Benedetto XVI sbarca su TWITTER

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Caterina63
00lunedì 3 dicembre 2012 15:27

[SM=g1740758] IL PAPA SU TWITTER: VOCE DI UNITÀ E GUIDA DELLA CHIESA

Città del Vaticano, 3 dicembre 2012 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo una conferenza stampa per illustrare la presenza del Papa su Twitter e fornire altre informazioni sull'uso dei nuovi media in Vaticano.

Alla Conferenza Stampa sono intervenuti l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; il Monsignor Paul Tighe, Segretario del medesimo Dicastero; il Padre Federico Lombardi, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, di Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano; il Professor Gian Maria Vian, Direttore de L'Osservatore Romano ed il Dottor Greg Burke, Media Adviser della Segreteria di Stato. Era presente inoltre la Dottoressa Claire Diaz Ortiz, Direttore di Social Innovation per Twitter.

Pubblichiamo di seguito estratti della nota informativa sulle ragioni del Papa in Twitter.

"La presenza del Papa su Twitter è un’espressione concreta della sua convinzione che la Chiesa deve essere presente nel mondo digitale (...) e può essere vista come la punta di quell’iceberg che è la presenza della Chiesa nel mondo dei nuovi media. La Chiesa è già presente in maniera abbondante in questo ambiente – esista una vasta gamma di iniziative, dai siti internet ufficiali di varie istituzioni e comunità, ai siti personali, blogs e micro-blogs di personalità del mondo ecclesiale e di singoli credenti. La presenza del Papa su Twitter è in definitiva un appoggio agli sforzi di questi pionieri di assicurare che la buona notizia di Gesù Cristo e l’insegnamento della sua Chiesa possano permeare quel luogo pubblico di scambio e di dialogo che è stato creato dai social media. La presenza del Papa vuole essere un incoraggiamento a tutte le istituzioni ecclesiali e ai credenti a porre attenzione nello sviluppare un profilo appropriato per sé e per le proprie convinzioni nel 'continente digitale'. I 'tweets' del Papa saranno disponibili a credenti e non credenti per condividere, discutere e incoraggiare il dialogo. C’è da sperare che i brevi messaggi del Papa, e i messaggi più completi che essi cercheranno di portare in sé, sollevino domande per gente di differenti Paesi, lingue e culture".

"Parte della sfida per la Chiesa nel mondo dei nuovi media è stabilire una presenza ramificata, capillare, che possa effettivamente misurarsi con i dibattiti, le discussioni e i dialoghi che sono veicolati dai social media, che richiedono repliche dirette, personali e puntuali, di un tipo non facile da raggiungere da parte di istituzioni centralizzate. Per di più, una tale presenza ramificata o capillare riflette la verità della Chiesa come comunità di comunità, che è viva sia sul piano locale che su quello universale. La presenza del Papa su Twitter rappresenterà la sua voce come voce di unità e di guida per la Chiesa, ma costituirà anche un pressante invito a tutti i credenti ad esprimere le loro 'voci', a coinvolgere i propri rispettivi 'followers' e 'amici' e a condividere con loro la speranza di un Vangelo che parla dell’incondizionato amore di Dio per ogni uomo e donna".

"In aggiunta all’impegno diretto con le domande, i dibattiti e le discussioni tra le persone che sono facilitate dai nuovi media, la Chiesa riconosce la loro importanza quale ambiente che permette di insegnare la verità che il Signore ha trasmesso alla sua Chiesa, e al tempo stesso di ascoltare gli altri, di apprendere ciò che sta loro a cuore e le loro preoccupazioni, di comprendere chi essi sono e cosa stanno cercando. (...) È per questo motivo che si è deciso di lanciare il canale di Twitter del Papa secondo un formato di domanda e risposta. Questo lancio è anche un’indicazione dell’importanza che la Chiesa attribuisce all’ascolto ed è una prova della sua costante attenzione alle conversazioni, ai commenti e ai trend che esprimono in maniera così spontanea ed insistente preoccupazioni e speranze delle persone".

[SM=g1740758] Twitter del Papa: Informazioni

I primi tweet dall'indirizzo del Santo Padre inizieranno il 12 dicembre, festa di Nostra Signora di Guadalupe.

Inizialmente i tweet saranno pubblicati in occasione dell'udienza generale del mercoledì, ma in seguito potrebbero avere una maggiore frequenza.
I primi tweet risponderanno alla domande indirizzate al Papa su questioni relative alla vita di fede. Le domande possono essere inviate fino al 12 dicembre a #askpontifex, nelle lingue sotto elencate. Questo l'account ufficiale del Santo Padre @pontifex.

I tweet saranno pubblicati in inglese e nelle lingue seguenti:

- Spagnolo @pontifex_es

- Italiano@pontifice_it

- Portoghese@pontifex_pt

- Tedesco@pontifex_de

- Polacco@pontifex_pl

- Arabo@pontifex_ar

- Francese@pontifex_fr

Altre lingue potrebbero essere aggiunte in seguito. Per ulteriori informazioni vedere http://blog.twitter.com/

http://www.hdblog.it/wp-content/uploads/2012/11/papa_tweet-595x395.jpg

Caterina63
00giovedì 13 dicembre 2012 14:40

LE TRE PRIME RISPOSTE DEL PAPA IN TWITTER

Città del Vaticano, 13 dicembre 2012 (VIS). Pontifex@, l'account in Twitter di Benedetto XVI ha superato nel suo primo giorno di esistenza il milione e mezzo di followers. Il Papa, dopo il tweet iniziale, al termine dell'Udienza Generale del mercoledì, ha risposto ieri a tre domande provenienti da tre continenti.

