L’ultima grande cattolica di Germania: Teresa Neumann, la dolce “piaga” sulla terra bavarese
Posted on 23/04/2013
Una contadina. Segno di contraddizione.Una donna investita dall’irruzione del divino sulla terra.Una mistica che sfida la Grande Orgogliosa: la Chiesa tedesca.Una piaga viva e sanguinolenta nel cuore della Bavaria.
L’ultima grande cattolica di Germania
Sono convinta che una donna non possa che essere cristiana. In nessuna altra religione le donne hanno avuto un ruolo fondamentale e di primo piano come in quella della Croce. Sono altresì convinta che una donna non possa che essere cattolica. Nelle altre confessioni cristiane, infatti, le donne hanno dei “contentini” nei ruoli di potere in senso stretto, mondano, anche se in compiti pastorali, nel Cattolicesimo le donne portano sulle proprie spalle il mondo e la Chiesa.
“Papale Papale” si occupa spesso di figure femminili. Infatti questo articolo è dedicato a Maria Teresa Neumann, conosciuta dal mondo come la “stigmatizzata bavarese”.
SERIA EDUCAZIONE CATTOLICA E LAVORO DURO
Una contadina travolta dall’irruzione del divino: Teresa Neumann di Bavaria
Teresa nacque a Konnersreuth, un cittadina bavarese, ovviamente, l’8 aprile, venerdì santo, del 1898. Passò in quella piccola città tedesca tutta la sua esistenza. Infatti vi morì, in fama di santità, il 18 settembre del 1962. Ricevette il sacramento del Battesimo il giorno di Pasqua, il 10 aprile. Un segno del Cielo? Vedremo più avanti che tutta la vita di Teresa fu ricca di segni e favori celesti.
Teresa era la più grande di undici figli. I suoi genitori, Ferdinand Neumann e Anna Grillmeier, onorarono il sacramento del matrimonio: trasmisero a tutti i figli la Fede cattolica, insegnando loro a mettere al centro delle loro vite la Santissima Eucaristia, la recita quotidiana del Santo Rosario, il rispetto per i sacerdoti e i consacrati, l’obbedienza alla Chiesa. La stessa Teresa racconterà che restava ammirata nel vedere con quanta devozione i suoi genitori assistevano alla Santa Messa. Lo tengano bene in mente tutti gli sposi cristiani: genitori santi fanno figli santi. Nonostante la povertà e le privazioni materiali, il padre era sarto e la madre contadina, Teresa e i suoi fratelli – essendo la più grande molto spesso erano affidati alle sue cure – crebbero nella serenità e in buona salute.
Nel 1908 ricevette il sacramento della Confermazione; l’anno seguente, vestita da sposa, ricevette la Prima Comunione. Nel 1912, dopo aver frequentato con profitto la scuola primaria, iniziò a lavorare come domestica per aiutare la numerosa famiglia. Continuò comunque la scuola domenicale di catechismo. Era una giovane donna energica e indipendente. Il lavoro duro non la spaventava. Come le sue sorelle aveva dei pretendenti, ma lei non era interessata. Manifestò, infatti, ai genitori il desiderio di diventare suora missionaria. Ma non poté entrare in convento a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Suora, per vari motivi, non lo diventerà mai: il Signore e la Madonna avevano altri progetti per lei. Non si sposò mai: si sentì sempre “vergine Sposa del Signore”.
ARRIVA LA PROVA, MA IL SIGNORE LA PREPARA PER UNA GRANDE MISSIONE
L’altra Teresa, la santa carmelitana di cui la Neumann era devota.
Il suo grande modello fu Santa Teresa di Gesù Bambino. Quando aveva sedici anni il padre le regalò una foto dell’umile suora carmelitana che all’epoca non era neppure beata. Fu così che Teresa di Konnersreuth – così è conosciuta in Baviera – divenne una grandissima devota di Teresa di Lisieux, la quale ricambiò l’affetto ottenendo da Dio importanti grazie per la giovane bavarese. Questo dimostra come sbagliano quei teologici moderni che negano la Comunione dei Santi.
