Cosa è il riposo nello Spirito

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
(Teofilo)
00venerdì 6 novembre 2009 22:22
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 1 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSNlizzie9821E  (Messaggio originale)Inviato: 17/03/2004 20.19
Ho sentito parlare di questo "riposo".
Il primo impatto è stato di pensare: "fanatismo".
Ma che cos'è?? e soprattutto a cosa servirebbe??
Lizzie
 


Prima  Precedente  2-16 di 17  Successiva  Ultima  Elimina risposte 
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 2 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 17/03/2004 20.53
Avviene con l'imposizione delle mani sul capo da parte di certi carismatici, dopo l'invocazione dello Spirito Santo
Il soggetto, pur rimanendo vigile, sente il corpo che non lo regge e cade a terra, tanto che, durante queste celebrazioni, occorre che una persona stia alle spalle per accompagnarlo nella caduta. Il soggetto può restare nella posizione distesa per un tempo molto variabile
In realtà non si conosce bene il motivo di questo fenomeno. Si suppone che sia provocato dalla forza dello Spirito Santo nei confronti di chi ha bisogno di  trovarsi in questo stato di riposo.
Non credo che la Chiesa si sia mai pronunciata al riguardo. Personalmente ho assistito a parecchi di questi casi. Le testimonianze dicono di avvertire come una forza alla quale non è possibile opporre resistenza.
Fraternamente
iyvan

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 3 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 17/03/2004 21.38
Cara Lizzie......credo che il "riposo nello Spirito" sia una esperienza....più che carisma come ho avuto modo di leggere altrove....anzi....questa volta VOGLIO ESSERE PROVOCATORIA.....E CHIEDO PERDONO IN ANTICIPO A GINO, RAPTOR, TEOFILO ED ALTRI AMICI CHE SONO NEL RINNOVAMENTO.........per provocazione inserirò un testo che si esprime un tantino CONTRARIO a questo fenomeno.....onestamente parlando NON condivido alcuni aspetti che se volete poi potremmo approfondire....tuttavia credo che tornerà ugualmente utile al di là di cosa scrive ARRIGO MUSCIO....e di come la pensa...il quale si sofferma SOLO a specificare che questo fenomeno NON è comunque UN  CARISMA...e questo lo condivido...., ma poi segue un testo che condivide questo fenomeno così da avere due fonti diverse....anche questo secondo testo (che condivido) fa comprendere che si tratta di una ESPERIENZA che vuole indurci a "fare qualcosa in più", ma si comprende che non è un "carsima".......
Fraternamente Caterina
IL RIPOSO NELLO SPIRITO   : NON E’ UN CARISMA!
Da qualche tempo si sta affermando, secondo certe voci, un “nuovo carisma”: il riposo nello Spirito. Durante alcune celebrazioni presiedute da appartenenti al Rinnovamento nello Spirito, varie persone cadono in un “sonno” che molti considerano “riposo nello Spirito Santo” o “Riposo nello Spirito Carismatico”; condizione definita dagli interessati come uno stato di pace-riposo mistico o meglio “stato di pace psicologica e quiete interiore - dolce velarsi dei sensi”. E da più parti si considera tale stato come un carisma. Ma, a mio parere, e l’ho anche affermato  nel mio libro “I segni di Dio”, non lo è! Cercherò di spiegarne la ragione.

Innanzitutto non è elencato nei carismi che lo Spirito Santo, per bocca di S. Paolo, annovera tra i doni straordinari “E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza, ad un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio della scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; ad un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; ad un altro il dono della profezia; ad un altro il dono di distinguere gli spiriti; ad un altro la varietà delle lingue; ad un altro infine l’interpretazione delle lingue...” 1 Cor 12,7 seg.<o:p></o:p>

Pensare che lo Spirito Santo si sia dimenticato di includere anche il “carisma del riposo nello Spirito” è un’eresia in quanto Dio non può dimenticare alcunché. Ritenere che S. Paolo abbia riportato “un’elencazione tipologica” dei carismi a mò d’esempio è un assurdo in quanto lo Spirito Santo ha distribuito nel corso dei secoli tali carismi a numerosi santi o discepoli che li hanno esercitati “per il bene comune”. L’elenco in questione viene poi richiamato dai numerosi documenti del magistero che ho riportato alla fine dell’articolo per comodità del lettore. E tutti i documenti evidenziano l’utilizzo dei carismi per il bene comune al fine dell’evangelizzazione e dell’edificazione della Chiesa. Chi dorme serve solo a se stesso! Non possiamo infatti dimenticare le parole di Gesù: “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione” (Mt 26,41) - “Vegliate dunque, perchè non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”. (Mt 24,42). Gesù non ha quindi invitato a “riposarsi nello Spirito”.

Nella Sacra Scrittura non vi è alcun accenno a tale carisma che non dev’essere confuso con la pace interiore e la serenità che si provano mentre si prega o quando si è fatti oggetto di preghiere di guarigione e/o di liberazione. In tali casi, infatti, è chiaro l’intervento divino. Non dev’essere inoltre confuso con gli interventi eccezionali compiuti da Dio in certi casi: es. Gen. 2,21 - 1 Sam. 26,12 e neppure con le visioni mistiche di cui sono intrise la Sacra Scrittura e la cronaca delle apparizioni mariane. La Bibbia riporta invece un episodio assai emblematico: la liberazione del fanciullo posseduto “...E il fanciullo diventò come morto, sicchè molti dicevano: “E’ morto!”. Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi” (Marco 9,25 seg.). In numerosi esorcismi, diversi posseduti cadevano a terra e parevano “morti”. Soltanto che, apostrofati nel nome del Signore e spruzzati con acqua benedetta, si “riprendevano” dal “riposo nello spirito di satana”.

Purtroppo certe “cadute nel riposo dello Spirito” avvengono durante alcune celebrazioni del Rinnovamento od in altre similari in cui non si utilizzano più né l’acqua benedetta, né l’olio benedetto; nè le preghiere di guarigione di P. Tardif o di Padre Betancourt, né i salmi di guarigione-protezione-liberazione (es. Sal. 91-18-57-56-27 ecc.), né le preghiere di liberazione che accompagnano e valorizzano l’imposizione delle mani. Di conseguenza tali celebrazioni hanno del Rinnovamento solo il nome! Non le opere! Infatti, tolti i canti, non resta più nulla!<o:p></o:p>

Per concludere, qualcuno si chiederà come mai, comunque, avviene il fenomeno del “riposo nello Spirito”? A mio parere per quattro ragioni principali:<o:p></o:p>

1) posseduti che cadono a terra davanti alla potenza di Dio;<o:p></o:p>

2) persone facilmente suggestionabili;<o:p></o:p>

3) personalità isteriche o protagoniste;<o:p></o:p>

4) individui, strumenti delle tenebre, che hanno tutto l’interesse, fingendo un “riposo nello Spirito”, a creare confusione e sminuire l’impatto psicologico, negativo per il demonio, che deriva a molti dall’osservare i posseduti che cadono davanti all’Onnipotenza del Signore[1]. Come possano i demoni incarnati accostarsi ai Sacramenti l’ho trattato nel mio libro “Luce e tenebre”, a cui rimando il lettore.....

<o:p></o:p>
<o:p></o:p>

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:<o:p></o:p>

2003 La grazia è innanzitutto e principalmente il dono dello Spirito che ci giustifica e ci santifica. Ma la grazia comprende anche i doni che lo Spirito ci concede per associarci alla sua opera, per renderci capaci di cooperare alla salvezza degli altri e alla crescita del Corpo di Cristo, la Chiesa. Sono le grazie sacramentali, doni propri ai diversi sacramenti. Sono inoltre le grazie speciali chiamate anche « carismi » con il termine greco usato da san Paolo, che significa favore, dono gratuito, beneficio [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 12]. Qualunque sia la loro natura a volte straordinaria, come il dono dei miracoli o delle lingue, i carismi sono ordinati alla grazia santificante e hanno come fine il bene comune della Chiesa. Sono al servizio della carità che edifica la Chiesa [Cf 1Cor 12)

799 Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un'utilità ecclesiale, ordinati come sono all'edificazione della Chiesa, al bene degli uomini e alle necessità del mondo ...

