltà di invitare i Rappresentanti dei Dicasteri interessati per riunioni specifiche su materie riguardanti Caritas Internationalis.

Art. 2. La Prima Sezione della Segreteria di Stato è competente per:

1° sottoporre all’approvazione del Sommo Pontefice gli Statuti e il Regolamento interno di Caritas Internationalis e ogni modifica ai medesimi, nonché la loro interpretazione, previo parere del Pontificio Consiglio Cor Unum, a norma del presente Decreto, del Codice di Diritto Canonico e della legislazione dello Stato della Città del Vaticano. I suddetti Statuti e Regolamento interno devono essere intesi alla luce del presente Decreto;

2° tutelare quanto concerne la personalità giuridica canonica pubblica di Caritas Internationalis nonché la sua personalità civile vaticana, esercitando i controlli stabiliti nell'ordinamento canonico e nell’ordinamento dello Stato della Città del Vaticano, relativi agli Statuti e al Regolamento interno di Caritas Internationalis nonché alla legittimità dei suoi atti giuridici;

3° curare che la normativa di Caritas Internationalis in materia di lavoro sia correlata al Regolamento Generale della Curia Romana con le eccezioni adeguate alle particolarità di Caritas Internationalis. Provvedere, in conformità ai cann. 231 e 281 del Codice di Diritto canonico, a che la sicurezza sociale sia adeguatamente assicurata e garantita.

4° assicurare il coordinamento delle competenze assegnate da questo Decreto al Pontificio Consiglio Cor Unum e agli altri Dicasteri e Organismi della Curia Romana con quelle del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e delle Istituzioni e Organismi collegati con la Santa Sede;

5° assistere il Pontificio Consiglio Cor Unum nel compito di vigilare sulla puntuale e trasparente amministrazione patrimoniale e finanziaria di Caritas Internationalis, come stabilito dall’art.1 § 6 e disporre, nei casi ritenuti necessari, specifiche verifiche, ispezioni e controlli giuridici, amministrativi e contabili straordinari, di concerto con la Prefettura per gli Affari Economici e il Pontificio Consiglio Cor Unum.

Art. 3. § 1. La Seconda Sezione della Segreteria di Stato è competente per:

1° tenere le relazioni con le autorità politiche, diplomatiche, amministrative e giudiziarie degli Stati, in particolare con quelle dello Stato Italiano, nonché le relazioni con le Organizzazioni internazionali e regionali;

2° autorizzare l’introduzione o la contestazione di una lite in nome di Caritas Internationalis davanti ai tribunali civili degli Stati, a quelli internazionali e a corti di arbitrato;

3° approvare, previo parere del Pontificio Consiglio Cor Unum, gli accordi di finanziamento ufficiale da parte dei Governi e delle Organizzazioni ed Enti Internazionali, di iniziative e progetti caritativi, umanitari e di promozione dello sviluppo, attivati direttamente o affidati a Caritas Internationalis;

4° approvare, previo parere del Pontificio Consiglio Cor Unum, gli accordi di cooperazione ed ogni altro accordo ufficiale con i Governi e con le Organizzazioni ed Enti Intergovernativi.

§ 2. In caso di grave emergenza umanitaria, le autorità di Caritas Internationalis sono autorizzate a prendere accordi operativi immediati sul posto con le Autorità governative, con le Organizzazioni ed Enti Intergovernativi e le Organizzazioni non governative. Tali accordi dovranno essere comunicati, non appena possibile, al Pontificio Consiglio Cor Unum e alla Seconda Sezione della Segreteria di Stato.

§ 3. Caritas Internationalis è tenuta a riferire alla Seconda Sezione della Segreteria di Stato, con periodicità almeno quadrimestrale, in modo riassuntivo, sui rapporti, ufficiali o non, intrattenuti con i Governi e con le Missioni Diplomatiche accreditate presso la Santa Sede e ad informarne contestualmente il Pontificio Consiglio Cor Unum. Eventuali accordi di Caritas Internationalis con le medesime Missioni richiedono l’approvazione della stessa Seconda Sezione.

