Papa Francesco e lo straordinario del Giubileo straordinario

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Caterina63
00martedì 1 settembre 2015 23:33

Papa Francesco e lo straordinario del Giubileo straordinario

 

Si spera l'abbiano letta tutti, dalla fonte originale vedi qui, la Lettera con la quale il Santo Padre Francesco specifica i termini delle indulgenze di questo Anno straordinario del Giubileo della Misericordia e le categorie che più - è evidente - gli stanno a cuore.

I "punti focalizzati" dal Santo Padre sono ben specificati:

-  Per vivere e ottenere l’indulgenza

-  i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa....

-  come segno del desiderio profondo di vera conversione

È importante - dice ancora il Papa - che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia...

Agli ammalati, alle persone che non potranno muoversi, il Papa offre il dono delle indulgenze  a patto che queste persone cercheranno di "vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine...", chiedano di poter ricevere la Comunione (è ovvio che anche per loro vale il richiamo prima alla Riconciliazione mediante la confessione dei peccati) e seguano la Messa attraverso i mezzi di comunicazione.

Anche per i carcerati, spiega il Papa, il Giubileo è sempre stato occasione di amnistia purchè: "preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto..." e qui il primo atto "straordinario" del Papa perchè, spiega:

"Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà."

L'indulgenza per i Defunti, non è in effetti una novità, anzi, nei Giubilei ogni atto di fede, speranza e soprattutto carità, ha sempre alimentato il ricordo per i propri Cari, lasciando spesso anche opere tangenti nella società.

La vera novità sta nell'assoluzione che TUTTI i Sacerdoti potranno dare a chi,davvero pentito però, riconosce l'aborto quale è, un grave peccato...ricordiamo che nel tempo normale (il Giubileo ci porta dentro, appunto, ad un tempo straordinario) il peccato dell'aborto può essere assolto solo dal Vescovo, dalla Santa Sede e da chi da loro inviati per farlo, nessun sacerdote può farlo di propria iniziativa.

Il Papa ne spiega bene le ragioni:

"Una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita. Il dramma dell’aborto è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere. Penso, in modo particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza."

"Il perdono di Dio a chiunque è pentito - continua il Santo Padre - non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre. Anche per questo motivo ho deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono. 

 

Ai sacerdoti il Papa chiede una attenta preparazione, a non usare questa opportunità - aggiungiamo noi - per  depenalizzare la gravità del peccato dell'aborto, al contrario il Papa dice:

"I sacerdoti si preparino a questo grande compito sapendo coniugare parole di genuina accoglienza con una riflessione che aiuti a comprendere il peccato commesso, e indicare un percorso di conversione autentica per giungere a cogliere il vero e generoso perdono del Padre che tutto rinnova con la sua presenza".

In sostanza la Chiesa sta davvero cercando di recuperare molte anime ma attenzione, la condizione è chiara: comprendere la gravità del peccato commesso, e procedere in un percorso di conversione autentica. E per carità, questo vale per ogni confessione e per ogni peccato, chiunque accede al Sacramento della Riconciliazione pensando di mentire al prete e prendersi gioco di Dio, commette un sacrilegio  che diventa anche peggiore del peccato commesso e rischia davvero la dannazione eterna.

Infine ecco la vera novità e l'atto straordinario: il Papa riconosce ai sacerdoti della Fraternità Sacerdotale di San Pio X la capacità di seguire bene i fedeli i quali, spiega il Pontefice: "alcuni confratelli Vescovi mi hanno riferito della loro buona fede e pratica sacramentale, unita però al disagio di vivere una condizione pastoralmente difficile. Confido che nel prossimo futuro si possano trovare le soluzioni per recuperare la piena comunione con i sacerdoti e i superiori della Fraternità. Nel frattempo, mosso dall’esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli, per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati".

Quindi gli Atti straordinari sono tre:

1) le porte delle celle dei carcerati che nell'Anno del Giubileo (non dopo) potranno diventare come delle "porte sante" alle condizioni sopra riportate;

2) TUTTI i Sacerdoti potranno assolvere dal peccato dell'aborto (non più dopo l'Anno Giubilare, speriamo che i Sacerdoti non ne approfittino per dare origine a nuovi abusi) alle condizioni sopra riportate;

3) i fedeli potranno ricorrere anche ai Sacerdoti della Fraternità Sacerdotale San Pio X (anche qui, la concessione è per questo Anno, dopo si vedrà)...