800 I carismi devono essere accolti con riconoscenza non soltanto da chi li riceve, ma anche da tutti i membri della Chiesa. Infatti sono una meravigliosa ricchezza di grazia per la vitalità apostolica e per la santità di tutto il Corpo di Cristo, purché si tratti di doni che provengono veramente dallo Spirito Santo e siano esercitati in modo pienamente conforme agli autentici impulsi dello stesso Spirito, cioè secondo la carità, vera misura dei carismi [Cf 1Cor 13 )

951 La comunione dei carismi. Nella comunione della Chiesa, lo Spirito Santo «dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali» per l'edificazione della Chiesa [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 12]. Ora «a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune» ( 1Cor 12,7 )

Dal Concilio Vaticano II:<o:p></o:p>

12 Inoltre lo Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, e ad adornarlo di virtù, ma « distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui » (1 Cor 12,11), dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi vari incarichi e uffici utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa secondo quelle parole: « A ciascuno la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio » (1 Cor 12,7). E questi carismi, dai più straordinari a quelli più semplici e più largamente diffusi, siccome sono soprattutto adatti alle necessità della Chiesa e destinati a rispondervi, vanno accolti con gratitudine e consolazione. Non bisogna però chiedere imprudentemente i doni straordinari, né sperare da essi con presunzione i frutti del lavoro apostolico. Il giudizio sulla loro genuinità e sul loro uso ordinato appartiene a coloro che detengono l'autorità nella Chiesa; ad essi spetta soprattutto di non estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr. 1 Ts 5,12 e 19-21).LG12

“Anzi ognuno deve fattivamente prepararsi all'apostolato, cosa che urge maggiormente nell'età adulta. Infatti con il progredire dell'età, l'animo si apre meglio in modo che ciascuno può scoprire più accuratamente i talenti con cui Dio ha arricchito la sua anima, ed esercitare con maggiore efficacia quei carismi che gli sono stati concessi dallo Spirito Santo, a bene dei suoi fratelli”.AA  30

28. I cristiani, avendo carismi differenti (cfr Rm 12,6), devono collaborare alla causa del Vangelo, ciascuno secondo le sue possibilità, i suoi mezzi, il suo carisma e il suo ministero (cfr. 1 Cor 3,10). Tutti dunque, coloro che seminano e coloro che mietono (cfr. Gv 4,37), coloro che piantano e coloro che irrigano, devono formare una cosa sola (cfr. 1 Cor 3,8), affinché « tendendo tutti in maniera libera e ordinata allo stesso scopo»  indirizzino in piena unanimità le loro forze all'edificazione della Chiesa. Per tale ragione il lavoro dei messaggeri del Vangelo e l'aiuto degli altri cristiani vanno regolati e collegati in modo che « tutto avvenga in perfetto ordine » (cfr. 1 Cor 14,40) in tutti i settori dell'attività e della cooperazione missionaria.”AG28

“Anzi, in forza del precetto della carità, che è il più grande comando del Signore, ogni cristiano è sollecitato a procurare la gloria di Dio con l'avvento del suo regno e la vita eterna a tutti gli uomini: perché conoscano l'unico vero Dio e colui che egli ha mandato, Gesù Cristo (cfr. Gv 17,3). A tutti i cristiani quindi è imposto il nobile impegno di lavorare affinché il divino messaggio della salvezza sia conosciuto e accettato da tutti gli uomini, su tutta la terra. Per l'esercizio di tale apostolato lo Spirito Santo che già santifica il popolo di Dio per mezzo del ministero e dei sacramenti, elargisce ai fedeli anche dei doni particolari (1 Cor 12,7) «distribuendoli a ciascuno come vuole» (1 Cor 12,11), affinché mettendo « ciascuno a servizio degli altri il suo dono al fine per cui l'ha ricevuto, contribuiscano anch'essi come buoni dispensatori delle diverse grazie ricevute da Dio» (1 Pt 4,10) alla edificazione di tutto il corpo nella carità (cfr. Ef 4,16). Dall'aver ricevuto questi carismi, anche i più semplici, sorge per ogni credente il diritto e il dovere di esercitarli per il bene degli uomini e a edificazione della Chiesa, sia nella Chiesa stessa che nel mondo con la libertà dello Spirito, il quale « spira dove vuole » (Gv 3,8) e al tempo stesso nella comunione con i fratelli in Cristo, soprattutto con i propri pastori essi hanno il compito di giudicare sulla loro genuinità e uso ordinato, non certo per estinguere lo Spirito ma per esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr. 1 Tes 5,12,19,21)”.AA 3

I sacri pastori, infatti, sanno benissimo quanto i laici contribuiscano al bene di tutta la Chiesa. Sanno di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutto il peso della missione salvifica della Chiesa verso il mondo, ma che il loro eccelso ufficio consiste nel comprendere la loro missione di pastori nei confronti dei fedeli e nel riconoscere i ministeri e i carismi propri a questi, in maniera tale che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune”.LG3

*******************************************

Questo invece un testo che condivide questo fenomeno......  

IL RIPOSO NELLO SPIRITO

http://www.rparadisi.it/catechesi/C34.htm

Cap. I

Il fenomeno e il suo contesto

In genere l’ambiente nel quale si produce il fenomeno è quello del gruppo riunito in preghiera. La preghiera può essere sia quella spontanea, sia quella liturgica. Nel contesto di preghiera c’è sempre una proclamazione della Parola di Dio. In seguito alla Parola viene proposto di ricevere da parte di Dio una grazia speciale. Attraverso l’imposizione delle mani si manifesta l’amore e l’attenzione di Gesù. Questa "trasmissione" di grazia si effettua dal Corpo di Cristo (rappresentato dal gruppo) che viene in aiuto di uno dei membri sofferenti e gli comunica all’istante quello di cui ha bisogno.

È in questo contesto dell’imposizione delle mani che avviene il riposo nello Spirito Santo. La preghiera comune, quella del Corpo di Cristo riveste un’intensità particolare: ad uno lo Spirito dona una parola di saggezza, ad un altro la Fede ecc. E’ in questa dimensione che si produce in molti il fenomeno del "Riposo nello Spirito Santo".

La persona pare che stia per svenire, vacilla e cade dolcemente a terra per qualche minuto. In questo lasso di tempo la persona si trova in una grande quiete. Quando si alzerà, il suo viso, comincerà a cambiare, come se avesse una luce nuova. Questa è un’esperienza di grazia proveniente da Dio. 

Diceva S.Francesco di Sales che esistono due tipi di raccoglimento: il primo si ha quando coloro che vogliono pregare si mettono alla presenza di Dio; il secondo quando noi siamo invasi da Dio stesso. Questo amore lo realizza Dio in noi con la sua immensa grazia. Spesso l’accesso alla vita mistica non è sempre cosciente. Avvengono piccoli fenomeni prolungati nel tempo e sono più frequenti di quanto crediamo, senza averne coscienza.

Oggi lo Spirito Santo soffia con un’impetuosità a volte sbalorditiva, "attardandosi" forse meno sulle imperfezioni dell’uomo, proprio perché bramoso di rivelare il Cristo e il suo mistero d’amore e di resurezzione. È così che un buon numero di persone, non necessariamente cristiane in partenza, ricevono gratuitamente da Dio delle grazie spirituali abbondanti grazie di ordine carismatico, ma anche di ordine mistico, cioè d’intimità con Dio. Il Signore vuol dire: "Mettetevi al servizio della Chiesa" per condividere con tutti i fratelli le grazie che vi ha dato, dal momento che "c’è più gioia nel dare che nel ricevere".

