Sr. Mary Helen MacKillop è la prima santa australiana (1842-1909)

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Caterina63
00giovedì 14 gennaio 2010 19:47
La religiosa nata il 15 gennaio 1842 sarà la prima santa australiana

Mary Helen MacKillop
una vita per gli ultimi


di Stefano Girola


In un angolo della buia cella sedeva un condannato a morte per omicidio, in attesa dell'esecuzione. Era considerato uno dei peggiori criminali della colonia. Il vescovo di Adelaide era andato a visitarlo insieme a dei preti, ma il condannato aveva reagito come un leone e dovette essere incatenato. Fu allora che due suore in abiti umili si presentarono ai guardiani della prigione e chiesero di poter entrare nella cella per pregare con Fagan. Le guardie cercarono di dissuaderle dal visitare quella "bestia", ma le donne erano insistenti.

Entrarono e pregarono. Una delle suore, commossa, cominciò a piangere. A quel punto il condannato si inginocchiò e pregò insieme a loro. Secondo un giornale dell'epoca, "Fagan diventò gentile come un agnello". La suora lo convinse a confessarsi e a ricevere la comunione. Prima dell'impiccagione, chiese alle autorità di poterlo accompagnare sul patibolo, ma il permesso non fu accordato. Questa donna, che per tutta la vita non smise mai di credere nella dignità di ogni essere umano, sarà la prima santa nella storia del cattolicesimo australiano.

Mary Helen MacKillop nacque il 15 gennaio del 1842 nel sobborgo di Fitzroy a Melbourne. Era la maggiore degli otto figli di Alexander MacKillop e Flora McDonald. I genitori erano emigrati dalla Scozia inseguendo il sogno della prosperità, che inizialmente sembrò realizzarsi. Ma gli sconsiderati progetti finanziari del padre portarono presto la famiglia alla povertà e alla continua precarietà abitativa.

Appena raggiunta l'adolescenza e dopo aver ricevuto una buona istruzione dal padre, ex seminarista a Roma, Mary dovette lavorare come commessa, quindi governante e insegnante, per provvedere ai bisogni della famiglia. Un ruolo che svolse con straordinaria maturità e abnegazione, ma che presto cominciò a scontrarsi con il crescere di una vocazione profonda alla vita religiosa.

Un periodo di insegnamento in una scuola elementare cattolica nel remoto paesino di Penola nel South Australia, nel 1860, fu la svolta decisiva nella vita di Mary MacKillop. Qui Mary incontrò il parroco locale, J. E. Tenison-Woods, che da tempo sognava di fondare un nuovo Ordine religioso per provvedere all'istruzione religiosa dei bambini nell'outback. La sua responsabilità pastorale si estendeva infatti su un'area di circa 52.000 chilometri quadrati.

Erano anni cruciali nella storia della Chiesa in Australia. A partire dagli anni Cinquanta dell'Ottocento, molti Governi coloniali avevano smesso di finanziare le scuole private, prevalentemente cristiane, per introdurre gradualmente un sistema scolastico interamente pubblico e laico. Quello del South Australia fu il precursore di questa politica, interrompendo i finanziamenti pubblici alle scuole religiose nel 1851.

Per la Chiesa cattolica, composta in maggioranza da immigrati irlandesi delle classi sociali più povere, fu un colpo durissimo. Le nuove tendenze governative mettevano a rischio la sopravvivenza delle scuole cattoliche e quindi, in una società prevalentemente protestante, la trasmissione stessa della fede e della cultura cattolica alle nuove generazioni.
Spesso discriminati nelle scuole statali, molti bambini cattolici preferivano non frequentare le scuole, riducendo ancora di più le loro possibilità di ascesa sociale.

Quando Mary arrivò a Penola, la Chiesa del South Australia cercava con enorme difficoltà di tenere in funzione le sue poche scuole nella colonia, frequentate da studenti le cui famiglie erano impossibilitate a pagare una retta. La preoccupazione per il futuro di questi bambini divenne presto l'oggetto principale delle frequenti discussioni fra la giovane e pia insegnante e il parroco locale.
Approfondendo sempre di più la sua vocazione religiosa alla luce del suo forte senso di giustizia e compassione per gli ultimi, Mary MacKillop accettò l'invito del parroco a far parte di un nuovo Ordine religioso.

Con il nuovo nome di Mary of the Cross, nel marzo del 1866 Mary divenne il primo membro delle Sisters of St Joseph of the Sacred Heart. Molte giovani donne presto la imitarono, intenzionate come lei a dedicare la propria vita all'istruzione dei bambini più poveri e a vivere esse stesse una vita di assoluta povertà, totalmente dipendente dalle elemosine e dalla generosità dei benefattori.
La prima scuola delle Sisters of St Joseph fu aperta a Penola nello stesso anno, in una ex stalla caduta in disuso e ristrutturata dal fratello di Mary.

