Il Magistero del Pontefice a...piccole dosi

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Caterina63
00martedì 3 febbraio 2009 21:35
Lightbulb Pillole di meditazione offerte dal Santo Padre....

Amici....mio compito (e gioia e dono immeritato) come Laica Domenicana, è l'approfondimento del Magistero della Chiesa....
Come tacere tanta ricchezza che mi viene elargita immeritatamente dalla Divina Provvidenza?
Ecco allora che devo, DEVO, condividerla......con l'auspicio che la Vergine Santa ci aiuti ad essere sempre degni Testimoni.....

Fraternamente CaterinaLD

P.S.
Inserirò brevissime frasi dei testi del Papa, con relativo collegamento al testo integrale....

Accanto all’ascolto quotidiano della Parola di Dio, la Celebrazione dell’Eucaristia sia il cuore e il centro di ogni vostra giornata e di tutto il vostro ministero. Il sacerdote, come ogni battezzato, vive della comunione eucaristica con il Signore. Non ci si può accostare quotidianamente al Signore, pronunciare le tremende e stupende parole "Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue", non si può prendere tra le mani il Corpo e il Sangue del Signore, senza lasciarsi afferrare da Lui, senza lasciarsi conquistare dal suo fascino, senza permettere che il suo amore infinito ci cambi interiormente. L’Eucaristia diventi per voi scuola di vita, nella quale il sacrificio di Gesù sulla Croce vi insegni a fare di voi stessi un totale dono ai fratelli. Il Rappresentante pontificio, nello svolgimento della sua missione, è chiamato ad offrire questa testimonianza di accoglienza verso il prossimo, frutto di un'unione costante con Cristo.




Benedetto XVI stamani ai sacerdoti della
Pontificia Accademia Ecclesiastica



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"Se sarete ciò che dovrete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (S.Caterina da Siena)

Seguendo il Vangelo, con coraggio e generosità, i laici cattolici partecipino attivamente alla vita politica e sociale del proprio Paese: è l’esortazione di Benedetto XVI contenuta nel messaggio per il 97.mo Katholikentag tedesco. Prendendo spunto dal motto dell’evento ecclesiale “Tu ci conduci fuori al largo”, il Papa invita i fedeli laici a non lasciare che gli altri plasmino il futuro, ma si inseriscano con fantasia e capacità di persuasione nei dibattiti del presente.



La parola del Santo Padre:

Qual è il "largo" nel quale ci conduce l’incontro con Dio, la fede? Non poche sono le persone che oggi, al contrario di quello che dice il salmo, hanno paura che la fede possa limitare la loro vita, che esse possano essere costrette nell’involucro dei comandamenti e degli insegnamenti della Chiesa e che non potranno più essere libere di muoversi nel "largo" della vita e del pensiero di oggi.
Si sentono come il figlio minore nella parabola dei due fratelli (Lc 11-32), costrette a partire, lasciando da parte Dio per assaporare tutto il "largo" dell’universo.

Alla fine, però, questo "largo" diventa stretto e vuoto. Solo quando la nostra vita sarà riuscita a salire al cuore di Dio, avrà trovato quel "largo" per il quale noi siamo stati creati. Una vita senza Dio non diventa più libera e più larga. L’uomo è destinato all’infinito. Nulla di diverso può essere sufficiente per lui. Chi però tralascia Dio, limita la vita e il mondo al "finito", a quello che noi stessi possiamo fare e pensare, e questo è sempre troppo poco. Soprattutto, egli allarga il nostro cuore affinché non pensiamo più soltanto a noi stessi e non ci preoccupiamo soltanto per noi stessi. Il cuore che si è aperto a Dio è diventato – per l’ampiezza di Dio – a sua volta generoso e ampio.



Messaggio in occasione della 97ma edizione del "Deutscher Katholikentag" (11 maggio 2008)
[
Inglese,
Tedesco]
qui in italiano
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"Se sarete ciò che dovrete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (S.Caterina da Siena)

....pensate che in ogni ora del giorno e della notte, in tutto il mondo, c'è chi prega un Rosario, chi dice la Messa....chi prega gli uni per gli altri....nel Rosario e nell'Eucarestia noi parliamo una sola lingua....

