Potrebbe ritornare l'uso della SEDIA GESTATORIA?

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Caterina63
00giovedì 10 settembre 2009 20:13
Amici....dopo aver parlato di altri simboli ed usi nella Chiesa come:

Che cosa è il FALDISTORIO? A che cosa serve?

Che cosa è il PALLIO ?

Il Pastorale (Ferula) del Pontefice


Il Triregno (la Tiara) in uso ai Pontefici: non si usa più ma non è abolito il simbolo
e

Cosa veste il Papa per la Liturgia?



alcuni Blog hanno lanciato la notizia di un possibile ritorno della Sedia Gestatoria da parte di Benedetto XVI....
Immaginiamo subito lo "sconcerto" di molti....e l'incomprensione verso una tradizione che NON si conosce, ma che non ci si risparmia di attaccare....


Ieri, nel Blog Orbis Catholicus, sono comparse news sull'effettivo imminente ritorno della Gestatoria. Realtà o fantascienza?

Intanto...

http://orbiscatholicus.blogspot.com/2009/09/finalmente-il-tornato-of-sedia.html

http://www.orbiscatholicus.org/2009/09/return-of-sedia-gestatoria-its-here.html

Se così fosse.......

.....attendevo qualche fonte italiana per postare la notizia, mentre mi avevano passato il link in posta nel pomeriggio...perchè sembra che, SE FOSSE VERO, essere associata al fatto che Benedetto XVI di recente si sta affaticando troppo (82 anni anche se portati benissimo) e ultimamente sta perdendo troppo l'equilibrio...

Basti vedere i filmati di 5 anni fa, il passo sicuro e spedito sta lasciando il posto ad un passo più lento, più affaticato e spesso sorretto ai lati....
 Imbarazzato

il che avrebbe più senso la stessa notizia, ossia, il ritorno alla sedia gestatoria, avrebbe un senso anche umano....

Ma ci sono due punti che farebbero pensare ad una notizia NON vera....

il primo punto è l'Udienza proprio tenuta da Benedetto XVI ai Sediari Pontifici nel gennaio 2006.... qui il Papa, ricucendo in breve la storia della Sedia Gestatoria, spiega i motivi del suo abbandono,....se dunque la notizia fosse vera invece, il motivo potrà essere associato solo al problema legato alla salute, il che non mi apparirebbe così scandoloso il suo ripristino....ed è anche interessante sapere che di recente il Papa ha mandato a restaurare la sedia gestatoria usata fino a Giovanni Paolo I

Il secondo punto è che proprio ieri l'O.R. è uscito con un articolo scritto da uno degli ultimi sediari pontifici, ottantenne anche lui.... dal titolo appare evidente invece una smentita alle voci che circolano, esso dice: "PER IL PAPA NON CI SONO PIU' LE SPALLE DI UNA VOLTA"...come a voler sottolineare che non ci sarà un ritorno...

In attesa di maggiori informazioni più certe, ascoltiamo dal Papa e a seguire dall'ultimo Sediario Pontificio, la storia di questa Sedia....


DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
DURANTE L'INCONTRO CON I SEDIARI PONTIFICI

Sala del Concistoro
Venerdì, 13 gennaio 2006

Cari amici!

Sono lieto di accogliervi e rivolgo a ciascuno il mio cordiale saluto, che estendo alle vostre gentili consorti, insieme con l'augurio di ogni bene per l'anno da poco iniziato. Ho modo di vedervi quasi quotidianamente nell'adempimento del mio ministero, specialmente quando ricevo personalità e gruppi.

Quella odierna, però, è l'occasione propizia di incontrarvi tutti insieme, in un clima familiare, per esprimervi apprezzamento e riconoscenza per il contributo che rendete all'ordinato svolgimento delle udienze e delle celebrazioni pontificie. Solerzia, cortesia e discrezione sono i tratti che devono distinguervi nel vostro lavoro, manifestando concretamente il vostro amore per la Chiesa e la vostra dedizione al Successore di Pietro.

Quella di Sediario pontificio è una mansione antica, che nel corso dei secoli si è evoluta secondo diverse modalità, legate alle usanze e alle necessità dei tempi, ed è andata consolidandosi con l'affermarsi del ruolo singolare della Chiesa di Roma e del suo Vescovo.

