Sant'Agostino e il Papa

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Caterina63
00giovedì 27 novembre 2008 23:17
Amici...."qualcuno" sostiene che s.Agostino NON era un vescovo della "attuale" Chiesa Cattolica (Roma) e che Agostino NON conosceva il primato petrino... [SM=g27987] ..leggiamo dalla dalla penna di Agostino che cosa ne pensava, chiediamoglielo a lui..

Omelia 7:


[Il nome di Pietro è simbolo della Chiesa.]


14. E lo condusse a Gesù. Fissandolo, Gesù disse: Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu ti chiamerai Cefa - che vuol dire: Pietro (Gv 1, 42). Non è una gran cosa che il Signore abbia detto a Simone di chi egli era figlio. Che c'è di grande per il Signore? Egli conosceva il nome di tutti i suoi santi, che aveva predestinato prima della creazione del mondo, e ti meravigli che abbia detto ad un uomo: Tu sei il figlio del tale, e ti chiamerai con il tal nome? E' una gran cosa che gli abbia mutato nome, e di Simone abbia fatto Pietro?

Pietro deriva da pietra, e la pietra è la Chiesa: nel nome di Pietro, dunque, era raffigurata la Chiesa. Chi è più sicuro di colui che costruisce sulla pietra? Il Signore stesso lo dice: Chiunque ascolta queste parole che io vado dicendo e le mette in pratica, può paragonarsi ad un uomo accorto che ha costruito la sua casa sulla pietra (cioè, non cede alle tentazioni); è caduta la pioggia, son scesi i torrenti, hanno soffiato i venti e si sono scatenati contro quella casa, ed essa non è crollata; perché era stata costruita sulla pietra. Invece, chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica , può essere paragonato a un uomo insensato che ha costruito la sua casa sulla sabbia; è caduta la pioggia, son scesi i torrenti, hanno soffiato i venti, e si sono abbattuti contro quella casa, ed essa è crollata; e grande è stata la sua rovina (Mt 7, 24-27). A che giova entrare nella Chiesa quando si vuol costruire sulla sabbia? Poiché ascoltando e non facendo, uno costruisce sulla sabbia.

Chi non ascolta non costruisce; chi, invece, ascolta costruisce. L'importante è sapere su che cosa. Chi ascolta e fa, costruisce sulla pietra; chi ascolta e non fa, sulla sabbia. Ci sono due modi di costruire: sulla pietra e sulla sabbia. Che sarà dunque di coloro che non ascoltano? Non corrono alcun rischio? Non corrono alcun rischio perché non costruiscono nulla? Sono nudi sotto la pioggia, esposti ai venti, ai torrenti; quando questi sopraggiungono, se li portano via, prima ancora di abbattere la casa.

C'è quindi una sola sicurezza: costruire e costruire sulla pietra. Se pensi di ascoltare senza mettere in pratica, costruisci, ma costruisci per la rovina: quando verrà la prova, abbatterà la casa, e assieme ad essa travolgerà anche te. Se nemmeno ascolti, ti troverai indifeso di fronte alla prova, che ti abbatterà. Ascolta, dunque, e metti in pratica: è l'unica soluzione. Quanti che ascoltano e non mettono in pratica, forse oggi sono stati trascinati dalla corrente di questa festa! Siccome ascoltano e non mettono in pratica, è sopraggiunta questa ricorrenza annuale come un torrente, che via via si è ingrossato: esso è destinato a scorrere via e a rimanere secco; ma guai a quelli che si son lasciati travolgere! Sappia quindi la vostra Carità che chi ascolta e non mette in pratica, non costruisce sulla pietra, e non appartiene a quel grande nome cui il Signore attribuisce tanta importanza. Egli volle richiamare la tua attenzione. Infatti, se Pietro avesse già avuto prima questo nome, non avresti colto il mistero della pietra e potresti pensare che egli si chiamasse così per caso, non per divina provvidenza. Per questo il Signore volle che prima si chiamasse diversamente, affinché dal cambiamento stesso del nome risaltasse luminosamente il suo disegno.

[SM=g27988]
Caterina63
00sabato 29 novembre 2008 17:26
Vivete come si conviene, soprattutto voi, i biancovestiti di Cristo, novelli battezzati, appena rigenerati, così come vi ho ammonito in precedenza, ed ora ripeto e dichiaro la mia preoccupazione, perché la presente lettura dal Vangelo ha dato posto in me ad un timore più grande; badate a voi stessi, non imitate i cattivi Cristiani. Non dite: Lo farò perché molti credenti lo fanno. Questo non è un disporsi a giustificare l'anima, ma un procurarsi compagni per l'inferno. Crescete in questa aia del Signore; in essa troverete i buoni, di cui anche voi potete essere contenti se anche da parte vostra sarete stati buoni. Non siete infatti il nostro guadagno?

