Viaggio Apostolico di Benedetto XVI nel Regno Unito - 16/19 settembre 2010

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Caterina63
00mercoledì 18 agosto 2010 12:34
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16 - 19 SETTEMBRE 2010) - PROGRAMMA, 18.08.2010

Giovedì, 16 settembre 2010


Roma

08.10

Partenza in aereo dall’Aeroporto di Roma Ciampino per Edinburgh.

Edinburgh

10.30

Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Edinburgh.

ACCOGLIENZA UFFICIALE nell’Aeroporto Internazionale di Edinburgh.

11.00

CERIMONIA DI BENVENUTO nel Palazzo Reale di Holyroodhouse a Edinburgh.

VISITA DI CORTESIA A S.M. ELISABETH II, REGINA DEL REGNO UNITO nel Palazzo Reale di Holyroodhouse a Edinburgh.

11.40

INCONTRO CON AUTORITÀ nel Parco del Palazzo Reale di Holyroodhouse a Edinburgh. Discorso del Santo Padre.

13.00

Pranzo con il Seguito Papale nella Residenza Arcivescovile a Edinburgh.

Glasgow

17.15

SANTA MESSA nel Bellahouston Park a Glasgow.
Omelia del Santo Padre.

20.00

Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale di Glasgow per London.

London

21.25

Arrivo all’Aeroporto Internazionale di London Heathrow (London Borough of Hillingdon).

Venerdì, 17 settembre 2010

08.00

Santa Messa in privato nella Cappella della Nunziatura Apostolica a Wimbledon (London Borough of Merton).

10.00

INCONTRO CON IL MONDO DELL’EDUCAZIONE CATTOLICA nella Cappella e nel Campo sportivo del St Mary’s University College a Twickenham (London Borough of Richmond).
Saluto e Discorso del Santo Padre.

11.30

INCONTRO CON I LEADERS DI ALTRE RELIGIONI nel Waldegrave Drawing Room del St Mary’s University College a Twickenham (London Borough of Richmond).
Discorso del Santo Padre.

16.00

VISITA DI CORTESIA ALL’ARCIVESCOVO DI CANTERBURY nel Lambeth Palace (London Borough of Lambeth).
Discorso del Santo Padre.

17.10

INCONTRO CON ESPONENTI DELLA SOCIETÀ CIVILE, DEL MONDO ACCADEMICO, CULTURALE E IMPRENDITORIALE, CON IL CORPO DIPLOMATICO E CON LEADERS RELIGIOSI nel Westminster Hall (City of Westminster).
Discorso del Santo Padre.

18.15

CELEBRAZIONE ECUMENICA nel Westminster Abbey (City of Westminster).
Discorso del Santo Padre.

Sabato, 18 settembre 2010

09.00

INCONTRO CON IL PRIMO MINISTRO nel Palazzo Arcivescovile (City of Westminster).

09.20

INCONTRO CON IL VICE-PRIMO MINISTRO nel Palazzo Arcivescovile (City of Westminster).

09.30

INCONTRO CON IL LEADER DELL’OPPOSIZIONE nel Palazzo Arcivescovile (City of Westminster).

10.00

SANTA MESSA nella Cattedrale del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo (City of Westminster).
Omelia e Saluto del Santo Padre.

17.00

VISITA ALLA CASA DI RIPOSO ST PETER’S RESIDENCE (London Borough of Lambeth). Discorso del Santo Padre.

18.15

VEGLIA DI PREGHIERA PER LA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN nell’Hyde Park (City of Westminster).
Discorso del Santo Padre.

Domenica, 19 settembre 2010

08.00

Congedo dalla Nunziatura Apostolica a Wimbledon (London Borough of Merton).

08.45

Partenza in elicottero dal Wimbledon Park (London Borough of Merton) per Birmingham.

Birmingham

09.30

Arrivo all’Eliporto nei pressi del Cofton Park di Rednal a Birmingham.

10.00

SANTA MESSA CON BEATIFICAZIONE DEL VENERABILE CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN nel Cofton Park di Rednal a Birmingham. Omelia del Santo Padre. RECITA DELL’ANGELUS DOMINI. Parole del Santo Padre.