L’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo è, senza dubbio, di origine mistica, perché essa è dovuta ad una visita particolare dello Spirito per cui l’uomo sperimenta la presenza divina benefica e sconvolgente. Questa visita dello Spirito avviene esclusivamente per iniziativa di Dio e viene ricevuta passivamente dalla persona che è ben disposta il "riposo nello Spirito" può essere assimilato ad un’esperienza di effusione, ma di un altro tipo....

Cap. III

La diagnosi differenziale

Il "riposo nello Spirito" presenta molte analogie con esperienze che non hanno nulla di mistico, ma traggono piuttosto origina da una pratica medianica o da una certa psicopatologia.

Esaminiamo quello che non è il riposo nello Spirito:

Non si tratta di una qualche manifestazione di persone o di fenomeno di psicologia di massa.

L’ipotesi di psicologia di massa è da escludere, perché il riposo nello Spirito avviene nell’ambito di un ministero di preghiera che è esercitato in modo sano, equilibrato in un clima di pace, di preghiera e al di fuori di ogni esaltazione emozionale. Inoltre colui che impone le mani non esercita nessuna attività sul soggetto, eleva solo a Dio una preghiera di intercessione.

Non si tratta di un fenomeno isterico.

Molte volte abbiamo visto persone che ignoravano tutto sul fenomeno, scivolare, imprevedibilmente, nel riposo nello Spirito durante la preghiera. Dunque non è frutto di isterismo. Anche le guarigioni di Lourdes erano state credute frutto di isterismo, ma oggi su questo ci si ravvede.

Non si tratta di un effetto magnetico, medianico o più genericamente parapsicologico.

La tesi di un fluido magnetico è inesatta e non credibile. Se si accetta l’ipotesi parapsichica si cancella la distinzione che c’è tra parole di profezia e predisposizione, tra telepatia e conoscenza immediata. E se si cancellano queste distinzioni diventa un gioco dimostrare che Gesù è stato il più grande medium di tutti i tempi.

Non si tratta di fenomeno ipnotico.

Non può essere un fenomeno ipnotico, perché nel riposo nello Spirito non si perde la volontà, anzi la volontà è rafforzata da una grazia interiore ricevuta. Invece l’ipnotizzato perde la volontà ed è sottomesso alla volontà dell’ipnotizzatore.

Non si tratta di uno svenimento o di una perdita di coscienza.

Al contrario, la coscienza è accresciuta, c’è un aumento della lucidità e dell’obiettività dello sguardo interiore su Dio e su se stessi.

Cap. IVL’esperienza del riposo nello Spirito.

A livello fisico si prova una sensazione di debolezza fisica in tutte le membra, un senso di assenza di peso in coloro che cadono. In quelli che non cadono si avverte un tremito nelle gambe che tendono a cedere e una vertigine dolce e non fastidiosa. In entrambi i casi c’è uno stato di pace e di dolcezza. Quando ci si prepara ad alzarsi si avverte un senso di pesantezza. Nonostante ciò ci si risolleva senza sforzi, anche se spesso c’è il desiderio di prolungare questo stato di quiete.

A livello spirituale si avverte un benessere causato dall’aumentare della coscienza della presenza di Dio. Ci può essere anche la sensazione di calore nel petto e di fuoco nel cuore. Spesso non si vuole essere disturbati per continuare a gustare la presenza di Dio. Durante il riposo nello Spirito frequentemente si registrano delle ricezioni di "luci" particolari che riguardano Dio, la Trinità, il Cristo, la misericordia, il senso della vita, l’urgenza della conversione, i propri limiti, i fallimenti, le ferite e i peccati del soggetto. Queste luci non giungono sempre all’istante, ma vengono ricevute e si sviluppano nella coscienza del soggetto nelle ore e nei giorni seguenti. Allo stesso modo, spesso, si producono delle guarigioni interiori e a volte fisiche, come se la disposizione della persona durante il riposo fosse più docile all’azione dello Spirito e quindi favorisse lo sbocciare di grazie di guarigioni.

Tutti questi dati si ritrovano anche presso coloro che ricevono questo genere di effusione senza cadere, a livello minimo ma ugualmente concreto. La frequenza della caduta sembra che dipenda dall’intensità delle preghiere di coloro che ci attorniano. Infine diciamo che chi ha deciso di non cadere, pur desiderando qualche grazia, ma opponendosi alla spinta dello Spirito, non cadrà. I frutti di questo fenomeno sono immediati ma soprattutto a lungo termine. Se il riposo nello Spirito rimane sterile significa che l’esperienza è stata illusoria, o se autentica, non ben compresa o facilmente dimenticata, mentre, al contrario, è una chiamata a lasciarsi amare da Dio… ed amare meglio i nostri fratelli!

Cap. V

I rischi

I rischi sono:

Ricercare periodicamente il fenomeno allo scopo di ricevere nuove grazie.

Restare delusi per non essere caduti, come se il valore dell’esperienza fosse solo la caduta.

L’imposizione delle mani non deve essere praticata allo scopo della caduta. La caduta non è legata alla qualità della grazia ricevuta.

Non bisogna usare l’imposizione delle mani come una tecnica per produrre il fenomeno.

Non bisogna far risaltare l’aspetto spettacolare del fenomeno.

È necessario vegliare perché l’assemblea resti calma e tranquilla. Bisogna evitare qualsiasi esaltazione.

Il riposo nello Spirito deve categoricamente radicarsi in una dimensione ecclesiale molto solida.

Cap. VI

Conclusioni

L’esperienza del "riposo nello Spirito" radicato in un contesto ecclesiale è, senza dubbio, uno dei tanti modi che lo Spirito inventa per manifestare all’uomo quanto sia amato da Dio.

Si parla di riposo e non di sonno, perché durante il riposo ci si trova in una situazione di rilassamento in cui si ascolta, si assorbe ciò che lo Spirito Santo ti dice e ti dà; mentre durante il sonno non si è vigili, viene fuori solo il nostro subconscio e non ascoltiamo nulla.

Tratto dal testo di "Philippe Madre Fr. Efraim"

(Teofilo)
00venerdì 6 novembre 2009 22:23
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 4 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 17/03/2004 22.01
Se poi è vero che la Chiesa non si è pronunciata ufficialmente, Essa comunque appoggia e sprona i fedeli RACCOLTI IN PREGHIERA  a vivere l'esperienza DELLO SPIRITO.....leggiamo cosa ne pensa il "dizionario dell'esperienza dei Santi"
SEGNI E MANIFESTAZIONI

I segni e le manifestazioni che storicamente nella tradizione cristiana contraddistinguono la vita di molti mistici (estasi, levitazione, stigmatizzazione, ecc.) non sono determinanti per una esperienza mistica personale completa.

Chi partecipa al Corpo Mistico della Chiesa partecipa anche a tutti i doni elargiti dallo Spirito alla Chiesa stessa: e tutti i doni sono segno e simbolo non solo per chi personalmente li riceve, ma per tutto il Corpo che è destinato nella gloria finale a vivere nella completezza quelle esperienze di cui la misericordia divina dona ad alcuni dei pallidi segni.

Così per esempio  la conservazione del corpo di alcuni servi di Dio, è segno di quella che sarà la risurrezione dei corpi a cui tutti siamo destinati.

Ciò non esclude che, mentre segni più eclatanti compaiono raramente e solo in alcuni, altri segni siano più comuni  e diffusi nel popolo in cammino: esistono delle colonne di fuoco visibili a tutto il popolo, solo che si alzino gli occhi al cielo.

