DAL 22 GIUGNO SU RAI UNO "LA VALIGIA CON LO SPAGO" (da non perdere)

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Caterina63
00sabato 6 giugno 2009 10:09

DAL 22 GIUGNO SU RAI UNO "LA VALIGIA CON LO SPAGO"


di Francesco Colafemmina

La valigia con lo spago: è questo il titolo emblematico di una trasmissione che andrà in onda su Raiuno in seconda serata a partire da lunedì 22 Giugno. Frutto di una inchiesta brillante e sconvolgente realizzata dal giornalista e amico Luca De Mata, direttore fra l'altro dell'agenzia missionaria Fides, e promossa dal Vaticano, "La Valigia con lo spago", rimanda agli emigranti che agli inizi del secolo scorso lasciavano le coste della nostra Italia alla volta delle Americhe o di altri luoghi lontani. Alla ricerca di un nuovo futuro, di una storia da cominciare portando con sè soltanto l'indispensabile.

L'inchiesta attraversa varie nazioni, tutti i crocevia dei flussi migratori ed anche del traffico di esseri umani, una realtà spesso obliterata dai mezzi di informazione, ma molto presente nelle nostre nazioni occidentali. Dalla Romania al Marocco, dalla Colombia agli Stati Uniti, dalla Moldavia al Senegal, tutto il mondo sembra unito da questo continuo via vai di uomini spesso ridotti a larve, privati della loro dignità di persona, trattati come "problemi" politici e sociali. Ma quali sono le condizioni reali della tratta di esseri umani? Qual è la vita che vivono nelle nostre città? I loro sogni si sono realizzati in questo nostro occidente opulento ed indifferente?

A queste domande Luca De Mata cerca di rispondere contemperando la maestria del cronista alla compassione cristiana. La trasmissione che si avvale della consulenza di eminenti uomini di Chiesa, da S.E. Mons. Mauro Piacenza (Segretario della Congregazione per il Clero) a don Nicola Bux (teologo pugliese di chiara fama), andrà in onda per quattro lunedì consecutivi in seconda serata, al posto del teatrino della politica "Porta a Porta". Una volta tanto anche il servizio pubblico si accorge di essere tale e dà spazio ad una trasmissione tutta da vedere, ascoltare, meditare.

Questa la programmazione:

LUNEDI’ 22 GIUGNO 20091° puntata dur. 52’ Rai Uno ore 23.30 ca.
LUNEDI’ 29 GIUGNO2° puntata dur. 51’ Rai Uno ore 23.30 ca.
LUNEDI’6 LUGLIO3° puntata dur. 51’ Rai Uno ore 23.30 ca.
LUNEDI 13 LUGLIO4° puntata durata 51’ Rai Uno ore 23.30 ca.


Qui invece trovate i link al blog tv ed al sito della trasmissione
Caterina63
00sabato 27 giugno 2009 19:33
Storie di immigrazione in seconda serata

Uomini con la valigia
raccontano chi siamo


di Silvia Guidi
 

Due occhi azzurri spuntano da una manica di maglione riadattata come cappuccio francescano; è fratel Biagio Conte, "il primo esempio di cura omeopatica per gli homeless" come è stato ribattezzato dall'affettuosa ironia dei suoi amici.
 
Perché "Biagio è uno di loro, sa come fare compagnia a chi ha perso tutto, anche la voglia di vivere - racconta chi lo conosce bene - sa di cosa ha bisogno chi vive in strada, conosce l'indifferenza ottusa di chi svuota la casa di stracci e rottami inservibili e pensa di aver fatto la carità, ma anche l'inerzia e l'abbandono di chi si lascia andare, le storie di ordinaria violenza tra drop out dove furti e pestaggi sono all'ordine del giorno. Per questo riesce dove i professionisti della solidarietà falliscono".


Sono tanti i protagonisti de La valigia con lo spago, un programma tv - quattro puntate di inchiesta in onda su Rai Uno dal 29 giugno per quattro lunedì consecutivi, eccetto il 6 luglio - che porta in seconda serata un tema scomodo come l'immigrazione senza edulcorare le storie che racconta, senza censurare niente, parlando anche di quando la paura rende violenti e la miseria non è un motivo per essere più uniti ma una spinta alla sopravvivenza a ogni costo.

