Come veste il Papa (copricapi, mantella, talare...)

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Caterina63
00martedì 27 gennaio 2009 00:53
PICCOLE CURIOSITA'.....[SM=g7831]

IL CAMAURO



POPE BENEDICT XIV











Pope John XXIII's glass-coffin in St. Peter's Cathedral





e quando il freddo si fa più forte:

mantella rossa e cappotto bianco sopra la talare[SM=g7831]





MOZZETTA di velluto rosso per l'inverno:

image 


e mozzeta bianca dal giorno di Pasqua e per tutto il periodo dopo la Pasqua....


Saturno (rosso, il copricapo che si vede nella foto sotto) per ripararsi dal sole....



[SM=g1740738]  





Caterina63
00lunedì 2 febbraio 2009 10:39

.....che differenza c'è quando il Papa riceve con l'abito solito come in questa foto con la moglie del presidente americano:

user posted image

qui con il Rabbino di Roma:

user posted image


e come quando appunto, ricevendo il presidente di Montenegro ad esempio indossa la mantellina rossa......

user posted image


e qualche volta anche la stola come quando ha ricevuto il presidente polacco e qui quando ha ricevuto il Corpo Diplomatico:

user posted image


esiste qualche differenza che sottolinea qualcosa?

Si......esiste qualche differenza......


- il Papa indossa la semplice talare bianca (ovviamente con fascia, zucchetto e croce pettorale con catena) nelle udienze private

- nelle udienze ufficiali a capi di Stato o ad ambasciatori accreditati presso la S. Sede egli indossa l'abito corale (cioè, sopra la talare, il rocchetto (quella cosa ricamata che si vede sulla talare), la mozzetta e la croce pettorale con cordone). Di norma sulla mozzetta porta la stola, però ci sono delle eccezioni (come nelle immagini postate ), queste eccezioni riguardano appunto il grado di rappresentanza, tanto maggiore è l'ospite (inteso anche di numero come nel caso della foto si tratta degli Ambasciatori insieme), tanto più il Papa con la stola vuole significare a tutti il suo Ministero che non è quello di un Capo di stato come gli altri, ma è prima di tutto un MINISTRO DI CULTO......e che rappresenta UN POPOLO CHE PREGA E ADORA DIO.......

[SM=g1740733] [SM=g1740733] [SM=g1740733] [SM=g1740733] [SM=g1740733] [SM=g1740733] [SM=g1740733]

.....ma...che cosa è la MOZZETTA?
Bild: Reuters
Si, la mozzetta è quella piccola mantellina che vediamo qui nella foto sventolata dal vento......
E in alcuni casi può essere rossa, come spiegato nel messaggio precedente:
Di velluto pesante  l'inverno con profilo bianco, di rasato l'estate......
Indossano la mozzetta TUTTI I VESCOVI (e cardinali)


Benedetto XIV


..e la STOLA...che cosa è?



CLICCA QUI PER:

Cosa veste il Sacerdote per la Liturgia?

















Caterina63
00venerdì 13 febbraio 2009 21:49
Razionali/formali (spille) si usano per tenere uniti i due lembi del piviale
Razionale/formale del Beato Pio IX


Al centro del razionale si trova un globo di smalto blu decorato con stelle di diamanti. Il globo è sorretto da tre cherubini e due angeli con cartigli; al di sopra Dio Padre. Il bordo è tempestato di granati rossi e smeraldi. Sul retro si trova lo stemma di Pio IX , la data 16 Luglio 1871 e il motto “Sine labe originali - non deficit fides".
__________________
"All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva". Benedetto XVI
Razionale/formale nuovo, usato da Benedetto XVI con il nuovo piviale recante il suo stemma con la tiara, per il Mercoledì delle Ceneri 2008. Esso reca al centro la "M" di Maria.
Attualmente il Razionale ha perso il significato simbolico, così importante nel medioevo ed è un semplice accessorio ornamentale del piviale papale. Esso deve coprire le due fettucce del piviale nel punto in cui si agganciano. È costituito pertanto da una sola borchia, munita sul retro di un gancio con cui fissarlo.
Le sue dimensioni sono attorno ai 15/20 cm di lato o di diametro. La forma è varia: quadrata, tonda, poligonale, ovale o mistilinea. La materia è preferibilmente preziosa (oro e argento ecc.), lavorata e arricchita da smalti, pietre preziose, perle.
Presenta generalmente delle decorazioni: se ne trovano con figure di Cristo, di santi (ad esempio, Pietro e Paolo), di angeli, della colomba dello Spirito Santo, ecc.
Oggi si preferiscono soggetti simbolici e stilizzati. Potrebbe pertanto essere interessante riferirsi alla decorazione della placca del Razionale del sommo sacerdote (cfr Esodo 28, 15-30) con le dodici pietre. Le dodici pietre richiamano pure la costruzione della Gerusalemme celeste (descritta in Apocalisse 21, 18-22), in mezzo alla quale è collocato l’Agnello immolato ma ritto in piedi, il quale scioglie i sette sigilli del libro o rotolo (cfr Apocalisse 5, 1-14), simbolo di Cristo crocifisso e risorto, che interpreta il significato della storia e della vita, prerogativa passata alla Chiesa e ai suoi pastori, che interpretano la Scrittura.

