Loreto "Casa di Maria" devozione, storia, preghiera, autentica Carità...

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Caterina63
00venerdì 11 febbraio 2011 23:23
 
                                      

(Joseph Ratzinger- Benedetto XVI ha sempre amato la Santa Casa di Loreto, la sua storia, la sua devozione.....)

 
Un’omelia del cardinale Joseph Ratzinger (1991) 

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La Casa della Madonna: “Casa aperta alla famiglia di Dio”

Pubblichiamo l’omelia che il cardinal Joseph Ratzinger – ora Benedetto XVI - ha tenuto a Loreto l’8 settembre 1991, durante il solenne pontificale, in occasione della festività della Natività di Maria, alla presenza di numerosi pellegrini, provenienti anche da Altötting per il gemellaggio della città bavarese con Loreto. Il testo è tratto fedelmente da una bobina registrata, parola per parola (vedi Messaggio della S. Casa, novembre 1991, pp. 266-268).

Il giorno della Natività della Vergine Maria non è un compleanno come tanti altri. Celebrando il compleanno di una grande personalità della storia pensiamo ad una vita passata, pensiamo a cose passate, a fatti compiuti da tale personalità e all’eredità da essa lasciata.

Pensiamo, in una parola, a cose di questo mondo.
Con la Madre di Dio non è così.
Maria non parla di se stessa. Dal primo momento della vita lei è totalmente trasparente per Dio, è come un’icona raggiante della bontà divina. Maria, con la totalità della sua persona, è un messaggio vivo di Dio per noi. Perciò Maria non appartiene al passato, Maria è contemporanea a noi tutti, a tutte le generazioni. Con la sua disponibilità alla volontà di Dio ha quasi trasferito, consegnato il tempo umano della sua propria vita nelle mani di Dio e, così, ha unito il tempo umano con il tempo divino. Con il suo presente permanente, perciò, Maria trascende la storia ed è presente sempre nella storia, presente con noi.

Maria impersona il messaggio vivo di Dio. Ma cosa ci dice di più precisamente la vita di Maria oggi, nel giorno della sua nascita? Mi sembra che proprio il santuario di Loreto, costruito attorno alla Casa terrena di Maria, costruito attorno alla Casa di Nazareth, possa aiutarci a capire meglio il messaggio della vita della Madonna. Queste pareti conservano per noi il ricordo del momento nel quale l’angelo venne da Maria con il grande annuncio dell’Incarnazione, il ricordo della sua risposta: “Eccomi, sono la serva del Signore”. Questa Casa umile è una testimonianza concreta, palpabile dell’avvenimento più grande della nostra storia che è l’incarnazione del Figlio di Dio.

Il Verbo si è fatto carne. Maria, la serva di Dio, è divenuta la “porta” per la quale Dio è potuto entrare in questo mondo. Anzi, non solo la “porta”, è divenuta “dimora”del Signore, “casa vivente”, dove ha abitato realmente il Creatore del mondo. Maria ha offerto la sua carne perché il Figlio di Dio diventasse come noi. E qui ci viene in mente la parola con la quale secondo la Lettera agli Ebrei, Cristo ha iniziato la sua vita umana dicendo al Padre: “Non hai voluto né sacrifici né offerta, un corpo invece mi hai preparato [...]. Allora io ho detto: ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà” (Ebr 10, 5-7).

La serva del Signore dice proprio la stessa cosa: mi hai preparato un corpo, ecco io vengo. In questa coincidenza della parola del Figlio con la parola della Madre si toccano, anzi si uniscono cielo e terra, Dio creatore e la sua creatura. Dio diventa uomo, Maria si fa “casa vivente” del Signore, “tempio” dove abita l’Altissimo. E qui sopraggiunge un’altra considerazione: dove abita Dio, tutti noi siamo “a casa”; dove abita Cristo, i suoi fratelli e le sue sorelle non sono stranieri. Così è anche con la Casa di Maria e con la vita stessa di lei: è aperta per tutti noi. La madre di Cristo è anche la nostra Madre, di tutti quanti sono divenuti corpo di Cristo e costituiscono la famiglia di Cristo Gesù. Essi sono con Cristo e con la Madre, costituiscono la “sacra famiglia” di Dio.

