MEDITARE I MISTERI DEL ROSARIO

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Caterina63
00mercoledì 18 marzo 2015 22:51

  Misteri della gioia


L’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria


La visita di Maria alla cugina Elisabetta


La nascita di Gesù a Betlemme


Gesù presentato al Tempio di Gerusalemme


Il ritrovamento di Gesù fra i dottori della Legge nel Tempio




 



Presentazione

Dopo la pubblicazione della serie di inserti sulle Litanie Lauretane, iniziamo – da questo numero – la pubblicazione di riproduzioni di quadri sui Misteri del Rosario, per celebrare così l’"Anno del Rosario" e, insieme, l’"Anno Alberioniano" (dal 4 aprile 2003 al 4 aprile 2004), in onore del neo Beato Don Giacomo Alberione, fondatore della rivista "Madre di Dio" e grande devoto di Maria, "Regina degli Apostoli" e "Madre dell’umanità".

La riproduzione delle incisioni dei singoli Misteri, con la bellezza dei particolari decorativi che le illustrano, i passi del Vangelo che li enunciano e i brevi spunti di riflessione che li commentano costituiscono – insieme con la raccolta delle Litanie lauretane – un’altra ideale pinacoteca marianada conservare nella propria casa tra le cose più care.

Il Santo Rosario, con le sue 150 ‘Ave, Maria’ distribuite nella sinfonia dei 20 Misteri, viene a ragione chiamato il "salterio della lode alla Vergine Maria". Rievocando tutto ciò che Papa Giovanni Paolo II scrive nella Lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae", vogliamo così aggiungere un contributo di arte e di fede a questa preghiera mariana universale che – dai Monasteri alle Comunità religiose, dalle corsie degli Ospedali alle Parrocchie e alle famiglie cristiane di tutto il mondo – si eleva al Cielo come espressione di pietà popolare, ma anche come efficace scuola di perfezione e itinerario per un cammino di santità.

Anche questa ‘pinacoteca mariana’ ci aiuterà a migliorare la nostra ‘recita’ del Rosario e a raccoglierne i frutti di grazia, accrescendone la dimensione di ‘preghiera contemplativa’ (cfr. RVM12); proprio perché, favorendo un silenzio meditativo, ci accompagnerà – secondo l’esplicito insegnamento di Papa Giovanni Paolo II (cfr. Ibid. 13-16) – a ricordare, imparare, supplicare, annunciare, contemplare Cristo Signore con Maria.
    

Misteri della gioia 

Dalla Lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" riportiamo la ‘presentazione’ dei cinque "Misteri della gioia", commentandoli poi brevemente, uno ad uno, nella 4ª pagina del quartino/inserto, contestualmente alla pubblicazione dei quadri che li illustrano.

"Il primo ciclo [dei misteri del Rosario], quello dei ‘misteri gaudiosi’, è effettivamente caratterizzato dalla gioia che irradia dall’evento dell’Incarnazione.

Ciò è evidente fin dall’Annunciazione, dove il saluto di Gabriele alla Vergine di Nazareth si riallaccia all’invito alla gioia messianica: "Rallegrati, Maria". A questo annuncio approda tutta la storia della salvezza; anzi, in certo modo, la storia stessa del mondo. Se infatti il disegno del Padre è di ricapitolare in Cristo tutte le cose (cfr. Ef 1, 10), è l’intero universo che in qualche modo è raggiunto dal divino favore con cui il Padre si china su Maria per renderla Madre del suo Figlio. A sua volta, tutta l’umanità è come racchiusa nel fiat con cui Ella prontamente corrisponde alla volontà di Dio.

All’insegna dell’esultanza è poi la scena dell’incontro con Elisabetta, dove la voce stessa di Maria e la presenza di Cristo nel suo grembo fanno "sussultare di gioia" Giovanni (cfr. Lc 1, 44). Soffusa di letizia è la scena di Betlemme, in cui la nascita di Bimbo divino, il Salvatore del mondo, è cantata dagli Angeli e annunciata ai pastori proprio come "una grande gioia" (cfr. Lc 2, 10).

Ma già i due ultimi misteri [gaudiosi], pur conservando il sapore della gioia, anticipano i segni del dramma. La presentazione al Tempio, infatti, mentre esprime la gioia della consacrazione e immerge nell’estasi il vecchio Simeone, registra anche la profezia del "segno di contraddizione" che il Bimbo sarà per Israele e della spada che trafiggerà l’anima della Madre (cfr. Lc 2, 34.35).

Gioioso e insieme drammatico è pure l’episodio di Gesù dodicenne al Tempio. Egli qui appare nella sua divina sapienza, mentre ascolta e interroga, e sostanzialmente nella veste di colui che ‘insegna’. La rivelazione del suo mistero di Figlio tutto dedito alle cose del Padre è annuncio di quella radicalità evangelica che pone in crisi anche i legami più cari dell’uomo, di fronte alle esigenze assolute del Regno. Gli stessi Giuseppe e Maria, trepidanti e angosciati, "non compresero le sue parole" (Lc 2, 50).

Meditare i misteri ‘gaudiosi’ significa così entrare nelle motivazioni ultime e nel significato profondo della gioia cristiana. Significa fissare lo sguardo sulla concretezza del mistero dell’Incarnazione e sull’oscuro preannuncio del mistero del dolore salvifico. Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il Cristianesimo è innanzitutto euanghélion, ‘buona notizia’, che ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo" (RVM, n. 20).
   

1. - Nel primo mistero della gioia si contempla

l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria

L’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria.
L’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria
. 
Il pittore del quadro dell’Annunciazione riprodotto è Martin De Vos (Anversa, 1531-1603); 
l’incisore è Johan Sadeler (Bruxelles 1550 – Venezia 1600).

Dal Vangelo secondo Luca

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo" (Lc 1, 26-32).

Brevi spunti di riflessione

  1. L’angelo Gabriele porta un saluto e reca un annuncio da parte di Dio. L’annuncio riguarda Maria e, insieme, l’umanità intera: Dio entra come uomo nella nostra storia. E la Vergine Maria – trasfigurata dall’incarnazione del Figlio di Dio, nella pienezza di grazia dello Spirito Santo – entra nella storia divina e umana del Salvatore del mondo.

  2. Maria dice il suo "sì", perché Dio vuole interlocutori liberi: si fida e si affida. Così la Vergine–Madre dell’Altissimo accoglie il ‘Dio con noi’, ratificando con il suo "sì" quell’alleanza nuova ed eterna che Dio vuole stringere con l’uomo.

  3. Nella maternità dell’uomo-Dio la Vergine Maria diventa pure "madre dell’umanità", secondo l’insegnamento di diversi Padri della Chiesa, teologi, Santi e Sommi Pontefici: San Pio X, ad esempio, ha usato al riguardo un’espressione scultorea: "Gestando Christum, [Maria]gestavit et nos" – "Portando nel suo grembo Cristo, [Maria] ha portato anche noi" (cfr. Enc."Ad diem illum").
        

2. - Nel secondo mistero della gioia si contempla

la visita di Maria alla cugina Elisabetta

La visita di Maria alla cugina Elisabetta.
La visita di Maria alla cugina Elisabetta
Il pittore del quadro della Visitazione riprodotto è Martin De Vos (Anversa, 1531-1603); 
l’incisore è Johan Sadeler (Bruxelles 1550 – Venezia 1600).

Dal Vangelo secondo Luca

Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore". Allora Maria disse: "L’anima mia magnifica il Signore…"(Lc 1, 39-46).

Brevi spunti di riflessione

  1.  Maria si mette in viaggio, salendo dalla Galilea verso la regione l’ha rallegrata con il saluto dell’Angelo, e ora questa gioia è comunicata ad montuosa di Ain Karim. Dio l’ha visitata, e ora è lei che si reca in visita; Dio altri. È l’Arca dell’Alleanza giacché porta in sé il Salvatore. La sua presenza, d’ora in poi, sarà fonte di gioia per chiunque (cfr. v. 44).

  2. Maria ed Elisabetta si incontrano: due donne, due madri benedette da Dio. Elisabetta è simbolo dell’Antico Testamento che attende la redenzione d’Israele e ora vede in Maria la realizzazione delle promesse di Jaweh; Maria è la capostipite del popolo di "beati" del Nuovo Testamento poiché attende il Signore e, a differenza di Zaccaria, è "colei che ha creduto"(cfr. v. 45).