Rev. Prof. Fabrizio Capanni
Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa


tratto da: http://www.universitadegliorefici.it/razionale.asp



Vespri Prima Domenica d'Avvento 2007 Benedetto XVI indossa il razionale di Papa Leone XIII conosciuto come "le tre pigne"
indossato anche da san Pio X
Nei Vespri del 2005 aveva indossato quello realizzato per Giovanni Paolo II

Questo razionale è tutt'uno con il piviale della foto (cioè sono indivisibili), e non apparteneva a nessun Papa in particolare; il completo piviale-razionale fu realizzato nel pontificato di Paolo VI (che non lo indossò mai) con uno stolone del XV secolo; fu utilizzato sporadicamente da Giovanni Paolo II, mentre Benedetto XVI lo ha indossato per la Benedizione Urbi et Orbi di Natale nel 2005 e per l'ultimo Concistoro.



Caterina63
00venerdì 13 febbraio 2009 21:58
Mitria del Beato Pio IX

La mitria fu commissionata da Pio IX in occasione della proclamazione del dogma dell'Immacolata l'8 dicembre 1854. Essa fu utilizzata anche da diversi suoi successori, tra i quali Giovanni Paolo II nel 1988, nel corso dell'Anno Mariano, facendola adattare al suo capo.






Concistoro del 24.11.2007 Benedetto XVI con la Mitria del Beato Pio IX


Il Santo Padre era assiso sul trono di Papa Leone XIII, sul quale fu incoronato il venerabile Papa Pio XII, il beato Giovanni XXIII e Paolo VI.
La mitria è l'unica conservata appartenuta al beato Papa Pio IX, la stessa che egli indossò per il pronunciamento del Dogma dell'Immacolata. il Crocefisso posto tra due candelieri dinanzi al trono...cosa dire...Don Guido Marini stà operando un qualcosa di assolutamente eccezionale e superbo. Tanti complimenti Monsignore!

evviva la religione CATTOLICA

San Pio X (qui ritratto sullo stesso trono usato da Benedetto XVI) 
proteggi il tuo Successore.......





Interessante articolo pubblicato su Petrus: www.papanews.it

DIES ALBO NOTANDA LAPILLO

La solenne cerimonia del Concistoro pubblico cade in una circostanza albo notanda lapillo, ossia da ricordare tra i giorni fausti del Pontificato. Gli Eminentissimi Padri hanno prestato giuramento di fedeltà alla Chiesa e al Pontefice alla vigilia della festa di Cristo Re, con la quale si chiude l’anno liturgico.

Nella Basilica Vaticana si è celebrato un rito che in un certo senso chiude compostamente una stagione di ardite innovazioni: dopo decenni di liturgie dettate dall’estro e dalle improvvisazioni più discutibili, alle quali Giovanni Paolo II ed ancor più Benedetto XVI parevano quasi estranei, abbiamo assistito ad una celebrazione nella quale dominavano tre grandi centralità: la centralità della Croce, significaticamente posta al centro del presbiterio; la centralità del Sommo Ponterice, rivestito di splendidi paramenti liturgici e con una meravigliosa mitria in capo, assiso in trono; la centralità del rito, celebrato interamente in latino.