Un programma che il passaparola su internet ha già reso famoso "prima della prima":  "In tre settimane il blog www.lavaligiaconlospago.tv ha registrato oltre seimila visite" conferma Luca De Mata, direttore dell'Agenzia Fides, che ha curato i testi e la regia con la collaborazione di don Nicola Bux e Massimo Cenci; la colonna sonora è firmata del giovane musicista Aurelio Canonici.

Accanto a Biagio Conte, che a Palermo ogni giorno offre un tetto e un pasto caldo a più di 600 persone, c'è padre Josaphat, missionario tra i rom, e ci sono i volontari della Caritas di Cuenca in Spagna, che devono affrontare un fenomeno inedito per una zona tradizionalmente considerata povera (Cuenca è nel cuore de La Mancha, la terra descritta da Cervantes):  l'arrivo di immigrati ancora più poveri.

Anche Oxana Alistratova conosce bene il mondo di chi non viaggia in business class, ma con un bagaglio a mano fatto di speranze che spesso svelano la loro natura di illusioni:  oggi è presidente della Ong "Interazione" in Transnistria ma la sua attività nasce dalla sua storia personale di vittima della tratta a scopo di prostituzione.

L'esodo di migliaia di persone è un evento traumatico anche per i Paesi da cui si parte:  la migrazione disgrega il tessuto sociale, spezza i legami  tra le generazioni, gli anziani che restano hanno pensioni misere,  i giovani che partono vivono una libertà immaginaria e non ritornano per la vergogna e per la paura,  i  bambini rischiano l'accattonaggio.

L'immigrazione è un affare enormemente redditizio per la criminalità:  i flussi migratori generano nuove forme di schiavitù. Negli Stati Uniti si contano 9 milioni di "uomini ombra" ma poiché è arduo contare ciò che non si vede si stima che siano almeno 20 milioni.

Davanti a un fenomeno così imponente la filantropia non basta. "La comprensione per le persone ai margini della società, ai margini della Chiesa, per i "falliti" e per i sofferenti (...) è il vero nocciolo della moralità cristiana" scriveva anni fa il cardinale Ratzinger. Un "nocciolo" solido, concreto, fatto di cibo, coperte e vestiti, un dentista o un medico  quando serve, un letto pulito  e  una  doccia calda a fine giornata.

La generosità spontanea prima o poi presenta il conto, o perde lo slancio iniziale, la carità no, è un'altra cosa, un altro mondo in questo mondo. Biagio Conte prova a spiegarlo con un esempio:  "Samuel arrivava dall'Eritrea coi barconi dei disperati. Zoppicava per colpa di una malformazione alla gamba destra, più corta dell'altra. Aveva bisogno di una scarpa ortopedica, di quelle che non si comprano in farmacia, bisogna prendere le misure e commissionarle a officine specializzate; un mese di tempo, almeno. Il giorno dopo il suo arrivo, dentro un sacchetto, confuse tra maglioni e coperte c'erano due scarpe ortopediche:  una donazione come tante altre, ma perfette per Samuel, misura e correzione compresa. Quando mi chiedono cos'è la provvidenza io racconto questa storia".

La carità ha anche un valore conoscitivo:  l'essere pellegrino, homo viator, svela la natura profonda della condizione umana, visto che mettersi in viaggio alla ricerca di qualcosa che possa rispondere alla domanda di felicità è tipico dell'essere umano di ogni epoca. Il migrante è innanzitutto un uomo, con un nome e una storia, con un "volto" - direbbe Emmanuel Lévinas - e come tale non è riducibile a uno schema, non coincide con quello che penso di lui; è un'alterità che mi interpella, e accettare di non ridurlo alla sua apparenza cambia anche il modo con cui ci si rapporta ai figli, al marito, alla moglie, agli amici.

Dare risposte esaurienti a un fenomeno così vasto e variegato sarebbe una pretesa poco realista; la cosa più importante, sembra suggerire il programma di Luca De Mata, è non archiviare frettolosamente le domande che solleva. E non censurare la novità continua - fatta di ferite come di sorprese positive - che genera l'incontro con l'altro. La pensava così anche l'autore di Massa e potere, Elias Canetti; a chi, dopo una conferenza o un convegno, si offriva di chiamargli un taxi rispondeva sempre:  "No grazie, preferisco l'autobus. Voglio vedere le facce".


(©L'Osservatore Romano - 28 giugno 2009)

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