La vera ANGELOLOGIA

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(Teofilo)
00sabato 14 novembre 2009 11:12
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale)Inviato: 06/06/2004 16.15
Amici...è da un pò di anni che assistiamo ad un cresciente interessamento verso gli ANGELI, questi "esseri" spirituali che sono alla presenza di Dio......
Questo risveglio non ha interessato solo la conoscenza verso lo Spirito Santo, ma anche verso appunto gli Angeli.....
Tuttavia assistiamo spesso a delle DEFORMAZIONI...che non oseremo chiamare blasfemia.....perchè effettivamente non lo è, ma appunto deformazione di questa dottrina come del resto tutto ciò che si contrappone alla Chiesa è a causa appunto delle deformazioni......
Ci fa piacere comprendere che comunque sia l'interessamento verso la conoscenza degli Angeli, pone l'interlocutore ad un approfondimento anche di quanto insegna la Chiesa....la quale ci garantisce una corretta interpretazione...non certamente di una chiusura in questa conoscenza, ma perlomeno LA CORRETTA esegesi biblica......perciò questo forum NON vuole assolutamente nè criticare e neppure considerare blasfemia quelle religioni in cui gli Angeli sono i protagonisti di una azione spirituale fortemente sentita, ma bensì OFFRIRVI il corretto Magistero della Chiesa bimillenario e sempre innovativo alla luce degli approfondimenti......
Iniziamo dal Catechismo....e dunque dalla Creazione.....

L'esistenza degli angeli - una verità di fede

328 L'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l'unanimità della Tradizione.

Chi sono?

329 Sant'Agostino dice a loro riguardo: « "Angelus" officii nomen est, [...] non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est: ex eo quod est, spiritus est, ex eo quod agit, angelus – La parola "angelo" designa l'ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura, si risponde che è spirito; se si chiede l'ufficio, si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo ». (411) In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Per il fatto che « vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli » (Mt 18,10), essi sono « potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola » (Sal 103,20).

330 In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali (412) e immortali. (413) Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria. (414)

Cristo «con tutti i suoi angeli»

331 Cristo è il centro del mondo angelico. Essi sono i suoi angeli: « Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli [...] » (Mt 25,31). Sono suoi perché creati per mezzo di lui e in vista di lui: « Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: troni, dominazioni, principati e potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui » (Col 1,16). Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza: « Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza? » (Eb 1,14).

332 Essi, fin dalla creazione (415) e lungo tutta la storia della salvezza, annunciano da lontano o da vicino questa salvezza e servono la realizzazione del disegno salvifico di Dio: chiudono il paradiso terrestre, (416) proteggono Lot, (417) salvano Agar e il suo bambino, (418) trattengono la mano di Abramo; (419) la Legge viene comunicata mediante il ministero degli angeli, (420) essi guidano il popolo di Dio, (421) annunziano nascite (422) e vocazioni, (423) assistono i profeti, (424) per citare soltanto alcuni esempi. Infine, è l'angelo Gabriele che annunzia la nascita del Precursore e quella dello stesso Gesù. (425)

333 Dall'incarnazione all'ascensione, la vita del Verbo incarnato è circondata dall'adorazione e dal servizio degli angeli. Quando Dio « introduce il Primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli angeli di Dio » (Eb 1,6). Il loro canto di lode alla nascita di Cristo non ha cessato di risuonare nella lode della Chiesa: « Gloria a Dio... » (Lc 2,14). Essi proteggono l'infanzia di Gesù, (426) servono Gesù nel deserto, (427) lo confortano durante l'agonia, (428) quando egli avrebbe potuto da loro essere salvato dalla mano dei nemici (429) come un tempo Israele. (430) Sono ancora gli angeli che evangelizzano (431) la Buona Novella dell'incarnazione (432) e della risurrezione (433) di Cristo. Al ritorno di Cristo, che essi annunziano, (434) saranno là, al servizio del suo giudizio. (435)

Gli angeli nella vita della Chiesa

334 Allo stesso modo tutta la vita della Chiesa beneficia dell'aiuto misterioso e potente degli angeli. (436)

335 Nella liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo; (437) invoca la loro assistenza (così nell'In paradisum deducant te angeli... In paradiso ti accompagnino gli angeli – nella liturgia dei defunti, (438) o ancora nell'« Inno dei cherubini » della liturgia bizantina (439)), e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi).

336 Dal suo inizio (440) fino all'ora della morte (441) la vita umana è circondata dalla loro protezione (442) e dalla loro intercessione. (443) « Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita ». (444) Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio.

II. Il mondo visibile

337 È Dio che ha creato il mondo visibile in tutta la sua ricchezza, la sua varietà e il suo ordine. La Scrittura presenta simbolicamente l'opera del Creatore come un susseguirsi di sei giorni di «lavoro» divino, che terminano nel « riposo » del settimo giorno. (445) Il testo sacro, riguardo alla creazione, insegna verità rivelate da Dio per la nostra salvezza, (446) che consentono di « riconoscere la natura intima di tutta la creazione, il suo valore e la sua ordinazione alla lode di Dio ». (447)

338 Non esiste nulla che non debba la propria esistenza a Dio Creatore. Il mondo ha avuto inizio quando è stato tratto dal nulla dalla Parola di Dio; tutti gli esseri esistenti, tutta la natura, tutta la storia umana si radicano in questo evento primordiale: è la genesi della formazione del mondo e dell'inizio del tempo. (448)

339 Ogni creatura ha la sua propria bontà e la sua propria perfezione. Per ognuna delle opere dei « sei giorni » è detto: « E Dio vide che ciò era buono ». « È dalla loro stessa condizione di creature che le cose tutte ricevono la loro propria consistenza, verità, bontà, le loro leggi proprie e il loro ordine ». (449) Le varie creature, volute nel loro proprio essere, riflettono, ognuna a suo modo, un raggio dell'infinita sapienza e bontà di Dio. Per questo l'uomo deve rispettare la bontà propria di ogni creatura, per evitare un uso disordinato delle cose, che disprezza il Creatore e comporta conseguenze nefaste per gli uomini e per il loro ambiente.

340 L'interdipendenza delle creature è voluta da Dio. Il sole e la luna, il cedro e il piccolo fiore, l'aquila e il passero: le innumerevoli diversità e disuguaglianze stanno a significare che nessuna creatura basta a se stessa, che esse esistono solo in dipendenza le une dalle altre, per completarsi vicendevolmente, al servizio le une delle altre.

341 La bellezza dell'universo. L'ordine e l'armonia del mondo creato risultano dalla diversità degli esseri e dalle relazioni esistenti tra loro. L'uomo li scopre progressivamente come leggi della natura. Essi sono oggetto dell'ammirazione degli scienziati. La bellezza della creazione riflette la bellezza infinita del Creatore. Deve ispirare il rispetto e la sottomissione dell'intelligenza e della volontà dell'uomo.

342 La gerarchia delle creature è espressa dall'ordine dei « sei giorni », che va dal meno perfetto al più perfetto. Dio ama tutte le sue creature, (450) si prende cura di ognuna, perfino dei passeri. Tuttavia, Gesù dice: « Voi valete più di molti passeri » (Lc 12,7), o ancora: « Quanto è più prezioso un uomo di una pecora! » (Mt 12,12).

343 L'uomo è il vertice dell'opera della creazione. Il racconto ispirato lo esprime distinguendo nettamente la creazione dell'uomo da quella delle altre creature. (451)

344 Esiste una solidarietà fra tutte le creature per il fatto che tutte hanno il medesimo Creatore e tutte sono ordinate alla sua gloria:

« Laudato si', mi' Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messer lo frate sole,
lo qual è iorno; et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione...

Laudato si', mi' Signore, per sora acqua,
la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta...

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba...

Laudate e benedicete mi' Signore et rengratiate
et servitelo cum grande humilitate ». (452)

345 Il Sabato – fine dell'opera dei « sei giorni ». Il testo sacro dice che « Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto » e così « furono portati a compimento il cielo e la terra »; Dio « cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro », « benedisse il settimo giorno e lo consacrò » (Gn 2,1-3). Queste parole ispirate sono ricche di insegnamenti salutari.

346 Nella creazione Dio ha posto un fondamento e leggi che restano stabili, (453) sulle quali il credente potrà appoggiarsi con fiducia, e che saranno per lui il segno e il pegno della incrollabile fedeltà dell'alleanza di Dio. (454) Da parte sua, l'uomo dovrà rimanere fedele a questo fondamento e rispettare le leggi che il Creatore vi ha inscritte.

347 La creazione è fatta in vista del sabato e quindi del culto e dell'adorazione di Dio. Il culto è inscritto nell'ordine della creazione. (455) « Operi Dei nihil praeponatur » – « Nulla si anteponga all'opera di Dio », dice la Regola di san Benedetto, (456) indicando in tal modo il giusto ordine delle preoccupazioni umane.

348 Il sabato è nel cuore della Legge di Israele. Osservare i comandamenti equivale a corrispondere alla sapienza e alla volontà di Dio espresse nell'opera della creazione.

349 L'ottavo giorno. Per noi, però, è sorto un giorno nuovo: quello della risurrezione di Cristo. Il settimo giorno porta a termine la prima creazione. L'ottavo giorno dà inizio alla nuova creazione. Così, l'opera della creazione culmina nell'opera più grande della redenzione. La prima creazione trova il suo senso e il suo vertice nella nuova creazione in Cristo, il cui splendore supera quello della prima. (457)

In sintesi

350 Gli angeli sono creature spirituali che incessantemente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature: « Ad omnia bona nostra cooperantur angeli – Gli angeli cooperano ad ogni nostro bene ». (458)

351 Gli angeli circondano Cristo, loro Signore. Lo servono soprattutto nel compimento della sua missione di salvezza per tutti gli uomini.

