Chi si nasconde dietro lo scontro tra Google e la Cina... Business come al solito

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Caterina63
00martedì 26 gennaio 2010 18:50
Chi si nasconde dietro lo scontro tra Google e la Cina
Business
come al solito

di Luca M. Possati

Che cosa si nasconde dietro l'affaire Cina-Google? Coincidenze dense di significato, fatti sotto gli occhi di tutti ma ai quali pochi prestano davvero attenzione. Mentre furoreggiano su tutto il web pettegolezzi e rumors intorno al fantomatico Ipad - la magica tavoletta multifunzione che la Apple presenterà il 27 gennaio - Google subisce un colpo durissimo. Oltre a problemi di natura prettamente teorica (la censura, il concetto di sovranità dello spazio web, l'architettura globale di internet e, sullo sfondo, i nuovi confini della libertà d'informazione), lo scontro tra la più grande nazione del pianeta e la più grande potenza della rete lascia emergere qualcosa di molto più concreto: una resa dei conti tra i colossi dell'informatica per il controllo del primo mercato mondiale.

A parlare sono i fatti, pochi ma significativi. I due smartphone forniti di sistema operativo Google-Android, prodotti rispettivamente da Samsung e da Motorola, dovevano essere lanciati lo scorso mercoledì 20 gennaio dall'operatore di telefonia China Unicom (143 milioni di abbonamenti). Google si è tuttavia affrettata a cancellare il lancio senza fornire particolari spiegazioni. Fonti vicine all'azienda hanno riferito che i vertici avrebbero giudicato "poco responsabile" presentare i prodotti a causa delle tensioni attuali con Pechino, inaspritesi dopo l'intervento diretto della Casa Bianca. Sul fronte borsistico, l'azienda macina utili ma non convince il mercato. "Siamo in trattative con il Governo cinese", ha dichiarato l'amministratore delegato di Google, Eric Schmidt. "Continuiamo a rispettare la legge e a offrire risultati filtrati, ma entro breve ci saranno alcuni cambiamenti".

C'è poi un altro fatto che bisogna tenere in considerazione. Google ha sfidato direttamente l'Iphone di Apple, lanciando lo scorso 5 gennaio il "Nexus One", ossia il primo smartphone interamente firmato dall'azienda di Mountain View, basato su Android e che non a caso è stato nominato Gphone. La società ha inoltre investito decine di miliardi di dollari per sviluppare la piattaforma Android, rendendola disponibile gratis alle società che producono cellulari con l'obiettivo che diventi lo standard adottato da tutti.

La lenta espansione di Google nel mercato della telefonia mobile avviene mentre Steve Jobs si appresta a svelare la nuova versione del software per Iphone, versione che - secondo alcuni analisti - dovrebbe essere la stessa scelta da Apple per l'Ipad. Altri affermano che l'Ipad utilizzerà soltanto il "kernel", cioè il nucleo, del sistema Iphone. Ma sono solo indiscrezioni, per il momento. È certo, invece, che non si tratta di semplice concorrenza tra venditori di giocattoli: c'è in ballo un giro di affari pari a 750 milioni di dollari. E il mercato comprende non solo gli smartphone, ma anche gli ebook, i mini pc, i "tablet", con tutto l'apparato di applicazioni che questi gioiellini si portano dietro. "The Wall Street Journal" è stato il primo a rivelare come siano già in atto trattative fra Apple e l'editore HarperCollins, l'azienda del gruppo New Corp di Murdoch, per rendere disponibili gli ebook sull'Ipad.

Sempre agli inizi di gennaio - esattamente una settimana prima del cyberattacco al portale cinese di Google - la Apple è riuscita, dopo lunghe trattative, ad acquistare il marchio cinese "i-phone", ossia un marchio concorrente con un nome identico a quello del noto cellulare di Cupertino. Hanwang Technology, produttore cinese di ebook e di altri materiali informatici, aveva registrato il marchio nel 2004, in occasione del lancio di un telefono portatile ora non più in vendita. Nessuna delle due case ha voluto fornite spiegazioni o chiarimenti sulla vicenda, che non ha trovato particolare eco sulla stampa internazionale. Tutto si è risolto così, all'improvviso. Ma l'accordo per Jobs non è stato irrilevante: l'identità dei nomi, infatti, avrebbe potuto causare non pochi problemi a Cupertino, rendendo illegittima la vendita del proprio dispositivo in Cina.

Dinamiche controverse, grossi interessi in gioco e un mercato in espansione. Secondo "The New York Times", l'attacco informatico cinese denunciato da Google - contro alcune caselle di posta elettronica aperte sul portale - sarebbe stato condotto con un "malware selettivo", un sistema messo a punto per colpire la società. Dunque, non sarebbe stato un attacco via rete a creare il panico. Tutto potrebbe essere iniziato - ipotizza il quotidiano della Grande Mela - da alcune chiavette infette lasciate in prossimità di una delle sedi di Google. Chiavette usb con il logo dell'azienda che sarebbero poi state inavvertitamente utilizzate dagli ignari impiegati. Nuove tecnologie, vecchi metodi.



(©L'Osservatore Romano - 27 gennaio 2010)
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