Art. 4. § 1. I rapporti di lavoro dirigenziali, incluso quello con il Segretario Generale, di dipendenza e di collaborazione, stipulati da Caritas Internationalis a qualunque titolo e sotto qualsiasi forma, sono retti da apposita normativa stabilita dall'Autorità competente a norma dell’art. 2, 3° ed impostata sul Regolamento Generale della Curia Romana. Al fine di consentire gli adattamenti richiesti dalle peculiarità di Caritas Internationalis, a partire dalla pubblicazione del presente Decreto si applica ad essa, ad experimentum per un quadriennio, il Regolamento Generale della Curia Romana, esclusi la competenza della Commissione Disciplinare della Curia Romana ed il regime di sicurezza sociale, che è assicurato secondo norme proprie.

§ 2. Per le controversie riguardanti i rapporti di lavoro dei dirigenti, incluso quello con il Segretario Generale, dei dipendenti e quelli di collaborazione, stipulati da Caritas Internationalis, a qualunque titolo e sotto qualsiasi forma, è competente l'Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica secondo le relative procedure statutarie (cfr. artt.11-20) ancorché non si tratti di dipendenti vaticani ed assimilati.

Art. 5. La competenza per le controversie non lavorative spetta ai Tribunali dello Stato della Città del Vaticano, fatte salve le competenze assegnate al Tribunale della Rota Romana dai cann. 1405 § 3, 3° e 1444 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

Art. 6. Gli Statuti di Caritas Internationalis devono contenere obbligatoriamente le seguenti disposizioni:

1° la persona giuridica canonica pubblica Caritas Internationalis ha sede legale, anche per ogni tipo di riferimento alle prestazioni operative e gestionali del personale ed agli inerenti effetti giuridici e giurisdizionali, nello Stato della Città del Vaticano;

2° Il Pontificio Consiglio Cor Unum, di intesa con la Prima Sezione della Segreteria di Stato, sottoporrà al Sommo Pontefice, per l’approvazione preventiva, la lista dei candidati per le funzioni di Presidente, Segretario Generale e Tesoriere di Caritas Internationalis. La suddetta lista verrà resa nota solo in seguito all’approvazione;

3° l’elezione delle varie cariche di Caritas Internationalis deve avvenire in conformità a quanto previsto dai cann. 169-173 del Codice di Diritto Canonico;

4° almeno tre membri del Consiglio Esecutivo (Executive Board) sono sempre di nomina Pontificia. Il Pontificio Consiglio Cor Unum, d’intesa con la Segreteria di Stato, proporrà al Sommo Pontefice i nominativi dei tre membri di nomina Pontificia.

5° la costituzione di una Commissione di assistenza, di nomina pontificia, composta da esperti competenti in campo giuridico, organizzativo e tecnico e, se il Pontificio Consiglio Cor Unum, sentita la Segreteria di Stato e la Prefettura per gli Affari Economici, lo ritenesse necessario, anche da un Collegio di revisori: le competenze di questa Commissione saranno determinate dalla Prima Sezione della Segreteria di Stato, d’intesa con il Pontificio Consiglio Cor Unum;

6° prima di iniziare il loro mandato, il Presidente, il Segretario Generale e il Tesoriere, pronunceranno davanti al Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum le Promesse stabilite nell'Allegato 1 del presente Decreto. I dirigenti pronunceranno le stesse Promesse davanti al Presidente di Caritas Internationalis o a un suo delegato mentre gli impiegati le pronunceranno davanti al Segretario Generale. A partire dall'entrata in vigore del presente Decreto, tali dichiarazioni sono condizione giuridica necessaria per l'assunzione delle cariche statutarie di Presidente, Segretario Generale e Tesoriere. A partire dalla stessa data, le Promesse dei dirigenti e degli impiegati sono condizioni necessarie per la continuità del rapporto di lavoro con la persona giuridica canonica pubblica Caritas Internationalis;

