Cosa comporta per la fede accettare l'evoluzione?

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(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 09:23
 
 
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Da: Soprannome MSNStefanoS79  (Messaggio originale)Inviato: 17/11/2003 21.01
caro Iyvan non ritieni plausibile che il purgatorio possa essere una definizione essoterica di una realtà più nascosta, ovvero esoterica: l'anima si purifica avvicinandosi a Dio anzichè in uno stato post-mortem di anticipazione del paradiso, in una serie di reincarnazioni in altri esseri viventi via via sempre più sviluppati.
Che ne dici?
Beh, lo ammetto.
ho usato una forte dose di ironia qui sopra....
Tuttavia il discorso non è affatto ridicolo.
Mi è venuto da chiedermi una domanda piuttosto critica in questi giorni: dato che come ben sappiamo il libro di Genesi, ci racconta la creazione in 6 giorni, il diluvio universale in cui tutto il pianeta sarebbe stato sommerso dall'acqua e sarebbero sopravvissute solo 8 persone, la torre di Babele che avrebbe potuto raggiungere il cielo, ecc....non sono fatti storicamente accaduti, ma modalità letterarie (quindi miti) utilizzate dagli autori sacri per rappresentare l'inizio della storia umana (che in realtà fu MOLTO diversa) , non potrebbe essere che allo stesso modo la resurrezione della carne nell'ultimo giorno, satana inteso come essere personale, l'inferno, e il purgatorio (come appunto posto sopra) possano essere anch'esse modalità letterarie (quindi miti  ) per esprimerci la realtà incomprensibile del mondo a venire???
Del resto CHI leggendo Genesi nei capitoli da 1 a 10 si immaginerebbe il big bang, la formazione dei pianeti da masse gassose in miliardi di anni, l'evoluzione delle specie viventi nel corso di milioni di anni, dai protozoi fino agli esseri umani?
Vista in questa luce, la domanda ironica che in apertura ho posto ad Iyvan diventa decisamente legittima...
La risposta più fondamentalista sarebbe stroncare a priori il discorso dicendo che Paolo e Gesù stesso parlano della Creazione e del diluvio come di fatti storici, dando per scontato che siano assolutamente veri!!! (1Tim 2,13-14; Mt 19,4; 24,37-38; Lc 3,36; 17,26-27 )
Ma questo è in totale contrasto con le scoperte della scienza moderna!......Gesù che è la Verità perchè avrebbe dovuto mentire? (essendo Dio sapeva benissimo del Big Bang, dell'evoluzione, ecc...)
Pensiamo solo che l'arca di Noè avrebbe potuto al massimo contenere alcune migliaia di animali, non certo i vari milioni di speci esistenti oggi in natura.
Riguardo al diluvio anche se si sciogliesse tutta l'acqua dei poli il mare si alzerebbe al massimo di 15 metri circa....e il Monte Everest è alto più di 8000 metri...se davvero il mare coprì tutta la terra rimangono 7080 e passa metri d'acqua che sono svaniti nel nulla....


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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 18/11/2003 2.34
Caro Stefano,
i miti nascono quasi sempre da qualcosa di reale, qualcosa che è stato sperimentato, non forse nella misura in cui viene narrato, ma qualcosa di vero sotto c'è quasi sempre.
Il diluvio è un ricordo ancestrale che è presente in diverse tradizioni:
ebraiche, mesopotamiche e addirittura tra il popolo incas. Quindi si tratta del  ricordo comune di una grande catastrofe. E' anche in
comune, seppure con nomi diversi, la stessa vicenda di Noè.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato un parallelismo tra questo cataclisma e la scomparsa dell'altrettanto mitica Atlantide e la fuga dei superstiti
verso altri paesi (questo potrebbe spiegare certe conoscenze e analogie tra la civiltà dell'antico Egitto e quella degli Incas)
Vorrei anche precisare che le tracce di questo cataclisma sono state
trovate durante esplorazioni archeologiche. Ultimamente, sul fondo del Mar Nero sono stati trovati i resti di capanne risalenti al neolitico.
Altri ritrovamenti sono narrati in un interessantissimo libro (La Bibbia aveva ragione .. di Keller) che consiglio vivamente di leggere in quanto ci sono ritrovamenti e spiegazioni di molti fatti narrati dalla Bibbia)
Lo spirito è la scintilla divina che assume sempre più consapevolezza a seguito delle nostre esperienze.
L'animale, per quanto dotato di una propria intelligenza, non è in grado di avere consapevolezza, quindi lo spirito sarebbe costretto a rimanere inerte e non potrebbe avere un percorso di crescita che lo avvicini a Dio, per cui non vedo la possibilità che tu hai ipotizzato.
Tuttavia, se anche all'animale uomo si fosse giunti attraverso un percorso di evoluzione della specie, non riterrei che ciò possa scardinare la narrazione biblica riguardante la creazione. La visione di Dio che plasma l'argilla per costruire l'uomo è chiaramente una narrazione simbolica. Io percepisco in questo passo il disegno divino che plasma sì la materia, ma può anche essere visto nel respiro più ampio di una creazione che dal big bang ha portato all'uomo, cioè ad un essere in grado di ospitare e nutrire lo spirito.
E se così non fosse, ma l'uomo avesse avuto un'origine diversa non
cambierebbe nulla, perchè comunque farebbe sempre parte dell'atto creativo simboleggiato in Genesi.
Comunque sia, in un certo momento, l'uomo(ovvero lo spirito) ha iniziato il suo viaggio nell'esperienza della materia prendendo sempre più consapevolezza di se stesso per ritornare alla sua Origine, cioè a Dio.
Ma a questa Origine si potrà arrivare solo in piena coscienza e quindi in uno stato di assoluta purezza.
Quindi le possibilità sono due: o si ammette che il suo cammino evolutivo prosegua anche dopo il passaggio nella materia, oppure si renderebbe necessario supplire alla sua carenza attraverso ulteriori
sperimentazioni (ovvero reincarnazioni) nella materialità fino a raggiungere la necessaria perfezione (non certo una reincarnazione
del tipo induista che ammette la possibilità di reincarnazione in esseri
inferiori ... questa è un'assurdità, perchè ciò che lo spirito ha acquisito non potrebbe più perderlo).
Ad ogni modo, scartata la seconda ipotesi (che mi affretto a fare per non essere colpito dagli anatemi), non ci rimane che pensare ad una prosecuzione attraverso quello stato dello spirito che viene chiamato purgatorio.
Io penso che l'ispirazione divina che anima la Bibbia non poteva essere tradotta se non secondo le conoscenze di quei tempi, è per questo che il voler ad ogni costo sostenere la verità della letteralità del testo non può non sollevare mille perplessità e altrettante domande.
Pace
iyvan



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Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 18/11/2003 12.43
Caro Iyvan, stavolta mi trovo d'accordo con te.
Quello che era il mio cruccio non era però ciò che hai detto, ma la domanda piuttosto pesante che ne consegue:
Così come una volta la cristianità considerava certo che la terra fosse al centro dell'universo e che il mondo fosse stato creato in sei giorni, così come l'uomo fosse stato creato direttamente, e considerava satanico chi metteva in dubbio queste cose,
non potrebbe essere che lo stesso è oggi per chi condanna la reincarnazione, la guarigione tramite le energie sottili; cose che oggi sembrano sataniche, ma di cui un giorno forse ci sarà prova scientifica e che saranno accettate da tutti?
Proprio come oggi è accettato da tutti che la terra non è al centro dell'universo, che l'universo ha miliardi di anni e che gli uomini si sono evoluti?
Stefano

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/11/2003 16.38
Aspetta Stefano non facciamo confusioni......
la reincarnazione NON è definita una cosa satanica....semplicemente NON ESISTE....è diverso...., del resto non esistono prove e la Bibbia ci dice l'esatto contrario....
Sulle guarigioni comprendo il tuo stato d'animo, ma anche qui occorre fare delle precisazioni come ad esempio che fin anche nella Chiesa NON tutte le guarigioni "straordinarie" vengono considerati MIRACOLI, tuttavia per molti NON ha mai escluso l'opera di Dio ma che essendo rimasta avvolta nel mistero, giustamente la Chiesa non va oltre....
Se andiamo al sodo che cosa condanna la Chiesa?
Quelle "guarigioni" NON seguite dai medici e che sono costate al paziente fior di soldoni......, maghe, fattucchiere..ecc...
Nel 1990 è stato raggiunto un tacito accordo fra la Nunziatura in Giappone e le comunità religiose Orientali....dice la nota "per un rispetto reciproco nelle diverse modalità di preghiere volte al benessere della persona in forma gratuita...", nulla di "ufficiale", ma ciò consente anche ai missionari che li operano una apertura di mente e di cuore...RECIPROCO ovvio.....
La stessa Madre Teresa, ed oggi le sue suore, ci dimostrano come si può procedere fianco a fianco anche se altri (Induisti, Buddisti, ecc..) sono affezionati all'uso di fonte di "energie", senza per questo definirle "sataniche"......
Occorre fare distinzione..NON DEMONIZZIAMO TUTTO....Satana fa ben altri danni.......e come dice Padre Amorth: "....sono convinto che la Scimmia di Dio stia  per abbandonare o abbia abbandonato il solito sistema di ingannare l'uomo, egli si è raffinato ed è diventato imbattibile nel mimetizzarsi, così come i cristiani si sono migliorati nelle tecniche della conoscenza e della comprensione..."
Domani?
Domani Dio vede e provvede...dice Gesù: AD OGNI GIORNO BASTA LA SUA PENA......
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 18/11/2003 18.49
Considero più che legittime le perplessità avanzate da Stefano, e trovo giusto che esse siano affrontate senza timore di incorrere in chissà quali eresie. Parlarne è sempre costruttivo, indipendentemente dall'esito e dalle convinzioni personali.
La storia dell'uomo si è sviluppata in un crescendo di nuove conoscenze e nell'ampliamento della visione dell'universo.
Se riportassimo le conoscenze di oggi al tempo della cultura ebraica, probabilmente anche la Bibbia sarebbe stata scritta in un modo diverso e molte cose che oggi sono per noi naturali e ovvie sarebbero
state considerate eresie.
Oggi sappiamo che materia ed energia sono la stessa cosa manifestata in stati diversi e che questi stati sono determinati semplicemente dalla velocità di vibrazione delle onde energetiche.
Essendo noi stessi energia condensata traiamo alimento continuo
dall'energia che pervade l'intero cosmo.
Negli anni 20 o 40, non ricordo bene, un gruppo di scienziati russi riuscirono, attraverso un'apparecchiatura molto sofisticata, ad appurare la presenza di questa energia alla quale venne dato il nome di bioplasma. Come succede spesso, questa scoperta venne contestata da altri fronti scientifici.
Tuttavia, la scienza si sta sempre più accorgendo che la materia è in realtà qualcosa di illusorio, recepita dai nostri sensi secondo una certa forma e consistenza: spezza l'atomo, spezza le singole particelle che lo compongono, spezza queste particelle .. e alla fine troveremmo
solo energia.
Da molti millenni, i cinesi avevano tracciato una mappa di tanti invisibili canali energetici in tutto il nostro corpo (i cosidetti meridiani), riuscendo a stabilire che, agendo su di essi con degli aghi, si poteva ristabilire l'equilibrio enegetico su un determinato organo, contribuendo così alla guarigione. Come avessero potuto allora stabilire con tanta precisione la localizzazione di questi meridiani è un mistero.
Bene, qualche tempo fa mi capitò di leggere un articolo su una rivista, dove sembrerebbe che l'esistenza di questi meridiani esisterebbe materialmente. Non ho più seguito, per cui non so dire altro.
Quelli che una certa filosofia chiama "corpi sottili" altro non sarebbero che rivestimenti energetici che avvolgono il nostro corpo fisico e ci sono persone dotate di una particolare sensibilità che, non solo riescono a vederli, ma sanno anche individuare eventuali squilibri che poi sfociano nella malattia fisica.
Certe pratiche terapeutiche tendono infatti a ristabilire questi squilibri energetici. In tutto ciò non c'è nulla di magico o di eretico.
Quel giorno in cui la scienza potesse provare la loro esistenza, succederà forse ciò che accadde con Galileo e ancora una volta le
nostre certezze verranno messe a dura prova.
Vogliamo parlare di reincarnazione? Non perchè la stia proponendo come verità, ma così, solo per parlarne. E' intanto certo che ai tempi di Gesù erano in molti a crederci. Ci sarebbe anche da chiedersi come mai tanti cristiani che pure erano più vicini di noi agli insegnamenti di allora continuassero a crederlo ... tant'è che fu Giustiniano a volere un Concilio in cui questa credenza venisse messa al bando come eresia.
Ci fu chi avanzò l'ipotesi che in questo fosse stato spinto anche dalla
moglie Teodora che, essendo stata schiava e prostituta, vedeva in questo stato un ritorno di errori commessi in una precedente vita.
Comunque sia, la reincarnazione potrebbe essere lo strumento perfetto attraverso il quale Dio ci permetterebbe di comprendere e
purificarci degli errori che sono inevitabili in una sola esistenza.
Facciamo un esempio: una donna, per il suo egoismo, non vuole avere
figli e disprezza la maternità. Rivive successivamente e desidera avere figli ma non riesce ad averne (è quello che viene chiamato karma), bene .. a questo punto, attraverso questa espiazione si purificherà e nello stesso tempo avrà compreso il valore della maternità facendo un passo avanti nel suo percorso evolutivo verso la perfezione.
Insomma, quando l'assassino avrà provato cosa significa essere vittima è possibile che comprenda, e se ancora non comprenderà non farà che ripetere la classe.
Ecco che, attraverso questo ciclo di esperienze, lo spirito si eleverebbe sempre più verso la sua Origine Divina fino a raggiungerla in piena coscienza e purezza. Non solo, ma tutte le apparenti discriminazioni da cui siamo assoggettati in questa esistenza sarebbero pienamente motivate. Allora non ci chiederemmo più perchè Dio permetta che un fanciullo innocente debba soffrire per cause non sue, avremmo la risposta: lo spirito non è un fanciullo, ma
sta vivendo le esperienze necessarie alla sua elevazione.
Dire che l'incarnazione non esiste è solo un'affermazione che non può essere provata, così come lo è l'affermazione contraria.
Io preferisco non pormi questo problema in quanto ciò che importa
è come noi viviamo questa vita, perchè ora sono queste le esperienze che ci serve accettare e comprendere, ma se anche così fosse non mi toglierebbe nulla della fede che ho in Cristo, perchè tutto in ogni caso convergerebbe in lui, con l'unica differenza che il Suo sacrificio andrebbe esteso sull'arco di più vite.
Ho inteso fare questo discorso solo per far comprendere che l'idea della reincarnazione non è poi così una cosa stupida e impossibile e che chi ci crede lo fa ... almeno si spera ... secondo una logica che non è poi così assurda.
Pace
iyvan    

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Da: Soprannome MSNChisolm3Inviato: 18/11/2003 19.25
Ciao a tutti.
Non credo che il problema della reincarnazione tocchi solo la sfera del crederci o meno. Saremmo nel campo della opinione e la Rivelazione non è opinione. Nella Rivelazione Dio si presenta come un "io sono" (ne abbiamo parlato già...), un "io" che nella vita trinitaria si realizza in tre relazioni sussistenti. Per puro amore, Dio crea l'uomo a sua immagine e lo crea nell'unicità che più unica non si può.
Ogni creatura è in sé una parola di Dio pronunciata in maniera unica e irrevocabile. Se Dio concedesse all'anima che fallisce il suo compito in una sua presunta vita, di passare in una carne nuova e non animata (giacché sfutterebbe l'anima precedente), contraddirebbe quell'immenso disegno che vuole l'uomo (persona) come sinolo di anima e corpo, come un quid che non ammette dissociazioni, dal momento che Dio creando infonde l'anima e infondendo l'anima, crea.
Dio crea la persona, e la persona è sostanza individuale non solo razionale, ma anche incomunicabile: cioé non può comunicare il suo essere ad altri: io il mio essere non lo posso dare a te, anche se mi sei simpatico.
Questa incomunicabilità da persona a persona (non è il comunicare come parlare, ripeto) è impossibile. Noi riceviamo l'essere da Dio.
Dio non può creare un corpo vuoto per inserirci l'anima che deve riparare i suoi sbagli: non lo fa non per limiti alla sua onnipotenza, ma per il semplice fatto obbligante che Dio non si contraddice.
Non ce lo vedo Dio a trattare la carne (quella sarx di cui Giovanni ci parla nel suo prologo) declassandola a ricambio inerte per un'anima da correggere, quella carne che ha nobilitato proprio con l'evento dell'incarnazione.
Il discorso è complesso, perché tocchiamo temi di antropologia teologica che è robettina per niente leggera prima di cena.
Comunque, se ho ben compreso l'intento di Iyvan, il suo approccio discorsivo non intacca minimamente ciò in cui crede e questo è importante.
Nulla vieta di fare affermazioni squisitamente provocatorie come le sue: servono a stimolare il dialogo e, soprattutto, ricordano molto Tommaso d'Aquino che iniziava gli articoli della Summa sempre con intenti pedagogicamente contraddittori, per poi sciogliere i problemi con i passi succesivi...
Con simpatia,
lo stanco Chisolm

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Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 18/11/2003 19.56
Il discorso postato da Iyvan è davvero interessante.
Tuttavia è necessario fare un distinguo: se ci fosse la prova scientifica inoppugnabile dell'esistenza dell'aura il campo energetico umano, e dei chakra che ne sono le valvole di funzionamento, questo non toccherebbe in alcun modo la fede cattolica, perchè non esiste alcun dogma che dica "l'uomo intorno a sè non ha campi di energia".
Accadrebbe o meglio accadrà qualcosa di simile a ciò che avvenne circa 200 anni fa quando si comprese che le malattie erano opera principalmente di micro-organismi, che fino ad allora nessuno sapeva esistessero.
Ma si tratterebbe in fin dei conti solo di un miglioramento nelle cure mediche, senza implicazioni di eternità.
Si tratterebbe di conoscere meglio la parte invisibile di questo mondo, non di conoscere l'altro mondo, che è il nostro futuro escatologico.
Cosa ben diversa è per la reincarnazione, in quanto sarebbero invalidati gli insegnamenti base della nostra fede: immaginiamo che un uomo si reincarni in 5 corpi di esseri umani differenti, quale dei 5 corpi conterrà il suo corpo nel giorno del giudizio universale?
A che servirebbe il sacrificio della croce fatto da Gesù se ognuno potesse emendarsi dai propri peccati con un progressivo automiglioramento?
Stefano.