Maria ci ha aperto la sua vita e la sua Casa perché, aprendosi a Dio, si è aperta a tutti noi e ci offre la sua Casa come Casa comune dell’unica famiglia di Dio.

Possiamo dire: dove c’è Maria c’è la Casa; dove c’è Dio, siamo tutti “a casa”. La fede ci dà una casa in questo mondo, ci riunisce in una unica famiglia. Qui però nasce una domanda seria: la fede ci dice che siamo tutti fratelli e sorelle di Cristo, quindi un’unica famiglia; noi dobbiamo chiederci se questo è vero, se siamo realmente un’unica famiglia e, se non è vero, perché non è vero, perché le opposizioni, le lotte, l’egoismo lacerante?

La Casa di Nazareth non è una reliquia del passato, essa ci parla nel presente e ci provoca a un esame di coscienza.

Dobbiamo domandarci se siamo realmente aperti anche noi al Signore, se vogliamo offrirgli la nostra vita perché sia una dimora per lui; oppure se abbiamo un po’ di paura della presenza del Signore, se abbiamo paura che essa possa limitare la nostra dignità, se vogliamo forse riservarci una parte della nostra vita che vorremmo appartenesse solo a noi e non fosse conosciuta da Dio, che non dovrebbe avvicinarsi ad essa.

Mi sembra che questa Casa di Nazareth conservi, anche sotto questo punto di vista, un simbolismo molto prezioso. Come sapete, questa Casa ha solo tre pareti: è una Casa aperta, dunque, è come un invito, è come un abbraccio aperto. Essa, cosi, ci dice: aprite anche voi le vostre case, le vostre famiglie, la vostra vita alla presenza del Signore.

Questa Casa sia aperta alla famiglia di Dio, a tutti i figli di Dio, ai fratelli e alle sorelle di Cristo! Lasciamoci sfidare, accettiamo la parola della Madre che ci dice: venite, venite nella mia Casa e diventate anche voi, ogni giorno della vostra vita, realmente dimora del Signore.

Questa Casa diventa così come una famiglia aperta, nella quale tutti i figli di Dio, tutte le creature di Dio sono anche fratelli e sorelle nostri. Maria, dunque, è “casa vivente” del Signore; la Casa di Nazareth è casa comune di tutti noi, perché, dove abita Dio tutti siamo “a casa”.

Questa Casa nazaretana nasconde un altro messaggio. Finora abbiamo detto che Dio non è un Dio astratto, puramente spirituale, lontano da noi: Dio si è legato alla terra, Dio ha una storia comune con noi, una storia palpabile, visibile, qui, in questi segni della sua storia e soprattutto nella Santa Chiesa e nei sacramenti.
La fede ci fa “abitare” ma ci fa anche “camminare”.

Anche su questo punto la Casa nazaretana conserva un insegnamento importante. Quando i crociati hanno trasferito le pietre della Casa nazaretana dalla Terra Santa qui sulla terra italiana, hanno fissato il nuovo posto della Casa sacra su una strada. È una casa - mi sembra - molto strana, perché casa e strada sembrano escludersi: o casa o strada, vogliamo dire. Ma proprio così si esprime il messaggio vero di questa Casa, che non è una casa privata di una persona, di una famiglia, di una stirpe, ma sta sulla via di noi tutti: è una Casa aperta di noi tutti. La stessa Casa ci fa “abitare” e ci fa “camminare”.

La vita stessa è la casa della famiglia di Dio che è in pellegrinaggio con Dio, verso Dio, verso la casa definitiva e verso la “città nuova”. E qui possiamo essere ancora più concreti.

Tutti i santuari, i grandi santuari del mondo, hanno offerto sempre a persone di nazioni diverse, di razze, di professioni diverse questa esperienza preziosa della casa nuova della famiglia comune di tutti i figli di Dio. Questa esperienza della casa però presuppone l’esperienza di un cammino, l’esperienza del pellegrinaggio. Il pellegrinaggio è una dimensione fondamentale dell’esistenza cristiana.

