Per la prima volta il Papa riceve la Questura di Roma: la sfida di una vera etica e di una autentica morale

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Caterina63
00sabato 22 gennaio 2011 00:37
La prima volta della questura di Roma dal Papa

Disponibilità e fiducia
per essere vicini alla gente


"È la prima volta che il Papa riserva un'udienza per gli uomini e le donne della Questura di Roma, che ogni giorno si prodigano per garantire agli operatori economici, ai turisti e ai pellegrini, il diritto di sentirsi sicuri". Lo ha evidenziato il questore Francesco Tagliente nel saluto rivolto a Benedetto XVI all'inizio dell'incontro svoltosi venerdì mattina, 21 gennaio, nell'Aula della Benedizione.

Prima che il Pontefice pronunciasse il suo discorso con un forte richiamo alla morale pubblica (ne pubblichiamo il testo in prima pagina), il questore ha presentato i 1.200 tra dirigenti e agenti - intervenuti con i loro familiari e un gruppo dell'Associazione nazionale della Polizia di Stato - che rappresentano i 7.500 operatori in servizio presso le divisioni, gli uffici, i reparti e i 49 commissariati di Roma. "Sono questi - ha detto - gli uomini e le donne che, insieme con l'Ispettorato di polizia presso il Vaticano e la Gendarmeria pontificia, concorrono a garantire la sicurezza di Vostra Santità e l'ordinato svolgimento delle celebrazioni liturgiche e degli incontri che lei presiede a piazza San Pietro e nel territorio della provincia, dove si trova anche la residenza di Castel Gandolfo".

Sono gli uomini e le donne - ha aggiunto - "che garantiscono la sicurezza delle delegazioni dei Paesi accreditati presso la Santa Sede e dei dignitari esteri diretti in Vaticano. Ogni giorno - ha sottolineato - all'impegno per la prevenzione e il contrasto delle varie forme di illegalità, si affianca la loro dedizione per la tutela delle fasce deboli della popolazione. È proprio a queste persone che gli uomini e le donne della Questura rivolgono assistenza e supporto sia giuridico che morale".

Quindi ha ricordato come in ciascuna delle attività che essi sono chiamati a svolgere l'obiettivo principale sia "quello di conquistare la fiducia della gente e far sentire la loro vicinanza, assicurando la piena disponibilità per dare risposte sempre più compatibili alle esigenze dei cittadini nelle situazioni più diverse:  dal furto alla rapina, fino alle manifestazioni di piazza".

Un compito non facile - ha spiegato Tagliente - "ma in ciascuna circostanza, ciò che orienta ogni singolo poliziotto è l'osservanza della legge, unita al senso dell'equilibrio che consente di rispettare nella loro dignità tutte le persone". Certo, il questore si è detto consapevole che "la dedizione e la passione con la quale ciascun operatore affronta quotidianamente il lavoro, purtroppo sottrae talvolta tempo ai congiunti"; per questo ha voluto ringraziare pubblicamente questi ultimi "per il supporto affettivo assicurato sempre a ciascuno di noi". E in proposito ha ricordato come ai familiari degli agenti sia stato dedicato lo scorso 19 dicembre il concerto di Natale con l'esibizione della banda musicale della polizia di Stato.

"Ed è in questa stessa ottica - ha concluso - che il nostro cappellano, don Nicola Tagliente, si è impegnato per questo momento di riflessione e preghiera" della grande famiglia della Polizia di Stato.


Udienza di Benedetto XVI a dirigenti e agenti della questura di Roma

I principi etici
su cui si fonda il diritto



"Le nuove sfide che si affacciano all'orizzonte esigono che la società e le istituzioni pubbliche ritrovino la loro "anima", le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all'azione pratica". Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso ai dirigenti e agli agenti della Questura di Roma ricevuti in udienza stamane, 21 gennaio, nell'Aula della Benedizione.

Illustre Signor Questore,
illustri Dirigenti e Funzionari,
cari Agenti e Personale civile della Polizia di Stato!
Sono veramente lieto di questo incontro con voi e vi do il benvenuto nella Casa di Pietro, questa volta non per servizio, ma per vederci, parlarci e salutarci in modo più familiare! Saluto in particolare il Signor Questore, ringraziandolo per le sue cortesi parole, come pure gli altri Dirigenti e il Cappellano. Un saluto cordiale ai vostri familiari, specialmente ai bambini!

Desidero anzitutto ringraziarvi per tutto il lavoro che svolgete a favore della città di Roma, di cui sono il Vescovo, perché la sua vita si svolga nell'ordine e nella sicurezza. Esprimo la mia riconoscenza anche per quell'impegno in più che spesso la mia attività richiede da voi! L'epoca in cui viviamo è percorsa da profondi cambiamenti. Anche Roma, che giustamente è chiamata "città eterna", è molto cambiata e si evolve; lo sperimentiamo ogni giorno e voi ne siete testimoni privilegiati.

Questi mutamenti generano talvolta un senso di insicurezza, dovuto in primo luogo alla precarietà sociale ed economica, acuita però anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza.
 