  3. Questo è il mistero del Magnificat: Maria canta le lodi del Signore (cfr. vv. 46-55), a nome suo, d’Israele, della Chiesa, dell’umanità. Dio ha operato in lei "cose grandi" e ha mostrato, al tempo stesso, che è davvero grande la sua misericordia verso di noi. In Maria, infatti, Dio"ha visitato e redento il suo popolo" e continua a visitarci con la sua grazia.
       

3. - Nel terzo mistero della gioia si contempla

la nascita di Gesù a Betlemme.

La nascita di Gesù a Betlemme.
La nascita di Gesù a Betlemme
Il pittore è Abraham Bloemaert (Gorcum, Olanda 1564 – Utrech, 1657);
l’incisore è Boetius Adams Bloswert (Bloswart, Frisia c.1580 - Anversa 1633).

Dal Vangelo secondo Luca

C’erano nella regione alcuni pastori che vegliavano di notte, facendo la guardia al loro gregge. Un Angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’Angelo disse loro: "Non temete, ecco: vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2, 8-12).

Brevi spunti di riflessione

  1. Nel cuore della Notte Santa, nel profondo silenzio delle cose, mentre nella campagna di Betlemme i pastori vegliano accanto alle loro greggi, Maria – nell’umile, povera capanna – dà alla luce il Verbo di Dio, Parola fatta carne. Si aprono i Cieli sulla terra, e una schiera di Angeli in festa annunzia pace a tutti gli uomini, amati da Dio. E gli umili pastori hanno il privilegio di essere i primi ad andare ad adorare il Bambino, pieni di gioia.

  2. Maria Madre di Dio è la Madonna del Natale, la donna del primo sguardo dell'uomo sul Dio fatto uomo, accarezzato con occhi trasparenti di tenerezza materna e di santità. Santa Dei Genitrix, fa' che contempliamo anche noi con sguardo di fede e di amore il tuo figlio, il Verbo fattosi uomo, il Bambino Gesù dei nostri Presepi!

  3. L’incarnazione è una realtà che supera ogni comprensione. Maria stessa "conserva, meditandoli nel suo cuore" (cfr. Lc 2, 19) fatti e parole, poiché ciò che ha visto e udito è troppo grande, anche per lei. Di fronte al mistero dell’Incarnazione si resta in adorazione, meditando sul senso della presenza della Chiesa nel mondo, mistero della continua incarnazione del Figlio di Dio nel tempo.
       

4. - Nel quarto mistero della gioia si contempla

Gesù presentato al Tempio di Gerusalemme

Gesù presentato al Tempio di Gerusalemme.
Gesù presentato al Tempio di Gerusalemme
Pittore e incisore è Cesare Bassano (Milano 1884 – ).

Dal Vangelo secondo Luca

Quando venne il tempo della purificazione secondo la Legge di Mosè, i genitori di Gesù portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore […]. Ora, a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele […]. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al Tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio (Lc 2, 22-28).

Brevi spunti di riflessione

  1. Nel doppio oracolo del vecchio Simeone abbiamo una rappresentazione profetica di Cristo e di sua Madre: il mistero della Presentazione di Gesù al Tempio e della Purificazione di Maria è anche, nella 'spada del dolore', la duplice offerta: la Madre che offre il Figlio al Padre e, insieme, il Figlio che offre Maria come Madre, secondo l'economia nuova della Croce di salvezza.

  2. In effetti, le parole da Simeone rivolte alla Madre di Gesù: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione […]. E anche a te una spada trafiggerà l’anima" (Lc 2, 34.35), rimandano al Calvario. Su quel monte Maria vivrà un’altrapresentazione: quella di Gesù al Padre. E la Croce trafiggerà l’anima di Maria: sul Calvario avrà compimento il suo parto doloroso dell’umanità.

  3. Ma il mistero della Presentazione del Signore è anche proclamazione del canto di Simeone, il"Nunc dimittis". È, perciò, pure una festa da dedicare – oltre che alle anime consacrate ‘nel Tempio’ – a tutte le persone anziane, che nell'interno della comunità ecclesiale costituiscono certamente la categoria di persone più fedeli, quelle che sono più attente alla voce dello Spirito, proprio sul modello dei due personaggi celebri che incontriamo in questa pagina di Vangelo: Simeone e Anna (cfr. Lc 2,25-38).
       

5. - Nel quinto mistero della gioia si contempla

il ritrovamento di Gesù fra i dottori della Legge nel Tempio

Il ritrovamento di Gesù fra i dottori della Legge nel Tempio.
Il ritrovamento di Gesù fra i dottori della Legge nel Tempio
Il pittore Martin De Vos (Anversa, circa 1531-1603);
l’incisore è Philippe Thomassin (Troyes, Francia 1536-1606).

Dal Vangelo secondo Luca

Dopo tre giorni, Maria e Giuseppe trovarono Gesù nel Tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava re li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo". Ed egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". Ma essi non compresero le sue parole (Lc 2, 46-50).

Brevi spunti di riflessione

  1. Gesù si perde tra la folla venuta per la festa di Pasqua a Gerusalemme. È un episodio increscioso, umanamente parlando; non per nulla Maria e Giuseppe sono angosciati. Quando finalmente lo ritrovano, li aspetta un’angoscia anche più grande, perché alla domanda inquieta della madre: "Figlio, perché ci hai fatto questo?", Gesù risponde in modo per loro totalmente incomprensibile: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo attendere a ciò che riguarda il Padre mio?" (cfr. Lc 2, 46-49).

  2. In effetti, avviene che nell’intima unione fra Madre e Figlio penetra una forza che alla Vergine Maria porta via il fanciullo: la potenza del Padre. Come ciò sia penoso per lei e per Giuseppe, e quanto sia grande la tristezza che sconvolge il loro cuore ce lo dice la frase categorica del Vangelo che segue: "Ma essi non compresero la sua risposta" (Lc 2, 50).

  3. È il mistero che si ripete spiritualmente nella vita d’ogni credente: Cristo ci appartiene; ne siamo sicuri per fede e, amandolo, ci sentiamo partecipi della sua vita. Ma può capitare che per noi lui sparisca, talvolta in modo improvviso e senza una ragione evidente. Così si stabilisce una distanza, si forma un vuoto: la nostra anima si sente abbandonata, la fede ci sembra pazzia; tutto diventa difficile, faticoso, privo di senso. È il momento di tener viva la speranza ‘contro ogni speranza’, fino a quando lo ritroveremo.


 

 

Caterina63
00mercoledì 18 marzo 2015 22:53

  Misteri del dolore

L’agonia di Gesù nel Getsemani

La flagellazione di Gesù

L'incoronazione di spine di Gesù

La Via Crucis

La crocifissione e morte di Gesù

 
 

Misteri del dolore

Dalla Lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" riportiamo la ‘presentazione’ dei cinque "Misteri del dolore", commentandoli poi brevemente, uno ad uno, contestualmente alla pubblicazione dei quadri che li illustrano.
   

"Ai misteri del dolore di Cristo i Vangeli danno grande rilievo. Da sempre la pietà cristiana, specialmente nella Quaresima, attraverso la pratica della Via Crucis, si è soffermata sui singoli momenti dalla Passione, intuendo che è qui il culmine della rivelazione dell’amore ed è qui la sorgente della nostra salvezza. Il Rosario sceglie alcuni momenti della Passione, inducendo l’orante a fissarvi lo sguardo del cuore e a riviverli.

Il percorso meditativo si apre col Getsemani, lì dove Cristo vive un momento particolarmente angoscioso di fronte alla volontà del Padre, alla quale la debolezza della carne sarebbe tentata di ribellarsi. Lì Cristo si pone nel luogo di tutte le tentazioni dell’umanità, e di fronte a tutti i peccati dell’umanità, per dire al Padre: "Non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22, 42 e par).

Questo suo ‘sì’ ribalta il ‘no’ dei progenitori dell’Eden. E quanto questa adesione alla volontà del Padre debba costargli emerge dai misteri seguenti, nei quali – con la flagellazione, la coronazione di spine, la salita al Calvario, la morte in Croce –, Egli è gettato nella più grande abiezione: Ecce homo!

In questa abiezione è rivelato non soltanto l’amore di Dio, ma il senso stesso dell’uomo. Ecce homo: chi vuol conoscere l’uomo, deve saperne riconoscere il senso, la radice e il compimento in Cristo, Dio che si abbassa per amore "fino alla morte, e alla morte di Croce" (Fil 2, 8).