Solo camminando, pellegrinando possiamo superare le frontiere delle nazioni, delle professioni, delle razze. Possiamo diventare uniti solo andando insieme verso Dio. Il significato di questo gemellaggio tra Loreto e Altötting si inserisce in questa realtà: ci dice lo stesso che dobbiamo andare insieme, dobbiamo divenire pellegrini dell’eterno, dobbiamo alzarci sempre di nuovo verso Dio, verso la pace divina, verso l’unità con Dio e la sua unica famiglia.

 


 

Caterina63
00martedì 6 dicembre 2011 23:31

Petriolo : tradizionale processione con la "casetta" di Loreto e accensione del "focaraccio"




A Petriolo ( Prov.Macerata, Arcidiocesi Metropolitana di Fermo) si rinnova ogni anno la tradizionale processione pomeridiana il 10 dicembre, festa della Traslazione della Santa Casa di Loreto, con la “Casetta” .

Fin dal pomeriggio del 9 dicembre nel Santuario della Madonna della Misericordia di Petriolo viene esposta la “casetta” per la gioia soprattutto dei bambini che vi si recano, accompagnati alle mamme o dalle nonne, per suonare la campanella in segno di giubilo e recitando un’Ave Maria ad ogni rintocco.
La sera del 9 dicembre, i fedeli e tra questi molti bambini si recano, recitando il Rosario, alla periferia del paese per l'accensione del tradizionale falò della “Venuta”, preparato dal Priore della Confraternita e, mentre la legna arde, cantano le tradizionali Litanie Lauretane.

Il “focaraccio” del 9 dicembre in onore della Santa Casa veniva devotamente acceso nelle campagne e nelle piazze dei paesi.
Anche la venerazione della “Casetta” di Loreto è una caratteristica marchigiana e abruzzese : quasi tutti i paesi della Marca conservano ancora la “casetta” sormontata dalla statua della B.V.Maria tra dagli angeli festosi che veniva esposta alla venerazione dei fedeli in occasione della festa della Traslazione della Santa Casa.

La storica Confraternita del Santissimo Sacramento di Petriolo organizzava un pellegrinaggio al Santuario di Loreto fin dal lontano anno 1593.
La Confraternita aveva anche acquistato un simulacro laureano, la “Casetta”, oggi conservata nel Museo della Confraternita, che in occasione della festività della Madonna di Loreto, il 10 dicembre di ogni anno, viene trasportata in chiesa per essere esposta alla venerazione dei fedeli.
Sugli annuali pellegrinaggi lauretani della Confraternita si apprende che : “Le testimonianze di questa pratica di fede sono numerosissime e se ne trova menzione anno dopo anno non solo nei libri dei consigli, ma anche nei libri delle adunanze della Confraternita o Compagnia della Misericordia, come in origine veniva detta, che ne era promotrice e vi partecipava con i suoi officiali e numerosi confratelli”.

“Una delle prime menzioni del pellegrinaggio in cui mi sono imbattuto nei libri consiliari è del 1593. I verbali di due adunanze del maggio 1609 e del maggio 1627 ci fanno meglio comprendere le modalità organizzative”, continua ancora il Confratello, giacchè anche il vitto necessario per il lungo viaggio era posto a carico della Confraternita, che provvedeva anche a pagare i cavalli dei carriaggi per il trasporto delle derrate. Ciò perché, affermano verbali “è nostro debito secondo il nostro solito et consuetudine annuale andare a visitare la S.ma Casa di Loreto per reconoscere la grazia particolare che la Maestà divina ci fa di averci dato et in conservaci sì gran tesoro et inestimabile reliquia in questo ns. paese della Marca Anconetana”.

A Recanati, Città direttamente coinvolta dalla miracolosa traslazione, perché la Santa Casa si è posata in una parte suo territorio denominato Lauretum, viene suonato più volte il campanone civico chiamato Vita, in onore del santo patrono San Vito.
L’antichissimo Capitolo della Basilica Cattedrale di Recanati aveva nella croce pettorale dei Canonici da un lato la Santa Casa e dall’altro l’iscrizione “non fecit taliter omni natione”.
Nella vicina Macerata i Canonici del Duomo facevano la processione alle tre di notte nella chiesa inferiore per portando la statua della Madonna di Loreto .

