È un compito delicato quello che attende monsignor Joseph Spiteri, nominato recentemente Nunzio Apostolico in Sri Lanka.
Va a rappresentare la Santa Sede in un Paese tormentato da ben 37 anni da sanguinosi conflitti e la stampa internazionale ha dato recente notizia della resa di una delle parti in lotta, anche se lo scenario resta alquanto preoccupante. Lo ha ricordato anche il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, durante la messa per l'ordinazione episcopale del nuovo nunzio. La celebrazione si è svolta ieri, domenica 24, a Malta, patria di monsignor Spiteri.
Nella sua omelia il cardinale Bertone, riferendosi alla situazione del Paese asiatico, ha anche ricordato che "il Santo Padre ha lanciato un accorato appello durante la recita del Regina caeli di domenica scorsa, affinché le istituzioni umanitarie, comprese quelle cattoliche, non lascino nulla d'intentato per venire incontro alle urgenti necessità alimentari e mediche della popolazione civile sfinita e abbandonata a se stessa". I cattolici sono il 7 per cento, su una popolazione di circa 20 milioni di abitanti e appartengono alle due etnie maggiori del Paese. La Chiesa è chiamata quindi a giocare un ruolo importante nella promozione della difficile e agognata riconciliazione. "Per questo delicato compito, di cui il nunzio apostolico dovrà farsi carico, in sintonia con la Chiesa locale - ha aggiunto il cardinale - uniamo la nostra preghiera a quella del Santo Padre: "Affido quel caro Paese - ha detto - alla materna protezione della Vergine Santa di Madhu, amata e venerata da tutti i srilankesi, ed elevo le mie preghiere al Signore affinché affretti il giorno della riconciliazione e della pace"".
L'ordinazione di monsignor Spiteri rende in qualche modo onore alla Chiesa in Malta perché "mostra la sua generosità" tramite "questo sacerdote maltese - ha notato il segretario di Stato - da lunghi anni al servizio della Santa Sede e che oggi accetta di svolgere il ministero episcopale come rappresentante del Papa in una terra lontana".
"La Chiesa di Malta - ha proseguito - deve la sua fecondità alle profonde radici del culto paolino e, con grande passione, durante questo anno dedicato all'Apostolo delle genti, ha messo in atto numerose iniziative. So che, a partire da domani, il clero diocesano e numerosi laici avranno la possibilità di partecipare a un corso di aggiornamento spirituale, pastorale e culturale, con il contributo prezioso, fra gli altri, di uno dei collaboratori del Santo Padre, monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura. Rivolgo il mio fervido augurio affinché questo convegno porti abbondanti frutti".
Il segretario di Stato ha avuto particolari espressioni di saluto per i familiari dell'ordinando. Una famiglia, quella di monsignor Joseph Spiteri, profondamente cristiana, in seno alla quale sono sbocciate vocazioni di speciale consacrazione a Dio. Di cinque fratelli, due sono focolarini: Mariella che da diversi anni vive in Pakistan, e Andrew, mentre le altre due sorelle, le signore Teresa e Graziella, sono sposate e presenti con i loro figli alla celebrazione. Due sue cugine sono religiose francescane e un cugino, monsignor Laurence Spiteri, è stato padrino del nuovo vescovo durante il rito dell'ordinazione. Tra i familiari era anche il parroco, monsignor Innocenzo Borg, che cinquanta anni fa battezzò il piccolo Joseph e che gli diede la prima comunione nella parrocchia dedicata a sant'Andrea, nel villaggio di Luqa.
Particolari saluti il cardinale li ha rivolti "all'onorevole primo ministro e signora Gonzi, e tutte le autorità civili, che con la loro presenza conferiscono onore e dignità alla nostra assemblea. Il Santo Padre Benedetto XVI mi ha incaricato di portarvi la sua benedizione apostolica".
Riferendosi poi a monsignor Spiteri ha ricordato che la sua formazione cristiana, si deve, oltreché alla sua famiglia, anche alla "Società della dottrina cristiana, associazione di catechisti laici consacrati fondata dal grande sacerdote maltese don Giorgio Preca, canonizzato da Benedetto XVI il 3 giugno 2007. Il suo esempio sarà da valorizzare durante l'"Anno sacerdotale" che Benedetto XVI inaugurerà a partire dal 19 giugno di quest'anno, festa del Sacro Cuore di Gesù".
Prendendo poi spunto dalla narrazione degli Atti degli Apostoli propria della liturgia domenicale il cardinale ha detto: "Non possiamo non trovare il legame con l'evento che stiamo vivendo in questa splendida concattedrale della Valletta. Attraverso l'ordinazione episcopale, Mons. Joseph Spiteri entra nel Collegio degli apostoli, di quelle persone, cioè, scelte "per mezzo dello Spirito Santo", alle quali il Signore affida il compito di continuare la sua missione.
"La successione apostolica del ministero episcopale è la via che garantisce la fedele trasmissione della testimonianza apostolica. Quello che rappresentano gli apostoli nel rapporto fra il Signore Gesù e la Chiesa delle origini, lo rappresenta analogamente la successione ministeriale nel rapporto fra la Chiesa delle origini e la Chiesa attuale. Non è una semplice concatenazione materiale; è piuttosto lo strumento storico di cui si serve lo Spirito per rendere presente il Signore Gesù, Capo del suo popolo, attraverso quanti sono ordinati per il ministero con l'imposizione delle mani e la preghiera dei vescovi. Colgo quindi l'occasione per salutare gli arcivescovi con-consacranti e gli altri vescovi qui riuniti per invocare sull'eletto i santi doni promessi".
Il cardinale ha poi ribadito l'importanza della missione del nunzio apostolico "chiamato a consolidare i legami di comunione tra le Chiese particolari e il Successore di Pietro" e a promuovere "il dialogo e la collaborazione con la società civile della Nazione in cui opera".
Prima di concludere l'omelia il cardinale segretario di Stato ha affidato alla protezione della Madonna il servizio che il nuovo nunzio è chiamato a rendere alla Chiesa, e per il quale lo ha rassicurato non mancherà mai "la nostra preghiera e il nostro affetto".