I misteri del dolore portano i credenti a rivivere la morte di Gesù ponendosi sotto la Croce accanto a Maria, per penetrare con Lei nell’abisso dell’amore di Dio per l’uomo e sentirne tutta la forza rigeneratrice" (RVM, n. 22).

I Misteri dolorosi sono compenetrati potentemente della serietà del mistero della colpa e del dolore umano.

Ecco, allora, per la redenzione del mondo l’ora del Getsemani: è a causa dei peccati degli uomini che il Figlio di Dio soffre l’orrore di quest’ora, sudando sangue.

Ecco la flagellazione, un avvenimento di tremenda durezza e sofferenza che rivela anche le intenzioni degli oppositori di Gesù: l’atto originario dell’odio contro la vita e la sensibilità dell’odiato; e l’odio contro Dio si manifesta con questi colpi che lacerano la carne del Redentore.

Ecco l’incoronazione di spine: e in quest’evento lo spregio si rivolge contro la testa del Signore che porta invisibilmente la corona del "Re dei re". Tutto lo scherno del mondo si accumula in quest’ora per distruggere la dignità di Dio e con essa anche la dignità dell’uomo che da Lui deriva.

Ecco che Gesù porta la sua croce, avviandosi verso il luogo detto del Golgota" (Gv 19,17): così, tutto quel che ci pesa nella nostra esistenza raggiunge nella sofferenza del Cristo il massimo del suo orrore; e di tutto Gesù si fa carico, prendendo su di sé le nostre croci.

Infine, ecco l’ultimo Mistero, Gesù muore in Croce pronunciando le parole: "Tutto è compiuto!" (Gv 19,30). Quello che accade in questo momento ha il suo preludio nella creazione del mondo: allora tutto è venuto all’essere, poi il peccato ha portato ogni cosa in perdizione; ora il Signore riprende tutto su di sé, soffrendo dolori che Lui solo conosce, facendo raggiungere l’ultima profondità della grazia e dischiudendola per noi.

In questi avvenimenti dov’è Maria? La scrittura la nomina solo alla fine del suo racconto della Passione di Gesù, quando è detto di Lei che "stava sotto la Croce" (Gv 19,25). Ma questa parola vale anche per quanto precede: Maria di Nazareth è rimasta sempre "sotto la Croce" non si è mai allontanata dalla zona santa e terrificante della Passione di Cristo.

Ed è Lei che ci avvicina alla Passio Christi, associandosi alla sua perenne "compassio Matris".


   

1. - Nel primo mistero del dolore si contempla: 

l’agonia di Gesù nel Getsemani.

L’agonia di Gesù nel Getsemani.
L’agonia di Gesù nel Getsemani
Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Gustave Doré (Salisburgo 1832 – Parigi 1883)

Dal Vangelo secondo Matteo. 

Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani, e disse ai suoi discepoli: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". E, avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però, sia fatto non come voglio io, ma come vuoi tu!". Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: "Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole" (Mt 26, 36.38-41).
   

Brevi spunti di riflessione

  1. I tre evangelisti sinottici narrano l’evento del Getsemani (cfr. Mt 26, 36-46; Mc 14, 32-42; Lc 22, 39-46), ognuno arricchendolo di particolari annotazioni drammatiche. In tutti e tre è detto come Gesù sia tentato di rifiutare la prova terribile e umiliante della Croce; ma Gesù lotta (= agonizza) nella preghiera per accettare la volontà del Padre. L’aiuto divino che egli riceve – Luca scrive che "gli apparve un Angelo dal cielo a confortarlo" (22, 43) – non attenua in nulla la tragedia del momento: e questo passo lucano resta uno dei grandi testi della desolazione dell’uomo davanti al proprio destino.

  2. La lezione del Getsemani rimane l’invito insistente di Gesù ai suoi discepoli a pregare per non soccombere alla prova, quando questa sembra sommergere tutto: "Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione" (Mt 26, 41).

  3. L’ora del Getsemani è di una ricchezza inesauribile. Ognuno deve trarne tutto ciò di cui il suo cuore è capace. La Scrittura afferma che Gesù "in preda all’angoscia, pregava ancora più intensamente; e il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano per terra" (Lc 22, 44). Il turbamento di Gesù dinanzi al peccato non è solamente in riferimento al dolore e alla morte come tali, ma per il fatto che doveva aver luogo quale espiazione del peccato. Egli ne assume tutto il peso e se ne fa garante.
       

2. - Nel secondo mistero del dolore si contempla: 

la flagellazione di Gesù.

La flagellazione di Gesù.
La flagellazione di Gesù
Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Gustave Doré (Salisburgo 1832 – Parigi 1883).

 Dal Vangelo secondo Marco.

I sommi sacerdoti sobillarono la folla perché Pilato rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò:"Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?". Ed essi di nuovo gridarono:"Crocifiggilo!". Ma Pilato diceva loro: "Che male ha fatto?". Allora essi gridarono più forte:"Crocifiggilo!". E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mc 15, 11-15).
    

Brevi spunti di riflessione

  1. "Allora Pilato prese Gesù e lo fece flagellare" (Gv 19,1). La flagellazione è un avvenimento di tremenda durezza e sofferenza, essa rivela anche le intenzioni degli oppositori di Gesù: l’atto originario dell’odio contro la vita e la sensibilità dell’odiato. L’odio contro Dio si manifesta con questi colpi che lacerano la carne del Redentore. Il suo corpo deve diventare dolore, la sua santa vita deve essere distrutta.
  2. Ed è proprio un peccato speciale che si volge contro Gesù, quello dei sensi, o meglio: della sensibilità della carne. Il desiderio si trasforma per il Signore in sofferenza. Essere cristiano non significa disprezzare o distruggere il corpo, bensì deporre la cecità e imparare a vedere il male che opera nella natura; condurre la lotta per la purezza del corpo e del cuore, accogliendo lo stesso dolore corporale come mezzo di purificazione.
  3. Secondo i Vangeli, Gesù è il servo sofferente. È veramente quell’uomo sfigurato e umiliato che si fa carico dei peccati dell’umanità, proprio perché di fronte al peccato propone la terapia più radicale: il dolore e la morte del Figlio di Dio, poiché "colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, affinché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio" (2 Cor 5, 21).
       

 Nel terzo mistero del dolore si contempla

l’incoronazione di spine di Gesù.

L’incoronazione di spine di Gesù.
L’incoronazione di spine di Gesù
. 
Pittore del quadro riprodotto è Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1477 – Venezia 1576)
Incisore è Luigi Scaramuccia (Perugia 1616 – Milano 1680)

Dal Vangelo secondo Matteo

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e convocarono intorno a lui tutta la coorte. Spogliatolo, gli gettarono addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi, mentre gli si inginocchiarono davanti, lo schernivano: ‘Salve, re dei Giudei!’ "(Mt 27, 27-29).
  

Brevi spunti di riflessione

  • L’affermazione centrale è questa: Gesù è re, anche se così viene salutato per scherno. I suoi ‘sudditi’ sono dei carnefici che gli sputano addosso e dispongono liberamente di lui, mentre di solito sono i sovrani che dispongono dei loro sudditi. È un altro dei paradossi della Passione di Gesù.
  • Gesù, re dell’universo, viene coronato di spine; è fatto oggetto di disprezzo e di derisione. Egli accetta l’umiliazione e la nobilita, affinché non ci sentiamo schiacciati quando vi incorriamo.
  • Tanta gente non sa quanto vale un uomo: così si continua a moltiplicare le corone di spine da mettere sul capo di milioni di uomini e donne, per colpire e umiliare… Quanta sofferenza nel corpo, e ancor più nello spirito di innocenti!
       

4 – Nel quarto mistero del dolore si contempla:

Gesù che sale al Calvario sotto il peso della Croce.

La Via Crucis.
La Via Crucis
Pittore del quadro riprodotto è Jan Van der Smet (Bruges 1523 – Firenze 1605)
Incisore è Jan Collaert (1545 – 1620)

Dal Vangelo secondo Matteo

Dopo averlo così schernito, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su di sé la croce di lui" (Mt 27, 31-32).
   