Eretici e scismatici si sono formati delle proprietà dai furti perpetrati al Signore ed hanno voluto pascere con i greggi di Cristo, ma i loro contro Cisto. Apertamente hanno imposto in nome di lui proprio alle loro refurtive, come per difendere le loro prede per mezzo del nome di colui che è potente. Che fa Cristo quando si convertono dei tali che fuori della Chiesa hanno ricevuto il nome del suo Battesimo? Scaccia l'usurpatore, non cambia il nome ed entra in possesso della casa; infatti vi ha trovato il proprio nome. Che bisogno c'è che cambi il nome dato che è il suo? Badano forse a ciò che disse il Signore a Pietro: Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore(Gv 21, 17.)? O che gli ha detto: Pasci i tuoi agnelli, o: Pasci le tue pecore?

Ma, una volta esclusi, che ha detto alla Chiesa nel Cantico dei Cantici? Rivolgendosi alla sposa, lo sposo dice: Se non avrai riconosciuto te stessa, o bellissima tra le donne, esci tu (Ct 1, 7.).




ebbè!!!! [SM=g27987]

queste sono le spiegazioni di Sant'Agostino....

segue il testo integrale


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DISCORSO 146


di S.Agostino
DALLE PAROLE DEL VANGELO DI GIOVANNI
(21, 15-17):
" SIMONE DI GIOVANNI, MI AMI TU? "

L'ufficio del pastore e delle pecore. La nostra eredità, Dio stesso.

1. Dalla lettura odierna la Carità vostra ha notato che cosa sia stato detto a Pietro dal Signore col domandargli: Mi ami? A lui quello rispondeva: Signore, tu sai che ti amo. Questo una seconda, questo una terza volta; ed alle singole frasi di quello che dava la risposta, il Signore diceva: Pasci i miei agnelli. Cristo, che pasceva anche Pietro, raccomandava a Pietro di pascere i suoi agnelli. Pietro infatti che prova poteva dare al Signore soprattutto ora che aveva immortale il corpo ed era sul punto di salire al cielo? Quasi a dirgli: Mi ami? Dimostra in questo che mi ami: Pasci le mie pecore (Gv 21, 15-17.). Perciò, fratelli, ascoltate con docilità che siete le pecore di Cristo, perché anche noi ascoltiamo con timore: Pasci le mie pecore. Se noi guidiamo al pascolo e abbiamo timore per le pecore, le pecore stesse come devono temere per sé?

Perciò a noi deve spettare la cura, a voi l'obbedienza; a noi la vigilanza pastorale, a voi l'umiltà del gregge. Quantunque anche noi, che ci troviamo a parlare da un luogo più alto sotto i vostri occhi, ci troviamo, con il timore, sotto i vostri piedi, dopo che sappiamo che rischio comporti rendere ragione di questa sede quasi eccelsa. Quindi, carissimi, germogli cattolici, membra di Cristo, considerate quale eredità vi sia promessa.

Non tale qual è sulla terra da non poter essere posseduta dai figli se non dopo la morte dei loro genitori. Nessuno infatti sulla terra possiede l'eredità del padre se questi non è morto. Noi, vivendo il nostro Padre, avremo ciò che donerà, perché il Padre nostro non potrà morire. Aggiungo di più, dico di più, e dico il vero: egli stesso, il Padre, sarà la nostra eredità.
Prescrive ai neo-battezzati di guardarsi dai cattivi Cristiani e dagli scismatici.

2. Vivete come si conviene, soprattutto voi, i biancovestiti di Cristo, novelli battezzati, appena rigenerati, così come vi ho ammonito in precedenza, ed ora ripeto e dichiaro la mia preoccupazione, perché la presente lettura dal Vangelo ha dato posto in me ad un timore più grande; badate a voi stessi, non imitate i cattivi Cristiani. Non dite: Lo farò perché molti credenti lo fanno. Questo non è un disporsi a giustificare l'anima, ma un procurarsi compagni per l'inferno. Crescete in questa aia del Signore; in essa troverete i buoni, di cui anche voi potete essere contenti se anche da parte vostra sarete stati buoni. Non siete infatti il nostro guadagno?

Eretici e scismatici si sono formati delle proprietà dai furti perpetrati al Signore ed hanno voluto pascere con i greggi di Cristo, ma i loro contro Cisto. Apertamente hanno imposto in nome di lui proprio alle loro refurtive, come per difendere le loro prede per mezzo del nome di colui che è potente. Che fa Cristo quando si convertono dei tali che fuori della Chiesa hanno ricevuto il nome del suo Battesimo? Scaccia l'usurpatore, non cambia il nome ed entra in possesso della casa; infatti vi ha trovato il proprio nome. Che bisogno c'è che cambi il nome dato che è il suo? Badano forse a ciò che disse il Signore a Pietro: Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore(Gv 21, 17.)? O che gli ha detto: Pasci i tuoi agnelli, o: Pasci le tue pecore?