13.10

VISITA PRIVATA ALL’ORATORIO DI SAN FILIPPO NERI di Edgbaston a Birmingham.

13.45

Pranzo con i Vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia e con i Membri del Seguito Papale nel Refettorio del Francis Martin House dell’Oscott College a Birmingham.

16.45

INCONTRO CON I VESCOVI DI INGHILTERRA, GALLES E SCOZIA nella Cappella del Francis Martin House dell’Oscott College a Birmingham.
Discorso del Santo Padre.

18.15

CERIMONIA DI CONGEDO nell’Aeroporto Internazionale di Birmingham. Discorso del Santo Padre.

18.45

Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale di Birmingham per Roma.

Roma

22.30

Arrivo all’Aeroporto di Roma Ciampino.

Fuso orario
Roma: + 2 UTC
Regno Unito: + 1 UTC

Bollettino Ufficiale Santa Sede


seguiamo questo Viaggio Apostolico con la Preghiera! e ricordiamo anche un altra visita breve importante:


SETTEMBRE
 
Domenica 5 settembre: Visita Pastorale a Carpineto Romano in occasione del 2° centenario della nascita di Papa Leone XIII.
 




 
Caterina63
00mercoledì 8 settembre 2010 10:10
Il 16 settembre inizia dalla Scozia il viaggio nel Regno Unito

La terra di san Niniano
attende Benedetto XVI


di Keith Michael Patrick O'Brien
Cardinale, arcivescovo di Saint Andrews and Edinburgh,
presidente della Conferenza episcopale di Scozia


Benedetto XVI arriverà a Edimburgo il 16 settembre per una visita di quattro giorni nel Regno Unito. La capitale della Scozia è anche la sede dell'arcivescovo di Saint Andrews and Edinburgh, che accoglierà il Papa. Immediatamente dopo l'arrivo, il Pontefice sarà condotto al palazzo reale di Holyrood House, dove avrà un incontro storico con Sua Maestà la Regina Elisabetta, alcuni membri del Governo, parlamentari e altre autorità provenienti dalla Scozia, dall'Inghilterra, dal Galles e dall'Irlanda del Nord.

I cattolici di Scozia sono orgogliosi di poter dare il benvenuto al Pontefice all'inizio della sua visita, nel giorno della festa di san Niniano di Galloway, apostolo della Scozia. La tradizione narra di come Niniano avesse viaggiato da Roma, dove era stato ordinato vescovo, e fosse arrivato in Scozia più di millecinquecento anni fa, nel 397. Egli fondò una piccola comunità cristiana nella punta all'estremo sud della Scozia, che denominò White House e oggi nota con il nome di Whithorn, secondo la corruzione dialettale. Essa oggi rivendica di essere la prima cittadina scozzese e una delle prime colonie del Paese.

Sebbene la mancanza di tempo, in un programma di visita molto serrato, non consentirà a Benedetto XVI di visitare Whithorn, san Niniano sarà ugualmente presente nel corso della giornata. Mentre il Papa si troverà a Holyrood Palace, una parata si svolgerà nel centro di Edimburgo per ricordare la festa del santo, con la partecipazione di bambini provenienti dalle scuole di tutta la Scozia. Ci sarà uno spettacolo teatrale storico all'aperto, che farà rivivere importanti momenti dello sviluppo del territorio oggi conosciuto con il nome di Scozia; il patrimonio culturale scozzese sarà celebrato con la tradizionale musica delle cornamuse.

Dopo essersi congedato dalla Regina Elisabetta, Benedetto XVI attraverserà con la papamobile il centro di Edimburgo, dove sarà festeggiato da bambini e da altre persone riunite per assistere a un evento storico. Dopo la pausa pomeridiana, Benedetto XVI si dirigerà alla volta di Glasgow.

Anche qui passerà di nuovo tra la folla a bordo della papamobile diretto a Bellahouston Park, dove celebrerà la messa davanti a più di centomila persone, alle quali si uniranno milioni di altre in tutto il mondo, che assisteranno all'evento attraverso la televisione o via internet.

I cori riuniti di parecchie centinaia di cantanti, insieme ai musicisti accompagnatori, coadiuveranno la celebrazione della messa per la festa di san Niniano. Attendiamo con trepidazione di sentire le parole che il Papa ci rivolgerà nella sua omelia.