Tralasciando i segni più universali (per esempio, la santità della Chiesa) possiamo segnalarne alcuni  specifici della nostra esperienza.


IL FERVORE MISTICO.

"Accendi in essi il fuoco del tuo amore"

Il fervore mistico è quello stato (descritto anche come "sobria ebbrezza dello Spirito")  nel quale "viviamo" la generazione del Verbo in noi, per la volontà del Padre e la potenza dello Spirito Santo: e nella consapevolezza di essere in Cristo sacerdoti, re e profeti, esultiamo di gioia ed esplode in noi la volontà di "gridarlo sui tetti".

E' il pulsare del Verbo nel nostro cuore, nella sua continua generazione e nella nostra continua chiamata dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. E' una primavera perenne dell'anima nel corso della quale i rami rinsecchiti si inturgidiscono di nuova linfa e gemme di preghiera e di opere buone erompono prepotentemente, sbocciano, vivono, profumano e saturano  l'ambiente dei loro colori.

Il fervore mistico può essere uno stato semi-permanente, anche se per lunghi periodi può scomparire; può avere dei picchi di intensità indescrivibili, piccole trasfigurazioni personali.

La preghiera comunitaria nel corso della quale si invoca lo Spirito Santo, muove tutta l'Assemblea ad una esperienza forte di fervore mistico.

Scrive Jean Charlier Gerson: "Il nostro intelletto quando viene illuminato dalla contemplazione rasserenante delle realtà celesti, talvolta rimane privo di calore, freddo; tal'altra, invece, nasce in lui un amore così ardente, grazie  alla concentrazione dei raggi celesti, che si solleva nel sentimento  e non riesce più a stare in se stesso e a contenersi, ma piuttosto esulta di giubilo".

Dal Dizionario di Mistica:
"Il fervore pertanto è una forma vibrante dell'amore, è la pazienza e insieme l'impazienza di chi si fa sempre più cosciente della presenza di Dio nella sua vita e da qui, con grande umiltà e insieme con slancio, non è mai contento di ciò che ha fatto, sapendo che resta da fare sempre più strada di quanta ne ha percorsa, e vigila che niente nella vita vada sprecato tenendosi sempre pronto per il grande incontro.
Il fervore inoltre è la consapevolezza umile e amorosa che, col tempo che s'è fatto breve, tutto richiede una santa fretta, non ansiosa e malata, ma certo premurosa e creativa" (R. Girardello)


IL RIPOSO NELLO SPIRITO.

Dono dei nostri tempi, sconosciuto nella tradizione biblica, che si colloca tra l'estasi ed il rapimento, ma abbastanza diffuso, specialmente nelle comunità di preghiera carismatica.
E' uno dei modi con cui lo Spirito Santo, invocato con forza, manifesta la sua presenza nell'Assemblea che prega. Non è catalocabile fra i -Carismi- ma mantiene propabile la sua collocazione fra le esperienze mistiche. Occorre tuttavia premunirsi di trovarsi in una comunità che non sia priva di Sacramenti per non rischiare di vanificare tale esperienza, o che non si riduca ad una illusione. Se questo "rapimento" non produce frutti, occorre avere il coraggio di provvedere immediatamente una conversione, perchè ogni evento ed ogni azione dello Spirito è volta a rafforzare la Santa Chiesa e per il bene di tutti. Il "rapimento" vissuto dai santi ha prodotto sempre frutti di santità, di carità e di profezia e di obbedienza e fedeltà alla Chiesa, a costo di sacrifici e di grandi umiliazioni, fino al martirio. Il Riposo nello Spirito è un "sonno" che deve indurre all'azione, deve spronare al servizio della Chiesa, deve far scoprire i carismi.

*************************


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 5 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 17/03/2004 22.14
Lo sapevate che..........

C’è una preghiera, formulata da papa Giovanni XXIII all’atto di indire il Concilio, che è rimasta nel cuore di quanti si riconoscono oggi in quel vasto movimento di spiritualità che è il Rinnovamento Carismatico Cattolico.

<CELLPADDING=5 cellspacing="10">Questa preghiera diceva cosi:

" O Divino Spirito… rinnova nella nostra epoca i prodigi come di una novella Pentecoste".

E lo Spirito non ha tardato a rispondere. A poco meno di un anno dalla conclusione dei lavori conciliari, questo "fermento", questa "nuova Pentecoste" comincia a divampare nella Chiesa: dapprima è un piccolo gruppo di studenti e professori di un università cattolica americana, a Pittsburgh (Pennsylvania), che vivono nei nostri tempi le stesse manifestazioni mistiche e carismatiche sperimentate nel Cenacolo (contemporaneamente ad alcuni gruppi Pentecostali), poi man mano, a macchia d’olio, il fenomeno si espande rapidamente coinvolgendo milioni e milioni di Cattolici in tutto il mondo.

******************


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 6 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 18/03/2004 8.29
Io ho provato una grande GIOIA dentro e il SENTIRMI AMATO DA DIO....  era quello che avevo bisogno ^__^
Premetto che sono duro di solito, con poca FEDE, mi spiego meglio:  non sono di "lacrime facili" come alcuni fratelli o sorelle del mio gruppo, anche nelle preghiere un tantino forti, come quelle di guarigione e/o di liberazione non riesco mai ad abbandonarmi più di tanto, forse per il fatto che sono all'animazione del canto (suono le tastiere) e sto più attento a non sbagliare le note che ad abbandonarmi alla FORZA dello SPIRITO SANTO e vi confesso che sono andato lì quasi come per una SFIDA (adesso vediamo se mi taglia le gambe anche a me... ho pensato prima di andare da quei fratelli che pregavano su ognuno di noi).
Ebbene mi sono sentito proprio tagliare le gambe, prima come un formicolio e poi con una tremarella alle gambe e poi mi sono risvegliato ed ero disteso a terra.....   ricordo solo la PACE che avevo dentro.....
Ebbene, io ho trovato un testo di Philippe Madre, mi sembra sia un sacerdote delle Beatitudini di Taizè se non erro che spiega cosa sia questo Riposo nello Spirito...

Il riposo nello Spirito

Cap. I

Il fenomeno e il suo contesto

In genere l’ambiente nel quale si produce il fenomeno è quello del gruppo riunito in preghiera. La preghiera può essere sia quella spontanea, sia quella liturgica. Nel contesto di preghiera c’è sempre una proclamazione della Parola di Dio. In seguito alla Parola viene proposto di ricevere da parte di Dio una grazia speciale. Attraverso l’imposizione delle mani si manifesta l’amore e l’attenzione di Gesù. Questa "trasmissione" di grazia si effettua dal Corpo di Cristo (rappresentato dal gruppo) che viene in aiuto di uno dei membri sofferenti e gli comunica all’istante quello di cui ha bisogno.

È in questo contesto dell’imposizione delle mani che avviene il riposo nello Spirito Santo. La preghiera comune, quella del Corpo di Cristo riveste un’intensità particolare: ad uno lo Spirito dona una parola di saggezza, ad un altro la Fede ecc. E’ in questa dimensione che si produce in molti il fenomeno del "Riposo nello Spirito Santo".

La persona pare che stia per svenire, vacilla e cade dolcemente a terra per qualche minuto. In questo lasso di tempo la persona si trova in una grande quiete. Quando si alzerà, il suo viso, comincerà a cambiare, come se avesse una luce nuova. Questa è un’esperienza di grazia proveniente da Dio.

Cap. II

Il cristiano e la vita mistica

Ogni cristiano è un mistico potenziale e non sa di esserlo.

Avere un’esperienza mistica significa unirsi a Dio. "Non sono io che vivo, è il Cristo che vive in me" (Gal 2,20).