352 La Chiesa venera gli angeli che l'aiutano nel suo pellegrinaggio terreno e che proteggono ogni essere umano.

353 Dio ha voluto la diversità delle sue creature e la loro bontà propria, la loro interdipendenza, il loro ordine. Ha destinato tutte le creature materiali al bene del genere umano. L'uomo, e attraverso lui l'intera creazione, sono destinati alla gloria di Dio.

354 Rispettare le leggi inscritte nella creazione e i rapporti derivanti dalla natura delle cose, è un principio di saggezza e un fondamento della morale.

Fraternamente Caterina



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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 06/06/2004 16.26
Usiamo due parole per fare un accenno agli....ANGELI DECADUTI...ossia, Satana e coloro che da saranno conosciuti nella Bibbia come DEMONI......

II. La caduta degli angeli

391 Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c'è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, (509) la quale, per invidia, li fa cadere nella morte. (510) La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo. (511) La Chiesa insegna che all'inizio era un angelo buono, creato da Dio. « Diabolus enim et alii dæmones a Deo quidem natura creati sunt boni, sed ipsi per se facti sunt mali – Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi ». (512)

392 La Scrittura parla di un peccato di questi angeli. (513) Tale « caduta » consiste nell'avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno. Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: « Diventerete come Dio » (Gn 3,5). « Il diavolo è peccatore fin dal principio » (1 Gv 3,8), « padre della menzogna » (Gv 8,44).

393 A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina. « Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta, come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte ». (514)

394 La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama « omicida fin dal principio » (Gv 8,44), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre. (515) « Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo » (1 Gv 3,8). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l'uomo a disobbedire a Dio.

395 La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l'edificazione del regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni – di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica – per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina provvidenza, la quale guida la storia dell'uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell'attività diabolica è un grande mistero, ma « noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio » (Rm 8,28).

III. Il peccato originale

La prova della libertà

396 Dio ha creato l'uomo a sua immagine e l'ha costituito nella sua amicizia. Creatura spirituale, l'uomo non può vivere questa amicizia che come libera sottomissione a Dio. Questo è il significato del divieto fatto all'uomo di mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male, « perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti » (Gn 2,17). « L'albero della conoscenza del bene e del male » (Gn 2,17) evoca simbolicamente il limite invalicabile che l'uomo, in quanto creatura, deve liberamente riconoscere e con fiducia rispettare. L'uomo dipende dal Creatore, è sottomesso alle leggi della creazione e alle norme morali che regolano l'uso della libertà.

Il primo peccato dell'uomo

397 L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore (516) e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al comandamento di Dio. In ciò è consistito il primo peccato dell'uomo. (517) In seguito, ogni peccato sarà una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia nella sua bontà.

398 Con questo peccato, l'uomo ha preferito se stesso a Dio, e, perciò, ha disprezzato Dio: ha fatto la scelta di se stesso contro Dio, contro le esigenze della propria condizione di creatura e conseguentemente contro il suo proprio bene. Costituito in uno stato di santità, l'uomo era destinato ad essere pienamente « divinizzato » da Dio nella gloria. Sedotto dal diavolo, ha voluto diventare « come Dio » (Gn 3,5), ma « senza Dio e anteponendosi a Dio, non secondo Dio ». (518)

399 La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale. (519) Hanno paura di quel Dio (520) di cui si sono fatti una falsa immagine, quella cioè di un Dio geloso delle proprie prerogative. (521)

400 L'armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distrutta; la padronanza delle facoltà spirituali dell'anima sul corpo è infranta; (522) l'unione dell'uomo e della donna è sottoposta a tensioni; (523) i loro rapporti saranno segnati dalla concupiscenza e dalla tendenza all'asservimento. (524) L'armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all'uomo. (525) A causa dell'uomo, la creazione è soggetta alla schiavitù della corruzione. (526) Infine, la conseguenza esplicitamente annunziata nell'ipotesi della disobbedienza (527) si realizzerà: l'uomo tornerà in polvere, quella polvere dalla quale è stato tratto. (528) La morte entra nella storia dell'umanità. (529)

401 Dopo questo primo peccato, il mondo è inondato da una vera « invasione » del peccato: il fratricidio commesso da Caino contro Abele; (530) la corruzione universale quale conseguenza del peccato; (531) nella storia d'Israele, il peccato si manifesta frequentemente soprattutto come infedeltà al Dio dell'Alleanza e come trasgressione della Legge di Mosè; anche dopo la redenzione di Cristo, fra i cristiani, il peccato si manifesta in svariati modi. (532) La Scrittura e la Tradizione della Chiesa richiamano continuamente la presenza e l'universalità del peccato nella storia dell'uomo:

« Quel che ci viene manifestato dalla rivelazione divina concorda con la stessa esperienza. Infatti, se l'uomo guarda dentro al suo cuore, si scopre anche inclinato al male e immerso in tante miserie che non possono certo derivare dal Creatore che è buono. Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l'uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create ». (533)

Conseguenze del peccato di Adamo per l'umanità

402 Tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo. San Paolo lo afferma: « Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori » (Rm 5,19); « Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato... » (Rm 5,12). All'universalità del peccato e della morte l'Apostolo contrappone l'universalità della salvezza in Cristo: « Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita » (Rm 5,18).

403 Sulle orme di san Paolo la Chiesa ha sempre insegnato che l'immensa miseria che opprime gli uomini, la loro inclinazione al male e l'ineluttabilità della morte non si possono comprendere senza il loro legame con la colpa di Adamo e prescindendo dal fatto che egli ci ha trasmesso un peccato dal quale tutti nasciamo contaminati e che è « morte dell'anima ». (534) Per questa certezza di fede, la Chiesa amministra il Battesimo per la remissione dei peccati anche ai bambini che non hanno commesso peccati personali. (535)

404 In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi discendenti? Tutto il genere umano è in Adamo « sicut unum corpus unius hominis – come un unico corpo di un unico uomo ». (536) Per questa « unità del genere umano » tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo, così come tutti sono coinvolti nella giustizia di Cristo. Tuttavia, la trasmissione del peccato originale è un mistero che non possiamo comprendere appieno. Sappiamo però dalla Rivelazione che Adamo aveva ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé, ma per tutto il genere umano: cedendo al tentatore, Adamo ed Eva commettono un peccato personale, ma questo peccato intacca la natura umana, che essi trasmettono in una condizione decaduta. (537) Si tratta di un peccato che sarà trasmesso per propagazione a tutta l'umanità, cioè con la trasmissione di una natura umana privata della santità e della giustizia originali. Per questo il peccato originale è chiamato « peccato » in modo analogico: è un peccato « contratto » e non « commesso », uno stato e non un atto.

405 Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, (538) in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata « concupiscenza »). Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell'uomo e lo provocano al combattimento spirituale.

406 La dottrina della Chiesa sulla trasmissione del peccato originale è andata precisandosi soprattutto nel V secolo, in particolare sotto la spinta della riflessione di sant'Agostino contro il pelagianesimo, e nel XVI secolo, in opposizione alla Riforma protestante. Pelagio riteneva che l'uomo, con la forza naturale della sua libera volontà, senza l'aiuto necessario della grazia di Dio, potesse condurre una vita moralmente buona; in tal modo riduceva l'influenza della colpa di Adamo a quella di un cattivo esempio. Al contrario, i primi riformatori protestanti insegnavano che l'uomo era radicalmente pervertito e la sua libertà annullata dal peccato delle origini; identificavano il peccato ereditato da ogni uomo con l'inclinazione al male (« concupiscentia »), che sarebbe invincibile. La Chiesa si è pronunciata sul senso del dato rivelato concernente il peccato originale soprattutto nel II Concilio di Orange nel 529 (539) e nel Concilio di Trento nel 1546. (540)

Un duro combattimento

407 La dottrina sul peccato originale – connessa strettamente con quella della redenzione operata da Cristo – offre uno sguardo di lucido discernimento sulla situazione dell'uomo e del suo agire nel mondo. In conseguenza del peccato dei progenitori, il diavolo ha acquisito un certo dominio sull'uomo, benché questi rimanga libero. Il peccato originale comporta « la schiavitù sotto il dominio di colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo ». (541) Ignorare che l'uomo ha una natura ferita, incline al male, è causa di gravi errori nel campo dell'educazione, della politica, dell'azione sociale (542) e dei costumi.

408 Le conseguenze del peccato originale e di tutti i peccati personali degli uomini conferiscono al mondo nel suo insieme una condizione peccaminosa, che può essere definita con l'espressione di san Giovanni: « il peccato del mondo » (Gv 1,29). Con questa espressione viene anche significata l'influenza negativa esercitata sulle persone dalle situazioni comunitarie e dalle strutture sociali che sono frutto dei peccati degli uomini. (543)

409 La drammatica condizione del mondo che « giace » tutto « sotto il potere del maligno » (1 Gv 5,19) (544) fa della vita dell'uomo una lotta:

« Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio ». (545)

IV. «Tu non l'hai abbandonato in potere della morte»

410 Dopo la caduta, l'uomo non è stato abbandonato da Dio. Al contrario, Dio lo chiama, (546) e gli predice in modo misterioso che il male sarà vinto e che l'uomo sarà sollevato dalla caduta. (547) Questo passo della Genesi è stato chiamato « protovangelo », poiché è il primo annunzio del Messia redentore, di una lotta tra il serpente e la Donna e della vittoria finale di un discendente di lei.

