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Caterina63
00giovedì 19 novembre 2015 21:17

http://italiasempre.com/verita/italiabellamos1.htm 
Italia bella, mostrati gentile
e i figli tuoi non li abbandonare,
sennò ne vanno tutti ni' Brasile
e 'un si rìcordon più di ritornare.

Ancor quà ci sarebbe da lavorà,
senza stare in America a emigrà.

Il secolo presente qui ci lascia, 
i' millenovecento s'avvicina. 
La fame c'han dipinto sulla faccia 
e pe' guarilla 'un c'è la medicina.

Ogni po' noi si sente dire: "E vo 
là dov'è la raccolta del caffè".
Ogni po' noi si sente dire: "E vo 
là dov'è la raccolta del caffè".

L'operaio non lavora 
e la fame lo divora,
e quì 'i braccianti
'un san come si fare a andare avanti. 

Spererem ni' novecento, 
finirà questo tormento, 
ma questo è il guaio,
il peggio tocca sempre all'operaio.

Ogni po' noi si sente dire: "E vo 
là dov'è la raccolta del caffè".
Ogni po' noi si sente dire: "E vo 
là dov'è la raccolta del caffè".

Nun ci rimane più che preti e frati, 
monìcche di convento e cappuccini, 
e certi commercianti disperati 
di tasse non conoscano confini.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.
Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.

Ragazze che cercavano marito 
vedan partire il loro fidanzato. 
Vedan partire il loro fidanzato 
e loro restan qui co'i sor curato.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.

Le case restan tutte spigionate, 
l'affittuari perdano l'affitto, 
e i topi fanno lunghe passeggiate, 
vivan tranquilli con tutti i diritti.

Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.
Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.





TUTTI IN MP3






Claudio Villa Addio sogni di gloria 1942
  Alba sul mare 1951
  Albero caduto 1956
  Amor, mon amour, my love 1963
  Appassionato tango 1946
  Aprite le finestre 1956
  Blue spanish eyes (Occhi spagnoli blu) 1966
  Bocca desiderata 1951
  Borgo antico 1950
  Buongiorno Giuliana 1957
  Buongiorno tristezza 1955
  Cancello chiuso 1951
  Canta se la vuoi cantar 1966
  Canto a voce piena 1955
  Canzone di Primavera 1951
  Casetta de Trastevere (Casa mia) 1937
  Chitarra romana 1934
  Com'è bello fa' l'amore quanno è sera 1939
  Corde della mia chitarra 1957
  Fili d'oro 1912
  Fiorellin del prato 1940
  Firenze sogna 1939
  Fragole e cappellini (Con il Duo Fasano) 1958
  Gira e fai la rota (Stornellata Romana) 1947
  Granada 1932
  Ho pianto per te 1952
  Il pericolo numero uno (Con Gino Latilla) 1957
  Il Torrente 1955
  Il tuo mondo (Nono, moy dobri nono) 1969
  Il valzer dell'allegria 1940
  La luna nel rio 1955
  L'amore sotto la luna 1948
  La Strada nel Bosco 1943
  L'hai voluto tu 1955
  Luna Rossa 1950
  Madonna delle rose 1952
  Manuela 1951
  Ma perchè, malinconia 1953
  Marechiare 1886
  Maria Cristina 1946
  Mattinata fiorentina (È primavera) 1941
  Mexico 1957
  Notte di Luna - Serenata 1916
  Nu quarte 'e luna 1951
  Oh Fanciulla all'imbrunir (Dell'alcova nel tepor) 1922
  Ondamarina 1957
  Passione amara 1956
  Perchè lasciasti Napoli 1948
  Povero cuore 1969
  Qui sotto il cielo di Capri 1949
  Romanina del Bajon 1962
  Roma nun fa la stupida stasera 1963
  Rosso di sera 1950
  Rumba all'italiana 1949
  Santa Lucia Luntana 1919
  Senza perdono 1910
  Serenata a nessuno 1951
  Serenata celeste 1948
  Serenata per sedici bionde 1956
  Spazzacamino 1929
  Tace il labbro (Dall' Operetta "La Vedova Allegra") 1905
  Terra Straniera 1953
  Tic-ti, Tic-ta (Gira biondina) 1920
  Ti voglio come sei 1956
  Torna a Surriento 1902
  Una marcia in fa (Con Gino Latilla) 1959
  Vecchia Roma 1951
  Vedi Napoli e poi muori (Vide Napule e po' muore) 1882
  Voce 'e notte 1904
  Vola colomba 1952
  Vola vola vola vola 1908
  Zoccoletti 1951








