Per il Corano Maria è Tuttapura e Santa, però non riconoscono Gesù vero Dio e...

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Caterina63
00domenica 29 luglio 2012 23:09

LA VISIONE CORANICA DI MARIA

Maria, l’eletta di Dio, nel Corano


In occasione della solennità dell’Immacolata Concezione (dicembre 2009 su 30giorni), abbiamo ricevuto dall’ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran presso la Santa Sede il testo dell’intervento che ha tenuto all’Università di Catania sulla visione coranica di Maria, che volentieri pubblichiamo


di Ali Akbar Naseri

«E quando gli angeli dissero a Maria:
“O Maria! In verità Dio ti ha prescelta
e ti ha purificata e ti ha eletta
su tutte le donne del creato”»
(Santo Corano: III, 42)


Benedetto XVI con Ali Akbar Naseri, ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle lettere credenziali, 
il 29 ottobre 2009 [© Osservatore Romano]

Benedetto XVI con Ali Akbar Naseri, ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle lettere credenziali, il 29 ottobre 2009 [© Osservatore Romano]

È per me un grande onore essere presente in questo consesso scientifico e spirituale dove sono convenuti docenti, studenti e persone interessate al tema del mio discorso. Ringrazio sentitamente il chiarissimo professor Enrico Iachello, preside della facoltà di Lettere e Filosofia, che ha reso possibile questo nostro incontro.
Nel mio discorso esporrò la visione coranica di Maria e, in questa circostanza, mi è gradito ricordare la prossima ricorrenza dell’8 dicembre in cui i cattolici celebrano l’Immacolata Concezione. L’islam e il Corano a loro volta attribuiscono a Maria santità e una particolare altissima dignità.

La società umana nel corso della storia ha sempre costituito una comunità unica, dotata di natura anelante alla ricerca di Dio e di ragione che la guida. Essa è altresì diretta verso la felicità in questo mondo e nell’altro attraverso l’invio di profeti e la discesa di libri rivelati. Le religioni e le leggi divine che si sono succedute nelle varie epoche storiche hanno una stessa, unica, vera essenza e fini comuni. Qualora siano correttamente osservate viene garantita la crescita dell’uomo in tutti gli aspetti, un’esistenza ispirata alla giustizia in questo mondo e la vita eterna nell’aldilà.

Il Corano recita: «Invero abbiamo inviato Profeti con frasi e verità chiarissime e abbiamo fatto discendere su di loro Libro e Bilancia affinché l’umanità si levi verso l’equità e la giustizia» (Santo Corano: LVII, 25).
Il Corano è l’ultimo libro rivelato e Mohammad (che la pace sia con lui) l’ultimo Profeta di Dio, continuatore della santa Via dei Profeti che lo hanno preceduto.

I musulmani, conformemente ai versetti coranici, credono in tutti i profeti, da Abramo a Mosè, a Gesù, e ai libri rivelati, quali l’Antico e il Nuovo Testamento.

Il santo Corano conferisce a Maria una posizione particolare: in numerosi versetti e sure si parla diffusamente di Maria e di Gesù Cristo (che la pace sia con loro). Nel Corano esiste addirittura una sura intitolata a Maria (sura XIX), nella quale sono descritte le sue virtù e le sue qualità (permettetemi di dirvi che una delle mie figliole, con mio grande onore, si chiama proprio Mariam).

Secondo un’altra sura, Anna, moglie di Emran, chiese a Dio un figlio da dedicare al servizio del tempio di Gerusalemme. Poco dopo rimase incinta e fece voto di rinunciare alla tutela del figlio atteso e di dedicarlo appunto al servizio del tempio. Trascorso il tempo, partorì, contrariamente alle attese, una figlia femmina, che venne chiamata Maria, ossia dedita al culto e al tempio (Santo Corano: III, 35-36). Questo avvenne quando il suo consorte Emran, prima della nascita della figlia, aveva raggiunto la pace eterna.
La madre consegnò quindi la neonata al tempio, dove il profeta Zaccaria se ne assunse la cura (III, 37) e dove Maria trascorse parte della vita nell’adorazione di Dio. Ogni qualvolta Zaccaria entrava da lei vi trovava pronta frutta fresca e le chiedeva: «Da dove proviene tutto questo?». Maria rispondeva: «Mi viene da Dio».