In vista della sua recente decisione di istituire un Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, le parole che egli rivolgerà al popolo scozzese assumeranno un valore particolare. Viviamo in una terra dove più di millecinquecento anni fa furono gettati i primi semi del Vangelo. Essi ne fecero una terra di santi e di studiosi, nota per avere dato i natali a missionari come Columba, a sante donne e uomini come Margherita, regina di Scozia, a studiosi come Giovanni Duns Scoto, e per essere la sede di rinomate comunità monastiche, quali le Border Abbeys, e di famosi centri di istruzione sviluppatisi grazie alla fondazione da parte della Chiesa di grandi università nel periodo tardomedievale.

Una grande rottura con il passato si verificò nel sedicesimo secolo a causa della riforma protestante, quando quasi tutta la popolazione della Scozia continentale e di molte delle isole abbandonò gradualmente la fede cattolica dei propri antenati per abbracciare il presbiterianesimo. La celebrazione della messa venne proibita e i sacerdoti furono perseguitati ed espulsi. Un caso famoso fu quello del sacerdote gesuita John Ogilvie, arrestato mentre celebrava per la minuscola comunità cattolica di Glasgow. Fu imprigionato e giustiziato nel 1615. E nel 1976 fu canonizzato da Paolo VI.
 
Dalla morte di John Ogilvie fino all'arrivo degli immigrati cattolici dall'Irlanda all'inizio del xix secolo, non rimasero praticamente cattolici nelle città e nei paesi principali della Scozia. Gradualmente, però, cominciò a stabilirsi una popolazione cattolica. La maggior parte di queste persone era tuttavia povera e incolta. Il bisogno di istruzione dei figli degli immigrati cattolici era molto sentito e man mano che la popolazione cattolica cresceva, altrettanto aumentava il numero di sacerdoti, di religiose e religiose che giungevano per prendersi cura di loro.

L'educazione cattolica veniva fornita accanto a quella impartita nelle scuole e ispirata a un'etica presbiteriana. Nonostante la qualità dell'istruzione ricevuta, i giovani cattolici trovavano praticamente impossibile avere accesso all'istruzione universitaria e alle professioni. Incoraggiata e sostenuta dalla perseveranza di sacerdoti, fratelli e, in misura molto significativa, di congregazioni religiose femminili, la piccola ma crescente comunità continuò a credere nel valore dell'educazione. Così, con lungimiranza e molti sacrifici, fu compiuto ogni sforzo per far sì che i bambini potessero frequentare la scuola cattolica.

Un piccolo numero di membri illuminati della società più vasta sostenne tali sforzi fin dall'inizio, tanto che il sistema scolastico cattolico poté crescere e svilupparsi in parallelo con quello fornito dal Governo, finché nel 1918 lo Stato acconsentì ad assumersi la responsabilità finanziaria e amministrativa delle scuole cattoliche, permettendo allo stesso tempo alla Chiesa di mantenere la responsabilità direttiva, assicurando in questo modo, all'interno del settore statale, la gestione cattolica e l'identità delle scuole cattoliche, che continuano tutt'oggi.

La popolazione cattolica in Scozia continuò a crescere durante la seconda metà del xix secolo e la prima metà del XX. A quanti erano giunti dall'Irlanda si aggiunsero altri provenienti dall'Italia e dall'Europa centrale e orientale. Nel xx secolo i cattolici diedero un contributo sempre più grande all'intera società scozzese, nei luoghi di lavoro e nelle professioni. Hanno continuato a esserci forti legami con le altre comunità cattoliche, specialmente con l'Irlanda, dove ancora oggi molti dei sacerdoti che servono la Chiesa in Scozia hanno le loro radici. Legami con i cattolici scozzesi possono trovarsi in Canada dove, nella diocesi di Antigonish (il cui patrono è san Niniano), i discendenti cattolici degli immigranti scozzesi parlano ancora gaelico.

Altri legami possono essere ricondotti all'Australia ed è con grande gioia e orgoglio che i cattolici scozzesi, specialmente quelli della diocesi di Argyll and The Isles, attendono con trepidazione la canonizzazione, nell'ottobre di quest'anno, della beata Mary MacKillop, i cui genitori emigrarono dalla Scozia in Australia nel xix secolo.