Il 10 marzo del 1918 – nello stesso anno, l’altro grande stigmatizzato del XX secolo, Padre Pio da Pietrelcina, ricevette, in settembre, la stigmate visibili – scoppiò un incendio nella fattoria vicina a quella in cui Teresa lavora. Lei fu la prima ad arrivare per dare una mano a spegnere l’incendio. A causa dello sforzo fatto nel trasportare, più volte, avanti e indietro, due grossi secchi d’acqua alla volta, Teresa riportò il danneggiamento della seconda e terza vertebra lombare con compressione del midollo. Inizialmente ebbe disturbi alle gambe: non riusciva più a camminare. I dolori divennero sempre più forti e si sparsero in tutto il corpo. Nel giro di un anno divenne paralizzata dal collo in giù. I suoi genitori si prendevano cura di lei.
Estasi della Neumann. La Croce è diventata strumento di Grazia per lei. E per noi?
Durante tale periodo, inoltre, perse la vista. Una mattina fu adagiata in una sedia mentre le stavano rifacendo il letto: dopo pochi minuti cadde per terra sbattendo violentemente la testa. Rimase per molti giorni in uno stato comatoso e i familiari credettero che la sua morte fosse vicina. Invece Teresa si risvegliò, ma completamente cieca. I medici diagnosticarono un’incurabile lesione del nervo ottico.
Nonostante tutte queste sofferenze, i familiari, gli amici e il parroco non sentirono mai Teresa lamentarsi: offriva tutto per le anime sante del Purgatorio e per la conversione dei peccatori. All’epoca nessuno capì che Dio la stava preparando a conformarsi completamente al Cristo Crocifisso.
L’ “AMICA” TERESA SI RICORDA DI LEI…
La Neumann: una semplice contadina strumento privilegiato nelle mani di Dio
La mattina del 29 aprile del 1923, Teresa sentì una mano invisibile che sfiorava il cuscino. Si svegliò di soprassalto e si accorse che aveva riacquistato la vista. In quello stesso giorno, la Chiesa proclamò beata suor Teresina di Lisieux.
Circa due anni dopo, il 17 marzo del 1925, i genitori sorpresero Teresa con gli occhi fissi sul soffitto, mentre “parlava” con qualcuno. Non ci fecero caso, pensarono che la figlia delirasse a causa dei fortissimi dolori. Il 7 maggio dello stesso anno, Teresa, dopo aver recitato il rosario, si alzò dal letto con le sue gambe, non avendo più alcuno dolore: era misteriosamente guarita. In quello stesso giorno, papa Pio XI inserì nel canone dei santi il nome della beata suor Teresina di Lisieux.
In seguito, Teresa di Konnersreuth spiegò che il 17 marzo ricevette una “visita” di Teresa di Lisieux. La piccola grande santa carmelitana confermò a Teresa che la mano invisibile che le sfiorò il cuscino, due anni prima, era proprio la sua. Le annunciò, inoltre, la completa guarigione per il giorno della propria canonizzazione. La Santa si congedò dicendole che presto, per volontà del Signore, avrebbe ricevuto qualcosa che nessun medico avrebbe potuto curare. Teresa si affidò completamente alla volontà di Nostro Signore, sicura che gli aiuti della Madonna e di Santa Teresina non le sarebbero mai mancati.
CON UNA SPADA NEL CUORE…
La straziante Passione di Teresa durante un Venerdì Santo
L’anno seguente, il 1926, nella notte tra giovedì 4 marzo e venerdì 5 marzo, Teresa ebbe la visione di Cristo nell’orto degli Ulivi. Il Signore, angosciato, pregava il Padre in ginocchio – oggi invece ci sono sacerdoti che non si inginocchiano davanti al Tabernacolo – mentre gli apostoli dormivano. Teresa sentì il desiderio di volerLo consolare. In quel momento, Gesù alzò il capo e diresse lo sguardo verso di lei. Proprio in quel mentre, Teresa percepì come se una spada affilata le trapassasse il cuore. Si ritrovò nella sua stanza, a letto, con una profonda ferita nel petto che grondava sangue.
È il dono mistico della transverberazione, la “spada che trapassa l’anima”profetizzata dal vecchio Simeone alla Madonna durante la Presentazione al Tempio. Tale fenomeno, solitamente, precede l’impressione delle stigmate della Crocifissione. San Pio da Pietrelcina, per esempio, ricevette il dono della transverberazione il 6 agosto 1918, festa della Trasfigurazione del Signore; il 20 settembre dello stesso anno, come già accennato, le piaghe della Crocifissione.
Nessun medico è riuscito a spiegare i fenomeni di cui era protagonista la Neumann.