Diceva S.Francesco di Sales che esistono due tipi di raccoglimento: il primo si ha quando coloro che vogliono pregare si mettono alla presenza di Dio; il secondo quando noi siamo invasi da Dio stesso. Questo amore lo realizza Dio in noi con la sua immensa grazia. Spesso l’accesso alla vita mistica non è sempre cosciente. Avvengono piccoli fenomeni prolungati nel tempo e sono più frequenti di quanto crediamo, senza averne coscienza.

L’estasi.

L’estasi realizza un’esperienza d’intimità soave con Dio, un venir meno dell’anima, non per debolezza, ma per attrazione. L’anima è come assorbita da Dio, preoccupata, unicamente della presenza di Dio, così tangibile, e momentaneamente staccata dalle realtà esteriori e personali.

La pedagogia attuale dello Spirito Santo.

Oggi lo Spirito Santo soffia con un’impetuosità a volte sbalorditiva, "attardandosi" forse meno sulle imperfezioni dell’uomo, proprio perché bramoso di rivelare il Cristo e il suo mistero d’amore e di resurezzione. È così che un buon numero di persone, non necessariamente cristiane in partenza, ricevono gratuitamente da Dio delle grazie spirituali abbondanti grazie di ordine carismatico, ma anche di ordine mistico, cioè d’intimità con Dio. Il Signore vuol dire: "Mettetevi al servizio della Chiesa" per condividere con tutti i fratelli le grazie che vi ha dato, dal momento che "c’è più gioia nel dare che nel ricevere".

In questa pedagogia si capisce che ricevere le grazie dello Spirito senza imparare a rinunciare a se stessi, è come costruire sulla sabbia.

L’effusione dello Spirito Santo.

L’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo è, senza dubbio, di origine mistica, perché essa è dovuta ad una visita particolare dello Spirito per cui l’uomo sperimenta la presenza divina benefica e sconvolgente. Questa visita dello Spirito avviene esclusivamente per iniziativa di Dio e viene ricevuta passivamente dalla persona che è ben disposta il "riposo nello Spirito" può essere assimilato ad un’esperienza di effusione, ma di un altro tipo.

Cap. III

La diagnosi differenziale

Il "riposo nello Spirito" presenta molte analogie con esperienze che non hanno nulla di mistico, ma traggono piuttosto origina da una pratica medianica o da una certa psicopatologia.

Esaminiamo quello che non è il riposo nello Spirito:

Non si tratta di una qualche manifestazione di persone o di fenomeno di psicologia di massa.

L’ipotesi di psicologia di massa è da escludere, perché il riposo nello Spirito avviene nell’ambito di un ministero di preghiera che è esercitato in modo sano, equilibrato in un clima di pace, di preghiera e al di fuori di ogni esaltazione emozionale. Inoltre colui che impone le mani non esercita nessuna attività sul soggetto, eleva solo a Dio una preghiera di intercessione.

Non si tratta di un fenomeno isterico.

Molte volte abbiamo visto persone che ignoravano tutto sul fenomeno, scivolare, imprevedibilmente, nel riposo nello Spirito durante la preghiera. Dunque non è frutto di isterismo. Anche le guarigioni di Lourdes erano state credute frutto di isterismo, ma oggi su questo ci si ravvede.

Non si tratta di un effetto magnetico, medianico o più genericamente parapsicologico.

La tesi di un fluido magnetico è inesatta e non credibile. Se si accetta l’ipotesi parapsichica si cancella la distinzione che c’è tra parole di profezia e predisposizione, tra telepatia e conoscenza immediata. E se si cancellano queste distinzioni diventa un gioco dimostrare che Gesù è stato il più grande medium di tutti i tempi.

Non si tratta di fenomeno ipnotico.

Non può essere un fenomeno ipnotico, perché nel riposo nello Spirito non si perde la volontà, anzi la volontà è rafforzata da una grazia interiore ricevuta. Invece l’ipnotizzato perde la volontà ed è sottomesso alla volontà dell’ipnotizzatore.

Non si tratta di uno svenimento o di una perdita di coscienza.

Al contrario, la coscienza è accresciuta, c’è un aumento della lucidità e dell’obiettività dello sguardo interiore su Dio e su se stessi.

Cap. IV

L’esperienza del riposo nello Spirito.

A livello fisico si prova una sensazione di debolezza fisica in tutte le membra, un senso di assenza di peso in coloro che cadono. In quelli che non cadono si avverte un tremito nelle gambe che tendono a cedere e una vertigine dolce e non fastidiosa. In entrambi i casi c’è uno stato di pace e di dolcezza. Quando ci si prepara ad alzarsi si avverte un senso di pesantezza. Nonostante ciò ci si risolleva senza sforzi, anche se spesso c’è il desiderio di prolungare questo stato di quiete.

A livello spirituale si avverte un benessere causato dall’aumentare della coscienza della presenza di Dio. Ci può essere anche la sensazione di calore nel petto e di fuoco nel cuore. Spesso non so vuole essere disturbati per continuare a gustare la presenza di Dio. Durant il riposo nello Spirito frequentemente si registrano delle ricezioni di "luci" particolari che riguardano Dio, la Trinità, il Cristo, la misericordia, il senso della vita, l’urgenza della conversione, i propri limiti, i fallimenti, le ferite e i peccati del soggetto. Queste luci non giungono sempre all’istante, ma vengono ricevute e si sviluppano nella coscienza del soggetto nelle ore e nei giorni seguenti. Allo stesso modo, spesso, si producono delle guarigioni interiori e a volte fisiche, come se la disposizione della persona durante il riposo fosse più docile all’azione dello Spirito e quindi favorisse lo sbocciare di grazie di guarigioni.

Tutti questi dati si ritrovano anche presso coloro che ricevono questo genere di effusione senza cadere, a livello minimo ma ugualmente concreto. La frequenza della caduta sembra che dipenda dall’intensità delle preghiere di coloro che ci attorniano. Infine diciamo che chi ha deciso di non cadere, pur desiderando qualche grazia, ma opponendosi alla spinta dello Spirito, non cadrà. I frutti di questo fenomeno sono immediati ma soprattutto a lungo termine. Se il riposo nello Spirito rimane sterile significa che l’esperienza è stata illusoria, o se autentica, non ben compresa o facilmente dimenticata, mentre, al contrario, è una chiamata a lasciarsi amare da Dio… ed amare meglio i nostri fratelli!

Cap. V

I rischi

I rischi sono:

Ricercare periodicamente il fenomeno allo scopo di ricevere nuove grazie.
Restare delusi per non essere caduti, come se il valore dell’esperienza fosse solo la caduta.
L’imposizione delle mani non deve essere praticata allo scopo della caduta. La caduta non è legata alla qualità della grazia ricevuta.
Non bisogna usare l’imposizione delle mani come una tecnica per produrre il fenomeno.
Non bisogna far risaltare l’aspetto spettacolare del fenomeno.
È necessario vegliare perché l’assemblea resti calma e tranquilla. Bisogna evitare qualsiasi esaltazione.
Il riposo nello Spirito deve categoricamente radicarsi in una dimensione ecclesiale molto solida.

Cap. VI

Conclusioni

L’esperienza del "riposo nello Spirito" radicato in un contesto ecclesiale è, senza dubbio, uno dei tanti modi che lo Spirito inventa per manifestare all’uomo quanto sia amato da Dio.

Si parla di riposo e non di sonno, perché durante il riposo ci si trova in una situazione di rilassamento in cui si ascolta, si assorbe ciò che lo Spirito Santo ti dice e ti dà; mentre durante il sonno non si è vigili, viene fuori solo il nostro subconscio e non ascoltiamo nulla.

Tratto dal testo di "Philippe Madre Fr. Efraim"

 

(Teofilo)
00venerdì 6 novembre 2009 22:24
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 7 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/03/2004 8.49
....antipatico Gino che NON legge i messaggi....., avevo messo questo testo al messaggio 3........tiè......
ma sono contenta che avevamo lo stesso testo......
Fraternamente Caterina....e....per favore..leggete i messaggi.....