411 La Tradizione cristiana vede in questo passo un annunzio del « nuovo Adamo », (548) che, con la sua obbedienza « fino alla morte di croce » (Fil 2,8), ripara sovrabbondantemente la disobbedienza di Adamo. (549) Inoltre, numerosi Padri e dottori della Chiesa vedono nella Donna annunziata nel « protovangelo » la Madre di Cristo, Maria, come « nuova Eva ». Ella è stata colei che, per prima e in una maniera unica, ha beneficiato della vittoria sul peccato riportata da Cristo: è stata preservata da ogni macchia di peccato originale (550) e, durante tutta la sua vita terrena, per una speciale grazia di Dio, non ha commesso alcun peccato. (551)

412 Ma perché Dio non ha impedito al primo uomo di peccare? San Leone Magno risponde: « L'ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l'invidia del demonio ci aveva privati ». (552) E san Tommaso d'Aquino: « Nulla si oppone al fatto che la natura umana sia stata destinata ad un fine più alto dopo il peccato. Dio permette, infatti, che ci siano i mali per trarre da essi un bene più grande. Da qui il detto di san Paolo: "Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" (Rm 5,20). Perciò nella benedizione del cero pasquale si dice: "O felice colpa, che ha meritato un tale e così grande Redentore!" ». (553)

In sintesi

413 « Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi [...]. La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo » (Sap 1,13; 2,24).

414 Satana o il diavolo e gli altri demoni sono angeli decaduti per avere liberamente rifiutato di servire Dio e il suo disegno. La loro scelta contro Dio è definitiva. Essi tentano di associare l'uomo alla loro ribellione contro Dio.

415 « Costituito da Dio in uno stato di giustizia, l'uomo però, tentato dal maligno, fin dagli inizi della storia abusò della sua libertà, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di Dio ». (554)

416 Per il suo peccato, Adamo, in quanto primo uomo, ha perso la santità e la giustizia originali che aveva ricevuto da Dio non soltanto per sé, ma per tutti gli esseri umani.

417 Adamo ed Eva hanno trasmesso alla loro discendenza la natura umana ferita dal loro primo peccato, privata, quindi, della santità e della giustizia originali. Questa privazione è chiamata « peccato originale ».

418 In conseguenza del peccato originale, la natura umana è indebolita nelle sue forze, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, e inclinata al peccato (inclinazione che è chiamata « concupiscenza »).

419 « Noi dunque riteniamo, con il Concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso insieme con la natura umana, "non per imitazione ma per propagazione", e che perciò è "proprio a ciascuno" ». (555)

420 La vittoria sul peccato riportata da Cristo ci ha donato beni migliori di quelli che il peccato ci aveva tolto: « Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia » (Rm 5,20).

421 Secondo la fede dei cristiani, questo mondo è stato « creato » ed è « conservato nell'esistenza dall'amore del Creatore »; questo mondo è « certamente posto sotto la schiavitù del peccato, ma liberato da Cristo crocifisso e risorto, con la sconfitta del maligno... ». (556)

......
Ricordiamo dunque che la nostra condizione umana, con tutto quel che ne comporta come le malattie, il dolore, la sofferenza ed anche la morte, sono origine del peccato.....Una condizione che Dio però ha prontamente RISANATO per mezzo del Figlio suo Cristo Gesù......
Gli Angeli buoni sono coloro che rimasti fedeli al Creatore, sono posti alla nostra tutela.....per sostenerci e per partecipare della Comunione dei Santi alla quale siamo legati per mezzo della Gerusalemme Celeste e la stessa vittoria del Cristo già avvenuta con la morte e risurrezione....A noi non rimane che venire a conoscenza di queste verità, e di accettarle o..rifiutarle....
Fraternamente Caterina
(Teofilo)
00sabato 14 novembre 2009 11:14
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 06/06/2004 16.46
Facciamo chiarezza anche su un altro aspetto....Da diversi anni è di moda far circolare la conoscenza degli Angeli mediante UN NOME PROPRIO.....attraverso il quale è identificato anche il nostro essere, cioè, ognuno di noi avrebbe un Angelo custode (e questo è verissimo) ma con tanto di nome che funge come una base per L'ESOTERISMO E LA CABALA......
Ora attenzione, come ogni forma eretica che si rispetti ANCHE QUESTA E' NATA NEL SENO DELLA CHIESA......cioè, come accadeva nei primi secoli e come è sempre accaduto, sono delle persone dentro la Chiesa che maturano DELLE NOVITA'.......ma che molte volte si dissociano dalla fonte della Verità....è il caso di questo Gruppo Cattolico: Engelwerk........fra l'Austra e la Germania che, per mezzo di alcune visioni della sig.ra Gabriele Bitterlich......aveva appunto diramato delle novità dottrinali che la Chiesa però, dopo un attento esame, HA RITENUTE EXTRABIBLICHE e dunque non affidabili.....
Segue il Documento:
Decreto Litteris diei

L'"Opus angelorum", particolarmente diffusa in Austria e Germania nell'ala più conservatrice del cattolicesimo, si compone di molte diramazioni, fra cui un'associazione per i preti (diffusa in oltre 50 diocesi), una congregazione maschile ("Ordine dei canonici regolari della Santa Croce") e una femminile ("Fraternità femminile della Santa Croce"), Altri centri importanti dello "Opus angelurum" sono a Roma, in Portogallo, Brasile e India. Nel Manuale dell'Opus angelorum, che raccoglie parte degli 80.000 fogli di diario della veggente G. Bitterlich, sono recensiti i nomi di 400 angeli e 200 demoni.

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Con lettera inviata alla sede apostolica in data 1 dicembre 1977, il cardinale Joseph Höfner, arcivescovo di Colonia e presidente della Conferenza episcopale tedesca, chiedeva che si procedesse a un esame circa l'associazione Opus angelorum (Engelwerk) e le sue dottrine e pratiche particolari traenti origine da presunte rivelazioni private ricevute dalla signora Gabriele Bitterlich.
Compiuto tale esame, specie circa scritti contenenti le suddette dottrine, la Congregazione per la dottrina della fede comunicò all'em.mo presule, con lettera del 24 settembre 1983, le seguenti decisioni, approvate in precedenza dal santo padre nell'udienza del 1° luglio (cf. AAS(1984), 175-176):

1. L'Opera degli angeli nella promozione della devozione verso i santi angeli deve obbedire alla dottrina della chiesa e dei santi padri e dottori.
In particolare non diffonderà tra i suoi membri e tra i fedeli un culto degli angeli che si serva di "nomi" conosciuti da presunta rivelazione privata (attribuita alla signora Gabriele Bitterlich). Non sarà lecito usare quegli stessi nomi in nessuna preghiera da parte della comunità.

2. L'Opera degli angeli non richiederà dai suoi membri e non proporrà loro la cosiddetta "promessa del silenzio" ("Schweige-Versprechen"), anche se è legittimo custodire una giusta discrezione circa le cose interne dell'Opera degli angeli, che conviene ai membri di istituti della chiesa.

3. L'Opera degli angeli e i suoi membri osserveranno con rigore tutte le norme liturgiche; specialmente quelle riguardanti l'eucaristia. Questo vale particolarmente per la cosiddetta "comunione riparatrice".
In seguito la Congregazione per la dottrina della fede ha potuto esaminare altri scritti provenienti dalla medesima fonte e anche accertarsi che le sue precedenti decisioni non sono state interpretate ed eseguite correttamente.
L'esame di questi altri scritti ha confermato il giudizio che stava a fondamento delle precedenti decisioni, cioè che l'angeologia propria dell'Opus angelorum e certe pratiche da essa derivanti sono estranee alla S. Scrittura e alla tradizione (Cf. BENEDETTO XIV, Dottrina de beatificatione servorum Dei et de canonizatione beatorum, lib. IV. Pars II, c. XXX. De angeli et eorum cultu, Venetiis, 1777) e perciò non possono servire da base alla spiritualità e all'attività di associazioni approvate dalla chiesa.

Pertanto la Congregazione per la dottrina della fede ha avvertito la necessità di riproporre tali decisioni completandole con le norme seguenti:

I. Le teorie provenienti dalle presunte rivelazioni ricevute dalla signora Gabriele Bitterlich circa il mondo degli angeli, i loro nomi personali, i loro gruppi e funzioni, non possono essere né insegnate né in alcun modo utilizzate, esplicitamente o implicitamente, nell'organizzazione e nella struttura operativa ("Baugerüst") dell'Opus angelorum, così come nel culto, nelle preghiere, nella formazione spirituale, nella spiritualità pubblica e privata, nel ministero o apostolato. La stessa disposizione vale per qualsiasi altro istituto o associazione, riconosciuti dalla chiesa.
L'uso e la diffusione, all'interno o all'esterno dell'associazione, dei libri o di altri scritti contenenti le suddette teorie sono vietati.

II. Le diverse forme di consacrazione agli angeli ("Engelweihen") praticate nell'Opus angelorum sono proibite.

III. Inoltre, sono proibiti la cosiddetta amministrazione a distanza ("Fernspendun") dei sacramenti, nonché l'inserimento nella liturgia eucaristica e nella Liturgia delle ore di testi, preghiere o riti che direttamente o indirettamente si riferiscono alle suddette teorie.