Vi fu un tempo in cui la Croce era relegata in un angolo, quasi disturbasse l’orizzontale dialogo tra il celebrante e i fedeli; un tempo in cui il Santo Padre indossava vesti liturgiche quasi imbarazzanti per stravaganza e colore; un tempo in cui la babele delle lingue proscriveva la lingua sacra a vantaggio dei più oscuri idiomi. Quell’epoca è definitivamente tramontata. Oggi gli sguardi di tutti, dal Papa ai Cardinali a tutti i fedeli, convergevano sul Crocifisso, posto al centro dello spazio liturgico a richiamare la sua centralità nella vita della Chiesa e dei singoli; era lo stesso Cristo in trono a trasparire nella ieraticità di Benedetto XVI, ricordandoci che il padre comune dei Cattolici è Vicario di Cristo, vero e unico Capo della Chiesa. Poiché il gran mistero della Liturgia è proprio questo: rendere presente nel rito la realtà soprannaturale che essa simboleggia o prefigura.

Il merito di questo grande miglioramento – genuinamente spirituale – delle celebrazioni papali va attribuito senza dubbio al Santo Padre: a nessuno sfugge come egli sappia lasciarsi rivestire di Cristo, rifuggendo i personalismi e prediligendo il raccoglimento adorante. Ma è chiarissimo che vi è un idem sentire tra il Pontefice e il suo nuovo Maestro delle Cerimonie: a poche settimane dalla sua nomina, egli ha saputo farsi interprete di quell’implicito desiderio di dignità e decoro sinora frustrato da scomposte performance aliene allo spirito romano. Era bastato, all’inizio del mese, ridare centralità al Crocifisso sull’altare, per farci capire quale fosse il suo pensiero; oggi è ancora la Croce a tornare centrale, e con essa la figura del Papa.

La cifra di mons. Guido Marini si nota anche da piccoli dettagli: le mani giunte dei Ministri sacri e dei chierici, gesto sacro finalmente ripristinato; i diaconi che accompagnano il solenne incedere del Pontefice sostenendo i lembi del piviale, cosa in altri tempi proibita; il ritorno di camici e rocchetti preziosi, al posto dei miserrimi camicioni in terital senza pizzo, a cui eravamo ormai abituati. Piccole cose, certo: ma eloquente indice di un modo di intendere l’azione sacra nella sua forma più alta, senza volerla abbassare allo squallore della quotidianità.

Le festività del nuovo anno liturgico testimonieranno la riscoperta del valore della bellezza nei riti, e permetteranno al popolo cristiano di assaporare nuovamente il gusto della partecipazione alle celebrazioni papali di cui ci parlavano con gli occhi assorti i nostri padri. Poiché è questo che cerchiamo, quando accorriamo intorno al Papa: lo splendore di una liturgia che anticipa il fasto della corte celeste. Per la forzata povertà e la miseria ignorante bastano gli spettacoli che ci offre il mondo.
Gianluca Barile
qui si nota lo stemma di Pio IX sulle infule (le code della mitria)




__________________
Vogliamo essere veramente segno di contraddizione?

Altro non vi dico (…) Non vorrei più parole, ma trovarmi nel campo della battaglia, sostenendo le pene, e combattendo con voi insieme per la verità infino alla morte, per gloria e lode del nome di Dio, e reformazione della Santa Chiesa…”
(Santa Caterina da Siena, Lettera 305 al Papa Urbano VI ove lottò fino alla morte per difendere l’autorità del Pontefice)
Caterina63
00giovedì 21 maggio 2009 22:35


Udienza di mercoledì 20.5.2009
























Caterina63
00lunedì 15 aprile 2013 23:43

 

Le origini dell'uso della mozzetta e della stola papale

I Pontefici in bianco e rosso

 

di mons. Stefano Sanchirico
Cerimoniere pontificio

L'utilizzo della mozzetta e della stola pontificia trae la sua origine in un universo simbolico e liturgico che si andò affermando a partire dall'epoca carolingia, fino a giungere a un uso codificato e con regole abbastanza precise verso la seconda metà del 1400, con l'apporto particolarmente significativo delle innovazioni introdotte nel cerimoniale papale durante il periodo avignonese.

Per comprendere correttamente l'utilizzo della mozzetta e della stola papale occorre brevemente fare riferimento all'uso dei colori rosso e bianco per gli abiti pontificali, in particolare, nelle cerimonie legate all'elezione e all'insediamento del nuovo Papa. Non è oggetto di questo studio delineare le complesse vicende storiche che portarono il papato romano al progressivo e provvidenziale affrancamento dalla potenza bizantina e al rapporto con l'impero d'Occidente, prima franco e poi tedesco; giova solo ricordare che l'uso dei colori bianco e rosso, quali distintivi della dignità pontificia, lasciano tra l'altro scorgere quel processo di imitatio imperii del vescovo di Roma, di cui il Constitutum Constantini costituisce la giustificazione e la sanzione giuridica più evidente.

