Chi sono "io"? Sai accettarti per ciò che sei?

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Caterina63
00giovedì 15 gennaio 2009 21:52
Amici.....ACCOGLIAMO QUESTA PROVOCAZIONE?? [SM=g1740727]
Forza...proviamo a vedere che cosa esce fuori...quanto siamo coraggiosi nel descriverci......quanto siamo disposti a CAMBIARE (attenzione non parlo di compremessi tendentia giustificare qualche forma di deviazione della natura o altro che conduca al peccato[SM=g7574] )  vediamo quanto ci...conosciamo.....e quanto siamo disposti a seguire Cristo nella condizione in cui ci ha messo[SM=g7831]
Fraternamente Caterina
14 Ottobre 2004 
CHI SONO IO?

www.avvenire.it


da il mattutino di G.Ravasi

Affamato di colori, di voci di uccelli, assetato di parole buone, di compagnia…, stanco e vuoto nel pregare, nel pensare, nel creare. Chi sono io? Oggi sono uno, domani un altro.
Sono tutt’e due insieme?
Il primo servizio che si deve offrire al prossimo è quello di ascoltarlo.
Ecco due considerazioni complementari di Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), teologo ucciso dai nazisti ed espressione di un’intensa spiritualità e testimonianza cristiana. La prima nasce da un’esperienza che, prima o poi, tutti attraversiamo. Siamo ansiosi di vita, di luce, di amore; eppure ci sentiamo vuoti e stanchi. Si spegne ogni fremito, si perde il sapore dei gesti che compiamo, si affloscia il desiderio di pregare, pensare e creare. Ci si sente come divisi tra uno stato di attesa e una sconsolata rassegnazione. Il giorno prima ci si illudeva e ci si sentiva mossi dallo Spirito, il giorno successivo si è delusi e senza carica interiore.

Ebbene, quando si è in simili situazioni e, più in generale, quando si è nel tempo della prova, il dono più prezioso che si riceve è quello di avere qualcuno che ci ascolti, come indica Bonhoeffer nella seconda frase. Essere capaci di stare in ascolto dell’altro, sentendo la sua confessione o la sua confidenza, è una realtà che spesso non si sa offrire agli altri, presi come siamo dalla fretta o dai nostri problemi. Ci sono genitori che non sanno più fermarsi coi loro figli, preti che hanno troppi impegni per ascoltare le persone sole e in travaglio intimo, coppie che non dialogano più tra loro. Eppure sapersi veramente ascoltati (e non solo "sentiti") è una fonte importante di sostegno e coraggio.


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....ho letto questa storia che mi ha commossa molto...è la storia di tre cani...poi due, fratello e sorella......
Pensavo alle parole di Gesù: guardate i passeri in cielo, chi li nutre? chi ha cura di loro? E allora cosa non farà il Padre che è nei cieli per noi?[SM=g7831]
Spesso si hanno degli eccessi con la cura di un animale...ma difficilmente apprendiamo (si perchè no...APPRENDERE) da loro il senso di FEDELTA'...e di affetto......
Forse un cane non sarà in grado di chiedersi: "chi sono io"?, ma sicuramente nel suo STATO, nel suo ruolo......sa qual'è il posto che gli compete.....e spesso sa come comportarsi....leggiamo questa storia...

La storia del cane che non ci vede e della sorella che lo guida

Due splendidi esemplari di Chow Chow vanno a spasso sempre in coppia e vivono in simbiosi: se lei si allontana, lui rifiuta il cibo

Segrate (MI): Lui è cieco. Lei vede anche per lui.
Lui si muove lentamente sbatte contro il muro di cinta e subito si ferma impaurito.
Lei corre e gioca in giardino ma poi torna da lui.
Lei lo guida, con infinita pazienza  e lui la segue, con assoluta fiducia.
E’ la storia triste di due Chow Chow abbandonati, che non possono vivere l’uno lontano dall’altra.
Una storia che inizia otto anni fa, quando un’anziana signora decide di acquistare tre cuccioli, fratelli di razza, Cina, Ciao e Ciccio.
Ma poi l’età comincia a farsi sentire e lei non riesce più a seguirli.
Da lì al canile il passo è breve.
Duro lasciare una casa calda e confortevole.
Ciao per di più ha un glaucoma ad entrambi gli occhi ed è completamente cieco.
Trascorrono qualche mese al canile municipale di Milano ma nessuno li vuole adottare.
Per Ciccio lo schock da abbandono è troppo forte e si lascia morire. Restano un maschio e una femmina.
Nella difficoltà imparano a farsi forza a vicenda.
Poco più di un anno fa i Chow Chow vengono trasferiti al rifugio Luz di Segrate, alle porte di Milano. –
Le difficoltà hanno rinsaldato un legame speciale.- racconta edgar mayer, responsabile dell’associazione Gaia – che li ha aiutati a sopravvivere al dolore dell’abbandono.
Ora la coppia è inseparabile – quando abbiamo portato Cina all’ospedale per la sterilizzazione, - spiega Nadia, una delle responsabili del rifugio, - Ciao si è messo in un angolo e non ha più voluto mangiare.-
Il cane ha rifiutato di vivere, finchè non gli hanno riportato la sorella. – Abbiamo dovuto  rimettere Cina nel box quando ancora non aveva finito la convalescenza.- racconta Nadia, - per paura che Ciao si lasciasse morire.-
Altre volte i volontari, hanno tentato di separare i due, per prepararli ad ogni evenienza.
Ma non c’è stato nulla da fare: o insieme o niente.
Anche per le poche ore della tolettatura i cani vengono colti da una vera e propria depressione, che finisce in un attimo, appena si rivedono. – spiega Mayer.
Camminano insieme, come se gli occhi di lei servissero da guida anche per lui. –
Sembrano legati da un filo invisibile – spiega Mayer.
Chiedersi razionalmente come sia possibile è tempo perso. – Non saprei dare una spiegazione scientifica- conferma Mayer, - posso solo immaginare che la dipendenza fisica ne abbia cementata una più forte e più profonda.-
Ora i due Chow chow cercano casa, ovviamente insieme. – Cerchiamo un padrone con molta pazienza, che sappia accudire due cani, di cui uno cieco.- spiega Mayer.
Un impegno, senz’altro, ma anche una soddisfazione.
Cina e Ciao aspettano che la loro storia, rara quanto tenera, abbia un lieto fine.
Intanto lei veglia su di lui giorno e notte.
Favole che capitano.[SM=g7831]
(Fonte: Gruppo Bairo)



Ciao  a tutti ...eccomi...esco allo scoperto!
argh! hehehe
Questa e' la mia storia :


Quando ero giovane non credevo in Dio.

non ho mai avuto un'educazione ne' cristiana , ne' cattolica ne'....religiosa..

ahhh per carita' sono stata battezzata , comunicata e cresimata ....per tradizione!!!!

Mi sono sposata ed ero molto felice, ma mi mancava un figlio. Ho cominciato a pregare in casa senza mai andare in chiesa.

Ho pregato per circa cinque anni senza alcun risultato, sinchè un giorno dissi "Bene, non vuoi darmi un figlio, fai quello che credi di me e sia fatta la Tua volontà!"

Finalmente avevo imparato a pregare.

Dio mi fece allora un gran regalo:

MIO FIGLIO!!

Ma continuavo a non andare in chiesa finchè un giorno accompagnai mio figlio in parrocchia per iscriverlo  a catechismo.