La prima domanda è stata: "Come vivere meglio l'Anno della Fede nella nostra esistenza quotidiana?"

La risposta del Santo Padre: "Dialoga con Gesù nella preghiera, ascolta Gesù che ti parla nel Vangelo, incontra Gesù presente in chi ha bisogno".

La seconda domanda: "Come vivere la fede in Gesù Cristo in un mondo senza speranza?"

"Con la certezza che chi crede non è mai solo. Dio è la roccia sicura su cui costruire la vita e il suo amore è sempre fedele", ha risposto Benedetto XVI.

L'ultimo tweet, delle 18:00 circa, è stato: "Offrire ogni cosa che fai al Signore, chiedere il suo aiuto in ogni circostanza della vita quotidiana e ricordare che ti è sempre accanto" in risposta alla domanda: "Come essere più portati alla preghiera quando siamo così occupati con le questioni del lavoro, della famiglia e del mondo?".







Caterina63
00domenica 27 gennaio 2013 11:30

[SM=g1740758] Venerdì l'account @pontifex ha per la prima volta cinguettato 140 caratteri diversi dal solito (Rodari)

 
Ora il Papa twitta per la vita
E contro la politica di Obama

Paolo Rodari


Il cambio di rotta è stato ufficializzato l'altro ieri, alle due del pomeriggio. @pontifex, ovvero l'account di Papa Ratzinger su Twitter, ha per la prima volta cinguettato 140 caratteri diversi dal solito.

Non più citazioni «evangeliche», ma un messaggio che apre alla volontà di entrare in battaglia su quei temi che il suo stesso pontificato ha definito «non negoziabili».
Una battaglia da giocare in campo aperto e in ogni latitudine, anche negli Stati Uniti del presidente Obama il quale giusto pochi giorni fa, nel discorso dell'Inauguration, ha lanciato il suo manifesto progressista, dall'aborto fino ai matrimoni gay.
Benedetto XVI è a lui, senza citarlo, che ha di fatto indirizzato il suo nuovo tweet: «Mi unisco da lontano a tutti coloro che marciano per la vita e prego che i leader politici proteggano i nascituri e promuovano una cultura della vita», ha scritto sostenendo apertamente la «March for life» di Washington, la manifestazione indetta per i quarant'anni della sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti «Roe versus Wade» che il 22 gennaio del 1973 legalizzò l'aborto.

Sono stati i vescovi americani, forti di tanti contatti in Vaticano - contatti che oltre Tevere hanno un certo peso anche a motivo delle ingenti offerte che ogni anno arrivano sull'obolo di San Pietro da oltre Oceano -, a sensibilizzare i piani alti del palazzo apostolico circa l'importanza anche politica della Marcia.
La difesa della vita, infatti, vede la Chiesa cattolica in America molto attiva. Durante il primo mandato di Obama, i vescovi cattolici hanno fortemente polemizzato con Washington per quella riforma sanitaria che prevede l'assicurazione sanitaria obbligatoria che include a sua volta pratiche contraccettive e abortive anche per le istituzioni religiose.

«Il male inflitto dall'aborto - ha detto il cardinale Sean O'Malley, arcivescovo cappuccino di Boston - è inimmaginabile, ma Gesù può offrirci conforto e rinnovamento». E ancora: negli ultimi quaranta anni «sono state spezzate le vite di cinquantacinque milioni di bambini», ma nonostante «questa tragedia in molti nella società continuano a relegare l'aborto a una questione di scelta personale». Anche O'Malley, come il Papa, si è rivolto ai politici perché cambino visione e mutino le loro prospettive sull'aborto.
L'idea che hanno in Vaticano è che esistano ormai delle lobby che portano avanti politiche contrarie alla vita. Lo dice apertamente anche il quarto Rapporto sulla dottrina della Chiesa che l'arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, ha presentato due giorni fa nella sua veste di presidente dell'«Osservatorio cardinale Van Thuan».

«Il tratto principale che emerge in questo rapporto è la colonizzazione della natura umana - dice Crepaldi - ossia le enormi pressioni internazionali affinché i governi cambino la loro tradizionale legislazione sulla procreazione, sulla famiglia e sulla vita».

«Dall'Europa all'America Latina, fino all'Asia - scrive Avvenire -, è in atto da parte di sempre più numerosi Paesi il superamento legislativo della natura umana verso un'identità da costruirsi liberamente.
Con risultati inquietanti. Siamo al congedo dalla natura umana». Parte tutto dalla vecchia Europa, «sempre più espressione di una cultura nichilista che intende ormai superare completamente il concetto di natura umana», sottolinea invece Stefano Fontana, direttore dell'Osservatorio.

Le conclusioni del Rapporto vengono confermate anche in un sondaggio recentemente pubblicato dal Wall Street Journal nell'anniversario della sentenza Roe vs. Wade. Il settanta per cento degli americani vuole che la decisione della Corte Suprema resti in vigore, e questa percentuale è in ascesa costante. Il trentuno per cento ritiene che l'aborto debba essere sempre legale mentre solo il nove per cento lo ritiene illegale. E ancora il ventitrè per cento lo vuole legale a eccezione dei casi di stupro, incesto e pericolo per la vita della madre. Ma al di là delle eccezioni il dato è uno: la maggioranza della popolazione americana ritiene l'aborto sempre legittimo, una tendenza per la Chiesa da ribaltare.

 Il Giornale, 27 gennaio 2013 consultabile online anche qui.


[SM=g1740722]


ladymira
00lunedì 11 febbraio 2013 16:40
Spero che il nuovo papa, seguirà questa scia.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:31.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com