Tale documento, che probabilmente è stato redatto tra la seconda metà dell'VIII secolo e la prima metà del successivo, stabilisce tra l'altro il passaggio delle insegne imperiali per la pars occidentis dell'impero dall'imperatore Costantino al Papa Silvestro. Tra queste insegne troviamo il phrygium, la clamis purpurea, cioè il mantello di porpora, e gli imperialia scectra, che già a partire dal ix secolo cominciano a svolgere un ruolo nei riti d'insediamento del nuovo Pontefice.

La progressiva importanza che si darà al rito di intronizzazione e di coronazione, come pure il fatto che alcune elezioni avvenivano fuori Roma, introdussero, accanto all'atto formale di adozione di un nuovo nome da parte del Papa, l'uso di ammantare, subito dopo l'elezione, con la cappa rubea, o purpurea, il neo eletto Pontefice. Il primo esempio di immantatio si ebbe con Leone IX, eletto a Worms nel 1048. Fu con Gregorio vii che questo rito apparve con certezza a Roma, al momento della sua elezione nel 1073. Tale atto è documentato per Vittore III (1086-1087), Urbano ii (1088-1099) e Pasquale ii (1099-1118).

Guglielmo Durando riferirà nel suo Rationale divinorum officiorum, scritto verso il 1286, che oltre agli ornamenti tipici del vescovo, il Romano Pontefice poteva far uso della corona e del manto di porpora, in quanto l'imperatore Costantino consegnò al beato Silvestro tutte le insegne dell'impero romano: "Su concessione dell'imperatore Costantino, il Pontefice Romano, può portare la clamide purpurea e la tunica scarlatta e tutti gli indumenti imperiali: scettri, stendardi e ornamenti, la croce lo precede ovunque andrà per indicare che a Lui, più che ad ogni altro si confà il detto dell'Apostolo: non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, e perché sappia che deve imitare il crocifisso".

Per tale ragione il Pontefice esibisce tutto questo apparato anche nelle grandi processioni, come un tempo usavano fare gli imperatori. Il rituale di intronizzazione del Romano Pontefice prevedeva, in una forma che si era ormai andata stabilizzandosi, che il priore dei diaconi ammantasse il neo eletto Pontefice con il manto rosso simbolo di potere di origine chiaramente imperiale.

Accanto all'uso del manto rosso, come distintivo dell'autorità pontificia, si affianca l'uso della veste bianca. Filippo Bonanni, nella sua opera Della Sacra Gerarchia spiegata nei suoi abiti civili ed ecclesiastici (Roma, 1720), riferirà di una tradizione, abbastanza diffusa ancora nel 1700, che attribuirebbe all'apparizione di una bianca colomba al momento del martirio di san Fabiano la ragione dell'adozione dell'abito bianco del Pontefice. Tradizioni o leggende a parte, l'uso del Pontefice di indossare una veste bianca è antichissimo. Bonanni porta l'esempio di Papa Vittore III, che, eletto nel 1086, fece resistenza a indossare la veste bianca prima della clamide purpurea.

Ancora una volta Guglielmo Durando offrirà quella che da molti è ritenuta l'interpretazione simbolica più completa dei colori bianco e rosso della veste papale: "Il Sommo Pontefice appare sempre vestito di un manto rosso all'esterno, ma all'interno è ricoperto di veste candida, perché il bianco significa innocenza e carità, il rosso esterno simbolizza invece il sangue di Cristo.(...) Il Papa rappresenta infatti la Persona (il Cristo) che per noi rese rosso il suo indumento".

La veste esterna, il manto rosso, diviene simbolo del sacrificio di Cristo, la veste bianca rinvia alla purezza dei costumi e alla santità della vita. Durando afferma anche che la veste detta pluviale o cappa si pensa derivi dalla tunica descritta nell'Antico Testamento: come quella era adorna di sonagli, questo lo è di frange, che rappresentano le fatiche e le preoccupazioni di questo mondo. In tale descrizione si trova concorde con quella di Domenico Macri, che nel suo Hierolexicon (Venezia 1765) associa il manto papale e il piviale al mandýa greco.