Come ricorda la stessa denominazione, il vostro è un compito da sempre legato alla Sede di Pietro. Del Collegio dei Sediari si ha, infatti, notizia fin dal secolo XIV. Essi furono addetti a varie mansioni, alle dipendenze del Prefetto dei Sacri Palazzi Apostolici o del Maggiordomo, mansioni che, pur in modo diverso, perdurano in buona sostanza fino ad oggi.

Tutto questo, cari amici, deve portarvi a vedere nella vostra attività, al di là dei suoi aspetti transitori e caduchi, il valore del legame con la Sede di Pietro. Il vostro lavoro, pertanto, si inserisce in un contesto dove tutto deve parlare a tutti della Chiesa di Cristo, e deve farlo in modo coerente, imitando Colui che "non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10, 45).

In quest'ottica vanno viste le recenti riforme attuate dai miei venerati Predecessori, in particolare dal Papa Paolo VI, cui spettò l'attuazione delle nuove istanze conciliari. È stato semplificato il cerimoniale, per ricondurlo a una maggiore sobrietà, meglio intonata al messaggio cristiano e alle esigenze dei tempi.

Il mio augurio, cari amici, è che possiate sempre essere, in Vaticano come a casa, in parrocchia e in ogni ambiente, persone servizievoli e attente al prossimo. È questo un insegnamento prezioso per i vostri figli e nipoti, che apprenderanno dal vostro esempio come l'essere al servizio della Santa Sede comporti prima di tutto una mentalità e uno stile di vita cristiano. Nel clima familiare di questo nostro incontro, desidero assicurare una preghiera speciale per le vostre intenzioni e per quelle dei vostri cari, invocando su tutti la materna protezione di Maria Santissima e di san Pietro. Il Signore vi aiuti a compiere sempre il vostro lavoro in spirito di fede e di sincero amore alla Chiesa.

A voi, qui presenti, e ai vostri cari imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

 

Caterina63
00giovedì 10 settembre 2009 20:14
A colloquio con Silvano Bellizi, sediario pontificio

Per il Papa non ci sono più
le spalle di una volta


di Mario Ponzi


"Le vede queste spalle? Hanno portato Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo i. Invece Giovanni Paolo II non lo ha mai permesso a nessuno. Ma sarei stato pronto anche per lui. Non credo che oggi in giro ce ne siano tanti che possono raccontare di avere avuto questo onore".

Ottant'anni compiuti, fisico asciutto, spalle ancora dritte, spirito gioviale e memoria fresca, Silvano Bellizi - per quarant'anni sediario pontificio - custodisce gelosamente i ricordi di una stagione vissuta con fierezza. "Nel mio armadio - dice - c'è ancora la divisa viola e il collare argentato che ho indossato per tanti anni. Ogni tanto li guardo, ripasso le centinaia di fotografie che raccontano la mia storia con i Papi e mi chiedo se un giorno i miei nipoti, e poi i loro nipoti e così via, rivedranno mai il Papa sulla sedia gestatoria. Era uno spettacolo grandioso e noi, con quella sedia e il suo prezioso carico sulle spalle, ci sentivamo dei privilegiati, anche invidiati da tutti".
 

sediarioÈ un po' restio ad aprire lo scrigno delle sue memorie, ma alla fine qualche "perla" la regala. "Era un mercoledì del 1959 - racconta - ed eravamo nella basilica di San Pietro, davanti al gruppo marmoreo della Pietà di Michelangelo. Papa Giovanni XXIII stava scendendo con l'ascensore dal suo appartamento per l'udienza generale. In quel tempo le udienze più numerose si svolgevano nella basilica Vaticana, mai all'aperto. Nel portare la sedia gestatoria, gli addetti della Floreria provocarono inavvertitamente un piccolo danno alla staffa nella quale dovevamo infilare l'asta per la portantina. Non ce ne accorgemmo se non quando, con il Pontefice già seduto, non ci riuscì di introdurre la staffa. Io ero proprio sotto il Papa, dal lato destro. Mi chinai sulla staffa e, con il tacco di una scarpa, colpendola più volte, riuscii a raddrizzarla. Infilai la stecca, la bloccai con la sicura e mi rialzai pronto per ricevere l'ordine del decano:  "Alzate". Fu allora che mi sentii addosso gli occhi di Giovanni XXIII. Mi guardava preoccupato. Poi, con tutta la sua delicatezza, mi chiese:  "Figliolo, è tutto a posto?". Gli risposi subito di sì e volli tranquillizzarlo. E lui, con quel suo volto bonario, aperto sempre al sorriso, mi disse "Figliolo - ci chiamava sempre figlioli - io sono tranquillissimo. Ma non vorrei essere il primo Papa a cadere dalla sedia gestatoria e passare alla storia per questo"".