Brevi spunti di riflessione

  • Gesù è estenuato, non riesce a portare la Croce. Simone, il Cireneo, è costretto ad aiutarlo, ma non è né un eroe né un martire; è solo l’icona di tante persone che, loro malgrado, si trovano ad affrontare prove difficili, sofferenza e persino la morte. A noi tocca, comunque, accettare la parte di ‘Cirenei’, poiché avremo sempre anche noi una croce da portare, un Calvario su cui salire…

  • Fino al Calvario, è Simone di Cirene che aiuta il Signore a portare la croce; qui, nelle ‘Viae Crucis’ della nostra esistenza, sul Calvario di ogni giorno, è Gesù il nostro ‘Cireneo’.

  1. Secondo la narrazione lucana, Gesù rivolge alle donne che incontra salendo al Calvario l’invito a "non piangere su di lui, ma su se stesse e sui loro figli" (cfr. Luc 23, 28). È un invito a riflettere sulle nostre miserie e sulle tante sofferenze inflitte all’uomo da altri uomini.
       

5 – Nel quinto mistero del dolore si contempla:

la crocifissione e morte di Gesù.

La crocifissione e morte di Gesù.
La crocifissione e morte di Gesù
Pittore del quadro riprodotto è Peter Rubens (Siegen 1577 – Anversa 1640)
Incisore è Luke Vorsterman (Bommel 1595 – Anversa 1675)

Dal Vangelo secondo Giovanni

Stavano presso la Croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa […]. Dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!". E, chinato il capo, spirò (Gv 19, 25-27. 30)
   

Brevi spunti di riflessione

  1. Dopo tre ore di straziante agonia, Gesù muore sulla Croce. Ha compiuto la sua missione: per questo è il vero Agnello di Dio immolato per l’umanità, vittima pura del nostro riscatto. Dall’albero della Croce rifiorisce la vita, il mondo è salvato.

  2. Il credente rivive la morte di Gesù ponendosi sotto la Croce accanto a Maria, per penetrare con lei nell’abisso dell’amore di Dio per l’uomo e sentirne tutta la forza rigeneratrice.

  3. Sotto la Croce di Gesù siamo diventati i figli della sofferenza di Maria, Corredentrice del genere umanoRegina dei Martiri. O Maria, insegnaci ad essere saldi nella fede e forti nella speranza, perché le nostre prove unite al dolore di Cristo tuo Figlio, si trasformino in strumento di redenzione!

 






Caterina63
00mercoledì 18 marzo 2015 22:56


Misteri della luce   

Il Battesimo di Gesù al fiume Giordano

L’auto-rivelazione di Gesù alle Nozze di Cana

l’annuncio del Regno di Dio e l’invito di Gesù alla conversione

la Trasfigurazione di Gesù sul Tabor

l’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena



 



Misteri della luce  

Dalla Lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" riportiamo la ‘presentazione’ dei cinque "Misteri della luce", commentandoli poi brevemente, uno ad uno, nella 4ª pagina del quartino/inserto, contestualmente alla pubblicazione dei quadri che li illustrano.

"Passando dall’infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, ‘misteri della luce’. In realtà, è tutto il mistero di Gesù che è luce. Egli è "la luce del mondo" (Gv 8, 12).

Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il Vangelo del Regno.

Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi – misteri ‘luminosi’ – di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati:

1. nel suo Battesimo al Giordano

2. nella sua auto-rivelazione alle Nozze di Cana

3. nell’annuncio del Regno di Dio con l’invito alla conversione

4. nella sua Trasfigurazione

5. e, infine, nell’istituzione dell’Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale.

Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù. È mistero di luce innanzitutto il Battesimo al Giordano. Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa ‘peccato’ per noi (cfr. 2 Cor 5, 21), nell’acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (cfr.Mt3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende.

Mistero di luce è l’inizio dei segni a Cana (cfr. Gv 2, 1-12), quando Cristo, cambiando l’acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all’intervento di Maria, la prima dei credenti.

Mistero di luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l’avvento del Regno di Dio e invita alla conversione (cfr.Mc 1,15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (cfr. Mc 2, 3-13; Lc 7, 47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della Riconciliazione affidato alla sua Chiesa (cfr. Gv 20, 22-23).

Mistero di luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul Monte Tabor. La gloria della Divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli Apostoli estasiati perché lo ascoltino (cfr. Lc 9, 35 e par) e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo.

Mistero di luce è, infine, l’istituzione dell’Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando "sino alla fine" il suo amore per l’umanità (Gv 13,1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio.

In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell’altro della predicazione di Gesù (cfr. Mc 3, 31; Gv 2,12) e nulla dicono di un’eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell’istituzione dell’Eucaristia. Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo.

La rivelazione, che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi: "Fate quello che vi dirà"(Gv 2, 5). È ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i ‘misteri della luce’" (RVM, n. 21).
   

1. - Nel primo mistero della luce si contempla:

il Battesimo di Gesù al fiume Giordano.

Gesù battezzato al fiume Giordano - Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Gustave Doré (Salisburgo 1832 – Parigi 1883).
Gesù battezzato al fiume Giordano
Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Gustave Doré (Salisburgo 1832 – Parigi 1883).

Dal Vangelo secondo Matteo. 

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?". Ma Gesù gli disse: "Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia". Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". (Mt 3, 13-17)

Brevi spunti di riflessione

  1. Il Battesimo al Giordano segna l’inizio della rivelazione di Gesù; non per nulla Marco fa iniziare da qui il ‘lieto annunzio’ del suo Vangelo. La novità sorprendente è il fatto che il Figlio di Dio si presenta dentro un popolo di peccatori, mettendosi in fila con loro. E comincia così la sua ‘discesa verso la morte’, simboleggiata dall’immersione nell’acqua battesimale. I cieli si aprono e si stabilisce la ‘comunicazione’ tra Cielo e terra: qui sulla terra è venuto Colui che raccoglie il grido degli uomini e lo presenta al Padre.

  2. Lo Spirito di Dio scende su Cristo: è l’Uomo nuovo, immagine visibile del Padre, Parola di Dio. Come in un prologo in Cielo, si decide il nuovo destino dell’umanità mediante Gesù, del quale è annunciata la missione: quella del Servo, strumento di Dio attraverso lo Spirito, quella del Figlio di Dio in cui si compie la riconciliazione dell’uomo (cfr. Isaia 42, 1s; 63, 19).

  3. Nell’anno liturgico, la festa del Battesimo del Signoreè fissata la domenica della luce: Gesù inizia il suo itinerario verso la Croce: "C’è un Battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato finché non sia compiuto!"(Lc 12, 50). Il formulario liturgico di questa festa consente un’approfondita catechesi sul dopo l’Epifania ed esprime il significato teologico-spirituale di questo mistero contenuto del mistero in relazione al Sacramento del Battesimo e alla missione profetica di ogni cristiano.
       

2. - Nel secondo mistero della luce si contempla:

l’auto-rivelazione di Gesù alle Nozze di Cana.

Gesù si auto-rivela alle Nozze di Cana - Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Gustave Doré (Salisburgo 1832 – Parigi 1883).
Gesù si auto-rivela alle Nozze di Cana
Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Gustave Doré (Salisburgo 1832 – Parigi 1883).

 Dal Vangelo secondo Giovanni.

Tre giorni dopo, vi fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora". La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà". Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: "Riempite d’ acqua le giare"; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: "Ora attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono". Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui". (Gv 2, 1-11)

Brevi spunti di riflessione

  1. Viene a mancare il vino ad una festa di nozze. Maria lo nota e lo fa presente a Gesù. In disparte ci sono sei idre di pietra, vuote: sono l’emblema di una religione vuota, pietrificata, che serve solo per la purificazione esteriore. Sono – secondo l’interpretazione di alcuni teologi esperti di mariologia – le "giare vuote" delle tante carenze del mondo d’oggi.

  2. Maria è l’Israele disponibile; è colei che denuncia la mancanza del vino, segno di tutte le povertà del mondo. Perciò manda i servitori da Gesù affinché lui operi il passaggio dal regìme della Legge antica alla libertà dei figli di Dio. Ancora e sempre, l’unica parola che Maria ha dire è questa: "Fate quello che lui vi dirà".

