LA PREPOTENZA di chi prende chiese in disuso e le usa per altri scopi....

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Caterina63
00martedì 12 maggio 2015 08:47
  COMUNICATO DEL PATRIARCATO DI VENEZIA: NESSUNA CONCESSIONE ERA STATA DATA PER L'USO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA.....

siamo perciò davanti all'usurpazione, all'imposizione....

Chiesa di S. Maria della Misericordia (Venezia): nota del Patriarcato versione testuale Venezia, 8 maggio 2015

In riferimento alla vicenda della chiesa veneziana di S. Maria della Misericordia e all’allestimento lì predisposto dal padiglione islandese nell’ambito della nuova edizione della Biennale d’Arte, si precisa quanto segue.
L’edificio in questione, chiuso al culto, non appartiene più a realtà ecclesiastiche ma è proprietà di privati dal 1973.

Per ogni utilizzo diverso dal culto cristiano cattolico va richiesta autorizzazione all'autorità ecclesiastica indipendentemente da chi, al momento, ne sia proprietario; tale autorizzazione, per questo specifico sito, non è mai stata richiesta né concessa.

Nello scorso mese di febbraio, inoltre, era stata richiesta al Patriarcato di Venezia la concessione di altri edifici sacri situati in città da mettere a disposizione per questa stessa installazione artistica; tale concessione non fu accordata per le stesse motivazioni che oggi vengono qui confermate.

La singolarità dell'intervento proposto - ora realizzato nella chiesa di S. Maria della Misericordia - comportava, infatti, maggiore attenzione e richiedeva il coinvolgimento delle comunità religiose interessate e non solo la valutazione dell'intervento artistico e l'eventuale autorizzazione all'uso di uno spazio, a chiunque esso appartenga.

La scelta di usare una chiesa chiusa al culto - e di proprietà non più ecclesiastica - non risolve questo aspetto, ma lo ignora. L'intervento così attuato ricade su componenti della città che avrebbero dovuto essere maggiormente coinvolte per meglio condividere un’esperienza che ha risvolti sociali, culturali e religiosi, anche nella prospettiva di accrescere le relazioni cordiali e la serena convivenza tra quanti vivono e frequentano Venezia, per eccellenza città dell'incontro tra culture e fedi differenti.




BIENNALE
 

In nome della lotta all'islamofobia il padiglione islandese usa una chiesa cattolica (chiusa al culto) per allestirvi una moschea. Esultanza della comunità islamica per questo inatteso - e incredibile - regalo, protesta del Patriarcato: quella chiesa non può essere usata senza l'autorizzazione della diocesi.

di Matteo Matzuzzi

Il Gazzettino scriveva qualche giorno fa che «una moschea nella più che millenaria storia di Venezia non si era mai vista». Adesso il tabù è stato sfatato e la moschea c’è. Anche se per pochi mesi (fino al prossimo 22 novembre) e nell’ambito della Biennale. Il problema è che l'edificio islamico è stato allestito in quella che pur sempre è una chiesa cattolica (anche se chiusa al culto): Santa Maria della Misericordia, nel sestiere di Cannaregio. 

C’è tutto: il tappeto rivolto verso la Mecca, i pannelli con i versetti del Corano e perfino il Mirhab a occultare il crocifisso, che strideva con la nuova ambientazione. Manca, sulla facciata, la scritta “Allah u akbar”. C’era l’intenzione di metterla, ma poi si è preferito soprassedere, anche per le pressioni del Comune. A organizzare il tutto è stato il padiglione islandese della Biennale, che per allestire la chiesa ha chiamato l’artista d'origine svizzera Christoph Büchel. L’obiettivo, stando alle dichiarazioni ufficiali, è quello di lanciare un messaggio contro l’islamofobia. Il ministro dell’Istruzione di Reykjavik, Illugi Gunnarson, ha spiegato che l’idea di infilare una moschea all’interno di una chiesa può stimolare il dialogo, che in Islanda – fa sapere – «è aperto». 

Entusiasta s'è detto il presidente della comunità islamica veneziana Mohamed Amin Al Ahdadb, che primo fra tutti ha capito l’importanza dell’avvenimento: «Questo progetto supera l’effetto di cento conferenze sul dialogo tra le culture». Il problema è che il Patriarcato di Venezia non ha mai autorizzato la trasformazione del sito. Che l’edificio sia chiuso al culto da molto tempo (dal 1969), non conta nulla. «L’edificio in questione, chiuso al culto, non appartiene più a realtà ecclesiastiche ma è proprietà di privati dal 1973», si legge come premessa in un comunicato ufficiale. Tuttavia, «per ogni utilizzo diverso dal culto cristiano cattolico», prosegue la Nota, «va richiesta autorizzazione all'autorità ecclesiastica indipendentemente da chi, al momento, ne sia proprietario; tale autorizzazione, per questo specifico sito, non è mai stata richiesta né concessa». 

Dalla diocesi si aggiunge anche qualche particolare che rende la vicenda, se possibile, ancor più interessante. Si fa sapere, infatti, che «nello scorso mese di febbraio era stata richiesta al Patriarcato di Venezia la concessione di altri edifici sacri situati in città da mettere a disposizione per questa stessa installazione artistica; tale concessione non fu accordata per le stesse motivazioni che oggi vengono qui confermate». 

