Difendere la Vera fede E' SOLIDALE CON GUIDO BERTOLASO

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Caterina63
00giovedì 11 febbraio 2010 20:42
                                           



Ci sono dei momenti in cui, davvero, sembra di superare i limiti della sopportazione...
Senza nulla togliere alla Magistratura che deve fare il suo corso e seguire il suo iter, è la "campagna" mediatica che diventa insopportabile, soprattutto quando da voce ai giustizialisti e a chi ha già condannato senza processo o peggio, pretende che il soggetto SI DIMETTA senza neppure un processo...
davvero BASTA!!

C'è un comandamento che parla chiaro: NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA!

e noi qui siamo sicuri della Testimonianza che ci ha dato fino ad oggi Guido Bertolaso e che continuerà a darci, Uomo onesto e lavoratore, ricco di ideali, pratico e decisivo, senza i rischi corsi nel prendere personali ed urgenti decisioni, non avremo avuto la soluzione immediata delle ultime emergenze che il nostro Paese ha dovuto affrontare...

E' vero, si dice "nessuno è profeta a casa propria" ma quando è troppo, è troppo!

Non starò qui a ripercorrere la sua storia, a noi basta ricordare l'onestà di Guido Bertolaso e per questo il forum Difendere la Vera Fede si schiera nel fiume della solidarietà.

Chiediamo a Guido Bertolaso di NON mollare, di non dare le dimissioni, di sopportare con pazienza, di affrontare il tutto come ha affrontato fino ad oggi le calamità....
Oggi un terremoto si è abbattuto su di lui, e allora oggi TOCCA A NOI sostenerlo con la Preghiera innanzi tutto, perchè è questo che sappiamo fare meglio....e con la solidarietà espressa in rete è perchè è un dovere oltre che un piacere...

Coraggio! E che il Signore la Benedica!


Cliccare qui per il sito della Protezione Civile






Gabbianella1.
00giovedì 11 febbraio 2010 21:44
Mi fa piacere che anche qui legga solidarieta' verso Bertolaso.
E' una persona in gamba e lo considero un esempio per i giovani per il suo impegno civile e umano.
Forza Bertolaso!
Caterina63
00sabato 20 febbraio 2010 17:36
La lettera delle figlie a Bertolaso: "Sei l’orgoglio della tua famiglia"

di Redazione da Il Giornale

Chiara e Olivia, studentesse universitarie, scrivono al padre dalle colonne di "Panorama". "Tieni duro, questo fango non ti sporcherà: gli italiani sanno riconoscere le menzogne"

di Chiara e Olivia Bertolaso

Gentile direttore, abbiamo deciso di rivolgerci al suo giornale per denunciare una triste realtà che da tempo affligge il nostro Paese. Siamo due studentesse che amano l’Italia e credono nelle istituzioni e che, per tale ragione, non intendono tacere oltre lo scempio che si è compiuto negli ultimi giorni nei confronti di un uomo onesto, funzionario dello Stato e padre di famiglia premuroso.

Colui che ha dedicato parte della sua carriera a curare i miseri della Terra in luoghi dimenticati dall’uomo e da Dio, e gli ultimi nove anni, il periodo trascorso a capo della Protezione civile italiana, a soccorrere i suoi concittadini meno fortunati portando sul petto il tricolore e nel cuore la speranza di poter essere d’aiuto al suo Paese. Un uomo che, chiedendosi ogni giorno cosa avrebbe potuto fare per migliorare la sua patria, non quello che la sua patria avrebbe potuto fare per lui, ha sacrificato la maggior parte della sua vita privata per adempiere i suoi doveri civili, ma è riuscito nonostante tutto a insegnare alle sue figlie, che lo reclamavano a casa, il rispetto e la dedizione per un bene superiore, l’Italia.