Dopo l'approvazione del vescovo di Adelaide, monsignor Laurence Sheil, l'Ordine continuò a crescere, diffondendosi in varie parti del South Australia. Ma già durante la prima fase di espansione sorsero dei problemi. Quando Tenison-Woods divenne responsabile di tutte le scuole cattoliche del South Australia, emersero contrasti fra di lui e fra alcuni preti della diocesi.
La "creatura" di Tenison-Woods, ossia le Sisters of St Joseph, divenne il capro espiatorio di questi conflitti.

A questo va aggiunto che non tutti, anche all'interno della Chiesa australiana, apprezzavano la scelta di vita di queste suore. Voci critiche sostenevano che il compito delle suore dovesse rispecchiare i modelli europei:  educare le giovani ragazze delle classi medio-alte nelle città, dando molto spazio all'insegnamento delle virtù e della dottrina cattolica, allo studio della musica e della lingue classiche europee oltre che del francese.

La presenza delle giovani suore vestite con abiti poverissimi, che elemosinavano sulle strade di Adelaide o nei remoti paesini del bush e che insegnavano a bambini coperti di stracci, era motivo di scandalo anche per molti cattolici. Costretta, dietro consiglio medico, ad assumere periodicamente delle modiche quantità di brandy, per alleviare dolori cronici che la tormentarono per la maggior parte della sua vita, Mary MacKillop venne ingiustamente accusata di alcolismo.

Il risultato di tutto ciò fu che il 22 settembre 1871 il vescovo di Adelaide la scomunicò:  una sentenza che fu vissuta dalla giovane suora, secondo la sua biografa Lesley O'Brien, con più dolore di una condanna a morte. La maggior parte delle scuole gestite dalle Sisters of St Joseph venne chiusa e l'Ordine fu quasi del tutto smantellato.

Rifiutandosi di difendersi e di appoggiare anche indirettamente le campagne pubbliche di critica verso il vescovo, Mary visse la sua esclusione dalla Chiesa con un riserbo che commosse chi venne a contatto con lei in quel doloroso periodo. Il 21 febbraio 1872, nove giorni prima di morire, resosi infine conto dell'ingiustizia perpetrata contro le Sisters of St Joseph, il vescovo di Adelaide cancellò la scomunica.

L'Ordine tornò presto a rifiorire e a diffondersi in altre colonie, sotto la direzione della Casa Madre di Adelaide, con Mary come superiora e padre Tenison-Woods come direttore spirituale. Per dare più sicurezza al suo Ordine, nel 1873 Mary si recò in Europa con l'intento di chiedere a Pio ix l'approvazione ufficiale delle Sisters of St Joseph e della loro Regola.

Le autorità vaticane approvarono il nuovo Ordine religioso ma decisero di chiedere delle modifiche alla Regola inizialmente redatta da padre Tenison-Woods. Il parroco credette che Mary non si fosse impegnata a sufficienza per fare approvare la sua Regola. Il profondo rapporto spirituale fra i due cominciò a incrinarsi fino ad arrivare una completa rottura che fu causa di dolore per entrambi.
Nel marzo del 1875 Mary, tornata in Australia, venne ufficialmente eletta dalle sue consorelle Superiora Generale dell'Ordine delle Sisters of St Joseph. Viaggiando a cavallo o in diligenza, fin nelle zone più remote e inospitali, Mary e le sue suore cominciarono ad ampliare la loro opera caritativa.

Oltre alle scuole elementari cattoliche, esse fondarono orfanotrofi, ricoveri per senza-tetto, malati terminali, anziani, ex carcerati ed ex prostitute che volevano rifarsi una vita. In un'epoca in cui il Welfare State non era ancora stato inventato, l'attenzione che le Sisters of St Joseph dedicarono a queste categorie sociali era del tutto eccezionale.

Tuttavia, la diffusione dell'Ordine in tutta l'Australia causò ulteriori frizioni fra Mary MacKillop e altri rappresentanti della Chiesa locale. A Brisbane, il vescovo James Quinn, mal sopportava un Ordine religioso interamente dipendente dalla casa madre nella lontana Adelaide. I suoi tentativi di portare l'Ordine sotto stretto controllo diocesano portarono a nuove tensioni, con il risultato che le Sisters of St Joseph decisero di abbandonare temporaneamente il Queensland. Ulteriori contrasti con il nuovo vescovo di Adelaide, monsignor Christopher Reynolds, portarono nel 1883 al trasferimento della casa madre da Adelaide a Sydney.

Anche dopo avere lasciato il suo ruolo di superiora nel 1885, Mary continuò nei suoi viaggi per fondare nuove scuole o per portare conforto e assistenza alle sue consorelle spesso impegnate in compiti difficili e tra grandi difficoltà materiali.
 