Caterina63
00giovedì 19 novembre 2015 21:24







Coro Addio mia bella, addio (Canto Patriottico) 1848
  Ai preat la Biele Stele (Canto popolare Friulano) 1946
  Astro del Ciel (Stille Nacht) - ( Canto Natalizio ) 1818
  Bianco Natale (White Christmass) - ( Canto Natalizio ) 1942
  Brancaleone alle Crociate 1966
  El merlo ga perso el beco (Canto Popolare Veneto) 1908
  Figli di nessuno (Canto della Resistenza) 1941
  Il cacciatore nel bosco (Canto Popolare) 1908
  Il Testamento del Capitano (Canto Alpino) 1918
  Il valzer del buonumore (Canto Popolare Romagnolo) 1941
  Inno Nazionale Brasiliano (Con note esplicative) 1831
  Inno Nazionale Italiano (Con note esplicative) 1847
  La Bandiera Tricolore (Coro delle Forze Armate) 1848
  La bella polenta (Canto Popolare Veneto) 1919
  La Canzone del Grappa (Canto patriottico) 1918
  L'acqua fà male, il vino fà cantare (Canto popolare) 13??
  La madre dell'Alpino (Leggenda di Guerra) 1917
  La Marianna la va in campagna (Canto Pop. Milanese) 1931
  La Montanara (Canto di Montagna) 1927
  La Penna Nera (Canto degli Alpini) 1915
  La Valsugana (Canto popolare Trentino) 1946
  La Violetta la va, la va (Canto Alpino) 1818
  Mamma mia dammi cento lire (Emigrazione Italiana) 1908
  Merica-Merica (Canto Popolare degli Emigrati Veneti) 1875
  O Angiolina, bela Angiolina (Canto Alpino) 1914
  Quel Mazzolin di Fiori (Canto di Montagna) 1904
  Signore delle Cime (Canto-Preghiera) 1958
  Son partito al chiaro di luna (Canto Emigrati Bellunesi) 1902
  Stella Alpina (Canto di Montagna) 1906
  Sul Ponte di Bassano (Canto Popolare Veneto) 1916
  Tu scendi dalle Stelle - ( Canto Natalizio ) 1744
  Va l'Alpin (Canto degli Alpini) 1915
  Va' Pensiero (Dall' Opera "Nabucco" di Giuseppe Verdi) 1842










 

Caterina63
00giovedì 19 novembre 2015 21:32
  L'INNO D'ITALIA COMPLETO per la musica clicca qui




Testo originale con note esplicative


Fratelli d'Italia, 
l'Italia s'é desta, 
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa. 

Dov'è la Vittoria? 
Le porga la chioma, 
che schiava di Roma 
Iddio la creó.

Fratelli d'Italia, 
l'Italia s'é desta, 
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa. 

Dov'è la Vittoria? 
Le porga la chioma, 
che schiava di Roma 
Iddio la creó.

Stringiamci a coorte, 
siam pronti alla morte. 
Siam pronti alla morte, 
l'Italia chiamó.

Stringiamci a coorte, 
siam pronti alla morte. 
Siam pronti alla morte, 
l'Italia chiamó. Si!

Noi fummo da secoli 
calpesti, derisi, 
perché non siam popolo,
perché siam divisi. 

Raccolgaci un'unica 
Bandiera, una speme.
Di fonderci insieme 
già l'ora suonò. 

Uniamoci, amiamoci,
l'unione e l'amore 
rivelano ai popoli 
le vie del Signore. 

Giuriamo far libero 
Il suolo natio.
Uniti per Dio, 
chi vincer ci può?

Stringiamci a coorte, 
siam pronti alla morte. 
Siam pronti alla morte, 
l'Italia chiamó.

Stringiamci a coorte, 
siam pronti alla morte. 
Siam pronti alla morte, 
l'Italia chiamó. Si!


Dall'Alpe a Sicilia, 

dovunque è Legnano.
Ogn'uom di Ferruccio 
ha il core, la mano.

I bimbi d'Italia 
si chiamano Balilla.
Il suon d'ogni squilla 
i Vespri suonò.

Son giunchi che piegano 
le spade vendute.
Già l'Aquila d'Austria 
le penne ha perdute. 

Il sangue d'Italia,
il sangue Polacco,
bevé col Cosacco, 
ma il cor le bruciò.

Stringiamci a coorte, 
siam pronti alla morte. 
Siam pronti alla morte, 
l'Italia chiamó.

Stringiamci a coorte, 
siam pronti alla morte. 
Siam pronti alla morte, 
l'Italia chiamó. Si!


01




02




01




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Note esplicative


01

La cultura di Mameli è classica ed è forte in lui il richiamo alla romanità. L'Italia, ormai pronta alla guerra contro l'Austria, si cinge la testa, in senso figurato, (s'è cinta la testa) con l'elmo dell'eroico generale romano Publio Cornelio Scipione, detto poi l'Africano, (Scipio) che nel 202 a.C. sconfisse il generale cartaginese Annibale nella famosa battaglia di Zama (nella attuale Algeria), riscattando così la precedente sconfitta di Canne e concludendo la seconda guerra punica. Dopo la disfatta, Cartagine sottoscrisse il trattato di pace con Roma per evitare la totale distruzione.