IV. Gli esorcismi possono essere praticati esclusivamente secondo le norme e la disciplina della chiesa in materia e con l'uso delle formule da essa approvate.

V. Un delegato con speciali facoltà, nominato dalla Santa Sede, verificherà e urgerà, in contatto con i vescovi, l'applicazione delle norme sopra stabilite. Egli si adopererà per chiarire e regolarizzare i rapporti tra l'Opus angelorum dei Canonici regolari della santa croce.

Il sommo pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'udienza accordata al sottoscritto prefetto, ha approvato il presente decreto, deciso nella riunione ordinaria di questa congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.

Roma, dalla sede della Congregazione per la dottrina della fede, 6 giugno 1992.

+ JOSEPH card. RATZINGER, prefetto
+ ALBERTO BOVONE arciv. tit. di Cesarea di Numidia, segretario

http://www.ratzinger.it/documenti/engelwerk92.htm


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 06/06/2004 17.22
Riprendiamo l'aspetto degli Angeli e LA CHIESA......
Gesù aveva promesso lo Spirito Santo ai SUOI, affinchè potessero comprendere quanto Egli aveva insegnato...e potesse rivelare loro a tempo opportuno le varie situazioni...In Atti, dopo i fatti della Pentecoste, abbiamo subito questo riconoscimento, nella prima Lettera MAGISTERIALE  a carettere ufficiale (Att.15) gli apostoli scrivono: "Lo Spirito Santo e NOI ABBIAMO DECISO CHE....".....dunque lo Spirito Santo è a guida della Chiesa, la istruisce ma anche COLLABORA GIACCHE' non viene intaccato il libero arbitrio dell'uomo...infatti le più grande eresie nate all'interno della Chiesa hanno fatto emergere invece LA POTENZA DELLA CHIESA COME MAESTRA, capace di dire NO...a delle false dottrine.....
E gli Angeli?
Gli Angeli sono MESSAGGERI DI DIO.....e posti a servizio dell'uomo e dunque  A SERVIZIO DELLA CHIESA....Paolo VI ha proclamato ufficialmente una antica Tradizione della Chiesa: S.Michele Arcangelo PROTETTORE DELLA CHIESA.....

Anche il nostro senso della Chiesa si approfondisce alla luce se ne contempliamo il mistero nella centralità del Cristo, senza trascurare la presenza degli Angeli e il loro provvidenziale supporto. Non a caso, negli Atti degli Apostoli, gli Angeli concorrono all'edificazione della Chiesa primitiva, liberando gli Apostoli dalla prigione con un'indicazione molto precisa circa quello che essi devono fare: "Andate - dice l'angelo spalancando le porte della prigione - mettetevi a predicare al popolo e nel tempio tutte queste parole di vita". E non solo libera dalle catene Pietro, capo della chiesa, e lo conduce fuori dalla prigione, ma lo precede fin dentro le vie della città. 

 Paolo, l'Apostolo delle Genti, appellatosi a Cesare circa la colpa che ingiustamente gl'imputavano, s'imbarca per l'Italia. Una tremenda tempesta s'abbatte sulla nave e l'equipaggio, stremato di forze, è sul filo della disperazione. Ma Paolo dice: "Vi esorto a non perdervi di coraggio perché non ci sarà alcuna perdita di vite in mezzo a voi, ma solo della nave. Mi è apparso, infatti, questa notte un Angelo del Dio al quale appartengo e che servo, dicendomi: non temere...".

Nella vita di san Pacomio, leggiamo ch'egli in una visione osservò che tutta la Chiesa è colma di Angeli.
Nella sua Esposizione della fede ortodossa, san Giovanni Damasceno non esita a parlare degli Angeli dentro il progetto di Dio in cui s'inserisce il mistero della Chiesa del quale noi siamo parte: "Alcuni [Angeli] custodiscono le varie parti della terra, presiedono a nazioni e regioni secondo l'ordine del sommo Creatore, governano le nostre cose e ci recano aiuto (...) anche se stanno sempre attorno a Dio". 

La tentazione è di citare tanti altri testi, bevendo a larghi sorsi l'onda sorgiva della verità ecclesiale. Ma basti la voce autorevole di Ippolito di Roma (III secolo), che, paragonando la Chiesa a una nave, asserisce: "La Chiesa ha anch'essa i suoi nocchieri, a babordo e a tribordo, vale a dire gli Angeli assistenti. Essa non ha mai cessato di essere governata e protetta da loro". 

......

Come vediamo...è inutile andare a cercare FUORI DELLA CHIESA la conoscenza degli Angeli...la Chiesa ne è pregna.....basta solo documentarsi un pò.....

........

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 06/06/2004 22.10
Dopo Maria Santissima, gli Angeli sono le creature più nobili uscite dalla mente di Dio. Essi, prima ancora dei Santi, meritano il nostro culto.
Sono purissimi spiriti, sono cioè Esseri forniti di intelligenza e di volontà, ma non hanno l'impaccio del corpo materiale e tuttavia possono prendere sembianza sensibile. Sono bellissimi:
San Giovanni Evangelista, rapito in estasi, come egli stesso scrisse nell'Apocalisse, vide davanti a sé un Angelo, a di tanta maestà e bellezza che egli lo credette Dio e si prostrò ad adorarlo. Ma l'angelo, prontamente gli disse: "Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli i profeti e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare!".
Ma se tale è la bellezza di un solo angelo, chi può mai esprimere la bellezza complessiva dei miliardi di queste nobilissime creature che attraversano l'Universo. Sappiamo che con un semplice atto di volontà, Dio creò prima degli esseri sensibili una immensa varietà, sfolgorante per la bellezza, di angeli che, come fiori su questa terra si somigliano per la loro natura comune, ma uno si differenzia dall'altro per il colore, forma, profumo..., così questi esseri sublimi, pur avendo la stessa natura spirituale, differiscono per bellezza e per potenza; e tuttavia, l'ultimo degli Angeli è superiore a qualsiasi creatura umana.
Essi sono distribuiti in nove categorie o "cori" e prendono il nome dal vario ufficio che compiono davanti alla Divinità. Per rivelazione divina conosciamo il nome dei nove cori: Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini. Essi furono dunque creati per essere esecutori fedeli degli ordini di Dio; una parte di essi prevaricò ribellandosi a Dio e diventarono demoni: "Salirò fino al cielo... sarò simile all'Altissimo". Dotato da Dio di grande bellezza, intelligenza, sapienza, Lucifero alla generosità con l'auto-compiacimento e con l'egoismo che provocarono uno scadimento iniziale con un raffreddamento nei confronti di Dio e con la convinzione di poter fare superbamente da solo.
Ed è ciò che accade anche agli uomini, come dice S.Giovanni della Croce: "Quanto danno portò agli angeli il godere ed il compiacersi della propria bellezza e dei propri beni naturali...; come pure quanti mali ogni giorno vengono agli uomini per la stessa vanità!". San Tommaso dice che Lucifero egli voleva essere l'oggetto di quell'adorazione che lui creatura negava al Creatore.
La nostra debole immaginazione non può concepire ciò che allora accadde. Sappiamo che tra le celesti creature più elette ve n'era uno che la Scrittura chiama Michele. Postosi a capo della immensa moltitudine che aveva rifiutato le suggestioni di Lucifero, insorse contro costui e contro i suoi seguaci, gli rinfacciò la sua follia, lo investì con l'urto di argomentazioni ed enunciati incontrovertibile, espressi nella Scrittura con la breve proposizione interrogativa, da cui il suo nome: "Mi-cha-el", ossia "chi è come Dio".
Le volontà contrapposte si misurarono in un conflitto tanto rapido, quanto crudo e violento. I ribelli, privati della grazia, mutarono anche nell'aspetto e "il figlio dell'aurora, lucente, come la stella del mattino" (Is 14,13) divenne orrido e "precipitò dal cielo come folgore" (Lc 10,18).
Dio affidò agli angeli buoni la custodia della Chiesa, delle nazioni, delle città, ed anche di ogni anima. "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede" (Sal 91,11-12) Inoltre queste splendide creature riconoscono Cristo per loro Re, e Maria Santissima per loro Regina, felici di essere gli esecutori fedeli e solleciti dei loro ordini e di prodigarsi alla difesa ed al soccorso dei loro servi e devoti.

Noi, da parte nostra, abbiamo dei doveri ben precisi nei loro confronti: dobbiamo VENERARE gli angeli come nostri fratelli maggiori e come nostri futuri compagni in cielo; IMITARE la loro obbedienza e purezza e amor di Dio. In particolare dobbiamo RISPETTARE LA LORO PRESENZA. Oggi si ride quando si parla di MORALITA', si accusa la Chiesa di essere stata troppo castigante nei costumi, ma non sappiamo condannarci abbastanza per comprendere come ci siamo ridotti nei costumi. Quando eravamo piccoli ci insegnavano:

 < Attento a non fare cose che poi fanno scappare l'angioletto che ti è posto alla tua custodia!> Oggi si ride per questa frase, eppure quanto essa è vera non ce ne rendiamo conto! Non ci preoccupiamo quanto offendiamo il prossimo, come facciamo a capire quando offendiamo un Angelo?