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Da: Soprannome MSN_Mariastella_Inviato: 18/11/2003 20.29
Sia lodato Gesù Cristo.
Finalmente e per la prima volta ho letto in breve spazio e mai così spiegato chiaramente perchè noi cristiani non crediamo nella reincarnazione.
Se penso non proprio ai giri ma ai vuoti di parole, questo messaggio di Chisolm è veramente illuminante.
Ho sempre tentato di spiegare perchè non si può credere alla reincarnazione, ma queste brevi parole, contengono veramente tutto l'esenziale della Rivelazione, circoscritto a questo tema.
sempre sia lodato Gesù, grazie Mariastella

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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 19/11/2003 0.23
Le osservazioni fatte sia da Chisolm che da Stefano sono più che
pertinenti e rispondono chiaramente alla logica della dottrina della Chiesa.
Le mie risposte non avranno quindi lo scopo di contraddire, ma solo di approfondire, per quanto è possibile, l'argomento.
Chisolm dice:
Dio crea l'uomo a sua immagine e lo crea nell'unicità che più unica non si può
Concordo pienamente, ma cosa nell'uomo è unico e creato a Sua immagine? ..... Penso che tutti noi siamo d'accordo nell'affermare
che è lo spirito e non certo l'involucro che gli è strumento.
 Se Dio concedesse all'anima che fallisce il suo compito in una sua presunta vita, di passare in una carne nuova e non animata (giacché sfutterebbe l'anima precedente), contraddirebbe quell'immenso disegno che vuole l'uomo (persona) come sinolo di anima e corpo, come un quid che non ammette dissociazioni, dal momento che Dio creando infonde l'anima e infondendo l'anima, crea.
Di proposito non ho voluto distinguere l'anima e lo spirito (comunemente considerati la stessa cosa) per non ingenerare confusione in un discorso già di per se stesso non facile.
L'anima è intesa come essenza vitale, principio della vita infuso da Dio. Lo spirito è quel quid divino unico e irrepetibile che costituisce la nostra vera essenza.(ma è comunque molto semplicistico liquidare così queste due realtà).
La materia, ovvero il corpo fisico, altro non è che uno strumento deteriorabile destinato a dissolversi nei suoi componenti, tant'è che nel trapasso esso viene abbandonato, così come la farfalla abbandona il bozzolo nel quale era rinchiusa come crisalide.
Si può forse dire che la farfalla fosse il bozzolo? E perchè invece noi facciamo così fatica a non identificarci con il nostro corpo? 
Se veramente non potrebbe sussistere dissociazione spirito corpo,
come potremmo pensare che Gesù Dio avesse in sè qualcosa di mutevole e deteriorabile come il Suo corpo materiale? Dio non può mutare, perciò Gesù non era quel corpo.
Quindi, se superassimo questo scoglio dell'inscindibilità corpo-spirito,
perchè lo spirito non potrebbe inserirsi, così come ha già fatto una
volta, in altri corpi? ... Sia chiaro che le mie non sono affermazioni ma
ipotesi.
Dio crea la persona, e la persona è sostanza individuale non solo razionale, ma anche incomunicabile: cioé non può comunicare il suo essere ad altri:
Ma lo spirito rimarrebbe sempre un'entità individuale e incomunicabile a sè stante, il suo essere non verrebbe comunicato ad altri, semplicemente cambierebbe d'abito ... ops ... corpo
Dio non può creare un corpo vuoto per inserirci l'anima che deve riparare i suoi sbagli: non lo fa non per limiti alla sua onnipotenza, ma per il semplice fatto obbligante che Dio non si contraddice.

Sempre nell'ipotesi che fosse superato lo scoglio di prima, non vedrei alcuna contraddizione da parte di Dio nel permettere allo spirito di rivestirsi, visto che questo dovrebbe essere per il bene dello spirito stesso. D'altra parte, non è che Dio si metta a creare ogni volta un nuovo corpo, il Suo atto creativo è  un'espressione di volontà che ha anche permesso alla natura la capacità di generare direttamente.

Stefano scrive:

immaginiamo che un uomo si reincarni in 5 corpi di esseri umani differenti, quale dei 5 corpi conterrà il suo corpo nel giorno del giudizio universale?

Correggimi se sbaglio, ma il corpo con cui dovremmo risorgere non dovrebbe essere trasfigurato? ... quindi una natura totalmente diversa che potrebbe comprendere in sè tutte e cinque le esistenze. Ti dirò .. spero vivamente che il corpo con cui risorgerò non sia quello attuale, se no ... sai che noia aver sempre la stessa faccia? 

A che servirebbe il sacrificio della croce fatto da Gesù se ognuno potesse emendarsi dai propri peccati con un progressivo automiglioramento?
Mi aspettavo questa giustissima domanda.
Dobbiamo risalire al principio dei tempi, quando l'uomo cadde nella sua condizione per un consapevole atto di superbia che gli aveva fatto credere di essere come Dio e di poter fare a meno di Lui ... La promessa di Dio allora fu che l'uomo sarebbe rimasto schiavo della sua stessa presunzione finchè non avrebbe mandato Suo Figlio per liberarci dalle catene con le quali noi stessi ci eravamo imprigionati.
Gesù venne e prese sopra di sè il carico di quella nostra colpa originaria, scontando una volta per tutte la grave offesa fatta a Dio e riaprendo a tutti indistintamente le porte del cielo.
Ma per arrivarci dobbiamo evolverci spiritualmente, o attraverso un
percorso nell'oltre, che però è senz'altro più lungo in quanto ci manca la corporeità per sperimentare, oppure attraverso un'esperienza più diretta nella materia, oppure ..... Beh .. non trovo altre ipotesi che possano allo stesso modo soddisfare.
Comunque il principio non cambia: la vita è, nella maggior parte dei casi, insufficiente a raggiungere la perfezione ... e in qualche modo ci dovrà pur essere consentito.
Non prendete alla lettera quanto ho scritto, la mia intenzione è solo quella di provocare riflessioni e maggior chiarezza anche in me stesso,
naturalmente senza minimamente intaccare la fede in Cristo.
Pace
iyvan
(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 09:28
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Da: Soprannome MSNChisolm3Inviato: 19/11/2003 9.26
Concordo pienamente, ma cosa nell'uomo è unico e creato a Sua immagine? ..... Penso che tutti noi siamo d'accordo nell'affermare
che è lo spirito e non certo l'involucro che gli è strumento.
Ciao Iyvan. Mi fermo solo un attimo su questa tua riflessione.
Quando nel Genesi c'è quella specie di consiglio di famiglia trinitario "Facciamo l'uomo a nostra immagine", mi pare ovvio che quell'uomo debba assomigliare a tutti e tre per il semplice fatto che le operazioni ad extra della Trinità (e l'uomo è il frutto di queste operazioni) coinvolgono tutta la Trinità.
Se tu hai un figlio, o ipoteticamente lo avessi, le sue caratteristiche genetiche deriverebbero dal cocktail delle tue e di quelle di tua moglie. Gli occhi dell'uno, i capelli dell'altro e via dicendo...
Ora, una teoria molto illuminante del card. Biffi, ci parla di quello che viene definito "cristocentrismo cosmico", ovvero quella teoria (chiamiamola così) che vedrebbe Cristo partecipe della creazione non solo come Dio, ma anche come uomo.
Già, perché con l'Ascensione, Cristo torna nell'eternità alla destra del Padre e tornando nell'eternità si porta anche il suo corpo glorioso.
Se Cristo torna nell'eternità col suo corpo glorioso, vuol dire in quache modo che è fuori dai giochi temporali che ci fanno dannare le meningi: tornare nell'etrnità come Cristo-corpo vuol dire girare nell'eternità, come non esserne mai uscito, perché l'Incarnazione è solo un momento, il momento nel quale Cristo assume la carne umana corruttibile e la riporta al Padre gloriosa.
Gia nel Paradiso Terrestre, notiamo che accanto all'albero del bene e del male c'è un'altro albero: quello della vita. Bene, quell'albero è la croce, già in prospettiva della salvezza, già piantata nell'Eden, già strumento di salvezza concreta.
Il Padre vede tutto se stesso nel Figlio e il Figlio vede tutto se stesso nel Padre.
Quando il Padre vede il Figlio, realizza la visione di sè esattamente come se rispondesse alla domanda che Egli stesso si fa: se fossi un uomo come mi vedrei?
Si vede in Cristo. Per questo "Chi vede me vede il Padre", e stavolta senza morire come insegnava l'AT perché Dio era inguardabile.
Con tutti i limiti della risposta, piccola e inefficiente (anche perché non ho il tempo di fornirti i supporti metafisici dela teoria del Biffi), spero ti giunga chiaro che l'immagine uomo attinge anche alla corporeità di Cristo che, cooperatore assieme allo Spirito e al Padre, fornisce i suoi somatismi eterni a quel capolavoro che (peccato e guerre pemettendo) rimane l'uomo, vera immagine del Dio che è Padre, che è Figlio, che è Spirito Santo.
Per quel che riguarda termini come spirito, anima, essenza o quidditas, etc., convengo con te che bisognerebbe creare un lessico di comprensibilità comune prima di sbilanciarci su un uso fuorviante di essi.
Grazie delle riflessioni,
Chisolm

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Consiglia Elimina    Messaggio 11 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 19/11/2003 12.12
Sono io che ringrazio te, caro Chisolm. Le tue riflessioni non sono mai
tese a contestare aprioristicamente altre ipotesi, ma inducono senza
dubbio ad allargare la visione verso prospettive che non possono che integrare il quadro formulabile della nostra piccola e povera visione umana, e tutto questo non può che tornare utile alla nostra ricerca della verità.
Per ogni istante che passa l'uomo non è mai lo stesso che era un istante precedente, e ogni concetto che egli riesce a far proprio non
può che arricchirlo.
Pace
iyvan

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Consiglia Elimina    Messaggio 12 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/11/2003 12.59
Caro Yivan...ebbene si...abbiamo assoldato chisolm....pagandolo profumatamente affinchè ci sostenesse nel dialogo.......
aooooooo booni fermi..sto scherzando..............già de bugie se ne dicono, aggiungiamoce pure questa e stamo fritti....
Vabbè..una piccola nota scherzosa.....
Ringrazio anch'io voi tutti perchè, lo confesso....ma ahimè questa non è materia mia...., perciò vi sto leggendo con molto interesse, prendendo del buono un pò in tutti i messaggi.....ed anche IMPARANDO...ebbene si, esulta Yivan...sto imparando qualcosa......
e non ve ce abituate a queste confessioni....
Grazie di cuore, fraternamente Caterina...appena potete però proseguite......
esempio:
concordo sul NON prendere alla lettera ciò che per Yivan sono "sante" come le chiamo io...provocazioni.....perchè è importante proprio APRIRSI se vogliamo comprendere l'essenza anche dell'Ecumenismo che andiamo predicando.....
diceva Papa Giovanni XXIII per far accettare il Concilio:
" le verità della Chiesa restano IMMUTABILI, tuttavia sono I MODI che dobbiamo cambiare.....dobbiamo imparare a COMUNICARE....."
se si estrapola, ad esempio come hanno fatto altri....gli inizi delle dispute sia di Agostino che di s.Tommaso d'Aquino....come giustamente accennava chisolm, avremo che :
....iniziava gli articoli della Summa sempre con intenti pedagogicamente contraddittori, per poi sciogliere i problemi con i passi succesivi....
.......
un pò come l'esempio della mucca e i suoi doppi stomaci... con l'intento del RUMINARE....= RUMINATIO......
dunque su questa scia faccio una mia riflessione alla domanda di Yivan:
Ti dirò .. spero vivamente che il corpo con cui risorgerò non sia quello attuale, se no ... sai che noia aver sempre la stessa faccia? 
.......
Quando Gesù risorge effettivamente NON lo riconobbero subito..ci dicono i Vangeli......egli fa pure un pezzo di strada con due discepoli, parlano, ma NON lo riconoscono (Emmaus)......ma lo riconoscono per un gesto che compie "lo spezzare il pane"........cosa sarà cambiato allora in Gesù?
Sarà forse il suo aspetto TRASFIGURATO? Già sul monte Tabor abbiamo un accenno.....Forse non lo riconoscono perchè sono increduli?
Tommaso lo riconosce ma solo dopo aver toccato con mano.......allora gli cade ai piedi "Mio Signore e mio Dio"....
Eppure NON si dice che Gesù abbia cambiato il suo corpo, ma che con quel corpo è salito al cielo...un corpo TRASFIGURATO......ma alla fine RICONOSCONO Gesù, questo mi sembra l'aspetto più importante dal quale parte appunto il convincimento e la predicazione apostolica dal momento che non vi sono altre prove, ma solo in base a ciò che essi hanno visto.
Una certa analogia la troviamo nelle apparizioni fra i santi.....o quando appare la Vergine della quale però non avendo noi un identikit, non possiamo fare confronti. Ma sui santi si.....anche se abbiamo un particolare, in ogni apparazione il santo si presenta dicendo il suo nome "Sono io...tizio, oppure io sono caio.."......Anche la Vergine dice "Sono..."....allora pensavo alla Bibbia quando Dio dice a Mosè "IO SONO...."
Se nel passaggio alla vita eterna  si entra in quella misteriosa COMUNIONE che ci fa presagire quella FUSIONE NEL CRISTO......che pregustiamo da qui come dice Paolo "Non più io ma Cristo vive in me.." e poi con l'Eucarestia attraverso la quale DIO E' NUTRIMENTO E BEVANDA IN NOI.....
secondo voi, appunto mi chiedevo, c'è una certa unione a quel IO SONO che dice Dio , con la presentazione che i santi fanno di se stessi dicendo "Io sono tizio...ecc..."??
se la domanda non l'avete capita ditemelo.....perchè è difficile ciò che cerco di comunicare....

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Da: Soprannome MSNChisolm3Inviato: 19/11/2003 13.14
Videtur quod.... Sembra che Pergamena voglia chiedere qualcosa,
Sed contra..., ma contrariamente a ciò io non so rispondere perché non ho capito la domanda.
Respondeo dicendum quod..., rispondo dicendo che:
ad primum: è ora di pranzo
ad secundum: non sono molto lucido
ad tertium: si può avere la domanda di riserva?
Grazie della pazienza...
Chisolm

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Consiglia Elimina    Messaggio 14 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 19/11/2003 14.49
Tento una risposta su ciò che mi sembra di aver intuito nella domanda di Caterina e se ho capito male perdonami.
Quando avviene un'apparizione, non c'è una vera e propria fisicità, è comunque un incontro con il nostro spirito, anche se non ce ne rendiamo conto. In quel momento noi non vediamo con occhi fisici.
Nel momento in cui essa dice "io sono tizio" siamo noi stessi ad attribuirne la forma secondo l'immagine che di quell'entità abbiamo dentro di noi, magari anche inconsapevolmente. Questo spiegherebbe perchè non esista un'apparizione di Maria che abbia la stessa figura.
Infatti nessuno ne conosce l'identikid e perciò la nostra visione interiore porta la nostra mente ad elaborarne la forma nel modo che
per noi risulta più facile da riconoscere.
Diverso è il caso di un santo di cui conosciamo le fattezze: nel momento in cui egli dice: "Sono io". la mente trae dal suo archivio
l'immagine che già conosciamo.
Il caso di Gesù che non viene subito riconosciuto è altrettanto emblematico. Gesù era Dio e Dio può essere riconosciuto solo attraverso lo spirito senza alcuna trasposizione nella nostra vista fisica. Dio non può avere un volto, ecco perchè la nostra mente non
era in grado di riconoscerlo. Solo la fede potè aprire gli occhi dello
spirito e vedere senza guardare.
In quel "Io sono" è racchiuso tutto il mistero e l'impenetrabilità di Dio ai nostri mezzi fisici.
Naturalmente, tutto questo con beneficio di inventario.
Pace
iyvan

Rispondi
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Da: quovadisInviato: 19/11/2003 18.57

Una riflessione personale : penso che il nostro sia solo un progetto di esistenza non una esistenza inferiore , bensì una specie di programma.....se Dio è Colui che è ,  vuol dire che solo lui esiste , la nostra esistenza non ha senso se non nella sua . Prima della Nascita c'è il seme , il seme deve morire per nascere...ovvero per nascere nell'Eternità .Gesù di Nazareth compare nella nostra nicchia spazio temporale dove c'è una linearità  un principio una fine .... ma lui Esiste nell'Eternità è come se nel nostro limite temporale in ogni secondo nascesse a Betlemme ,stesse Cana , spezzasse il Pane e andasse sulla Croce a morire fisicamente ( la sua sofferenza si perpetua dall'Eternita'...... altro che giorni della Passione ! la sua Gloria si perpetua dall'Eternità' ).... forse il Purgatorio è tale proprio perchè è uno stato temporale lineare ovvero uno stato in cui un Anima non può respirare Esistenza...... Mi fermo perchè non voglio spezzarmi il collo a furia di capriole.