Di Paolo VI il sediario conserva un ricordo tutto particolare. "L'ultimo anno - racconta - quando il dolore al ginocchio gli impediva di camminare e provava sofferenze atroci anche a fare pochi passi, avevamo a disposizione anche una piccola sedia che usavamo per gli spostamenti più brevi. La sera del Corpus Domini del 1975, di ritorno dalla celebrazione a San Giovanni in Laterano, mentre, rientrati in Vaticano, mi accingevo a sollevare la sedia piccola, incrociai il suo sguardo. Era sofferente. Ci fissò per un attimo e ci disse:  "Grazie. Voi siete le mie gambe sane". Quasi in coro gli rispondemmo "Per noi è un onore, Santità"".

sedia gestatoriaLa memoria di Papa Luciani è legata al suo insediamento sulla Cathedra Romana a San Giovanni in Laterano. "Papa Luciani - ricorda Silvano Bellizi - era andato a visitare gli appartamenti pontifici. Poi doveva fare ingresso in basilica per la celebrazione. Noi lo aspettavamo nell'atrio, nei pressi dell'ascensore. Lui uscì, ci guardò di sfuggita e tirò dritto. Il cerimoniere gli si fece incontro, lo fermò e lo convinse a tornare sui suoi passi e prendere posto sulla sedia. Ci guardò rassegnato e, con un filo di voce, ci disse:  "Mi dispiace, ma mi costringono a farlo". E da quel momento ogni volta per lui era quasi una sofferenza". 

Giovanni Paolo II invece fu irremovibile:  rinunciò all'uso della sedia gestatoria e nessuno riuscì mai a fargli cambiare idea, "neppure l'ultimo anno, quando stava male - racconta commosso Bellizi - tanto da camminare con estrema difficoltà e a costo di grandi sofferenze. A spalle lo abbiamo portato solo quando era disteso sul feretro; lo facemmo a turno in segno di devozione. In tanti avevamo gli occhi lucidi:  quella sarebbe rimasta la prima e ultima volta che portavamo a spalla Papa Wojtyla".

Da allora ai sediari sono rimasti i compiti di aprire il corteo ufficiale che introduce le personalità in udienza dal Papa in occasioni solenni previste dal protocollo, di fare gli onori di casa durante le udienze in appartamento e di ricevere e sistemare nei posti assegnati i pellegrini che partecipano agli incontri col Pontefice, in particolare alle  udienze  generali.

Neppure Benedetto XVI ha mai voluto usare la sedia gestatoria.
Benedetto XVI"Confesso - ricorda Bellizi - che qualcuno di noi sperava nel ripristino dell'uso della sedia. Ma in realtà ci basta la gioia di poter servire, anche così, il Papa da vicino
".

Oggi sono rimasti cinque sediari di numero e diciassette di soprannumero. Sono comunque testimoni di una storia che affonda le radici in tempi assai remoti, tanto da essere considerati "il collegio di laici al servizio del Pontefice più antico esistente, anche più della Guardia Svizzera".

Pio XIIL'origine delle loro mansioni viene fatta tradizionalmente risalire addirittura agli anni tra il 150 e il 215. Sembra infatti che negli Ordines Romani si menzionassero dei laici che avevano il compito di portare una sedia laddove il Papa doveva presiedere una celebrazione. Il documento ipotizza che nelle prime chiese o basiliche cimiteriali romane, "non esistendo altare né tanto meno cattedre, si doveva portare un seggio per il vescovo di Roma chiamato a presiedere la sinassi domenicale o la celebrazione del martire nel dies natalis così come riportato nei martirologi". Per il Pontefice dunque occorreva "portare una sedia da fuori".

Stando a quanto contenuto nei successivi Ordines Romani, si fa risalire a Papa Pelagio I - eletto nel 556 e morto nel 561 - l'uso di portare direttamente il Papa  sulla  sedia  sino al luogo della celebrazione.