Un uomo generoso che non ha mai lesinato il suo tempo negli incontri con i giovani studenti e i bambini delle scuole, degli oratori e delle chiese, altruista al punto di devolvere il compenso che gli sarebbe spettato per le migliaia di conferenze pubbliche tenute in beneficenza. Un uomo che con straordinaria umiltà ha ricevuto due medaglie al valore civile, assegnategli da due diversi presidenti della Repubblica italiana, la legione d’onore dalla Repubblica francese, quattro lauree ad honorem e innumerevoli riconoscimenti di stima e affetto da coloro che gli sono più a cuore, gli italiani (...).

In questi ultimi giorni (...) abbiamo sentito parlare di Guido Bertolaso, nostro padre, come di un avido e un corrotto. Lo hanno accusato di frequentare un luogo losco e peccaminoso come il Salaria Sport Village di Roma, che invece è un centro sportivo frequentato ogni giorno da bambini, adolescenti, adulti e anziani in cerca di benessere e cure fisiatriche; lo hanno definito un puttaniere che si intratteneva con una escort di nome Francesca, che in realtà avrete ormai scoperto essere una fisioterapista professionale e rispettabile i cui massaggi terapeutici sono stati arbitrariamente definiti prestazioni sessuali. Oramai l’unica vicenda su cui speculare per continuare a trascinare nel fango il capo della Protezione civile con l’accanimento necessario è la storia della escort brasiliana, con la quale è stato organizzato un incontro a sua insaputa e dal quale si è allontanato indignato dopo il massaggio. (...)

Vogliamo quindi sottolineare la gravità delle accuse e ipotesi infamanti mosse sulla base di parole estrapolate da intercettazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare, i cui contenuti, in un paese civile, dovrebbero essere mantenuti segreti almeno fino allo svolgimento del processo. Ma in questo caso si è già sentenziato sulla colpevolezza di Bertolaso prima ancora che inizino gli interrogatori e che si decida se rinviarlo a giudizio o meno. In questo, e purtroppo per il nostro Paese in tanti altri casi, alcuni giornalisti senza scrupoli hanno deciso di ergersi al di sopra della giustizia italiana per condannare e distruggere in pochi minuti la reputazione e il duro lavoro di un uomo, riportando i fatti degli ultimi giorni senza cognizione di causa, senza obiettività, senza soprattutto approfondire la realtà dei fatti, ma semplicemente divulgando ciò che per loro era più comodo, ciò che li avrebbe fatti vendere più copie anche se si trattava di pure e meschine insinuazioni (...).


Noi ci chiediamo con quale arroganza, con quale subdola malignità si sostengono tali accuse quando i conti in banca del sottosegretario sono nelle mani degli inquirenti da giorni e sono loro i primi probabilmente ad aver capito che non c’è nulla da nascondere e solo tutta la sua innocenza da dimostrare. Con queste nostre considerazioni non intendiamo negare la legittimità della libertà di stampa, che riteniamo fondamentale, ma piuttosto vorremmo denunciare la libertà di menzogna, la libertà di divulgare notizie incerte e approssimative: un reato per il quale molto spesso non è prevista pena, o almeno non commisurata al delitto. Noi crediamo nel diritto di un cittadino di essere giudicato da una corte prima che dai mass media, crediamo nel suo diritto di potersi difendere dalle calunnie, crediamo soprattutto nel diritto del cittadino assolto da ogni colpa di essere riabilitato da coloro che per primi lo hanno distrutto, e crediamo nel dovere di questi ultimi di pagare per il danno arrecato (...).

A te, papà, vorremmo dire che sei l’orgoglio della tua famiglia, che lo sei sempre stato e che lo sei ora più che mai. Di certo non saranno le parole al vento di qualche giornalista improvvisato a toccarci, ma anzi serviranno a motivarci sempre di più nella volontà di cambiare questo Paese. Non hai tradito la nostra fiducia, né quella degli italiani, i quali sono dotati di una coscienza critica che gli permette di discriminare la menzogna dalla verità e di capire che dopo tutti i sacrifici che hai fatto per loro sarebbe contraddittorio e assolutamente privo di senso volerli ingannare e danneggiare.