La suddetta sura di Maria, dal versetto 16 in poi narra appunto la storia di Maria, di come ella, lontano dalla famiglia, mentre era nel tempio, protetta da un velo, intenta al culto divino, vide apparire l’angelo di Dio, Gabriele, in forma umana. Maria avanti a lui si rifugiò in Dio, ma l’angelo le disse: «Io sono stato inviato dal tuo Creatore affinché ti doni un puro figlio». Maria con stupore disse: «Com’è possibile se mai ho avuto rapporti con un uomo e mai sono stata donna corrotta?». L’angelo rispose: «È volontà certa di Dio, ché per Lui è facile far nascere senza il concorso di un padre tale figlio che sia segno divino e fonte di clemenza per l’umanità» (Santo Corano: XIX, 16-21).

Maria concepì Gesù Cristo (che la pace sia con lui) e al momento del parto si recò in luogo lontano. Si sedette ai piedi di un albero secco e disse: «Oh, fossi già morta e dimenticata». In quel mentre sentì una voce che diceva: «Non essere triste», e un rivo d’acqua scorse davanti a lei e un dattero fresco cadde dall’albero ai suoi piedi.
La voce disse: «Bevi l’acqua, mangia il dattero e rallegrati del nuovo nato e quando incontrerai la gente di’: “Ho fatto voto di stare in silenzio”». La sua gente la vide mentre teneva in braccio il neonato e con stupore e protesta quelli le si rivolsero dicendo che suo padre non era un uomo malvagio né la madre una peccatrice. Ed ella indicò loro il neonato ed essi dissero: “Come può mai parlare un neonato?”. Il neonato (Gesù) parlò e disse: “Io sono il Servo di Dio, che mi ha dato il Libro e fatto Profeta e reso fonte di benedizione ovunque io sia e mi ha prescritto la Preghiera nel rapporto con Dio e l’Elemosina al servizio del popolo di Dio e amorevolezza verso mia madre. Sia pace su di me il giorno in cui nacqui, il giorno in cui muoio e il giorno in cui verrò risuscitato a vita”» (XIX, 22-33).

La natività di Gesù, miniatura del Vangelo armeno del pittore Youhannès de Berkri, Museo armeno di Isfahan

La natività di Gesù, miniatura del Vangelo armeno del pittore Youhannès de Berkri, Museo armeno di Isfahan

Egli così dimostrò l’innocenza e la purezza della propria madre e presentò sé stesso, che era stato concepito senza padre, come Segno di Dio.
Maria nel Corano è appellata in vari modi, come Prescelta di Dio, La più Insigne delle donne del mondo, Pura, Immacolata, Casta, Colei di cui narrano gli Hadis, Interlocutrice degli Angeli, Dedita al culto e alla preghiera, Ricevitrice della Buona Novella della nascita di Gesù. Ella e suo figlio Gesù Cristo sono segni per conoscere l’esistenza di Dio.

Mi è gradito sottolineare quanto segue: Emran e Anna desideravano un figlio, ma Dio diede loro una figlia a indicare che dal punto di vista dell’essenza umana non esiste differenza tra uomo e donna e tra figlio e figlia che come esseri umani hanno la stessa identità.

Questo fatto rivela l’alta e santa posizione della figlia e della donna che possono raggiungere gli stati più elevati.

Quanto al Sigillo dei Profeti, Mohammad (che la pace sia con lui), i suoi tre figli maschi gli furono sottratti, giacché, mentre lui era in vita, raggiunsero la pace eterna.
La sua progenie fu quindi assicurata dalla figlia Fatima, che il Corano considera Dono di Dio, attribuendole una posizione santissima. Nella concezione islamica la donna è specchio della divina bellezza: ella nel ruolo di madre, maestra e fulcro dell’esistenza è amica, compagna che allieta la vita. La sacralità e la santità della donna devono essere salvaguardate preservandone il pudore. Rincresce quindi osservare l’uso strumentale del corpo della donna per incrementare le vendite o altro attraverso l’esposizione di immagini discinte.

La donna, come madre, maestra, saldissimo pilastro del santo e civile istituto della famiglia ed educatrice di una generazione sana e utile alla società, deve essere oggetto d’amore, di rispetto e della massima deferenza e considerazione.
Fatima e Maria costituiscono a riguardo un esempio e un modello chiaro, luminoso e imperituro per tutte le donne del mondo.