Dobbiamo considerare che anche tra quattro mura, da soli, soli non siamo: abbiamo sempre al nostro fianco un sublime principe celeste e pertanto dobbiamo evitare atti sconvenienti che lo mortificherebbero. Dobbiamo AMORE e GRATITUDINE per la sua benevolenza, confidenza, per cura sapiente, potente, paziente ed amorosa che ha di noi.

Nella parola di Dio emergono tre figure di angeli con nomi e funzioni caratteristiche: Michele, Gabriele e Raffaele (la loro festa è il 29 settembre). Nei Libri Apocrifi, poi, si fa anche il nome di Uriel, Raguel, Sariel, Geremiel e Fanuel. Ma a noi basta soffermarci sui tre Grandi Arcangeli che sono ricordati nei testi riconosciuti dalla Chiesa come ispirati. Inoltre proponiamo la figura dell'Angelo Custode, degli Angeli nella vita di Gesù e una raccolta di brevi testi sulle celesti creature.
(continua).....
ringraziamo il sito:

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 06/06/2004 22.16

Gli Angeli nella vita di Gesù
(tratto da "Gli Angeli. Note esegetiche e spirituali" di Maria Pia Giudici, Città Nuova, 1995)

Proprio quando venne la pienezza del tempo, e il Verbo del Padre si fece uomo, gli Angeli ebbero di che diventare messaggeri di Dio a servizio del suo Cristo. Infatti, anche se Gesù aveva assunto una natura inferiore alla loro, essendo la persona del Verbo, "Dio da Dio, Luce da Luce", anche qui in terra Egli era infinitamente superiore agli Angeli. I quali, hanno avuto una presenza visibile in particolari momenti significativi, ma certamente una permanenza invisibile attorno a lui per tutto l'arco del suo dimorare quaggiù. 

L'Arcangelo Gabriele è nunzio del progetto-mistero ineffabile del concepimento di Gesù presso Maria. Nella regione di Betlemme, dove Gesù venne alla luce, "alcuni pastori vegliavano facendo la guardia al loro gregge. Un Angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento; ma l'Angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di David un salvatore che è Cristo Signore...". E subito apparve con l'Angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama". Messaggero di gioia l'Angelo che comunica la nascita di Gesù ai pastori; messaggeri di pace tutti gli altri che lodano Dio sotto il cielo di Betlemme. 

E' per ministero d'Angelo che Giuseppe, turbato per i segni di una maternità in Maria di cui ignorava l'ineffabile origine divina, viene rassicurato. Sempre il silenzioso "uomo giusto", viene edotto da Angeli sul tempo della fuga in Egitto se sul tempo del ritorno in Giudea.

Forse la più vivace presa di posizione patristica a proposito degli Angeli nei confronti della venuta di Gesù al mondo è espressa da Origene. Così egli si esprime: "Quando gli Angeli videro il principe della milizia celeste dimorare sulla terra, presero la via che egli aveva aperto seguendo il loro Signore e ubbidendo alla volontà di colui che li distribuisce come custodi di chi crede in lui. Gli Angeli sono dunque a servizio della tua salvezza eterna... Tutto è pieno di angeli.

Se la nascita e l'infanzia di Gesù sono segnate da una presenza visibile d'Angeli, altri momenti del suo essere tra noi, uomo tra gli uomini, sono costellati da queste presenze tangibili. Dopo le tentazioni del demonio del deserto, l'evangelista Marco nota: "Allora il diavolo lo lasciò e vennero gli angeli di Dio a servirgli da mangiare". Ciò che Gesù non ha voluto chiedere con un miracolo per nulla finalizzato alla gloria del Padre, ecco ora gli viene offerto in dono.

Un altro momento forte della vita di Gesù è quello dell'agonia nel Getsemani. Quando l'angoscia per il peccato del mondo toccò il fondo nel suo spirito, egli lanciò a Dio un grido umanissimo e nello stesso tempo del tutto degno del Santo per eccellenza: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia, si faccia non la mia ma la tua volontà. Allora gli apparve un Angelo dal cielo a confortarlo; un angelo, sua creatura, diventa la risposta del Padre al grido esistenziale del Figlio. E' conforto, non eliminazione del dramma. Anzi, subito dopo Luca annota che il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano a terra.

E' interessante poi sottolineare il preciso intervento degli Angeli in quel momento focale della vita di Gesù che segna la sconfitta del peccato e della morte: la sua Risurrezione. Il loro messaggio è di ravvedimento e di conferma: Non abbiate paura. So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E' risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dov'era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E' risuscitato dai morti... 
Risulta di grande rilievo l'identità di Cristo espressa dagli Angeli. Egli è "COLUI CHE VIVE", il Vivente per eccellenza. 

Concludono la narrazione della vita terrena di Gesù le parole degli Atti: Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano mirando il cielo mentre egli se ne andava, ecco che due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù che è stato tra voi assunto fino al cielo, tornerà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo".

Concludiamo, riportando le parole di Paolo agli Efesini: "Dio ha manifestato la sua forza nel Cristo risuscitandolo dai morti e facendolo sedere alla sua destra nei cieli al di sopra di tutti i Principati, di tutte le Potestà, di tutte le Virtù, di tutte le Dominazioni... E tutto pose sotto i suoi piedi.

ringraziamo il sito:
(Teofilo)
00sabato 14 novembre 2009 11:15
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 06/06/2004 22.27

Antologia di testi sugli Angeli


Sant'Agostino

"Conoscenza degli Angeli di Dio
I santi Angeli non giungono alla conoscenza di Dio per mezzo di parole sonanti, ma per la stessa presenza della verità immutabile, cioè il suo Verbo unigenito; e conoscono lo stesso Verbo, e il Padre e il loro Spirito Santo; e sanno che essi formano la Trinità inseparabile, in cui le singole persone sono un'unica sostanza; e che tuttavia non sono tre déi ma un solo Dio: conoscono queste verità più di quanto noi conosciamo noi stessi. Conoscono anche le creature nella sapienza di Dio - come nel modello interiore secondo cui sono state fatte - meglio che in loro stesse; e parimenti in quella conoscono se stessi, meglio che in se stessi - quantunque si conoscano anche in sé; infatti sono stati creati e sono ben distinti da colui che li ha creati. Nella sapienza di Dio, dunque, hanno una conoscenza diurna; in sé, invece, una conoscenza, per così dire, vespertina, come abbiamo detto sopra. (La città di Dio, 11, 29 in La Teologia dei Padri, I, Città Nuova)


 

San Giovanni Damasceno

"Gli Angeli: seconde luci"
L'Angelo è immortale non per natura, ma per grazia di Dio... Gli Angeli sono seconde luci spirituali; essi ricevono splendore dalla luce primaria e senza principio. Non hanno bisogno di lingua né di orecchie, ma comunicano gli uni gli altri i loro pensieri e le loro decisioni senza proferire parola. Tutti gli Angeli sono stati creati dal Verbo e resi perfetti dalla santificazione dello Spirito Santo affinché, ciascuno secondo la sua dignità ed il suo ordine, fossero partecipi dello splendore della grazia. Essi sono circoscritti. Quando si trovano in cielo, infatti, non stanno sulla terra; né, d'altronde, quando sono inviati da Dio sulla terra, rimangono in cielo. Ciò nondimeno, non sono condizionati né da mura né da porte, né da sbarre, né da sigilli: non sono limitati, insomma, da alcun termine definito. Tuttavia, quando gli Angeli appaiono a quelle anime degne alle quali Dio volle mostrali, non si rendono visibili come sono in realtà, bensì mutati in un aspetto diverso, conformemente alle capacità di coloro che vedono. Propriamente, infatti, soltanto ciò che è increato non è per sua natura limitato da alcun confine...  Essendo spiriti, gli Angeli appartengono ad una dimensione spirituale,  non essendo circoscritti fisicamente: infatti, essi non sono costituiti di un corpo né hanno la triplice dimensione, ma sono presenti ed operano spiritualmente ovunque si rechino; d'altronde, non possono trovarsi ed operare contemporaneamente in luogo e in un altro. 
Essi differiscono di splendore e di rango. Validi e solleciti nel compiere la volontà di Dio, sono talmente veloci da trovarsi immediatamente dove la volontà di Dio li ha assegnati. Alcuni custodiscono le varie parti della terra, presiedono a nazioni e regioni secondo l'ordine del sommo Creatore, governano le nostre cose e ci recano aiuto. Anche se, dalla volontà e dal comando di Dio, gli Angeli sono stati posti al di sopra di noi, essi stanno sempre attorno a Dio. (Esposizione della fede ortodossa, 2, 3, in La Teologia dei Padri, I, Città Nuova)


 

San Giovanni Bosco

"Dignità di ogni uomo affidato all'Angelo Custode"
Un argomento che mostra l'eccellenza dell'uomo è certamente il fatto che egli ha un Angelo per custode. Creato che ebbe Iddio il cielo, la terra e tutte le cose che nel cielo e nella terra si contengono, lasciò che esse seguissero per loro conto il corso delle leggi naturali secondo l'ordine della quotidiana provvidenza che le conserva. Dell'uomo non fu così.  Oltre ad averlo arricchito di nobili facoltà sia spirituali che corporali, costituito a provvedere a tutte le altre creature, volle che un celeste spirito se ne prendesse cura. Così, fin dal primo istante che l'uomo compare al mondo, egli l'assiste notte e giorno. Lo accompagna nel viaggio lungo le strade; lo difende dai pericoli sia dell'anima che del corpo, l'avvisa di ciò che è bene perché lo segua. Grande dignità dell'uomo, grande bontà di Dio, incalzante dovere per noi di corrispondervi! (Memorie bibliografiche)