7° i beni di Caritas Internationalis, a norma del can. 1257 § 1 del Codice di Diritto Canonico, sono beni ecclesiastici e sono retti dalla normativa canonica; la gestione e la disposizione di questi beni, oltre al Segretario Generale, compete solo a chi intrattiene un rapporto di lavoro dipendente con Caritas Internationalis;

8° l’approvazione di un bilancio preventivo annuale, che prospetti una perdita economica c/o una diminuzione del patrimonio netto, dev’essere esplicitamente richiesta al Pontificio Consiglio Cor Unum.

9° il rappresentante legale di Caritas Internationalis è il Segretario Generale.

Art. 7. § 1. Caritas Internationalis è tenuta a fornire per iscritto tutte le informazioni che le siano richieste dal Pontificio Consiglio Cor Unum ed altresì dalla Segreteria di Stato e, per le rispettive competenze, da ogni altro Dicastero, Organismo o Ufficio interessato della Curia Romana e dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, inviandone copia al Pontificio Consiglio Cor Unum. In particolare, Caritas Internationalis deve fornire, a richiesta delle menzionate Autorità, le necessarie informazioni sul personale, specificamente quelle indicate dagli articoli 9 §1, 1°-3°; 10 §1, 1°-3°, 5° e 10 §2 del Regolamento Generale del Personale dello Stato della Città del Vaticano, nonché sui singoli contratti di lavoro di ogni dirigente o dipendente o collaboratore e sui relativi dati inerenti al rapporto di lavoro e alla situazione previdenziale, nel rispetto del can. 220 del Codice di Diritto Canonico e delle Promesse di cui all’art. 6, 6°.

§ 2. La piena accettazione della normativa canonica e dello Stato della Città del Vaticano in vigore è condizione necessaria per stabilire o per mantenere qualsiasi rapporto di lavoro dirigenziale o dipendente con Caritas Internationalis nonché di collaborazione e di lavoro autonomo, specie laddove coordinato e/o continuativo.

§ 3. Le inadempienze agli obblighi stabiliti dalla normativa pertinente nonché agli obblighi di informare possono costituire causa di sospensione o di rimozione dall’incarico istituzionale.

Art. 8. Congiuntamente alle disposizioni del Chirografo Durante l'Ultima Cena e del presente Decreto Generale, Caritas Internationalis è regolata dai propri Statuti e dal Regolamento interno, dalle norme del Codice di Diritto Canonico, in particolare da quelle concernenti le persone giuridiche pubbliche e, per analogia, dai cann. 312-316, 317 § 4, e 318-320. In quanto persona giuridica vaticana, Caritas Internationalis è soggetta alle norme vigenti nello Stato della Città del Vaticano.

Art. 9. Sono abrogate tutte le disposizioni di qualunque genere esse siano, contrarie al presente Decreto Generale; sono da interpretare alla sua luce quelle contenute nel Chirografo Durante l'Ultima Cena, non modificate da questo Decreto.

Il presente Decreto Generale, avente forza di legge, è stato approvato in forma specifica dal Santo Padre il giorno 27 aprile 2012 ed entra in vigore, a norma del can. 8 § 1, dal momento della sua pubblicazione.

Il presente Decreto sarà pubblicato nel quotidiano L’Osservatore Romano mandandosi a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare e, successivamente, negli Acta Apostolicae Sedis. L’originale sarà depositato nell'Archivio della Prima Sezione della Segreteria di Stato, con copia autentica depositata presso l'Archivio delle leggi dello Stato della Città del Vaticano.

Dal Vaticano, 2 maggio 2012

Em.mo Card. Tarcisio Bertone
Segretario di Stato di Sua Santità

Bollettino Ufficiale Santa Sede

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