Ma, una volta esclusi, che ha detto alla Chiesa nel Cantico dei Cantici? Rivolgendosi alla sposa, lo sposo dice: Se non avrai riconosciuto te stessa, o bellissima tra le donne, esci tu (Ct 1, 7.).

Quasi a dire: Non sono io a farti uscire, esci tu, se non avrai riconosciuto te stessa, o bellissima tra le donne, se non avrai riconosciuto te nello specchio della divina Scrittura, se, o bellissima donna, non avrai fatto attenzione allo specchio che non t'inganna con falso splendore; se non avrai riconosciuto che cosa di te è stato detto: Su tutta la terra la tua gloria (Sal 46, 12.); che di te è stato detto: Ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra (Sal 2, 8.), ed altre innumerevoli testimonianze che raccomandano la Chiesa cattolica.

In conseguenza, se non avrai riconosciuto, non hai parte, non puoi fare di te l'erede. Perciò: Esci tu sulle orme dei greggi, non nella società del gregge: e pasci i tuoi capretti (Ct 1, 7.), non come è stato detto a Pietro: Le mie pecore. A Pietro fu detto: Le mie pecore; agli scismatici è detto: I tuoi capretti. Qui le pecore, là i capretti; qui le mie, là i tuoi.

Ripensate alla destra e alla sinistra del nostro giudice; richiamate alla memoria dove staranno i capretti e dove le pecore (Mt 25, 33.), e vi si mostrerà evidente dov'è la destra, dove la sinistra, la candida e la scura, la luminosa e la tenebrosa, la bella e la deforme, quella che riceverà il regno e quella che incorrerà nella pena eterna.

Amen!

Sant'Agostino - Vita, Scritti, Pensiero, Santità, Attualità
www.sant-agostino.it/
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Vogliamo essere veramente segno di contraddizione?

“Altro non vi dico (…) Non vorrei più parole, ma trovarmi nel campo della battaglia, sostenendo le pene, e combattendo con voi insieme per la verità infino alla morte, per gloria e lode del nome di Dio, e reformazione della Santa Chiesa…”
(Santa Caterina da Siena, Lettera 305 al Papa Urbano VI ove lottò fino alla morte per difendere l’autorità del Pontefice)

Caterina63
00lunedì 2 febbraio 2009 07:47
Ho trovato questo interessante Libro di Agostino.....che tratta sempre le questioni fra i Pelegiani e i Manichei e...questa volta...in difesa proprio della Chiesa Cattolica..ed anche verso il clero Romano che viene messo sotto accusa dai Pelagiani....
io inserirò un pezzo...voi cliccate poi sul collegamento per la lettura intera....[SM=g1740721]
Due errori opposti, entrambi detestabili.

2. 4. La smettano dunque i pelagiani di rinfacciare ai cattolici d'essere quello che non sono, ma essi stessi piuttosto si affrettino ad emendare quello che sono, né vogliano passare per amabili con l'avversare l'odioso errore dei manichei, ma riconoscano d'essere meritamente odiosi per non rivoltarsi contro il proprio errore. Possono infatti i due errori essere contrari tra loro, ma sono da detestare ambedue, perché sono ambedue contrari alla verità. Infatti, se la ragione di dover amare i pelagiani fosse che costoro odiano i manichei, anche i manichei sarebbero da amare perché odiano i pelagiani. Ma non sia mai che la Cattolica, la quale è madre, scelga di amare gli uni perché odiano gli altri, poiché per volontà del Signore e con il suo aiuto deve evitare gli uni e gli altri e desiderare di guarire gli uni e gli altri.

L'accusa di prevaricazione lanciata contro il clero romano dai pelagiani.

3. 5. Costoro attaccano per giunta i chierici romani scrivendo: "Per paura di un editto non si vergognarono di commettere un crimine di tradimento, così da dichiarare successivamente che la natura umana è cattiva, contro la propria precedente sentenza con la quale avevano sostenuto in giudizio il dogma cattolico". La verità è piuttosto un'altra: i pelagiani si erano illusi con la falsa speranza di poter far accettare alla coscienza cattolica di alcuni romani il nuovo ed esecrabile dogma pelagiano o celestiano in un momento in cui, sembrando che quelle teste, benché pervertite da un nefando errore e non tuttavia disprezzabili, si dovessero correggere amorevolmente piuttosto che condannare sbrigativamente, furono trattate un po' più blandamente di quanto domandava la disciplina della Chiesa un po' più severa. Nel correre infatti e nel ricorrere di tanti e così importanti scritti ecclesiastici tra la Sede Apostolica e i vescovi africani, nella celebrazione anche di un processo su questa causa presso quella Sede dov'era presente e replicava Celestio, quale lettera mai si trova da parte del Papa Zosimo di veneranda memoria, quale mai sentenza interlocutoria, dove abbia comandato di dover credere che l'uomo nasce senza nessun vizio di peccato originale? Non l'ha mai detto assolutamente in nessuna occasione, non l'ha mai scritto assolutamente in nessun documento.

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