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 8 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 18/03/2004 10.35

Carissimi,

vorrei fare alcune considerazioni sull’argomento prendendo innanzitutto un passaggio del pensiero del Muscio il quale dice:

Pensare che lo Spirito Santo si sia dimenticato di includere anche il "carisma del riposo nello Spirito" è un’eresia in quanto Dio non può dimenticare alcunché. "E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza, ad un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio della scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; ad un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; ad un altro il dono della profezia; ad un altro il dono di distinguere gli spiriti; ad un altro la varietà delle lingue; ad un altro infine l’interpretazione delle lingue..." 1 Cor 12,7 seg.

Ritenere che S. Paolo abbia riportato "un’elencazione tipologica" dei carismi a mò d’esempio è un assurdo in quanto lo Spirito Santo ha distribuito nel corso dei secoli tali carismi a numerosi santi o discepoli che li hanno esercitati "per il bene comune". L’elenco in questione viene poi richiamato dai numerosi documenti del magistero che ho riportato alla fine dell’articolo per comodità del lettore.

Rispondo

Ricordiamo che la Bibbia non è un trattato organico né esaustivo di dottrine e di esposizioni

Nell’elenco fatto da Paolo in 1 Cor 12,7 seg non sono menzionati altri doni che invece sono menzionati altrove nella Bibbia..

Ad esempio in Gioele 3 parlando dell’effusione dello Spirito, si dice:

…I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni.

Gesù promise che anche bevendo un veleno mortale non si sarebbero avute certe conseguenze, cosa che si verificò proprio a Paolo.

Lo stesso Paolo menziona altri doni spirituali, come la Carità che non riporta nell’elenco di 1 cor 12,7, o ancora l’episodio di un rapimento, che poteva essere avvenuto al di fuori del corpo:

Co 12,2 Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo.

2Co 12,4 fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare.

Se il rapimento era avvenuto fuori del corpo vuol dire che Paolo ammette la possibilità che in quel lasso di tempo il suo corpo sia rimasto privo di sensi. Naturalmente la sua esperienza non è da inquadrare nel fenomeno del cosiddetto "riposo nello Spirito", ma serve solo per capire che di doni, lo Spirito ne può fare tanti altri che non sono elencati in quell’elenco che Muscio riporta come completo.

Si potrebbe osservare che alcuni fenomeni non sono carismi ma esperienze ma diventerebbe difficile a questo punto tracciare una linea di confine tra le une e le altre, dal momento che tutti i fenomeni summenzionati sono considerate dalla Scrittura non come manifestazioni ordinarie ma straordinarie.

Nulla vieta dunque che vi possano essere doni straordinari non riportati mai nella Bibbia, come ad esempio quello della levitazione o della stigmatizzazione attribuito a molti santi.

Muscio dovrebbe tener presente anche che non tutti i carismi elencati da Paolo sono per il bene comune, in quanto il dono delle lingue che egli cita, serviva solo per l’edificazione personale, come afferma altrove. Inoltre, non mi risulta che il Magistero abbia mai inteso formulare un elenco inclusivo di TUTTI i doni straordinari, limitandosi a riportare il testo di Paolo ai Cor, che come abbiamo visto non riporta tutti i doni possibili. Questo la Chiesa lo sa benissimo, visto appunto i tanti doni diversi attribuiti ai santi e anche perché, se si facesse un elenco definitivo, si intenderebbe limitata l’azione dello Spirito.

Concordo, in ogni caso, con la possibilità che questo dono o esperienza possa anche derivare da un falso spirito. Tale eventualità non è esclusa neanche per gli altri carismi.

Infatti lo spirito diabolico a volte riesce a scimmiottare sia la profezia, sia il dono delle lingue, sia il dono delle guarigioni, sia gli altri doni. Ecco perché sempre, occorre il discernimento della Chiesa, esperta di raggiri diabolici che in duemila anni ne ha dovute affrontare di cotte e di crude.

In ogni caso, tanto per una documentazione che riporti alcuni dei fenomeni simili o vicini a quello del cosiddetto "riposo nello Spirito", allego un brano tratto dalle RELAZIONI SPIRITUALI di S.Teresa d’Avila, cap.5 in cui la santa, proclamata Dottore della Chiesa, descrive diversi doni, tra cui quelli che essa difinisce:

raccoglimento interiore

sonno delle potenze

rapimento o sospensione

ratto

volo dello spirito

impeto

Ecco il testo

2. Credo di far piacere alla signoria vostra cominciando a parlare delle prime grazie soprannaturali, perché quanto a devozioni, tenerezze, lacrime e meditazioni che possiamo procurarci quaggiù con l’aiuto del Signore, se ne ha già conoscenza.

3 La prima orazione soprannaturale di cui ho fatto, a mio parere, esperienza (chiamo soprannaturale ciò che non si può acquistare, pur facendo ricorso a tutti gli accorgimenti e a tutte le diligenze possibili, anche se ci si può, sì, disporre a riceverla, il che, senza dubbio, è molto opportuno) è un
raccoglimento interiore che si sente nell’anima, tanto da credere che essa abbia in sé altri sensi come quelli esterni, e che, volendo rifugiarsi in sé per allontanarsi dalle agitazioni esteriori, a volte se li porti dietro. Sente il bisogno di chiudere gli occhi per non vedere né udire se non quello che allora la occupa, cioè poter trattare con Dio da sola a solo. In questo stato non si perdono i sensi né le potenze, che restano liberi, ma per dedicarsi a Dio. È una cosa di facile comprensione per chi sia stato favorito dal Signore di questa grazia; coloro, invece, che non l’abbiano ricevuta, per lo meno avranno bisogno di un’infinità di parole e di paragoni.

4. Da questo raccoglimento nascono, qualche volta, una quiete e una pace interiore assai gradevoli, in cui all’anima sembra di non mancare di nulla; le è di peso anche parlare, voglio dire pregare vocalmente, e meditare: non vorrebbe far altro che amare. Dura un certo spazio di tempo e anche a lungo.

5. Da questa orazione, di solito, procede un
sonno che è chiamato sonno delle potenze, in cui esse non sono assorte né talmente sospese da poter parlare di rapimento. Pur non trattandosi completamente di unione, qualche volta - e anche spesso - l’anima sente che la volontà - essa sola - è unita a Dio, e lo vede chiaramente, per quel che le sembra. È tutta assorta in Dio, incapace di fermare l’attenzione o applicarsi ad altro, mentre le due restanti potenze sono libere e possono attendere ad affari e ad opere a gloria di Dio: in breve Marta e Maria vanno insieme. Io chiesi al padre Francesco se nascondeva qualche inganno, perché questo mi lasciava alquanto intontita, ed egli mi rispose che si trattava di un fatto assai frequente.

6. Quando si ha l’unione di tutte le potenze, è uno stato assai diverso, perché nessuna può agire: l’intelletto infatti è come sbigottito, la volontà ama più che non intenda, ma non sa né se ama, né cosa faccia almeno in modo da poterlo dire, non essendoci più memoria né pensiero. Neanche i sensi esteriori sono allora desti, ma come smarriti, affinché l’anima possa applicarsi di più a ciò che ama, secondo me, e pertanto durante quel breve spazio di tempo sono inefficienti. Ciò passa presto. A motivo della pienezza che resta nell’anima di umiltà, di altre virtù e santi desideri, si capisce il gran bene che da questa grazia le è venuto, ma non si può dire in che cosa consista perché, quand’anche l’anima voglia spiegarlo, non sa come lo intenda né riesce ad esprimersi. A mio giudizio, se è vera, questa è la più grande grazia che il Signore concede nel cammino spirituale o, per lo meno, una delle più grandi.