Qualcuno ha fatto osservare e ci ha chiesto: ma e per i divorziati-risposati nessuna indulgenza?

Non crediamo che questa sia una "svista" o una dimenticanza del Pontefice, le situazioni riportate da Papa Francesco prevedono un discorso alle "singole" persone, all'indulgenza che è individuale e purtroppo, i risposati avendo alle spalle un divorzio possono risolvere il problema soltanto lasciando il compagno o la compagna con la quale convivono, o vivere da "fratello e sorella", in completa continenza. Dal momento che alla base non c'è questa intenzione e soprattutto la Chiesa non la può imporre, ma può solo sollecitare le persone a prendere delle decisioni personali, non può fare altro perchè il matrimonio civile, per quanto riconosciuto legittimo non è "il Sacramento" e chi è battezzato ha dei doveri verso la Chiesa che sono soprattutto la testimonianza di una vita coerente a ciò che si dice di credere. Il divorzio dal Matrimonio Cristiano non è solo il fallimento di due battezzati e del nucleo familiare, ma è una separazione anche dalla dottrina della Chiesa e per essere ricucito questo strappo occorre la RICONCILIAZIONE anche con la Chiesa, e questo può avvenire solo quando si risolve il Matrimonio precedente (esempio il ricorso alla Sacra Rota) oppure quando chi ha subito il divorzio resti continente senza ricrearsi nuove famiglie.

 

L'Anno straordinario è comunque valido anche per loro, ma le condizioni per lucrare l'indulgenza sono le stesse: pentirsi, riconoscere di vivere in uno stato di peccato, assumersi il compito di riparare il danno (quindi separarsi dal compagno o dalla compagna, o vivere in continenza come fratello e sorella), ed esprimere la volontà di vivere come la Chiesa insegna.Non esistono le categorie di privilegiati, chi vuole l'indulgenza deve obbedire alle leggi di Dio: riconoscere il proprio stato di peccato, convertirsi e cambiare vita, non c'è altra soluzione.

Del resto, chi non crede alle Leggi divine, farà anche a meno di fare ricorso alle indulgenze.

Che dire? Ringraziamo Dio per questa immensa opportunità e prepariamoci saggiamente ad approfittare di questa grande occasione che il Papa ha dato.

Non crediamo che ne avremo un'altra nel nostro tempo, e così per molti, molti anni a venire, ricordiamo cosa ha detto Gesù a Santa Suor Faustina Kowalska:

« Scrivi: sono tre volte santo ed ho orrore del più piccolo peccato. Non posso amare un'anima macchiata dal peccato, ma quando si pente, la Mia generosità non ha limiti verso di lei. La Mia Misericordia l'abbraccia e la perdona. Con la Mia Misericordia inseguo i peccatori su tutte le loro strade ed il Mio Cuore gioisce quando essi ritornano da Me. Dimentico le amarezze con le quali hanno abbeverato il Mio Cuore e sono lieto per il loro ritorno. Dì ai peccatori che nessuno sfuggirà alle Mie mani. Se fuggono davanti al Mio Cuore misericordioso, cadranno nelle mani della Mia giustizia. Dì ai peccatori che li attendo sempre, sto in ascolto del battito del loro cuore per sapere quando batterà per Me. Scrivi che parlo loro con i rimorsi di coscienza, con gli insuccessi e le sofferenze, con le tempeste ed i fulmini; parlo con la voce della Chiesa, e, se rendono vane tutte le Mie grazie, comincio ad adirarMi contro di essi, abbandonandoli a se stessi e do loro quello che desiderano » ( Diario Santa Faustina Kowalska  - maggio 1938 - Q.VI,  n.1728)

e ancora:

« Nell'Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la Mia Misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso. Faccio uso dei castighi solo quando essi stessi Mi costringono a questo; la Mia mano afferra malvolentieri la spada della giustizia. Prima del giorno della giustizia mando il giorno della Misericordia ». Ho risposto: « O mio Gesù, parla Tu stesso alle anime, poiché le mie parole non hanno importanza ».(3 febbraio 1938, Diario S.Faustina Kowalska - Quaderno V n.1588) - vedi qui -

Approfittiamo, finchè siamo in tempo...