Il primo cerimoniale papale che si sofferma in modo sistematico su tali vesti del Pontefice è quello redatto per Gregorio X (tra il 1272 e il 1273), mentre gli ordines precedenti ricordano chiaramente solo il colore del manto rosso con il quale il priore dei diaconi ammantava il neo eletto Pontefice.

I colori bianco e rosso rendono così visibile ciò che il Papa rappresenta: la persona di Cristo e la Chiesa suo corpo mistico. Tali indumenti e colori, usati fin dal momento dell'elezione del Romano Pontefice, con la loro simbologia cristica e imperiale allo stesso tempo, verranno codificati dai cerimoniali del periodo avignonese (in particolare il cosiddetto cerimoniale Long), da quello dello Stefaneschi, che è stato scritto nella fase di rientro a Roma, e da quello del Patriarca Pietro. Infine, troverà una codificazione precisa nel cerimoniale redatto da Agostino Patrizi-Piccolomini e da Giovanni Burcardo. Questo disporrà che il neo-eletto Pontefice, indossata la veste bianca - di lino o altra stoffa a seconda della stagione - venisse ammantato del manto rosso pontificio dal cardinale priore dei diaconi, conservando la stola indossata secondo il rispettivo ordine di appartenenza, o senza, qualora l'eletto non fosse insignito neanche dell'ordine diaconale, e con la mitra di lama sul capo.

Così rivestito il nuovo Papa, posto in trono nel luogo dell'elezione, riceveva la prima obbedienza dei cardinali: rituale, questo, che pur con qualche differenziazione riguardo ai momenti è stato conservato sino a tempi recenti.

Tale veste diveniva così abituale per le occasioni pubbliche e solenni del Papa, non solo in quelle strettamente liturgiche, ma anche quando riceveva l'imperatore e i sovrani in solenne udienza e durante i concistori pubblici per la creazione di nuovi cardinali, per le solenni cavalcate per l'Urbe, in particolare per la presa di possesso di San Giovanni in Laterano, che seguiva la coronazione in San Pietro.

Circa la forma e la foggia del manto e della veste in epoca medioevale si sono fatte molte speculazione e un certo aiuto può venire dal patrimonio iconografico. Bonanni conviene nel definire tale manto rosso come contrassegno della dignità pontificia. Del resto, egli aggiunge che i vocaboli "di manto, cappa e peviale vogliono significare nelli rituali le vesti adoperate dalli Pontefici nelle funzioni sacre e non comunemente", concludendo semplicemente: "se di tal forma o di tal colore si usasse dalli pontefice anticamente non l'ho potuto ricavare appresso alcuno autore, ne riconoscere in alcuna pittura antica posso solo dire che il Pontefice quando era eletto gli si poneva indosso la clamide rossa, altri dicono manto, altri veste pontificia o spesse volte il peviale, come oggi si fa".

Il Papa usava anche una cappa rossa, sul modello di quella dei cardinali, ma aperta davanti e con ampio cappuccio, che durante il periodo avignonese fu foderata di ermellino. Tale cappa era indossata di rado: nel mattutino di Natale, in quelli della Settimana Santa ed in poche altre occasioni. Cadde presto in disuso e fu sostituita dal manto, che il Papa utilizzava ogni qualvolta assisteva alle cappelle papali, usandolo bianco, quando era prescritto tale colore liturgico, e rosso in tutte le altre circostanze. Nel caso di uso della cappa da parte del Papa, non era prevista l'assistenza dei cardinali diaconi.

Il periodo avignonese introdusse alcune novità, non solo nella liturgia papale, con l'introduzione del concetto di "cappella" - da cui nasce, tra l'altro, il tribunale della Rota Romana, formato dai cappellani auditores Domini Papae, a conferma dell'importante ruolo liturgico svolto dai prelati uditori di Rota fino alla riforma della cappella papale attuata nel 1968 in ossequio alla Pontificalis domus di Paolo VI - quale oggi, pur riformato, conosciamo; ma anche nel vestiario del Papa, non discostandosi però sul piano della simbologia dei colori bianco e rosso dal periodo precedente. Tale novità è l'utilizzo della mozzetta.

