SI TEME DI FARSI CONTAGIARE VERAMENTE DAL VANGELO.....perchè esso ci porta a vivere diversamente da quello che la società oggi insegna, ed invece di essere noi cristiani a contagiare il mondo, finiamo per lasciarci contagiare da esso fino a diventare CONTESTATORI NON DELLE IDEE SBAGLIATE DELLO STATO, MA DELLA CHIESA...
Vengano pure nuovi evangelizzatori....ma guai a chi si appoggia esclusivamente sulla LETTERA MORTA per quanto essa sia sacra....perchè sarebbe come tradire il Verbo Incarnato, il Cuore stesso di Dio che ha reso viva la Parola affinchè l'uomo se ne potesse INNAMORARE.....
Dice sant'Agostino: AMA E FA CIO' CHE VUOI.....Paolo amando divenne quel predicatore che potè insegnare LA MORALE...oggi non sappiamo più cosa significhi AMARE..... se lo comprendessimo.... eviteremo le divisioni....o meglio, non saremmo NOI la causa delle divisioni.....
CHI DIVIDE (e in questo dividere possiamo metterci di tutto) NON AMA....
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sfogliamo ora questa MORALE PAOLINA....
Gli uomini , dice San Paolo, quando si sono allontanati dalla legge di Dio
" Si sono smarriti in stupidi ragionamenti e così non hanno capito più nulla. Essi che pretendono di essere sapienti sono impazziti " ( Rm
1,21-22: trad. in lingua corrente )
Questa " illusione " prodotta dai nostri pensieri, quando ci allontaniamo
dalla legge di Dio, porta ad ogni tipo di peccato ( Rm 1,29-31 ), tende a GIUSTIFICARLO, tende a piegare la ragione a forme illusorie di verità...
San Paolo dice che Dio "abbandona " il peccatore che non vuole pentirsi:
" Dio li ha abbandonati, li ha lasciati soli in balìa dei loro pensieri "
( Rm 1,28: trad. in lingua corrente ).
La frase, " Dio li ha abbandonati " si deve intendere secondo la tipica mentalità ebraica, nel senso di una volontà "permissiva " di Dio: data la cattiva volontà degli uomini, Dio ha "permesso " che seguissero le loro
passioni disordinate, ha rispettato la loro libertà.
Davanti a te stanno la vita e la morte; ti sarà dato ciò che avrai scelto (cf Sir 15, 17)
L'uomo diventa così causa e strumento del proprio castigo: il peccato, infatti, è un' illusione che ossessiona l'uomo togliendogli la pace.
Paolo di Tarso ha uno stile molto particolare, provenendo da una cultura ebraica e vivendo a Tarso, influenzato comunque dalla cultura romana della quale godeva i privilegi (At.22,28), completò i suoi studi giudaici a Gerusalemme, alla scuola di Gamamiele, maestro biblico-giudaico molto prestigioso. Aveva padronanza di sè, era anche imbevuto di cultura greca che esprime nel corso delle sue Lettere e conosceva l'aramaico (At.21,37).
Ciò che affascina dai suoi testi è la sicurezza nelle sue catechesi. Di lui non sappiamo con certezza se abbia avuto rapporti con Gesù di Nazareth, la sua prima apparizione negli Atti lo descrive a noi come un acerrimo nemico dei cristiani e temibile avversario della Chiesa che stava formandosi. Prende anche parte all'uccisione di Stefano e dopo si reca a Damasco per continuare la caccia ai cristiani. Ma qui accade qualcosa di stupefacente è una APPARIZIONE attraverso la quale Cristo gli si rivela pienamente e Saulo, dopo il Battesimo (At.9,29), mutò radicalmente la sua vita divenendo il grande Apostolo che abbiamo conosciuto.
Paolo nelle sue lettere ha un solo scopo: SERVIRE LA CHIESA,quella che aveva perseguitato. Lasciando da parte se le lettere furono di suo pugno o meno, a noi interessa lo stile e le grandi catechesi che vi sono conservate. Paolo usa catechizzare facendo una attenta teologia delle volte comprensibile,altre volte meno...
Al di la delle questioni contingenti legate a situazioni specifiche delle comunità alle quali si rivolge, vi sono tuttavia in tutte dei contenuti altamente DOTTRINALI come la 1Tess.4,1-13 ss la escatologia cattolica; come di 1Cor.10,13-15 dove abbiamo una teologia-pastorale. Le Lettere ai Galati e ai Romani sono trattazioni teologiche, ma conservano anche il carattere di Lettere indirizzate a quelle specifiche comunità. Seppur nate dentro un contesto sociale del momento, queste Lettere conservano ancora oggi una ricchezza catechetica nel costruire le comunità cristiane di ogni tempo dentro il concetto di una sola Chiesa.