Vi offro allora la seguente riflessione...
"Unito misteriosamente a Cristo, l'uomo che soffre con amore e docile abbandono alla volontà divina diventa offerta vivente per la salvezza del mondo".
Lo scrive il Papa nel messaggio per la
Giornata mondiale del malato che si è celebrata l'11 febbraio scorso, memoria della Beata Maria Vergine di Lourdes.
Benedetto XVI ricorda innanzitutto che la Giornata quest'anno si ricollega a "due eventi importanti per la Chiesa": le celebrazioni del 150º anniversario delle apparizioni dell'Immacolata a Lourdes e del Congresso eucaristico internazionale a Québec, in Canada.

Mi piace pensare al sogno di san G. Bosco LE DUE COLONNE: L'EUCARESTIA E MARIA.....

Dice allora il Papa:

Associata al Sacrificio di Cristo, Maria, Mater Dolorosa, che ai piedi della Croce soffre con il suo divin Figlio, viene sentita particolarmente vicina dalla comunità cristiana che si raccoglie attorno ai suoi membri sofferenti, i quali recano i segni della passione del Signore. Maria soffre con coloro che sono nella prova, con essi spera ed è loro conforto sostenendoli con il suo materno aiuto. E non è forse vero che l’esperienza spirituale di tanti ammalati spinge a comprendere sempre più che “il divin Redentore vuole penetrare nell’animo di ogni sofferente attraverso il cuore della sua Madre santissima, primizia e vertice di tutti i redenti”?


Coraggio allora, combattimento si, tristezza no!
Fraternamente CaterinaLD
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"Se sarete ciò che dovrete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (S.Caterina da Siena)

In una udienza del 22.2.2006 Benedetto XVI, veramente in poche parole, ha saputo spiegarci chiarissimamente che cosa è la CATTEDRA DI PIETRO..... rileggiamo questo passo, contempliamolo e lodiamo il Signore per la sua bontà....Preghiamo per il Papa!

La sede di Roma venne così riconosciuta come quella del successore di Pietro, e la “cattedra” del suo vescovo rappresentò quella dell’Apostolo incaricato da Cristo di pascere tutto il suo gregge. Lo attestano i più antichi Padri della Chiesa, come ad esempio sant’Ireneo, vescovo di Lione, il quale nel suo trattato Contro le eresie descrive la Chiesa di Roma come più grande e più antica, conosciuta da tutti; “fondata e costituita a Roma dai due gloriosissimi apostoli Pietro e Paolo”; e aggiunge: “Con questa Chiesa, per la sua esimia superiorità, deve accordarsi la Chiesa universale, cioè i fedeli che sono ovunque” (III, 3, 2-3). Tertulliano, da parte sua, afferma: “Questa Chiesa di Roma, quanto è beata! Furono gli Apostoli stessi a versare a lei, col loro sangue, la dottrina tutta quanta” (La prescrizione degli eretici, 36).

La cattedra del Vescovo di Roma rappresenta, pertanto, non solo il suo servizio alla comunità romana, ma la sua missione di guida dell’intero Popolo di Dio.

Celebrare la “Cattedra” di Pietro significa, perciò, attribuire ad essa un forte significato spirituale e riconoscervi un segno privilegiato dell’amore di Dio, Pastore buono ed eterno, che vuole radunare l’intera sua Chiesa e guidarla sulla via della salvezza. Tra le tante testimonianze dei Padri, mi piace riportare quella di san Girolamo, tratta da una sua lettera scritta al Vescovo di Roma, particolarmente interessante perché fa esplicito riferimento proprio alla “cattedra” di Pietro, presentandola come sicuro approdo di verità e di pace.

Così scrive Girolamo: “Ho deciso di consultare la cattedra di Pietro, dove si trova quella fede che la bocca di un Apostolo ha esaltato; vengo ora a chiedere un nutrimento per la mia anima lì, dove un tempo ricevetti il vestito di Cristo. Io non seguo altro primato se non quello di Cristo; per questo mi metto in comunione con la tua beatitudine, cioè con la cattedra di Pietro. So che su questa pietra è edificata la Chiesa” (Le lettere I, 15,1-2).

22 febbraio 2006, La Cattedra di Pietro, dono di Cristo alla sua Chiesa
[Croato, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
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"Se sarete ciò che dovrete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (S.Caterina da Siena)

Spe Salvi: Marx fece la rivoluzione, ma non disse come procedere dopo!

