Cong. per il Culto Divino sull’interpretazione del n. 299 della Institutio Generalis Missalis Romani

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Caterina63
00mercoledì 13 gennaio 2010 13:41
 Sorriso interessante riflessione di Francesco Colafemmina da Fides et Forma che condivido in totos:

CELEBRARE AD ORIENTEM: IL CULTO DIVINO CAMBIA OPINIONE E SI RIFA' ALLE NORME (OBSOLETE) DELLA CEI!
 

di Francesco Colafemmina


Mentre il Santo Padre celebra versus Orientem in Cappella Sistina, qualcuno nella Congregazione per il Culto Divino ha stabilito che quanto già deciso con un epocale responso dalla stessa Sacra Congregazione nell'anno 2000 non è più valido. Recentemente lo stesso Cardinal Canizares ha affermato chiaramente in una bella intervista a Paolo Rodari ed in riferimento ad alcune proposte della Congregazione presentate lo scorso anno al Santo Padre: "Non solleviamo la questione dell’orientamento ‘versus Orientem’, né della comunione per bocca, né di altri aspetti che a volte vengono fuori come accuse di ‘passi indietro’, di conservatorismo o d’involuzione."


Ha poi però aggiunto: "Credo, del resto, che le questioni come queste, l’orientamento, il crocifisso visibile al centro dell’altare, la comunione in ginocchio e in bocca, l’uso del canto gregoriano, sono questioni importanti che non si possono sminuire in maniera frivola o superficiale e delle quali, in ogni caso, si deve parlare con cognizione di causa e con fondamento, come fa, per esempio, il Santo Padre, e vedendo anche come queste cose corrispondono (e anche favoriscono) di più la verità della celebrazione così come la partecipazione attiva, nel senso in cui ne parla il Concilio e non in altri sensi."


Una interpretazione possibile è: non affrontiamo queste questioni perchè passibili di accuse infondate, tuttavia è importante che vengano ponderate come fa il Santo Padre. Ciò è condivisibile. Leggendo però il responso della Sacra Congregazione per il Culto Divino mi viene spontanea una domanda: perchè i gesti del Santo Padre devono sempre apparire isolati e non supportati concretamente dalle istituzioni vaticane?


Ad ogni modo la puntuale e preziosa analisi di questo documento stupefacente realizzata da don Matteo De Meo può aiutarci ad affrontare la selva delle ambigue anfibologie liturgiche nelle quali rischia di impantanarsi l'ermeneutica della continuità così fortemente introdotta da Papa Benedetto XVI. Se si dovessero applicare, infatti, le norme menzionate dal Sottosegretario Ward, nemmeno il Papa potrebbe celebrare ad Orientem, anzi in linea con le norme CEI, in Cappella Sistina, davanti all'altare della Cattedra, nella Cappella Paolina, andrebbero messi degli splendidi altarini mobili postconciliari... Se questa è obbedienza al Papa e considerazione per i suoi importanti gesti!




di Don Matteo De Meo


Riporto il testo integrale della risposta della Congregazione per il Culto Divino alla Commissione Liturgica di una diocesi, a firma del sotto-segretario A. Ward, sull’interpretazione del n. 299 della Institutio Generalis Missalis Romani (in seguito IGMR), seguita alla richiesta di un parroco sul ripristino dell’antico altare monumentale ad Deum per la celebrazione della messa.

- "Prot. N. 604/09/L- Città del Vaticano, 6 luglio 2009-

Re. do Signore, con lettera 13 maggio scorso, ella scriveva a questa congregazione per il Culto a proposito della interpretazione del n. 299 della Institutio Generalis. Il contenuto di tale numero è chiaro, pur lasciando sapientemente una discrezionalità per non vincolare obbligatoriamente in ogni caso a celebrare rivolti verso il popolo, alla luce di alcuni elementi da valutare da parte dell'autorità competente. Nel caso segnalato è il Vescovo diocesano, anche per evitare che il normale avvicendamento di un Parroco, porti con sè continui cambiamenti. Del resto, anche il n. 303 dell'Institutio contiene indicazioni ed elementi per una valutazione al riguardo. Agli aspetti di valutazione riferiti in una risposta ad un quesito analogo data da questo Dicastero (vedi allegato), sarà da considerare il fatto che da diversi anni l'Eucaristia viene celebrata in questa Chiesa su un altare diverso dal precedente del 1700. Resta da aggiungere, infine, la convenienza di tener presenti le indicazioni e le soluzioni indicate dai documenti della CEI a proposito della ristrutturazione di chiese e di nuove costruzioni. Infine, mi permetto di precisare una questione terminologica che ha tuttavia il suo risvolto, ossia che la celebrazione liturgica è sempre versus Deum, sia quando il sacerdote all'altare prega versus populum sia quando prega versus orientem o versus absidem.

(R.P. Anthony Ward) Sotto –Segretario”.-

Se si confronta il contenuto dei vari pronunciamenti della stessa Congregazione per il Culto (qui documentati nella nota n. 5), in particolare quello del 1993, con le varie edizioni del IGMR del 1970, del 1975 e del 2002, e con la Nota Cei sull’adeguamento delle Chiese del 1996 si resta alquanto perplessi.

IL TESTO INTEGRALE DEL COMMENTO DI DON MATTEO DE MEO LO TROVATE CLICCANDO QUI


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