E a chi come il Comune ha parlato di un via libera relativo unicamente «a una mostra e non a un luogo di culto», si replica che «la singolarità dell’evento proposto comportava maggiore attenzione e richiedeva il coinvolgimento delle comunità religiose interessate e non solo la valutazione dell’intervento artistico e l’eventuale autorizzazione all’uso di uno spazio, a chiunque esso appartenga». Dalla Biennale cercano di gettare acqua sul fuoco e spiegano che «il progetto è stato approvato come installazione artistica, alla condizione che sia realizzato come luogo espositivo visitabile da tutti». Poco cambia, rileva ancora il Patriarcato: «La scelta di usare una chiesa chiusa al culto non risolve questo aspetto, ma lo ignora. L'intervento così attuato ricade su componenti della città che avrebbero dovuto essere maggiormente coinvolte».



- FATELA RIMUOVERE SUBITOdi Riccardo Cascioli



Che l’arte sia ormai diventata il pretesto per giustificare qualsiasi nefandezza ideologica, non è certo una novità. Ma la vicenda della chiesa di Santa Maria della Misericordia a Venezia, trasformata in moschea come espressione artistica della lotta all’islamofobia, supera qualsiasi limite. Solo un idiota può seriamente pensare che trasformare in moschea una chiesa (seppure chiusa al culto) possa essere considerato un invito al dialogo. È invece un invito alla guerra in un momento in cui di queste provocazioni non c’è proprio bisogno.

Il Patriarcato di Venezia ha finalmente deciso di protestare non solo per un gesto che basterebbe il buon senso a sconsigliare, ma soprattutto per il fatto che esso va contro la legge. La diocesi avrebbe dovuto dare eventualmente l’assenso su richiesta, ma nessuna richiesta è pervenuta; e anche fosse stata inviata, la Curia avrebbe negato il permesso. Così ci dice il Patriarcato. Ergo, quella installazione lì non ci doveva stare.

Bene. Dirlo però non basta. La provocazione non può passare così, qualche giorno di polemica e tutto rimane com’è; troppo forte la carica simbolica per farla andare liscia.

Nessuna violenza, ci mancherebbe: però, visto che è stato commesso un abuso, il Patriarcato ora dovrebbe esigere la rimozione immediata della installazione. Senza se e senza ma. Immediata.

E anche promuovere sit in di preghiera davanti alla chiesa di Santa Maria della Misericordia se la direzione della Biennale continuasse a difendere la presenza di questa provocazione. Magari si potrebbe addirittura copiare lo stile delle Sentinelle in Piedi, “occupando” la chiesa per una veglia silenziosa. E se il Patriarcato non si muove, lo facciano i laici. 

Lasciare che l’abuso venga consumato significa mandare un segnale di resa incondizionata che farà solo il gioco dell’ala più radicale dell’islam.




 

Caterina63
00venerdì 22 maggio 2015 19:36

Cessato lo scempio della moschea a Venezia!

 
DEO GRATIAS! Riprendo da Il Giornale di oggi. E speriamo che il provvedimento diventi definitivo!

Venezia, chiude la moschea installata nella chiesa:
"Non aveva l'autorizzazione"
Questo scempio è finito!
Spunta un documento in cui la Curia concedeva il nulla osta "salvo iniziative contrarie alla Chiesa cattolica": così il Comune sospende le attività di culto islamico
Dopo settimane di polemiche e controlli è emerso che il padiglione islandese della Biennale, responsabile dell'installazione che aveva portato la comunità islamica a pregare in chiesa - sia pure un tempio chiuso al culto ormai dal 1973 - non aveva le autorizzazioni necessarie.Come racconta infatti La Nuova di Venezia, il proprietario della chiesa (la "Reggiani Illuminotecnica" di Monza) è in possesso di un documento della Curia veneziana in cui si precisa che nella chiesa, pur chiusa alle funzioni liturgiche, "non si possono tenere iniziative contrarie alla Chiesa cattolica".
Da oggi, quindi, sarà sospesa ogni attività di culto legata all'islam. Questa mossa, bisogna però precisare, non è definitiva, poiché dopo la notifica di sospensione delle attività, l'installazione potrebbe riaprire, naturalmente, questa volta, nel pieno rispetto di tutte le norme. Ad ogni modo anche l'eventuale riapertura non sarà così immediata: dai controlli effettuati dai vigili urbani è emerso che nell'improvvisata moschea erano stati installati senza permesso alcuni bagni.

Inoltre nella moschea sarebbero state fatte entrare molte più persone del consentito e sono stati organizzati momenti di preghiera in una struttura non autorizzata come luogo di culto.

In attesa di conoscere i prossimi sviluppi della vicenda, torna alla carica anche Alessandro Tamborini, il pugnace professore di Scienze Religiose che aveva presentato denuncia al prefetto per quella moschea che avrebbe "leso i diritti costituzionali degli italiani".

Oggi Tamborini ha deciso di sporgere querela contro l'artista responsabile dell'installazione e di predisporre un esposto-denuncia contro il ministro degli Affari esteri islandese. Del caso si ocuperà anche il Parlamento, nel corso di un'interrogazione presentata a Renzi e ad Alfano




Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:17.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com