La mozzetta, veste ecclesiastica propria del Papa e di altre dignità, è aperta sul davanti e viene chiusa con una bottoniera, si porta sulle spalle e copre anche il petto e porzione delle braccia. Solo in quella papale sopravvive un piccolo cappuccio, avanzo di uno più ampio che si portava per coprirsi il capo. La mozzetta, nella foggia che conosciamo oggi, non è veste particolarmente antica in quanto, come sopra accennato, la veste pubblica del Papa era il manto e la veste bianca. Bonanni riferisce che la mozzetta "usasi dal Sommo Pontefice, sempre ed in pubblico sopra la veste talare il rocchetto, chiamato volgarmente camisa romana (di maniche strette sempre di lino bianco e di forma quasi talare), poi reso più corto", e aggiunge che tale corta veste non fosse usata anticamente dai Sommi Pontefici i quali oltre la tonaca bianca ricevevano il manto.

Il cappuccio (mozzetta), il cui uso fu iniziato appunto in Francia, deve intendersi quale aggiunta alla veste abituale del Papa, simile a quella dei cardinali, come annotato in un diario riportato da Bonanni e da Gaetano Moroni nel suo Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (Venezia, 1857): "erat autem per ea tempora mantellum hoc Pontificis simile omnino cardinalium vesti, quam vulgo dicimus mantellectum, longum tamen ad talos descendens, et rubeum sempre et caputium, quod imponebatur mantelletto, similiter rubrum tale erat, quod caput operiens humeros pectus, et brachia simul integre ambiebat, vestimenti genus ad aeris injurias repellendas per accommodatum, et ad fovedum aptissimum, namet in hyeme variis pellibus fulciebatur. Hoc igitur indumenti genere mantello scilicet et caputio inter proprios lares, est extra etiam in actionibus quibuscuinque non tamem sacris usi Pontifices fere usque ad Leonen x".

Nel sopraccitato diario si aggiunge che se la stagione era calda si deponeva il mantelletto e si usava mantenere il cappuccio (mozzetta) sopra il rocchetto in quanto occorreva conservare al Sommo Pontefice il colore bianco e quello di porpora, per significare la sua somma dignità. Così fu mantenuto, anche al rientro a Roma, l'uso del rocchetto e del cappuccio (ora mozzetta) con l'unito piccolo cappuccio, in ricordo dell'antico, che non si usava più per coprire il capo. Tale funzione era stata assunta dal berrettino ugualmente rosso, il camauro. Domenico Giorgi, nel suo Gli abiti sagri del Sommo Pontefice Paonazzi, e Neri in alcune solenni funzioni della Chiesa, giustificati degli antichi rituali, e degli scrittori ecclesiastici (Roma, 1727), dopo aver affermato che la veste interiore fu sempre bianca, laddove l'esteriore, cioè la mozzetta detta cappa rubea, fu sempre rossa, osserva che i Pontefici non hanno mai avuto l'abitudine di intervenire alle sacre funzioni vestiti di abiti familiari; quindi conviene con Bonanni che il mantello e il cappuccio, abiti non sacri e ignoti agli antichi Pontefici, furono per la prima volta introdotti in Francia a motivo dell'intemperie dell'aria, per cui essi tralasciarono di usare l'antico manto pontificio. Inoltre del cappuccio (mozzetta) si servivano i Papi mentre erano ritirati nelle proprie abitazioni e di fuori ancora, in ogni funzione, ma non in quelle sacre e molto meno solenni con gli abiti familiari, ossia di camera.

Tale abito con la stola pontificia diventerà ben presto l'abito pubblico del Sommo Pontefice, ereditando in tale modo, nelle funzioni extra liturgiche, il valore simbolico del manto rosso e della veste bianca. Le vesti che il Sommo Pontefice suole comunemente usare nelle funzioni non sacre pubbliche saranno descritte da monsignor Landucci, sacrista pontificio del XVII secolo: "Due paia di scarpe rosse, una di panno di lana e l'altro di velluto, con croce ricamata d'oro, con un paio bianche con simile croce, due vesti corte bianche, con l'aggiunta di altre due vesti larghe in coda, che chiamasi falda, la quale vien cinta nei lombi con cingoli di seta rossa e fiocchi oro, rocchetto, cappuccio (mozzetta), berrettino di velluto rosso, cappuccio e berrettino di panno, altro di damasco bianco, ugualmente con berrettino di eguale fattura (tutti questi circondate di pelli bianche di armellino), queste saranno senza pelli durante l'estate ed i periodi più caldi, a ciò si aggiungano due piccoli berrettini (zucchetti), l'uno di panno, l'altro di seta, da mettersi, secondo le occasioni, quando si indossi la mitria o il regno (triregno)".