....un altro passo dell'Enciclica del Papa:

Spe salvi (30 novembre 2007)
[Bielorusso, Francese, Inglese, Italiano, Latino, Neerlandese, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco, Ungherese]

...ci porta a riflettere su alcune questioni che determinarono il fallimento della dottrina sociale comunista......


così la descrive Benedetto XVI:


20. (...)
Dopo la rivoluzione borghese del 1789 era arrivata l'ora per una nuova rivoluzione, quella proletaria: il progresso non poteva semplicemente avanzare in modo lineare a piccoli passi. Ci voleva il salto rivoluzionario. Karl Marx raccolse questo richiamo del momento e, con vigore di linguaggio e di pensiero, cercò di avviare questo nuovo passo grande e, come riteneva, definitivo della storia verso la salvezza – verso quello che Kant aveva qualificato come il « regno di Dio ». Essendosi dileguata la verità dell'aldilà, si sarebbe ormai trattato di stabilire la verità dell'aldiquà.

La critica del cielo si trasforma nella critica della terra, la critica della teologia nella critica della politica. Il progresso verso il meglio, verso il mondo definitivamente buono, non viene più semplicemente dalla scienza, ma dalla politica – da una politica pensata scientificamente, che sa riconoscere la struttura della storia e della società ed indica così la strada verso la rivoluzione, verso il cambiamento di tutte le cose.

Con puntuale precisione, anche se in modo unilateralmente parziale, Marx ha descritto la situazione del suo tempo ed illustrato con grande capacità analitica le vie verso la rivoluzione – non solo teoricamente: con il partito comunista, nato dal manifesto comunista del 1848, l'ha anche concretamente avviata. La sua promessa, grazie all'acutezza delle analisi e alla chiara indicazione degli strumenti per il cambiamento radicale, ha affascinato ed affascina tuttora sempre di nuovo. La rivoluzione poi si è anche verificata nel modo più radicale in Russia.

21. Ma con la sua vittoria si è reso evidente anche l'errore fondamentale di Marx. Egli ha indicato con esattezza come realizzare il rovesciamento. Ma non ci ha detto come le cose avrebbero dovuto procedere dopo. Egli supponeva semplicemente che con l'espropriazione della classe dominante, con la caduta del potere politico e con la socializzazione dei mezzi di produzione si sarebbe realizzata la Nuova Gerusalemme. Allora, infatti, sarebbero state annullate tutte le contraddizioni, l'uomo e il mondo avrebbero visto finalmente chiaro in se stessi.

Allora tutto avrebbe potuto procedere da sé sulla retta via, perché tutto sarebbe appartenuto a tutti e tutti avrebbero voluto il meglio l'uno per l'altro. Così, dopo la rivoluzione riuscita, Lenin dovette accorgersi che negli scritti del maestro non si trovava nessun'indicazione sul come procedere. Sì, egli aveva parlato della fase intermedia della dittatura del proletariato come di una necessità che, però, in un secondo tempo da sé si sarebbe dimostrata caduca.

Questa « fase intermedia » la conosciamo benissimo e sappiamo anche come si sia poi sviluppata, non portando alla luce il mondo sano, ma lasciando dietro di sé una distruzione desolante. Marx non ha solo mancato di ideare gli ordinamenti necessari per il nuovo mondo – di questi, infatti, non doveva più esserci bisogno. Che egli di ciò non dica nulla, è logica conseguenza della sua impostazione. Il suo errore sta più in profondità. Egli ha dimenticato che l'uomo rimane sempre uomo. Ha dimenticato l'uomo e ha dimenticato la sua libertà. Ha dimenticato che la libertà rimane sempre libertà, anche per il male. Credeva che, una volta messa a posto l'economia, tutto sarebbe stato a posto. Il suo vero errore è il materialismo: l'uomo, infatti, non è solo il prodotto di condizioni economiche e non è possibile risanarlo solamente dall'esterno creando condizioni economiche favorevoli.

22. Così ci troviamo nuovamente davanti alla domanda: che cosa possiamo sperare? È necessaria un'autocritica dell'età moderna in dialogo col cristianesimo e con la sua concezione della speranza. In un tale dialogo anche i cristiani, nel contesto delle loro conoscenze e delle loro esperienze, devono imparare nuovamente in che cosa consista veramente la loro speranza, che cosa abbiano da offrire al mondo e che cosa invece non possano offrire. Bisogna che nell'autocritica dell'età moderna confluisca anche un'autocritica del cristianesimo moderno, che deve sempre di nuovo imparare a comprendere se stesso a partire dalle proprie radici. Su questo si possono qui tentare solo alcuni accenni. Innanzitutto c'è da chiedersi: che cosa significa veramente « progresso »; che cosa promette e che cosa non promette?


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Vogliamo essere veramente segno di contraddizione?