In quasi tutte le chiese della regione le campane, per antica tradizione, ancor oggi vengono suonate a festa alle tre di notte.
Le mamme erano solite svegliare i bambini dicendo loro “ Recitiamo un’Ave Maria perché passa la Madonna!”

Mariano Mercuri ( Responsabile del Museo dei Legni processionali della Confraternita del Santissimo Sacramento di Petriolo )

Foto : La "casetta" venerata nel Santuario di Petriolo; la "casetta" della Concattedrale di Treia - da notare il bellissimo trono vescovile settecentesco-; la "casetta" della Bas.Concattedrale di Montalto Marche ( attualmente conservata al Museo Sistino).

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Caterina63
00venerdì 9 dicembre 2011 10:13
[SM=g1740733] Cari Amici,
il Karaoke che vi proponiamo fa parte di quella Devozione Popolare che da sempre ha arricchito (e arricchisce) la nostra Italia, i Comuni, i Paesi, in quelle che sono dette le Feste Patronali quando, appunto, un Paese ha il suo Santo Patrono. Il 10 Dicembre è la Festa della Madonna di Loreto, della Santa Casa che la Tradizione ci insegna come un prodigio davvero unico nel suo genere.

Il canto che vi proponiamo: www.gloria.tv/?media=225912

Evviva la Madonna di Loreto


canto popolare serie "Santuari Mariani" Elca Sound di Reggio Calabria Autore Adi Calbro, unisce davvero la gioia del fedele, e l'impegno del Pellegrino che pur compiendo grandi sforzi per recarsi in pellegrinaggio alla Santa Casa, attraverso il canto gioioso, sa manifestare anche una sana dottrina mariana....
Nel 1991, l'allora cardinale Joseph Ratzinger, in visita alla Santa Casa, così diceva nella sua omelia: "Possiamo dire: dove c’è Maria c’è la Casa; dove c’è Dio, siamo tutti “a casa”. La fede ci dà una casa in questo mondo, ci riunisce in una unica famiglia. Qui però nasce una domanda seria: la fede ci dice che siamo tutti fratelli e sorelle di Cristo, quindi un’unica famiglia; noi dobbiamo chiederci se questo è vero, se siamo realmente un’unica famiglia e, se non è vero, perché non è vero, perché le opposizioni, le lotte, l’egoismo lacerante?
La Casa di Nazareth non è una reliquia del passato, essa ci parla nel presente e ci provoca a un esame di coscienza. (...)
Questa Casa nazaretana nasconde un altro messaggio: Dio si è legato alla terra, Dio ha una storia comune con noi, una storia palpabile, visibile, qui, in questi segni della sua storia e soprattutto nella Santa Chiesa e nei sacramenti.
La fede ci fa “abitare” ma ci fa anche “camminare”. "


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Caterina63
00sabato 9 febbraio 2013 12:10

  La Santa Casa di Loreto e B. Anna Katharina von Emmerick

MARIOLOGIA: la Santa Casa di Loreto nelle visioni della beata Anna Katharina Emmerick

TraslazioneSantaCasaNel caso della Beata Caterina Emmerich si può dire che, ancora di più che della rivelazione di Santa Caterina da Bologna, l’autenticità e veridicità delle sue “rivelazioni” e “visioni” avute (oltre che dal riscontro oggettivo fatto nella realtà), sono state avallate in modo straordinario proprio da Dio stesso, con il “miracolo vivente” della sua “sussistenza miracolosa” mediante il solo “nutrimento” della sola Comunione con Gesù Eucaristia. Non può perciò ella aver ingannato nessuno, se Dio stesso ne comprovava la veridicità di quanto affermava con il “miracolo vivente” che la sua vita stessa costituiva presso i suoi contemporanei.

In proposito, Gesù stesso dice nel Vangelo (e ciò forse non vale anche per i suoi Santi?…): “Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere…” (Gv.10,37-38). E anche “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c’è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace” (Gv.5,31-32). E ancora: “Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza; chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero” (Gv.3,32-33).