 

Paul Claudel

"Gli Angeli"
Liberiamoci una volta per sempre dall'ignominia materialista e smettiamo di vedere negli apparati sensitivi, di cui la natura ci ha provvisti, la causa della nostra conoscenza, mentre ne sono soltanto il mezzo e lo strumento.
Chi non vede come il corpo, imponendoci le sue condizioni, è per voi un limite? Fra ogni essere e noi, ci sono sempre due pareti da traversare, la sua e poi la nostra. Noi non perveniamo alla realtà intima che dubbiosamente e per via di congettura. I nostri sensi si arrestano alla superficie e lasciano allo spirito il compito di continuare come può... Non c'è niente in noi che l'Angelo non tocchi e che non sia capace d'associare a quella libertà in lui ch'è privilegio dei figli di Dio. Egli è il contemporaneo della nostra origine e il contemporaneo della nostra ragion d'essere. Ci conosce, non per contatto parziale e per elaborazione di un segno convenzionale che il nostro giudizio interpreti, ma per un'applicazione totale del suo essere sul nostro... L'uomo esiste per conoscere e l'Angelo conosce per esistere. L'uomo è stato fatto per recare a Dio il consenso, l'omaggio libero e intelligente dei diversi piani della Creazione materiale che si giustappongono e si allineano sotto di lui e intorno a lui fino all'incontro del nulla. L'Angelo attinge direttamente in Dio la sua ragion d'essere e la traduce, se così si può dire, a libro aperto, per il solo fatto di esistere, realizzando il suo essere secondo quel modo particolare per cui differisce dagli altri esseri. L'Angelo non ha nulla da imparare: sa ed esiste guardando... Non c'è velo. Niente nell'Angelo s'oppone alla realizzazione della persona, di quella cosa per cui è fatto; né ignoranza, né debolezza, né ostacolo. La coscienza occupa tutto e si trasforma immediatamente in volontà come il cerchio in circuito. Egli respira inesauribilmente l'Ispiratore. (Note sugli Angeli, in Presenza e Profezia, Milano 1959)


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 24/06/2004 15.20
Guardiamo alla storia.....fin dal primo secolo la Chiesa VIVE UNA CERTA AMBIGUITA' sulla questione degli Angeli......NON fu chiara dall'inizio una dottrina che potesse chiarire l'atteggiamento del cristiano verso gli Angeli.....ci vollero I PADRI DELLA CHIESA...e precisamente il Concilio di Nicea del 325 che dichiarò legittima la dottrina sul "Culto agli angeli" la quale appunto tentava di chiarire la posizione AMBIGUA di san Paolo appoggiata dal Sinodo di Laodicea del 343 che in una prima assise dichiarà IDOLATRIA il culto agli Angeli.....
Fu sant'Agostino a riproporre IN UNA NUOVA CHIAVE DI LETTURA il culto angelico affermando: "Che gli angeli esistono, lo sappiamo attraverso la Fede..." E così nel Sinodo Ecumenico dell'anno 787...la Chiesa all'unanimità dichiarò legittimo il Culto agli Angeli, ma riducendolo in quella forma di rispetto e di abbandono della fede descritta nelle Scritture.......dunque Arcangeli e Angeli Custodi...
Fu proprio Giovanni Paolo I (Papa Luciani) a riaprire nella Chiesa le discussioni sugli Angeli, in un momento in cui dall'America giungevano (fine anni '70) ondate di misticismo angelico portato però FUORI DAL CONTESTO BIBLICO.....ed ebbe a dire: "...ci spiace constatare che gli angeli sono i grandi sconosciuti del nostro tempo! Dottrine illusorie stanno sostituendosi al grande patrimonio che i Padri ci hanno lasciato, occorre riproporre correttamente la dottrina in ogni suo aspetto."
Giovanni Paolo II che nel 1986 ricordò queste parole del suo Predecessore e diceva: " ...invito i pastori a farsi promotori del grande patrimonio della fede Cattolica, di questi angeli poco si conosce e quando se ne parla, se ne parla con profonda ignoranza. Occorre riproporre nelle catechesi la Sacra Scrittura in ordine degli eventi della salvezza e far scoprire perchè Dio ci ha posto questi Angeli a nostra custodia ai quali possiamo rivolgerci, ma che per venerarli nelle dovute concessioni, occorre mantenersi moralmente corretti.."
E dice ancora il Papa: " Gli angeli sono puramente spirituali, liberi e razionali, ma non agiscono mai al di fuori della Trinità. Questa verità è inseparabile dalla Rivelazione centrale del Vangelo che è appunto la Parola Incarnata, maestà e gloria di Dio che rifulgono in tutta la creazione visibile ed invisibile, necessaria per la salvezza dell'uomo. Tuttavia occorre essere chiari che l'opera e l'esistenza degli Angeli NON costituisce il contenuto centrale della Rivelazione che è il Signore Gesù, il quale è soprattutto agli uomini che Egli si rivolge; è il motivo per cui il Verbo si fa carne, muore e risorge e dove in questo contesto evangelico l'Angelo è sempre servitore e mai servito. Gli Angeli non sono in primo piano nella realtà della Rivelazione, vi appartengono però pienamente tanto che in alcuni eventi biblici essi compiono determinanti interventi fondamentali per il Progetto di Dio sulla salvezza e lo compiono in nome di Dio stesso, mai sostituendosi a Lui...."
Preme a Giovanni Paolo II di proporre una catechesi che faccia comrpendere come il Culto agli Angeli non può essere al di fuori della Chiesa e dice: " Gesù stesso afferma che gli Angeli in Cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli (Mt.18,10). Quel "vedere" è la manifestazione più alta DELL'ADORAZIONE DI DIO. I Padri della Chiesa a ragione sostenevano che questo "vedere sempre la faccia di Dio" costituisce quella LITURGIA CELESTE, compiuta in nome di tutto l'universo, alla quale incessantemente SI ASSOCIA LA TERRENA LITURGIA DELLA CHIESA  pellegrinante, specialmente durante l'Eucarestia durante la quale gli Angeli adorano Dio insieme al Ministro officiante e alla schiera dei fedeli. Non è un caso che i Padri sempre hanno incluso nella Liturgia della Consacrazione, poco prima che il pane e il vino diventano vero Corpo e vero Sangue, l'invocazione agli Angeli e agli Arcangeli, ai Troni ed alle Denominazioni e con tutto il Coro degli Angeli, annunziando il tre volte < Santo, Santo, Santo è il Signore, Dio dell'universo. I Cieli e la terra sono pieni della tua gloria, Osanna nell'altro Cieli, benedetto colui che viene nel nome del Signore, Osanna nell'altro dei cieli..> I cieli e la terra si uniscono nella Comunione dei Santi, fra i quali sono gli Angeli, ogni giorno, ogni volta che si compie la sacralità della Messa. E' questo un canto di gloria a Dio, unico nel suo genere, che invita la Chiesa pellegrina sulla terra e la Chiesa mistica, uniti insieme ai primi adoratori di Dio che sono gli Angeli, ad adorare Colui che tutto ha posto per la nostra salvezza." (1986 Udienze del Mercoledì)
" La Lettera agli Ebrei (1,14) - dice ancora il Papa in un altra catechesi del Mercoledì del 1987 - ci ricorda che gli Angeli sono chiamati ad avere da noi una grande considerazione, giacchè essi hanno una loro parte nella storia della salvezza degli uomini, dice l'apostolo delle genti: < Non sono essi puri spiriti INCARICATI di un ministero, inviati PER SERVIRE coloro che devono entrare in possesso della salvezza? >, auspico che pastori e parroci si facciano promotori di queste parole della Scrittura che ci dicono chiaramente il ruolo degli Angeli Custodi, protettori dell'uomo, dentro la Rivelazione e non fuori di Essa, dentro la storia della Chiesa e non fuori di Essa, dentro la storia del Verbo Incarnato e non al di fuori di Lui. Dice infatti il Salmo 90 (91) < Egli darà ordine  ai suoi Angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perchè non inciampi nella pietra il tuo piede. > Queste parole del salmista le abbiamo poi viste nella vita di Gesù sia quando viene tentato nel deserto, sia quando accoglie la volontà del Padre nel Getsemani, essi sono una presenza silenziosa, non invadente nel libero arbitrio ma che anzi, dopo la lotta, essi vengono per conosolare e per rassicurare l'animo affaticato. Delle false dottrine si stanno da tempo insinuando ingannando i fedeli sul culto degli Angeli, finendo per condurre fuori dalla Chiesa quanti seguono messaggi che si dicono provenienti dagli Angeli. I Vangeli invece ci insegnano chiaramente che l'opera degli Angeli sempre posta a servizio dell'uomo, non è al di fuori del Cristo che è il Signore degli Angeli. Gesù attribuisce agli Angeli la funzione di TESTIMONI NEL SUPREMO GIUDIZIO divino sulla sorte di chi ha riconosciuto o rinnegato Cristo e dice in Lc.12,8-9: < Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà DAVANTI AGLI ANGELI DI DIO >. Essi sono perciò interessati alla vita dell'uomo ed alla sua salvezza, e non sono interessati invece ad avere dall'uomo l'adorazione, che spetta solo a Dio, che talune dottrine erroneamente vanno insegnando...."
In un altra occasione il Papa ebbe  a dire:
" E' opportuno ricordare ai fedeli che la Santa Chiesa onora con CULTO LITURGICO le tre figure di Angeli che la Sacra Scrittura ci invita a riconoscere e che sono gli unici chiamati per nome: Mica-el (Michele) "Chi come Dio ?", questo Arcangelo non sostituisce l'Onnipotenza e l'esistenza di Dio, ma dal suo nome comprendiamo invece la scelta salvifica grazie alla quale gli angeli "vedono la faccia del Padre", sorte dei santi e beati che attende  ogni uomo.
Gabriele, figura legata all'Incarnazione del Verbo al cui nome è legata la potenza di Dio che nella Rivelazione è il segno supremo del Padre Onnipotente in tutta l'opera della Salvezza compresa la Chiesa attraverso la quale ci sono dati i Sacramenti della rigenerazione (Battesimo); della Penitenza e del nutrimento della salvezza (Eucarestia).
Rafa-El (Raffaele) che vuol dire "Dio guarisce" e lo troviamo nella stupenda storia di Tobia così tanto significativa che ci fa comprendere l'affidamento agli angeli da parte dei "piccoli figli di Dio", sempre bisognosi di custodia, cura e protezione "perchè non inciampi  nella pietra il tuo piede" (Salmo 90/91). E' per questo che s.Paolo ricorda il loro ministero (Eb.1,14) perchè in essi riflette quel ruolo specifico verso l'uomo che questi Angeli hanno in virtù della salvezza operata in Cristo.
Possiamo dire che nella Sacra Scrittura non abbiamo una dottrina organica sugli Angeli, tuttavia abbiamo un confronto diretto che ci fa constatare la loro esistenza e la loro presenza, Gesù ci dice che dopo la risurrezione " i risorti saranno come angeli nei cieli" (Mt.22,30) per questo la Chiesa si è sempre premunita di venerarli come i santi attraverso una Liturgia (la Messa) nella quale il Culto è diretto a Dio creatore e dispensatore di ogni bene. Infine neppure gli Angeli hanno doti divinatorie che riguardano il futuro, interpellarli, perciò, per sapere il nostro destino, è una bestemmia grave giacchè Gesù dice < il giorno e l'ora nessuna la conosce, neppure gli angeli del cielo > (Mc.13,32) per questo l'apostolo avverte:
< Ma se noi o un angelo disceso dal cielo annunciasse a voi un vangelo diverso da quello che abbiamo annunziato, sia votato alla maledizione divina > (Gal.1,8) queste parole ci preme oggi di farle risuonare con una maggiore eco, là dove false dottrine stanno ingannando molti fedeli allontanandoli dai Sacramenti, allontanandoli da ciò che la Chiesa da sempre ha custodito ed insegnato,  illudendoli in adorazioni pericolose che neppure gli angeli attendono e che anzi, ne sono fortemente dispiaciuti...." (Ottobre 1988 Festa degli Angeli Custodi)
Buona meditazione fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSNAnam_cara_2Inviato: 24/06/2004 17.38
 GRAZIE CATERINA....come sempre tu fai un'analisi completa che mi riservo di meditare un po' alla volta...
Vorrei ancora... sempre se lo ritenete valido e utile...poter avere un'analisi e pure una confutazione diretta ...su quanto di inesatto viene rappresentato nelle varie Com di ageli presenti nel web...che purtroppo attirano pure persone che credono in Dio e si professano cattoliche osservanti...
A mio avviso sarebbe utile analizzare punto per punto quanto di  "distorto" voluto o non viene scritto...non tutti aprodano in questa Com...non tutti leggono quanto tu apliamente hai riportato...tanti pure non riescono a segure...
E' possibile avere una sintesi come un piccolo VADEMECUM ...specificatamente riferentesi a quanto di inesatto gira nelle Com?...
A me sarebbe utilissimo...purtroppo se inserisco questa tua stupenda ma ahime' lunga disanima nella mia Com e in altre dove sono iscritta ...chi me la legge?
Decidete voi...se la  mia richiesta e' valida ...mi affido al vostro discernimento...
DVB! Anam