Un abbraccio Q.


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 16 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 19/11/2003 21.07
Caro Quo,
hai inserito un tema i cui risvolti portanto ad una visione dell'esistenza che sento particolarmente, ma che non è di immediata intuizione.
E' vero, il sacrificio di Gesù si perpetua nell'eternità del non tempo: la nascita, il miracolo di Cana, la sua sofferenza sulla croce non sono episodi del passato. Noi, nella nostra condizione relativa, li vediamo così, ma nella dimensione atemporale dell'eterno presente ogni singolo fotogramma della passione di Cristo vive per l'eternità in Dio,
non come ricordo ma come realtà eternamente presente e viva.
Tutto ciò che per noi è esistito, esiste ed esisterà, esiste da sempre e per sempre in quell'eterno presente che si riassume nelle parole "IO SONO" ... due parole che non lasciano spazio, stupendamente essenziali nell'espressione di quell'unica e immensa verità, la sola che
può farci pallidamente intuire l'infinita grandezza divina e la piccolezza delle nostre umane pretese di conoscenza.
Sì, forse il purgatorio continua ad essere uno stato temporale lineare ancora legato ad una certa relatività, dove lo spirito deve macerare nel buio dell'insondabile abisso divino, finchè non verrà tratto da se stesso verso un'eternità di Luce e conoscenza.
E facciamole queste capriole .... Chissà mai che ci azzecchiamo!
iyvan


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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 20/11/2003 12.45
Mi permetto di chiedere a Caterina di sciogliere il nodo del dubbio sollevato dal suo intervento, oppure di esprimere la domanda di riserva auspicata da Chisolm.
Questo al fine di permettere un sonno sereno e privo di angosciosa attesa
iyvan

Rispondi
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 20/11/2003 13.48
Ok......dunque la questione è complicata......
Sto dialogando da un pò di tempo in e-mail con una persona che non è iscritta qui da noi.....ma ci legge....
e francamente mi sono trovata ingarbugliata in alcuni discorsi che faceva alle mie risposte sulla comunione dei Santi che conoscete......
ciò che ho inserito...ehm....è la sua domanda...che NON avendola capita (gli ho chiesto di spiegarmela ma da un 15na di giorni non mi risponde), ho tentato di semplificarla...
Una certa analogia la troviamo nelle apparizioni fra i santi.....o quando appare la Vergine della quale però non avendo noi un identikit, non possiamo fare confronti. Ma sui santi si.....anche se abbiamo un particolare, in ogni apparazione il santo si presenta dicendo il suo nome "Sono io...tizio, oppure io sono caio.."......Anche la Vergine dice "Sono..."....allora pensavo alla Bibbia quando Dio dice a Mosè "IO SONO...."
Se nel passaggio alla vita eterna  si entra in quella misteriosa COMUNIONE che ci fa presagire quella FUSIONE NEL CRISTO......che pregustiamo da qui come dice Paolo "Non più io ma Cristo vive in me.." e poi con l'Eucarestia attraverso la quale DIO E' NUTRIMENTO E BEVANDA IN NOI.....
secondo voi, appunto mi chiedevo, c'è una certa unione a quel IO SONO che dice Dio , con la presentazione che i santi fanno di se stessi dicendo "Io sono tizio...ecc..."??
*********************
In sostanza questa persona mi chiede, da quel che ho capito nel corso del dialogo......
<....se è possibile pensare che dicendo Dio "IO SONO", nel momento in cui una persona diventa un santo in Paradiso, e quindi ASSUME LA PIENEZZA DI DIO, attraverso questa comunione che vantiamo, si potrebbe spiegare così la loro INTERCESSIONE che a questo punto nulla toglierebbe alla mediazione di Cristo che è unica??>
.........
forse la sola domanda era più semplice ed io l'ho ingarbugliata di più...........questo è l'errore che si può fare estrapolando vari concetti..chiedo venia.....
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 19 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNChisolm3Inviato: 20/11/2003 14.46
Ciao a tutti.
<....se è possibile pensare che dicendo Dio "IO SONO", nel momento in cui una persona diventa un santo in Paradiso, e quindi ASSUME LA PIENEZZA DI DIO, attraverso questa comunione che vantiamo, si potrebbe spiegare così la loro INTERCESSIONE che a questo punto nulla toglierebbe alla mediazione di Cristo che è unica??>
.........
Cara Pergamena, se una tua amica incontrandoti con Alessia, la tua figliola, dopo tanto tempo che non la vede, dicesse per sottolineare la somiglianza "caspita, Alessia, sei tutta tua madre", rileverebbe con un complimento e un modo di dire che tua figlia ti somiglia pur rimanendo Alessia. Dal punto di vista logico e linguistico, però, ti cancellerebbe dall'esistenza perchè se Alessia fosse tutta Pergamena, Pergamena non ci sarebbe. Quindi, un santo, sia apprendista santo o santo canonizzato, non potrebbe assumere la pienezza di Dio se no sarebbe Dio. Più giusto dire che partecipa della pienezza ma rimanendo nella sua individualità di creatura sanata (dal peccato) elevata e in visione beatifica.
Una delle chiavi di lettura della Summa di s. Tommaso, è lo schema detto "exitus -reditus", cioé la riflessione sulla creatura che esce da Dio (nasce) e vi ritorna (con la morte fisica). Se nasce come "persona", risorge come "persona" in gloria: non si annulla in Dio, ma si realizza nella comunione trinitaria rimanendo se stessa e danzando la danza della trinità. La "circuminsessio" o nella forma greca "perikoresis", significa appunto nel linguaggio umano il dinamismo delle Tre Persone che "danzano" saltando da una all'altra, afferrandosi al volo e concedendosi reciprocamente.
In questa danza, ogni creatura è chiamata a prender parte nella sua individualità e nella sua specificità.
Ognuno di noi non è la forfora che cade dal capo di Dio, passatemi la becera analogia, ma è una particella d'essere, creata e alimentata dal soffio di Dio. Il che, in soldoni, vuol dire che la materia animata che siamo, è voluta da Dio che ci rivuole non riassorbendoci in Sè (e che siamo, schegge di Dio impazzite?) ma con Sé nella nostra specificità, col nostro nome, col nostro corpo. Dio non ci fagocita per metabolizzarci, altrimenti noi saremmo una serie di pezzi di Dio in libera uscita, ma ci vuole come parte del suo Regno, coeredi col Figlio.
Ovviamente, il linguaggio umano ha i suoi limiti ed è complesso spiegare ciò che lo spirito sente come ovvio.
E' proprio il sacrificio di Cristo, mediazione assoluta, che apre la catena della solidarietà tra gli oranti in vita e gli oranti in cielo. Il santo non esclude tale mediazione, né, per dirla in termini di attualità, "masterizza" la copia dell'unica salvezza e se la rivende sottobanco.
Prova a riguardare quel lavoro che ti inviai su "Il gran mezzo della preghiera" di s. Alfonso de' Liguori e rifletti su che cosa le anime purificate dicono al Signore una volta liberate dalla pena transitoria...
Mi fa piacere che quel "Io sono" abbia stimolato tanta riflessione: per Edith Stein la chiave di lettura della persona è tutta compresa in quelle due parole che innescano un "tu" e un "noi" che completano quel "io" e, se ci pensi, questi pronomi personali, muovono i primi esitanti passi dialettici della complessa (per noi) e semplicissima (in Dio) dinamica trinitaria.
Non a caso, il primo studio della Stein atea fu la sua tesi su "L'empatia", ovvero il mio io che si pone in ascolto di un altro io.
Seguì poi la riflessione da convertita su quell'"io" che puo esistere solo se dipende da un "io" più grande e inesauribile che lo sostiene di attimo in attimo.
E, nella sua ultima fase, quella mistica, studiando Giovanni della Croce e Dionigi l'Aeropagita, ella può avvedersi che il suo "io" può farsi, in vita, ospite della Trinità che bussa alla sua porta per "cenare" con lui, se qualcuno gli apre.
Concludo con una telegrafica rilfessione che sintetizza il nostro percorso attraverso la tua domanda, sull'"Io sono", sui santi e sull'unica mediazione: tutto questo è quello che racchiude il nostro itinerario "dalla Trinità alla Trinità".
Bye
Chisolm
(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 09:28
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 22 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 20/11/2003 15.02
 chiedo scusa per i due post cancellati .... ho pasticciato un po'
Se il santo partecipa, come veramente credo,  alla pienezza di Dio, perchè non dovrebbe essere a sua volta partecipe dei disegni divini?
Mi chiedo: a che servirebbe raggiungere la santità ... solo per rimanere in uno stato estatico e inerte davanti alla visione di Dio? Tutto sommato, per quanto immensamente piacevole, penso che il fine per cui Dio ci ha creati vada un po' in là di questo. La creazione è vita in perenne movimento, così credo sia anche per lo spirito che partecipa
attivamente all'ordine dell'intero universo in un sentire unico che è
anche quello di Dio.
E' la vibrazione di questo unico "sentire di coscienza" che si riassume
nelle parole "Io sono"  .... In queste due parole è la vera realtà che riaccoglie in sè tutte quelle scintille di luce che che ora sono ritornate perfettamente consapevoli anche di un'individualità che ha in sè il sentire stesso di Dio e che quindi non possono volere altro che ciò che Dio stesso vuole e non possono fare altro che ciò che Dio stesso vuole che si faccia.
Come si può quindi negare quindi l'intercessione dei santi?
I santi, ripeto, non sono davanti a Dio come statuette con il solo scopo di lodarlo e rimirarlo ... disinteressandosi di ciò che accade nell'universo.
Sinceramente, questa mi sembra una visione piuttosto ristretta.
fraternamente
iyvan

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 23 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 20/11/2003 15.08
Yivan....la smetti di AUTOCENSURARTI?????? ti stavo per rispondere...........così che fai te voi sostituire al mio compito?...ahahah , ma dai, avevo letto il tuo messaggio e non c'era nulla di strambo.....
allora io scrivevo:
e quindi ASSUME LA PIENEZZA DI DIO, attraverso questa comunione che vantiamo, si potrebbe spiegare così la loro INTERCESSIONE che a questo punto nulla toglierebbe alla mediazione di Cristo che è unica??>
.........
e chisolm:
Quindi, un santo, sia apprendista santo o santo canonizzato, non potrebbe assumere la pienezza di Dio se no sarebbe Dio. Più giusto dire che partecipa della pienezza ma rimanendo nella sua individualità di creatura sanata (dal peccato) elevata e in visione beatifica.
......
il nociolo secondo me è in questo tratto rimarcato e sottolineato...infatti è quanto ho dato come risposta che attendo appunto da un pò di giorni.....(spero trattasi dei disguidi che ho avuto con il cambio dell'e-mail)...siamo fatti per partecipare, gli ho scritto, non per sostituirci a Dio o perchè Dio si sostituisca in noi.....
la stessa Incarnazione non parte da una "sostituzione di corpi" o da una "assunzione"...ma proprio da un farsi carne....e in questo siamo così esseri UNICI ED IRRIPETIBILI.....
Per il resto ti ringrazio per l'approfondimento che non fa mai male........
Yivan ti attendo....
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 24 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 20/11/2003 15.16
ambè...me credevo........
si riassume
nelle parole "Io sono"  .... In queste due parole è la vera realtà che riaccoglie in sè tutte quelle scintille di luce che che ora sono ritornate perfettamente consapevoli anche di un'individualità che ha in sè il sentire stesso di Dio e che quindi non possono volere altro che ciò che Dio stesso vuole e non possono fare altro che ciò che Dio stesso vuole che si faccia.
.........
e in questo senso anche dell'individualità che possiamo perciò scartare la questione DELLA REINCARNAZIONE....
Certo che stando in quella pienezza che NON dimentichiamo per noi è ANCORA UN MISTERO  (dice Paolo che vediamo OPACO)....il fare ciò che Dio vuole nasce dal mistero della Trinità: TRE Persone distinte, ma una unica fonte, una unica volontà un unico agire.....fin anche fra gemelli nati da una sola cellula e pur identici, hanno in sè caratteristiche specifiche che  fanno la differenza fra i due......e sono infatti DUE PERSONE DISTINTE pur nate da una sola cellula....
regà...certo che se ne possono fa di capriole in questo campo.....
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 25 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 20/11/2003 15.42
e in questo senso anche dell'individualità che possiamo perciò scartare la questione DELLA REINCARNAZIONE....
Mica tanto ... ... Scartiamola pure, ma non a motivo dell'individualità.
Lo spirito manterrebbe sempre la sua individualità, solo si cambierebbe d'abito
Fraternamente
iyvan

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 26 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 20/11/2003 15.58
e in questo senso anche dell'individualità che possiamo perciò scartare la questione DELLA REINCARNAZIONE....
Mica tanto ... ... Scartiamola pure, ma non a motivo dell'individualità.
Lo spirito manterrebbe sempre la sua individualità, solo si cambierebbe d'abito
Fraternamente
iyvan
...........
   
Robert De Niro se guarda allo specchio e dice: "vuoi provocare? Tu mi stai provocando!, e forza ..!!??"
Dunque uno nasce.....e porta in sè la vita, cioè, lo spirito che proviene da Dio... e che a Dio DEVE ritornare......
dimmi Yivan....l'individualità della tal persona è data :
1) solo dall'involucro (corpo che torna nella polvere da dove è venuto secondo il principio della Creazione di Dio);
2) dall'involucro esteriore appunto;
3) dall'anima (spirito);
4) una quarta che è una domanda: cosa caratterizza l'individualità dell'essere?
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 27 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 20/11/2003 16.32
Ehhhh ....  non si può neanche scherzare!
Comunque, a prescindere, come direbbe Totò:
. l'individualità è lo spirito che si serve di un organismo materiale
  per poter sperimentare ed assumere consapevolezza.
. ciò che caratterizza l'individualità dell'essere è il grado evolutivo
  raggiunto (cioè la sua consapevolezza).
fraternamente
iyvan 
 

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 28 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 21/11/2003 19.03

Caro Iyvan,

il tema della reincarnazione mi ha portato in passato a riflettere se nella Scrittura vi sia una attestazione al riguardo. Vi sono alcuni fatti dell'esistenza che a prima vista sembrerebbero trovare una risposta se si ammettesse tale dottrina come tu hai osservato.

Nella Bibbia però non vi è nessuna esplicitazione della dottrina sulla reincarnazione;

al contrario, invece, proprio nella Bibbia troviamo un’esplicita esclusione di tale dottrina: Si tratta del testo di Ebrei 9,27-28 che dice:

"è stabilito per gli uomini che muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio".

Questo testo è determinante per la definizione del problema dal punto di vista biblico.

Che la morte sia la sorte da Dio riserbata all'uomo caduto nel peccato risulta così dalle dichiarazioni della Scrittura come dai fatti dell'esperienza quotidiana che sono la legge di Dio in atto. Ma la morte non si ripete più volte, nella storia d'un uomo. Essa tronca d'un colpo misterioso e definitivo la vita terrena e, come attestano ad un tempo la coscienza e la Rivelazione, essa porta l'uomo alla presenza del Giudice da cui dipende la sorte definitiva di ogni creatura umana. Il giudizio divino è l'aspettativa solenne che sta davanti all'uomo dopo la morte.

Occorre esaminare attentamente anche la Tradizione della Chiesa, per poter capire la questione almeno in modo sintetico:

L’insegnamento della Chiesa non ha mai ammesso l’idea della reincarnazione delle anime.

I Padri della Chiesa non hanno mai avallato tale dottrina ma al contrario vi si sono opposti.

Spesso i sostenitori della reincarnazione citano espressioni dei Padri, attribuendo loro l’avallo per tale dottrina. In realtà tali citazioni sono estrapolate ad arte, togliendo le parti che servono a concludere il loro pensiero sulla questione.

Un esempio tipico è la citazione di S.Gregorio di Nissa il quale trova un elemento positivo nella teoria della reincarnazione solo perché attribuisce all’anima il suo carattere di immortalità, (e i reincarnazionisti se ne fanno un loro portabandiera) ma passa poi a confutare sistematicamente tale dottrina dichiarandola dettagliatamente incompatibile con la fede cristiana (ma di questo i reincarnazionisti non fanno cenno). E’ il solito vecchio sistema di cui si sono serviti sempre i contrabbandieri dell’errore a scapito della verità.

S.Agostino nel "De Civitate Dei" dichiara inaccettabile la reincarnazione e inconciliabile con la fede cristiana: oltre ad altri motivi che gli fanno ritenere stravagante questa dottrina, egli dice che l’amore per Dio e per il prossimo risulterebbe paralizzato già solo all’idea di doversi reincarnare ciclicamente nella prigione del proprio corpo.

E' opportuno ricordare che la fede cristiana pone al centro la certezza nella resurrezione dei corpi, non nella reincorporazione in altri corpi ma resurrezione proprio del corpo che abbiamo avuto dal nostro concepimento e per tutta la durata dell’unica vita vissuta.

Se si tiene conto che secondo la fede nella resurrezione della carne, ogni corpo vissuto sulla terra dovrà riavere la propria anima ne consegue che non è possibile accettare la fede della reincarnazione che ammette invece che una singola anima possa venire in più corpi, come osservava Stefano.

Per quanto riguarda la resurrezione della carne, in cui noi professiamo di credere, riteniamo nella fede cattolica che si tratti della resurrezione di quell'unico corpo che abbiamo avuto una sola volta, secondo il testo di Eb 9,27, anche se sarà trasfigurato, e non la trasfigurazione di sintesi di molti corpi.

Una confutazione organica della dottrina sulla preesistenza delle anime, della trasmigrazione delle anime da un corpo all’altro e della reincarnazione in genere, la possiamo trovare in S.Tommaso d’Aquino.