A riguardo della Santa Casa di Loreto, la Beata Caterina Emmerich – per anni immobile nel letto – la descrive con esattezza, pur senza averla mai vista, dichiarando che ivi avvenne l’Annunciazione dell’Angelo a Maria; e afferma anch’ella che la Santa Casa fu portata via da Nazareth proprio dagli “angeli” (quelli “veri”, quelli “spirituali”), e proprio “in volo”, e affermando risolutamente (e testualmente): “Le pareti della Santa Casa di Loreto sono assolutamente le stesse di Nazareth” (cfr. “Le Rivelazioni di Caterina Emmerick”, ed. Cantagalli, Siena, 1968, I°, p.140).

Questa è la descrizione del “trasporto angelico” della Santa Casa come avuto “in visione” dalla Beata: “Ho visto spesso, in visione, la traslazione della Santa Casa di Loreto. (…) Ho visto la Santa Casa trasportata sopra il mare da sette angeli. Non aveva alcun fondamento (…). Tre angeli la tenevano da una parte e tre dall’altra; il settimo si librava di fronte: una lunga scia di luce sopra di lui (…)” (Beata Caterina Emmerick, “Vita di Gesù Cristo e rivelazioni bibliche”, cap. IV, par.2°).

 La Beata Caterina Emmerich, nel testo sopra riportato, “rivela” persino il numero degli angeli deputati da Dio a questo “miracoloso trasporto”: esattamente sette angeli. Forse che “episodi” simili non si leggono anche nella Sacra Scrittura? (cfr. Es.14,19; Es.23,20-23; Tobia 8,3; Dan.14,33-36; e tanti altri)… Forse che Dio non può far fare dagli angeli, nel Nuovo Testamento, quanto faceva a loro fare nel Vecchio Testamento? (cfr. anche At.8,39-40)… Non c’è anche scritto nel Salmo (90,12), a riguardo degli angeli: “Sulle loro mani ti porteranno…”?

Fonte: La voce cattolica

[Consiglio di leggere le visioni sulla Passione di nostro Signore di Katharina Emmerick, sono la mia lettura della S. Quaresima, che troverete anche in internet da scaricare gratuitamente]

Caterina63
00mercoledì 3 settembre 2014 12:06

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SANTA CASA: il breve pontificio “Felix Nazarethana” di Papa Leone XIII per una più sentita devozione all’“abitazione terrena della Sacra Famiglia”

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[…] il Pontefice ricorda i fasti legati all’edificio dove «Il Verbo fu fatto carne»; elogia quanti si adoperano per restituire alla Basilica il suo antico splendore, e concede indulgenza e remissione dei peccati, in forma di Giubileo, ai fedeli che entro un periodo determinato eseguiranno le prescritte opere di pietà.

Il Papa Leone XIII. A tutti i cristiani che leggeranno questa Lettera, salute e Apostolica Benedizione. 

La fortunata casa di Nazareth nella quale, mentre l”Angelo porgeva il saluto alla prescelta Madre di Dio, «il Verbo si è fatto carne», è giustamente considerata e venerata fra i più sacri monumenti della fede cristiana, come documentano i molteplici diplomi, atti, doni e privilegi dei Nostri Predecessori. Questa casa, come narrano i fasti della Chiesa, non appena fu prodigiosamente trasportata in Italia, nel Piceno, per un atto di suprema benevolenza divina, ci fu aperta al culto sui colli di Loreto, attirò immediatamente su di sé le pie aspirazioni e la fervida devozione di tutti, e le mantenne vive nel corso dei secoli. 

È il caso di ricordare i numerosi e splendidi pellegrinaggi che da ogni luogo vi si dirigono: la sontuosa Basilica sorta in quel luogo, resa insigne dalla bellezza delle opere d’arte e dal decoro del culto; la nuova città sorta tutt’intorno come un’altra Nazareth, e cresciuta sotto la protezione della Vergine. Accrebbero inoltre il carattere sacro del luogo e alimentarono la fiducia dei visitatori i molteplici e segnalati benefici, pubblici e privati, che da quel luogo si sono riversati, come da una fonte perenne, e per mezzo dei quali Dio volle a tal punto esaltare l’invocato nome di Maria da dare compimento, in questo luogo, a quella famosa profezia: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata». L’intramontabile riconoscenza di questi benefici, rivelata con attestati di continuo amore dai potenti e dagli umili, può essere vista, con gioia come una bellissima corona di gloria che ogni giorno fiorisce sul suo capo.