Nel 1982 Giovanni Paolo II visitò la Scozia e lasciando un ricordo duraturo non solo tra i cattolici ma anche nella più vasta comunità cristiana e nell'intera società. Incoraggiò la Chiesa cattolica di Scozia ad avere un ruolo decisivo nella vita del Paese e specialmente ad andare avanti nel dialogo ecumenico con i fratelli e le sorelle cristiani.

In questo 2010 noi attendiamo con trepidazione la visita di Benedetto XVI mentre guardiamo al futuro con sicurezza. In anni recenti la comunità cattolica è diventata più ricca, grazie a una nuova ondata di immigrazione dall'Europa centrale e orientale, specialmente dalla Polonia, e dall'India meridionale. Il bisogno di un dialogo tra le religioni è diventato molto più pressante di quanto non fosse trent'anni fa. Confidiamo che la voce del Papa sarà ascoltata dai nostri fratelli e sorelle in Cristo, dalle genti di altre religioni e da tutte le persone di buona volontà.

Da parte nostra, come cattolici possiamo essere sicuri che egli ci confermerà nella fede e ci darà l'incoraggiamento e il sostegno di cui abbiamo bisogno per affrontare le sfide del presente e continuare a testimoniare Cristo che è via, verità e vita.



(©L'Osservatore Romano - 8 settembre 2010)
Caterina63
00mercoledì 8 settembre 2010 12:45
 il cardinale Newman oltre che Beato sarà anche Dottore della Chiesa? Per Ratzinger si!  
 
Tra i suoi ammiratori di lungo corso c’è anche Benedetto XVI che, ancora cardinale, rievocò il proprio personale incontro con l’opera di Newman in occasione del centenario della sua morte (28 aprile 1990).

La conclusione – sorprendente, riletta a vent’anni di distanza – tocca un punto molto caro a Ratzinger teologo e pastore: «Il segno caratteristico del grande dottore nella Chiesa mi sembra essere quello che egli non insegna solo con il suo pensiero e i suoi discorsi, ma anche con la sua vita, poiché in lui pensiero e vita si compenetrano e si determinano reciprocamente. Se ciò è vero, allora davvero Newman appartiene ai grandi dottori della Chiesa, perché egli nello stesso tempo tocca il nostro cuore e illumina il nostro pensiero».

Questa è, in effetti, la chiave di volta della figura di Newman: una continua osmosi tra pensiero e vita. Proprio come la sua conversione al cattolicesimo, maturata attraverso lo studio e la fedeltà alla coscienza, significò innanzi tutto una mai conclusa conversione dell’intelletto. 

 


Il resto lo trovate qui:

Cardinale John Henry Newman; da anglicano a fervente ed innamorato Cattolico sarà Beatificato da Benedetto XVI


intanto....dalla parte CATTOLICA che vive in Inghilterra, sale la Preghiera e la speranza...

Gran Bretagna: 32.000 rosari recitati per la visita papale


Iniziativa di Aiuto alla Chiesa che Soffre


ROMA, lunedì, 6 settembre 2010 (ZENIT.org).- In vista della visita di Papa Benedetto XVI in Gran Bretagna, dal 16 al 19 settembre, l'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha lanciato un appello speciale che ha riscosso un grande successo.

L'associazione ha chiesto di aiutare a preparare la visita del Pontefice recitando il rosario. I suoi sostenitori hanno recitato più di 32.000 decine.

I fedeli hanno anche richiesto la celebrazione di quasi 11.500 Messe per le intenzioni del Papa.

Fondamentale per il successo dell'iniziativa, intitolata “Prayer-Action”, è stato l'incoraggiamento a sostenere l'opera di ACS in Medio Oriente, una regione prioritaria per il Papa.

La sezione britannica di ACS ha ricevuto più di 6.300 donazioni per la sua opera per il Medio Oriente, che include il sostegno ai seminaristi, ai catechisti, alle religiose e ad altri operatori nella formazione religiosa, l'aiuto economico ai sacerdoti poveri e perseguitati, la distribuzione della Bibbia del Fanciullo e di altre opere cattoliche, l'appoggio ai mezzi di comunicazione e la costruzione di chiese e altri edifici religiosi.