  3. Gesù fa riempire d’acqua le idre fino all’orlo e la muta in vino, dono inaspettato per gli sposi e per gli invitati. Il fatto è che Gesù rivela qui l’intervento gratuito di Dio nella storia. E la rivelazione è molto chiara: Gesù è lo sposo dell’umanità: se c’è lui, c’è vino e c’è gioia. Lui, infatti, inizia qui una relazione filiale – di Figlio del Padre – e sponsale. È l’inizio della sua ‘rivelazione’ ai discepoli che ora credono in lui; ma è Maria – "mediatrice di tutte le grazie"– a ottenere da Gesù questo miracolo che lo rivela ai discepoli e al mondo.

 

3 - Nel terzo mistero della luce si contempla:

l’annuncio del Regno di Dio e l’invito di Gesù alla conversione.

L’annuncio del Regno di Dio e l’invito di Gesù alla conversione.
L’annuncio del Regno di Dio e l’invito di Gesù alla conversione
Pittore e incisore del quadro riprodotto è Gustave Doré (Salisburgo 1832 – Parigi 1883)

Dal Vangelo secondo Marco

Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo" (Mc 1,14-15).

Brevi spunti di riflessione

  1. Gesù annuncia il Vangelo del regno di Dio, invitando al suo ascolto, premessa e invito alla conversione. La ‘buona notizia’ che egli comunica è semplice: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino"(Mc 1, 15); che è come dire: "Questo è il tempo (l’ultimo, il definitivo) in cui Dio interviene nella storia dell’uomo". "Perciò – prosegue – convertiti e credete al Vangelo"; che è come dire: "Fate spazio nella vostra vita a questa bella notizia".

  2. L’intervento di Dio nella storia degli uomini si presenta solo con gesti di benevolenza: guarigioni, perdono dei peccati, liberazione degli ossessi. Dobbiamo ben credere che Gesù, l’inviato del Padre, è sempre l’incarnazione vivente della misericordia di Dio, "dives in misericordia"(Ef 2, 4), come ci ricorda Giovanni Paolo II nella Lettera enciclica del 30 novembre 1980.

  3. Il cristiano annuncia l’avvento del regno di Dio in questo mondo tutte le volte che rende testimonianza alla sua fede con la vita e, soprattutto, con le opere di carità fraterna. E non solo limitandosi a pregare: "Venga il tuo regno".
       

4 - Nel quarto mistero della luce si contempla:

la Trasfigurazione di Gesù sul Tabor.

La Trasfigurazione di Gesù sul Tabor.
La Trasfigurazione di Gesù sul Tabor
Pittore e incisore del quadro riprodotto è Gustave Doré (Salisburgo 1832 – Parigi 1883

Dal Vangelo secondo Matteo

Gesù fu trasfigurato davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce […]. E dalla nube uscì una voce che diceva: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo!" (Mt 17, 1.2.5).

Brevi spunti di riflessione

  1. La Trasfigurazione, anticipo momentaneo della gloria del Risorto, è come una sosta nel cammino di Gesù verso la Passione e la Croce: il cristiano si dispone "a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo" (cfr. RVM, 21).

  2. "La Trasfigurazione non è solo rivelazione della gloria di Cristo, ma anche preparazione ad affrontarne la Croce. Essa implica un ‘ascendere al monte’ e un ‘discendere dal monte’: i discepoli, dopo avere goduto dell’intimità del Maestro, sono subito riportati alla realtà quotidiana, dove non vedono che "Gesù solo" nell’umiltà della natura umana" (cfr. VC, 14).

  3. Possiamo sperimentare questo ‘mistero della luce’ tutte le volte che troviamo – nella preghiera e nella riflessione – momenti o spazi di ‘contemplazione’ tra le occupazioni e preoccupazioni della vita quotidiana.
       

5 - Nel quinto mistero della luce si contempla:

l’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena. 

L’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena.
L’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena
Pittore e incisore del quadro riprodotto è Gustave Doré (Salisburgo 1832 – Parigi 1883)

Dal Vangelo secondo Matteo

Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo:"Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per le moltitudini, in remissione dei peccati" (Mt 26, 26-28).

Brevi spunti di riflessione

  1. "Mistero di luce è l’istituzione dell’Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo Corpo e il suo Sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando "sino alla fine" il suo amore per l’umanità (cfr Gv 13, 1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio" (cfr. RVM, 21).

  2. "Ogni impegno di santità, ogni azione tesa a realizzare la missione della Chiesa, ogni attuazione di piani pastorali deve trarre la necessaria forza dal Mistero eucaristico e ad esso si deve ordinare come al suo culmine… Se trascurassimo l’Eucaristia, come potremmo rimediare alla nostra indigenza?" (cfr. EdE, 60).

  3. "Il Signore Gesù che nell’Ultima Cena – insegna la stupenda preghiera del Congresso eucaristico nazionale di Siena del 1994 – ha strettamente congiunto il mistero della sua ineffabile presenza nel Sacramento dell’Altare al mandato di servire i fratelli", ci invita "a credere di più e ad amare di più, dando concretezza alla nostra fede".

 

 

Caterina63
00mercoledì 18 marzo 2015 23:02


  Misteri della gloria

La Risurrezione di Gesù Cristo

L'Ascensione di Gesù al cielo

La Pentecoste

L'Assunzione di Maria al cielo

L'incoronazione della Vergine Maria





 

 Misteri della gloria

Dalla Lettera apostolica " Rosarium Virginis Mariae" riportiamo la ‘presentazione’ dei cinque "Misteri della gloria", commentandoli poi brevemente, uno ad uno contestualmente alla pubblicazione dei quadri che li illustrano.

«La contemplazione del volto di Cristo non può fermarsi all’immagine di lui crocifisso. Egli è il Risorto!’ » ("Novo millennio ineunte, 28). Da sempre il Rosario esprime questa consapevolezza della fede, invitando il credente ad andare oltre il buio della Passione, per fissare lo sguardo sulla gloria di Cristo nella Risurrezione e nell’Ascensione.

Contemplando il Risorto, il cristiano riscopre le ragioni della propria fede ( cfr. 1Cor 15, 14), e rivive la gioia non soltanto di coloro ai quali Cristo si manifestò – gli Apostoli, la Maddalena, i discepoli di Emmaus –, ma anche la gioia di Maria, che dovette fare un’esperienza non meno intensa della nuova esistenza del Figlio glorificato. A questa gloria che, con l’Ascensione, pone il Cristo alla destra del Padre, ella stessa sarà sollevata con l’Assunzione, giungendo, per specialissimo privilegio, ad anticipare il destino riservato a tutti i giusti con la risurrezione della carne.

Coronata infine di gloria – come appare nell’ultimo mistero glorioso – ella rifulge quale Regina degli Angeli e dei Santi, anticipazione e vertice della condizione escatologica della Chiesa.

Al centro di questo percorso di gloria del Figlio e della Madre, il Rosario pone, nel terzo mistero glorioso, la Pentecoste, che mostra il volto della Chiesa quale famiglia riunita con Maria, ravvivata dall’effusione dello Spirito, pronta per la missione evangelizzatrice. La contemplazione di questo, come degli altri misteri gloriosi, deve portare i credenti a prendere coscienza sempre più viva della loro esistenza nuova in Cristo, all’interno della realtà della Chiesa, un’esistenza di cui la scena della Pentecoste costituisce la grande ‘icona’.

I misteri gloriosi alimentano così nei credenti la speranza della meta escatologica verso cui sono incamminati come membri del popolo di Dio pellegrinante nella storia. Ciò non può non spingerli a una coraggiosa testimonianza di quel ‘lieto annunzio’ che dà senso a tutta la loro esistenza" ( RVM, n. 23).

Quarta serie dei misteri del Rosario, questi della gloria riguardano il pieno compimento degli eventi della salvezza. Essi ci rivelano perciò lo splendore di gloria che si è levato dopo l’oscurità della morte di Gesù.

Così nel primo mistero contempliamo Gesù risorto. Paolo scrive nella Lettera ai Romani che "l’uomo vecchio" deve "essere crocifisso", morire ed essere sepolto con Cristo ( cfr Rm 6, 6), per potere "anche noi, come Cristo, camminare verso la nuova vita"( cfr. Rm 6, 5).

Il secondo mistero ci fa contemplare Gesù asceso al Cielo. Da quel momento, la Vergine Maria è stata tutta "lassù" con il suo Figlio; e da allora la ‘dipartita’ del Signore è per tutti noi come il risuonare di un accordo potente che dell’alto dei Cieli riecheggia sulla terra, sino alla fine dei tempi.