7.
Rapimenti e sospensione sono, a mio parere, la stessa cosa, se non che io sono solita parlare di sospensione, per non dire rapimento, termine che fa paura. E in realtà quest’unione di cui ho parlato si può anche chiamare sospensione. La differenza fra essa e il rapimento è solo che il rapimento ha maggior durata e si fa sentire di più esteriormente, soffocando in esso il respiro in modo che non si può parlare né si possono aprire gli occhi. Anche se avviene lo stesso nell’unione, si effettua con più forza nel rapimento, perché il calore naturale se ne va non so dove. Quando, infatti, il rapimento è intenso - giacché in tutte queste forme di orazione c’è un grado d’intensità maggiore o minore - quando, dico, è forte, le mani diventano gelate e a volte tese come bastoni, e il corpo resta com’è stato colto dal rapimento, in piedi o in ginocchio. L’anima è così impegnata a godere di ciò che il Signore le fa vedere, che sembra dimenticare d’infondere vita al corpo e l’abbandona completamente. Pertanto, se questo stato si prolunga i nervi restano doloranti.

8. Qui il Signore mi sembra voler far intendere all’anima ciò di cui gode meglio che non nell’unione, perché ordinariamente nel rapimento le vengono svelate alcune cose della sua Maestà. Gli effetti che le restano sono immensi, soprattutto il dimenticare se stessa, per desiderare soltanto ardentemente che sia conosciuto e lodato un Dio e Signore così grande. A mio giudizio, se il rapimento viene da Dio, è impossibile che l’anima non ne tragga la chiara consapevolezza della propria impotenza, della propria miseria e dell’ingratitudine dimostrata nel non aver servito chi, solo per la sua bontà, le concede favori tanto grandi. I sentimenti e le dolcezze che prova superano di gran lunga tutti i piaceri terreni tanto che se non ne perdesse il ricordo, avrebbe sempre nausea di tali piaceri; pertanto finisce col tenere in poco conto tutti i beni del mondo.

9. La differenza che passa fra il
rapimento e il ratto è che nel rapimento si muore a poco a poco alle cose esteriori, con la perdita graduale dei sensi e l’acquisto della vita in Dio. Il ratto, causato da una sola conoscenza che Sua Maestà infonde nel più intimo dell’anima, avviene con una tale rapidità che all’anima sembra di essere trasportata nella parte superiore di se stessa, ricevendone l’impressione che si separi dal corpo. Pertanto all’inizio essa ha bisogno di coraggio per abbandonarsi fra le braccia del Signore e farsi portare dov’egli vuole. Fino a quando infatti Sua Maestà non la stabilisce in quella pace là dove intende elevarla (dico elevarla, per dire che vuole rivelarle cose sublimi), certo è necessario, agli inizi, che essa abbia la ferma determinazione di morire per lui, perché, poverina, non sa che cosa le avverrà. Ripeto, mi riferisco alle prime volte.

10. Secondo la mia esperienza, in questo stato, le virtù diventano più forti, i desideri più intensi e si comprende meglio la potenza dell’Altissimo; lo si teme e lo si ama di più in quanto, senza che gli possiamo opporre resistenza, rapisce l’anima, come padrone di essa. Restano un profondo pentimento di averlo offeso, lo stupore di avere osato oltraggiare una così grande Maestà e un’ansia struggente di non vederlo offeso da nessuno, ma da tutti lodato. Credo che debbano aver origine da qui gli ardenti desideri di salvezza delle anime, la sete di contribuirvi in qualche modo e di vedere questo nostro Dio lodato come merita.

11.
Il volo dello spirito è qualcosa che non so come definire: proviene dal più profondo dell’anima. Mi ricordo solo, essendo la mia mente assai facile a dimenticare, del seguente paragone da me usato nello scritto dove la signoria vostra sa che sono ampiamente esposte queste e altre forme di orazione. Mi sembra che l’anima e lo spirito debbano essere una cosa sola. Pensi a un grande fuoco, pronto a sprigionare fiamme: così è della disposizione dell’anima nei riguardi di Dio. Lancia una fiamma che giunge in alto, come il fuoco che si accende subito, ma la fiamma è della stessa natura del fuoco che resta in basso, e non perché sale cessa di essere fuoco. Altrettanto avviene qui: l’anima sembra sprigionare subito da sé qualcosa di estremamente delicato che sale verso una regione superiore e va dove vuole il Signore. Non si può dirne di più: è come un volo, e io non so a che cos’altro paragonarlo. So che ci si rende perfettamente conto di esso e che non si può impedirlo.

12. Si direbbe che quell’uccellino dello spirito si sia liberato della miseria di questa carne e del carcere di questo corpo e può, quindi, dedicarsi meglio a ciò che il Signore gli offre. È un dono, il volo dello spirito, talmente delicato e prezioso, per quel che intende l’anima, che non le sembra possibile esservi in esso illusione. Lo stesso le accade per tutte le grazie di tal genere, nel momento in cui le riceve. I timori vengono dopo, per il fatto - ad esempio, nel caso di cui si parla - che la persona cui sono elargite si sente così imperfetta da aver ragione di temere, anche se nell’intimo resta all’anima una certezza e una sicurezza che le permettono di vivere; non, però, di lasciare da parte le precauzioni necessarie per evitare inganni.

13
. Impeto chiamo un desiderio che coglie l’anima - a volte, e anche spesso - senza esser preceduto da orazione, proveniente da un improvviso pensiero di essere lontani da Dio, o dall’udire una parola che si riferisca a questo. Tale pensiero è, a volte, di tale forza e intensità che in un attimo sembra far perdere il senno. È come quando si riceve all’improvviso una notizia molto brutta e inattesa o si venga colti da uno spavento: diventa impossibile ragionare per trovare un motivo di conforto e si resta come intontiti. Così avviene qui, salvo che la pena nasce da una tal causa che l’anima si rende perfettamente conto di come sarebbe giusto morirne.

14. Sembra proprio che quanto l’anima allora comprende serva solo ad accrescere la sua pena e che il Signore non voglia che essa sia capace d’altro, neanche di ricordarsi che è la sua volontà a trattenerla in vita; le sembra, anzi, di essere in una solitudine così grande e in un abbandono così totale, da non potersi descrivere. Il mondo intero e le cose terrene le procurano infatti tormento, e nessuna cosa creata riesce a darle compagnia; essa, del resto, vuole solo il suo Creatore e vede che le è impossibile averlo se non morendo. E poiché non deve uccidersi, muore dal desiderio di morire, al punto da essere veramente in pericolo di morte; si vede come sospesa tra cielo e terra e non sa che fare. Di quando in quando Dio, per mostrarle ciò che perde, le dà qualche conoscenza di sé, in un modo così straordinario che non si può esprimerlo, non essendoci alcuna sofferenza sulla terra, per lo meno di quante io ne ho sofferte, che possa eguagliare questa. Basta che duri mezz’ora per lasciare il corpo così affranto e le ossa così slogate che non ci si può neanche servire delle mani per scrivere, oltre ad avere fortissimi dolori.

15. Non si sente nulla di tutto questo, però, finché non passa l’impeto. L’anima ha troppo da fare, presa com’è dalla sua sofferenza interiore, né credo che sarebbe sensibile a gravi tormenti fisici. Mantiene l’uso dei sensi; può parlare e anche guardare, ma non camminare, perché l’accascia il colpo violento dell’amore. E quest’impeto, anche se muore dal desiderio di averlo, non serve a nulla, quando non è Dio a concederlo. Lascia nell’anima grandissimi effetti e preziosi vantaggi. Alcuni dotti ne parlano in un modo, altri in un altro, ma nessuno lo condanna. Il maestro Avila mi scrisse che era una cosa buona, e così dicono tutti. Anche l’anima capisce che è una grande grazia del Signore. Se accadesse spesse, vi lascerebbe la vita.