Sottolineando la risposta entusiasta all'appello per la “Prayer-Action”, il direttore di ACS in Gran Bretagna, Neville Kyrke-Smith, ha detto che “se tra i media secolari c'è stata molta negatività circa la visita di Papa Benedetto, è un segno straordinario di fede che gli amici di Aiuto alla Chiesa che Soffre abbiano rinnovato il proprio impegno a pregare per il Santo Padre e la Chiesa sofferente”.

“Lo spirito del Cardinale Newman è molto vivo, e la generosità di tanti cattolici parla 'cuore a cuore' a tutti coloro che soffrono al giorno d'oggi”, ha aggiunto citando il motto episcopale del Cardinale che verrà beatificato dal Papa durante la visita, “Il cuore parla al cuore”.

“L'impegno di preghiera equivale a più di sei mesi di preghiera ininterrotta”, ha detto Kyrke-Smith. “La nostra speranza è che le preghiere continuino, a sostegno della proclamazione del Vangelo nel mondo odierno pieno di sfide”.

I nomi dei sostenitori dell'iniziativa “Prayer-Action” sono stati inseriti in un libro commemorativo della visita di Benedetto XVI nel Regno Unito compilato da ACS.

La responsabile per la raccolta fondi e marketing manager di ACS Gran Bretagna Patricia Hatton, tra i promotori dell'iniziativa, ha affermato che ciò è servito a “dare una voce a tutti i benefattori di ACS che, di fronte all'indifferenza o alle reazioni negative dei media, credono fortemente nel messaggio di Cristo e sono convinti che la preghiera abbia il potere di rafforzare la vita della Chiesa”.


Caterina63
00mercoledì 8 settembre 2010 23:52
All'udienza generale dedicata a santa Ildegarda il Papa parla del viaggio in programma dal 16 al 19 settembre

Nel Regno Unito
sulle orme del cardinale Newman



"Attendo con piacere di incontrare i rappresentanti delle numerose e diverse tradizioni religiose e culturali che costituiscono la popolazione britannica, come anche i leader civili e politici". A una settimana dal viaggio nel Regno Unito - dove si recherà dal 16 al 19 settembre - il Papa ha voluto inviare un messaggio ai fedeli britannici. Lo ha fatto durante l'udienza generale svoltasi nella mattina di mercoledì 8 settembre, nell'Aula Paolo vi.

I am very much looking forward to my visit to the United Kingdom in a week's time and I send heartfelt greetings to all the people of Great Britain. I am aware that a vast amount of work has gone into the preparations for the visit, not only by the Catholic community but by the Government, the local authorities in Scotland, London and Birmingham, the communications media and the security services, and I want to say how much I appreciate the efforts that have been made to ensure that the various events planned will be truly joyful celebrations. Above all I thank the countless people who have been praying for the success of the visit and for a great outpouring of God's grace upon the Church and the people of your nation.
It will be a particular joy for me to beatify the Venerable John Henry Newman in Birmingham on Sunday 19 September. This truly great Englishman lived an exemplary priestly life and through his extensive writings made a lasting contribution to Church and society both in his native land and in many other parts of the world. It is my hope and prayer that more and more people will benefit from his gentle wisdom and be inspired by his example of integrity and holiness of life.
I look forward to meeting representatives of the many different religious and cultural traditions that make up the British population, as well as civil and political leaders. I am most grateful to Her Majesty the Queen and to His Grace the Archbishop of Canterbury for receiving me, and I look forward to meeting them. While I regret that there are many places and people I shall not have the opportunity to visit, I want you to know that you are all remembered in my prayers. God bless the people of the United Kingdom!

Di seguito una nostra traduzione italiana delle parole del Papa.

Attendo con vero piacere la mia visita nel Regno Unito tra una settimana e invio cordiali saluti a tutto il popolo della Gran Bretagna. Sono consapevole che i preparativi per la visita hanno richiesto una grande mole di lavoro, non solo da parte della comunità cattolica, ma anche da parte del Governo, delle autorità locali in Scozia, a Londra e a Birmingham, dei mezzi di comunicazione e dei servizi di sicurezza, e desidero esprimere il mio profondo apprezzamento per gli sforzi compiuti al fine di assicurare che i diversi eventi in programma siano celebrazioni veramente gioiose. Soprattutto ringrazio le innumerevoli persone che hanno pregato per il buon esito della visita e per un'abbondante effusione della grazia di Dio sulla Chiesa e sulla gente della vostra nazione.