Desidero infine esporre alcune considerazioni sulla visione coranica di Gesù Cristo (che la pace sia con lui) come appare nella sura di Emran (III, 45-46), nella suddetta sura di Maria (XIX, 19-34), nella sura delle Donne (IV, 156-159) e in altre ancora. Egli, annoverandosi tra i maggiori profeti, ha recato una Legge religiosa (Shari’at) e un Libro sacro, il Vangelo. La dignità di profeta fu da lui raggiunta già dall’infanzia; compì numerosi miracoli, quali ridare la vista a un cieco dalla nascita, risuscitare i morti, col permesso di Dio. Gli appellativi che ricorrono nel Corano sono, tra gli altri, Parola di Dio, Spirito di Dio, Testimonio nel Dì del Giudizio, Vicino alla Corte di Dio, Prescelto, Benefattore, Esistenza Benedetta.
Nella sura dei Ranghi Serrati (LXI, 6) Gesù, figlio di Maria, annuncia la venuta del Profeta Mohammad (da lui appellato Ahmad, ossia “Lodato”) con queste parole: «O figli di Israele! Io sono il Messaggero di Dio a voi inviato, a conferma della Torat, che fu data prima di me, e ad annunciare la lieta novella di un messaggero dopo di me il cui nome è Ahmad».

Immagini di Gesù e Maria, Nadereh Banu, Palazzo Golestan, Teheran, Iran

Immagini di Gesù e Maria, Nadereh Banu, Palazzo Golestan, Teheran, Iran

Secondo il Corano, alcuni oppressori e individui malvagi tra i Bani Esrail, che vedevano minacciati i propri interessi dal movimento cristiano, avevano tramato l’uccisione di Gesù, ma in realtà non riuscirono nel loro intento in quanto credettero per errore nella sua morte, giacché un altro prese il suo posto mentre Gesù per potenza divina fu innalzato al quarto cielo dove vive in eterno (Santo Corano: V, 157). Egli alla fine del mondo, nel tempo della sollevazione dell’imam Mahdi (che Dio ne affretti la venuta), riapparirà ed essi, assieme, condurranno il mondo a giustizia e pace perfette e l’umanità verso la piena dignità e una vita virtuosa. Mi è gradito ricordare che la genealogia dell’imam Mahdi, da parte di madre, risale a Maria e a Emran.

Nei nostri testi religiosi in cui vengono riportati detti del Profeta e degli imam immacolati sono citati anche numerosi racconti tramandati (ahadis) riguardo a Gesù, suoi pronunciamenti e indicazioni di comportamento a uso e vantaggio morale dei musulmani. Tra essi ricordiamo: «Coloro che agiscono gli uni con gli altri con gentilezza, il giorno del giudizio verranno perdonati da Dio; coloro che operano per riformare gli uomini, nel giorno del giudizio saranno vicino a Dio; poco parlare è grande saggezza; si agisca verso gli altri con umiltà e gentilezza; chi modera le passioni mondane giunge alla felicità nell’aldilà; riducete il cibo che mangiate giacché mangiare molto porta a bere molto, troppo bere e troppo mangiare portano a troppo dormire e tutto ciò ha effetti molto dannosi».

Auspicando la cooperazione e il confronto sempre maggiore tra i seguaci delle religioni rivelate nella difesa dei diritti imprescindibili della società umana, nell’opposizione a ogni forma di oppressione e ingiustizia e nell’instaurazione della pace, della giustizia, della libertà, ancora una volta ringrazio sentitamente il preside della facoltà di Lettere e Filosofia, i docenti, gli studenti e i presenti tutti che hanno avuto la pazienza di ascoltarmi.

Prego Dio di concedermi successo a Lui rivolgendomi.

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[SM=g1740733] Resta un mistero il perchè e il come mai il Corano riconosce in parte il ruolo e la posizione di Maria Santissima, ma non riescono a riconoscere in Cristo Gesù il Signore Iddio...

Caterina63
00venerdì 14 settembre 2012 15:44
[SM=g1740733] Maria nel Vangelo e nel Corano 1 - I tre monoteismi non sono equivalenti

Autore: Trabuio, Gianfranco  Curatore: Leonardi, Enrico
Fonte: CulturaCattolica.it
sabato 24 marzo 2012

Conferenza svolta nella Parrocchia dell’Annunciazione del Signore in Olmo di Martellago.
19 Marzo 2012 Festività Liturgica di San Giuseppe Sposo di Maria, Madre di Gesù, Figlio di Dio.