L'Ordine si radicò anche nella vicina Nuova Zelanda, dove Mary si recò più volte. Nella sperduta località di Matata, visitò consorelle che sopravvivevano grazie alla generosità dei maori, che le rifocillavano con pesce e altra selvaggina. Fu proprio in Nuova Zelanda, nel 1901, che il primo di una serie di ictus si abbatté su un corpo stremato da anni di duro lavoro e viaggi faticosi, intrapresi per sostenere ed espandere il suo Ordine al servizio dei poveri.
Pur conservando le sue facoltà mentali, Mary divenne progressivamente invalida e passò gli ultimi anni su una sedia a rotelle, circondata dall'affetto e dalle cure delle sue consorelle e sostenuta dalla sua profonda fede.

L'8 agosto del 1909, mentre padre Thomas Lee stava celebrando la messa ad Adelaide, i fedeli notarono che durante la Consacrazione il sacerdote esitò e si bloccò improvvisamente, guardando un punto imprecisato di fianco all'altare. Alla fine della celebrazione, egli si recò in sacrestia molto turbato. Le suore presenti gli chiesero se stesse male. Lui con calma rispose:  "No, ma Mary è morta". Incredule, gli chiesero come potesse saperlo. Padre Lee rispose che l'aveva vista di fianco all'altare, durante la celebrazione, con il più bello dei sorrisi. In quella stessa ora, a migliaia di chilometri di distanza da Adelaide, Mary MacKillop stava morendo a Sydney nel convento di Mount Street, dove oggi è sepolta.

Pochi giorni prima della sua morte, il primo cardinale australiano, Patrick Francis Moran, la visitò per benedirla e incoraggiarla. Mentre stava per uscire, disse ai presenti:  "Credo di essere stato, oggi, al capezzale di un santo". Il funerale di Mary MacKillop fu celebrato a Sydney l'11 agosto, con una partecipazione popolare senza precedenti.

Tra i molti a esprimere cordoglio per la sua scomparsa, anche protestanti ed ebrei, alcuni dei quali avevano generosamente sostenuto le opere caritative delle Sisters of St Joseph.

Con una manifestazione di pietà assai inusuale nella colonia australiana, molti fedeli cercarono di toccare il corpo di Mary MacKillp con rosari e altri oggetti pii. In modo ancor più inconsueto, altri portarono via dei mucchietti di terra dalla tomba, mentre la bara veniva calata nel terreno. I poveri di Sydney e tutti quelli che erano stati toccati dalla sua grande fede e umanità
, non avevano dubbi che fosse appena morta una santa. Ora Mary MacKillop, o Mary of the Cross, Maria della Croce, lo sarà anche per la Chiesa universale.


(©L'Osservatore Romano - 15 gennaio 2010)
Caterina63
00martedì 19 ottobre 2010 13:02
Omelia del cardinale arcivescovo di Sydney in San Paolo Fuori le Mura

Mary MacKillop contro ogni ostacolo


Pubblichiamo l'omelia che il cardinale arcivescovo di Sydney ha pronunciato, oggi, nella basilica papale di San Paolo Fuori le Mura, durante la celebrazione eucaristica per gli ottomila pellegrini australiani giunti a Roma in occasione della canonizzazione della prima santa australiana, Mary MacKillop, avvenuta, ieri, domenica.

di George Pell

Più di 8.000 australiani in piazza san Pietro e centinaia di migliaia nel mondo hanno assistito ieri a un grande momento della nostra storia.

Papa Benedetto XVI ha presieduto la canonizzazione della nostra prima santa, st. Mary of the Cross. Per noi è stato un momento di umiltà e anche di orgoglio.

L'Australia, Paese giovane con una popolazione cattolica minoritaria, ha fatto del bene, ma non ha ancora posto rimedio agli errori commessi verso le nostre sorelle e i nostri fratelli aborigeni.

Siamo molto fortunati a ottenere la nostra prima santa così presto nella nostra storia. Ci sentiamo umili perché questa donna soffrì tanto e fu trattata molto male in numerosi occasioni dai suoi concittadini australiani.

Ci sentiamo orgogliosi perché la nostra prima santa nutriva una fede straordinariamente profonda e una speranza che le permise di perseverare attraverso ogni prova.

Mary MacKillop rispettò e amò le persone anche se si comportavano nel peggiore dei modi perché riusciva ad andare oltre le loro azioni erronee, i loro errori, e a vedere in loro la dignità della persona umana, il Cristo nascosto. Risolveva le difficoltà sempre con rispetto, carità e verità.

Mary MacKillop è nota per avere parlato di una pace interiore che nessun dolore riusciva a scalfire. Guardare tutte quelle persone riunite a san Pietro mi ha ricordato di quando ero giovane e sciocco e dicevo sempre che gli australiani non erano così pessimi da aver bisogno di un santo. Per fortuna, sono migliorato e ho cambiato idea, almeno su questo tema.