Sulle scale della chiesa, ho sentito chiaramente nel mio cuore queste parole:"Vieni ad insegnare catechismo ai miei piccoli bambini, vieni."

Da quel momento ho cominciato davvero a credere in Dio, ed ora insegno catechismo ai miei 23 piccoli e meravigliosi bimbi!

Questa è la mia piccola storia.

E......come sono ora dopo 10 anni di catechesi ?

quando mi sono trovata di fronte alla Parola di Dio , beh urka ...sono andata davvero in crisi!

Sto lavorando tanto per capire , per accogliere Dio tutti i giorni nel mio cuore , ogni tanto Lo perdo di vista ...ma mi accorgo di non averLo seguito e ...mi metto a correre come una disperata per riacchiapparLo, ogni tanto ci riesco , ma credo di avere ancora taaaaaanta strada da percorrere per imparare ad amare gli altri come Lui ci ha insegnato...

Ogni tanto sono come Pietro o come Tommaso ... o come il fariseo che prega ...

ma ce provo ragazzi , ce provo ...!!!!

sono una mamma , una moglie e una figlia ...un'amica ..che commette errori ogni giorno , che cerca di rimediare agli errori ...

Il mio grande punto do forza?????????????

La Felicita' !Yes!

Da quando ho incontrato Dio...( beh e' Lui che mi ha cercato ...e mi rendo conto che mi cercata perche' ne avevo proprio bisogno...e' venuto per guarire i malati.......! ) sono davvero felice , ogni giorno  e lo ringrazio sempre!!!!

E questa sono io....

Baci a tutti

Lucia



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da una risposta del 2004


Ringrazio Lucia per la sua testimonianza.....a breve contribuirò con la mia...intanto inserisco l'incontro del Papa con gli Scout......mi piace identificare in questo forum...quell'entusiasmo che richiama,comunque sia ad una RESPONSABILITA' DI QUESTO "CHI SONO IO ?"[SM=g7831]
L'ENTUSIASMANTE ESORTAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II AGLI SCOUT ITALIANI

Rendete possibile l'impossibile!


(la fede che smuove le montagne...se soltanto ci credessimo!)


Giovanni Paolo II ha accolto a braccia aperte, nella mattina di sabato 23 ottobre, in Piazza San Pietro, oltre 35.000 scout italiani che hanno dato vita ad un entusiasmante incontro di festa e di testimonianza. Ricordando le parole di Lord Baden-Powell, il Papa ha chiesto agli scout di "rendere possibile l'impossibile" vivendo la loro triplice "Promessa" di essere fedeli a Dio, fedeli a se stessi e fedeli al prossimo. Con questa gioiosa udienza l'Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani) e il Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani) hanno celebrato rispettivamente il 30° e il 50° anniversario di fondazione.

Ecco i punti nodali del discorso del Santo Padre: 

"Il Papa (dunque LA CHIESA) guarda a voi con fiducia e con speranza, e vi accompagna nella grande avventura della vita con la sua preghiera e la sua simpatia";

"A voi, coccinelle e lupetti, chiedo di fare ogni giorno "del vostro meglio" per crescere gioiosamente nel Cerchio e nel Branco, scoprendo le meraviglie del creato"; (PAOLO CI RICORDA CHE SIAMO MEMBRA DEL CORPO)

"Esorto voi, guide ed esploratori, ad "essere sempre pronti" per il bene, mentre fate con il Reparto l'esperienza della responsabilità ed imparate ad essere membri attivi della comunità ecclesiale e di quella civile a cui appartenete"; (I PRIMI CRISTIANI, appunto, SI RICONOSCEVANO DAI PAGANI PER IL LORO STATO DI VITA CONFORME AL VANGELO)

"Chiedo a voi, scolte e rovers, di impegnarvi a fare del verbo "servire" il motto della vostra vita, nella convinzione che il dono di voi stessi è il segreto che può rendere bella e feconda l'esistenza"; (CHI MIA AMA E VUOLE,PRENDA OGNI GIORNO LA SUA CROCE E MI SEGUA:  con affetto Gesù!)

"Penso a voi che ricoprite nell'Associazione il ruolo difficile ed esaltante di Capi. A voi è affidata la responsabilità di accompagnare nel cammino della vita tanti fanciulli, ragazzi e giovani, che attendono da voi di essere aiutati a crescere armoniosamente, per contribuire all'edificazione di un mondo d'amicizia e di solidarietà"; (L'ESSERE CAPI....E' UN SERVIZIO E NON PREDOMINAZIONE..autorevolezzà non autoritarismo...OCCORRE PRIMA TESTIMONIARE L'IDEALE DI VITA CRISTIANO PER POI POTERLO INSEGNARE NON CON I LIBRI, MA CON LA VITA.....)

"Siate uomini e donne che, facendo riferimento al Vangelo di Gesù, sanno educare altri a vivere nella libertà e nella responsabilità, a "nuotare contro corrente" per vincere la tentazione dell'individualismo, della pigrizia e del disimpegno"; (IL VALORE CRISTIANO NON SI ADAGIA ALLE MODE DEL TEMPO, MA PROROMPE NEL PROPRIO TEMPO RICORDANDO CHE CRISTO è SEMPRE VIA, VERITA' E VITA...E CHE EGLI E' IERI, OGGI E SEMPRE.....)

"Tutta la Chiesa è entrata da qualche giorno nell'Anno dell'Eucaristia. Vi invito a fare del mistero del "Corpo donato" e del "Sangue versato" un punto costante di riferimento nelle vostre scelte quotidiane"; (OCCORRE NUTRIRE L'ANIMA, AVERE CURA DELL'ANIMA, COME ABBIAMO CURA DEL CORPO ESTERIORE, ANZI, ANCORA DI PIU' DOBBIAMO NUTRIRE L'ANIMA...L'EUCARESTIA E' UN SEGNO ED UNA REALTA' CHE UNISCE LO SPIRITO E LA CARNE NEL MODO PIU' PERFETTO CHE L'UOMO POSSA FARE....DA QUI, SI PARTE PER PORTARE CRISTO AL MONDO COME MARIA QUANDO RECO' LA NOTIZIA ALLA CUGINA ELISABETTA.....)

"La celebrazione domenicale dell'Eucaristia nelle vostre parrocchie e nelle uscite di Unità vi veda attenti e partecipi nell'ascolto e nell'animazione, e sia sorgente ed alimento costante del vostro impegno";

"Duc in altum, Agesci! Duc in altum, Masci! Non abbiate paura di avanzare con fantasia, sapienza e coraggio sulle strade dell'educazione delle giovani generazioni. Il futuro del mondo e della Chiesa dipende anche dalla vostra passione educativa";

"Affido tutti voi, le vostre Unità e le vostre famiglie all'intercessione della Madonna della Strada e di San Giorgio, vostro Patrono".

(©L'Osservatore Romano - 24 Ottobre 2004)


Alla luce di questi messaggi......CHI SONO IO ?

quale meta desidero raggiungere?[SM=g1740717]





Chi sono io?
Bella domanda.
Vediamo un po'.
Una risposta generica potrebbe essere: io sono un agglomerato di cellule pensanti, più precisamente sono il prodotto di un'evoluzione e di un insegnamento coercitivo.
Sì, proprio coercitivo, perchè nessuno di noi è immune dal condizionamento che ha formato,  nel corso delle diverse esperienze umane, quella che è la nostra attuale personalità e che è trasmessa generazionalmente attraverso dei messaggi insiti nel nostro DNA.