Sia lodato Gesù Cristo +

 

 

Uniamo l'aggiornamento con il Cominicato ufficiale della FSSPX

La Fraternità San Pio X apprende dalla stampa le disposizioni che Papa Francesco ha preso in occasione del prossimo Anno Santo. Nell'ultimo paragrafo della sua lettera indirizzata, questo 1° settembre 2015, a Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, il Santo Padre scrive: «Per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati».

La Fraternità San Pio X esprime la sua riconoscenza al Sommo Pontefice per questo gesto paterno. Nel ministero del sacramento della penitenza, essa si è sempre appoggiata, con assoluta certezza, sulla giurisdizione straordinaria che conferiscono le Normae generales del Codice di Diritto Canonico. In occasione di questo Anno Santo, il Papa vuole che tutti i fedeli che desiderano confessarsi ai sacerdoti della Fraternità San Pio X possano farlo senza che nessuno possa opporre la minima obiezione.

In occasione di questo anno di conversione, i sacerdoti della Fraternità San Pio X avranno a cuore di esercitare con una generosità rinnovata il loro ministero al confessionale, seguendo l’esempio di dedizione continua che il Santo Curato d’Ars ha dato a tutti i sacerdoti.

Menzingen, 1 settembre 2015

Fonte: DICI

   


Caterina63
00sabato 5 settembre 2015 21:30

<header class="entry-header">

 


Il card. Piacenza spiega perché l’aborto ha bisogno di un’assoluzione particolare

</header>

L’assoluzione è condizionata al pentimento.

Di Angela Ambrogetti (04/09/2015)

Il primo settembre Papa Francesco con una lettera inviata al Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione all’approssimarsi del Giubileo Straordinario della Misericordia ha ribadito la gravità del crimine dell’ aborto e per questo ha annunciato di aver “deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono”. La lettera del Papa vuole ricordare la grandezza della misericordia divina per chi si pente e tra gli altri il Papa rivolge anche a coloro i quali partecipano alle celebrazioni dei “sacerdoti della Fraternità San Pio X”. Nell’Anno Giubilare chi si confesserà “presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati”.

piacenzaPer comprendere meglio che cosa significa questo gesto del Pontefice ci siamo rivolti al Penitenziere Maggiore, il cardinale Mauro Piacenza, la massima autorità della Chiesa cattolica per il tema delle indulgenze e per le materie del“foro interno”, tra le quali appunto l’aborto.

Eminenza il Papa ha scelto di concedere a tutti i sacerdoti per l’ Anno Santo la facoltà di assolvere dal peccato dell’ aborto sia le donne che coloro che lo procurano: questo significa che il Papa vuole ribadire la gravità di questo crimine e che non è responsabile solo la donna?

Per ogni aborto effettuato sono diverse le persone che cadono sotto la pena di scomunica. Certamente non è responsabile soltanto la madre, talvolta purtroppo vittima di gravi pressioni di persone e situazioni, ma anche il medico che pratica l’intervento come il personale infermieristico che lo assiste e il padre del bambino. Potrebbe addirittura darsi il caso in cui l’unica a non cadere sotto scomunica sia la madre proprio perché “costretta”. La disciplina canonica, che commina la pena della scomunica (can. 1398) cosiddetta “latae sententiae” (ovvero automatica) si propone di tutelare la vita umana, indurre i colpevoli al pentimento e quindi alla conversione. La pena è “medicinale”, per cui a chi è veramente pentito e se ne confessa con il proposito di mai più commettere un tale crimine, recedendo dalla contumacia,la remissione della scomunica non può essere negata (can. 1358 §1).