Nel terzo mistero riviviamo l’effusione dello Spirito Santo nel Cenacolo. Con gli Apostoli c’era Maria; ma a noi pure è dato lo Spirito Santo: perciò, non siamo privi della sua presenza.

Quarto mistero: la Vergine Maria è assunta in Cielo. Presentiamo qui cosa significhi per il cristiano essere accolto nella gloria del Signore, e qual è il definitivo elevarsi della creazione, nel disegno di Dio di "ricapitolare in Cristo tutte le cose "(Ef 1, 10).

Infine, nel quinto mistero della gloria guardiamo a Maria coronata in Cielo, Regina degli Angeli e dei Santi: colei che con Cristo è passata attraverso l’oscurità della terra, viene fatta partecipe della sua sovranità.

L’esaltazione dell’umile "serva del Signore"– compimento in lei dei misteri della gloria– è come il pegno della stessa "gloria che deve essere manifestata in noi" (Rm 8, 18): la gloria che risplende nel Cristo risorto e asceso al Padre, di cui tutti i credenti sono chiamati a partecipare.
   

1. - Nel primo mistero della gloria si contempla:

Gesù che risorge da morte.

La Risurrezione di Gesù Cristo - Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Albert Dürer (Norimberga 1471 - 1528)
La Risurrezione di Gesù Cristo
Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Albert Dürer (Norimberga 1471 – 1528)

Dal Vangelo secondo Matteo. 

L’Angelo disse alle donne: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui; è risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: è risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea. Là lo vedrete". (Mt 28, 57)

Brevi spunti di riflessione

  1. Annuncio e cuore della nostra fede, la Risurrezione di Cristo è la "buona notizia" che risolleva la storia dell’umanità. "Il Signore è veramente risorto"( cfr. Lc 24, 34); non si tratta del suo fantasma o della sua anima: egli mostra le mani e il costato ( cfr. Gv 20, 20) e i suoi gesti sono come quelli di prima della morte: cammina, parla, mangia con i suoi…

  2. Gesù risorto è trasfigurato; ha, cioè, un tipo di esistenza terrena totalmente diversa da prima: passa attraverso i muri ( cfr. Gv 20, 1931) e si manifesta nei più svariati luoghi [giardino, strada per Emmaus, Cenacolo, monte della Galilea, strada per Damasco…]. Sulla ‘gloria del Risorto’ la morte non ha più alcun potere.

  3. Quando celebriamo noi questo ‘mistero di risurrezione’? Ogni volta che nella Chiesa si celebra l’Eucaristia, ogni domenica [= Pasqua del Signore], nei Sacramenti della Chiesa, mistero di Grazia ed effusione dello Spirito che Gesù risorto ha donato ai suoi discepoli…

  4. Scrive il Beato Don Alberione: "Felice chi vive in Cristo, in quanto è Via, Verità e Vita. Porta i frutti del tralcio che riceve linfa vitale da lui. San Paolo, per esprimere l’ineffabile realtà dell’incorporazione del cristiano alla vita divina, ha coniato parole nuove, anche se ancora inadeguate: ‘Noi siamo morti con Cristo – commortui ’(2Tm 2, 11); ‘Noi siamo stati sepolti con lui – consepulti ’ (Rm 6, 4); ‘Con lui siamo risuscitati – conresuscitati ’(Ef 2, 6); ‘Con lui siamo stati vivificati – convivificavit ’(Ef 2, 5); ‘perciò con lui regneremo eternamente – nos consedere fecit ’(Ef 2, 6). Tutti gli esercizi di pietà sono mezzi per incorporarci a Cristo; ma il mezzo più diretto è la vita eucaristica".
      

2. - Nel secondo mistero della gloria si contempla:

l’Ascensione di Gesù al Cielo.

L'Ascensione di Gesù al cielo - Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Mathias Greischer (Francoforte … - 1712).
L’Ascensione di Gesù al cielo
Il pittore e incisore del quadro riprodotto è Mathias Greischer (Francoforte … – 1712)
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 Dal Vangelo secondo Luca.

Gesù condusse gli Apostoli fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il Cielo. (Lc 24, 5051) 

Brevi spunti di riflessione

  1. Come i discepoli del Signore, alla sua ‘partenza da questa mondo’ noi proviamo tristezza ( cfr. Gv 15, 6). Ma lui ci assicura di "restare con noi tutti i giorni, sino alla fine del mondo" ( cfr. Mt 28, 20). A uno sguardo attento, il mistero ci appare veramente gioioso e glorioso. Non si tratta di un assentarsi del Signore: ce lo dice in termini espliciti la finale citata del Vangelo secondo Matteo. Egli racconta una specie di ‘discensione’: prima Gesù è sul monte, invia i discepoli, poi si avvicina e dice loro: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo" (Mt 28, 20).

  2. L’Ascensione di Gesù al Cielo, in realtà, è la festa della vicinanza nuova che il Risorto ha con noi. È uno degli aspetti della Pasqua. Dopo che il Padre ha fatto risorgere Gesù, egli è presente con il suo corpo, cioè con tutte le sue capacità relazionali. Può parlare, vedere, incontrare ogni creatura. Nessuna distanza esiste più tra lui e noi.

  3. L’Ascensione di Gesù ci rivela il nostro destino ultimo: siamo creati e redenti per meritarci il Cielo o, per dirla in termini più teologici, per ritornare definitivamente – al termine della nostra esistenza terrena – al Padre che ci ha creati: ‘a Patre ad Patrem’.

  4. Tutte le volte che ci poniamo in ascolto della Parola di Dio, quando nella liturgia della Chiesa "celebriamo i santi misteri" e quando restiamo in contemplazione di questo secondo mistero della gloria, noi compiamo ‘ascensioni spirituali’, pegno e come anticipo di eternità.

  

3 - Nel terzo mistero della gloria si contempla:

la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli nel Cenacolo.

La Pentecoste.
La Pentecoste
Pittore del quadro riprodotto è Gaudenzio Ferrari (Valduggia 1480 - Milano 1546)
Incisore è Frederic Hortemels (Parigi 1688-173)

Dagli Atti degli Apostoli.

Tutti erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui […] Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliadro, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.
(At 1, 14; 2, 1-4)

Brevi spunti di riflessione

  1. La Pentecoste è la pienezza della Pasqua del Signore. E da allora lo Spirito Santo ha cominciato a manifestarsi ecclesialmente, nel senso che – come è l’ispiratore dell’opera della Trinità – così sarà sempre il grande "suggeritore" della vita e dell’azione dei Cristiani.

  2. Con i suoi sette doni, lo Spirito Santo suscita diversi carismi e servizi che concorrono al bene comune della Chiesa (cfr. 1Cor 12; Ef 4): egli rende i credenti, partecipi della Risurrezione del Cristo, "pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale"( 1Pt 2, 5).

  3. Noi celebriamo il mistero dell’effusione dello Spirito Santo particolarmente nei Sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia; ma lo riviviamo in ogni celebrazione liturgica e sacramentale, che ci arricchiscono dei doni dello Spirito che "Dio ha mandato nei nostri cuori"(Gal 4, 6)!
        

4 - Nel quarto mistero della gloria si contempla:

l’Assunzione di Maria al Cielo.

L’Assunzione di Maria al Cielo.
L’Assunzione di Maria al Cielo
Pittore e incisore del quadro riprodotto sono della Scuola di Gustave Doré (Strasburgo 1832-Parigi 1883)

Dai Documenti della Chiesa. "‘L’Immacolata Vergine, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo’( cfr. Cost. Ap. Munificentissimus Deus di Pio XII), perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, Signore dei dominanti (cfr. Ap 19, 16) e vincitore del peccato e della morte (cfr. Enc. Ad coeli Reginamdi Pio XII) ". (Cost. dogm. Lumen gentium, 59).

Brevi spunti di riflessione

  1. Maria condivide la sorte del Figlio, asceso alla gloria del Padre, dopo averlo seguito fin sotto la Croce. Ha anticipato così la sorte dei credenti e "glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è immagine e inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura"( cfr. LG 68).

  2. "Così sulla terra– aggiunge la Costituzione dogmatica Lumen gentium,68 – la Madre di Gesù brilla ora innanzi al peregrinante Popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore"( cfr. 2Pt 3, 10).

  3. Una santa monaca pregava così: "Guidaci sempre, o Madre, nel cammino verso la patria celeste; splendi su di noi come segno luminoso, perché ogni nostro passo, sostenuto dalla fede, dalla speranza e dal tuo aiuto, sempre più ci avvicini al Cielo".
        