16. L’impeto ordinario consiste nel sentire il vivo desiderio di servire Dio, con grande tenerezza e molte lacrime causate dall’ansia di lasciare quest’esilio. Ma, siccome all’anima resta la libertà sufficiente per considerare come sia volontà del Signore che essa viva, trae da ciò motivo di conforto e gli offre la sua vita, supplicandolo di concedergliela solo per la sua gloria. E così la sua angoscia si placa.


Non saprei dire se nell’elenco fatto da S.Teresa si possa il "riposo nello Spirito", ma è ovvio che anche il suo elenco non esaurisce minimamente l’Inesauribile. Basti solo tener presente quanti doni possono esserci pur senza essere descritti dalla Bibbia, e la Chiesa, proclamando S.Teresa dottore della Chiesa, implicitamente riconosce le sue descrizioni, come compatibili con il deposito della Fede.

Con affetto


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 9 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 18/03/2004 10.35
Non leggo i messaggi lunghi  ^__^  soprattutto i tuoi
Ciao

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 10 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 18/03/2004 10.37
Ops: mi riferisco al messaggio 7 di Tea

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 11 di 17 nella discussione 
Da: nylusInviato: 18/03/2004 10.53
Naturalmente ci si deve avvicinare a questa esperienza con Fede altrimenti non si sente niente nè tantomeno si cade...
Mah.. credo che utilizzare lo Spirito Santo per queste adunanze autocelebrative, mi sembra offensivo, quanto meno puerile.
Fervore mistico, suggestione, voglia di credere, debolezza psicologica sono le maggiori cause di certi fenomeni.
Non a caso si inizia con una preghiera di gruppo come nei migliori riti pagani, che arriva a stancare la mente e l'ipnosi diventa ineluttabile.
Lo Spirito o il Cristo che scende nel soggetto, più che farlo cadere, dovrebbe, al contrario farlo levitare, se non volare.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 12 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSNHanzoHattori1984Inviato: 18/03/2004 13.43
Siete perfettamente coscienti e discernenti sul fatto che questo sia Spirito Santo (a causarvi il riposo che voi chiamate "nello Spirito") o che non sia colpa del famigerato Lord Pennica?
Mantengo un sano scetticismo, prima di buttarmi.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 13 di 17 nella discussione 
Da: saledellaterraInviato: 18/03/2004 14.40
Pace a tutti.
Volevo invitare a non essere scettici. Io veramente non ho fatto mai l'esperienza del riposo nello Spirito, ma conosco persone che sono in Rinnovamento e vi posso dire che i frutti li vediamo. Io penso che per toglierci lo scietticismo bisogna vedere che frutti poi questi raduni producono.
Non penso che sia importante se c'è il riposo, la lievitaziopne o volare, importante è come opera lo Spirito e i frutti che io che ricevo lo Spirito poi porto.
Siamo tutti potenziali granelli di sale, sale della terra che deve insaporire il mondo.
E Dio interviene su tutti come più gli piace a Lui, ma nulla deve portarsi contro il prossimo, ma in favore del prossimo.
Se non porto frutto sono come la minestra senza il granello di sale.
Un saluto cristiano e frateno dal più minuscolo granello di sale, Adriano.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 14 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 19/03/2004 20.24
La Bibbia parla in più occasioni di credenti e non credenti, che al contatto con la Potenza di Dio, cadono a terra.
Al più presto darò un elenco dei passi.
P.S.Generalmente chi critica questo dono di Dio non lo ha mai sperimentato.
P.P.S. Dio inoltre può fare anche dei doni che non sono descritti nella Bibbia, basti pensare ai miracoli eucaristici, alle stigmati e alle apparizioni mariane.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 15 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSNlizzie9821EInviato: 19/03/2004 20.44
Ok. :) mi avete messo molta roba da leggere :)
mi piacerebbe però sentire delle esperienze personali descritte da qualcuno. Ad esempio Gino che dici di averla vissuta. Anche perchè i documenti così ce n'è a bizzeffe. :)
Poi ho letto sopra che alcuni la possono vivere anche senza cadere, e a quanto pare è un fenomeno che succede solo nel Rinnovamento. Perchè questo non succede durante la Messa? mmmhh.... mumble mumble...
Lizzie
 

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 16 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSNlizzie9821EInviato: 21/03/2004 18.23
mmhhh dovrei fare come voi quando qualcuno non vi risponde! eh eh eh!
bè so che deve essere sfuggita all'occhio  quindi la ripropongo:
-------------------------------------------------
Perchè questo non succede durante la Messa?

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 17 di 17 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 21/03/2004 19.38
..francamente speravo ti rispondesse chi è nel Rinnovamento.....io lo conosco da qualche anno, ma sono stata una sola volta ed ho vissuto un esperienza personale molto edificante, non ho veduto fenomeni qui descritti.....ma ho vissuto una Messa meravigliosa che mi ha lasciato una serenità nell'animo per molti giorni.....infondendomi molta forza...di più non saprei spiegarlo....
Veniamo alla domanda:
Perchè questo non succede durante la Messa?
........
diciamo che la Messa NON E' UNA SORTA DI TEATRO dove "il fenomeno" diventa l'attrazione principale.....in questo senso occorrerebbe PARLARE E VIVERE  del Rinnovamento..altrimenti rischiamo di relegare il tutto a "fenomeni".....che rischiano di firmarsi..."da baraccone"......
Alla Messa intanto avviene già un PRODIGIO......la Transustanziazione....., un prodigio un Mistero che si ripete  da 2000 anni e si verifica anche se il sacerdote dovesse avere dubbi......Poi non è detto che certi fenomeni non si verificano nelle Messe...al di la dei miracoli, per esempio, giudicati a Lourdes, molte guarigioni avvengono durante le celebrazioni Eucaristiche a Lourdes......solo che se ne parla poco....
Miracoli più vistosi SONO LE CONVERSIONI...gente che piange di cuore.....e si converte e cambia completamente vita....
Abbiamo anche le testimonianze dei santi che durante l'Eucarestia avevano e vivevano diversi fenomeni.....che EDIFICAVANO QUANTI ERANO VICINO A LORO......ci sono migliaia di testimonianze.....
Madre Teresa ad esempio, sempre dopo aver ricevuto la Comunione.....spesso....RICEVEVA MESSAGGI INTERIORI......e molte volte erano diretti alle consorelle vicine, le quali venivano edificate dalle risposte che attendevano.....
La mia esperienza non saprei spiegarla per iscritto....ho vissuto un paio di esperienze particolari durante l'Eucarestia.....a livello interiore ed entrambe le due volte non vivevo un periodo particolare e NON attendevo risposte.....NON CHIEDEVO NULLA....perciò ho vissuto fenomeni in me INASPETTATI.......ma che hanno cambiato la mia marcia verso una conversione più matura e FEDELE a Dio.....
Ma cosa dovrebbe accadere durante una Messa? Che cosa ci aspettiamo?
Andiamo ai raduni o alle Messe per VEDERE QUALCHE FENOMENO? Si, può accadere, ma se il fenomeno NON avviene DENTRO....allora si che è una rischiosa illusione, ma che PUO' TRASFORMARSI in ricchezza e benedizione......
Essa è incontro comunitario, è nutrimento della Parola e del Cibo Santo che non è detto porti frutti in qul momento, ma a lungo andare.....portando Cristo dentro quale nutrimento, piano piano Esso ci deve CAMBIARE.....la Messa porta frutti nel tempo......
Infine io credo che anche durante le Messe del Rinnovamento qualcosa accade, ma poichè NON ho risposta precisa e non ho testimonianza diretta in qeusto senso, ma solo indiretta...., lascio la tastiera a chi l'ha vissuta......
Fraternamente Caterina
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:16.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com