La ferita che Teresa aveva ricevuto sanguinava copiosamente da venerdì sino a domenica mattina. I dolori al costato erano così forti che la mistica doveva restare ferma a letto. Il 26 marzo del 1926, venerdì santo, Teresa cadde nuovamente in estasi, sotto gli occhi dei familiari e di padre Franz Naber, curato del paese e suo confessore. Durante l’estasi vide tutta la dolorosa Passione del Signore, dal Getsemani al Golgota. Al suo “risveglio”, sotto gli occhi di tutti, comparvero anche le cinque piaghe della Crocifissione, che grondarono sangue sino alla domenica di Pasqua.
Da allora, sino alla sua morte, ogni venerdì, Teresa riviveva la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo, in particolare durante la Settimana Santa. Inoltre, dalle ore 15 del pomeriggio, sempre di venerdì, orario della morte di Gesù, il cuore di Teresa smetteva di battere, per poi riprendere all’alba della domenica successiva. Quando riviveva la Passione di Gesù, il corpo non perdeva sangue solamente dalle ferite, ma anche da altre parti, occhi compresi.
LE STIGMATE NON SONO MIRACOLI
Passione
Permettetemi di soffermarmi un attimo sulle questione delle stigmate in generale, per smentire un grande equivoco. Ogni volta che un membro della Chiesa riceve tale dono mistico, immediatamente si grida al “miracolo”. Niente di più sbagliato. La risposta della Chiesa sulla stigmatizzazione è inequivocabile: le stigmate non sono miracoli. Per capire bene questa affermazione, è necessario riferirsi alla spiegazione di miracolo data dal più grande teologo di tutti i tempi, San Tommaso d’Aquino, ripresa e approfondita dal Concilio Ecumenico Vaticano I.
La sua gioia, il suo unico pasto per oltre 35 anni: la comunione quotidiana. Non toccò altro cibo. Un rompicapo insoluto per gli scienziati: come è riuscita a sopravvivere?
«Aliquid dicitur esse miraculum, quod sit praefer ordinem totius naturae creatae», scrive l’Aquinate nella “Summa Theologiae” (cfr. I. P.). «Hoc autem non potest facere nisi Deus, quia quidquid facit Angelus, vel quaecumque alia creatura propria virtute, hoc fit secundum ordinem naturae creatae, et sic non est miracolum». Ovvero, il miracolo è un prodigio che soltanto ed esclusivamente Dio può fare, un fatto compiuto al di là delle leggi naturali, a dimostrazione dell’Onnipotenza divina su tutto il creato. La dottrina cattolica non ammette una concezione più ampia del concetto di miracolo. Qualche esempio pratico. Sono miracoli: il ritorno alla vita di un morto, la moltiplicazione istantanea di qualunque cosa, il cambiamento di sostanza (transustanziazione) di qualcosa, un concepimento verginale (senza sperma), etc…
Perché le stigmate, se pur – quando sono autentiche – di origine soprannaturale, non sono miracoli? Perché anche un angelo può ferire in quel modo un corpo umano. Infatti, sino al XX secolo, la stigmatizzazione era conosciuta come “assolto del serafino”. Infatti fu un serafino a imprimere le stigmate nel corpo di San Francesco d’Assisi – colui che, a detta di molti storici, è il primo stigmatizzato nella storia della Chiesa – mentre si trovava sul monte della Verna, il 14 settembre 1224 (cfr. F.F.).
Passione ed estasi in Teresa
La Chiesa ha elevato agli onori degli altari alcuni stigmatizzati:San Francesco d’Assisi, Santa Caterina da Siena, Santa Caterina de’ Ricci, Santa Teresa d’Avila, San Carlo da Sezze, Santa Margherita Maria Alacoque, Santa Veronica Giuliani, San Paolo della Croce, Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, Santa Faustina Kowalska, Santa Gemma Galgani, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, San Pio da Pietrelcina e le beate Anna Katharina Emmerick e Anna Rosa Gattorno. Ebbene, solamente nei casi del “poverello di Assisi” e della grande santa senese, la Chiesa ha espresso parere favorevole sulla stigmatizzazione, cioè sono state volute da Dio. Questo non significa che, negli altri casi, si sia trattato di stigmate sataniche, ma semplicemente che la Chiesa affronta questi fatti con moltissima prudenza e molte ricerche. Bisogna tener presente, infatti, che la Chiesa non ha onorato questi suoi figli in quanto stigmatizzati, ma perché hanno vissuto in pienezza il Vangelo. Tutti gli indizi, in questi casi, ovviamente, fanno suppore che le stigmate fossero di volere divino.