Secondo Gaetano Moroni, autore del celeberrimo e vastissimo Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da san Pietro sino ai giorni nostri in 103 volumi, più sei di indice (1840-1879), in un certo periodo della storia accanto ai sediari comparvero i palafrenieri, la cui funzione era quella di occuparsi dei cavalli. A quei tempi infatti i cavalli costituivano l'elemento centrale del trasporto. Dunque anche i Pontefici avevano bisogno di cavalli e carrozze per muoversi, e quindi dei palafrenieri. Con il tempo sediari e palafrenieri vennero equiparati.

Con la soppressione delle scuderie pontificie, in seguito alla modernizzazione dei trasporti, il collegio dei palafrenieri confluì definitivamente in quello dei sediari. Del resto già dal 1378 erano riuniti in una confraternita - ritenuta la più antica di Roma tra quelle ancora esistenti - intitolata a sant'Anna, loro patrona. Pio IV, nel 1565, concesse alla confraternita di edificare una chiesa nei pressi del più antico varco dell'attuale accesso allo Stato della Città del Vaticano, intitolata alla patrona. Fu progettata dal Vignola e oggi è la parrocchia della Città del Vaticano.

Compito principale dei sediari è sempre stato quello, naturalmente, di trasportare il Papa in sedia gestatoria. Inizialmente solo all'interno dello Stato pontificio, anche se dalle cronache risulta che alcuni sediari seguirono Pio IX durante il suo esilio a Gaeta nel 1848. Così come i loro predecessori avevano seguito Clemente VII nella fortezza di Castel Sant'Angelo durante l'assedio dei Lanzichenecchi, al tempo del Sacco di Roma del 1527, e nel successivo esilio a Orvieto. Con la fine dello Stato pontificio, nel 1870, i sediari non hanno più accompagnato il Papa durante i suoi viaggi, a eccezione di quando furono inviati a Venezia, nel 1959, in occasione della traslazione della salma di Papa Pio X. In quella occasione portarono le spoglie del Pontefice, in un suggestivo viaggio lagunare in gondola per sorreggere il talamo funebre in spalla.
 
La nomina a sediario avveniva con foglio a firma del Pontefice ed era notificata al candidato dal maestro di Palazzo dopo il visto della Segreteria di Stato. Sino agli inizi degli anni Sessanta chiunque poteva essere nominato sediario, secondo la discrezionalità del Papa. Quando Montini, con la Pontificalis domus del 28 marzo 1968, soppresse definitivamente la Corte pontificia - le cui storiche funzioni furono assorbite dalla Prefettura della Casa Pontificia - per una serie di modifiche normative la nomina dei sediari passò di fatto alla discrezionalità del prefetto della Casa Pontificia.

Tra le curiosità legate alla storia di questo collegio, ricordiamo che tra i suoi più conosciuti appartenenti c'è stato anche il marchese Onofrio del Grillo - reso celebre dall'omonimo film interpretato da Alberto Sordi - la cui memoria è impressa in una lapide posta, alla fine del XVIII secolo, all'ingresso della chiesa di Sant'Anna.

Per restare nel campo cinematografica, ricordiamo anche il film di Guido Brignone Santo disonore del 1949 - ispirato all'omonimo dramma teatrale composto da Leone Ciprelli e messo in scena al teatro Quirino di Roma nel 1907 - che narra la storia del figlio filogaribaldino di un sediario pontificio in continuo contrasto con il padre, fermo sostenitore del potere temporale del Papa. La storia finisce nel dramma, con il sediario trovato ucciso e il figlio accusato di parricidio.

E tra le minuzie storiche si ricorda il privilegio, concesso da Papa Pio VII all'arciconfraternita pontificia e reale di Gesù Nazareno di Siviglia, di consentire a quattro confratelli, di provata fede e dottrina, di indossare la divisa dei sediari pontifici durante le solenni processioni della Settimana Santa, tradizione ancora oggi orgogliosamente tramandata.


(©L'Osservatore Romano - 9 settembre 2009)
Caterina63
00venerdì 11 settembre 2009 09:43
[SM=g1740733] Ritengo assai utili i commenti pervenuti nel Blog amico di Messainlatino.it
blog.messainlatino.it/

che posto qui a seguire....


Areki ha detto....