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Su Facebook è sorto un gruppo di sostegno a Guido Bertolaso, iscriviti anche tu:
www.facebook.com/profile.php?ref=profile&id=1585296900#!/group.php?gid=47512509043...


Carissimo Dott. Bertolaso, non si scoraggi, NESSUNO E' PROFETA A CASA PROPRIA, anche Cristo fu crocefisso e chi fa del Bene vero ed autentico, viene sempre crocefisso. Un grazie alla Lettera aperta scritta dalle sue due stupende figliole, mi unisco al loro dolore ma anche alla loro speranza. NON CI LASCI, lo so che le ...chiediamo un enorme sacrificio e lo chiediamo anche alla sua Famiglia, ma oggi è anche così che si diventa martiri ed eroi per un Paese che forze non lo meriterebbe neppure, ma tutti noi amiamo questa nostra Italia e sappiamo che i sacrifici sono immensi ne so qualcosa visto che mio marito è un funzionario dello Stato...e proprio questa passione che ci unisce, l'amore per lo Stato autentico nelle sue Istituzioni, le chiediamo di resistere e di lottare, insieme con noi, per il bene comune... Dio la Benedica e la Santa Vergine consoli lei e i suoi Familiari. Con affetto


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Caterina63
00sabato 6 marzo 2010 15:24
Alle ore 12.15 di questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i Dirigenti, il Personale e i Volontari della Protezione Civile Nazionale Italiana e rivolge loro il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari amici,

sono molto lieto di accogliervi e di rivolgere il mio cordiale benvenuto a ciascuno di voi. Saluto i Confratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio e tutte le Autorità. Saluto il Dott. Guido Bertolaso, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Capo del Dipartimento della Protezione Civile, e lo ringrazio per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti. Saluto il Dott. Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, presente a questo incontro. Rivolgo il mio affettuoso saluto ai numerosi volontari e volontarie e ai rappresentanti di alcune componenti del Servizio Nazionale della Protezione Civile.

Questo incontro è stato preceduto da un gioioso momento di festa, allietato anche dalle esecuzioni musicali dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese. A tutti il mio grato pensiero. Avete voluto ripercorrere l’attività svolta dalla Protezione Civile negli ultimi dieci anni, sia in occasione di emergenze nazionali e internazionali, sia nell’attività di supporto a grandi e particolari avvenimenti. Come non ricordare, a tale proposito, gli interventi a favore dei terremotati di San Giuliano di Puglia e, soprattutto, dell’Abruzzo?

Io stesso,
visitando, nell’aprile scorso, Onna e l’Aquila, ho potuto constatare di persona con quanto impegno vi siete prodigati per assistere coloro che avevano perduto i propri cari e le abitazioni. Mi sembrano appropriate le parole che vi rivolsi in quella occasione: "Grazie di ciò che avete fatto e soprattutto dell’amore con cui l’avete fatto. Grazie dell’esempio che avete dato" (Discorso nell’incontro con i fedeli e il personale impiegato nei soccorsi, 28 aprile 2009).
E come non pensare con ammirazione ai tanti volontari e volontarie che hanno garantito assistenza e sicurezza alla folla sterminata di giovani, e non solo, presente all’indimenticabile Giornata Mondiale della Gioventù del 2000, o venuta a Roma per l’ultimo saluto al Papa Giovanni Paolo II?

Cari volontari e volontarie della Protezione Civile: so che avete molto desiderato questo incontro; posso assicurarvi che questo era anche il mio vivo desiderio. Voi costituite una delle espressioni più recenti e mature della lunga tradizione di solidarietà che affonda le radici nell’altruismo e nella generosità del popolo italiano.