La Vergine Maria nel Vangelo e nel Corano.

(Conoscere Per Dialogare davvero!)

Veramente la Provvidenza gioca un ruolo evidente nelle nostre storie. Quando è stata scelta questa serata per parlare di questo tema così affascinante e così controverso, nessuno aveva pensato ai legami con la nostra Chiesa parrocchiale dedicata all’Annunciazione e al giorno, il 19 marzo 2012. Sì, era vicina al 25 marzo giorno della Festa, ma non ci avevamo messo molto interesse su questo.
In questi giorni, frequentando la Chiesa di Olmo, ho avuto modo di riflettere sul quadro del maestro Zanon sul muro del presbiterio dove è rappresentata la scena dell’Annunciazione: l’Arcangelo Gabriele comunica alla giovane Maria il progetto che il Dio dei patriarchi e dei profeti aveva su di lei.

Nel Vangelo di Luca, vangelo di Maria per eccellenza, troviamo tutti i riferimenti teologici che produrranno nei secoli e nei Concili tutti i dogmi sulla Madre di Gesù e Madre di Dio.

Ora, quell’Arcangelo Gabriele che ha parlato con Maria, secondo quanto narrato nel Corano avrebbe parlato anche a Muhammad nella grotta del monte Hira alle porte di La Mecca, in Arabia, seicento anni dopo, quando la presenza cristiana ed ebraica era diffusa in tutti i territori dell’Impero Bizantino.
Lo stesso Arcangelo Gabriele avrebbe continuato a parlargli anche a Medina, dove Muhammad si era rifugiato per sfuggire alla condanna a morte che gli avevano decretato i suoi paesani di La Mecca, e a Medina si ricorda anche il primo massacro dei maschi delle due tribù ebraiche che non volevano convertirsi all’islam.

[SM=g1740733] Ho un invito da farvi e un incarico da darvi: prendetevi un Corano in lingua italiana e leggetelo con attenzione per verificare se i due Arcangeli, di cui abbiamo parlato, sono lo stesso Gabriele o se può sorgervi qualche dubbio.

Ricordiamo che il Corano dettato dall’Arcangelo Gabriele a Muhammad è considerata Parola di Allah (di Dio), quindi, non interpretabile né discutibile. Dio non può sbagliare e dire cose inesatte, ragione per la quale tutto quanto è contenuto nel Corano è Legge di Dio (Allah).

Prima di parlare di Maria nei due testi sacri, ritengo opportuno riferire qualche espressione di Allah riportata nel Corano, giusto per fornirvi delle piste di lavoro e di riflessione che potete fare tranquillamente nelle vostre case.

Questo invito che vi propongo scaturisce dal fatto che sia in ambienti ecclesiali, sia tra uomini di cultura, è diffusa l’opinione che il Dio degli Ebrei, il Dio dei cristiani e il Dio dei musulmani siano la stessa entità. Quante volte abbiamo sentito dire anche da persone di Chiesa che tutto sommato siamo figli dello stesso Dio. E questo viene affermato per concludere che queste tre religioni monoteistiche si equivalgono.
Chiaramente sono affermazioni improvvisate e prive di qualunque fondamento teologico, e denotano, in chi le fa, una specie di auto-esorcismo per eliminare il terrore suscitato dalle notizie tragiche che vediamo in televisione, dalla quale veniamo informati che certi omicidi dei nostri fratelli cristiani vengono fatti in nome del dio dell’Islam.


Per guidarvi in questa ricerca è opportuno riportare per esteso un ragionamento fatto dal cardinal Bagnasco il 6 gennaio 2012 nella cattedrale di San Lorenzo, in quel di Genova. Il cardinale, Presidente della Conferenza episcopale italiana, mette la sua provocazione come una domanda articolata affermando:
“I cristiani nel mondo sono perseguitati perché parlano di dignità, di uguaglianza, di libertà di coscienza, di Stato di diritto …… i cristiani sono discriminati e perseguitati proprio perché, in nome di Cristo, parlano di dignità e di uguaglianza di ogni persona, uomo o donna che sia?
Di libertà di coscienza? Perché predicano l’amore anche verso coloro che si pongono come nemici? Perché parlano di perdono, rifiutano la violenza e operano come costruttori di pace? Perché predicano la giustizia e lo stato di diritto?
Forse è per questo che qualcuno li giudica pericolosi e inaccettabili, oggetto di intolleranza, meritevoli di persecuzione e di morte?”