Ho inserito un articolo cercando di sintetizzare le sue tesi su questo argomento al seguente link:

La REINCARNAZIONE è compatibile con la fede cristiana?

Con affetto


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 29 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 21/11/2003 21.16
La risposta di Teofilo è assolutamente corretta, la reincarnazione è semplicemente estranea alla fede cristiana, ma deriva dalle religioni orientali.
Ho trovato una riflessione di un guru new age filippino che mi ha fatto piuttosto pensare, la parafraso a parole mie qui sotto:
Gesù disse: La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire.Chi ha orecchi intenda (Mt 11,13-15) e questo potrebbe farci presupporre la reincarnazione di Elia in Giovanni Battista, il dire che se lo si può accettare o meno, e che chi ha orecchi intenda, fa pensare ad un significato esoterico nascosto, quasi che ci fossero due insegnamenti: uno figurato per le masse ed uno iniziatico riservato ai discepoli, notasi che quello per le masse doveva per forza di cose essere più chiaro e comprensibile mentre quello per i discepoli avrebbe dovuto essere più complicato, questo è decisamente più logico della esegesi comune, secondo la quale parlava di cose incomprensibili alle folle: Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. (Mr 4,33-34)
Vediamo che c'è un discorso interessante fatto da Gesù: tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.(Mt 26,52) se una persona muore di morte naturale, quello che dice sarebbe invalidato.....che è confermato da Paolo stesso: Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato (Galati 6,7) il karma: si paga nelle successive reincarnazioni ciò che si è sbagliato nelle vite precedenti, che è una dottrina che vale anche per gli stessi profeti di Dio, pensiamo a quello che fece Elia ai profeti di Baal: Elia disse loro: «Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!». Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò (1Re 18,40).  Questo peccato fu pagato da lui nella sua successiva incarnazione sotto le spoglie di Giovanni Battista, lui uccise dei profeti, fu in seguito ucciso come profeta (Mt 14,8-12)
Ci tengo a sottolineare che tutto quello che ho messo qui sopra va preso con benefico di inventario e che so essere contrario alla tradizione bimillenaria della Chiesa.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 30 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 21/11/2003 21.16
Caro Teofilo,
sia chiaro che sto trattando questo tema solo per approfondimento e
quindi con un voluto contraddittorio.
Vorrei porti alcune domande:
1) nell'episodio della trasfigurazione, Pietro chiese a Gesù conferma
    che la venuta del Messia sarebbe stata preceduta dal ritorno di
    Elia. Gesù rispose che Elia era già ritornato ma non era stato
    riconosciuto (e si riferiva a Giovanni il Battista)
    Come mai Gesù non sancisce in questa occasione che uno spirito
    non può reincarnarsi?
2) In un altro episodio Gesù chiede agli apostoli chi la gente dicesse
     chi Egli fosse. Qualcuno degli apostoli rispose: Elia o qualche
    altro profeta.
    Anche qui, come mai Gesù non rimprovera una simile affermazione?
3) Come mai anche tra i primi cristiani, che pure erano vicini agli
     apostoli e ai successivi padri della chiesa, questa ipotesi era
     radicata al punto di indurre Giustiniano a farla dichiarare eretica
     attraverso un concilio (al quale peraltro il papa non aveva
     partecipato)?
4) Nicodemo non era uno sprovveduto o un ignorante, eppure le parole
     di Gesù gli fecero dire "Come può un uomo ritornare nel ventre di
     una madre?" .... Mi sembra strano che un uomo della cultura di
     Nicodemo non avesse compreso se Gesù si fosse riferito alla
     rinascita dello spirito.
5) ultima considerazione: perchè alcuni padri della chiesa si sarebbero
     dati da fare per negarla se essa non fosse stata già presente in una
     tradizione?
Non sto sostenendo nessuna tesi, ma credo che qualche perplessità
possa anche sorgere.
con altrettanto affetto
iyvan
    

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 31 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 21/11/2003 21.24
Scusa Stefano, ma ci siamo sovrapposti nei post.
La risposta di Teofilo è senza dubbio corretta in base alla dottrina, e la dottrina stabilisce che la reincarnazione non esiste.
Quello che sto cercando di stabilire è se a questa negazione si può pervenire anche secondo una certa logica (lo so che non è facile nè sostenerla, nè negarla)
iyvan 
(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 09:31
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 32 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 21/11/2003 22.01
Se effettivamente la reincarnazione fosse vera, perchè Dio non lo ha mai rivelato a nessun Santo Cattolico moderno?
Molti mistici ebbero ed hanno delle visioni, perchè in nessuna di queste Dio spiega il ciclo delle incarnazioni?

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 33 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 21/11/2003 22.29
Yivan....ho letto che le risposte ci sono....nel collegamento che Teofilo ha inserito......
le inserisco qui così sono a portata di tutti:
1) nell'episodio della trasfigurazione, Pietro chiese a Gesù conferma
    che la venuta del Messia sarebbe stata preceduta dal ritorno di
    Elia. Gesù rispose che Elia era già ritornato ma non era stato
    riconosciuto (e si riferiva a Giovanni il Battista)
    Come mai Gesù non sancisce in questa occasione che uno spirito
    non può reincarnarsi?
........

Gesù, non entra nel merito del pensiero dei contemporanei al riguardo delle loro credenze, ma si limita a porre l’accento sulla sua identità di Figlio di Dio, e che non ha nulla a che vedere con tali credenze popolari.

E’ interessante notare che in Gv.3,4 Nicodemo pone a Gesù la domanda: "perché dici che bisogna nascere di nuovo? Può forse un uomo entrare una seconda volta nel seno della madre e rinascere?"

Questa domanda fa intendere che i dottori della legge respingevano o ignoravano del tutto l’idea della reincarnazione. Nei testi rabbinici compreso il Talmud, non se ne trova traccia, così come pure nei rotoli di Qumran.

Elia non era morto ma era stato rapito al cielo in un carro di fuoco, pertanto non poteva essersi reincarnato in Giovanni Battista. Pertanto anche lo stesso Origene, nel suo commento al Vangelo di Luca afferma che Elia non poteva essersi incorporato nel Battista il quale quindi profetava "con lo spirito di Elia", cioè con la sua forza, con il vigore e l’autorità che era stato dato ad Elia come pure ad Eliseo, il suo discepolo che ricevette anch’egli una parte di questa forza spirituale. Uno dei primi Padri della Chiesa, S. Giustino, dice in proposito, nel suo "dialogo con Trifone": "è venuto Giovanni il Battista su cui si è posato lo Spirito di Dio, già presente in Elia".

*********

2) In un altro episodio Gesù chiede agli apostoli chi la gente dicesse
     chi Egli fosse. Qualcuno degli apostoli rispose: Elia o qualche
    altro profeta.
    Anche qui, come mai Gesù non rimprovera una simile affermazione?

...........

Avendo Gesù chiesto ai suoi discepoli cosa pensava la gente di lui, essi risposero: "chi Elia, chi Geremia, chi qualcuno dei profeti; (Mt.16,13)

pensiamo un attimo alla risposta che segue, l'illuminazione di Pietro e' la risposta: "Tu sei il Cristo il Figlio di Dio vivente".... ed anche importante quel che Gesù dice dopo....."nè la carne nè il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli"..... Questo particolare potrebbe assumere i contenuti di una risposta per coloro che fino a quel momento avevano creduto alla reincarnazione, poichè è indubbio che tale credenza già ci fosse.....vera o falsa che fosse tale dottrina, Gesù sembra dare una risposta anche a loro....."Non sono ne l'uno nè l'altro....IO SONO COLUI CHE SONO..." A questo possiamo aggiungere un aspetto non indefferente l'Incarnazione del Verbo.....Giovanni è chiaro "Il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio!", questo toglie ogni dubbio a che Gesù sia la reincarnazione di qualcuno....

3) Come mai anche tra i primi cristiani, che pure erano vicini agli
     apostoli e ai successivi padri della chiesa, questa ipotesi era
     radicata al punto di indurre Giustiniano a farla dichiarare eretica
     attraverso un concilio (al quale peraltro il papa non aveva
     partecipato)?
..............
Fu dichiarata eretica perchè la reincarnazione annulla il sacrificio del Cristo...che cosa è venuto a fare e che cosa è morto a fare se attraverso la reincarnazione noi riviviamo fino a quando avremo pagato da noi stessi i peccati? La reincarnazione di fatto annulla il Sangue di Cristo quale espiazione per tutti e giunge a fare a meno di Dio, infatti tale dottrina è radicata in quelle religioni dove non esiste il concetto di un Dio da adorare, invocare, pregare....ma una sorta di Entità Suprema non meglio identificata, autore di tutto ma anche di nulla, da rispettare, ma nulla di più...Cristo stravolge anche queste teorie, perchè ci presenta il Creatore in qualità di PADRE, non ce lo lascia più lontano o estraneo o indefinibile, ma dice "Chi ha visto me HA VISTO IL PADRE...." ecco perchè nel primo secolo c'erano sostenitori della dottrina errata che il Padre era Gesù incarnato.....i Padri compresero presto l'errore di questa dottrina e la bloccarono da subito. La reincarnazione in fondo già ci dice che è un errore nei confronti della dottrina cristiana dal momento che vuol dire re e incarnarnare, cioè RIPETERE IN MODO MOLTO SOMIGLIANTE LE FATTEZZE DI QUALCUNO....mentre c'è un brano della Bibbia che ci dice che siamo IRRIPETIBILI, che Dio ci conosce fin dal grembo materno chiamandoci per nome.....Un errore analogo lo fece Origine....per questo non fu mai posibile dichiararlo un "Padre della Chiesa"...purtroppo la sua tesi si dissociò dall'insegnamento cristiano apostolico quando affermava:

Origene, a cui viene erroneamente attribuita la paternità della dottrina sulla reincarnazione in realtà non aveva mai parlato di reincarnazione ma di preesistenza delle anime. Secondo una sua ipotesi, che per altro egli stesso dichiara discutibile nel suo lavoro "Dei Principi", Dio, avendo terminato ogni lavoro nei sei giorni della creazione, avrebbe anche terminato di creare le anime umane, che avendo successivamente peccato in maniera più o meno grave, sarebbero state inviate nei corpi a scontare la pena proporzionata al loro peccato.

Questa posizione di Origene fu ritenuta erronea nel Concilio Costantinopolitano II (553 d.C.) che con un anatematismo riteneva eretica la sua concezione sulla preesistenza delle anime.

Vi è da aggiungere che a prescindere dal concilio citato, Origene che era molto stimato in precedenza da S. Girolamo e da S. Gregorio di Nissa, fu attaccato da questi proprio per la sua tesi contraria alla fede cristiana tradizionale che non ammetteva l’ipotesi origenista

........... 

5) ultima considerazione: perchè alcuni padri della chiesa si sarebbero
     dati da fare per negarla se essa non fosse stata già presente in una
     tradizione?

..........

Infatti NON si nega l'esistenza di questa credenza.....e giustamente i primi cristiani da subito pongono un freno come quando leggiamo Paolo che dice "In Cristo tutto è stato ricapitolato..." Gesù è il CENTRO DI TUTTO e quando diciamo tutto intendiamo quel "tutto" paolino che parte dall'Universo, fino al moscerino....e dunque anche ogni dottrina, ogni religione, ogni sacralità....La Genesi apre la storia con dire "IN PRINCIPIO...." Giovanni apre la sua spiegazione con dire "IN PRINCIPIO".......l'Apocalisse si conclude con "IO SONO L'ALFA E L'OMEGA, il Principio e la Fine..." I Padri si son dati da fare per questo a negare da subito la reincarnazione, perciò, poichè la stessa INCARNAZIONE  del Cristo era messa in dubbio, scambiandola per "RE-Incarnazione", annullando di fatto tutto il concetto e la dottrina apostolica della stessa Risurrezione......

..........

Un esempio tipico è la citazione di S.Gregorio di Nissa il quale trova un elemento positivo nella teoria della reincarnazione solo perché attribuisce all’anima il suo carattere di immortalità, (e i reincarnazionisti se ne fanno un loro portabandiera) ma passa poi a confutare sistematicamente tale dottrina dichiarandola dettagliatamente incompatibile con la fede cristiana (ma di questo i reincarnazionisti non fanno cenno). E’ il solito vecchio sistema di cui si sono serviti sempre i contrabbandieri dell’errore a scapito della verità.

S.Agostino nel "De Civitate Dei" dichiara inaccettabile la reincarnazione e inconciliabile con la fede cristiana: oltre ad altri motivi che gli fanno ritenere stravagante questa dottrina, egli dice che l’amore per Dio e per il prossimo risulterebbe paralizzato già solo dall’idea di doversi reincarnare ciclicamente nella prigione del proprio corpo.

Fraternamente Caterina


Rispondi
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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 22/11/2003 2.35
Per Stefano
Molti mistici ebbero ed hanno delle visioni, perchè in nessuna di queste Dio spiega il ciclo delle incarnazioni?
Una risposta potrebbe anche essere che Dio non stravolge mai ciò che può essere la tradizione o la convinzione di qualcuno.
D'altra parte questa mia risposta può ritenersi abbastanza in linea
con quella datami da Caterina: Gesù, non entra nel merito del pensiero dei contemporanei al riguardo delle loro credenze.
Per Caterina
Elia non poteva essersi incorporato nel Battista il quale quindi profetava "con lo spirito di Elia", cioè con la sua forza, con il vigore e l’autorità che era stato dato ad Elia
Si può anche interpretare così, anche se però l'affermazione di Gesù mi sembra abbastanza precisa e categorica "Elia è già tornato, ma
non è stato riconosciuto" Secondo l'interpretazione di cui sopra, l'affermazione  dovrebbe essere così formulata: "Battista ha profetato con la forza, il vigore e l'autorità di Elia, ma voi non avete compreso" 
Non mi sembra che le due frasi dicano la stessa cosa.
Mi sembra anche strano che Pietro abbia potuto fare una simile domanda se non fosse stato a sua volta convinto di ciò che la tradizione affermava. Eppure Gesù non lo corregge. Mah!

pensiamo un attimo alla risposta che segue, l'illuminazione di Pietro e' la risposta: "Tu sei il Cristo il Figlio di Dio vivente".... ed anche importante quel che Gesù dice dopo....."nè la carne nè il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli"..... Questo particolare potrebbe assumere i contenuti di una risposta per coloro che fino a quel momento avevano creduto alla reincarnazione, poichè è indubbio che tale credenza già ci fosse.....vera o falsa che fosse tale dottrina, Gesù sembra dare una risposta anche a loro....."Non sono ne l'uno nè l'altro....IO SONO COLUI CHE SONO

Direi che Gesù afferma qui chi egli è, facendo semplicemente intendere che Egli non è nessuno dei personaggi che gli apostoli elencano e, quindi, che egli non è la loro reincarnazione. Non vedo però in questo una negazione di questa credenza, che al contrario  ben traspare dalla prima risposta data da un apostolo "Alcuni dicono che tu sei Il Battista, altri che tu sei  ....."

Fu dichiarata eretica perchè la reincarnazione annulla il sacrificio del Cristo...che cosa è venuto a fare e che cosa è morto a fare se attraverso la reincarnazione noi riviviamo fino a quando avremo pagato da noi stessi i peccati?

Il sacrificio di Cristo ci ha riscattati dalla condizione in cui il peccato ci aveva fatto precipitare e ci ha riaperto la via verso il Padre, ma questo può benissimo valere per una o anche altre vite. Perchè no?

E che differenza ci sarebbe espiare attraverso il passaggio nel purgatorio oppure attraverso altre esistenze terrene? Attenzione, non è detto che reincarnandoci capiremo senz'altro. Potremmo continuare a farlo all'infinito e non avanzare di un passo. 