Altro non vi dico (…) Non vorrei più parole, ma trovarmi nel campo della battaglia, sostenendo le pene, e combattendo con voi insieme per la verità infino alla morte, per gloria e lode del nome di Dio, e reformazione della Santa Chiesa…”
(Santa Caterina da Siena, Lettera 305 al Papa Urbano VI ove lottò fino alla morte per difendere l’autorità del Pontefice)

Caterina63
00martedì 3 febbraio 2009 21:38
Siamo stati creati LIBERI, ma il Peccato Originale ci tarpò questa libertà che non è fare quello che ci pare, ma LIBERI PER STARE MEGLIO.....

Spe salvi (30 novembre 2007)

scrive il Papa:

La fede conferisce alla vita una nuova base, un nuovo fondamento sul quale l'uomo può poggiare e con ciò il fondamento abituale, l'affidabilità del reddito materiale, appunto, si relativizza. Si crea una nuova libertà di fronte a questo fondamento della vita che solo apparentemente è in grado di sostentare, anche se il suo significato normale non è con ciò certamente negato. Questa nuova libertà, la consapevolezza della nuova « sostanza » che ci è stata donata, si è rivelata non solo nel martirio, in cui le persone si sono opposte allo strapotere dell'ideologia e dei suoi organi politici, e, mediante la loro morte, hanno rinnovato il mondo.

Essa si è mostrata soprattutto nelle grandi rinunce a partire dai monaci dell'antichità fino a Francesco d'Assisi e alle persone del nostro tempo che, nei moderni Istituti e Movimenti religiosi, per amore di Cristo hanno lasciato tutto per portare agli uomini la fede e l'amore di Cristo, per aiutare le persone sofferenti nel corpo e nell'anima. Lì la nuova « sostanza » si è comprovata realmente come « sostanza », dalla speranza di queste persone toccate da Cristo è scaturita speranza per altri che vivevano nel buio e senza speranza.

Lì si è dimostrato che questa nuova vita possiede veramente « sostanza » ed è una « sostanza » che suscita vita per gli altri. Per noi che guardiamo queste figure, questo loro agire e vivere è di fatto una « prova » che le cose future, la promessa di Cristo non è soltanto una realtà attesa, ma una vera presenza: Egli è veramente il « filosofo » e il « pastore » che ci indica che cosa è e dove sta la vita.

***************

La libertà dell'Uomo e la Speranza verso la quale PER NATURA TENDE, sembra dire il Papa, è il nucleo centrale per cui l'uomo vive...
Un uomo senza Speranza è una Persona che NON vive, e la speranza è quella realtà che rende l'Uomo LIBERO NELLA RICERCA.....ricerca interiore ed esteriore a dare risposta alle domande che lo animano.....

Per ora mi fermo qui...leggiamo questa Enciclica meditandola magari davanti al Tabernacolo, in adorazione e in ascolto...

Fraternamente CaterinaLD
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Vogliamo essere veramente segno di contraddizione?

Altro non vi dico (…) Non vorrei più parole, ma trovarmi nel campo della battaglia, sostenendo le pene, e combattendo con voi insieme per la verità infino alla morte, per gloria e lode del nome di Dio, e reformazione della Santa Chiesa…”
(Santa Caterina da Siena, Lettera 305 al Papa Urbano VI ove lottò fino alla morte per difendere l’autorità del Pontefice)

Offrire le fatiche quotidiane (dalla "Spe Salvi")??
Vi ricordate i... famosi "fioretti"..??...
Mi piace come Benedetto XVI spieghi in modo semplice, ma puro, il legame della nostra Tradizione con l'attualità di oggi e con i problemi di oggi.....
 "Spe Salvi"  il Papa invita a riscoprire il valore dell'agire e  del soffrire quali luoghi di apprendimento della speranza":