Il volontariato di Protezione Civile è divenuto un fenomeno nazionale, che ha assunto caratteri di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi e oggi comprende circa un milione e trecentomila membri, suddivisi in oltre tremila organizzazioni. Le finalità e i propositi della vostra associazione hanno trovato riconoscimento in appropriate norme legislative, che hanno contribuito al formarsi di un’identità nazionale del volontariato di Protezione Civile, attenta ai bisogni primari della persona e del bene comune.

I termini ‘protezione’ e ‘civile’ rappresentano delle precise coordinate ed esprimono in maniera profonda la vostra missione, direi la vostra ‘vocazione’: proteggere le persone e la loro dignità – beni centrali della società civile - nei casi tragici di calamità e di emergenza che minacciano la vita e la sicurezza di famiglie o di intere comunità.

Tale missione non consiste solo nella gestione dell’emergenza, ma in un contributo puntuale e meritorio alla realizzazione del bene comune, il quale rappresenta sempre l’orizzonte della convivenza umana anche, e soprattutto, nei momenti delle grandi prove. Queste sono un’occasione di discernimento e non di disperazione. Offrono l’opportunità di formulare una nuova progettualità sociale, orientata maggiormente alla virtù e al bene di tutti.

La duplice dimensione della protezione, che si esprime sia durante l’emergenza che dopo, è bene espressa dalla figura del buon Samaritano, tratteggiata dal Vangelo di Luca (cfr Lc 10,30-35). Questo personaggio ha dimostrato certamente carità e umiltà assistendo il malcapitato nel momento del massimo bisogno. E questo quando tutti - alcuni per indifferenza, altri per durezza di cuore - girano lo sguardo dall’altra parte. Il buon Samaritano insegna, però, ad andare oltre l’emergenza e a predisporre, potremmo dire, il rientro nella normalità. Egli, infatti, fascia le ferite dell’uomo riverso a terra, ma poi si preoccupa di affidarlo all’albergatore affinché, superata l’emergenza, possa ristabilirsi.

Come ci insegna la pagina evangelica, l’amore del prossimo non può essere delegato: lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo. Come ho scritto
nell’Enciclica Deus caritas est: "L’amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo. Ci sarà sempre sofferenza che necessita di consolazione, di aiuto. Sempre ci sarà solitudine. Sempre ci saranno anche situazioni di necessità materiale nelle quali è indispensabile un aiuto nella linea di un concreto amore del prossimo" (n. 28). Esso richiede e richiederà sempre l’impegno personale e volontario.

Proprio per questo, i volontari non sono dei "tappabuchi" nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società. Senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo, poiché il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere.

Cari amici! Il vostro impegno è un servizio reso alla dignità dell’uomo fondata sul suo essere creato a immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1,26). Come ci ha mostrato l’episodio del buon Samaritano, ci sono sguardi che possono andare nel vuoto o addirittura nel disprezzo, ma vi sono anche sguardi che possono esprimere amore. Oltre che custodi del territorio, siate sempre più icone viventi del buon Samaritano, conferendo attenzione al prossimo, ricordando la dignità dell’uomo e suscitando speranza. Quando una persona non si limita solo a compiere il proprio dovere nella professione e nella famiglia, ma s’impegna per gli altri, il suo cuore si dilata. Chi ama e serve gratuitamente l’altro come prossimo, vive ed agisce secondo il Vangelo e prende parte alla missione della Chiesa, che sempre guarda l’uomo intero e vuol fargli sentire l’amore di Dio.

Cari volontari e volontarie, la Chiesa e il Papa sostengono il vostro prezioso servizio.

La Vergine Maria, che va "in fretta" dalla cugina Elisabetta per aiutarla (cfr Lc 1,39), sia il vostro modello. Mentre vi affido all’intercessione del vostro patrono, san Pio da Pietrelcina, assicuro il mio ricordo nella preghiera e con affetto imparto a voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.



Pope Benedict XVI arrives at a special audience for members of the Italian Civil Protection, in the Pope Paul VI hall at the Vatican, Saturday, March 6,  2010.