Come vedi, il discorso non si può esaurire che accettando per fede la dottrina. Ecco perchè dissi all'inizio che preferisco non pormi questo problema, ma semplicemente vivere (per quanto ne sono capace) in aderenza agli insegnamenti di Cristo questa vita. Perchè in ogni caso è in questa vita che dobbiamo cercare di dare il meglio di noi stessi, poi avremo modo di sciogliere ogni dubbio, o magari di rivedere alcune nostre certezze

fraternamente

iyvan


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/11/2003 11.24
Caro Yivan....la tua "santa provocazione" infatti mette in luce quel modo anche errato di usare la Bibbia....stravolgendola, interpretandola da soli, evitando un punto essenziale...L'ISTITUZIONE DELLA CHIESA......
Se leggiamo gli Apostoli, specialmente il primo Concilio di Gerusalemme, appare chiaro l'intento del Cristo: affidare a loro L'INTERPRETAZIONE e la custodia della Parola di Dio.....questo emerge da subito, non soltanto dal Kerigma annunziato da Pietro, portavoce di tutti, nel giorno della Pentecoste, ma specialmente se leggiamo Atti 15.22 dove, subito dopo l'attuazione dell'esclusione dei Giudei dalla Chiesa, s'inoltra se vogliamo LA PRIMA LETTERA UFFICIALE APOSTOLICA che è di carattere ordinativo, informativo, istituzionale......
Se non facciamo menzione di questo fatto, inutile tentare di capire il resto......
Da subito si avverte che il problema per gli Apostoli NON è verso coloro che credono o vivono la fede in modo diverso, ma ATTENZIONE, verso coloro che STRAVOLGONO la Verità che a LORO è stata rivelata ed affidata........ecco perchè TUTTO ruota sempre attorno a Gesù Cristo sul quale, dicono più volte gli Apostoli, NON si può fare confusione alcuna. Gli Apostoli non si battono per eliminare i MODI d'intendere tale verità, ma sulle DOTTRINE che  disorientano la verità......e questo emerge quando Paolo dice: "C'è chi dice io sono di tizio, di caio e di sempronio..." Paolo li rimprovera, ma non accenna alle dottrine, rimprovera quel mettere Gesù da parte facendo emergere più una volontà ed un opera umana anzichè DIVINA.....e che il Cristo non può che vederci UNITI.....
Giovanni avverte: "NON crediate ad ogni spirito.....chi confessa Gesù VENUTO NELLA CARNE è da Dio...chi NON confessa questo Gesù NON è da Dio..."
L'INCARNAZIONE prende così quell'importanza primaria per chi intende essere cristiano....l'Incarnazione e non reincarnazione assume quel FULCRO sul quale poggerà tutta la dottrina cristiana......
Infine tale Istituzione della Chiesa specifica per questo ruolo lo vediamo quando leggiamo tutto il N.T. nel quale apprendiamo principalmente LA SPIEGAZIONE DELL'ANTICO.....Paolo e gli altri usano riferimenti dell'A.T. (la famosa Settanta) proprio per dimostrare quel compito che hanno ricevuto, FARSI INTERPRETI DELLA PAROLA DI DIO....a nessun altro è stato dato questo compito, infatti gli Ebrei non solo sono gli unici a NON fare proselitismo, ma NON interpretano nemmeno la Parola....e infatti in loro NON esiste il concetto della reincarnazione proprio perchè NON interpretano i singoli versetti.
Lo stesso fecero i Padri della Chiesa.......
ebbero la delicatezza di NON andare oltre, contrariamente a quanto si pensi, ma sulla stessa scia se ci fate caso NON condannavano le dottrine degli altri fino a quando queste non venivano a minare la predicazione della Verità......ecco che allora man mano che la Chiesa si espandeva e cresceva la predicazione, si comprendeva anche di come certe dottrine, invece, andavano minando l'essenza della Verità ed è a questo punto che scattava la conferma dell'eresia e di conseguenza la condanna.....LORO erano stati posti e SONO oggi posti a salvaguardia di queste VERITA' RIVELATE : "Guai a me se NON predicassi il Vangelo" dice Paolo!! predicarlo significa anche avvisare eventuali errori che minano la credibilità di questa rivelazione..... questo è il compito assegnato alla Chiesa e a nessun altro......
In altri noi possiamo trovare quella forza dello Spirito che ci mette in qualche modo IN COMUNIONE.....poichè Dio NON ha abbandonato NESSUNO e poichè Gesù ha detto che Egli vuole che TUTTI SAPPIANO..... è indubbio perciò che esista sempre un fondo di verità che noi ancora NON conosciamo in altre Religioni.....poichè TUTTO ciò che è buono viene da Dio e a LUI deve fare ritorno.....l'unica clausola è che queste NON devono scontrarsi con le verità già rivelate nella Chiesa, perchè abbiamo un Dio fedele che non è confusione.....esse devono ARRICCHIRE LA CHIESA.....lo stesso Paolo viaggia da subito su questa scia quando ad Atene NON denuncia e non condanna certe usanze e l'uso delle statue, ma davanti ad esse prova a portare il Vangelo provando e tentando UN PUNTO D'INCONTRO.....che possa armonizzare senza violentare e senza annullare gli altri......
Lo stesso accade a Pietro se vi ricordate Atti sulla questione dell'impurità e dei cibi......dove attraverso una visione gli appare chiare questo intento di MISSIONARIETA' che NON estranea affatto coloro che la pensano diversamente......
Gli Apostoli apportano cambiamenti e stravolgimenti.....ma dice Paolo, non lo fanno da sè stessi, ma hanno ricevuto UN INCARICO.....
Eliminiamo tutto questo e allora si che ogni singolo versetto biblico non solo spaccherà e porterà divisioni, ma assumeranno interpretazioni e arbitrazioni personalizzate  A DISCAPITO DELLA VERITA' E QUINDI A DISCAPITO DEGLI UOMINI i quali NON saranno mai chiaramente informati sulla pienezza della Rivelazione......
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 36 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 23/11/2003 23.29

Caro Iyvan

Raccolgo la tua legittima perplessità che hai espresso in modo chiaro rispetto alla mia generica e troppo sintetica risposta che era:

<Elia non poteva essersi incorporato nel Battista il quale quindi profetava "con lo spirito di Elia", cioè con la sua forza, con il vigore e l’autorità che era stato dato ad Elia >

Si può anche interpretare così, anche se però l'affermazione di Gesù mi sembra abbastanza precisa e categorica "Elia è già tornato, ma non è stato riconosciuto" Secondo l'interpretazione di cui sopra, l'affermazione dovrebbe essere così formulata: "Battista ha profetato con la forza, il vigore e l'autorità di Elia, ma voi non avete compreso"

Non mi sembra che le due frasi dicano la stessa cosa.

Mi sembra anche strano che Pietro abbia potuto fare una simile domanda se non fosse stato a sua volta convinto di ciò che la tradizione affermava. Eppure Gesù non lo corregge. Mah!

Cercherò pertanto, considerato il tuo giustificato interesse, e anche nel rispetto di chi ci legge e si attende delle chiarificazioni accettabili, di sviscerare meglio la questione, ricostruendo tutti i passaggi evangelici riguardanti il soggetto, servendomi naturalmente di un commentario:

Mt 11,14. E, se lo volete accettare, Egli è l'Elia, che doveva venire.

Qui Gesù cita un  passo del profeta Malachia 4:5 : «Ecco io vi mando Elia il profeta prima che venga il giorno dell'Eterno, giorno grande e spaventevole». Tratti in errore dalla versione dei 70. che rendono questo versetto colle parole: «Ecco io vi mando Elia il Tisbita», gli Ebrei aspettavano letteralmente che Elia il Tisbita riapparisse (tornando dal cielo dove era stato assunto col proprio corpo) prima della venuta del Messia.

Ma Gesù dice loro implicitamente che ciò era un errore, poiché la profezia era già stata adempiuta, essendo il promesso precursore non altri che Giovanni (il quale aveva avuto una nascita regolare). È da osservare, che né la testimonianza di questo versetto, né quella simile recata da nostro Signore in Matteo 17:12 sono in contraddizione con la negativa di Giovanni, non essere Egli Elia Giovanni 1:21 ; poiché la domanda fattagli si riferiva evidentemente alla riapparizione di Elia il Tisbita in persona.

Mat 17,10-12 Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa.

Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro».

Mc 9,11. Poi gli domandarono, dicendo: Perché dicono gli Scribi, che prima deve venire Elia?

Sapendo, che una volta raggiunti gli altri discepoli, non sarà loro più lecito di parlare del notevole evento di quella notte, essi colgono l'occasione per chiedere spiegazioni intorno ad una difficoltà che la vista di Elia aveva fatta venire in mente loro . Gli Scribi, citando le Scritture, insegnavano che prima che fosse apparso "l'Angelo dei Patto" (il Messia), Elia doveva apparire. Or come potea ciò conciliarsi con l'avvenuta apparizione di Elia in quella notte stessa? Essi credevano che Gesù il Messia; ma perché dunque non l'aveva Elia preceduto? Era forse quella breve apparizione di Elia sulla scena della trasfigurazione l'adempimento della profezia e né devono essi tre soli, fra tutto il popolo, essere i testimoni? E perché Elia non era egli rimasto con loro? Ovvero doveva egli apparire ancora e, in tal caso, perché questa inversione nell'ordine degli eventi?

Vedendo che con tale divieto non ci sarebbe modo di chiedere spiegazioni in appresso, e con l'animo pieno della scena di cui erano stati testimoni, i discepoli colgono avidamente l'occasione di farsi sciogliere una difficoltà intorno alla vaticinata venuta di Elia quale precursore de Messia. Se Gesù era il Messia (e di ciò non poteva esserci più alcun dubbio dopo quello che avevano pure allora veduto e udito), come dunque Elia non era ancora apparso secondo le profezie? Ovvero questa breve apparizione, sulla cima di una montagna della Galilea, nel mezzo della notte, la presenza non d'altri testimoni che di essi tre discepoli, doveva considerarsi come l'adempimento della profezia di Malachia? Gesù spiega loro che di Giovanni Battista parlava il profeta, perché Giovanni doveva venire nello spirito e nella virtù d'Elia, onde porre mano alla riforma morale d'Israele e preparare la via del Signore. Tutti i discepoli conoscevano già la sua storia quale Precursore .

L'apparizione di Elia nella sua gloria riconduceva naturalmente i loro pensieri alla popolare credenza che, innanzi alla venuta del Messia, dovesse quel profeta apparire in persona sulla terra. La spiegazione data da Cristo Matteo 11:14 , che Giovanni Battista era venuto (da intendersi nello spirito e colla potenza di Elia), e come suo precursore in adempimento della profezia di Malachia, era stata o dimenticata o non mai compresa da loro. Se prima della trasfigurazione essi avevano conservato qualche dubbio, dopo di essa non potevano più dubitare che Gesù fosse il Messia. Essi avevano veduto coi loro propri occhi il vero Elia che era stato assunto in cielo, e certamente nessuno che avesse la minima rassomiglianza con esso aveva preceduto Cristo; quindi la domanda: "Come dunque dicono gli Scribi che conviene che prima venga Elia?". Con pazienza grandissima il Signor nostro spiegò loro di nuovo ciò che a loro stessi aveva già detto, intorno a Giovanni, e questa volta la verità rifulse ai loro intelletti, ed essi l'accolsero.

La maggior parte dei Padri primitivi, gli scrittori Cattolici in genere, e molti scrittori moderni, ritengono che questa venuta di Elia debba ancora avverarsi letteralmente e servire d'introduzione alla seconda venuta del Signore. Essi son d'avviso che la profezia di Malachia, non sia stata ancora adempiuta definitivamente, perché il Battista non andò davanti al Signore, se non "nello spirito e virtù d'Elia".


Gv 1,21. Ed essi gli domandarono: Che sei adunque? (letteralmente: che dunque?) Sei tu Elia? Ed egli (Giovanni) disse: Io non lo sono.

I Giudei aspettavano in quei tempi (e la aspettano ancora) Elia il Tisbita, che doveva scendere in persona dal cielo, prima della venuta del Messia, e da ciò ebbe origine questa domanda in quel senso personale Giovanni nega di essere Elia, ma non nega di essere l'Elia di cui Malachia profetizzò ( 4:5) poiché subito dopo dichiara di essere stato mandato per preparare la via del Signore. Mentre corregge le loro false nozioni sopra Elia, spiega il suo vero carattere e la sua missione in modo così chiaro che essi avrebbero potuto comprendere essere egli l'Elia annunziato dal profeta (Matteo 9:14 );; Marco 9:11 -13

Considerazione

Giovanni Battista nega di essere Elia, Gesù invece dice che lo era. Sono essi in contraddizione?

Se Giovanni era un vero profeta non avrebbe potuto affermare di sè una cosa falsa. Tutt'al più se non lo sapeva, avrebbe dovuto dirlo. Ma invece lo negò esplicitamente. Infatti non era Elia il Tesbita e diceva il vero.

Gesù allora perchè diceva che Battista era Elia? Perchè indicava così il messaggero che avrebbe preparato la sua missione e diceva ugualmente il vero.

Solo in tal modo si capisce sia l'affermazione dell'annunziatore che dell'Annunziato, circa l'identità del Battista.

Con affetto

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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 24/11/2003 12.06
Questo messaggio è stato eliminato dall'autore.
(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 09:33
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Consiglia Elimina    Messaggio 38 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 24/11/2003 12.09
</TABLE>
Caro Teofilo,
la tua disamina è molto ben articolata e segue un filo conduttore
di una logicità ineccepibile, tanto che sarei tentato di dirti: "Sei stato veramente convincente". Tuttavia, per spremere fino in fondo l'argomento, permettimi un'ulteriore riflessione, vale a dire un altro
ipotetico dubbio: Gesù era Dio, quindi Egli era ben consapevole di
ciò che affermava, ed Egli in effetti fece delle affermazioni precise
senza minimamente tentare, almeno così apparirebbe, di confutare
o perlomeno correggere ciò che sembrerebbe essere stata una convinzione anche degli stessi apostoli che vivevano al suo fianco.
Se io ti chiedessi: "Tu sei la reincarnazione di Tizio?", se tu ritenessi
assurda una tale domanda non potresti mai rispondermi: "No, non lo
sono", ma senz'altro mi guarderesti come se fossi impazzito e risponderesti di conseguenza. "Ma che corbellerie stai dicendo? Di
quale reincarnazione parli, che non esiste?".
Cioè, non negheresti di essere colui che ti chiedo ma negheresti la
possibilità che ciò possa verificarsi. 
Il Battista, a sua volta, risponde negando soltanto di essere quella
persona. Questo non significa necessariamente che, qualora lo
fosse stato, egli abbia mentito, ma potrebbe anche essere che non
ne avesse semplicemente la consapevolezza, quindi la sua risposta
sarebbe stata in buona fede, a differenza di Gesù per il quale nulla
poteva essere nascosto. (D'altra parte, la reincarnazione implicherebbe l'oblio di precedenti esperienze al fine di con condizionare quella presente).
Non prendere quanto ho scritto per una contestazione. Voglio solo
ribadire che la dottrina può essere accettata solo per fede, perchè
nulla può essere dimostrato con assoluta certezza. Si può essere
o non essere d'accordo su queste riflessioni, ma non si può dimostrare con assoluta sicurezza quale delle due tesi sia quella vera.
La verità assoluta è solo il Cristo, ma Egli ci ha istruiti solo su ciò che
era necessario conoscere al momento della Sua venuta.
Probabilmente è come tu affermi, caro Teofilo, ma se anche così non
fosse non vedrei alcuna contraddizione con la fede in Lui e con il
motivo della Sua venuta. 
Con altrettanto vero affetto,
iyvan

<NOBR>Prima </NOBR> <NOBR>Precedente </NOBR> <NOBR>23-37 di 37 </NOBR> <NOBR>Successiva </NOBR> <NOBR>Ultima </NOBR>
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Consiglia Elimina    Messaggio 39 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 24/11/2003 21.13
la dottrina può essere accettata solo per fede, perchè
nulla può essere dimostrato con assoluta certezza. Si può essere
o non essere d'accordo su queste riflessioni, ma non si può dimostrare con assoluta sicurezza quale delle due tesi sia quella vera.
Ti propongo un altro punto di vista caro Iyvan, Cristo era ed è Dio onnipotente ed onniscente, quindi sa sicuramente che cosa è giusto e che cosa non lo è.
Se la reincarnazione fosse stata vera sarebbe stato contradditorio che lui che è la Verità permettesse che la Chiesa da Lui fondata, insegnasse per 2000 anni cose false, ovvero il paradiso, e l'inferno eterni dopo la fine di questa singola vita.
La verità assoluta è solo il Cristo, ma Egli ci ha istruiti solo su ciò che
era necessario conoscere al momento della Sua venuta.
A questo punto possiamo gettarci in un burrone facendo un salto mortale:
immaginiamo che davvero la reincarnazione esista e che Cristo non la abbia insegnata, quand'anche le cose fossero in questo modo così opposto a quello che i cristiani hanno sempre creduto, vorrebbe dire che è giusto che sia così!!!
mi spiego meglio: se davvero fosse utile credere alla reincarnazione per crescere spiritualmente, Gesù lo avrebbe detto in modo molto chiaro, così come ha detto chiaramente che è indispensabile amare il prossimo e pregare per i propri nemici per essere veri figli di Dio.
Quindi in base alla Scrittura e alla Tradizione cristiana di 2000 anni, ciò che bisogna credere se vogliamo fare la volontà di Gesù Cristo è che esiste solo questa vita e che dopo di essa c'è un giudizio definitivo e senza rimedio.
Quindi se per ipotesi assurda, la reincarnazione fosse vera, il fatto stesso che Gesù non ce ne ha parlato è prova infallibile che non dobbiamo occuparcene e che dobbiamo proclamare quello che ha insegnato Gesù (paradiso&inferno) a noi, facendo così la volontà di Dio.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 40 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 24/11/2003 21.53

Caro lyvan,

per quanto riguarda la impossibilità che il Battista fosse Elia il Tisbita, abbiamo la conferma dal fatto che tale persona è stata assunta in cielo col suo corpo ed il suo spirito. Se il suo spirito si fosse dissociato dal corpo per andare ad incorporarsi in quello del Battista avremmo due assurde soluzioni: o Elia aveva due spiriti il che è impossibile o Elia doveva lasciare il suo corpo in cielo privo del suo unico spirito. Cose assurde che nessun padre della CHiesa ha mai avuto minimamente l'ardire neppure di ipotizzare, neppure Origene, che come sai ipotizzò la preesistenza delle anime.

Vorrei riprendere una tua considerazione del post 34, nel quale osservavi:

Il sacrificio di Cristo ci ha riscattati dalla condizione in cui il peccato ci aveva fatto precipitare e ci ha riaperto la via verso il Padre, ma questo può benissimo valere per una o anche altre vite. Perchè no? E che differenza ci sarebbe espiare attraverso il passaggio nel purgatorio oppure attraverso altre esistenze terrene?