Secondo me la Sedia Gestatoria ha una grande praticità perchè permette ai fedeli di vedere Pietro: "videre Petrum" (come le folle che volevano almeno stare alla sua ombra per essere guarite) e anche è un aiuto al Pontefice che essendo una persona anziana non può fare troppi sforzi.
Poi la sedia gestatoria al giorno di oggi ha un grande valore mediatico, mette in rilievo non tanto la grandezza della persona specifica, ma il valore del ruolo che tale persona ricopre: essere il successore di Pietro e il vicario di Cristo in terra....
perciò voglio anch'io essere tra coloro che sognano un ritorno di quesa sedia che anche il mio padre spirituale del seminario ne rimpiangeva la scomparsa. Secondo me se il Santo Padre la usasse darebbe una prova di immensa umiltà perchè alcuni tapini che non colgono il senso del gesto lo attaccherebbero...
Gesù stesso non si è mai sottratto alle dimostrazioni di affetto e di onore delle folle e dei discepoli... poi anche per ogni Papa arriva l'ora del "crucifige"... ma è giusto che ci sia anche quella degli osanna.
La sedia gestatoria darebbe prestigio anche alla Chiesa come istituzione....
Vedetevi su Gloria TV il filmato della incoronazione di Pio XII è impressionante l'entusiasmo che suscitava il solo passaggio del Corteo Papale....
don Bernardo

11 settembre 2009 2.09

Areki ha detto...

Quindi desidererei una Bella Messa detta dal Santo Padre con il messale del 1962 preceduta da un suo ingresso in sedia gestatoria per la gioia di noi tutti e a confusione di qualche cardinale neomodernista che si roderebbe il fegato e magari farebbe un bell'esame di coscienza.
ancora don Bernardo (che non ha sonno)

11 settembre 2009 2.14

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Anonimo ha detto...

Condivido i post precedenti e sono assolutamente a favore della sedia gestatoria.
Valgono anche le considerazioni pretiche di P. Macchi. Nella Basilica vaticana ho visto moltissimi fedeli issarsi sulle sedie per poter vedere il S. Padre e riceverne la benedizione, sporgendosi e rischiando persino di cadere (ma cosa valgono questi piccoli di fronte all'ira dei modernisti).
Forse ci vorra' un'altra lettera di spiegazione a tutti i vescovi del mondo ma ne sara' valsa la pena.

FdS

11 settembre 2009 2.20

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Anonimo ha detto...

Capisco il maestro delle cerimonie liturgiche, o il papa, se volessero ripristinare la sedia... ma il segretario di stato non capisco proprio cosa c'entri. Bertone poi!

Comunque speriamo in bene, anche a me piacerebbe rivedere il papa in sedia gestatoria.

11 settembre 2009 4.16

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Anonimo ha detto...

Sognare è lecito.
La vita è colore, è bellezza, è fascino. La vita non è mai grigia se non per poche ore: dopo la nebbia spunta sempre il sole.

Tranne che per i neoterici: per loro è sempre una grigia e fredda giornata di nebbia. Se ne sono accorti pure loro e ogni tanto tentano di colorarla con l'iride; ma anche quello è finto.


Antonello

11 settembre 2009 6.51

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Anonimo ha detto...

Concordo in toto con Areki.Aggiungo,in parziale disaccordo con la Redazione(diversita' sirena del mondo,diceva D'Annunzio,e Croce commentava:anche se l'ha detto D'Annunzio non e' men vero),che la Restaurazione non puo' procedere a settori stagni.Non ci sarebbe mai!Anche la Santa Messa trarra' giovamento da una chiara affermazione della ecclesiologia tradizionale.Tutta la Tradizione e' un corpus omogeneo.E' composta da dogma,cultura,mentalita',tradizioni(con la t minuscola,ma che hanno,sul tutto, la loro funzione ben precisa).Per la stessa ragione che il nom,valido o non valido,bello o brutto,e' correttissima,naturale e congeniale espressione di un ALIUD ben differenziato(e quanto!)dalla Santa Chiesa Cattolica.Eugenio

11 settembre 2009 7.54

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Anonimo ha detto...

Sarebbe davvero bello poter vedere il Papa e credo davvero per chi partecipa alle Messe papali come all'udienza sarebbe l'unico mezzo per vedere Pietro.Io andai l'anno scorso a San Pietro con cinquanta chierichetti della mia parrocchia tutti in veste e cotta e a parte che li cacciarono oltre la metà della basilica non riuscirono a vedere nulla perchè anche quando si issarono come altri sulle sedie furono redarguiti in modo assai pesante da questi vigilanti,gli altri turisti che stessero pure dove volevano con infradito e bottigliette d'acqua,forse perchè erano chierichetti?Ma non videro nulla.Ben torni almeno per i piccoli chierichetti e non la sedia gestatoria per vedere il papa ,a Roma ci andiamo anche per quello.uN PARROCO DI CAMPAGNA.