Maria nel Vangelo e nel Corano 2 - Differenze tra Vangelo e Corano

Ora, se andiamo con la nostra attenzione agli eventi tragici delle recenti rivolte nei paesi islamici, passate dai media occidentali come “primavera araba”, con una impressionante superficialità e pressapochismo, possiamo vedere come il capro espiatorio dei rivoltosi siano i cristiani, le minoranze cristiane dal Marocco alla Siria, passando per l’Egitto.
Mentre tutto questo accade nella disattenzione generale delle potenze occidentali, pochi hanno il coraggio di capire perché questo succede.
Perché i cristiani e i cattolici, in particolare, di quei popoli vengono uccisi, le loro case e le loro chiese bruciate, e, a decine di migliaia sono costretti a emigrare, fuggendo, per salvarsi la vita?
Vi faccio notare che quei cristiani e quei cattolici, sono marocchini, algerini, tunisini, libici, egiziani e siriani. Non sono europei o americani.

La ragione è abbastanza semplice perché ha un fondamento religioso, chiaro e identificabile, ed è contenuto nel Corano.

Premesso che per il Corano, parola di Allah e dio dei musulmani, i cristiani sono degli idolatri perché adorano tre dei: il Padre, il Figlio e lo Spirito santo, e come tali considerati “infedeli” e bestemmiatori, vediamo quali espressioni l’Arcangelo Gabriele avrebbe dettato a Muhammad profeta dell’Islam:
Sura (4, 101): gli infedeli sono “gli inveterati nemici dei musulmani”;
Sura (9, 95): gli infedeli “arrestarli, assediarli e preparare imboscate in ogni dove”;
Sura (4, 88-91): gli infedeli “circondarli e metterli a morte ovunque li troviate, uccideteli ogni dove li troviate, cercate i nemici dell’Islam senza sosta”;
Sura (2, 193): gli infedeli “combatteteli finché l’Islam non regni sovrano”;
Sura (8, 12): gli infedeli “tagliate loro le mani e la punta delle loro dita”;
Sura (9, 123): “i musulmani devono far guerra agli infedeli che vivono intorno a loro”;
Sura (48, 29): i musulmani devono essere “brutali con gli infedeli”;
Sura (5, 33): chiunque combatta Allah o rinunci all’Islam per abbracciare un’altra religione deve essere “messo a morte o crocifisso o mani e piedi siano amputati da parti opposte”:
Hadith in Sahih (raccolta degli hadith) di Al-Bukhari (9, 57): “Chiunque abiuri la sua religione islamica, uccidetelo”.

L’Ordine dei Francescani Minori che sono in Terra Santa da otto secoli, conta migliaia di frati martiri assassinati in odio alla religione cattolica.
Ora, dopo aver letto questi comandi di Allah ai suoi seguaci, provate a fare mente locale dove trovate nei Vangeli, che noi conosciamo, espressioni di quel tipo. Ecco perché, prima di parlare di Maria nel Vangelo e nel Corano, è importante conoscere quali sono le basi teologiche della religione musulmana.
Ricordo in modo assolutamente forte e determinato che presupposto del dialogo è la conoscenza reciproca. Dove questa manchi o sia carente, qualunque percorso di avvicinamento tra le due religioni rimane un sogno infantile e come tale destinato a provocare bruschi risvegli.

Il nucleo essenziale della religione cattolica è il credere in un Dio uno e trino e nell’incarnazione del Verbo. Dio, assolutamente uno nella natura o essenza, è trino nelle persone (Padre, Figlio e Spirito Santo), uguali e distinte fra loro. La seconda persona della Trinità, il Figlio, si è incarnato nel seno di Maria Vergine, ha patito ed è stato crocifisso per la redenzione degli uomini, morti alla vita della grazia in conseguenza del peccato originale. È quindi risorto e asceso al Cielo, a testimonianza inconfutabile della sua divinità e del suo trionfo eterno sul peccato e sulla morte.