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 24/06/2004 18.31
Cara Anam...i forum sono questi.....ridurre i testi è quasi impossibile per diversi aspetti:
- gli argomenti spesso si diramano perchè nel Cristianesimo tutto è collegato....
- non esiste una dottrina specifica che si possa ridurre ad un versetto biblico e che si chiude così ogni interrogativo, occorre dunque leggere cosa hanno scritto i Padri della Chiesa e cosa dice il Magistero a seguire per comprendere....
- fare un vademecum dipende da come lo vuoi......, fammi un esempio e vedremo.....nel caso degli Angeli puoi ritenere sia la catechesi del Papa che ho inserito appunto per ultimo, sia il messaggio di apertura che contiene proprio l'estratto del Catechismo...di meno non si può fare, semmai sempre di più.....
- impossibile frenare le preoccupazioni che tu hai descritto...ognuno è libero di vivere come meglio crede non possiamo ne imporre nè imporci.....noi siamo qui...ed affidiamo alla Provvidenza il resto..........come stai vedendo nella tua com mi sto trovando a mio agio perchè ho trovato persone stupende che hanno desiderio di condividermi ANCHE CIO' IN CUI ESSI CREDONO......a domanda non mi tiro mai indietro, ma non per questo ciò che offro sono delle risposte esaustive.......ciò che offro sono solo delle conoscenze che a molti mancano, poi che ognuno ne tragga ciò che ritiene opportuno alla sua crescita spirituale.....questo è quanto abbiamo proposto a Marina che è venuta lei qui da noi.....ma si è rifiutata di collaborare....e allora posso risponderle da lontano così, con questo forum......sa dove trovarci e spesso ho avuto modo di constatare che queste persone alla fin fine leggono, perciò preghiamo affinchè comprendano.....
Se hai altro, sono a disposizione....fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 25/06/2004 22.55
illudendoli in adorazioni pericolose che neppure gli angeli attendono e che anzi, ne sono fortemente dispiaciuti...."

Apoc.22,8 Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate. 9 Ma egli mi disse: «Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare».


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/07/2004 11.30
.....anche s.Agostino doveva a suo tempo combattere i FALSI CULTI e le false venerazioni.....leggete questo passo breve e molto interessante...dal LIBRO 19
 

Insicurezza con gli esseri dell'aldilà.
9. V'è poi la società dei santi angeli assegnata da quei filosofi, i quali hanno sostenuto che gli dèi sono nostri amici, al quarto grado, quasi a passare dalla terra all'universo per includere in qualche modo anche il cielo. Non temiamo affatto che simili amici in questa società ci affliggano con la loro morte o depravazione. Però essi non comunicano con noi, come gli uomini, in un rapporto di familiarità e anche questo fa parte delle pene di questa vita. Satana poi, come leggiamo, si trasforma talvolta in un angelo della luce 24 per tentare coloro che è opportuno ammaestrare in tal modo o è giusto ingannare. È quindi necessaria una grande misericordia di Dio affinché l'uomo, quantunque creda di avere come amici gli angeli, non subisca al contrario come finti amici i demoni e tanto più dannosi quanto più astuti e lusinghieri. E la grande misericordia di Dio è indispensabile alla grande infelicità umana la quale è gravata da tanta ignoranza che facilmente è tratta in inganno dalla loro falsità. Ed è assolutamente certo che nella città empia i filosofi, i quali hanno sostenuto di avere gli dèi per amici, sono incappati nei demoni malvagi ai quali la città stessa è sottomessa per avere con essi un tormento eterno. Infatti dai loro riti sacri o meglio sacrilegi, con i quali hanno pensato di onorarli, e dai giuochi veramente spudorati in cui sono esaltati i loro delitti e con i quali hanno pensato di renderseli propizi, dato che gli dèi stessi operavano ed esigevano simili e sì gravi ignominie, appare evidente di qual genere erano quelli da loro onorati.

Universalità e ineluttabilità della pace (10-20)

(Teofilo)
00sabato 14 novembre 2009 11:16
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 02/04/2005 9.35
AVVISO........ACCENDETE RAI DUE............SE VOLETE SAPERE VERAMENTE CHE COSA è COME SI PREGA AL VERO ANGELO CUSTODE..........
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSNCattolico2Inviato: 02/04/2005 11.40
E' stato molto bello il programma di don Giovanni D'Ercole:"Sulla via di Damasco-Un Angelo per amico-".
ANEDDOTI SULL'ANGELO CUSTODE E SU PADRE PIO

L'Angelo Custode

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Un italo-americano residente in California, incaricava spesso il suo Angelo Custode di riferire a Padre Pio ciò che riteneva utile fargli sapere. Un giorno, dopo la confessione, chiese al Padre se sentiva veramente quello che gli diceva tramite l'angelo. "E che" - rispose Padre Pio - "mi credi sordo?" E Padre Pio gli ripeté quello che pochi giorni prima gli aveva fatto sapere tramite il suo Angelo.

Padre Lino raccontava. Stavo pregando il mio Angelo Custode perché intervenisse presso Padre Pio a favore di una signora che stava molto male, ma mi sembrava che le cose non mutassero affatto. Padre Pio, ho pregato il mio Angelo Custode perché le raccomandasse quella signora - gli dissi appena lo vidi - è possibile che non l'abbia fatto? - "E cosa credi, che sia disobbediente come me e come te?