11 settembre 2009 7.57

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don Marco ha detto...

Non vi nascondo che la sedia gestatoria piace anche a me, oltre al fascino richiama la Cattedra, l'autorità e moltre altre realtà simboliche, e poi tutti possono vedere il Papa senza accalcarsi con gravi rischi

11 settembre 2009 8.42

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Anonimo ha detto...

Il valore del ruolo:
proprio questo, Areki, non si riesce più a capire oggi, perchè da tempo lo hanno mortificato, frainteso (come quell'utente che ieri diceva, in sostanza: "Ah, volete vedere i segni del potere, cioè la veste del Vescovo in libera uscita mescolato con i fratelli protestanti, sciocchi farisei?"), consegnato alla riprovazione generale, e all'oblio finale, dopo adeguato lavaggio cerebrale sulle masse a-critiche.

Giovanna

11 settembre 2009 8.44

Anonimo ha detto...

DIGNITA’ o UMILTA’?

I benpensanti modernisti, che storcono il naso ogni volta che si trovano davanti ad una manifestazione di “maestà”, o che sia connessa ai solenni gesti di adorazione interni alla Liturgia, o che sia relativa al valore rappresentativo del Papa, sono pronti a stracciarsi le vesti, come a dire:
”Chi è costui che si pone più in alto degli altri?
Scenda da quel trono (o sedia sopraelevata): sia “uomo tra gli uomini”, mostri la vera umiltà di Cristo, rinunci ai segni esteriori del potere, non voglia essere sovrano!"
E dimenticano, per l’ennesima volta, che Gesù Cristo è Re, che è nella Gloria eterna, da cui discese per incarnarsi, patire e morire sulla Croce per redimere l’umanità perduta dal peccato, ma che è risorto per tornare alla destra del Padre, nel suo posto glorioso nel seno della SS.ma Trinità, e che in essa deve essere adorato e glorificato, e che il suo Vicario riceve onore e omaggi e devozione filiale e VENERAZIONE da parte degli uomini NON PER SE’, ma solo per la gloria di Dio.
Quando riusciranno a capirlo?
Temo mai, perché ragionano (spesso inconsciamente) così:
”Se Dio si è fatto Uomo, allora è PARI all’uomo, e l’uomo può farsi dio! E il Papa non deve pretendere nessuna venerazione, perché gli uomini sono tutti peccatori ”.
Ecco come si spiega che essi ritengono che il Papa non debba neanche essere obbedito dai Vescovi:
non può sopraelevarsi su di loro, non può permettersi di ALZARE LA VOCE più in alto della loro.
E’ solo primus inter pares, anzi spesso ormai ultimus!

("democratizzazione" della Chiesa, che ha abbattuto l'originaria monarchia, trasformata in collegiale "tot capita tot sententiae", risolta in --> dittatura relativista dei pre-potenti sui sottoposti, a sfida di colui che detiene l'Autorità suprema).

Giovanna

11 settembre 2009 8.50

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Anonimo ha detto...

Piace anche a noi il trono-palanchino. Assai più della papamobile. Ma la Redazione ha ragione: politicamente sarebbe una mossa rischiosa. E se, come dice Socrate nel Fedone, il rischio è bello, è sciocco correrlo per elementi di secondaria importanza. Nobile e doveroso, invece, correrlo per questioni vitali, come, nel caso del Fedone, il discorso intorno all'anima o, nel caso nostro, la celebrazione di una messa in Vetus Ordo da parte del Pontefice. Che cosa aspetta ancora Benedetto XVI a celebrare pubblicamente una messa antica? Senza questo passo, la ricomparsa della sedia gestatoria finirebbe per essere un controproducente palliativo.