Tutti abbiamo bisogno di santi. I cattolici riconoscono Mary MacKillop come una di loro. Tutta l'Australia riconosce Mary MacKillop come una sua concittadina. Non è facile divenire santi nonostante ciò che alcuni critici sostengono, equivocano o semplicemente rifiutano di riconoscere. È difficile seguire nella vita gli insegnamenti di Cristo in maniera eroica.

Il Vaticano svolge un esame dettagliato nel corso di molti anni. Non si tratta di una gara di popolarità, né della ricerca di un talento. I santi non vengono fatti, ma riconosciuti per la santità della loro vita. I santi devono affrontare le sfide del loro tempo, rispondere loro e promuovere un rinnovamento religioso.

Mary offrì educazione e istruzione religiosa a molti giovani poveri, soprattutto nelle zone rurali.

Mary MacKillop è al centro della tradizione cattolica. È stata insolita nella fede e nella preghiera, nella sua capacità di ispirare gli altri a unirsi a lei, nella sua capacità di perdonare, nonché nella lealtà verso le sue suore e la gerarchia della Chiesa, che non sempre la trattava bene.

Cercò a Roma e nel Papa protezione e la ricevette. Mi chiedo quanti avrebbero avuto la forza di affrontare le difficoltà che ha incontrato Mary e restare ancora credenti. Scomunicata da un vescovo mal consigliato e clamorosamente sconsiderato, maltrattata da un altro vescovo che si potrebbe descrivere soltanto come un provocatore, accusata di immoralità, irresponsabilità finanziaria e antagonismo verso i sacerdoti, rimase fedele a Cristo, leale ai sacerdoti e obbediente ai vescovi.

Mary MacKillop non aveva certamente un carattere debole, nonostante per molti anni la sua salute sia stata cagionevole. Manteneva le sue posizioni, ma sempre con carità e calma.

Desiderava fare la volontà di Dio e vi riuscì in modo splendido. Per questo motivo Dio ha benedetto i suoi sforzi con frutti tanto abbondanti. Grazie alla sua fede salda fu tenace nell'aderire ai propri piani, nel rifiutare di abbandonare i suoi principi. Penso che Mary MacKillop sia così tanto accettata da cattolici e da non cattolici perché era naturalmente molto buona, ma anche molto normale, affatto eccentrica o pretenziosa.

Rivendichiamo i suoi punti di forza e le sue qualità come tipicamente australiani. Seguendo questo evento storico spero che i nostri giovani, in particolare, trovino motivi per ammirare Mary e imitarne il coraggio, la determinazione, la fede, la speranza e la carità. Ha perseverato nonostante le avversità, resistito alle ingiustizie in modo risoluto, perdonato quanti l'hanno trattata ingiustamente e ha seguito una vita di fede e di preghiera. È un'ispirazione per noi e rimarrà tale per tutte le prossime generazioni di australiani.

Mary direbbe: «Non guardare mai un bisogno senza intervenire». Spero che tutte le prossime generazioni ricordino quelle parole perché sono le parole di una santa.

Infine, ieri, nel corso dell'antica cerimonia, ho ricordato le semplici parole che nell'agosto del 1909, a Sydney, il cardinale Patrick Moran pronunciò al capezzale di Mary of the Cross. Disse alle suore: «La sua morte recherà molte benedizioni, non solo a noi, e alla sua congregazione, ma a tutta la Chiesa australiana». E congedandosi aggiunse: «Oggi sono stato al capezzale di una santa».

Infatti era così.


(©L'Osservatore Romano - 18-19 ottobre 2010)

VATICAN CITY, VATICAN - OCTOBER 17:  A general view of St Peter's Basilica during a Canonisation ceremony celebrated by Pope Benedict XVI in St. Peter's square, on October 17, 2010 in Vatican City, Vatican. The pontiff today named six new Saints; Stanislaw Soltys, Andre  Bessette, Candida Maria de Jesus Cipitria y Barriola of Spain, Mary of the Cross (Mary Helen) MacKillop, Giulia Salzano and Battista Camilla da Varano.


ALTERNATIVE CROP OF PPC115 -Pope Benedict XVI arrives, in St. Peter's square at the Vatican to lead a Canonization Mass, Sunday, Oct. 17, 2010. The Pontiff gave Australia its first saint on Sunday, canonizing a 19th-century nun and also declaring five other saints in a Mass attended by tens of thousands of people. At left, on St. Peter's basilica facade, is displayed the tapestry of Mary MacKillop, Australia's first saint.


The tapestry of Saint Mary of the Cross Mckillop, of Australia, is displayed on the on the facade of St. Peter's Basilica during a Canonization Mass celebrated by Pope Benedict XVI in St. Peter's square at the Vatican, Sunday, Oct. 17,  2010.
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