Padre Eusebio raccontava. Stavo andando a Londra in aereo, contro il consiglio di Padre Pio che non voleva che usassi questo mezzo di trasporto. Mentre sorvolavamo il canale della Manica una violenta tempesta mise l'aereo in pericolo. Tra il terrore generale recitai l'atto di dolore e, non sapendo cosa altro fare, mandai a Padre Pio l'Angelo Custode. Tornato a San Giovanni Rotondo andai dal Padre. "Guagliò "- mi disse - "Come stai? È andato tutto bene?" - "Padre ci stavo rimettendo la pelle" - "E allora perché non obbedisci? - "Ma le ho mandato l'Angelo Custode..." - "E meno male che è arrivato in tempo!"

Un avvocato di Fano stava tornando a casa da Bologna. Era al volante della sua 1100 nella quale si trovavano anche sua moglie e i suoi due figli. Ad un certo punto, sentendosi stanco, avrebbe voluto chiedere di essere sostituito alla guida, ma il figlio maggiore, Guido, stava dormendo. Dopo qualche chilometro, nei pressi di San Lazzaro, si addormentò anche lui. Quando si svegliò si accorse di trovarsi ad un paio di chilometri da Imola. FuoriFOTO10.jpg (4634 byte) da sé dallo spavento urlò: "chi ha guidato la macchina? È successo niente?"...  - No - gli risposero in coro. Il figlio maggiore, che era al suo fianco si svegliò e disse di aver dormito saporitamente. La moglie e il figlio minore, increduli e meravigliati, dissero di aver constatato un modo di guidare diverso dal solito: a volte l'auto era per finire contro altri veicoli ma all'ultimo momento, li evitava con delle manovre perfette. Anche la maniera di prendere le curve era diversa. "Soprattutto" diceva la moglie "ci ha colpito il fatto che tu sei rimasto immobile per molto tempo e non hai più risposto alle nostre domande..."; "Io - la interruppe il marito - non potevo rispondere perché dormivo. Io ho dormito per quindici chilometri. Non ho veduto e non ho sentito niente perché dormivo... . Ma chi ha guidato l'auto? Chi ha impedito la catastrofe?... Dopo un paio di mesi l'avvocato si recò a San Giovanni Rotondo. Padre Pio, appena lo vide, mettendogli una mano sulla spalla, gli disse: "Tu dormivi e l'Angelo Custode ti guidava la macchina". Il mistero fu svelato.

Una figlia spirituale di Padre Pio percorreva una strada di campagna che l'avrebbe portata al Convento dei cappuccini dove ad attenderla c'era lo stesso Padre Pio. Era una di quelle giornate invernali, imbiancate dalla neve dove i grossi fiocchi che venivano giù, rendevano ancora più difficile il cammino. Lungo la strada, totalmente innevata, la signora ebbe la certezza che non sarebbe arrivata in tempo all'appuntamento col frate. Piena di fede, incaricò il suo Angelo Custode di avvisare Padre Pio che a causa del maltempo sarebbe arrivata al convento con notevole ritardo. Giunta al convento poté constatare con enorme gioia che il frate l'attendeva dietro ad una finestra, da dove, sorridendo, la salutava.

A volte il Padre, in sagrestia, si fermava e salutava anche baciando qualche amico o figlio spirituale ed io, raccontava un uomo,  guardando con santa invidia quel fortunato, dicevo tra me: "Beato lui!...Se fossi io al suo posto! Beato! Beato lui! Il 24 dicembre 1958 sono in ginocchio, ai suoi piedi, per la confessione. Al termine, lo guardo e, mentre il cuore batte per l'emozione, oso dirgli: "Padre, oggi è Natale, posso fare gli auguri dandovi un bacio? E lui, con una dolcezza che non si può descrivere con la penna ma soltanto immaginare, mi sorride e: "Sbrigati, figlio mio, non farmi perdere tempo!" Anche lui mi abbracciò. Lo baciai e come un uccello, giulivo, spiccai il volo verso l'uscita ripieno di delizie celesti. E che dire delle botte sulla testa? Ogni volta, prima di ripartire da San Giovanni Rotondo, desideravo un segno di particolare predilezione. Non solo la sua benedizione ma anche due colpetti sulla testa come due paterne carezze. Devo sottolineare che mai mi fece mancare ciò che, come un bambino,   manifestavo di voler ricevere da lui. Una mattina, eravamo in molti nella sagrestia della chiesetta piccola e mentre padre Vincenzo a voce alta esortava, con la sua solita severità, dicendo: "non spingete...non stringete le mani del Padre...fatevi indietro!", io quasi sconfortato, tra me ripetevo: "Partirò, questa volta senza le botte sulla testa". Non volli rassegnarmi e pregai il mio Angelo Custode di fare il messaggero e di ripetere a Padre Pio testualmente: "Padre, io parto, desidero la benedizione e le due botte sulla testa, come sempre. Una per me e l'altra per mia moglie". "Fate largo, fate largo", ripeteva ancora padre Vincenzo mentre Padre Pio cominciava a camminare. Io ero in ansia. Lo guardavo con un senso di tristezza. Ed eccolo, mi si avvicina, mi sorride ed ancora una volta i due colpetti ed anche la mano mi fa baciare. - "Ne darei tanti di botte a te, ma tante!". Così ebbe a dirmi la prima volta.

Una donna era seduta sul piazzale della chiesa dei cappuccini. La Chiesa era chiusa. Era tardi. La donna pregava col pensiero, e ripeteva col cuore: "Padre Pio, aiutami! Angelo mio, va a dire al Padre che mi venga in aiuto, altrimenti mia sorella muore!". Dalla finestra di sopra, sentì la voce del Padre: "Chi mi chiama a quest'ora? Che cosa c'é? La donna disse della malattia della sorella, Padre Pio si recò in bilocazione e guarì la malata.

Un tizio disse a Padre Pio: - Io non posso venire sempre da voi. Il mio stipendio non mi permette spese per viaggi così lunghi - Padre Pio rispose: "E chi ti ha detto di venire qui? Non hai il tuo Angelo Custode? Gli dici cosa vuoi, lo mandi qua, ed avrai subito la risposta".

Quando Padre Pio era un giovane sacerdote scriveva al suo confessore dicendo: "la notte ancora al chiudersi degli occhi, vedo abbassarsi il velo ed aprirmisi dinanzi il Paradiso. E allietato da questa visione, dormo con un sorriso di dolce beatitudine sulle labbra e con una perfetta calma sulla fronte aspettando che il piccolo compagno della mia infanzia venga a svegliarmi e così sciogliere insieme le lodi mattutine al diletto dei nostri cuori".

Padre Alessio un giorno si avvicinò a Padre Pio con delle lettere in mano per chiedergli delle cose e il Padre gli disse brusco: "Uagliò, non vedi che ho da fare? Lasciami in pace". Rimase male. Si ritirò in disparte mortificato. Padre Pio se ne accorse e dopo un pò lo chiamo e gli disse: "Non hai visto tutti quegli Angeli che erano qui intorno? Erano Angeli Custodi dei miei figli spirituali che venivano a portarmi i loro messaggi. Dovevo dare loro le risposte da riferire".

Un dottore chiese a Padre Pio: "Tanti Angeli sono sempre vicino a lei. Non le danno fastidio?" - "No" rispose il Padre con semplicità - "sono così obbedienti".

Ad una persona disse: "Per la tua mamma pregheremo, perché l'Angelo Custode le faccia compagnia"

Si direbbe - diceva uno dei figli spirituali del Padre - che Padre Pio ascolti sempre quelli che lo chiamano. Una sera, molti parlavano del Padre appena arrivati a San Giovanni Rotondo. Ingenuamente ricapitolavano le grazie che volevano chiedergli e incaricavano i loro Angeli Custodi di fargliele presenti al più presto. L'indomani, dopo la Messa, Padre Pio li rimproverò giustamente: "Birichini! Neanche la notte mi lasciate tranquillo!", il sorriso smentiva le parole. Essi si seppero esauditi.

Ma voi, Padre, sentite quello che l'Angelo vi dice? Chiese una persona. E Padre Pio: "E cosa credi, che Egli sia disubbidiente come te? Mandami l'Angelo Custode".

È inutile che mi scrivi, perché non posso rispondere. Mandami l'Angelo, sempre. Penserò a tutto.

L'Angelo mi ha riferito delle frasi che mi hanno fatto comprendere la tua sfiducia.

Invoca il tuo Angelo Custode, che ti illuminerà e ti guiderà. Il Signore te lo ha messo vicino appunto per questo. Perciò serviti di lui.

E se la missione del nostro Angelo Custode e grande, quella del mio è di certo più grande, dovendomi fare anche da maestro nella spiegazione di altre lingue.

Manda l'Angelo Custode che non paga il treno e non consuma le scarpe.

Per le persone sole c'é l'Angelo Custode.


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Da: daffyInviato: 02/04/2005 14.41
Questi anedoti di padre Pio mi confermano una mia tesi.
Le verita' sono doppiamente verita' se vengono offerte e raccontate con garbo dolcezza e semplicita'....
Grande Padre Pio....che continua a ripeterci che tutte le cose piu' belle sono racchiuse in piccoli scrigni e in poche...pochissime parole.
daffy......
ps....ho visto la prima volta padre Pio in televisione (in bianco e neo) gli avevano a quei tempi contestato l'operato....
in tutti i casi il suo carisma vinse allora e finalmente ha trionfato adesso.
A volte le risposte esatte non le troviamo scritte....lui le trasmetteva per telepatia!!!
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