" 40. Vorrei aggiungere ancora una piccola annotazione non del tutto irrilevante per le vicende di ogni giorno. Faceva parte di una forma di devozione, oggi forse meno praticata, ma non molto tempo fa ancora assai diffusa, il pensiero di poter « offrire » le piccole fatiche del quotidiano, che ci colpiscono sempre di nuovo come punzecchiature più o meno fastidiose, conferendo così ad esse un senso. In questa devozione c'erano senz'altro cose esagerate e forse anche malsane, ma bisogna domandarsi se non vi era contenuto in qualche modo qualcosa di essenziale che potrebbe essere di aiuto. Che cosa vuol dire « offrire »? Queste persone erano convinte di poter inserire nel grande com-patire di Cristo le loro piccole fatiche, che entravano così a far parte in qualche modo del tesoro di compassione di cui il genere umano ha bisogno. In questa maniera anche le piccole seccature del quotidiano potrebbero acquistare un senso e contribuire all'economia del bene, dell'amore tra gli uomini. Forse dovremmo davvero chiederci se una tale cosa non potrebbe ridiventare una prospettiva sensata anche per noi. "
A Maria, Madre della Speranza, chiediamo il coraggio dell'eroismo cristiano, quello che procede a piccoli passi, con le devozioni, con il com-patire con Cristo LA QUOTIDIANITA' sia nel campo del lavoro come in quello della sofferenza...
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Il 10.3. del 2007 Benedetto XVI ha partecipato alla Veglia di Preghiera del Rosario con i giovani Universitari e che aveva per titolo: "La Carità intellettuale, via per una nuova cooperazione Europa-Asia"

" la carità intellettuale può unire il cammino esistenziale di giovani che, pur vivendo a grande distanza gli uni dagli altri, riescono a sentirsi legati sul piano della ricerca interiore e della testimonianza. "

Poi lasciando il messaggio ufficiale, ha aggiunto a braccio:
" Dovrei forse scrivere un nuovo capitolo della mia Enciclica, Deus Caritas Est, sulla Carità intellettuale..."

" ....è indispensabile che i giovani si facciano promotori di fratellanza all’insegna dell’amore intellettuale, perseguondo una solidarietà che non prende le mosse dal piano degli interessi economici o politici, ma da quello dello studio e della ricerca della verità....AMATE LA VERITA'.... "

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"Se sarete ciò che dovrete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (S.Caterina da Siena)

ho avuto la grazia di seguire in diretta (internet) questo pellegrinaggio del Santo Padre in terra di Puglia.....stupende catechesi....
Vi propongo questo pensiero del Papa che andrà bene anche per noi....

Il Papa ai Sacerdoti incontrati a Brindisi:


Cari fratelli sacerdoti, perché la vostra sia una fede forte e vigorosa occorre, come ben sapete, alimentarla con un’assidua preghiera. Siate pertanto modelli di preghiera, diventate maestri di preghiera.

Le vostre giornate siano scandite dai tempi dell’orazione, durante i quali, sul modello di Gesù, vi intrattenete in un colloquio rigenerante con il Padre.
Non è certamente facile mantenersi fedeli a questi quotidiani appuntamenti con il Signore, soprattutto oggi che il ritmo della vita si è fatto frenetico e le occupazioni assorbono in misura sempre maggiore.

Dobbiamo tuttavia convincerci: il momento della preghiera è il più importante nella vita del sacerdote, quello in cui agisce con più efficacia la grazia divina, dando fecondità al suo ministero. Pregare è il primo servizio da rendere alla comunità.

Incontro con i sacerdoti nella Cattedrale di Brindisi (15 giugno 2008)[Italiano]

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"Se sarete ciò che dovrete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (S.Caterina da Siena)

....il tempo che stiamo vivendo ci invita ad avere forse un pò più di tempo per noi stessi, per sempio per LEGGERE e meditare....
Vi offro un passo, oggi, dall'Enciclica (stupenda) del Santo Padre sulla Spe Salvi....

22. Così ci troviamo nuovamente davanti alla domanda: che cosa possiamo sperare? È necessaria un'autocritica dell'età moderna in dialogo col cristianesimo e con la sua concezione della speranza. In un tale dialogo anche i cristiani, nel contesto delle loro conoscenze e delle loro esperienze, devono imparare nuovamente in che cosa consista veramente la loro speranza, che cosa abbiano da offrire al mondo e che cosa invece non possano offrire. Bisogna che nell'autocritica dell'età moderna confluisca anche un'autocritica del cristianesimo moderno, che deve sempre di nuovo imparare a comprendere se stesso a partire dalle proprie radici. Su questo si possono qui tentare solo alcuni accenni. Innanzitutto c'è da chiedersi: che cosa significa veramente « progresso »; che cosa promette e che cosa non promette? (...)

Senza dubbio, esso offre nuove possibilità per il bene, ma apre anche possibilità abissali di male – possibilità che prima non esistevano. Noi tutti siamo diventati testimoni di come il progresso in mani sbagliate possa diventare e sia diventato, di fatto, un progresso terribile nel male. Se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell'uomo, nella crescita dell'uomo interiore (cfr Ef 3,16; 2 Cor 4,16), allora esso non è un progresso, ma una minaccia per l'uomo e per il mondo.