Gesù Cristo, nella concezione cattolica, è insieme vero Dio e vero Uomo. Il Corano, invece, pur parlando di Gesù con rispetto, ne respinge in modo categorico la divinità: «Certo, sono miscredenti coloro che dicono: “Il Messia, figlio di Maria, è Dio”» (Cor. 5, 72). «I cristiani dicono: “Il Cristo è figlio di Dio”. Questo è ciò che dicono con la loro bocca, imitando ciò che dicevano i miscredenti che li hanno preceduti. Dio li maledica! Come sono fuorviati» (Cor. 9, 30-31). «I cristiani dicono che il Misericordioso si è preso un figlio. Rispondi loro: avete detto una cosa mostruosa! Non si addice al Misericordioso di prendere per sé un figlio, né di associare alcuno al suo regno» (Cor. 19, 91-93).

Ciò faceva dire a Giovanni Paolo II: «L’islamismo non è una religione di redenzione. Non vi è spazio in esso per la Croce e la Risurrezione. Viene menzionato Gesù, ma solo come profeta in preparazione dell’ultimo profeta, Maometto. È ricordata anche Maria, Sua Madre verginale, ma è completamente assente il dramma della redenzione. Perciò non soltanto la teologia, ma anche l’antropologia dell’Islam è molto distante da quella cristiana»
(Giovanni Paolo II, in V. Messori, Varcare la soglia della speranza, Mondadori, 1995, p. 11).

Vi consigliamo di leggere anche questo thread: LA TAVOLA DEI POPOLI....

[SM=g1740758]  continua.....

Caterina63
00venerdì 14 settembre 2012 15:52
[SM=g1740733] Maria nel Vangelo e nel Corano 3 - Il posto di Maria nell'Islam

Autore: Trabuio, Gianfranco  Curatore: Leonardi, Enrico

Fonte: CulturaCattolica.it
venerdì 30 marzo 2012

La teologia musulmana non concepisce Dio come Essere personale, mancando nell’Islam lo stesso concetto di “persona” quale ente dotato di intelligenza e volontà.
È assai significativo, a tale proposito, che tra i novantanove nomi di Dio del Corano manchi quello di Padre (potremmo leggere, paradossalmente, che i nomi dati sono 99 mancante il centesimo, il più importate che da impersonale rende Dio Persona: PADRE)

Ciò è una conseguenza della negazione islamica della Trinità e dell’Incarnazione. Al concetto di Trinità è infatti strettamente connesso quello di persona, essendo il Dio trinitario un’unica sostanza in tre persone uguali e distinte, la seconda delle quali, il Verbo, si è incarnato ed è venuto ad abitare tra gli uomini. Nel Cristianesimo esiste, quindi, una intima relazione tra le creature e Dio. Nell’Islam, invece, non vi è partecipazione ontologica della creatura al Creatore; le creature sono un prodotto effimero della volontà divina.

Si dice che l’Islam abbia una grande venerazione nei confronti della Madonna. Se in alcuni passi del Corano si parla con rispetto di Maria, pur con errori e contraddizioni (la Madonna, infatti, viene presentata ora come figlia di Imran, padre di Mosè e di Aronne, ora come sorella di un altro Aronne, marito di Anna), Ella non trova nell’Islam una collocazione degna del suo rango.

Secondo la teologia cattolica, definita dal Concilio di Efeso: «Dio è veramente l’Emmanuele (cioè Dio con noi) e perciò la Santa Vergine è genitrice di Dio; ella infatti partorì il Verbo di Dio secondo la carne». Per contro, poiché i musulmani rifiutano la divinità di Gesù, conseguentemente non possono ammettere la maternità divina di Maria.
Questa verità è negata nei versetti 34-36 della sura 19: «Questo è Gesù, figlio di Maria, parola di verità di cui alcuni dubitano. Non si addice a Dio prendersi un figlio! Gloria a lui!». Gesù è detto “figlio di Maria” proprio per sottolineare che non è “figlio di Dio”; perciò, nel Corano, quando si parla di Gesù si aggiunge normalmente “figlio di Maria” (Isa ibn Maryam).
Si legge sempre nel Corano: «Dicono: “il Clemente si è preso un figlio”. Dite una cosa mostruosa! Poco manca che si spacchino i cieli, si squarci la terra e crollino in frantumi i monti, per aver essi attribuito un figlio al Clemente! Non si addice al Clemente prendersi un figlio!» (Cor., 19, 88-92).