E questa coercizione continua attraverso l'insegnamento a cui siamo sottoposti dal momento stesso della nascita.
Il prodotto finale costituisce quindi il nostro essere.
Certamente esiste un libero arbitrio, ma questo è pur sempre imbrigliato dai numerosi condizionamenti determinati dalle esperienze a cui siamo stati sottoposti.
Noi ci muoviamo liberamente, ma solo nella sfera che è stata costruita intorno a noi e che inibisce qualsiasi passo verso l'esterno, a meno che non ci sforziamo di sfondarla.
Finchè continueremo ad identificarci solo in questa sfera, la nostra coscienza difficilmente potrà realmente espandersi.

Finchè rimarremo legati a certi archetipi rallenteremo la nostra evoluzione, che può trovare la sua espansione solo nella piena libertà del nostro pensiero sfrondato dai tanti condizionamenti e dalle immagini che ci siamo costruiti.
Potremo dire veramente "io sono" quando la nostra risposta riuscirà ad essere consapevolmente: "Io sono lo spirito. Tutto il resto in cui mi identifico è frutto di una visione illusoria determinata dalla densità creata dalla mia energia vibrazionale, è questa mia visione a creare l'aspetto del mio stesso universo.

Solo la purezza del cuore può elevare sempre più queste vibrazioni e portarci a trascendere ogni illusione. E' questa purezza che può portare al "corpo glorificato", vale a dire ad un livello di consapevolezza dove di noi rimarrà la vera essenza, quella che ci pone a immagine e somiglianza di Dio.
E' questa consapevolezza che ci permetterà di sconfiggere la morte.
Non è facile raggiungere questo grado di purezza di cuore, dato che nessuno può essere ciò che non è e quindi spesso non siamo in grado di riconoscerla.
Occorre fare un passo alla volta: comprendere e trasformare i nostri difetti in pregi.

Dovremmo iniziare con questo, finchè questo nuovo modo di essere diventi connaturato in noi e acquisire quella purezza di cuore dove la domanda "Chi sono?" non avrà più neppure bisogno di esistere in quanto saremo pura consapevolezza.
Prendiamo esempio da Gesù.
Non fate troppo caso a queste mie disquisizioni ... ogni tanto discuto e spazio con me stesso dimenticando che sto parlando con altri.
Pace
i***

                   
Caterina63
00venerdì 16 gennaio 2009 09:00
Tante volte sono andato a confessare le mie colpe al mio padre spirituale e mi sono sentito rispondere "Ti devi accettare". E non capivo il motivo. Oggi dopo tanti anni diciamo che mi sono accettato ma non del tutto, molte volte ricado in un peccato a causa di una non accettazione di me stesso e ciò mi fa ricordare sempre le parole di Dio "Accettati, io ti ho creato così perchè sei UNICO". Ho trocato una riflessione di un sacerdote sull'accettazione di noi stessi e ve la propongo. Meditiamola assieme ^__^
QUANDO FINALMENTE TI ACCETTERAI?

Molti uomini sono paralizzati, interiormente immobilizzati, e trascinano una vita meschina e priva di efficacia perchè non si sono mai  accettati, coi loro limiti e le loro qualità. 
Una schietta lucidità, un leale atto di offerta nella Fede, li libererà i dai loro complessi e permetterà loro d'essere se stessi. Solo a questa condizione la loro sarà una vita riuscita e potranno metterla a servizio degli altri.

Tu non hai nè salute nè istruzione, sei afflitto da un'infermità, sei brutto, hai un grave difetto di carattere... Anche nel tuo ambiente familiare non sei sostenuto e aiutato, i tuoi non ti comprendono, tu vegeti nel tuo lavoro mentre potresti fare assai meglio... In  breve, tu sei limitato in te, intorno a te e ne sei umiliato. Sii leale: tu non hai mai accettato veramente questi limiti.

La prova?

Tu pensi spesso: se fossi in buona salute farei... se avessi avuto un padre che mi  comprendesse... se... e trascini in te una rassegnazione non sincera, che, a volte, ti fa cadere nell'invidia, o nella disperazione. Spesso dici: evidentemente, Tizio fa questo, ma io... se avessi la sua intelligenza, la sua istruzione, la sua facoltà di adattamento... se... e nella tua voce c'è del dispetto e un po' di rancore contro te stesso, contro gli altri, contro la vita.
Fino a quando non avrai veramente accettato i tuoi limiti, non potrai costruire nulla di solido perchè sciupi il tuo tempo a desiderare gli strumenti che sono nelle mani degli altri e non ti accorgi di possederne anche tu, differenti, è vero, ma altrettanto utili. Non guardare più quelli degli altri, guarda i tuoi, prendili e mettiti al lavoro.
Non negare i tuoi limiti perchè sarebbe disastroso. Negandoli non li sopprimi. Se essi esistono, ignorarli sarebbe dar loro una forza misteriosa di distruzione e di scardinamento nella tua vita. Al contrario, guardali bene in faccia, senza esagerarli ma anche senza minimizzarli. Se puoi cambiarvi qualche cosa, che attendi per adoperarti con calma e perseveranza? Se non puoi nulla, accettali tal quali. Non si tratta di « rassegnarti » chinando il capo, ma di dire SI, alzandolo. Non si tratta di lasciarsi schiacciare ma di portare e di offrire.
Rassicurati, Dio ti guarda, ed ai Suoi occhi non sei nè meno grande nè meno amato di qualsiasi altro uomo che tu fai oggetto della tua invidia. Dà a Lui il tuo cruccio, la tua pena e il tuo rammarico… e credi più nella Sua potenza che nella tua efficacia.
Nella misura in cui tu conoscerai, accetterai e offrirai i tuoi limiti a Dio, scoprirai che la tua povertà si trasforma in una immensa ricchezza.
I tuoi limiti non sono unicamente delle barriere, sono anche suggerimenti di Dio, per indicarti con tali pietre miliari il cammino che devi percorrere. Non sei un buon parlatore? Non potrebbe essere segno che devi soprattutto ascoltare? Sei timido? Non è forse perchè devi accettare piuttosto che importi e trascinare? Non possiedi doti intellettuali? Non saresti forse designato per l'azione concreta? ...ecc.
Riconosci, accetta e offri i tuoi limiti, ma anche le tue qualità. Tu ne possiedi. Non è un atto di umiltà il credersi umanamente il più sprovvisto di tutti, è piuttosto falsità o stoltezza (a meno che non si tratti di una malattia psicologica).
Riconoscere i doni che il Signore ci ha elargiti non è un difetto. L'orgoglio è nel credere che li abbiamo meritati o ottenuti con i nostri propri mezzi.
Il vero umile non teme nulla, nè se stesso - le sue qualità, i suoi limiti - nè gli altri, nè le cose. Teme Dio solo.
Quando ricevi un regalo da un amico, apri il pacchetto, guardi, ammiri e ringrazi. Il Padre del Cielo ti ha colmato di bellissimi doni. Ma troppo spesso tu non osi guardarli e rallegrartene. Ti atteggi a virtuoso e non sei neppure ben educato.
I doni del Padre non ti sono dati per tuo uso personale. Sono per gli altri e per Lui. Più tu hai ricevuto in essere e avere, maggiore è la tua responsabilità. Così, se di qualcosa puoi aver timore, non è di riconoscere le tue qualità ma di non sapertene servire.
Accetta te stesso, ma accettati anche di fronte agli altri. Per quale ragione hai paura del tuo padrone, del tuo operaio, di chi è più intelligente di te, di colui che parla meglio di te, che « conosce meglio la questione »? Perchè costui ti impressiona? Perchè sei timido, paralizzato da un « complesso d'inferiorità »? Unicamente perchè tu non hai accettato di essere te stesso agli occhi di un altro uomo e temi il suo giudizio.