Spe salvi (30 novembre 2007)
[Bielorusso, Francese, Inglese, Italiano, Latino, Neerlandese, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Tedesco, Ungherese]
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"Se sarete ciò che dovrete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (S.Caterina da Siena)


Caterina63
00martedì 3 febbraio 2009 21:41
Perchè DOBBIAMO fidarci di Dio?

.....c'è chi presenta un Dio austero e castigatore,  c'è chi presenta un Dio peluche, morbidone....e c'è chi a Dio non ci crede perchè non ha tovato o incontrato il vero Dio.....


Il vero volto di Dio e chi è Dio ce lo ha presentato il Figlio Gesù, il Cristo... Egli non è ne un peluchè, tanto meno un castigatore Egli è il vero e l'unico GIUSTO, è Padre, è il padre raccontato nella parabola del Figliol prodigo, è il Medico che è venuto per sanarci dalle ferite del peccato....E' COLUI CHE HA DATO LA SUA VITA PER OGNUNO DI NOI, è salito sulla Croce, ma ci ha domostrato anche di essere il VINCITORE....sconfiggendo il peccato ha sconfitto la morte e ci ha permesso di diventare COME LUI....


Il peccato???? Ah! ecco dove si annida il vero problema che ci porta a farci una immagine di Dio che non corrisponde spesse volte alla realtà.... noi tendiamo, a causa del peccato a farci una immagine di Dio (anche il dire che non esiste è una immagine che ci creiamo noi)... per parlare di Dio occorre andare un attimo all'origine della nostra esistenza, che cosa è accaduto?

Ce lo spiega stupendamente Benedetto XVI quando ha parlato l'8.12.2005 dell'Immacolata Concezione....


Ascoltiamolo


L'uomo non si fida di Dio. Egli, tentato dalle parole del serpente, cova il sospetto che Dio, in fin dei conti, gli tolga qualcosa della sua vita, che Dio sia un concorrente che limita la nostra libertà e che noi saremo pienamente esseri umani soltanto quando l'avremo accantonato; insomma, che solo in questo modo possiamo realizzare in pienezza la nostra libertà.


L'uomo vive nel sospetto che l'amore di Dio crei una dipendenza e che gli sia necessario sbarazzarsi di questa dipendenza per essere pienamente se stesso. L'uomo non vuole ricevere da Dio la sua esistenza e la pienezza della sua vita. Vuole attingere egli stesso dall'albero della conoscenza il potere di plasmare il mondo, di farsi dio elevandosi al livello di Lui, e di vincere con le proprie forze la morte e le tenebre. Non vuole contare sull'amore che non gli sembra affidabile; egli conta unicamente sulla conoscenza, in quanto essa gli conferisce il potere.


Piuttosto che sull'amore punta sul potere col quale vuole prendere in mano in modo autonomo la propria vita. E nel fare questo, egli si fida della menzogna piuttosto che della verità e con ciò sprofonda con la sua vita nel vuoto, nella morte. Amore non è dipendenza, ma dono che ci fa vivere. La libertà di un essere umano è la libertà di un essere limitato ed è quindi limitata essa stessa. Possiamo possederla soltanto come libertà condivisa, nella comunione delle libertà: solo se viviamo nel modo giusto l'uno con l'altro e l'uno per l'altro, la libertà può svilupparsi.


Noi viviamo nel modo giusto, se viviamo secondo la verità del nostro essere e cioè secondo la volontà di Dio. Perché la volontà di Dio non è per l'uomo una legge imposta dall'esterno che lo costringe, ma la misura intrinseca della sua natura, una misura che è iscritta in lui e lo rende immagine di Dio e così creatura libera. Se noi viviamo contro l'amore e contro la verità – contro Dio –, allora ci distruggiamo a vicenda e distruggiamo il mondo. Allora non troviamo la vita, ma facciamo l'interesse della morte. Tutto questo è raccontato con immagini immortali nella storia della caduta originale e della cacciata dell'uomo dal Paradiso terrestre.


Cari fratelli e sorelle! Se riflettiamo sinceramente su di noi e sulla nostra storia, dobbiamo dire che con questo racconto è descritta non solo la storia dell'inizio, ma la storia di tutti i tempi, e che tutti portiamo dentro di noi una goccia del veleno di quel modo di pensare illustrato nelle immagini del Libro della Genesi. Questa goccia di veleno la chiamiamo peccato originale.


8 dicembre 2005: Cappella Papale in occasione del 40° anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II

[Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

Proviamo allora a riscoprire le nostre radici: chi siamo, da dove abbiamo origine, perchè nasciamo e dove siamo diretti.....