La differenza che personalmente vi vedo è molto vicina a quella che tu stesso hai espresso dicendo:

Attenzione, non è detto che reincarnandoci capiremo senz'altro. Potremmo continuare a farlo all'infinito e non avanzare di un passo.

infatti se le anime separate dal corpo dopo la morte, fossero costrette a reincarnarsi per conseguire la loro purificazione, non solo non è scontato che avanzeranno di un passo o che si purificheranno e arriveranno a comprendere, ma incorrerebbero nel RISCHIO di accrescere le loro infedeltà e le loro impurità o addirittura DI DANNARSI PER SEMPRE, (tanto più che nella vita terrena non si la consapevolezza di una vita passata che permetta di far tesoro delle esperienze passate);

Invece, nel purgatorio, attraverso quelle poche o molte percosse, di cui Cristo ha parlato spiegando la retribuzione che spetterà al momento dell'incontro del servo PARZIALMENTE FEDELE con il suo Padrone, vi è la sicura e consapevole possibilità di purificarsi, nella certezza di poter entrare nella gioia del suo Signore. E questo comporterebbe un notevole accrescimento dell'amore verso Dio, ancorchè imperfetto e in via di purificazione, il che è connaturale al fine per il quale siamo stati creati.

Inoltre per le anime separate dal corpo che non hanno raggiunto quella "santificazione senza della quale non possono vedere il Signore" (cf Eb.12,14) non vi sarebbe il terrore di dover tornare in un corpo col rischio che anzichè migliorarsi potrebbero definitivamente perdersi. Un ipotetico provvedimento di far reincarnare un'anima, non converrebbe quindi nè all'anima stessa nè a Dio che invece vuole la salvezza di tutti gli uomini.

Vi è dunque una sostanziale, anzi "abissale" differenza tra il purgatorio e la reincarnazione.

Quanto sopra solo per cercare di approfondire insieme una questione sempre di attualità e che in tanti ci poniamo.

Concordo poi pienamente con la tua considerazione finale.

...il discorso non si può esaurire che accettando per fede la dottrina.

Ecco perchè dissi all'inizio che preferisco non pormi questo problema, ma semplicemente vivere (per quanto ne sono capace) in aderenza agli insegnamenti di Cristo questa vita. Perchè in ogni caso è in questa vita che dobbiamo cercare di dare il meglio di noi stessi, poi avremo modo di sciogliere ogni dubbio, o magari di rivedere alcune nostre certezze.

Con affetto


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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 25/11/2003 0.34
Sempre con l'intento di sviscerare tutte le possibilità per raggiungere una fede consapevole, rispondo.
Per Stefano
Infatti, Caro Stefano, non solo non è necessario essere convinti
della reincarnazione, ma essa è anche difficile da comprendere
e alcuni potrebbero cadere nella trappola del cosidetto "fatalismo",
così come è vissuto dagli induisti che assistono indifferenti alle
sofferenze di un poveretto che sta morendo per strada in quanto,
così dicono, sta subendo il suo karma.
Questo è l'errore e il grande pericolo in cui si può incorrere se questa dottrina non viene pienamente compresa.
Chi eventualmente avesse capito cosa potrebbe significare lo strumento della reincarnazione saprebbe anche che ciò che conta
è migliorarsi il più possibile nel corso di questa esistenza aiutandoci
vicendevolmente, tenendo ben presente che ogni nostra azione provoca un effetto e che questo effetto non si esaurisce, ma ritorna
sempre, al momento opportuno, verso il mittente (legge karmica) con il duplice scopo di purificare e far comprendere l'errore commesso, ma questo non deve indurre all'indifferenza, bensì alla carità.
Quindi concordo con la tua conclusione: se anche esistesse non è
necessario che noi lo sappiamo. Ciò che per noi è importante è come
viviamo questa vita, facendo bene solo per amore del bene (e non solo per guadagnarci il paradiso), esattamente come Gesù si comportò solo per amore, e questa è veramente, come tu giustamente dici, la volontà di Dio (il resto è solo desiderio umano di maggior conoscenza)
Gesù si è limitato ad insegnarci come si deve vivere e qual'è il fine dell'uomo. Già fatichiamo a capire bene questo .. figuriamoci se ci avesse parlato d'altro.  
per Teofilo
Caro Teofilo, se vediamo il fatto secondo la sua letteralità, tu avresti
tutte le ragioni (e non è detto che comunque tu non le abbia).
Elia fu assunto in cielo in corpo e spirito. Partiamo da questo punto:
credo che neppure tu possa esser convinto che Elia possa trovarsi
in una dimensione spirituale con un corpo materiale. Allora io faccio un'ipotesi: poichè il corpo è energia pesante e lo spirito potrebbe essere un tipo di energia estremamente sublimata, non sarebbe ipotizzabile che, quando un individuo raggiunge il massimo grado di purezza e consapevolezza la stessa energia pesante che costituisce il corpo fisico si sublimi al punto di fondersi con lo spirito
in un'unico tipo di energia?  Questo potrebbe tra l'altro spiegare anche l'assunzione di Maria e forse potrebbe anche farci intuire cosa
si intende per trasfigurazione, e cadrebbe il problema da te posto circa la dissociazione che ci sarebbe stata tra corpo e spirito in Elia.
Quando si dice che noi saremo trasfigurati nel corpo nessuno è in grado di stabilire le modalità di questa trasfigurazione, quindi la mia
ipotesi non intacca questa verità, pur rimanendo una semplice ipotesi. E' anche chiaro che nel caso di Elia e di Maria sarebbe sempre e comunque Dio che potrebbe aver deciso questa anticipazione sui tempi.
Poi dici:

infatti se le anime separate dal corpo dopo la morte, fossero costrette a reincarnarsi per conseguire la loro purificazione, non solo non è scontato che avanzeranno di un passo o che si purificheranno e arriveranno a comprendere, ma incorrerebbero nel RISCHIO di accrescere le loro infedeltà e le loro impurità o addirittura DI DANNARSI PER SEMPRE, (tanto più che nella vita terrena non si la consapevolezza di una vita passata che permetta di far tesoro delle esperienze passate);

Credo che questo rischio sia però abbastanza teorico.

Prima di tutto non dimentichiamo che il tempo è solo una concezione umana, quindi il tempo che noi impiegheremmo in varie incarnazioni sarebbe come un battito di ciglia dell'eternità. Dio non ha tempo, quindi non avrebbe importanza quante volte.

Una cosa però sarebbe evidente se l'ipotesi fosse vera: lo spirito non potrebbe mai regredire, al limite potrebbe solo avere delle battute d'arresto, ma mai regredire da un punto di vista strettamente spirituale, diversamente si tratterebbe di involuzione, il che è possibile solo socialmente ma non spiritualmente, e mi spiego: lo spirito è la somma di tutte le esperienze vissute, comprese e fatte proprie, vale a dire che ciò che ha acquisito non potrebbe più perderlo perchè sarebbe parte di se stesso. Queste esperienze verrebbero infatti valutate e macerate nella condizione in cui lo spirito si trova dopo il trapasso ed egli diverrebbe consapevole degli errori commessi, e qui ci sarebbe la sofferenza del rimorso, o di ciò che dovrebbe ancora sperimentare per comprenderli. Quindi Dio darebbe la possibilità di avere queste nuove esperienze e, calandosi nuovamente nella materialità, perderebbe però la consapevolezza delle sue vite precedenti, questo perchè le sue scelte non devono assolutamente essere condizionate. In ogni caso, il bagaglio che lo costituisce e che rappresenta il "sentire", ovvero l'evoluzione dello spirito, non potrà mai regredire. Diciamo poi che, a furia di ripetere la classe, prima o poi dovrà pur capire

Un discorso a parte varrebbe per gli spiriti che consapevolmente rifiutano Dio, non tanto come presenza, quanto perchè hanno in odio il bene (come il caso di Lucifero). In questo caso il loro stato dopo il trapasso sarebbe una macerazione nel buio di questo rifiuto(ciò che chiamiamo inferno) che impedisce qualsiasi azione, compresa la reincarnazione.

Forse tu stesso lo hai sperimentato da bambino: non ti sei mai chiesto perchè tu sentissi già allora avversione per certe forme di violenza, mentre altri non la sentivano, oppure certi concetti innati che ti facevano "sentire" che una certa cosa era male, ma neppure tu sapevi il perchè? .. Ecco, questo potrebbe essere il bagaglio evolutivo di cui parlavo.

Vero? Non vero? E chi lo sa! L'importante è che non ci si discosti dalla verità di Cristo Dio, e sin qui non credo di essermi discostato, almeno spero.

Con fraterno affetto

iyvan


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/11/2003 9.51
Interessante la risposta di Yivan a Stefano al messaggio 41.....
e mi soffermo su quella.
Chi eventualmente avesse capito cosa potrebbe significare lo strumento della reincarnazione saprebbe anche che ciò che conta
è migliorarsi il più possibile nel corso di questa esistenza aiutandoci
vicendevolmente, tenendo ben presente che ogni nostra azione provoca un effetto e che questo effetto non si esaurisce, ma ritorna
sempre, al momento opportuno, verso il mittente (legge karmica) con il duplice scopo di purificare e far comprendere l'errore commesso, ma questo non deve indurre all'indifferenza, bensì alla carità.
......
e in parte concordo, ma al tempo stesso non poso far altro che calarmi nella situazione dei Padri della Chiesa quando affrontarono il problema medesimo........., questa teoria in fondo, però, può procurare un sorta di menefreghismo verso quell'impegno COSTANTE che il Signore ci dice essere SOLO IN QUESTA VITA CHE VIVIAMO.....cioè, il rischio che io intravedo è il vievere poi una vita piatta, accomodante e senza rischi o ulteriori impegni......chiusi un pò in se stessi e sempre alla fine con la sicurezza psicologica che tanto "mi rincarnerò e potrò espiare".......
Se abbiamo letto l'evoluzione di questi particolari nei primi secoli della Chiesa infatti, Yivan, sia gli Apostoli che chi dopo di loro all'inizio NON danno peso a questa dottrina non cristiana.....nè la combattono e neppure la condannano.....la necessità di porre un freno avvenne quando si cominciò allora anche a dire che Gesù era reincarnato...e certamente la cosa NON andava più bene......
E' ottimo che tu abbia trovato dei lati positivi, ma questi vanno anche soppesati per vedere se i lati negativi pesano e quanto pesano e quanto danno apporterebbero.....
Se io sono convinto perchè ho fede e credo che ho solo questa vita per salvarmi nell'eternità...va da se che farò di tutto per guadagnarmi questa salveza che è messa li a disposizione di tutti.....
Ma se sono convinto che ho la possibilità di reincarnarmi, psicologicamente (specie nella nostra società laicista....), l'impegno che metterei per riscattarmi qui in vita completamente verrebbe meno.......
Certo, resta di fondo l'importanza della CONSAPEVOLEZZA......
Gesù si è limitato ad insegnarci come si deve vivere e qual'è il fine dell'uomo. Già fatichiamo a capire bene questo .. figuriamoci se ci avesse parlato d'altro......
.......
eheheheh...famme fa la pignola Yivan....Gesù NON si è limitato SOLO e semplicemente ad insegnare....Lui è finito sulla Croce, Lui è "l'uomo dei dolori", oltraggiato, schiaffeggiato che non ha posto resistenza, ha insegnato non soltanto di porgere l'altra guancia, ma ci ha dimostrato come si fa...e ha detto "ciò che ho fatto io voglio che facciate anche voi!". L'amore più grande resta quello di DARE QUALCOSA E DI DARE SE STESSI PER GLI ALTRI.....DARE....DARE GRATUITAMENTE come gratuitamente abbiamo ricevuto la salvezza.....
Nessuna Religione al mondo ci offre una testimonianza così palese e al tempo stesso MISTERIOSA ED ENIGMATICA dell'amore di Dio......per questo NON poteva parlarci d'altro Gesù.....siamo impegnati TUTTA la vita terrena a scoprire questo, ad accoglierlo ed accettarlo per goderlo nell'eternità, ed è rivolto  A TUTTA L'UMANITA'.....
Questo è il compito della Chiesa......"Andate ed annunziate la Buona Novella" e mi riallaccio all'importanza di questo che ho già spiegato nel messaggio 35
.......... Da subito si avverte che il problema per gli Apostoli NON è verso coloro che credono o vivono la fede in modo diverso, ma ATTENZIONE, verso coloro che STRAVOLGONO la Verità che a LORO è stata rivelata ed affidata........ecco perchè TUTTO ruota sempre attorno a Gesù Cristo sul quale, dicono più volte gli Apostoli, NON si può fare confusione alcuna. Gli Apostoli non si battono per eliminare i MODI d'intendere tale verità, ma sulle DOTTRINE che  disorientano la verità......
.........
In altri noi possiamo trovare quella forza dello Spirito che ci mette in qualche modo IN COMUNIONE.....poichè Dio NON ha abbandonato NESSUNO e poichè Gesù ha detto che Egli vuole che TUTTI SAPPIANO..... è indubbio perciò che esista sempre un fondo di verità che noi ancora NON conosciamo in altre Religioni.....
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 25/11/2003 21.43
Messaggio della Madonna a Medjugorje il
24 Luglio 1982
E' una falsità insegnare alla gente che si rinasce svariate volte passando attraverso corpi differenti, si nasce solo una volta.
Il corpo lasciato sulla terra, si decompone dopo la morte, non si torna mai a vivere una vita terren, l'uomo riceve un corpo trasfigurato

P.S. Per rigore di correttezza preciso che non è la traduzione ufficiale del messaggio diffusa in Italia, ma la mia dell'originale inglese che potete trovare qui sotto, in ogni caso qualunque dubbioso potrà verificare sui libri in quanto non ho trovato il testo del messaggio tradotto in italiano sul web:
It is false to teach people that you are reborn many times and
that you pass to different bodies. One is born only once. The body,
drawn from the earth, decomposes after death. It never comes back to life again. Man receives a transfigured body."
(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 09:34
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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 26/11/2003 11.05

Caro lyvan,

tu dici

Allora io faccio un'ipotesi: poichè il corpo è energia pesante e lo spirito potrebbe essere un tipo di energia estremamente sublimata, non sarebbe ipotizzabile che, quando un individuo raggiunge il massimo grado di purezza e consapevolezza la stessa energia pesante che costituisce il corpo fisico si sublimi al punto di fondersi con lo spirito in un'unico tipo di energia? Questo potrebbe tra l'altro spiegare anche l'assunzione di Maria e forse potrebbe anche farci intuire cosa

si intende per trasfigurazione, e cadrebbe il problema da te posto circa la dissociazione che ci sarebbe stata tra corpo e spirito in Elia.

si tratta di una ipotesi paradossale per cercare di trovare la compatibilità tra la tesi reincarnazionista e quella della fede nell'unica vita terrena di ciascun corpo. Il problema a mio modesto parere non può essere risolto solo forzando un singolo caso come ad esempio questo. Ma va inquadrato nel complesso dell'insegnamento della Chiesa. Questa ipotesi, cioè potrebbe essere discussa solo se le implicazioni che reca con se non comportasse una serie di conclusioni opposte alle definizioni del magistero che rispecchiano la fede della Chiesa. Quello che ora deve valere non può essere una ipotesi o tante ipotesi basate su testi non chiari, la cui esegesi stringente porta comunque a conclusioni ben diverse da quelle reincarnazioniste, ma al testo chiaro in cui si afferma:

Eb 9,27 E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio...

Questa espressione è vincolante per la nostra fede tanto più che non è diversamente interpretabile da come appare esplicitamente; infatti

Il Concilio ecumenico Vaticano II, parla - citando Eb 9,27- dell'«unico corso di questa vita terrestre»:

«Siccome poi non conosciamo il giorno ne l'ora, bisogna, come ci avvisa il Signore, che vegliamo assiduamente, affinchè, finito l'unico corso della nostra vita terrena (cfr. Eb 9,27), meritiamo di entrare con Lui nel banchetto nuziale ed essere annoverati fra i beati (cfr. Mt 25,31-46), ne ci si comandi, come a servi cattivi e pigri (cfr. Mt 25,26), di andare al fuoco eterno (Mt 25,41), nelle tenebre esteriori dove "ci sarà il pianto e lo stridore dei denti" (Mt 22,13 e 25,30) ».

Dagli atti del Concilio ricaviamo che l'inciso fu aggiunto al testo conciliare e approvato con una precisa intenzione anti-reincarnazionista.

Se guardiamo poi le cose con un pò di attenzione, dobbiamo constatare che la reincarnazione è esclusa dal magistero costante della Chiesa cattolica, anche solenne e definitorio, in modo implicito, perché risultano condannati punti di dottrina che sono assolutamente solidali con la teoria della reincarnazione, sotto qualunque forma la si voglia concepire.

Così non si può sostenere la reincarnazione senza sostenere anche la preesistenza delle anime, che è stata esplicitamente condannata dalla Chiesa durante il Sinodo di Costantinopoli del 553 e nel Concilio di Braga del 561.

Non si può sostenere la reincarnazione senza ammettere che il giudizio non segue sempre e immediatamente la morte. Ora, la Chiesa ha definito solennemente che alla morte segue sempre immediatamente il giudizio e le anime vanno subito (mox), a seconda delle colpe e dei meriti, in purgatorio, all'inferno o in paradiso.

Chi sostiene la reincarnazione deve necessariamente professare una antropologia in cui l' anima intrattiene con il corpo un legame accidentale, mentre la Chiesa ha definito che l'anima è la forma del corpo, cioè il legame dell'anima con il corpo è essenziale.

Chi sostiene la reincarnazione deve ritenere che la resurrezione dei corpi non avviene per riassunzione del proprio corpo, ma - nella migliore delle ipotesi ( II reincarnazionismo tende almeno a una concezione della salvezza di natura radicalmente spiritualista: il cammino della perfezione attraverso i corpi ha come meta definitiva uno stato non più corporeo La presenza nel corpo e infatti una pena e una punizione) -di un altro corpo, mentre il magistero insiste a parlare di «proprio» corpo, di identità reale fra il corpo terreno e il corpo glorioso.