Se hai paura di un altro, pensa che egli può sentirsi intimidito di fronte a te, se accetti di essere te stesso, poichè ogni uomo è limitato di fronte ad un altro, in quanto egli è se stesso, soltanto se stesso, e non può essere l'altro.
Non desiderare di vivere la vita di un altro, essa non è adatta a te. Il Padre ha preparato per ciascuno di noi una vita su misura; indossare quella degli altri sarebbe un errore, come se tu volessi indossare la giacca del tuo amico perchè vedi che su di lui sta perfettamente.

Non temere il giudizio dell'altro. Egli accetterà i tuoi limiti se tu, per primo, saprai ammetterli. Non perdonerà invece se qualcuno, per vergogna o paura, cerca di ingannarlo volendo apparirgli ciò che non è. Di pure: non so. Non ne ho la forza. Non comprendo... E ti renderai utile all'altro poichè gli uomini hanno bisogno di interlocutori che riconoscano i loro limiti, per poter riconoscere i propri.
Sii te stesso. Gli altri hanno bisogno di te, tale quale il Signore ti ha voluto. Non hai il diritto di mascherarti, nè di fingere, altrimenti defraudi il tuo prossimo. Di a te stesso: io gli posso dare qualche Cosa perchè egli non ha mai incontrato nessuno identico a me, nè mai lo incontrerà, perchè io sono un esemplare unico uscito dalle mani di Dio.

Noi siamo incompleti: ma tutti gli uomini riuniti formano l'umanità e, nel Cristo, il Corpo mistico. I tuoi stessi limiti sono un invito all'unione con tutti gli altri, nell'amore.
Abbi un solo desiderio: essere completamente, senza incertezze, colui che Dio desidera che tu sia... e sarai perfetto.

Da “RIUSCIRE” di padre Michel Quoist  edito da SEI REPRINT

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Chi sono?......beh..da ragazzina mio padre mi chiamava "signorina forse"..per la mia perenne indecisione , riuscivo ad essere indecisa su tutto!!....adesso va molto meglio..ma forse perchè ho finalmente imparato a conoscermi e a scegliere cosa realmente voglio....

Per il resto credo di essere una persona come tante altre, con le sue cicatrici dell'anima e i suoi dolori da portare dentro, beh forse una cosa l'ho imparata ..grazie alla fede ho imparato a vivere il dolore e non a subirlo. Considero la fede una parte inscindibile della mia vita...e la cosa che più mi rallegra e che la fede non è un punto di arrivo ..ma un cammino fatto sempre di nuove prove e nuovi arricchimenti.....non è stato sempre così...un tempo mi consideravo già arrivata perchè salvata..ma questo aspetto voi lo conoscete già. Amo i bambini ..e ...se il Signore vorrà spero ancora di poter avere la gioia di un figlio!!....una bimba c'è l'ho già, la mia piccola Maria, solo che è volata in cielo troppo presto e non ho potuto neanche abbracciarla, ma è sempre con me nel mio cuore!

Non saprei davvero  dire altro.....sono conscia dei miei difetti e cerco ogni giorno di presentarli a Dio chiedendo di aiutarmi a  migliorare, non sopporto la mancanza di rispetto e la falsità, la cattiveria e i soprusi nei confronti dei più deboli, ..ho spesso la brutta sensazione di non fare nulla per il mio prossimo...e come se dovessi ancora trovare la strada giusta per sentirmi davvero utile, perchè trovo che sia molto triste vivere solo per se stessi ,davvero un grande spreco d'amore !!
Mi  piace chiudere con questa frase tratta dal messaggio precedente di Gino, perchè mi ha molto colpito e fatto riflettere.....

Sii te stesso. Gli altri hanno bisogno di te, tale quale il Signore ti ha voluto. 
    
Noi siamo incompleti: ma tutti gli uomini riuniti formano l'umanità e, nel Cristo, il Corpo mistico. I tuoi stessi limiti sono un invito all'unione con tutti gli altri, nell'amore.
Abbi un solo desiderio: essere completamente, senza incertezze, colui che Dio desidera che tu sia... e sarai perfetto.

Ecco forse sta qui il segreto dell'amore di Dio.....nell'accettarci come Egli ci ha fatto, perchè facciamo tutti parte del suo progetto....trovo sia meraviglioso sapere che Dio vuole da me solo che io sia me stesso....anche se non è poi così semplice resistere ai condizionamenti che la vita ti impone....ma la strada Egli ce la indica con chiarezza ..poi sta a noi decidere!! 
lisa

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Eccomi chi sono io.......
Io ho bisogno di VOI....degli altri per inventarmi...da sola non sono capace di fare nulla.......
Per esempio questi vostri interventi mi hanno dato lo stimolo a parlarvi di me...perchè fino adesso non ho trovato un appiglio da cui cominciare......

NON SONO IMMUNE DA CONDIZIONAMENTI, ma da alcuni anni ho capito da chi farmi condizionare: obbedienza a Dio...umiltà...carità......persone che la Provvidenza pone sul mio cammino dando a loro, da parte mia, la fiducia.....
Sono condizionata anche dal fatto che sono dei pesci...... e allora spesso la mia fantasia VOLA......i desideri si moltiplicano....e quando mi lasciano con l'amaro in cuore perchè comprendo l'illusione....volto pagina...e ricomincio di nuovo......
Amo la vita in sè......eppure non vedo l'ora che la mia finisca..attenzione mi raccomando non sono votata al suicidio.........è che avverto in me queste catene della carne....e non potendo eliminarle, allora le tengo e le faccio tintinnare spesso per ricordarmi di ricercare le cose di "lassù".....

Da alcuni anni ringrazio Dio di avermi reso palese il peccato che alberga in me...i difetti che ho.....e che continuamente porto sull'altare durante l'Eucarestia.....non tanto perchè finiscano (essi compongono il mio essere persona, sono parte di me), quanto si PLACHINO e mi sia concessa la forza ogni giorno di SUPERARE QUESTI OSTACOLI......

Dalle catechesi di questo pontefice ho capito ilvalore DELL'UOMO E DELLA SUA DIGNITA' in quanto persona....da allora amo l'uomo(donna) cercando sempre di farmi condizionare da quell'amore che Cristo ebbe nei nostri confronti.....
Sono una persona OTTIMISTA per natura...... non credo all'Apocalisse come una catastrofe, bensì come IL TRIONFO DEL CRISTO e dunque il trionfo della fede......
Ho solo il terrore di morire sotto un terremoto......

Sono molto realista......se non riesci a farti capire, allora ama solamente, e il resto mettilo alla Provvidenza......
Credo nella Preghiera non solo come litanie e formule,ma alla preghiera che s'innalza da un cuore affranto che Dio non disprezza mai.......
Credo nella comunione dei santi vivi e di quanti ci hanno preceduti,perchè non siamo soli...e l'ho sperimentato sulla mia pelle.......