In conclusione, si può dire che unico è il Dio dei cristiani e dei musulmani? Non abbiamo la presunzione di esaurire in così poco spazio un tema di tale importanza. Lasciamo, pertanto, la risposta ad un noto intellettuale musulmano, Muhammad Hamidullah, non sospetto di fondamentalismo essendo vicino al cosiddetto movimento del dialogo interreligioso: «Dire ai musulmani che essi adorano lo stesso Dio dei cristiani – egli afferma - non è esatto, perché il Dio cristiano è trinitario e un musulmano non adora come Dio né Gesù né lo Spirito Santo» (in Carlo Gasbarri, Cattolicesimo ed Islam oggi, Città Nuova, p. 173).

Il dogma della Trinità è invece decisamente respinto dall’Islam. Si legge nel Corano: «Sono miscredenti quelli che dicono: in verità, Dio è un terzo di tre» (Cor. 5, 73); ed ancora «Egli, Dio, è uno! Dio, l’Eterno! Non generò né fu generato, e nessuno gli è pari!» (Cor. 112, 1-4).

La negazione, da parte dell’Islam, della generazione divina, ha come conseguenza la negazione della concezione della paternità divina.
Dio, per i cristiani, è Padre. “Padre nostro che sei nei cieli”, recita la preghiera per antonomasia del Cristianesimo, insegnata direttamente da Gesù. Per l’Islam, al contrario, Dio non è vero padre degli uomini. Egli è troppo alto e inaccessibile perché la sua creatura si permetta di vedere in Lui un padre e di intrattenere con Lui una relazione di amore filiale.

È stato necessario fare questo percorso di approfondimento della teologia dell’Islam per chiarire in modo, mi auguro chiaro e definitivo, che il Dio del Cristianesimo non ha gli stessi attributi del Dio dell’Islam [SM=g1740733] , e che quando sentiamo affermare, anche in ambienti ecclesiali, che è lo stesso Dio siamo di fronte ad una affermazione blasfema e priva di fondamento per noi cristiani e anche per i musulmani.


Maria nel Vangelo e nel Corano 4 - La presenza di Maria nel Corano (Sura terza)

SURA TERZA: DELLA FAMIGLIA DI IMRAN (33-37) E (42-47)

33. In verità, Allah ha eletto Adamo e Noè e la famiglia di Abramo e la famiglia di Imrân*, al di sopra del resto del creato,
*[“la famiglia di Imrân”, questo è il versetto da cui trae il nome la sura. La famiglia di Imrân è quella che discende dall'omonimo nipote di Levi, figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo. Imrân fu il padre di Aronne e Mosè e antenato di Mariam e Isa (pace su tutti loro)]
34. [in quanto] discendenti gli uni degli altri.
Allah è audiente, sapiente.
35. Quando la moglie di Imrân disse: “Mio Signore, ho consacrato a Te, e solo a Te, quello che è nel mio ventre. Accettalo da parte mia. In verità Tu sei Colui Che tutto ascolta e conosce!”.
36. Poi, dopo aver partorito, disse: “Mio Signore, ecco che ho partorito una femmina”: ma Allah sapeva meglio di lei quello che aveva partorito. “Il maschio non è certo simile alla femmina! L'ho chiamata Maria e pongo lei e la sua discendenza sotto la Tua protezione, contro Satana il lapidato.”
37. L'accolse il suo Signore di accoglienza bella, e la fece crescere della migliore crescita. L'affidò a Zaccaria e ogni volta che egli entrava nel santuario trovava cibo presso di lei. Disse: “O Maria, da dove proviene questo?”. Disse: “Da parte di Allah”. In verità Allah dà a chi vuole senza contare.
42. E quando gli angeli dissero: “In verità, o Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo.
43. O Maria, sii devota al tuo Signore, prosternati e inchinati con coloro che si inchinano”.
44. Ti riveliamo cose del mondo invisibile, perché tu non eri* con loro quando gettarono i loro calami* per stabilire chi dovesse avere la custodia di Maria e non eri presente quando disputavano tra loro.
*[“non eri…”: Muhammad]
*[“quando gettarono i loro calami”: una tradizione racconta che ben ventisette notabili della tribù di Maria ambivano il privilegio di occuparsi di lei. Per decidere gettarono i loro calami nel fiume Giordano: rimase a galla solo quello di Zaccaria mentre gli altri andarono a fondo. Fu così che Maria gli fu affidata]
45. Quando gli angeli dissero: “O Maria, Allah ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente*: il suo nome è il Messia*, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell'Altro, uno dei più vicini.
*[“una Parola da Lui proveniente”: come già nel vers. 39, questa espressione si riferisce a Gesù (pace su di lui). Il termine arabo che traduciamo (“parola”), è “kalima”.]
*[“Messia”: in arabo “Masîh_”, l'Unto, uno dei nomi tradizionali di Gesù, ha il senso di “purificato”, “investito” di una particolare autorità spirituale]
46. Dalla culla parlerà alle genti e nella sua età adulta sarà tra gli uomini devoti”.
47. Ella disse: “Come potrei avere un bambino se mai un uomo mi ha toccata?”. Disse: “È così che Allah crea ciò che vuole: "quando decide una cosa dice solo Sii", ed essa è.