5 - Nel quinto mistero della gloria si contempla:

l’incoronazione della Vergine Maria Regina degli Angeli e dei Santi.

L’incoronazione della Vergine Maria.
L’incoronazione della Vergine Maria
Pittore e incisore del quadro riprodotto sono della Scuola di Gustave Doré (Strasburgo 1832-Parigi 1883)

Dal libro dell’Apocalisse. Si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l’Arca dell’Alleanza […] Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle.
(Ap 11, 19; 12, 1)

Brevi spunti di riflessione

  1. Il popolo cristiano riconosce la Vergine glorificata in Cielo nella Donna dell’Apocalisse "vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle"(cfr. Ap 12, 1): è una visione di Paradiso, tanto cara all’espressione dell’arte di ogni tempo e alla nostra devozione.

  2. "[Maria] coronata di gloria– come ricorda Papa Giovani Paolo II (RVM, 23) – rifulge quale Regina degli Angeli e dei Santi, anticipazione e vertice della condizione escatologica della Chiesa". Così, anche questo mistero glorioso "alimenta nei credenti la speranza della meta escatologica verso cui sono incamminati come membri del popolo di Dio pellegrinante nella storia"( RVM, 23).

  3. Riviviamo questo mistero ogni volta che sentiamo nostalgia del Cielo e riusciamo ad alzare lo sguardo oltre l’orizzonte terreno, nella gioia e nel dolore, nella buona come nella cattiva sorte.

 



Caterina63
00domenica 24 maggio 2015 16:43
[SM=g1740717] Padre Mauro spiega brevemente il Rosario

Figlio di san Domenico, da 17 anni incaricato dai confratelli del Nord Italia, promuove il rosario in ogni occasione in cui sia possibile aiutare a scoprire la "genialità" del segreto che caratterizza questo dono della Beata Vergine ai suoi figli ancora pellegrini sulla terra.
In questo video che ci testimonia un suo intervento, padre Mauro, tenta di riassumere in breve la luce alla quale si pone nel suo ministero... per lui "grazia" di vita che lo sostiene, lo conforta, lo preserva, lo rivitalizza ogni giorno nel contatto con i fedeli ai quali si dona.

www.gloria.tv/media/7uV6TVFt7bc

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Caterina63
00domenica 31 maggio 2015 12:16
 una stupenda testimonianza della Comunione dei Santi che spesse volte ripetiamo, purtroppo, meccanicamente nel Credo ....
Che belle cose ci accadono! Quanta edificazione "ascoltare" due persone che si raccontano i meravigliosi progetti di Dio....




Un sacerdote risponde

Mentre ero a casa mi è venuto un desiderio incredibile di recitare una corona del Rosario ed ecco che cosa è successo

Quesito

Carissimo Padre Angelo,
Mi perdoni se la disturbo di nuovo ma devo raccontarle di un fatto bellissimo accaduto oggi. Mi pare si chiamino Dio-incidenze, ma non ne sono sicuro. Vado con ordine. Mentre ero a casa mi è venuto un desiderio incredibile di recitare una corona del Rosario. Ma non ci riuscivo perché c'era altra gente e volevo starmene un po' in pace da solo. Allora, avendo finito i compiti, ho deciso di fare una passeggiata tenendo una mano nella tasca col Rosario e pregando. Per concentrarmi meglio, però, dopo i primi misteri, avendo raggiunto il Santuario vicino a casa mia ho deciso di fermarmi lì per concludere la preghiera. All'interno ci saranno state 3 persone, sacerdote compreso. Mi sono seduto su una panca. Stavo benissimo, l'atmosfera era perfetta e mi sentivo in comunione con Gesù, nella pace totale. Verso la fine della recita, sono stato assalito da dubbi sulla mia Vocazione e quello che Dio volesse per me. Allora ho chiesto al Signore, mentre meditavo, di fare luce sul mio destino. Non ricordo esattamente le parole, ma deve essere stato qualcosa del genere: "Signore, sono pronto a servirti, farò qualsiasi cosa mi dirai". In quel momento ho girato il volto a sinistra e sono stato fulminato da un colpo di gioia ed entusiasmo! Sulla parete laterale c'era esattamente l'immagine che vi è sulla pagellina della Confraternita del Santo Rosario che lei mi ha inviato! Quella meravigliosa immagine sulla consegna del Rosario. Non una simile, proprio quella! Ora, non so se sia una copia o se sia un'immagine diffusa, ma in quell'istante ogni mio dubbio è svanito. Quanto è grande il Signore! Anche se fosse stata una semplice coincidenza, mi ha aiutato moltissimo. Sono sempre più convinto ormai che Egli mi voglia proprio nell'Ordine Domenicano. Ho riacquistato tutto il mio fervore e ne ho anche di più di quando ho scoperto la Vocazione.
Grazie Padre per le sue preghiere che mi sostengono sempre, sono più che felice di ricambiare almeno in parte con le mie. La ricordo sempre.
Che Dio la benedica!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la mail che mi hai inviato ieri coincideva col 26 settembre che quest’anno segna l’inizio della novena in preparazione alla festa della Madonna del Rosario che tradizionalmente si celebra la prima domenica di ottobre.
Ha voluto così San Pio V in ricordo della strepitosa vittoria riportata dalla flotta cristiana contro il pericolo ottomano che già dominava tutto il Mediterraneo e cercava il momento propizio per invadere l’Europa.
Che quanto mi hai narrato sia avvenuto proprio il giorno d’inizio della novena per la festa della Madonna del Rosario è una coincidenza alla quale forse non avevi pensato.
L’espressione Dio-incidenze non è un’espressione tecnica, ma è stata usata da un nostro visitatore e certamente intende sottolineare che in determinati momenti Dio interviene incidendo in modo particolare nella nostra vita.

2. Che dire di quello che ti è capitato?
Procedo con ordine commentando tutte le tue parole. 
Scrivi: “Mentre ero a casa mi è venuto un desiderio incredibile di recitare una corona del Rosario. Ma non ci riuscivo perché c'era altra gente e volevo starmene un po' in pace da solo”.
Si tratta evidentemente di un’ispirazione molto forte.
San Paolo dice: “È Dio infatti che suscita in voi il volere e l'operare secondo il suo disegno d'amore” (Fil 2,13).
Quel desiderio incredibile era la voce dello Spirito Santo che sempre secondo San Paolo “intercede con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26).
San Tommaso dice che l’intercessione dello Spirito Santo non è altro che una spinta molto forte a pregare: “Domandare è proprio dell’inferiore… Perciò bisogna intendere intercedere nel senso di far domandare a noi, come del resto in Gn 22,12 si legge: “Ora conosci che tu temi il Signore” nel senso che ti hi fatto conoscere il timore del Signore” (Commento a Rm 8,26).

3. Grazie a Dio hai corrisposto a questa ispirazione e quante cose ne sono seguite!
Aveva ragione Giovanni XXIII a dire che quando si asseconda una grazia che il Signore ci vuole dare, ad essa ne seguono molte altre (Giornale dell’anima).

4. “Allora, avendo finito i compiti, ho deciso di fare una passeggiata tenendo una mano nella tasca col Rosario e pregando”.
“Avendo finiti i compiti”. Anche questo è importante, perché dobbiamo sottoporre a discernimento le varie ispirazioni ed esaminare se vengono da Dio o da qualche altra parte.
Orbene, qui avevi fatto il tuo dovere e nessuno in casa avrebbe potuto farti osservazione o dire qualcosa.
Portavi in tasca la corona del Rosario.
La corona benedetta del Rosario portata con sé è accompagnata da tante grazie anche perché spinge a prenderla in mano, a pregare e pertanto ad aprire la nostra anima a ricevere le grazie che Dio ha già decretato di darci.

5. “Per concentrarmi meglio, però, dopo i primi misteri, avendo raggiunto il Santuario vicino a casa mia ho deciso di fermarmi lì per concludere la preghiera”.
Sembra tutto calcolato. Non c’era modo migliore per raccoglierti e pregare bene che entrare nel Santuario che era proprio davanti a te.
Uscendo di casa forse non avevi pensato di entrare in Santuario. È stata un’ispirazione venuta sul momento. E anche a questa hai acconsentito.