Sono convinta che la Carità del Vangelo abbia più valore della Fede che possiamo avere in Cristo,non perchè l'abbia scritto Paolo, ma perchè io sono stata oggetto, trattata, con carità vera ed autentica nel momento del bisogno.....
Allo stato attuale posso dire con serenità che non ho mai dovuto etichettare qualcuno come "nemico"..non ho nemici.....

Gelosia ed invidia, devo riconoscere....non hanno mai fatto presa nel mio animo.....ma questo non è merito mio..... sono sicura che le preghiere di molti...hanno fatto in modo che il Signore mi tenesse lontana da questi eccessi perchè forse sa benissimo che non saprei porre rimedio,cioè io credo che il Signore da ad ognuno di noi IL GIUSTO PESO DELLA CROCE da portare......perciò mi tengo la mia senza provare invidia o gelosia delle altrui vite.....
Non so cosa possa avermi trasmesso il mio DNA dal momento che non ho mai conosciuto mio padre...mia madre non è una tutta casa e chiesa, tuttavia vive di spiritualità continua.....è semplice nella fede quotidiana e credo mi abbia trasmesso questo ardore verso la PROVVIDENZA.....verità alla quale si aggrappava mia nonna.....

Odio una cosa......LA FALSITA' e l'inganno...per ottenere qualcosa.....
Amo gli animali,ma non li metto al posto dell'uomo.....
Mi piace contemplare l'alba......
Mi colpisce soffermarmi a contemplare mucchi di ceri che la gente accende nelle chiese.....mi vengono in mente così le persone, i loro desideri accesi in quelle piccole fiammelle......

Così come mi viene una fitta alc uore quando nelle manifestazioni leggo slogan contro la vita......soffro nel percepire L'INCOMPRENSIONE CHE VIVONO le persone che si battono per delle illusioni....qui spesso mi "arrabbio con Dio" (cosa che faccio spesso davanti all'Eucarestia) perchè ha donato a me una fede salda....mentre altri non vedono e che di certo sarebbero e sono migliori di me......
Non comprendo perchè a me ha dato......io non ritengo alcun merito in me per aver accolto.....ma siccome finisco per incasinare il mio piccolo cervello...allora CEDO.....ringrazio e prego affinchè anche a loro sia concesso di comprendere.....


Amo dialogare moltissimo con i figli fino a rischiare la nausea.......di solito attaccano loro....li ascolto.....poi termino.....ieri si parlava del perchè dobbiamo fare la volontà di Dio e se questo non fosse CASTRANTE...ho risposto: " fino a prova contraria...noi siamo STATI CREATI DA DIO....E NON SIAMO NOI AD AVER CREATO DIO".........è LUI che ha un progetto PER NOI e NON noi ad avere un progetto per Lui.......E' Lui che ci è PADRE come ci ha insegnato Gesù......
Amo i giovani perchè mi rivedo spesso come loro...a caccia di risposte,di emozioni, di sensazioni.....mi vedo spesso nelle loro cadute...e se il Signore ha saputo sollevare me dal fango...a maggior ragione in qualche modo aiuterà questi giovani.......

Forse è proprio per questo che sono cristiana......è la SPERANZA che vivo a darmi la certezza più forte che il Cristo con tutto ciò che comporta NON è illusione, ma UNA SFIDA......prendere o lasciare.....e dice la preghiera del mattino: "ti ringrazio di avermi fatta cristiana...." e a questa festa che arriva solo dopo aver....COMBATTUTO LA BUONA BATTAGLIA....non voglio altro che si uniscano cori di persone.....e questo sarà possibile e molto dipenderà nellamisura in cui....SAPREMO TESTIMONIARE L'AMORE CRISTIANO.....
Grazie a voi,amici......
Con affetto fraterno, Caterina[SM=g1740717]

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La Pace del Ristorto su tutti noi.
Chi sono io?

Una persona che ha scoperto dopo tanti travagli, di essere amato da Dio. Credevo fossero solo le donne a partorire, ma forse ho capito quando Dio dice "maschio e femmina li creò" forse nascondendo un pò di quella femminilità nell'uomo che è utile nel concepire un parto,in questo caso, della fede.
Nessuna esegesi, solo un mio personale pensiero.

Sono nato in una famiglia di evangelici pentecostali provenienti dal cattolicesimo, perciò la mia educazione prettamente evangelica ha avuto sempre la tendenza di porre ostacoli alla comprensione della CCR.
Come accade spesso, se un qualche spiraglio è rimasto,lo devo a mia madre che man mano che crescevo avvisavo in lei una forma di nostalgia per quanto aveva lasciato, e questa nostalgia mai imposta, ma profondamente sofferta per la pace della famiglia, ha fatto presa solo in me dei tre fratelli che siamo. Se le vie del Signore sono infinite, verso la nostra famiglia, ha donato una autostrada fatta per me di donne. Si! Di donne!  Devo il mio rientro nella CCR alle monache di clausura carmelitane.

Da qui ho cominciato a chiedermi "Chi sono io?"
Pieno di difetti, mi sono scoperto anche fifone quando ho cominciato a subire dalla comunità evangelica a causa delle mie scomode domande.

Da fifone divenni aggressivo, forse per autodifesa, forse per ripicca, non so bene.
Mi sono scoperto però di essere anche desideroso di comprendere la forza di quei cattolici che in ogni epoca hanno innaffiato l'evangelizzazione con il proprio sangue.
Ho scoperto che vivevo con un pò di santa invidia,volevo essere come loro, ma poi compresi che il Signore mi chiedeva altro.

Ho scoperto che vivevo la mia fede per costrizione, per paura dell'inferno se non accettavo Gesù, allora mi ribellai e divenni un gigolò. Per un anno ne ho fatte di tutti i colori, era la mia sfida lanciata contro questo gesù che mi poneva dei ricatti. Ma naturalmente crollai scoprendo avanti a me una CCR ricca di amore,di carità e di perdono, di inviti e non di prevaricazione, di consigli e non di obblighi.

Crollai quando il sacerdote con il quale mi confidavo continuava a ripetere alle mie assillanti domande: < non lo so! Non ho la risposta!> quella sincerità che mi piace aver trovato anche qui fra i gestori che non mi sbattono continue frasi bibliche obbligandomi a delle risposte che solo possono essere trovate scavando nel cuore.

Scoprii che ciò che ero, era una sorta di caricatura di una comunità alla quale ancora sono legato nella preghiera non provando alcun rancore, ma che tuttavia mi impediva di essere me stesso,anche peccando, anche sbagliando, scoprii che era la mia umanità che veniva cancellata pian piano e legata ad una sorta di perfezione tutta apparente, fatta di castrazioni e di obblighi non morali, ma biblici.

Ora ho capito chi sono:

sono un somaro, ma un somaro libero di parlare, libero di peccare, libero di capire dove sta l'errore, libero di chiedere perdono al Padre.
Un somaro, ma libero di credere anche nell'Eucarestia, di provare a sentire le lacrime scendere sul viso quando resto impalato senza parole davanti al mistero dei misteri.
Libero di credere che Maria, Madre di questo Verbo d'amore, è li, viva e non morta come se la morte fosse la fine di tutto, viva a sostenermi in questa libertà che ha in rispetto lamia dignità di persona umana, fallibile, fragile,ma sempre sostenuto dall'amore di Cristo.
Libero di prendermi le mie responsabilità di padre avendo fatto prima i rapporti sessuali, prima del matrimonio.
Libero di amare un evangelico, libero di amare un musulmano,libero di amre un cattolico che venera una immagine.