Sarà per me una gioia particolare beatificare il Venerabile John Henry Newman a Birmingham domenica 19 settembre. Questo inglese veramente grande ha condotto una vita sacerdotale esemplare e, attraverso i suoi numerosi scritti, ha dato un contributo duraturo alla Chiesa e alla società, sia nella sua terra natale, sia in molte altre parti del mondo. È mia speranza e mia preghiera che sempre più persone possano beneficiare della sua mite sapienza ed essere ispirate dal suo esempio d'integrità e di santità di vita.

Attendo con piacere di incontrare i rappresentanti delle numerose e diverse tradizioni religiose e culturali che costituiscono la popolazione britannica, come anche i leader civili e politici. Sono profondamente grato a Sua Maestà la Regina e a Sua Grazia l'Arcivescovo di Canterbury che mi accoglieranno, e attendo con piacere di incontrarli. Mentre mi dispiace che ci saranno molti luoghi e persone che non avrò l'opportunità di visitare, desidero che sappiate che vi ricordo tutti nelle mie preghiere. Dio benedica il popolo del Regno Unito!


(©L'Osservatore Romano - 9 settembre 2010)

Caterina63
00giovedì 9 settembre 2010 19:17
Tra una settimana la visita di Benedetto XVI nel Regno Unito

Dove la fede si confronta
con la secolarizzazione


di Cormac Murphy-O'Connor
Cardinale, arcivescovo emerito di Westminster


Ricordo bene la prima visita di un Pontefice nel Regno Unito. Giovanni Paolo ii arrivò il 28 maggio 1982. Ho avuto il privilegio di accoglierlo all'aeroporto di Gatwick, che si trova nella zona di Arundel e Brighton, di cui allora ero vescovo.

Era un periodo tragico per la Gran Bretagna a causa del conflitto con l'Argentina per le isole Falkland-Malvinas. Per quel motivo la visita del Papa fu pastorale, ma non di Stato. Fu una settimana straordinaria e felice con celebrazioni in Inghilterra, nel Galles e in Scozia.
Ogni evento si incentrò su uno dei sette sacramenti e questo fu un modo meraviglioso per mostrare ai britannici, attraverso la televisione, qualcosa delle tradizioni e della liturgia della Chiesa cattolica. Fu anche una scoperta per molte persone vedere come i cattolici di ogni ceto sociale fossero del tutto integrati nella vita di quel Paese.

Uno dei numerosi eventi significativi fu la visita del Papa alla cattedrale di Canterbury, dove incontrò tutti i vescovi anglicani e anche i responsabili delle altre Chiese in Inghilterra e nel Galles. Fu un momento molto commovente che offrì grande incoraggiamento e speranza al movimento ecumenico, in particolare all'unità e all'amicizia crescenti con gli anglicani. La grande amicizia continua, ma, purtroppo, non tutte le aspettative di allora si sono realizzate. Tuttavia, la ricerca dell'unità e il cammino verso di essa, che è la volontà di Cristo, continuano e non cesseranno mai di essere il desiderio e la  volontà  costante  della  Chiesa  cattolica.

Quella che Benedetto XVI si accinge a compiere dal 16 al 19 settembre è, invece, una visita di Stato, perché l'ex primo Ministro Gordon Brown lo ha ufficialmente invitato a visitare il nostro Paese e tale invito è stato reiterato da molti di noi, inclusi i vescovi dell'Inghilterra, della Scozia e del Galles.

La Gran Bretagna oggi è molto cambiata rispetto a 28 anni fa. La nostra società è divenuta molto laica e per i cristiani di varie denominazioni è divenuto sempre più difficile avere un posto centrale e autorevole nella cultura del nostro Paese. Ciononostante, la Chiesa cattolica ha una voce molto influente nel testimoniare l'insegnamento e i valori cristiani in Inghilterra e nel Galles. È di certo una voce cristiana che lotta per garantire nella cultura del nostro Paese la libertà di esprimere l'insegnamento e la disciplina cattoliche. Questo non significa imporli, ma offrirli, come contributo autentico alla vita e al bene dell'Inghilterra e del Galles. Lo stesso vale per la Chiesa in Scozia.