Pope Benedict XVI is greeted by Guido Bertolaso (R), the head of the Italian civil protection department, during a special audience at the Paul VI Hall in the Vatican March 6, 2010.

Pope Benedict XVI wears a jacket of the Italian civil protection department as Guido Bertolaso (2nd R), the head of the Italian civil protection department, applauds during a special audience at the Paul VI Hall in the Vatican March 6, 2010.

Pope Benedict XVI gives a blessing as he wears a jacket of the Italian civil protection department during a special audience at the Paul VI Hall in the Vatican March 6, 2010.

Pope Benedict XVI delivers his blessing during a special audience he held for members of the Italian Civil Protection, in the Pope Paul VI hall at the Vatican, Saturday, March 6,  2010.

Caterina63
00sabato 6 marzo 2010 15:30
Al termine dell'udienza di Papa Benedetto XVI, il sottosegretario commenta l'inchiesta che lo coinvolge
"Non confondere le responsabilità dei pochi con i meriti dei molti. Lasciamo fuori chi lavora per le emergenze"

Protezione civile, Bertolaso dal Papa
"Adesso basta parlare di scandali"


                                                        Protezione civile, Bertolaso dal Papa "Adesso basta parlare di scandali"
 
ROMA - "E' ora di finirla di parlare di scandalo: la Protezione Civile è quella genuina, bella. Diamo la responsabilità a chi ha colpa ma lasciamo fuori chi lavora ogni giorno per le emergenze". Guido Bertolaso al termine dell'udienza di Papa Benedetto XVI, commenta così la vicenda dell'inchiesta sulle grandi opere che lo vede coinvolto. Salvando il nome e la storia dell'organismo che dirige.

"Questi ragazzi - spiega Bertolaso indicando i 7mila volontari arrivati in Vaticano - non c'entrano nulla, loro sono la parte bella dell'Italia che vogliamo valorizzare e far crescere, anche se c'è qualcuno che cerca di buttare fango su di noi strumentalizzando i fatti". L'incontro di oggi col Papa, sottolinea il capo del Dipartimento, "è un momento significativo, emozionante, commovente, che ci incoraggia ad andare avanti nonostante tutto quello che sta succedendo".

Il sottosegretario, commosso, viene rincuorato dall'applauso dei suoi uomini e va avanti. Nonostante il momento "in cui si vorrebbero confondere le responsabilità di alcuni con il lavoro e il merito di moltissimi". La Protezione civile è altro, insiste il sottosegretario: "Un immenso valore di competenze e passione che con i miei predecessori abbiamo saputo costruire con tenacia e coraggio e che intendiamo a tutti i costi tutelare e difendere".

Bertolaso ricorda il lavoro fatto in Abruzzo e sottolinea lo sforzo compiuto per "garantire pasti caldi, i servizi sanitari, l'attività di intrattenimento per i bambini e di animazione sociale, le giornate di assistenza psicologica alle persone spaventate dal passato e incerte sul proprio futuro assicurate da psicologi anch'essi volontari".

Più in generale, il capo della Protezione Civile evoca "l'immenso valore di competenze e passione che con i miei predecessori abbiamo saputo costruire con tenacia e coraggio e che intendiamo a tutti i costi tutelare e difendere".

Al termine dell'udienza papa Ratzinger ha indossato brevemente una giacca blu della Protezione civile scatenando l'applauso delle migliaia di volontari presenti nell'Aula Paolo VI. Il Pontefice, infine, ha "ringraziato" Bertolaso "per tutto ciò che fa per la società civile e per noi tutti".
 




Caterina63
00domenica 7 marzo 2010 16:19
[SM=g1740722] il bellissimo e commovente intervento di Guido Bertolasi davanti al Santo Padre e nel video dopo l'intervento del Santo Padre [SM=g1740721]

video.sky.it/services/player/bcpid1445085911?bctid=704...

[SM=g1740717]





[SM=g1740738]

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