Ti capisco fratello Stefano,
so cosa vuol dire lavorare in proprio, anch'io lavoro in proprio, e so benissimo che siamo in balia di qualche errore contabile commesso ad esempio dai commercialisti, che poi se ne lavano le mani, e nei guai ci resta il titolare.
Investiamo la nostra vita, i nostri soldi, ma non siamo mai garantiti, la mattina ci svegliamo e a differenza di altri, dobbiamo mettere il nostro capitale in gioco per poter lavorare, e per capitale intendo attrezzature, merce, beni immobili vari per poter lavorare con le banche, altrimenti non ti prestano un chiodo, ma le banche voltano le spalle appena si presenta il primo problema, le banche non guardano il lato umano, la serietà dimostrata negli anni, a loro interessano solo i freddi soldi, e sono disposte a buttarti in mezzo alla strada piuttosto che aiutarti nei momenti di bisogno, in virtù della serietà dimostrata negli anni precedenti, la serietà e i valori umani per loro non esistono, esistono solo di soldi e la legge dei soldi, farne quanto più possibile.
E' la nostra mentalità imprenditoriale che ci frega, a volte, ci porta a investire basandoci sulle nostre capacità commerciali e imprenditoriali, siamo fiduciosi nelle nostre capacità e investiamo, prendiamo prestiti in continuazione, per migliorare la nostra attività, e li paghiamo, ma se qualcosa va storto, si rimane soli, in mezzo ad una strada, pieni di rabbia per quanto ci accade, ma fiduciosi nel Signore che lenisce il nostro dolore, lenisce la nostra rabbia, la fa cessare, e ci si chiede PERCHE'.
Perchè mi sta accadendo tutto questo?
Perchè proprio a me?
Perchè nonostante la mia fede la sventura continua a perseguitarmi?
Perchè nonostante le mie preghiere la sventura non si allontana da me?
Non lo so, posso solo intuire che per il Signore siamo preziosi, ci prova in base al nostro carattere, Lui sa cosa è meglio per noi, anche se non vediamo una via d'uscita, vediamo solo MONTAGNE lungo il nostro cammino, insormontabili, invalicabili, ci scoraggiamo, ci avviliamo, e sono benissimo che coloro che non provano le stesse sventure non possono capire veramente, possono soltanto avvicinarsi a capire, ma l'intensità del dolore provato dalla persona direttamente coinvolta non la possono capire pienamente.
Si le parole di conforto ci sono di aiuto, di consolazione, ma il dolore resta, un senso di svuotamento interiore resta, i dubbi sul proprio futuro restano.
E allora che fare?
Perseverare nell'aver fiducia nel Signore, invito tutti i fratelli presenti in questo sito a pregare per te, ma anche per me, perchè è questo che ci insegna Gesù, pregare gli uni per gli altri vicendevolmente.
Fratelli non basta una semplie ed isolata preghiera, bisogna essere costanti, ora se non chiedo troppo dovreste (e dovremmo) dedicare almeno cinque minuti al giorno alla preghiera per i fratelli che ce lo chiedono, questa è vera comunione dei santi, questo è un dovere per il cristiano.
Preghiera costante, insistente, continua, e alla fine otterremo quanto chiediamo, uniamo le nostre preghiere, otterremo prima quanto chiesto.
Così fecere i discepoli quando Pietro era in carcere, come anche per Paolo, e per altri.
Pietro apostolo, pieno di Spirito Santo aveva bisogno delle preghiere dei fratelli?
Non bastavano le sue preghiere?
Evidentemente in quell'episodio troviamo un grande insegnamento di pietà cristiana, di comunione cristiana, pregare gli uni per gli altri, perchè tra gli uomini non c'è nessuno che può dire "bastano le mie preghiere, perchè sono santo" Gesù ci insegna a pregare gli uni per gli altri facciamolo, e chissà che la famiglia del fratello Stefano non si ricomponga, a Dio tutto è possibile.
Preghiamo, impegniamoci qui, pubblicamente a pregare per Stefano e per chiunque abbia bisogno (io ne ho molto bisogno in questo periodo), ma a pregare ogni giorno, non una volta occasionalmente, non sono queste le preghiere efficaci, ma quelle costanti e insistenti.
Pace
Salvatore