Secondo il magistero della Chiesa infatti la resurrezione sarà «nei loro corpi» (Simbolo «Quicumque»), «con i loro corpi» (II concilio Ecumenico di lione, Professione di fede cit, DS 859; e Solenne professione di fede di paolo VI [1968], n° 28, bn-chindion Vaticanum, voi 3, n" 564), «in questa carne, in cui ora viviamo" (Formula detta «Fides Damasi», DS 72), «la risurrezione di questa stessa carne che abbiamo, e non di un'altra» (Professione di fede prescritta ai Valdesi [ 1208], DS 797), «tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti» (concilio ecumenico Lateranensis IV [1215], Capitolo «Firrmter» contro gli Albigesi e i Catari, DS 801)

Di recente Giovanni Paolo II ha sintetizzato così questo insegnamento costante della Chiesa cattolica: «La speranza cristiana ci assicura inoltre che l "esilio dal corpo" non durerà e che la nostra felicità presso il Signore raggiungerà la sua pienezza con la risurrezione dei corpi alla fine del mondo. [...] una vera e propria risurrezione dei corpi, con la piena reintegrazione delle singole persone nella nuova vita del cielo, e non una reincarnazione intesa come ritorno alla vita sulla stessa terra, in altri corpi».**

Inoltre come mi è sembrato palese dal tuo messaggio la tesi reincarnazionista finisce con il mettere in discussione anche la possibilità dell'eterna dannazione per coloro che invece dovrebbero essere deputati solo alla purificazione di una nuova esistenza terrena.

Infatti non potrebbe essere ammissibile, come sostenevo anch'io, che Dio permetta ad un'anima di rischiare la perdizione eterna costringendolo a reincarnarsi di nuovo.

Tu infatti dicevi:

Una cosa però sarebbe evidente se l'ipotesi fosse vera: lo spirito non potrebbe mai regredire, al limite potrebbe solo avere delle battute d'arresto, ma mai regredire da un punto di vista strettamente spirituale, diversamente si tratterebbe di involuzione, il che è possibile solo socialmente ma non spiritualmente, e mi spiego: lo spirito è la somma di tutte le esperienze vissute, comprese e fatte proprie, vale a dire che ciò che ha acquisito non potrebbe più perderlo perchè sarebbe parte di se stesso. Queste esperienze verrebbero infatti valutate e macerate nella condizione in cui lo spirito si trova dopo il trapasso ed egli diverrebbe consapevole degli errori commessi, e qui ci sarebbe la sofferenza del rimorso, o di ciò che dovrebbe ancora sperimentare per comprenderli. Quindi Dio darebbe la possibilità di avere queste nuove esperienze e, calandosi nuovamente nella materialità, perderebbe però la consapevolezza delle sue vite precedenti, questo perchè le sue scelte non devono assolutamente essere condizionate. In ogni caso, il bagaglio che lo costituisce e che rappresenta il "sentire", ovvero l'evoluzione dello spirito, non potrà mai regredire. Diciamo poi che, a furia di ripetere la classe, prima o poi dovrà pur capire .

Questa posizione però si scontra con una serie di affermazioni neotestamentarie che invece mettono in guardia continuamente gli uomini circa il pericolo reale di dannarsi, perfino dopo aver ricevuto l'annuncio e il dono della fede, ( quindi anche nel caso di una presunta e inconsapevole esperienza precedente.)

Te ne ricordo qualcuna:

Eb 10,26 Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, 27 ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli.

Mt 7,21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

Mt 25,11 Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! 12 Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. 13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

Mi limito a queste citazioni (che valgono anche per dimostrare che la "sola fede" non porta è sufficiente per la salvezza) ma ve ne sono molte altre che ricalcano il pericolo nella vita presente di dannarsi. E se la vita presente, fosse una delle tante comparse sulla terra di un unico soggetto, in ognuna di queste vite, la persona rischierebbe di andare realmente all'inferno. Ma per fortuna il Signore ci assicura in

Eb 9,27:..è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio... e la destinazione si decide nell'unica vita, dell'unico corpo che dovrà risorgere.

Mi pare che al di là delle ipotesi, vi siano molti motivi fondati sulla Scrittura e sul Magistero che dovrebbero dirimere in modo inequivocabile la questione.

Con affetto


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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 26/11/2003 15.51
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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 26/11/2003 16.00
 
Caro Teofilo,
non ti nascondo di sentirmi, con un certo disagio, un po' dalla parte dell'avvocato del diavolo,  e spero che non me ne vorrai per questo.
Ciò che sto tentando di appurare è come l'ipotesi reincarnazionista potrebbe reggere di fronte al Vangelo e quindi alla figura, allo scopo e all'insegnamento di Cristo, prescindendo però da altre affermazioni strettamente dottrinali.
Certo, se chinassimo il capo di fronte a questa affermazione:
"Eb 9,27 E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio..."
sarebbe inutile ogni altro discorso. E' un po' come l'antica concezione tolemaica, che escludeva categoricamente qualsiasi altra ipotesi come eretica. Rapportata ad oggi, se ancora non si fosse scoperta la sua inesatezza, forse alcuni continuerebbero ad obiettare: "Ma se fosse come afferma Galileo, come mai Gesù non l'avrebbe detto? E perchè la Bibbia non ne parla? Questa ipotesi cozza contro la dottrina della Chiesa che pone la Terra al centro dell'universo, quindi è un'eresia .. e come può lo Spirito Santo ispirare qualcosa di inesatto alla Sua Chiesa?". La Chiesa è dovuta ritornare sui propri passi solo perchè la scienza riuscì a dimostrarne l'errore dottrinale. Questo, non per negare, ma solo per dimostrare come quella parte di dottrina che è solo consequenziale al nucleo che rappresenta la verità della fede, cioè il Cristo, possa anche essere soggetta ad interpretazioni non sempre assolutamente inoppugnabili.
A mio modestissimo avviso, anche qualora l'ipotesi di cui stiamo discutendo fosse vera, non escluderei - per i motivi che ho largamente espresso - che essa non possa adattarsi alle verità evangeliche, nonostante essa cozzi contro alcuni principi dottrinali.
La storia riporta una continua serie di pensieri dottrinali che si sono sviluppati su direzioni diverse pur avendo come fulcro la realtà inoppugnabile dei Vangeli, a partire da Paolo, sul cui pensiero Agostino trasse la teoria della "predestinazione", ripresa da Lutero e Calvino e combattuta da Erasmo da Rotterdam con il suo scritto sul libero arbitrio. Per poter dare una risposta che non inficiasse la dottrina, Agostino sostenne anche l'esistenza di quello strano luogo chiamato limbo, che poi dovette un po' ridimensionare anche per non incorrere nell'ira delle madri che avevano perso un figlio. Concordo con te sul fatto che io mi sia servito di un paradosso per sostenere
una certa ipotesi senza escudere la possibilità che un corpo materiale possa essere stato assunto in un piano spirituale. Ma se questa è, come credo che sia, la verità, ciò che ho semplicemente ipotizzato potrebbe anche essere non più paradossale di altre spiegazioni. 
Per concludere: io credo nel Vangelo di Cristo e seguo i dettami della dottrina cattolica ben sapendo che è un giusto modo di vivere il vangelo, ma consapevole anche del fatto che essa non può contenere tutta la verità ma solo una parte che si dispiegherà sempre più mano a mano che l'uomo riuscirà a penetrare una realtà che appare sempre più mutevole rispetto alle idee originarie. Direi quindi: anche sulla scorta dell'insegnamento che abbiamo della vicenda di Galileo, fermiamoci pure a ciò che la nostra attuale conoscenza ci permette di credere, ma non escludiamo categoricamente ciò che solo la dottrina non accetta, sempre che non sia in netto contrasto con il Cristo.  La fede si costruisce seguendo un sentire interiore e consapevole, non accettando supinamente e riflettendo su come anche altre ipotesi possono essere spiegate alla luce di Cristo, mettendo magari di volta in volta alla prova le nostre certezze. Solo così essa potrà mantenersi sempre salda nella sua verità evangelica senza mai dover subire alcun scrollone di fronte al palesarsi di eventuali realtà che ancora non ci è dato di conoscere e davanti alle quali ci saremo magari fatti trovare impreparati a causa delle nostre cristallizzate certezze.
con sincero affetto
quello zuccone di iyvan. 

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/11/2003 20.48
Visto che Yivan se diverte a fa l'avvocato del diavolo....io faccio allora no stacchetto pubblicitario........
Una meditazione sul tema......
ciao Caterina

RESURREZIONE O REINCARNAZIONE?

Ci possiamo stupire nel vedere un numero sempre crescente di cristiani che, influenzati dalle filosofie dell'estremo Oriente, si lasciano catturare, in ogni senso, dalla tesi della reincarnazione e , nella maggioranza dei casi, per pura ignoranza della Verità.

TEMPO ED ETERNITA'

Il sistema della reincarnazione vorrebbe ricalcare il senso dell'eternità mediante una "specie di moto perpetuo nel tempo". Si è inghiottiti nella spirale d'un tempo ciclico. Per la Bibbia, invece, la storia è sostanzialmente lineare poiché, partendo da un inizio assoluto, tende verso una fine precisa, consistente nella Gloria di Cristo e nella trasfigurazione del mondo presente. Allo stesso modo, la vita di ciascuno si prepara a sfociare nell'eternità. Per questo, ogni istante della mia vita è unico e si ripercuote su quello della mia morte: moriamo come siamo vissuti. Ogni istante mi viene dato perché io lo investa in amore, ossia in eternità. Solo l'amore sfonda la barriera della morte, essendo la misura della mia felicità eterna.
Ma se potessi proseguire la mia evoluzione spirituale in altre vite, allora il tempo ne risulterebbe svalutato, senza più spessore. Si relativizzerebbe tutta la mia esistenza, che sarebbe una vita tra infinite altre, e perderei, di fatto, il senso profondo della responsabilità nei suoi confronti, verso questa mia vita che mi fu affidata perché potessi generare, giorno dopo giorno, la mia gloria eterna. Ne risulterebbe pure falsato il senso cristiano della morte, la quale non sarebbe più l'incontro definitivo col Signore, un abbandono fiducioso tra le sue braccia, una nascita, forse dolorosa, ma senz'altro liberante, alla vita. Con la reincarnazione, la morte rimane un tentativo d'entrare nel paradiso, tentativo che fallisco e che dovrei ripetere chissà quante volte prima di avere successo.

PURIFICAZIONE E LIBERTA'

Lo scopo di queste esistenze reiterate sarebbe quello di riuscire a purificarmi, appunto per poter finalmente uscire dal ciclo delle mie successive morti e rinascite. Certo, ognuno deve purificarsi. Per questo Dio ha inventato quel capolavoro della sua misericordia (che male rendiamo col termine di purgatorio), per non sbarrare l'accesso al suo regno a chi non ne è degno.
Il purgatorio non è tanto un tempo o un luogo, quanto uno stato in cui l'amore e il desiderio bruciano tutte le scorie che le prove di questa vita non hanno saputo eliminare. E' uno stato d'incandescente speranza, poiché la certezza di vedere Dio è assoluta, come non poteva essere durante il tribolato cammino della nostra vita. Dà un senso di scoramento incontrarsi con cristiani che sostengono categoricamente la metempsicosi mentre negano l'esistenza del purgatorio. Ma tutta la questione riguarda la stessa nozione d'evoluzione e di purificazione. La legge del Karma sancisce l'autoretribuzione delle azioni. Le nostre azioni, con ferreo determinismo, generano la nostra condizione futura. La vita che stiamo vivendo è il prodotto delle nostre precedenti esistenze; a loro volta, le nostre azioni e dai nostri pensieri attuali. Siamo completamente vincolati, implacabilmente condizionati. Per spezzare questo cerchio infernale, è necessario continuare la nostra purificazione in una nuova esistenza; ma ogni nuova vita rischia d'ipotecare ancora di più questa liberazione finale. Se le nostre azioni "si trasmettono di vita in vita", se la nostra attuale esistenza è determinata da vite precedenti, nel bene e nel male, che ci rimane allora di quella libertà che Dio ci ha dato e continuamente rispetta? In fondo, se le cose stessero così, ci ridurremmo a delle marionette, burattini teleguidati da azioni lontane delle quali non abbiamo nemmeno coscienza, eterna schiavitù di azioni sconosciute...
Come può un cristiano lasciarsi ingannare così, quando Cristo ha fatto saltare ogni determinismo facendoci dono di una libertà filiale e regale?

SPERANZA E GIUSTIZIA

Spesso si fa ricorso alla metempsicosi per spiegare le ingiustizie della vita. Ma allora, per essere logici, si dovrebbe dire che quanti soffrono non fanno che espiare colpe passate: si cadrebbe così nella peggiore ingiustizia nei loro confronti. Parallelamente, benessere e gioie della vita, di cui altri godono, sarebbero la ricompensa d'una precedente vita virtuosa. Ma come spiegare, allora, il fatto che questi "fortunati" non s'identifichino affatto con gli uomini migliori? Pertanto, si starebbero preparando ad una successiva vita di povertà, a purificazione degli eccessi causati dai beni che attualmente godono! Non si fa altro che accumulare contraddizioni su contraddizioni... In realtà, caratteristica fondamentale dell'India è il convincimento che ciascuno è condannato a ripetere all'infinito questa esperienza, poiché le reincarnazioni si succedono senza inizio né fine, fino al momento in cui non interviene la liberazione. In questo modo, la prova della miseria umana sembra sottoposta a un "coefficiente transfinito". Non c'è più traccia di speranza!

MISERICORDIA E TECNICHE

Ma perché nella fede nella reincarnazione la libertà salta e la speranza è distrutta fin nelle sue radici? Perché un tale sistema non recepisce assolutamente la misericordia. Per quale strada, infatti, potrebbe arrivare il perdono creatore di Dio se "sempre le nostre azioni ci seguono senza mai abbandonarci", se la retribuzione è rigidamente immanente? Non c'è bisogno di nessun perdono quando il peccato è ridotto a pura ignoranza che impedisce all'uomo di realizzare la propria identità con tutte le cose. Nessun bisogno di misericordia quando, di rinascita in rinascita, si espiano le proprie colpe senza interventi esterni. Si può, ad ultimo conquistare la "moksha", la salvezza, ma con le sole proprie forze; a forza di autocontrollo, di autodisciplina, ci si può realizzare, diventare se stessi, ma solo da se stessi. Di qui la facile confusione tra padronanza di sé, perfezione morale e santità.
Siffatta ricerca d'autonomia spirituale si pone in flagrante contraddizione con quell'aspetto fondamentale dell'evangelo che si chiama spirito d'infanzia e che ci porta ad abbandonarci a Dio nella povertà del cuore, a contare solo su di Lui in ogni occasione. E' possibile intravedere, in questi metodi di autocontrollo, una forma raffinata di pelagianesimo, una specie di fiducia nelle proprie possibilità che dà sempre la palma del primato all'uomo e, conseguentemente, ne distrugge la libertà profonda in quanto quest'ultima può realizzarsi solo all'interno della misericordia.
D'altra parte, l'acquisizione d'una tecnica può facilmente degradare in una forma di "ricchezza", di possesso. Il dominio su se stessi può, infatti, aprire la porta a un certo spirito di dominio sugli altri. Fare di tali tecniche itinerari privilegiati della preghiera, equivale ad escludere da quest'ultima i più deboli, i più poveri. Solo una certa élite culturale può permettersi lo YOGA o lo ZEN, mentre lo Spirito offre la preghiera del Figlio alla povera gente. In questo campo i soli privilegiati sono i poveri per i quali Gesù trasale di gioia.
Il discepolo di Gesù, infine, trova la sua stessa fonte solo nell'abbeverarsi a quella di Dio, ossia un cuore d'uomo, squarciato per amore. Non può più, pertanto, corazzarsi contro la sofferenza o contro la propria debolezza, ossia contro se stesso. Il suo dolore vi trova un volto, quello di Gesù; la sua debolezza vi riceve delle mani per servire i propri fratelli. Il discepolo di Gesù rifiuterà ogni tecnica che anestetizzi la croce, che renda tetragoni all'amore, poiché nulla fa soffrire quanto amare.
Chi ha cento modi di amare, ha cento modi di soffrire. Chi non ha amore, non ha nemmeno dolore. Rifiutare la propria sofferenza significa chiudersi emotivamente all'amore.

