Gli Auguri al Santo Padre per il suo Onomastico (San Giuseppe) del 19 marzo

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Caterina63
00sabato 20 marzo 2010 19:18

19 Marzo Festa di San Giuseppe, Sposo Casto di Maria Santissima e Custode della Santa Chiesa




Gli auguri del cardinale Bertone

Lo stile
di san Giuseppe


Prima del concerto, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha rivolto alcune parole augurali al Pontefice.

Beatissimo Padre!
Siamo profondamente grati a Dio e a vostra Santità, per la possibilità che ci è data di presentarle di persona gli auguri più fervidi e devoti, nel giorno della sua festa onomastica.

Penso di interpretare il pensiero di tutti dicendo che chi conosce da vicino vostra Santità è portato a ritenere che vi sia una certa somiglianza tra lei e il suo patrono, san Giuseppe, così come le Scritture, in pochi tratti essenziali, ce lo presentano. Il custode del Redentore infatti era un uomo mite e umile, amante del lavoro discreto e assiduo; era un "uomo giusto", sempre attento a comprendere e seguire la volontà di Dio nella sua vita; era totalmente dedito al servizio della Vergine Maria, sua sposa, che amava più di se stesso, e del Figlio Gesù, nel quale riconosceva e adorava la presenza di Dio, venuto a visitare e salvare il suo popolo.

Ciascuno di questi tratti noi possiamo ravvisarli nella persona di vostra Santità, come se, portando il nome di san Giuseppe, ella avesse saputo imitarlo, assimilandone appunto lo stile spirituale, fatto di atteggiamenti interiori che si riflettono anche all'esterno. Ed effettivamente pensiamo che sia stato così, grazie a una interiore familiarità coltivata nella preghiera.

Noi confidiamo che Gesù, che ha vissuto bambino accanto al padre putativo, voglia manifestare la sua tenerezza verso vostra Santità, che assolve, come il grande Giuseppe, la funzione di custode dell'autentica dottrina di salvezza. Sarà una consolazione in mezzo alle sfide, che la testimonianza coraggiosa di fedeltà alla verità e alla Chiesa incontra nel cammino accidentato della storia.

In questa occasione mi piace ricordare un quadro dedicato a san Giuseppe, che don Bosco ha fatto dipingere nel santuario di Maria Ausiliatrice a Torino. San Giuseppe è raffigurato mentre prende dalle mani della Madonna tante rose e le lascia cadere dolcemente sulla terra. Quest'oggi da san Giuseppe invochiamo una cascata di grazie su vostra Santità.

La nostra gioia è grande anche perché possiamo offrirle un dono speciale, che siamo certi le sarà gradito:  un concerto, ma soprattutto un'elevazione spirituale. Vostra Santità conosce bene l'opera di Haydn sulle "Sette ultime parole di Gesù in Croce". Non osiamo dire nulla, anzi, attendiamo da lei una parola di commento. La particolarità, per i musicisti e per noi, è di poter suonare, cantare e ascoltare questo capolavoro insieme con lei, vorrei dire per lei, nell'affetto e nell'ammirazione che proviamo. Santità, insieme con i nostri voti augurali e con questo omaggio musicale, accolga l'assicurazione della nostra preghiera, che per lei e per tutte le sue intenzioni eleviamo a Dio, affidandola fiduciosi all'intercessione del grande patrono san Giuseppe.

                   Pope Benedict XVI is greeted by Vatican State minister Cardinal Tarcisio Bertone before a concert on the occasion of his name day at the Vatican March 19, 2010. March 19 marks Saint Joseph's day. The pope was born Joseph Ratzinger.


Nella Sala Clementina il concerto in onore di Benedetto XVI in occasione della sua festa onomastica

Quando l'arte comunica
una bellezza che è anche verità



L'opera di Joseph Haydn Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce è "un esempio tra i più sublimi, in campo musicale, di come si possano sposare l'arte e la fede". Lo ha detto il Papa al termine del concerto eseguito in occasione della sua festa onomastica venerdì pomeriggio, 19 marzo, nella Sala Clementina.

Cari amici,
al termine di un ascolto così intenso e spiritualmente profondo, la cosa migliore sarebbe conservare il silenzio e prolungare la meditazione. Tuttavia, sono molto lieto di rivolgervi un saluto e ringraziare ciascuno di voi per la vostra presenza nel giorno della mia festa onomastica, in modo particolare quanti mi hanno offerto questo graditissimo dono.
 
Esprimo la mia cordiale riconoscenza al Cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato, per le belle parole che mi ha indirizzato. Saluto con affetto gli altri Cardinali, il Cardinale Decano Sodano, Presuli e Prelati presenti. Un grazie speciale va poi ai musicisti, a partire dal Maestro José Peris Lacasa, compositore strettamente legato alla Casa Reale Spagnola. A lui va il merito di aver elaborato una versione de Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce di Franz Joseph Haydn che riprende quella per quartetto d'archi e quella in forma di oratorio, scritte dallo stesso Haydn. Mi congratulo poi con il Quartetto Henschel per la pregevole esecuzione, e con la Signora Susanne Kelling, che ha messo la sua voce straordinaria al servizio delle parole sante del Signore Gesù.

La scelta di quest'opera è stata davvero felice. Infatti, se da una parte, la sua bellezza austera è degna della solennità di san Giuseppe - di cui lo stesso insigne compositore portava il nome - dall'altra il suo contenuto è quanto mai adatto al tempo quaresimale, anzi, ci predispone a vivere il Mistero centrale della fede cristiana. Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce è, infatti, un esempio tra i più sublimi, in campo musicale, di come si possano sposare l'arte e la fede.