Il nostro mondo, con tutte le sue nuove speranze e possibilità, è attraversato, al tempo stesso, dall'impressione che il consenso morale venga meno e che, di conseguenza, le strutture alla base della convivenza non riescano più a funzionare in modo pieno. Si affaccia pertanto in molti la tentazione di pensare che le forze mobilitate per la difesa della società civile siano alla fine destinate all'insuccesso. Di fronte a questa tentazione, noi, in modo particolare, che siamo cristiani, abbiamo la responsabilità di ritrovare una nuova risolutezza nel professare la fede e nel compiere il bene, per continuare con coraggio ad essere vicini agli uomini nelle loro gioie e sofferenze, nelle ore felici come in quelle buie dell'esistenza terrena.

Ai nostri giorni, grande importanza è data alla dimensione soggettiva dell'esistenza. Ciò, da una parte, è un bene, perché permette di porre l'uomo e la sua dignità al centro della considerazione sia nel pensiero che nell'azione storica. Non si deve mai dimenticare, però, che l'uomo trova la sua dignità profondissima nello sguardo amorevole di Dio, nel riferimento a Lui. L'attenzione alla dimensione soggettiva è anche un bene quando si mette in evidenza il valore della coscienza umana. Ma qui troviamo un grave rischio, perché nel pensiero moderno si è sviluppata una visione riduttiva della coscienza, secondo la quale non vi sono riferimenti oggettivi nel determinare ciò che vale e ciò che è vero, ma è il singolo individuo, con le sue intuizioni e le sue esperienze, ad essere il metro di misura; ognuno, quindi, possiede la propria verità, la propria morale.
 
La conseguenza più evidente è che la religione e la morale tendono ad essere confinate nell'ambito del soggetto, del privato:  la fede con i suoi valori e i suoi comportamenti, cioè, non avrebbe più diritto ad un posto nella vita pubblica e civile. Pertanto, se, da una parte, nella società si dà grande importanza al pluralismo e alla tolleranza, dall'altra, la religione tende ad essere progressivamente emarginata e considerata senza rilevanza e, in un certo senso, estranea al mondo civile, quasi si dovesse limitare la sua influenza sulla vita dell'uomo.

Al contrario, per noi cristiani, il vero significato della "coscienza" è la capacità dell'uomo di riconoscere la verità, e, prima ancora, la possibilità di sentirne il richiamo, di cercarla e di trovarla. Alla verità e al bene occorre che l'uomo sappia aprirsi, per poterli accogliere in modo libero e consapevole. La persona umana, del resto, è espressione di un disegno di amore e di verità:  Dio l'ha "progettata", per così dire, con la sua interiorità, con la sua coscienza, affinché essa possa trarne gli orientamenti per custodire e coltivare se stessa e la società umana.

Le nuove sfide che si affacciano all'orizzonte esigono che Dio e uomo tornino ad incontrarsi, che la società e le Istituzioni pubbliche ritrovino la loro "anima", le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all'azione pratica. La fede cristiana e la Chiesa non cessano mai di offrire il proprio contributo alla promozione del bene comune e di un progresso autenticamente umano. Lo stesso servizio religioso e di assistenza spirituale che, in forza delle vigenti disposizioni normative, Stato e Chiesa si impegnano a fornire anche al personale della Polizia di Stato, testimonia la perenne fecondità di questo incontro.

La singolare vocazione della città di Roma richiede oggi a voi, che siete pubblici ufficiali, di offrire un buon esempio di positiva e proficua interazione fra sana laicità e fede cristiana. L'efficacia del vostro servizio, infatti, è il frutto della combinazione tra la professionalità e la qualità umana, tra l'aggiornamento dei mezzi e dei sistemi di sicurezza e il bagaglio di doti umane quali la pazienza, la perseveranza nel bene, il sacrificio e la disponibilità all'ascolto. Tutto questo, ben armonizzato, va a favore dei cittadini, specialmente delle persone in difficoltà. Sappiate sempre considerare l'uomo come il fine, perché tutti possano vivere in maniera autenticamente umana. Come Vescovo di questa città, vorrei invitarvi a leggere e meditare la Parola di Dio, per trovare in essa la fonte e il criterio di ispirazione per la vostra azione.

Cari amici! quando siete in servizio per le strade di Roma, o nei vostri uffici, pensate che il vostro Vescovo, il Papa, prega per voi, che vi vuole bene! Vi ringrazio per la vostra visita, e vi affido tutti alla protezione di Maria Santissima e dell'Arcangelo San Michele, vostro protettore celeste, mentre imparto di cuore su di voi e sul vostro impegno una speciale Benedizione Apostolica.

 


(©L'Osservatore Romano - 22 gennaio 2011)



Pope Benedict XVI is greeted at the end of a special audience with members of the Italian Police at the Vatican January 21, 2011. Pope Benedict spoke of a weakening of morals and principles in society on Friday as Italy's prime minister Silvio Berlusconi is embroiled in investigations relating to accusations he paid for sex with a 17-year-old nightclub dancer who goes by the stage name "Ruby Heartstealer".

Pope Benedict XVI waves at the end of a special audience with members of the Italian Police at the Vatican January 21, 2011. Pope Benedict spoke of a weakening of morals and principles in society on Friday as Italy's prime minister Silvio Berlusconi is embroiled in investigations relating to accusations he paid for sex with a 17-year-old nightclub dancer who goes by the stage name "Ruby Heartstealer".

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