A Noi che in altri tempi, mentre sostavamo devotamente in questa santa Casa, abbiamo sperimentato i benefici della Madre divina, giunge assai gradito che, particolarmente per l”iniziativa e il lodevole zelo del Venerabile Fratello Vescovo di Recanati e di Loreto, sia stato suscitato negli animi il diffuso proposito di preparare una straordinaria solennità per il prossimo dicembre, mese in cui giunge al termine il sesto centenario da quando tale tesoro fu felicemente deposto in seno alla Chiesa. Ci sono ben noti i progetti e le opere a cui si è posto mano; essi già si trovano, per una munifica gara di emulazione, ad uno stadio di avanzata realizzazione, al fine di restituire alla Basilica il suo antico splendore e di renderla ancora più sontuosa. Mentre indirizziamo la meritata lode per queste opere e per i loro promotori, cogliamo l”occasione per stimolare una più sentita devozione dei fedeli per l’abitazione terrena della Sacra Famiglia e per i misteri che in essa si compirono.

Comprendano tutti, e in primo luogo gli Italiani, quale particolare dono sia quello concesso da Dio che, con tanta provvidenza, ha sottratto la Casa ad un indegno potere e con significativo atto d’amore l’ha offerta ad essi. Infatti in quella beatissima dimora venne sancito l’inizio della salvezza umana, con il grande e prodigioso mistero di Dio fatto uomo, che riconcilia l’umanità perduta con il Padre e rinnova tutte le cose. E la materna sollecitudine della Chiesa ci invita a venerare tre volte al giorno questo mistero di infinita bontà e di gioia.

Nella povertà di quella abitazione fiorirono gli esempi di vita domestica e coniugale, motivo di meraviglia per gli Angeli, alla cui imitazione Noi stessi, con insistenza, abbiamo cercato di richiamare e di uniformare tutte le famiglie, anche tramite un’Associazione istituita con tale finalità. Da quella stessa angusta, sacra dimora si riversarono nella Chiesa l’abbondanza della grazia divina e la forza della santità. Nello stesso luogo un gran numero di Santi sentì ardere, per la prima volta, il desiderio delle più alte virtù o trovò un incitamento alla perfezione.

Ciò che per i nostri antenati, animati da profonda religiosità, costituì un vanto ed un conforto della fede, sprone e manifestazione di pietà, un mezzo efficace per implorare la misericordia divina, resti tale anche ai nostri giorni, proprio perché, a causa dei mutamenti e degli sconvolgimenti della società, non è possibile cercare un punto fermo di riferimento e un sollievo se non nella religione.

In occasione delle sacre ricorrenze centenarie di Loreto, che cadono in un momento opportuno, tutti i fedeli, assecondando la loro pietà e le Nostre esortazioni, si propongano di dare testimonianza, in tutti i modi possibili, della loro gioiosa riconoscenza e della loro somma speranza in Cristo Signore, nella sua Santissima Madre e nel suo provvidentissimo Custode. É assolutamente giusto che gli Italiani precedano in questo ogni altro popolo. Trovino risposta alle loro attese, in modo tale che ciascuno, per la sua devozione, ottenga, per sé e per i suoi, speciali benefici e, ciò che è sommamente auspicabile, li ottenga per la Chiesa, combattuta dalle avversità dei tempi.

Anche per questo motivo e in considerazione della solenne circostanza, abbiamo ritenuto opportuno accogliere la richiesta dello stesso Venerabile Fratello perché, al beneficio della sacra indulgenza, aggiungessimo in questo solenne centenario un dono straordinario.