Il grande patrimonio cristiano cattolico è tutto qui ed applicato alla lettera: ama il prossimo tuo come te stesso!
In nessun altra Chiesa ho veduto applicato in vaste proporzioni questo comandamento.
Chi sono io ora lo so!
Sono un mulo, o asino,dite voi. per la mia fragilità, ma sul cui dorso Gesù entrò trionfante in Gerusalemme.
Sia lodato Gesù Cristo, e vorrei ringrazirvi per le belle cose che avete comunicato anche a me.

Grazie di cuore, Francesco.

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Chi sono.....[SM=g7831]
A volte non riesco a darmi una risposta sensata. Per anni ho tentato di vivere senza farmi notare dagli altri, perchè solo un famiglia mi sentivo libera, ben accettata e semplicemente me stessa. Non ho mai seguito la "folla"...nel senso che mi sono mai vestita in un certo modo perchè fa moda, non mi è mai importato di andare in locali come pub o discoteche dove si diventa matti tra fumo e musica assordante, non mi è mai piaciuto truccarmi...e quando lo faccio è sempre discreto e poco visibile.

In pratica questo mio modo di vivere mi ha sempre creato delle difficoltà ad inserirmi nella società d'oggi. Per anni quando uscivo con le amiche mi capitava di sentire commenti non piacevoli sulla mia presona, perchè agli occhi di molti ragazzi risultavo sciatta...non di tendenza...e visto che il Signore non mi ha donato una bellezza mozzafiato...ero il bersaglio preferito dei maschietti della mia scuola.
Così sono cresciuta sola...isolata...con pochi amici...e piano piano questa solitudine è diventata il mio stile di vita al punto che tutt'oggi non sto bene in mezzo alla gente, e quando devo andare all'università col treno, riesco a girare tutto i vagoni alla ricerca di un posto senza "scocciatori".

Da quasi due anni Dio mi ha fatto conoscere una persona stupenda, un ragazzo sardo della quale mi sono innamorata...e anche se siamo lontani e ci vediamo poco, so che lui c'e', so che a lui vado bene come sono e che mi ama nel vero senso della parola, anche se lui non crede in nessuna religione (e sinceramente non conosce questa mia riconversione alla religione Cattolica).
Per cui posso dire che adesso sono felice, se prima chiedevo conferme al mondo esterno per essere accettata, oggi non lo desidero, non mi cambierei per nulla al mondo, perchè è vero...io sono come Dio mi ha fatta...e anche se non sono come mi vorrebbe la società d'oggi, ho trovato la felicità lo stesso.
Moira

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Ne approfitto per descrivermi brevemente.
Quando ero giovanissimo ero spensierato e mi divertivo serenamente con i compagni. Ma qualcosa mi attirava a leggere la Scrittura e ne cominciai la lettura sistematica a 14 anni. Penso che quella lettura abbia segnato molto la mia vita. Cercai qualche gruppo di cui far parte e provai a frequentare i pentecostali  che mi sembravano essere uniti nella fede.
Ben presto però mi accorsi che vi erano alcune domande che non trovavano risposte e con alcuni giovani di una parrocchia vicina formammo un gruppo cattolico, che per impostazione era vicina a quella del RnS.

Cominciammo così a intrattenere una corrispondenza con la nascente comunità "Maria " di Roma del RnS.

Quando si sono impiantati altri gruppi di RnS anche nella nostra zona, insieme a qualcun altro, abbiamo dato vita ad un gruppo nel mio paese, che tutt'ora, a distanza di 22 anni presegue il suo corso, grazie a Dio, che non ci ha fatto mai mancare il suo sostegno anche in alcuni momenti difficoltosi.

 
Man mano che si è sviluppato il contatto con la Scrittura, e la conoscenza della  ampiezza e profondità con cui la Chiesa ci insegna a meditarla, mi sono sempre più reso conto della sproporzione tra come sono e come dovrei essere. Ogni giorno il Signore fa scoprire quanto sia grande il suo dono ma anche la sua richiesta di amore. Mi rendo conto sempre di più di quanto poco abbia camminato nel percorso cristiano e quanto mi resta da camminare.

Perciò preghiamo insieme il Signore che completi Lui quello che ha iniziato, in me e in tutti.
Con affetto, Teofilo

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Caterina63
00venerdì 16 gennaio 2009 15:57

Molte volte non ci accettiamo e questo porta a gravi disagi nella società nella quale viviamo, oltre che noi ne soffriamo parecchio inconsciamente, Molte volte non riusciamo a liberarci da un peccato che nasce appunto dalla nostra non accettazione. A me è capitato che durante la confessione il mio Padre Spirutuale mi abbia detto "Devi accettarti per come sei", e penso che questo problema sia capitato anche ad altri, allora ho trovato questa bella meditazione che mi ha fatto molto riflettere.....


Buona meditazione.......


L'immagine di sé


O la
guarigione delle emozioni a cura di

Padre Robert De Grandis / Betty Tapscott

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Ti ami?

O addirittura, ti piaci?

Gesù ha detto: "Ama il prossimo tuo come te stesso". Ciò presuppone che tu ami te stesso. Spesso, invece, noi abbiamo l'impressione che amarci voglia dire essere pieni di orgoglio e vanità, come può succedere. Normalmente ci riesce difficile amare noi stessi in una maniera giusta ed equilibrata, alla maniera di Cristo. E, non di rado, ci riesce persino difficile piacerci.


Durante i seminari di guarigione interiore, da me condotti, ho chiesto a migliaia di persone:
"Se il Signore ti domandasse ' Alla domenica, dalle dieci alle dodici, puoi cambiare il tuo aspetto come vuoi,' che cosa cambieresti di te?". Qualcuno rispondeva: "Il naso, l'altezza, il peso, il colore degli occhi, la razza", e così via. Suppongo, comunque, che nel giro di poche settimane le medesime persone avrebbero voluto cambiare qualche altra cosa di se stesse. E anche noi, al loro posto, avremmo fatto altrettanto: non saremmo stati ancora contenti di come eravamo.

Dio vuole che noi siamo soddisfatti di noi stessi e del modo come Lui ci ha fatti. Occorre, quindi, che ci si accetti e che si abbia una buona immagine di sé. Questa dell'immagine di sé è una delle aree più importanti della nostra vita. L'idea che ci facciamo di noi stessi determina le nostre reazioni verso le persone che ci circondano. Per esempio, se io penso di non valere, di essere inferiore, indegno, brutto e incapace di essere amato, allora mi riuscirà difficile amare altre persone. Mi riuscirà impossibile amarmi e, molto probabilmente arduo, amare il Signore e accettare il Suo Amore.


Troppo spesso nel nostro mondo occidentale si educano i bambini in maniera sbagliata e dannosa.
Può capitare che i genitori riescano a comunicare a: un livello meno superficiale coi loro figli soltanto quando c'è qualcosa che non va e devono ricorrere a una severa ramanzina. I figli, di conseguenza, assorbono dai genitori l'idea che non possono fare nulla di veramente giusto ed accettabile. Persino i migliori genitori, a volte inconsapevolmente, feriscono i propri figli. Uno dei modi vistosi per ferirli è mancare d'incoraggiarli e di congratularsi con loro per tutto quanto di buono e di bello fanno. I genitori devono lodare ogni giorno i propri figli e dire a ciascuno di essi: " Ti amo! ".