San Paolo nota che nell'antica Roma è particolarmente diffusa la pratica e
la filosofia dell'omosessualità:
le donne hanno rapporti sessuali con le donne e gli uomini con gli uomini
( Rm 1,26-27 ).
Tuttavia, la cosa più grave, dice San Paolo, sta nel fatto che non solo continuano ad avere rapporti sessuali contro natura ma addirittura approvano questo comportamento disordinato e lo difendono pubblicamente come lecito:
" si rallegrano con tutti quelli che si
comportano come loro " ( Rm 1,32: trad. in lingua corrente ).
Paolo non è un moralista, tanto che si deve anche difendere dall'accusa di essere un AMBIZIOSO in 2Cor.10,12....egli intende sottolineare esclusivamente ciò che è DISORDINE così come riprende energicamente il caso di un incesto: " Si sente parlare niente di meno che di IMPUDICIZIA TRA VOI, e di una impudicizia tale, CHE NON CAPITA NEANCHE TRA I PAGANI, al punto che uno conviva con la moglie di suo padre. E voi siete ricolmi di ORGOGLIO E NON VI SIETE RAMMARICATI, affinchè si togliesse da voi chi ha compiuto una tale azione!" (1Cor.5,1-13)
L'impudicizia per Paolo non è la descrizione di una sola azione e di un solo atto,ma è impudico tutto ciò che rende IMPURO e contamina il corpo e l'anima...in questo avvertimento di Paolo c'è un rammarico VERSO LA COMUNITà: IL NON AVER FATTO NULLA PER IMPEDIRE QUESTO ATTO....in tal modo Paolo fa ricadere LA RESPONSABILITA' SULLA COMUNITA' CHE HA TACIUTO.....e dice alla comunità...NON E' BELLO IL VOSTRO VANTO! e conclude TOGLIETE QUEL PERVERSO DI MEZZO A VOI CHE QUELLI DI FUORI LI GIUDICHERA' DIO....cosa vuol dire? Che Paolo sta dicendo a NOI di provvedere ad una educazione ALL'INTERNO DELLE NOSTRE COMUNITA' e non a giudicare ciò che vi è fuori, chi è fuori NON spetta a noi giudicare, ma chi si definisce cristiano non può che essere accolto o tolto dalla comunita' se insiste e persevera in quella condotta.....
Vero peccatore non è chi fa il peccato ma chi finisce per amarlo, e più del peccatore stesso è responsabile chi sa e TACE...chi sapeva e non ha fatto nulla....
chi trasforma il bene in male e il male in bene.
Scrive S. Agostino:
""Chi riconosce i propri peccati e li condanna, è già d'accordo con Dio.
(...) Quando comincia a dispiacerti ciò che hai fatto, allora cominciano le tue opere buone, perchè condanni le tue opere cattive. Le opere buone cominciano col riconoscimento delle opere cattive. Operi laverità, e così vieni alla Luce.""
(*Sant'Agostino, In Evangelium Johannis tractatus, 12,13.)
Della situazione dei Galati Paolo dice: " Un tempo non avendo conosciuto Dio, serviste come schiavi a dèi che in realtàNON LO SONO. Ora invece,avendo conosciuto Dio, o piuttosto essendo stati riconosciuti da Dio, COME POTETE RIVOLGERVI DI NUOVO A QUEGLI ELEMENTI SENZA FORZA E MESCHINI AI QUALI VOLETE TORNARE A SOTTOMETTERVI COME SCHIAVI? Osservate le prescrizioni riguardanti i giorni, i mesi, le stagioni e gli anni. MI FATE TEMERE DI ESSERMI AFFATICATO INVANO IN MEZZO A VOI....DIVENTATE COME ME POICHE' ANCH'IO SONO COME VOI, VE NE SUPPLICO!!" (Gal.4,8-20)
Tutti gli uomini, dice San Paolo, sono dominati dal peccato, lungi da lui l'idea di fare delle sue catechesi della morale spicciola o il MORALISTA, Paolo va molto ben oltre, egli dona delle motivazioni validissime: " io sono un essere debole, schiavo del peccato. Difatti non riesco nemmeno a capire quel
che faccio: non faccio quello che voglio, ma quello che odio. Però se faccio
quello che non voglio, riconosco che la legge è buona. Allora non sono più
io che agisco, è invece il peccato che abita in me. So infatti che in me, in quanto uomo peccatore, non abita il bene. (...) Io scopro allora questa
contraddizione: ogni volta che voglio fare il bene, trovo in me soltanto la
capacità di fare il male " ( Rm 7,14-21: trad. in lingua corrente ).
Solo l'aiuto di Cristo, dice San Paolo, può farci compiere un cammino di
liberazione dal peccato ( Rm cap. 8 ). Ogni persona vivente sulla faccia
della terra è dominata dal peccato e ha problemi e difficoltà personali, ma, grazie alla filiazione divina e all'opera dello Spirito, ha anche opportunità di crescita.