Fraternamente CaterinaLD

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Domenica 10.8.2008, dopo la recita dell’Angelus in Piazza Duomo a Bressanone, il Santo Padre Benedetto XVI è entrato nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo ed ha così salutato i fedeli che erano in essa raccolti:
  • PAROLE DEL SANTO PADRE

    Liebe Freunde!

    Ich freue mich, daß ich auch heute in dieser schönen Pfarrkirche bei Euch sein kann. Das Evangelium erzählt uns heute, wie der Herr den sinkenden Petrus an die Hand nimmt und ihn sicher über die Wasser führt. Es ist ein Bild für unser Leben: Auch uns nimmt er an der Hand. Lassen wir uns an der Hand nehmen von ihm im Gebet, im Glauben, im Mitleben mit der Kirche, und geben wir auch anderen die Hand, die unsere Hand brauchen.

    [Cari amici!

    Mi fa piacere di potere essere anche oggi con voi in questa bella chiesa parrocchiale. Il Vangelo di oggi ci racconta, che il Signore ha preso per mano San Pietro che stava affondando e lo ha condotto al sicuro, sulle acque. E’ un’immagine per la nostra vita: il Signore prende per mano anche noi. Lasciamoci prendere per mano da Lui nella preghiera, nella fede, nella vita con la Chiesa e diamo la nostra mano anche agli altri, che ne hanno bisogno.]

    Cari amici,

    sono felice di essere ancora una volta in questa domenica con voi. Oggi il Vangelo ci racconta come San Pietro, in pericolo sul mare, è salvato dal Signore che gli da la mano. Il Signore da la mano anche a noi, ci guida sulle strade della nostra vita e cerchiamo di prendere la mano del Signore, nella preghiera, nella fede, nella comunione dei Sacramenti. E diamo anche ad altri la nostra mano e guidiamoli, in quanto possiamo, con l’aiuto del Signore.

    Grazie a voi tutti! Una buona domenica a tutti voi!

    Dò ancora la mia benedizione: Sit Nomen Domini benedictum ...

    Schönen Sonntag – buona domenica a tutti voi! E grazie!


  • Angelus, 10 agosto 2008, Bressanone
    [Italiano]


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    Caterina63
    00martedì 3 febbraio 2009 21:45

    Occorre approfondire la consapevolezza di essere accomunati da uno stesso destino

    Per la pace in Georgia
    subito un dialogo costruttivo

    "Profonda angustia" per le drammatiche notizie che giungono dalla Georgia, dolore per le numerose vittime innocenti causate dal conflitto, un auspicio che "cessino immediatamente le azioni militari", un invito ai "Paesi più influenti nell'attuale situazione" ad adoperarsi per la pacificazione della regione:  sono i contenuti dell'appello lanciato dal Papa, domenica 10 agosto da Bressanone, al termine della recita della preghiera mariana con i fedeli altoatesini raccolti nella piazza antistante il Duomo. Benedetto XVI, evocando il pericolo di un allargamento del conflitto, ha chiesto "in nome della comune eredità cristiana" di riprendere immediatamente la via del dialogo "rispettoso e costruttivo" per restituire pace e serenità ad un popolo già provato da laceranti sofferenze.

    e ancora.....

    • CastelGandolfo 24.8.2008
    •  L’ANGELUS
    • La situazione internazionale registra in queste settimane un crescendo di tensione che vivamente preoccupa. Dobbiamo constatare, con amarezza, il rischio di un progressivo deterioramento di quel clima di fiducia e di collaborazione tra le Nazioni che dovrebbe invece caratterizzarne i rapporti. Come non misurare, nelle presenti circostanze, tutta la fatica dell’umanità a formare quella coscienza comune di essere "famiglia delle Nazioni" che il Papa Giovanni Paolo II aveva additato quale ideale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite? Occorre approfondire la consapevolezza di essere accomunati da uno stesso destino, che in ultima istanza è un destino trascendente (cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 1° gennaio 2006, n. 6), per scongiurare il ritorno a contrapposizioni nazionalistiche che tanto tragiche conseguenze hanno prodotto in altre stagioni storiche.

    • I recenti eventi hanno indebolito in molti la fiducia che simili esperienze restassero definitivamente consegnate al passato. Ma non bisogna cedere al pessimismo! Occorre piuttosto impegnarsi attivamente affinché venga respinta la tentazione di affrontare nuove situazioni con vecchi sistemi.