La remissione della scomunica per aborto procurato è riservata al Vescovo (can. 134 § 1), che può delegarla ad altri e si tratta del penitenziere diocesano, dei vicari ma anche dei cappellani degli Ospedali, delle Carceri, degli itineranti e nei viaggi per mare. Per privilegio godono della facoltà di assolvere da tale delitto i confessori appartenenti ad un Ordine mendicante e ad alcune Congregazioni (es Francescani, Domenicani, Agostiniani, Carmelitani, Trinitari, Mercedari, Servi di Maria, Minimi, Fatebenefratelli, Betlemiti, Lazzaristi, Gesuiti). Ma è consuetudine che il Vescovo conceda a tutti i Sacerdoti abilitati alle Confessioni nella propria diocesi, la facoltà di assolvere. Per cui questa prassi è ormai praticamente generalizzata.Più che altro quello del Papa è stato un “gesto” da inquadrarsi nel contesto del Giubileo della Misericordia, gesto significativo in un orizzonte di grande cammino diconversione, di ritorno pieno a Dio con tutte le conseguenze di pace e di gioia perché, come dice il salmo, “in eterno la sua misericordia”!

A proposito del politici che propongono e approvano leggi abortiste, sono anche loro da considerare responsabili? Dovranno confessarsi per questo?

I politici che propongono ed approvano leggi abortiste non cadono sotto la pena di scomunica in quanto non compiono direttamente e materialmente il delitto ma certamente hanno gravissima responsabilità morale, peccano e, pertanto, sono bisognosi di confessione.

Perché ci vuole un permesso speciale per assolvere da questo peccato?

La facoltà speciale, come ho già spiegato, è finalizzata a far comprendere la gravità del fatto compiuto: dal primo istante della sua esistenza, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile alla vita di ogni essere innocente ed indifeso. Con la pena di scomunica la Chiesa non intende in alcun modo restringere il campo della misericordia. Semplicemente si evidenzia la gravità del crimine e il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e all’intera società. Comunque è opportuno riflettere anche sul fatto che quando si dice che la Chiesa ha scomunicato qualcuno si dice una verità fino ad un certo punto in quanto, in realtà, è la persona che, per propria decisione, si sottrae alla comunione con tutto il Corpo ecclesiale; è come se in un corpo fisico si verificasse una embolia. L’Autorità ecclesiastica non fa che prenderne atto con le inevitabiliconseguenze.
Altro
 chiarimento da farsi è che i “media” in genere alimentano non poca confusione nell’opinione pubblica, che fa molto presto a parlare di “scomunica”, di “scomunicati”.
Per es. si dice sempre che i divorziati risposati sono “scomunicati”, ma questo non è e non è mai stato vero!

La assoluzione è condizionata al pentimento. A volte non è chiaro che cosa si intenda per Misericordia, ci può aiutare a comprendere?

Certamente l’assoluzione sacramentale è condizionata ed indissolubilmente legata al pentimento sincero e al fermo proposito di non reiterare il peccato. Diciamo subito, come premessa, che ogni cammino di conversione parte dall’iniziativa di Dio misericordioso, che è sempre fedele al suo piano d’amore anche quando l’uomo vi si oppone, attraverso l’azione della grazia. Dio chiama costantemente l’uomo alla sua amicizia. E’ l’azione della grazia che trasforma interiormente il cristiano peccatore e rende possibile la sua conversione; è l’azione della grazia che favorisce l’avvicinarsi del peccatore al confessionale. Ma stiamo attenti a che la splendida verità del Dio che sempre perdona chi si pente non si oscuri nella coscienza dei cristiani.
Tale verità si può oscurare o dal punto di vista della divina Misericordia o da quello della necessaria conversione-pentimento, dal punto di vista dell’uomo. Una misericordia che perdona senza alcuna cooperazione dell’uomo è indegna del Mistero di Dio. L’affermazione di un divino attributo non può comportare la dimenticanza degli altri.
Dunque consideriamo che il primo e fondamentale atto del penitente è la “contrizione” o pentimento. Di cosa si tratta? Di un chiaro e deciso ripudio del peccato commesso, unitamente al fermo proposito di non commetterlo mai più. Se poi, per la fragilità umana , capitasse di ricadere, ci si ripresenterà al confessore con le precedenti disposizioni e con rinnovato amore verso il Dio della misericordia e quel Dio infinitamente amante darà l’abbraccio del perdono rigenerante. Dio non si stanca di perdonare: basta guardare con fede il Crocifisso! Un augurio che personalmente faccio sempre a chi si presenta al mio confessionale con un pesante fardello è che ricordi sempre le parole di Gesù al riguardo della peccatrice: “poiché molto ha amato, molto le è perdonato”. Ma “molto”; bisogna amare realmente ovvero saper riparare, saper amare senza misura. È dalla contrizione del cuore che dipende la verità della penitenza.