Maria nel Vangelo e nel Corano 5 - Sura diciannovesima: di Maryam

SURA DICIANNOVESIMA: DI MARYAM (16-35)

16. Ricorda Maria nel Libro, quando si allontanò dalla sua famiglia, in un luogo ad oriente.
17. Tese una cortina tra sé e gli altri. Le inviammo il Nostro Spirito* che assunse le sembianze di un uomo perfetto.
*[“il Nostro Spirito”: l'angelo Gabriele (pace su di lui)]
18. Disse [Maria]: “Mi rifugio contro di te presso il Compassionevole, se sei [di Lui] timorato!”.
19. Rispose: “Non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro”.
20. Disse: “Come potrei avere un figlio, ché mai un uomo mi ha toccata e non sono certo una libertina?”.
21. Rispose: “È così. Il tuo Signore ha detto: "Ciò è facile per Me... Faremo di lui un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra. È cosa stabilita"”.
22. Lo concepì e, in quello stato, si ritirò in un luogo lontano.
23. I dolori del parto la condussero presso il tronco di una palma. Diceva: “Me disgraziata! Fossi morta prima di ciò e fossi già del tutto dimenticata!”.
24. Fu chiamata da sotto: “Non ti affliggere, ché certo il tuo Signore ha posto un ruscello ai tuoi piedi;
25. scuoti il tronco della palma: lascerà cadere su di te datteri freschi e maturi.
26. Mangia, bevi e rinfrancati. Se poi incontrerai qualcuno, di': "Ho fatto un voto al Compassionevole e oggi non parlerò a nessuno"”.
27. Tornò dai suoi portando [il bambino]. Dissero: “O Maria, hai commesso un abominio!
28. O sorella di Aronne, tuo padre non era un empio, né tua madre una libertina”.
29. Maria indicò loro [il bambino]. Dissero: “Come potremmo parlare con un infante nella culla?”,
30. [Ma Gesù] disse: “In verità, sono un servo di Allah. Mi ha dato la Scrittura e ha fatto di me un profeta.
31. Mi ha benedetto ovunque sia e mi ha imposto l'orazione e la decima finché avrò vita,
32. e la bontà verso colei che mi ha generato. Non mi ha fatto né violento, né miserabile.
33. Pace su di me, il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morrò e il Giorno in cui sarò resuscitato a nuova vita”.
34. Questo è Gesù, figlio di Maria, parola di verità della quale essi dubitano.
35. Non si addice ad Allah prendersi un figlio. Gloria a Lui! Quando decide qualcosa dice: “Sii!” ed essa è.

[SM=g1740733] CONCLUSIONE.

In Libano da due anni a questa parte il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione, è stato proclamato festa nazionale. Il Comitato Islamo-Cristiano è riuscito, nonostante gli ostacoli posti da alcune autorità religiose islamiche, a far adottare dal governo una decisione di straordinario impatto comunicativo per lo sviluppo del dialogo tra le religioni. Ancora una volta la Santa Vergine Maria ha compiuto il miracolo di amore per tutta l’umanità. Il Libano dimostra ancora una volta di essere, più che un paese, un messaggio.

[SM=g1740771]


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