02
Qui l'autore si riferisce al fatto che la Dea Vittoria fu già schiava di Roma per volere divino, ed ora la invita ad inchinarsi alla nuova Italia ed a Roma (le porga la chioma).

03
La coorte era la decima parte della Legione Romana.

04
Mameli sottolinea il fatto che l'Italia non è unita. All'epoca infatti (1848) era ancora divisa in sette Stati.

05
Mameli manifesta la sua speranza (speme) che l'Italia si raccolga attorno ad una unica Bandiera perchè l'ora di fondersi assieme è già suonata.

06
Qui l'autore, mazziniano e repubblicano convinto, traduce il disegno politico di amore ed unione di Giuseppe Mazzini, creatore della "Giovine Italia" e della "Giovine Europa".

07
Il verso "Uniti per Dio" in alcune versioni appare come "Uniti conDio", per non essere confusa con l'espressione popolare e quasi blasfema "per Dio" ancora oggi in uso nel linguaggio popolare italiano. Nel poema però il verso è derivato da un francesismo che significava "da Dio" o "attraverso Dio".

08
In questa strofa, Mameli ripercorre sei secoli di lotta contro il dominio straniero. Anzitutto, la battaglia di Legnano del 1176, in cui la Lega Lombarda sconfisse Barbarossa (ovunque è Legnano). Poi, l'estrema difesa della Repubblica di Firenze, assediata dall'esercito imperiale di Carlo V nel 1530, di cui fu simbolo il capitano Francesco Ferrucci (ogn'uom di Ferruccio ha il cor, la mano). Dieci giorni prima della capitolazione di Firenze (2 agosto) egli aveva sconfitto le truppe nemiche a Gavinana. In Firenze fu ferito, catturato ed ucciso da Fabrizio Maramaldo, un italiano al soldo dello straniero, al quale rivolge le parole d'infamia divenute celebri "Tu uccidi un uomo morto".

09
La figura di Balilla (I bimbi d'Italia si chiaman Balilla), sebbene non accertata storicamente, rappresenta il simbolo della rivolta popolare di Genova contro gli austro-piemontesi. Dopo cinque giorni di lotta, il 10 dicembre 1746 la città è finalmente libera dalle truppe austriache che l'avevano occupata e vessata per diversi mesi . Il verso "Il suon d'ogni squilla i Vespri suonò" invece si riferisce al fatto accaduto la sera del 30 marzo 1282, quando tutte le campane della città di Palermo chiamarono il popolo ad insorgere contro i Francesi di Carlo d'Angiò, e quelle giornate di lotta furono chiamate I Vespri Siciliani.

10
L'Austria era in declino e le truppe mercenarie (le spade vendute) apparivano deboli come giunchi (son giunchi che piegano). Con questa strofa Mameli lo sottolinea fortemente tanto che in origine fu censurata dal governo piemontese.

11
L'Austria, assieme alla Russia (il cosacco), aveva crudelmente smembrato la Polonia (bevè col cosacco), ma il sangue dei due popoli oppressi (il sangue d'Italia, il sangue Polacco) si fa veleno che dilania il cuore della nera aquila d'Asburgo.



Breve biografia dell'autore


Goffredo Mameli dei Mannelli 
Nacque a Genova 15 settembre 1827 e morì a Roma 6 luglio 1849.  Studente e poeta precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderisce al mazzinianesimo nel 1847, l'anno in cui partecipa attivamente alle grandi manifestazioni genovesi per le riforme e compone Il Canto degli Italiani. La vita del poeta e valoroso patriota sarà dedicata interamente alla causa italiana. Partecipò ai moti rivoluzionari del 1848-49 diventando al contempo un seguace di Giuseppe Mazzini. Nel marzo del 1848, a capo di 300 volontari, raggiunge Milano insorta, per poi combattere gli Austriaci sul Mincio col grado di capitano dei bersaglieri. Collabora poi con Garibaldi al cui fianco entra in Roma nel 1849 dove viene proclamata la Repubblica. Combattè a fianco dell' "eroe dei due mondi" al Gianicolo, gettandosi in battaglia con sprezzo del pericolo e per il suo valore conquistò la stima e la fiducia di Garibaldi, divenne suo aiutante ed ottenne incarichi di fiducia che lo portarono ad operare sia a Genova che a Firenze. Il 3 giugno 1849 rimase ferito alla gamba sinistra, che dovrà essere amputata per la sopraggiunta cancrena, ma si sarebbe salvato se i soccorsi a lui portati fossero stati rapidi ed efficienti. Purtroppo, a causa dell'infezione il giovane combattente lasciò questa vita il 6 luglio 1949 a soli 22 anni. Le sue spoglie riposano nel Mausoleo Ossario del Gianicolo in Roma.


Alcuni cenni sull'Inno di Mameli
Scritto nell'autunno del 1847 dal ventenne studente e patriotaGoffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani (e non alla Marcia Reale) il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a noto God Save the Queen e alla Marsigliese. Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana.


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