Il Giubileo sarà un momento per molti di tornare alla Confessione sacramentale, come devono prepararsi i sacerdoti?

Anzitutto il sacerdote deve poter essere un assiduo e buon penitente per poter essere un buon confessore. Sono molti gli splendidi esempi di santi sacerdoti dediti eminentemente all’amministrazione del sacramento della Riconciliazione ma, attese anche le circostanze attuali, mi piace ricordare il Santo Curato d’Ars. La situazione storica di quel tempo non era certo facile. Al suo arrivo in parrocchia la frequentazione del sacramento della Riconciliazione era quanto mai scarsa ma negli ultimi anni della sua vita terrena, la frequenza arrivò ad essere enorme, anche da persone provenienti da tutte le regioni della Francia e il ministero stressante – fino a 16 ore al giorno – produsse frutti abbondantissimi ed egli non viveva se non per i “poveri peccatori con la speranza di vederli convertire e piangere”. È bene che un tale esempio porti oggi i sacerdoti a ridare al ministero della Riconciliazione tutta quella importanza che gli spetta. Il fatto stesso che un ingente numero di persone, per varie ragioni, sembra astenersi totalmente dal confessarsi, è segno dell’urgenza di sviluppare tutta una pastorale intelligente ed appassionata di questo sacramento. Una tale situazione richiede che i sacerdoti si rendano quanto mai disponibili per questo ministero del perdono, pronti a dedicarvi tempo fino a attribuirgli una priorità rispetto ad altre attività. I fedeli capiranno così il valore che viene attribuito a questo sacramento e saranno aiutati ad agire di conseguenza.

L’intento della Lettera è quello di permettere al maggior numero di persone possibile di pentirsi e confessarsi, questo vale anche per la concessione alla SSPX?

Certamente! E’ chiaro che il Santo Padre ha manifestato il generoso intento pastorale di non escludere proprio nessuno dai benefici provenienti dal Giubileo ed ha pensato anche a quei fedeli che frequentano le chiese officiate dai sacerdoti della FraternitàS. Pio X. Inoltre il gesto costituisce anche una delicatezza che, con l’aiuto del Signore,potrebbe aprire spiragli positivi per il futuro.

Se la Eucarestia in una Messa celebrata dalla Fraternità di San Pio X è valida perché non lo era la confessione?

La celebrazione eucaristica è valida in quanto le ordinazioni sacerdotali sono valide. Un conto è la validità e un conto è la liceità. Per quanto riguarda la confessione, ministro di tale sacramento è solo il sacerdote, ma per assolvere “validamente” dai peccati è richiesta la “facoltà” ovvero l’autorizzazione di esercitare la potestà di ordine sui fedeli. Per confessare validamente è richiesta non solo l’ordinazione sacerdotale, ma anche un ulteriore intervento dell’autorità che regolamenta ed autorizza la celebrazione del sacramento della Penitenza. Pertanto da ciò si deduce che il Santo Padre ha concesso la “facoltà” ai sacerdotiappartenenti alla Fraternità S. Pio X, per assolvere i fedeli che ricorreranno al loro ministero di confessori.

Fonte: acistampa.com



Caterina63
00martedì 15 settembre 2015 17:41

  Papa aprirà "Porta santa della carità" a ostello Caritas di Roma


Ostello Caritas di Roma - ANSA

Ostello Caritas di Roma - ANSA





15/09/2015 

 




Il 18 dicembre Papa Francesco aprirà la “Porta santa della carità" all'Ostello della Caritas di via Marsala, vicino la Stazione Termini di Roma. Lo ha annunciato il cardinale vicario Agostino Vallini durante la sessione conclusiva del Convegno diocesano di Roma che si è tenuta ieri nella basilica di San Giovanni in Laterano con i catechisti e gli operatori pastorali. Dopo l’apertura il Papa visiterà la mensa dell’ostello dedicata a San Giovanni Paolo II, che tornerà in funzione nel mese di novembre. Un’altra Porta Santa, oltre a quelle delle quattro Basiliche maggiore, sarà aperta al santuario del Divino Amore.










Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:13.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com