Benedetto XVI riceverà un caloroso benvenuto nel nostro Paese. I cattolici attendono con trepidazione di vederlo, alcuni per televisione e moltissimi partecipando ai vari incontri e celebrazioni che presiederà in questa visita di quattro giorni in Gran Bretagna. Desidero illustrare alcuni aspetti della visita che  ritengo  particolarmente  importanti.

Il primo è l'incontro di giovedì 16 con  la  Regina  Elisabetta  presso  lo Holyrood Castle a Edimburgo. È interessante che la Regina e il Papa siano quasi coetanei, avendo la prima soltanto un anno più di lui. Entrambi hanno un ricca esperienza di vita e so che anche la Regina attende con trepidazione di incontrare il Pontefice al suo arrivo in Scozia. Il calore e l'accoglienza riservati al Papa dalla Regina Elisabetta, sovrana tanto amata e rispettata dal suo popolo, rivestono un grande significato, anche alla luce della storia della monarchia inglese dei secoli passati. Daranno l'impronta ai quattro giorni che il Pontefice trascorrerà nel Paese.

Il secondo aspetto che desidero sottolineare è l'importanza del discorso di venerdì 17 nella Westminster Hall. Si tratta della grande Hall del Parlamento in cui Giovanni Fisher e Tommaso Moro furono processati e condannati durante il regno di Enrico viii:  Qui, Benedetto XVI si rivolgerà ai parlamentari, ai diplomatici e ad altri responsabili della società britannica. Per molti versi, questo sarà il discorso alla popolazione inglese in cui esprimerà, ne sono certo, l'idea cattolica di un dialogo fecondo in un Paese che è ampiamente secolarizzato.

Nello stesso giorno il Papa visiterà anche l'abbazia di Westminster in cui reciterà i vespri, la evening prayer, con i vescovi della Comunione anglicana e con altri responsabili ecclesiali. L'abbazia ha più di mille anni. I monaci benedettini si stabilirono in quel luogo, per la prima volta, nella metà del x secolo. L'abbazia è la chiesa dell'incoronazione dal 1066 ed è il luogo in cui riposano diciassette sovrani. È molto opportuno che si reciti una preghiera in un luogo che tanto richiama la storia antica del cristianesimo in questa terra  e  la  sua  storia  nel  corso  dei secoli.

Sabato mattina, il Papa celebrerà una  messa  con  i  vescovi  dell'Inghilterra e del Galles nella cattedrale di Westminster, alla presenza di rappresentanti di sacerdoti, religiosi e laici dell'Inghilterra e del Galles. La comunione esistente fra i vescovi e il successore di Pietro è sempre stata un tratto distintivo dei vescovi cattolici nel nostro Paese. Questa celebrazione rifletterà la lealtà infinita e la fedeltà dei vescovi, dei sacerdoti e del popolo di questo Paese verso la Santa Sede. In quell'occasione, Benedetto XVI potrà confermare la fede dei cattolici, ricordando il grande dono che hanno ricevuto dallo Spirito Santo e incoraggiandoli a proseguire la loro testimonianza di fede nel contesto delle città, dei paesi e dei villaggi.

Infine, il Papa si recherà a Birmingham,  dove,  di  fronte  a  circa  centomila persone, celebrerà la messa e beatificherà  il  cardinale  John  Henry Newman. Quella di Newman è stata una vita di pellegrinaggio e di fede. Ancora oggi intoniamo il suo famoso inno Lead kindly light amidst the encircling gloom, "Conducimi luce gentile in mezzo alle tenebre che ci circondano". È ancora una sorta di pietra di paragone per il pellegrinaggio di molte persone, ma in particolare di Newman stesso. La sua vita è stata un pellegrinaggio doloroso. Cominciò come evangelico, divenne anglicano e poi si convertì alla Chiesa cattolica. Divenendo cattolico, il suo pellegrinaggio proseguì fino a quando, in modo meraviglioso, Papa Leone xiii lo creò cardinale.