I primi anni della vita di un bambino sono determinanti per l'opinione che egli avrà di se stesso da adulto. Se un genitore dice al suo bambino parole come: " Stupido, imbranato, fannullone! " e lascia che fratelli e sorelle lo tormentino chiamandolo: " Ciccione, spilungone, piagnone! ", molto probabilmente il bambino crescerà con una immagine difettosa di se stesso.


Prendere in giro è sbagliato.

Prendere in giro è sbagliato.

Prendere in giro è sbagliato.


Non si potrà mai affermarlo abbastanza. Prendere in giro pugnala, indurisce, ferisce. E anche se il bambino o l'adulto è il primo a reagire dicendo:
" Oh, non me ne importa proprio niente!", la verità, se fosse veramente conosciuta, è che l'esser chiamati con soprannomi sconvenienti fa tremendamente male.

Noi siamo stati consultati da persone adulte, uomini e donne, che avevano delle ferite profonde perché si erano sentiti dire, da ragazzi, che non erano stati desiderati, che erano costati un mucchio di soldi, che non avrebbero combinato nulla di buono, erano problematici, e così via. Interrogativi come: "Che cosa c'è di sbagliato in te?" " Possibile che tu non possa far niente di buono?" " Perché non prendi dei bei voti come tuoi fratelli e le tue sorelle?" " Perché sei così imbranato? " sono frecce avvelenate. Si fissano in profondità.


Domande di questo genere rimangono scolpite nella mente sul nastro della memoria; poi il nastro si fa sentire sempre di più negli anni a venire:
" Tu non vai bene, tu non vali niente, sei disgustoso!" mandando così in frantumi quella cosa delicata che si chiama immagine di sé .

Ai bambini si deve insegnare la disciplina. In realtà,l'amore è disciplina, ma una disciplina senza durezza, asprezza o sarcasmo e da usarsi solamente nell'amore, nella fermezza e nell'imparzialità.

La Parola dice: "voi, padri, non inasprite i vostri figli, ma allevateli nell'educazione e nella disciplina del Signore" (Efesini 6,4).


Sappiamo che alcune persone, forse troppo sensibili e suscettibili, se da una parte non fanno mistero dei loro sentimenti dall'altra si offendono per qualsiasi cosa si dica o si faccia loro. Esiste però una grande differenza fra una persona estremamente sensibile, che si urta per un nonnulla, e un'altra che è stata realmente ferita da osservazioni pungenti. Non è comunque detto che il biasimo debba ricadere interamente sui genitori, quando una persona ha un'immagine scadente di sé stessa. Un bambino è magari cresciuto in un ambiente pieno d'amore ma, diventato grande, ha sposato una donna oppressiva e tiranna.

Oppure l'immagine che una moglie ha di se stessa va in frantumi se i bambini sono sempre messi al primo posto; se il suo viso viene immancabilmente confrontato con quello di altre donne; e se la sua abilità di cuoca, ad ogni occasione, è messa a confronto con quella della suocera. Anche un marito è ferito nel suo "io", quando la moglie continua a fargli presente che lo stipendio che porta a casa è inadeguato; che non ha un lavoro soddisfacente e che non è capace di procurarsene uno migliore ...


Qualunque sia la tua situazione: che tu venga ignorato da figli ribelli, messo a tacere da un padrone troppo severo, umiliato da un superiore o da un direttore frustrato e infelice, a un certo punto, le fondamenta su cui poggia l'immagine che hai di te stesso, cominciano a incrinarsi fino a cedere definitivamente. Gli psichiatri affermano che
" l'immagine di sé" si forma in base al rapporto dinamico che gli altri hanno con noi. Se il loro rapporto con noi è basato sull'amore e sulla positività, siamo portati a costruirci un'immagine buona. Se avviene il contrario, siamo portati a costruirci un'immagine negativa.


La qualità dell'amore, proiettata al di fuori di noi, dipende dalla qualità dell'amore che portiamo dentro e da ciò che pensiamo di noi stessi. Avviene spesso che donne bellissime si sentano brutte, e uomini attraenti fisicamente inferiori; e che una persona meno piacente abbia invece fiducia in se stessa e possieda un'immagine positiva di sé.


Esistono in noi tre grossi scogli contro i quali va a frantumarsi la nostra immagine di noi stessi: quello del
rigetto, del senso di colpa e del perfezionismo.


IL RIGETTO


Come ho già detto, se un bambino non è stato desiderato, se è stato preso in giro o tormentato, con molta probabilità egli avrà una mediocre immagine di sé. Ma la buona novella è che:

Gesù può guarire queste ferite!

Un giorno ho pregato per una donna che aveva un'immagine di se stessa assai scadente. Durante il colloquio essa m'informò che suo padre aveva desiderato un maschio al suo posto e che quando era arrivata lei, le fu dato ugualmente il nome scelto per il fratellino. Dopo qualche anno il papà incominciò a vestirla in jeans come un ragazzo e a portarla abitualmente con lui nella fattoria coinvolgendola in tutti i lavori domestici ad essa connessi. Mi diceva: " Poi nacque una bambina eccezionalmente bella...". E i genitori se ne innamorarono. Quando fu grandicella imparò la musica, mentre alla sorella maggiore, che pure desiderava prendere lezioni di pianoforte, fu detto che non c'erano più soldi ... La donna che mi parlava era alta e si sentiva goffa; sua sorella, invece, era piccola, graziosa, svelta. Notavo, mentre raccontava la sua storia, che non sorrideva mai e pensavo: " Se questa donna sorridesse, la sua faccia andrebbe in frantumi!".


Chiedemmo al Signore di spezzare le catene dell'abiezione, del rigetto, del senso d'inferiorità, della mancanza di fiducia in sé e della sensazione di mediocrità. Domandammo al Signore di tornare indietro nel tempo e di guarire le sue ferite, di riempire il vuoto che era in lei e di darle l'amore paterno che non aveva mai avuto. La potenza del Signore si riversò sulla donna guarendola.
La prima cosa che essa ricevette fu la gioia. Sul suo volto si diffuse una luce nuova e incominciò a sorridere. Da quel momento ebbe una nuova immagine di se stessa. Sentì di essere "qualcuno" . E se ne andò via col fermo proposito di diventare una testimone di Cristo, così come il Signore desiderava.


Un'altra volta mi rivolsi a un folto gruppo di giovani chiedendo a ciascuno di essi se erano sicuri di essere amati dai loro genitori. Conoscevo ragazzi e genitori e sapevo che questi ultimi amavano incondizionatamente i loro figli. Tuttavia, nessun ragazzo era completamente certo di essere amato dai suoi genitori. E il non essere certi di essere amati genera insicurezza! Chiesi ancora ad altri giovani se qualcuno di loro aveva l'impressione che i genitori amassero i fratelli e le sorelle più di lui; e, al cento per cento, essi mi confermarono di avere questa impressione. Quanta insicurezza!


Uno dei problemi più grossi che assillano i giovani d'oggi, è il sentirsi rifiutati.
Ognuno di noi si confronta interiormente con questo problema. Sentiamo dire: "Se gli altri mi conoscessero realmente, non mi amerebbero e non mi accetterebbero mai!". Come sacerdoti o consiglieri sappiamo di dover passare tutti attraverso questa stessa difficoltà. Una persona dice: "Lei probabilmente non aveva mai sentito questo prima d'ora!" . Invece si tratta di un problema nel quale altre persone si dibattono: un problema, appunto, di esseri umani in quanto tali.