    • La violenza va ripudiata! La forza morale del diritto, trattative eque e trasparenti per dirimere le controversie, a partire da quelle legate al rapporto tra integrità territoriale e autodeterminazione dei popoli, fedeltà alla parola data, ricerca del bene comune: ecco alcune delle principali strade da percorrere, con tenacia e creatività, per costruire relazioni feconde e sincere e per assicurare alle presenti e alle future generazioni tempi di concordia e di progresso morale e civile! Trasformiamo questi pensieri e questi auspici in preghiera, affinché tutti i membri della comunità internazionale e quanti, in particolare, sono rivestiti di maggiore responsabilità, vogliano operare con generosità per ripristinare le superiori ragioni della pace e della giustizia. Maria, Regina della pace, interceda per noi!

    • www.vatican.va

    •  e soprattutto....PREGHIAMO!!

      Fraternamente CaterinaLD


    •      Cari amici,

      “avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi” (At 1,8). Abbiamo visto realizzata questa promessa! Nel giorno di Pentecoste...

      ***

      Con queste parole il Papa Benedetto XVI ha salutato e parlato ai giovani riuniti a Sydney per la GMG....qui trovate il testo integrale.

      Ma quanta confusione che si fa oggi offuscando spesse volte l'identità dello Spirito Santo... insegna così a ragione Benedetto XVI ai giovani e dunque anche a noi:

      Ma che cosa è questo “potere” dello Spirito Santo? E’ il potere della vita di Dio! E’ il potere dello stesso Spirito che si librò sulle acque all’alba della creazione e che, nella pienezza dei tempi, rialzò Gesù dalla morte. E’ il potere che conduce noi e il nostro mondo verso l’avvento del Regno di Dio.

      Tuttavia questa forza, la grazia dello Spirito, non è qualcosa che possiamo meritare o conquistare; possiamo solamente riceverla come puro dono. L’amore di Dio può effondere la sua forza solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro. Noi dobbiamo permettergli di penetrare nella dura crosta della nostra indifferenza, della nostra stanchezza spirituale, del nostro cieco conformismo allo spirito di questo nostro tempo. Solo allora possiamo permettergli di accendere la nostra immaginazione e plasmare i nostri desideri più profondi. Ecco perché la preghiera è così importante: la preghiera quotidiana, quella privata nella quiete dei nostri cuori e davanti al Santissimo Sacramento e la preghiera liturgica nel cuore della Chiesa. Essa è pura ricettività della grazia di Dio, amore in azione, comunione con lo Spirito che dimora in noi e ci conduce, attraverso Gesù, nella Chiesa, al nostro Padre celeste.


      Cari giovani, permettetemi di farvi ora una domanda
      . Che cosa lascerete voi alla prossima generazione? State voi costruendo le vostre esistenze su fondamenta solide, state costruendo qualcosa che durerà? State vivendo le vostre vite in modo da fare spazio allo Spirito in mezzo ad un mondo che vuole dimenticare Dio, o addirittura rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà? Come state usando i doni che vi sono stati dati, la “forza” che lo Spirito Santo è anche ora pronto a effondere su di voi? Che eredità lascerete ai giovani che verranno? Quale differenza voi farete?

      La forza dello Spirito Santo non ci illumina soltanto né solo ci consola. Ci indirizza anche verso il futuro, verso l’avvento del Regno di Dio.

      Il mondo ha bisogno di questo rinnovamento!





       

    Caterina63
    00martedì 3 febbraio 2009 22:04
    ...amici, vi offro piccole gif sulla Liturgia con delle frasi tratte dal Magistero Pontificio.... Occhiolino

    Come oso dire: gratuitamente ho ricevuto e gratuitamente dono, altrettanto facciano coloro che sono soliti copiare i lavori altrui senza citarne la provenienza magari, questa volta, cominciando a citare le fonti.... Occhi al cielo





    questa che segue riporta tre Pontefici:
    Giovanni Paolo II nell'Ecclesia de Eucharestia, Pio XII nella Mediator Dei, san Pio X dalla Pascendi Dominici Gregis....nella quale il santo Pontefice ci pone una domanda ancora oggi validissima, dice:

    Ma a che gioveranno, venerabili fratelli, i nostri comani e le nostre prescrizioni se non si osservino con dovere e fermezza? 

     Occhiolino





    la seconda gif è tratta dalla Sacramentum Caritatis e riguarda l'Eucarestia indossolubile AL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE... Occhiolino



     Sorriso


    Fraternamente CaterinaLD
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