(Teofilo)
00giovedì 8 ottobre 2009 09:36
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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 26/11/2003 22.46
Arghhhh ... .. E vabbè,  tanto zuccone rimango .. quindi vediamo di fare qualche veloce considerazione su questo nuovo testo:
Si relativizzerebbe tutta la mia esistenza, che sarebbe una vita tra infinite altre, e perderei, di fatto, il senso profondo della responsabilità nei suoi confronti, verso questa mia vita che mi fu affidata perché potessi generare, giorno dopo giorno, la mia gloria eterna. Ne risulterebbe pure falsato il senso cristiano della morte, la quale non sarebbe più l'incontro definitivo col Signore, un abbandono fiducioso tra le sue braccia, una nascita, forse dolorosa, ma senz'altro liberante, alla vita. Con la reincarnazione, la morte rimane un tentativo d'entrare nel paradiso, tentativo che fallisco e che dovrei ripetere chissà quante volte prima di avere successo.
Ritenere relativizzata una o più esistenze è molto soggettivo e dipende solo da ciò che abbiamo compreso. Se veramente si fosse compreso,
la nostra responsabilità  nei confronti dell'esistenza sarebbe ancora più profonda. Non è detto che, sapendo che ci sarebbero altre opportunità, si verificherebbe una sorta di lassismo, anzi potrebbe benissimo essere il contrario: essere consapevoli che ad ogni nostra azione dobbiamo aspettarci l'effetto di ritorno ci dovrebbe portare ad una maggior attenzione del nostro comportamento. Una tale consapevolezza ci dovrebbe portare a fare di tutto per evitare ulteriori ritorni nella sofferenza.
L'incontro definitivo col Signore non potrebbe comunque avvenire prima che la nostra purificazione sia completa, e questo accadrebbe sia che noi passassimo attraverso altre esistenze, sia attraverso il purgatorio. Quindi i tempi ci sarebbero comunque in entrambi i casi..
Dà un senso di scoramento incontrarsi con cristiani che sostengono categoricamente la metempsicosi mentre negano l'esistenza del purgatorio.
Concordo. Ma attenzione, dopo ogni  trapasso lo spirito si troverebbe in uno stato in cui deve riflettere sulle sue esperienze incarnative e trarne le debite conclusioni. Ritornerebbe ad incarnarsi solo se non avesse completamente compreso. Nel frattempo, il suo è comunque uno stato di sofferenza. Immaginiamoci di dover rivivere ogni istante della nostra vita vedendo chiaramente gli effetti che noi abbiamo prodotto agli altri e a noi stessi! (e questo non è purgatorio?)
La vita che stiamo vivendo è il prodotto delle nostre precedenti esistenze; a loro volta, le nostre azioni e dai nostri pensieri attuali. Siamo completamente vincolati, implacabilmente condizionati. Per spezzare questo cerchio infernale, è necessario continuare la nostra purificazione in una nuova esistenza; ma ogni nuova vita rischia d'ipotecare ancora di più questa liberazione finale
No, tutto ciò che lo spirito comprenderà sarà suo e non potrà più perderlo. Spiritualmente si potranno verificare battute d'arresto, ma
mai una regressione.
L'unico impedimento sarebbe l'ostinato e consapevole rifiuto del bene, il che impedirebbe allo spirito stesso la possibilità di reincarnarsi.
Un'altra cosa: non necessariamente lo spirito sarebbe costretto a reincarnarsi. La reincarnazione avverrebbe solo se fosse per lui necessaria, ma potrebbe anche essere sufficiente la sua permanenza
nello stato purgante.
Se le nostre azioni "si trasmettono di vita in vita", se la nostra attuale esistenza è determinata da vite precedenti, nel bene e nel male, che ci rimane allora di quella libertà che Dio ci ha dato e continuamente rispetta?
Grosso errore! Mai verrebbe meno il nostro libero arbitrio, che semplicemente continuerebbe e si svilupperebbe nelle condizioni  create proprio da un suo errato uso precedente. Quindi tutto sarebbe conseguenza del nostro libero arbitrio.
per essere logici, si dovrebbe dire che quanti soffrono non fanno che espiare colpe passate: si cadrebbe così nella peggiore ingiustizia nei loro confronti. Parallelamente, benessere e gioie della vita, di cui altri godono, sarebbero la ricompensa d'una precedente vita virtuosa. Ma come spiegare, allora, il fatto che questi "fortunati" non s'identifichino affatto con gli uomini migliori?
Modo errato di valutare il problema. Ciò che dobbiamo sperimentare non è un premio o un castigo, ma solo ciò che ci serve per evolverci.
La fortuna, il benessere e la sofferenza sono elementi che semplicemente dobbiamo sperimentare per comprendere qualcosa e non hanno niente a che vedere con l'essere più o meno migliori di altri.
Dio non ci infligge niente di gratuito, tutto ha un suo scopo e nulla viene dato che non siamo in grado di sopportare. La stessa sofferenza può essere addirittura un dono per accelerare il nostro processo di santificazione, magari insegnandoci quella virtù che ci manca: la pazienza.
Ma perché nella fede nella reincarnazione la libertà salta e la speranza è distrutta fin nelle sue radici? Perché un tale sistema non recepisce assolutamente la misericordia.
Affermazione del tutto sbagliata, che trae forse giustificazione dal concetto di "fatalismo" cui è improntata la dottrina induista della
metempsicosi, molto diversa dal concetto di reincarnazione vero e proprio.
La libertà non salta in quanto siamo comunque liberi di evitare una successiva rinascita se il nostro comportamento sarà stato quello giusto.
Idem la speranza ... che il nostro comportamento può tramutare in certezza, allo stesso modo della visione cristiana.
La misericordia di Dio si esplicherebbe appunto nel consentirci queste continue possibilità di correzione.
 Non c'è bisogno di nessun perdono quando il peccato è ridotto a pura ignoranza che impedisce all'uomo di realizzare la propria identità con tutte le cose. Nessun bisogno di misericordia quando, di rinascita in rinascita, si espiano le proprie colpe senza interventi esterni. Si può, ad ultimo conquistare la "moksha", la salvezza, ma con le sole proprie forze; a forza di autocontrollo, di autodisciplina, ci si può realizzare, diventare se stessi, ma solo da se stessi.
Certo che se si ragionasse così, non basterebbero mille vite.
In realtà, per ogni esistenza ci si deve sempre affidare alla misericordia, all'amore e al perdono divino perchè ci aiuti a capire e superare le nostre limitazioni.
Chi fosse convinto di bastare a se stesso sbaglierebbe di grosso.
Sempre bisogna abbandonarci a Dio nella povertà del cuore e contare su di lui in ogni occasione.
Non vado oltre perchè il seguito del documento non ha nessuna attinenza con l'argomento, ma soprattutto perchè sono stanco.
Pace
iyvan



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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 27/11/2003 17.38
Visto che ora sono meno stanco voglio completare la piccola disamina sul testo proposto da Caterina.
Solo una certa élite culturale può permettersi lo YOGA o lo ZEN, mentre lo Spirito offre la preghiera del Figlio alla povera gente. In questo campo i soli privilegiati sono i poveri per i quali Gesù trasale di gioia.
Ma questo che c'entra? Allora potrei benissimo dire anche che solo una certa èlite culturale può permettersi di diventare cardinale o medico, o psicologo. Il controllo del proprio corpo e delle proprie emozioni portano forse a una minor devozione, oppure a degradare in una forma di ricchezza e di possesso? Sinceramente mi sembra proprio che sia il contrario. Non si vedrà mai un monaco zen o un vero yoga che non abbia soprattutto acquisito la virtù dell'umiltà.
Lasciamo perdere gli pseudo yoga nostrani, per molti dei quali l'umiltà è solo un'ostentazione. 
Il discepolo di Gesù, infine, trova la sua stessa fonte solo nell'abbeverarsi a quella di Dio, ossia un cuore d'uomo, squarciato per amore. Non può più, pertanto, corazzarsi contro la sofferenza o contro la propria debolezza, ossia contro se stesso.
Perseguire il controllo delle proprie debolezze esclude forse l'abbeverarsi alla Fonte divina? Ma il peccato stesso è una debolezza, che facciamo ... non vogliamo corazzarci per cercare di evitarlo perchè sarebbe un fare qualcosa contro se stessi?
Ma ci rendiamo conto di quale contraddizione ci sia?
Chi ha cento modi di amare, ha cento modi di soffrire. Chi non ha amore, non ha nemmeno dolore. Rifiutare la propria sofferenza significa chiudersi emotivamente all'amore.
Cercare di mantenere il proprio corpo sano e di evitare situazioni che possono produrre solo sofferenza credo che sia più che normale e credo che, forse, sia ciò che anche Dio ci chiede di fare. Quindi non vedo che male ci sia a praticare delle tecniche che ci aiutano in questo. Se poi la sofferenza arriva è chiaro che essa non debba essere rifiutata, ma vissuta come compartecipazione a Cristo.
Comunque si fa presto a dire ... Voglio vedere chi ha un mal di denti e non lo rifiuta con un analgesico.
Pace
iyvan



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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 27/11/2003 23.53

Caro lyvan, tu dici

Certo, se chinassimo il capo di fronte a questa affermazione:
: "Eb 9,27 E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio..."

sarebbe inutile ogni altro discorso.

Penso che non si tratta di chinare supinamente il capo nei confronti di una verità ma di lasciarsi illuminare e aiutare nel proprio cammino. Quando si dà spazio ad un errore nella propria vita, spesso si resta più o meno avvinti dalle conseguenze pratiche che esso può generare.A seguito del messaggio postato da Caterina per esempio faccio una ulteriore considerazione:

il povero e il debole dovrebbe ricevere da noi indifferenza e disprezzo, per il fatto che la sua condizione sarebbe il risultato del suo comportamento vizioso di una presunta vita precedente. Questo ad esempio accade in India dove è professata la dottrina della reincarnazione e i più reietti non vengono aiutati proprio per tale visione della vita.

La fortuna nella vita attuale dovrebbe essere il risultato di una vita virtuosa precedente: non è strano che spesso i più fortunati sono spesso noncuranti delle virtù ma il più delle volte si mostrano più inclini al vizio e all'uso smodato dei propri beni? Anzichè progredire di bene in meglio come ci si dovrebbe aspettare, dal momento che il loro "Karma" li premierebbe per delle virtù acquisiste, sembrano maggiormente esposti al pericolo di perdersi. Gesù aveva detto dei ricchi che sarebbe stato più facile che un cammello passasse per la cruna di un ago che un ricco nel regno dei cieli. Quindi un rischio reale e anche molto grande. Eppure un ricco dovrebbe essere più vicino al regno, se la sua ricchezza fosse il risultato delle sue precedenti conquiste spirituali.

Troppe contraddizioni si accavallano dunque rispetto all'insegnamento di Cristo.

Poi continui

E' un po' come l'antica concezione tolemaica, che escludeva categoricamente qualsiasi altra ipotesi come eretica. Rapportata ad oggi, se ancora non si fosse scoperta la sua inesatezza, forse alcuni continuerebbero ad obiettare: "Ma se fosse come afferma Galileo, come mai Gesù non l'avrebbe detto? E perchè la Bibbia non ne parla? Questa ipotesi cozza contro la dottrina della Chiesa che pone la Terra al centro dell'universo, quindi è un'eresia .. e come può lo Spirito Santo ispirare qualcosa di inesatto alla Sua Chiesa?".

. Questo, non per negare, ma solo per dimostrare come quella parte di dottrina che è solo consequenziale al nucleo che rappresenta la verità della fede, cioè il Cristo, possa anche essere soggetta ad interpretazioni non sempre assolutamente inoppugnabili.

Le opinioni astronomiche, geografiche o scentifiche, non mi risulta che siano state trasformate in dogmi di fede da parte del Magistero, anche se a volte tali opinioni, sostenute con dei riferimenti biblici venivano utilizzati e fatti pesare.

Ora, se diciamo che la Chiesa, in materia di fede, insegnata attraverso un pronunciamento ufficiale e vincolante come può essere una definizione dogmatica, possa incappare in un errore, allora significa che tutto diventa relativo, tutto opinabile, tutto incerto e discutibile.

Infatti dicendo che La Chiesa è dovuta ritornare sui propri passi solo perchè la scienza riuscì a dimostrarne l'errore dottrinale sembra che la Chiesa non sia affatto affidabile, e se non lo è stata in una determinata situazione non è detto che lo possa essere in qualsiasi altra.

Nessuna dottrina, anzi nessun insegnamento biblico, a questo punto sarebbe attendibile al cento per cento. Perchè in fin dei conti qualsiasi versetto non avrebbe chi lo possa intepretare autorevolmente. Si dice che lo Spirito Santo è l'interprete autorevole della Scrittura ed è esatto; ma il punto sarebbe alla fine stabilire a CHI PERVIENE la corretta ispirazione se non alla sua Chiesa, depositaria e custode della fede. Di chi ci dovremmo fidare allora?

Mi pare che vada fatta perciò un'opportuna distinzione tra le definizioni dogmatiche che riguardano la fede e le opinioni su questioni che investono campi differenti, altrimenti si entrerebbe in un vicolo senza uscita dove tutti potrebbero sostenere tutto.

Non è questo, penso,che tu stesso voglia.

Così pure bisogna distinguere tra una cosa di cui la Scrittura non dice nulla, e un'altra di cui invece esplicita il punto in questione. Quando non dice nulla, in molti casi è possibile ricavare talune conclusioni, attraverso ciò che viene espresso e questo è ciò che molti teologi e padri della Chiesa hanno fatto e fanno. Quando invece la Scrittura esplicita una dottrina è necessario che la Chiesa rettamente la interpreti e la faccia conoscere attraverso il suo insegnamento che acquista tanto maggior peso se espresso attraverso un Concilio. Inoltre una esplicitazione può essere ulteriormente illuminata col tempo ma non modificata, come abbiamo altre volte detto.

Ora nel nostro caso si trattava di una esplicitazione Scritturale, avvalorata e ribadita dal Concilio. Se hai notato, nel mio precedente post avevo intenzionalmente precisato: Questa espressione è vincolante per la nostra fede tanto più che non è diversamente interpretabile da come appare esplicitamente; infatti

Il Concilio ecumenico Vaticano II, parla - citando Eb 9,27- dell'«unico corso di questa vita terrestre»:...

Ero infatti consapevole che una qualsiasi espressione biblica può apparire in un modo a prima vista, mentre può avere un diverso significato.

Ma in questo caso è il concilio stesso che ci da la conferma e non lo possiamo ignorare senza esporci alle conseguenze suaccennate. E questa esplicitazione fa seguito ad altre, richiamate nel mio post precedente che sono sulla stessa lunghezza d'onda, non in contraddizione fra di esse ma coerenti.

Tra le possibili conseguenze vi è anche quella che per sostenere una dottrina eterodossa si mette in discussione quella ortodossa con tutto ciò che ne può conseguire. E siccome penso che tu sia una persona sensibile penso che non ti sfuggirà questo ulteriore pericolo della fede nella reincarnazione.

Con affetto


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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 28/11/2003 2.28
La fortuna nella vita attuale dovrebbe essere il risultato di una vita virtuosa precedente: non è strano che spesso i più fortunati sono spesso noncuranti delle virtù ma il più delle volte si mostrano più inclini al vizio e all'uso smodato dei propri beni? Anzichè progredire di bene in meglio come ci si dovrebbe aspettare, dal momento che il loro "Karma" li premierebbe per delle virtù acquisiste, sembrano maggiormente esposti al pericolo di perdersi.
Caro Teofilo,
relativamente a quanto sopra mi sono espresso nel commento al documento postato da Caterina, che quindi riporto:
Modo errato di valutare il problema. Ciò che dobbiamo sperimentare non è un premio o un castigo, ma solo ciò che ci serve per evolverci.
La fortuna, il benessere e la sofferenza sono elementi che semplicemente dobbiamo sperimentare per comprendere qualcosa e non hanno niente a che vedere con l'essere più o meno migliori di altri.
Dio non ci infligge niente di gratuito, tutto ha un suo scopo e nulla viene dato che non siamo in grado di sopportare. La stessa sofferenza può essere addirittura un dono per accelerare il nostro processo di santificazione, magari insegnandoci quella virtù che ci manca: la pazienza.
Anche per quanto riguarda il pericolo di ulteriormente perdersi avevo dato una risposta:
No, tutto ciò che lo spirito comprenderà sarà suo e non potrà più perderlo. Spiritualmente si potranno verificare battute d'arresto, ma
mai una regressione.
L'unico impedimento sarebbe l'ostinato e consapevole rifiuto del bene, il che impedirebbe allo spirito stesso la possibilità di reincarnarsi.
Un'altra cosa: non necessariamente lo spirito sarebbe costretto a reincarnarsi. La reincarnazione avverrebbe solo se fosse per lui necessaria, ma potrebbe anche essere sufficiente la sua permanenza
nello stato purgante.

il povero e il debole dovrebbe ricevere da noi indifferenza e disprezzo, per il fatto che la sua condizione sarebbe il risultato del suo comportamento vizioso di una presunta vita precedente. Questo ad esempio accade in India dove è professata la dottrina della reincarnazione e i più reietti non vengono aiutati proprio per tale visione della vita.

Infatti la dottrina della metempsicosi in India è vissuta in modo distorto e con presupposti assurdi. Ma anche qui mi ero già espresso:

Chi eventualmente avesse capito cosa potrebbe significare lo strumento della reincarnazione saprebbe anche che ciò che conta
è migliorarsi il più possibile nel corso di questa esistenza aiutandoci
vicendevolmente, tenendo ben presente che ogni nostra azione provoca un effetto e che questo effetto non si esaurisce, ma ritorna
sempre, al momento opportuno, verso il mittente (legge karmica) con il duplice scopo di purificare e far comprendere l'errore commesso, ma questo non deve indurre all'indifferenza, bensì alla carità.
Come vedi, le contraddizioni rispetto all'insegnamento di Cristo non apparirebbero così stridenti.
Non vorrei però che i miei interventi venissero interpretati come se volessi sostenere questa tesi. Il mio intento è solo di verificare come essa possa resistere a tutte le varie obiezioni che possono essere mosse solo rispetto all'insegnamento, alla figura e allo scopo di Cristo,
prescindendo dalla dottrina successivamente formulata dalla Chiesa; era solo in questo senso che avevo esordito, ma non certo per volerla mettere in dubbio.
Diciamo che questa è stata un'occasione di approfondimento da parte mia di un'ipotesi che non manca comunque di mostrare molti aspetti positivi che avevo sempre valutato con una certa approssimazione e che il dialogo mi ha un po' "costretto" a mettere in luce.
Quindi non posso che ringraziare tutti coloro che sono intervenuti per l'apporto che mi avete dato con le vostre più che pertinenti e anche sottili risposte che in certi casi mi hanno veramente fatto spremere il mio labile complesso neuronico.
Caro Teofilo, concordo comunque come tu dici sui potenziali pericoli e sulle possibili conseguenze quando, per sostenere una dottrina eterodossa si mette in discussione quella ortodossa, ma credo anche che una fede vera debba saper resistere con motivazioni convincenti a qualsiasi contraddittorio, cosa che del resto tu hai egregiamente fatto
Con stima e affetto
iyvan
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