L'invenzione del musicista è tutta ispirata e quasi "diretta" dai testi evangelici, che culminano nelle parole pronunciate da Gesù crocifisso, prima di rendere l'ultimo respiro. Ma, oltre che dal testo, il compositore era vincolato anche da precise condizioni poste dai committenti, dettate dal particolare tipo di celebrazione in cui la musica sarebbe stata eseguita. Ed è proprio a partire da tali vincoli così stringenti che il genio creativo ha potuto manifestarsi in tutta la sua eccellenza:  dovendo immaginare sette sonate di carattere drammatico e meditativo, Haydn punta sull'intensità, come scrisse egli stesso in una lettera del tempo:  "Ogni sonata, o ogni testo, è espresso con i soli mezzi della musica strumentale, in modo tale che esso susciterà necessariamente l'impressione più profonda nell'anima dell'ascoltatore, anche il meno avvertito" (Lettera a W. Forster, 8 aprile 1787).

Vi è, in questo, qualcosa di simile al lavoro dello scultore, che deve costantemente misurarsi con la materia su cui opera - pensiamo al marmo della "Pietà" di Michelangelo -, e tuttavia riesce a far parlare quella materia, a far emergere una sintesi singolare e irripetibile di pensiero e di emozione, un'espressione artistica assolutamente originale ma che, al tempo stesso, è totalmente al servizio di quel preciso contenuto di fede, è come dominata da quell'avvenimento che rappresenta - nel nostro caso dalle sette parole e dal loro contesto.

C'è qui nascosta una legge universale dell'espressione artistica:  il saper comunicare una bellezza, che è anche un bene e una verità, attraverso un mezzo sensibile - un dipinto, una musica, una scultura, un testo scritto, una danza, eccetera. A ben vedere, è la stessa legge che ha seguito Dio per comunicare a noi se stesso e il suo amore:  si è incarnato nella nostra carne umana e ha realizzato il massimo capolavoro dell'intera creazione:  "l'unico mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" - come scrive san Paolo (1 Tm 2, 5). Più è "dura" la materia, più sono stretti i vincoli dell'espressione, e maggiormente risalta il genio dell'artista.

Così sulla "dura" croce Dio ha pronunciato in Cristo la Parola d'amore più bella e più vera, che è Gesù nel suo donarsi pieno e definitivo:  è Lui l'ultima Parola di Dio, in senso non cronologico, ma qualitativo. È la Parola universale, assoluta, ma è stata pronunciata in quell'uomo concreto, in quel tempo e in quel luogo, in quell'"ora" - dice il Vangelo di Giovanni. Questo vincolarsi alla storia, alla carne, è segno per eccellenza di fedeltà, di un amore talmente libero da non avere paura di legarsi per sempre, di esprimere l'infinito nel finito, il tutto nel frammento. Questa legge, che è la legge dell'amore, è anche la legge dell'arte nelle sue espressioni più alte.

Cari amici, forse mi sono spinto un po' oltre con questa riflessione, ma la colpa - o forse il merito! - è di Franz Joseph Haydn. Ringraziamo il Signore per questi grandi geni artistici, che hanno saputo e voluto misurarsi con la sua Parola - Gesù Cristo - e con le sue parole - le sacre Scritture. Rinnovo il mio grazie a quanti hanno ideato e preparato questo omaggio:  il Signore ricompensi ciascuno con larghezza.


Sehr herzlich danke ich nochmals allen, die diesen Abend ermöglicht haben. Mein besonderer Dank gilt dem Henschel Quartett und dem Mezzosopran Frau Susanne Kelling, die uns mit ihrer ausdrucksvollen Darbietung die Worte des Erlösers am Kreuz in musikalischer Form näher gebracht haben. Vielen lieben Dank!
[Ringrazio sentitamente ancora una volta tutti coloro che hanno reso possibile questa serata. Rivolgo un ringraziamento particolare al Quartetto Henschell e al mezzosoprano, signora Susanne Kelling, che, con la sua espressiva esibizione, ci ha avvicinato in forma musicale alle parole del Salvatore sulla Croce. Molte grazie!].

Saludo muy cordialmente al Maestro José Peris Lacasa, autor de una lograda reelaboración de las Siete últimas Palabras de Cristo en Cruz, de Haydn, y que hoy hemos tenido el gusto de escuchar. Saludo también a los que han venido de España para esta ocasión. Muchas gracias.
[Saluto molto cordialmente il Maestro José Peris Lacasa, autore di una riuscita rielaborazione delle Sette ultime Parole di Cristo sulla Croce, di Haydn, che oggi abbiamo avuto il piacere di ascoltare. Saluto anche quanti sono venuti dalla Spagna per questa occasione. Grazie.].

A tutti rinnovo un saluto cordiale con l'augurio di seguire Gesù da vicino, come la Vergine Maria, per vivere in profondità la Settimana Santa, e celebrare in verità la Pasqua ormai vicina. Con questa intenzione, imparto a voi e ai vostri cari la mia Benedizione.


                      Pope Benedict XVI (C) attends a concert on the occasion of his name day at the Vatican March 19, 2010. March 19 marks Saint Joseph's day. The pope was born Joseph Ratzinger.


(©L'Osservatore Romano - 20-21 marzo 2010)
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:52.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com