Paolo dice: " TUTTO MI E' LECITO; MA NON TUTTO GIOVA! Tutto mi è lecito ma non mi lascerò DOMINARE da nulla! I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi, ma Dio distruggerà questo e quelli! IL CORPO NON E' PER L'IMPUDICIZIA, BENSI' PER IL SIGNORE (allusivo all'Eucarestia) e il Signore è per il corpo..." (1Cor.6,12-20)
RIPETO: lo sforzo umano, illuminato e sostenuto dalla grazia di Dio, può
consentire ad ogni persona di camminare gradualmente verso la legge di Dio
San Paolo apostolo esorta gli uomini a mortificare costantemente le proprie tendenze disordinate che si oppongono ai dettami della ragione e alla legge di Dio: solo in questo modo è possibile lasciarsi trasformare da Dio
" Io vi esorto, dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi quale sacrificio vivente, santo, bene accetto a Dio: questo è il vostro culto spirituale. E non vogliate più conformarvi al secolo presente, ma trasformatevi nella rinnovazione della mente, onde possiate discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradevole e perfetto "
(Rom 12, 1 - 2 ).
In un commento di Settimio Cipriani, con imprimatur, viene così espressa la
tradizionale esegesi della Chiesa Cattolica di questo passo:
si tratta di un principio generale che riguarda la vita morale; la pratica della virtù, soprattutto la mortificazione delle tendenze disordinate del proprio - corpo - che si oppongono ai dettami della ragione
umana.
E' questo il vero culto -ragionevole - ( Loghiké ), cioè spirituale.
E' evidente in queste espressioni l'opposizione al culto dei farisei che era tutto esteriore e formalistico ( Os.6,6 ). La stessa scena della lapidazione fa comprendere che coloro che stavano per scagliare la pietra erano anche coloro che DI NASCOSTO ipocritamente avevano USATO quella donna. O come per la preghiera del pubblicano e il fariseo.
QUALE STRADA SI DEVE PERCORRERE NELLA VITA?
Gesù dice: "" Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e
spaziosa la via che conduce alla morte e molti sono quelli che entrano per
essa. Quanto angusta è la porta e stretta la via che conduce alla vita; e pochi
sono quelli che la trovano!"" (Mt 7,13-14 )
La via giusta, dunque, è "stretta" ma conduce alla vita, non solo alla vita gloriosa dopo la morte ma alla vera vita anche in questo mondo.
Infatti costruire la propria personalità richiede un "lavoro", il lavoro di chi mette ordine dentro se stesso, in modo che le passioni siano poste al servizio della volontà, la volontà al servizio della ragione e la ragione al servizio della verità. Ma da questo processo di integrazione e coordinazione gerarchica delle varie componenti psichiche, tipico della via "stretta", nasce quella condizione che si chiama felicità, la quale raggiungerà la sua
pienezza in Paradiso.
La felicità è una condizione che nasce da un processo che porta a vivere in
armonia con tutte le componenti della propria personalità e con le leggi della realtà che l'uomo è in grado di conoscere con la ragione.
Lasciarsi andare alle proprie tendenze disordinate, invece, è una via "larga", cioè più facile, in quanto basta non lavorare su se stessi, basta cercare delle GIUSTIFICAZIONI, delle volte come nei processi per sfuggire alle responsabilità ci si lascia dichiarare "incapaci di intendere e di volere" continuando poi a fare ciò che si vuole: infatti sono "molti" coloro che camminano lungo la via "larga".
Questa "larghezza", questa facilità è, però, una pericolosa illusione. Non
accettare la legittima sofferenza che nasce dal mettere ordine dentro se stessi produce uno stato di dolore maggiore perché la vera felicità non nasce dall'ingannevole e illusorio tentativo di evitare le difficoltà che accompagnano, inevitabilmente, ogni processo di crescita e ogni dinamica realizzativa.
Dice Paolo a conclusione della sua esistenza: "HO COMBATTUTO LA BUONA BATTAGLIA" NON VI è DUNQUE ALCUNA VITTORIA SENZA PRIMA AVER COMBATTUTO e i cristiani combattono una "guerra" quella contro le mode dei tempi e le passioni DISORDINATE, contro lo spirito delle tenebre che va in giro DEPREDANDO, mai sazio....
"FATEVI MIEI IMITATORI, COME IO LO SONO DI CRISTO" (1Cor.11,1)
Paolo non è un semplice moralista è colui che ha sperimentato la "porta stretta" come gli altri apostoli, gli altri cristiani dei quali le Scritture non ci hanno tramandato tutti i nomi, suggerendo a noi oggi che questa strada la possiamo praticare.
Come?
come abbiamo spiegato in tutto questo Thread e con tanta PREGHIERA....