Sullo

11 settembre 2009 9.04

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Anonimo ha detto...
...è un po' come il pulpito: distingue un ruolo e dà visibilità alla autorità perché in quel momento (quando il Papa è sulla sedia gestatoria)è una persona specialissima: il Vicario di Cristo. Così se la predica viene dal pulpito lo stesso sacerdote ci pensa due volte a dire ... cavolate, perché si ricorda di esser sopraelevato non per meriti suoi ma per il sacro ministero cui adempie.
Non prendiamoci in giro: la nostra natura umana ha bisogno di segni, di gesti. Abolendo il segno (il significante) si rischia di perdere il significato. Perché anche tanti modernisti rimangono estasiati dalle liturgie orientali? E non se ne chiedono il perchè....
AndreasHofer

11 settembre 2009 9.05

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Anonimo ha detto...
Sottoscrivo con calore, (ben al di là di questo ritorno di "pompa"), l'auspicio della Redazione circa "una bella liturgia papale in forma straordinaria".
E mi associo di tutto cuore a questa supplica al Papa, espressa dall’ottimo utente Prof. G. Mori,
(il 21 luglio u.s.):

Beatissimo Padre, celebri Lei una Cappella papale nel Rito straordinario in San Pietro o in San Giovanni in Laterano; Lei è Sommo Liturgo e tutti, in primis i vescovi, devono cogliere nella Liturgia papale l'ars celebrandi che è anche sintesi perfetta della lex orandi e della lex credendi.
-----------

Preghiamo e speriamo che voglia dunque il Santo Padre di celebrare egli stesso una Messa VO, per dare il più autorevole buon esempio possibile a tutti i sacerdoti e prelati, e che vogliano essi seguire la grande strada da lui tracciata:
tutti i ministri di Dio vengano al suo seguito, Santo Padre,
AVANTI VERSO LA LITURGIA DI SEMPRE, perché questa è sicuramente la volontà di Dio, come disse il card. Castrillon Hoyos, riferendo la sua illuminata volontà, che la Messa di S. Pio V fosse celebrata in tutte le parrocchie:
"Tutte le parrocchie. Non molte, ma tutte, perché questo è un dono di Dio".

Giovanna

11 settembre 2009 9.16

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Anonimo ha detto...
Anche io apprezzerei molto il riutilizzo della sedia gestatoria, almeno in qualche caso, magari solo all'interno dove le richiamate esigenze antiterroristiche sono meno pressanti.
Una soluzione equilibrata - che forse accontenterebbe gli uni senza troppo infastidire gli altri) potrebbe essere quella di usare la gestatoria nelle celebrazioni che si svolgono nelle Basiliche Patriarcali, o almeno in San Pietro e San Givanni in Laterano, le due "sedi" del Papa.
Che ne dite?

Luigi

11 settembre 2009 9.19

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Caterina63 ha detto...

Straquoto il pensiero di Areki che condivido....

Faccio altresì notare le parole usate da Benedetto XVI ricevendo i Sediari Pontifici il 13.1.2006 e disse loro:

Il vostro lavoro, pertanto, si inserisce in un contesto dove tutto deve parlare a tutti della Chiesa di Cristo, e deve farlo in modo coerente, imitando Colui che "non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10, 45).

In quest'ottica vanno viste le recenti riforme attuate dai miei venerati Predecessori, in particolare dal Papa Paolo VI, cui spettò l'attuazione delle nuove istanze conciliari. È stato semplificato il cerimoniale, per ricondurlo a una maggiore sobrietà, meglio intonata al messaggio cristiano e alle esigenze dei tempi
.

Il Papa di fatto non conferma ma neppure smentisce una abolizione della Sedia, ma parla di "esigenze dei tempi"....

Tuttavia strano anche il giorno 9 settembre, due giorni fa, il giornale OR abbia pubblicato le "memorie" dell'ultimo sediario ottantenne....con un titolo che sembrerebbe far cadere ogni speranza:
Per il Papa non ci sono più
le spalle di una volta ....

Sono convinta anch'io che l'eventuale ritorno di tale Sedia sarebbe di triplice guadagno per la Chiesa:

1) tutti potrebbero vederlo!
2) la regalità di Cristo tornerebbe a splendere per arginare quel culto alla persona cominciato sfruttando l'immagine atletica di Giovanni Paolo II... dalla Sedia invece prevarrebbe l'onore al VICARIO DI CRISTO e non alla persona del Papa...
3) dignità ed umiltà...come ha spigato l'anonima Giovanna ^__^

il concetto di umiltà oggi si è capovolto imbastardendone il significato, gli onori che il Papa riceve, così come li riceveva un umile padre Pio, sono invece atti di umiltà per colui che li accoglie volgendo lo sguardo al Cristo...

Mi auguro che in questo Anno Sacerdotale il Papa possa celebrare il rito san Pio V...si ottiene più con i gesti che con mille parole!

Fraternamente CaterinaLD



[SM=g1740733]

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