è posta non forum adatto per la nostra attenzione che merita.....
IL CASO A MILANO
Ha scoperto di essere stata contagiata quando l’uomo è stato arrestato: solo oggi ho capito che ho sbagliato. Grazie alla famiglia e al mio nuovo fidanzato sto costruendo un’altra esistenza
«La mia vita con l’Aids
Alle ragazze dico: riflettete»
Stefania, 30 anni, è una delle quattro ragazze che è stata contagiata da un irregolare senegalese che sapeva di essere malato dal '98
Da Milano Emilio Randacio
«Oggi ho trovato un ragazzo che è al corrente della mia malattia e mi ama e mi accetta per come sono. Lui vorrebbe costruire una famiglia con me, avere dei figli anche se nella mia situazione sono necessarie molte precauzioni». Stefania ha 30 anni, è una ragazza milanese che lavora in un bar, come tanti. Quando racconta la sua storia ha lo sguardo basso, e fa roteare continuamente le dita, intrecciandole. Nel momento in cui rievoca i momenti più difficili della sua vita, gli occhi le si riempono di lacrime.
Stefania è malata di Aids. È una delle quattro ragazze (due inchieste penali stanno accertando se anche altre donne sono state infettate), che è stata contagiata da un ragazzo senegalese, conosciuto tre anni fa. Willi, l'«untore», oggi è in carcere a Spoleto. Deve scontare una condanna divenuta definitiva per documenti falsi, anche se la sua malattia è incompatibile con la detenzione. Almeno dal '98, hanno accertato le indagini, sapeva di essere infetto, ma non ha mai detto a nessuno della sua malattia.
Come è stato possibile che accadesse una cosa simile?
Ho incontrato Willi a un corso di ballo - spiega Stefania - nel 2000, in un locale in provincia di Bergamo. Era molto simpatico, estroverso, abbiamo iniziato a uscire. Poi mi ha chiesto se potevo dargli una mano perché si stava mettendo in regola con il permesso di soggiorno. Da quel momento non sono più riuscita a staccarlo da me. Subito l'ho ospitato nella mia casa, gli ho prestato l'auto per permettergli di andare a lavorare. Nel mio appartamento c'è rimasto fino a quando i carabinieri non lo hanno arrestato, nel settembre dello scorso anno.
Non le è sembrato di aver accelerato troppo i tempi?
Oggi so di aver sbagliato. Che sono stata ingenua. Ma quando ho conosciuto Willi non avevo motivo di dubitarne. Quello che posso dire adesso, dopo aver vissuto questa esperienza, è che bisogna conoscere le persone che si frequentano molto più a lungo. Quando parlo con le mie amiche cerco di consigliarle, di spiegare dei pericoli che ci sono in giro, cerco di impedire che commettano i miei stessi sbagli.
Stefania, ci può dire come ha saputo della sua malattia?
Poco dopo l'arresto i carabinieri mi hanno convocata per dirmi che Willi mi voleva incontrare. A quel punto, un suo amico, mi ha confessato che lui era molto malato, quasi allo stato terminale. Ho fatto subito gli esami del caso e mi hanno confermato che ero stata infettata.
E lui non le ha mai detto niente?
Mai. Neanche oggi. Mi ha scritto numerose lettere dal carcere, ha chiesto aiuto, ma non ha mai toccato l'argomento. Pochi giorni fa i carabinieri mi hanno chiesto se ero disposta a ospitarlo per fargli ottenere gli arresti domiciliari. Mi sono rifiutata.
Cosa ha provato quando le hanno detto che era malata di Aids?
Non so spiegarlo. Da allora ho cercato di non cambiare le mie abitudini quotidiane. Ho informato subito i miei datori di lavoro e loro mi hanno aiutato moltissimo, ma anche la mia famiglia che lungo i 3 anni in cui frequentavo Willi era stata sempre contraria al nostro rapporto, mi ha dato un sostegno unico. Ogni giorno devo prendere le mie pastiglie, seguire un trattamento ospedaliero. Per adesso va bene.
Come vede il suo futuro?
In questo momento non ci sto pensando. Ho trovato un fidanzato che conosce la mia malattia e mi aiuta e mi sta accanto. Lui vorrebbe formare una famiglia con me. Gli ho spiegato che in questi casi sono necessari delle precauzioni particolari. Vedremo quel che succederà.
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Cara Stefania......altre parole sono superflue, il tuo coraggio nell'ammettere e riconoscere un errore è di gran lunga un atto di fede e di forza....che ci sentiamo di dover sostenere con la Preghiera....impotenti di fronte a cos'altro potremmo fare.......
Inseriamo il tuo appello perchè tu ne richiedi che venga diffuso quale avviso a tante altre ragazze.....Non conosciamo la tua appartenenza di fede, ma leggiamo che ti sei trovata inguagliata soltanto per AMORE.....hai ceduto al sentimento più nobile che l'uomo ha reso invece strumento di pericolo.....ti siamo vicini più di quanto tu non possa immaginare, ma che attraverso la Preghiera ci auguriamo tu possa percepire con la forza, il coraggio nell'affrontare quanto ti riserverà il futuro.....Ci auguriamo anche che il ragazzo che ti sostiene, sappia aiutarti ancora di più, non facendoti rinunciare al sentimento dell'amore, per mezzo del quale ti ritrovi oggi con una malattia che non perdona.....
Un abbraccio fraterno da tutti noi.....