1 Continua


IL SENSO DI COLPA


Il senso di colpa è un'altra delle cause che contribuiscono alla formazione di un'immagine mediocre di se stessi. Il senso di colpa si forma in particolare quando non riusciamo a perdonarci e quando ci. sembra che Dio non ci perdonerà mai per i peccati che abbiamo commesso. In Ebrei 10,17 Egli ci dice:
"Non mi ricorderò più dei vostri peccati e delle vostre iniquità." Maggiormente accettiamo i nostri errori e le nostre debolezze, meglio riusciremo ad accertarci con realismo.

Ricordo di essere stato consultato anni fa da una giovane signora la quale soffriva per le conseguenze dell'orribile immagine che aveva di se stessa, nonostante fosse alta e attraente. I capelli le ricadevano sugli occhi a mo' di tendina. Sembrava volesse dirmi: " Se lei mi vedesse, se realmente mi conoscesse, non le piacerei ... perché io non piaccio a me stessa!".

E perché? Qual'era la ragione che stava dietro l'immagine scadente che questa donna aveva di se stessa? Prima di tutto essa aveva deluso i suoi genitori col rimanere incinta a quindici anni e, costretta a sposarsi, aveva dovuto interrompere gli studi. Poi il suo giovane marito si era dato all'occultismo, al sesso, alla droga facendola precipitare da un'elevata posizione sociale, molto in basso. Non c'era da meravigliarsi se la fiducia e l'immagine che questa donna aveva di se stessa erano andate in frantumi. Ma il Signore cominciò a lavorare in lei dopo intense preghiere e attraverso la guarigione delle memorie.

La Bibbia dice: "Non c'è dunque più condanna per coloro che sono in Cristo Gesù. Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte" (Romani 8,1-2).


Molte volte la ragione per la quale una persona non può piacersi è dovuta alla sua grande negatività derivata da un enorme senso di colpa. Non solo durante l'infanzia, ma anche con l'andar degli anni, noi cadiamo in errori, abitudini, mancanze e peccato. Diventa cosi difficile perdonarsi! E poiché le mancanze di perdono si accumulano in continuazione noi sperimentiamo, a un certo punto, un grande senso d'indegnità. Il Signore vuole renderci consapevoli di come, domandando il perdono dei nostri peccati, veniamo perdonati.

Nella prima Lettera di Giovanni 1,9 leggiamo: "Se riconosciamo i nostri peccati Egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa."

E' importante che noi consegnamo le nostre colpe al Signore, poiché Egli è il solo a poter cambiare l'immagine che ci siamo fatti di noi stessi.Nessun psichiatra o psicologo può realmente cambiare in profondità la nostra immagine di noi stessi. Soltanto il Signore può tornare indietro nel tempo. "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre" (Ebrei 13,8). Gesù può perdonare le colpe che abbiamo commesso, concederci la grazia di perdonarci e guarire le ferite che ci siamo procurati


 

IL PERFEZIONISMO


Ci hanno educato in maniera tale da farci sentire che se qualche cosa è men che perfetta non ha alcun valore. Una donna sente di dover essere perfetta moglie, madre, cuoca e guida-scout. Si confronta, nella sua abilità a cucinare e a mandare avanti la casa, con la sua vicina. E se il suo aspetto fisico non rientra in un certo tipo di bellezza " play boy " ciò le procura un senso di inferiorità. A sua volta l'uomo d'oggi arriva facilmente a credere che, se non è alto e atletico, è inferiore alle normali aspettative. L'immagine che egli si fa di se stesso può dipendere dal luogo dove vive, dalla macchina che guida, dal suo successo personale o dal conto in banca.


Il Signore non insiste che noi siamo perfetti.

Persino in rapporto alla chiesa ogni tanto ci capita di incontrare qualcuno che vuol fare il perfezionista. La religione, secondo tali persone, sarebbe una ricompensa. Sentiamo dire: "Se sarò buono potrò andare in chiesa". Questo modo di pensare trae origine dalla famiglia: "Papà e mamma ti ameranno se farai il bravo e se farai i compiti per bene!".. E' la cosiddetta mentalità produttiva: sei amato nella misura in cui produci. E istintivamente noi applichiamo la stessa regola al Signore.

Ma l'amore di Dio è incondizionato!

L'estrema suscettibilità di certe persone, quanto alla loro colpevolezza, le porta a confessare: "Il Signore non mi può amare per quello che ho fatto!" . Ma Egli dice: ... "Ti ho amato, o mio popolo, di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà" (Geremia 31,3). Il Signore non pone condizioni al Suo Amore. Non c'è da meravigliarsi se le persone che hanno l'animo del perfezionista non si sentono a proprio agio con se stesse, perché effettivamente esse non si sentono quasi mai all'altezza delle situazioni. I perfezionisti dicono in continuazione: " Se soltanto ... ", " Se avessi ...", " Avrei dovuto ...". Una persona insicura tende a rendere insicuri anche gli altri con osservazioni del tipo: "Perché non hai ... ? ". Oppure: "Se io fossi stato in te, avrei... ". L'abilità a prendere delle decisioni non esiste in loro. Ciò naturalmente crea una mediocre immagine di sé.

E'difficile, per chi ha un'immagine scadente di se stesso, accettare lodi o complimenti.


Ad esempio:

"Che bel vestito! "

"Oh, grazie ... ma è vecchio"

"Che stupenda predica!"

"Sì ma era troppo lunga"


Oppure:

"Sì, ma ho dimenticato il quarto punto ..."

Succede a tutti di dover piangere sull'irreparabile, una volta o l'altra. A ogni persona può capitare di commettere errori, far fiasco, non aver successo nella vita ... e di soffrirne e rimanere perplessa. Ma che meraviglia quando essa arriva al punto di ridere dei suoi errori! Abbiamo tutti bisogno di una buona dose di " humour". Ci occorre la capacità di esclamare: Lodiamo il Signore ad ogni modo!


Poiché l'immagine che abbiamo di noi stessi si è formata soprattutto durante l'infanzia, la nostra maggiore preoccupazione - come genitori cristiani, insegnanti, sacerdoti - è di riuscire a infondere una buona immagine di sé in, coloro coi quali veniamo a contatto, specie se si tratta di bambini. Il Dr. Bruce Narramore dice ai genitori:
"Novantanove complimenti scarsamente compensano per una critica. Ripensate alla vostra vita. Non ricordate molto più a lungo una critica che non una lode? . La lode, l'accettazione genuina, la pazienza e l'incoraggiamento sono assai efficaci nell'aiutare un bambino a coltivare un buon atteggiamento verso se stesso". Shirley Stanbery, eminente Maestra dell'Anno per il 1977 in un vasto distretto scolastico, ritiene essenziale lodare individualmente gli studenti e congratularsi ogni giorno con loro. Che modo meraviglioso per aiutare a rafforzare in un ragazzo l'immagine di sé che si va deformando!


Quando il Padre ci guarda, vede Gesù, perché è ciò che Gli siamo costati: GESU! "Quindi se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove" (2 Cor. 5,17).



Sia lodato Gesù Cristo, pace a tutti, Gino

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