Facendo dunque assegnamento sulla misericordia di Dio Onnipotente, con l’autorità dei Beati Apostoli Pietro e Paolo, fermi restando i privilegi e le concessioni accordati dai Nostri Predecessori alla Basilica Lauretana, Noi concediamo piena indulgenza e remissione di tutti i peccati, come avviene nel Giubileo, a quei fedeli che, nell’arco di tempo che intercorre tra la prima domenica del sacro Avvento del corrente anno, fino alla domenica della Santissima Trinità dell’anno venturo, avranno ottemperato alle disposizioni di seguito elencate. Visiteranno tre volte la Basilica Lauretana, in tre giorni distinti o nello spazio dello stesso giorno e, sostandovi per un certo tempo, eleveranno a Dio devote preghiere, secondo la Nostra intenzione, per la libertà e l’esaltazione della Santa Madre Chiesa, per la pace e l’unità del popolo cristiano e per la conversione dei peccatori; osserveranno un giorno di digiuno, in aggiunta a quelli consacrati dal precetto della Chiesa, nutrendosi solamente con cibi di magro; riceveranno il santissimo Sacramento dell’Eucarestia dopo essersi confessati secondo le dovute disposizioni, e faranno un’offerta, a titolo di elemosina, in favore di un’opera pia. Concediamo pure che questa indulgenza possa essere applicata a suffragio di quelle anime che hanno lasciato questo mondo unite a Dio nella carità.

Agli abitanti delle due diocesi di Loreto e di Recanati, chiunque essi siano, che per un giusto motivo non fossero in grado di eseguire le opere prescritte, o una parte di esse, concediamo che le medesime possano essere commutate dai Confessori in altre opere di pietà. A coloro che giungeranno in pellegrinaggio, con provenienza da territori esterni alle due diocesi, permettiamo di sostituire il digiuno prescritto con il pellegrinaggio stesso.

Diamo anche ai Confessori la facoltà di dispensare dalla Comunione i fanciulli che non siano ancora stati ammessi alla medesima. Confermiamo inoltre a tutti i Confessori regolarmente approvati, esclusivamente entro i territori delle due diocesi e per la durata del Giubileo, allo scopo di permettere di lucrarne i frutti, tutte le facoltà concesse con la Lettera Apostolica « Pontefices Maximi›› del 15 febbraio 1879, eccettuate naturalmente tutte quelle che nella stessa Lettera venivano escluse.

Concediamo infine, a spirituale vantaggio di tutti i fedeli e per lo spazio di tempo già definito, l”indulgenza di sette anni, una volta al giorno, a quanti devotamente avranno recitato le Litanie Lauretane, e quella plenaria a coloro che le avranno recitate ogni giorno per un mese, sempreché si siano debitamente confessati, nutriti con la santa Comunione e abbiamo adempiuto le rimanenti consuete disposizioni. Viene pure concesso che queste stesse indulgenze possano essere applicate a suffragio delle anime condannate al fuoco del purgatorio.

Decretiamo poi che alle copie, anche stampate, della presente Lettera, sottoscritte da un pubblico notaio e munite del sigillo di persona insignita di dignità ecclesiastica, sia riconosciuto lo stesso valore che deve essere attribuito all’originale se fosse esibito.

Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l’anello del Pescatore, il 23 gennaio 1894, sedicesimo anno del Nostro Pontificato.

Tratto da: “Tutte le Encicliche e i principali documenti pontifici emanati dal 1740 – 250 anni di storia visti dalla Santa Sede” – Volume VI, parte seconda, pagg. 100-102 – di Ugo Bellocchi per LEV Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano



  


Caterina63
00sabato 28 novembre 2015 20:50
Cari Amici, il 10 dicembre veneriamo la Madonna di Loreto e ricordiamo la prodigiosa traslazione della Santa Casa di Nazareth. Per quanto le discussioni siano sempre accese sul fronte di quanti vorrebbero che la traslazione non sia stata prodigiosa, a noi piace invece pensarla come molti Santi ai quali è stato rivelato il prodigio.

Non dobbiamo dimenticare che ciò che ha fatto grande questa devozione è Maria stessa che in quel luogo santo continua a fare prodigi di conversione ed è sempre fonte di inesauribili grazie. Affidiamoci a Maria Santissima e siamo grati per il dono nel suolo italiano della Sua Santa Casa che, al di là del come sia avvenuta la traslazione, è comunque l'autentica abitazione di Nazareth, così come è confermato anche dai recenti studi archeologici.

E allora..... cominciamo bene questo Tempo di Avvento, in questa Santa Casa la Vergine Santa ricevette l'Annuncio, ma qui crebbe anche il Divino Bambino..... [SM=g1740738]

gloria.tv/media/fxAQNvjaDSk

www.youtube.com/watch?v=n9jTAtgCzpQ

Movimento Domenicano del Rosario






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