6. “All'interno ci saranno state 3 persone, sacerdote compreso. Mi sono seduto su una panca. Stavo benissimo, l'atmosfera era perfetta e mi sentivo in comunione con Gesù, nella pace totale”.
Sarebbe già stato sufficiente aver sperimentato questa pace per essere contento. Avevi corrisposto prontamente ad un’ispirazione ed ecco ti sentivi in comunione con Gesù. Lo percepivi non soltanto davanti a te nel tabernacolo, ma anche e forte dentro di te.
Eri “nella pace totale”.
Davide dice nel Salmo 16,11: “Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”.
Ecco il Signore ti aveva chiamato per colmarti della sua presenza e farti gustare la sua dolcezza senza fine.
E ne eri sazio.

7. “Verso la fine della recita, sono stato assalito da dubbi sulla mia Vocazione e quello che Dio volesse per me. Allora ho chiesto al Signore, mentre meditavo, di fare luce sul mio destino. Non ricordo esattamente le parole, ma deve essere stato qualcosa del genere: "Signore, sono pronto a servirti, farò qualsiasi cosa mi dirai". In quel momento ho girato il volto a sinistra e sono stato fulminato da un colpo di gioia ed entusiasmo! Sulla parete laterale c'era esattamente l'immagine che vi è sulla pagellina della Confraternita del Santo Rosario che lei mi ha inviato! Quella meravigliosa immagine sulla consegna del Rosario. Non una simile, proprio quella!”.
Era il giorno dell’inizio della novena in preparazione alla festa del Santo Rosario. 
Per un attimo erano affiorati dubbi sulla tua vocazione. Ma ti sei subito riconsegnato al Signore: “Qualunque cosa mi dirai, la farò”.
Ed ecco che ti giri e vedi san Domenico che riceve dalla Madonna la corona del Santo Rosario in un’immagine perfettamente conforme a quella della pagellina che invio in formato elettronico a chi chiede di far parte della confraternita del SS. Rosario.
Non ci poteva essere risposta più chiara ed eloquente.
È come se il Signore ti avesse voluto dire: “Ti voglio così”.
Chi non sarebbe “stato fulminato da un colpo di gioia ed entusiasmo” come sei stato fulminato tu in quel momento”!
Beninteso, la vocazione non si misura solo da questo. Sarebbe imprudente e superficiale.
Ma dopo aver fatto l’opportuno discernimento sui vari aspetti della tua vita e dopo aver capito che il Signore ti vuole sacerdote e domenicano, quell’immagine non potevi non sentirla se non come una conferma dolce e luminosa che ti veniva dal Cielo.

8. Infine con molta prudenza, quasi non volessi scomodare Dio a darti quel segno, scrivi: “ Anche se fosse stata una semplice coincidenza, mi ha aiutato moltissimo. Sono sempre più convinto ormai che Egli mi voglia proprio nell'Ordine Domenicano. Ho riacquistato tutto il mio fervore e ne ho anche di più di quando ho scoperto la Vocazione”.
Era proprio quello che il Signore ti voleva comunicare quando ti metteva quella spinta fortissima a pregare mentre eri in casa.

9. Voglio dirti infine un’altra cosa che riguarda me.
Proprio ieri, iniziando la novena in preparazione alla festa della Madonna del Rosario, ho chiesto come grazia particolare per la festa di quest’anno la confermazione e la perseveranza della tua vocazione nell’Ordine di san Domenico. 
Non potevo ricevere segno più bello, proprio nel giorno d’inizio della novena.
È anche questa una coincidenza casuale? Oppure, per usare il linguaggio di que nostro visitatore, una Dio-incidenza?

Ti ringrazio di avermi fatto partecipe di questa grazia. 
Penso che tanti visitatori saranno contenti della tua vocazione e di quanto ti è capitato. Anch’essi ringrazieranno il Signore e pregheranno per te, forse più di quanto non lo faccia io.

Ti benedico.
Padre Angelo



    



Un sacerdote risponde

Quesiti riguardanti il Santo Rosario

http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4251 

Quesito

Caro Padre Angelo,
vorrei porle dei quesiti riguardanti il Santo Rosario.
1) quanti misteri si devono recitare ogni giorno?
2) se si recitano ogni giorno 5 misteri si può affermare di avere recitato un Rosario?
3) i misteri luminosi aggiunti da S. Giovanni Paolo II sono in aggiunta o sono in alternativa ad una parte dei misteri?


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. comunemente quando si parla del Rosario e si invita a recitare il Rosario ci si riferisce ai cinque misteri della corona.
Quando la Madonna a Fatima invitava a recitare il Rosario ogni giorno si riferiva alla corona del Rosario e cioè ai cinque misteri.
Quando Bernadette Soubirous vide per la prima volta la Madonna, tirò subito fuori dalla tasca la corona del Rosario e la recitò. Finita la recita, scomparve l’Apparizione. 
Quando nei necrologi si annuncia la recita del Santo Rosario ci si riferisce ai 5 misteri della corona.

2. Di per sé il Rosario consta di 15 misteri come ricorda Giovanni Paolo II nel “Rosarium Virginis Mariae”: “Dei tanti misteri della vita di Cristo, il Rosario, così come si è consolidato nella pratica più comune avvalorata dall'autorità ecclesiale, ne addita solo alcuni. Tale selezione è stata imposta dall'ordito originario di questa preghiera, che si venne organizzando sul numero 150 corrispondente a quello dei Salmi” (n. 19).
Il Rosario intero pertanto consta di 15 misteri, attuando così il cosiddetto Salterio Mariano in analogia ai 150 Salmi.
Quando noi ne recitiamo una corona, ne recitiamo una terza parte.
Per questo in alcune Chiese introducendo la recita del Rosario viene detto: “Recitiamo devotamente una terza parte del Santo Rosario contemplando i cinque misteri….”.

3. Per prendere l’indulgenza plenaria annessa alla recita del Rosario in famiglia o in un oratorio è sufficiente recitare una terza parte del Rosario, purché la recita sia continuativa, senza dividere le decine nell’arco della giornata (n. 17)
Ciò significa che se uno recita le cinque decine spezzettandole nell’arco della giornata, recita il Rosario. Non prende però l’indulgenza plenaria, ma solo quella parziale.

4. In conclusione: di per sé il Rosario consta di 15 misteri.
Ma comunemente quando si parla di recita del Rosario ci si riferisce alla corona, e pertanto ai cinque misteri.

5. Come ormai tutti sanno, Giovanni Paolo II ha aggiunto ai quindici misteri tradizionali i cinque misteri della luce.
Tuttavia, dopo aver apportato questa integrazione, aggiunge che essa “non pregiudica nessun aspetto essenziale dell'assetto tradizionale di questa preghiera” (Rosarium Virginis Mariae, n.19). 
Ciò significa che chi recita quotidianamente il Rosario intero recita i quindici misteri, a cinque dei quali può sostituire quelli della luce.
Ugualmente per coloro che aderiscono alla Confraternita del SS. Rosario è richiesto di recitare il Rosario intero nell’arco della settimana, e cioè i 15 misteri, non i 20.
Il Papa infatti ha detto che l’integrazione da lui apportata non pregiudica “l'assetto tradizionale di questa preghiera”. L’assetto tradizionale è quello dei 15 misteri.
Anche per questo la corona del Rosario che i domenicani portano alla loro cintura consta di 15 misteri. Si tratta sempre del Salterio mariano, che è costituito di 150 Ave Maria e non da 200.

6. Alle tue precise domande:
1) quanti misteri si devono recitare ogni giorno?
Di per sé non è obbligatoria la recita del Rosario quotidiana.
Ma quando si invita a recitare il Rosario s’intende una terza parte, e cioè cinque decadi o misteri.

2) se si recitano ogni giorno 5 misteri si può affermare di avere recitato un Rosario?
Sì, si è detto il Rosario.
E se lo si dice in famiglia o tra amici che condividono la medesima abitazione o in un oratorio si prende l’indulgenza plenaria.

3) i misteri luminosi aggiunti da S. Giovanni Paolo II sono in aggiunta o sono in alternativa ad una parte dei misteri?
Sono in alternativa perché il Papa non ha inteso “pregiudicare l'aspetto tradizionale di questa preghiera” (Rosarium Virginis Mariae, n.19).

Ti ringrazio dei quesiti perché non sono pochi coloro che mi pongono le tue stesse domande.
Ti ricordo al Signore e ti benedico. 
Padre Angelo

 
 
 



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