Dalla seconda metà del 1400 l'uso della stola e della mozzetta divenne sempre più frequente e riservato, insieme al rocchetto, al solo Pontefice, quale segno di giurisdizione. Tale abito andò, come detto, sostituendo il manto in alcuni atti solenni. Tra questi atti, forse il più solenne, in cui si vide la sostituzione del manto con l'abito sopra descritto, fu la solenne cavalcata per la presa di possesso della Arcibasilica del Santissimo Salvatore. Infatti, dopo il possesso di Leone X nel 1513, i Papi terminarono di prendere possesso della basilica Lateranense in mitra, o regnum, e manto papale. Il primo Papa a recarsi in mozzetta e stola per la presa di possesso del Laterano fu Clemente VII, l'altro Papa Medici, nel 1525. Il suo successore Paolo III, fece lo stesso, mentre San Pio V indossò anche la falda minore e così anche i suoi successori.

Inoltre, la simbologia dei colori ritornava anche sui finimenti del cavallo utilizzato dai Pontefici, prima che fosse introdotto l'uso della carrozza, in occasione della prese di possesso e di viaggi. Essi, infatti, cavalcavano un cavallo bianco con una gualdrappa rossa. Già in epoca carolingia si introdusse, inoltre, un gesto carico di simboli: il nuovo imperatore nell'abito delle cerimonie di incoronazione imperiale, in segno di sottomissione e di umiltà, conduceva le briglie del cavallo del Papa, per un breve tratto di strada, lo spazio di un tiro d'arco, ripetendo quanto già fece Pipino il breve con Stefano ii.

Gaetano Moroni e Giuseppe Novaes, come pure altri autori, ricordano che anche quando il Papa si recava alle cappelle dell'Annunziata, di San Filippo e della Natività, a Santa Maria Maggiore, usciva in mozzetta stola e rocchetto. Moroni aggiunge, poi, che tutte le volte che il Papa assume la mozzetta la porta sempre sul rocchetto, la veste, che può essere di seta o di lana a seconda delle circostanze, la fascia con i fiocchi e la stola (tranne in alcuni casi specifici), con l'aggiunta della falda minore, in particolari circostanze.

Una parola più specifica va spesa infine sull'uso della stola del Sommo Pontefice. Il Papa la utilizzava ogni qualvolta compariva in pubblico o per qualche funzione non strettamente liturgica. Tale stola era lunga sino ad un palmo sotto il ginocchio ed è alquanto unita al petto da un cordone formante un nastro, con due croci laterali. "È tutta ricamata con arabeschi, ossia frangi di foglie e fiori, pendendo dalle estremità lunghe frange. Essa è sempre ricamata d'oro, di colore bianco o rosso, secondoché si usa la mozzetta bianca o rossa, come si prescrive nei rituali, alcune volte più, altre volte meno preziosa, usandola nelle solenni cavalcate ricamata di perle. Solo il Romano Pontefice la porta in segno di Suprema dignità e potestà".

All'uso della stola sulla mozzetta si univa sempre quello della croce papale, che portata dal suddiacono apostolico - un uditore di Rota - e accompagnata dai maestri ostiari di virga rubea, precedeva sempre il Papa in ogni uscita che aveva carattere di ufficialità: l'una e l'altra si adoperavano per Roma, nelle chiese, nei monasteri, nelle visite ai sovrani, e via dicendo. Inoltre un tale abito era previsto quando il Papa si recava per l'Urbe senza andare a celebrare messa, oppure quando viaggiava da un città all'altra, approssimandosi ad entrarvi.



(L'Osservatore Romano 14 luglio 2010)

[SM=g1740733]


Caterina63
00giovedì 19 dicembre 2013 14:46
 riepilogo visivo del saturno in uso ai Pontefici:
nella prima foto dal beato Pio IX a Paolo VI, così abbiamo anche la successione cronologica dei Papi tra la fine dell'800 e tutto il '900
la seconda scheda riporta Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Non abbiamo la foto con Giovanni Paolo I (Papa Luciani) perchè non fece in tempo ad usarlo...












Caterina63
00martedì 24 dicembre 2013 19:37
 il facebook di Vesti Papali Augura a tutti Buone Feste e Buon Anno






















Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:13.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com