In un altro inno il cardinale Newman espresse la sua fede inestinguibile:  "Credo fermamente e veramente. Dio è Uno e Trino, e poi riconosco, come si conviene, l'umanità assunta dal Figlio". C'è così tanto da dire su questo uomo straordinario e santo. So che il Pontefice ammira Newman e sono certo che ci parlerà dei motivi per cui va considerato una figura tanto significativa, non solo per i cattolici, ma anche per gli anglicani e per i tanti altri che sono alla ricerca della verità. Morì l'11 agosto 1890 e sulla bara è inciso il suo motto:  Cor ad cor loquitur, "Il cuore parla al cuore". Sulla targa commemorativa furono incise le parole che aveva scelto:  Ex umbris et imaginibus in veritatem, "Dall'ombra e dai simboli alla verità".

Nessuno meglio di questo Papa potrebbe parlare di questo cristiano straordinario che ha alimentato la vita cristiana in questo Paese anche dopo la sua morte. Il cardinale Newman era molto interessato al cuore, alla mente e al legame fra loro. Era un uomo erudito e non evitò mai il rigore intellettuale; ma, allo stesso tempo, era affascinato dal modo in cui un essere umano giunge a comprendere e ad amare, in particolare a comprendere e ad amare Dio.
Le preghiere di tutti i cattolici e di altre persone saranno con e per Benedetto XVI quando verrà a farci visita.



(©L'Osservatore Romano - 10 settembre 2010)
Caterina63
00venerdì 10 settembre 2010 18:18

Nel Regno Unito
cresce l'interesse per il viaggio
di Benedetto XVI


"Amplificazioni eccessive che hanno avuto un'eco superiore a quella che è la vera sensibilità della popolazione". Liquida così le polemiche montate da alcuni media, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi che stamane, venerdì 10 settembre, ha presentato ai giornalisti accreditati i contenuti del prossimo viaggio di Benedetto XVI.

"Un avvenimento particolarmente atteso e importante - ha detto citando anche autorevoli sondaggi attestanti un interesse crescente per la visita papale - per il quale non c'è da preoccuparsi eccessivamente:  l'ostilità al Papa è un elemento del tutto minoritario. Manifestazioni ci sono sempre state, anche in altri viaggi. In questo caso, questo aspetto si preannuncia più ampio perché nel Regno Unito ci sono più gruppi di orientamento ateo, o magari anti-papale, e anche questo fa parte di una società plurale come quella britannica".

L'occasione del viaggio è la beatificazione del cardinale John Henry Newman, la cui festa liturgica sarà il 9 ottobre, giorno della sua conversione al cattolicesimo. A questo aspetto di carattere pastorale, si aggiunge il fatto che si tratta di una visita di Stato, perché compiuta su invito della regina Elisabetta ii e del suo Governo, con una significativa dimensione ecumenica, visto il coinvolgimento diretto del primate della Comunione anglicana.

Soffermandosi dettagliatamente sul programma, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha messo in luce come sia particolarmente atteso nel Regno Unito il discorso che il Papa pronuncerà nella Westminster Hall, sul ruolo della Chiesa e dei cristiani nella società odierna. "Una Chiesa amica - ha detto padre Lombardi - che non si propone come ostile, ma che offre il proprio contributo", soprattutto attraverso istituzioni educative e caritative. Altre sottolineature hanno riguardato l'accoglienza preparata dai cattolici scozzesi per l'arrivo del Papa proprio nel giorno della festa di san Niniano, apostolo della Scozia; e il particolare momento dedicato dal Pontefice ai fedeli gallesi, visto che non si recherà nella loro patria.

Padre Lombardi ha dato anche informazioni sull'incontro offerto dal Governo britannico al seguito papale che si svolgerà venerdì sera, 17 settembre, senza la partecipazione di Benedetto XVI a Lancaster House. Alla presenza del primo Ministro e di membri e funzionari dell'esecutivo, di vescovi britannici e di altre personalità della cultura, anglicane e cattoliche, verranno affrontati argomenti che vanno dalla tutela dell'ambiente al disarmo, dalla promozione dei diritti umani allo sviluppo, dall'educazione al rapporto tra fede e società civile.

Mentre per quanto riguarda un eventuale incontro di Benedetto XVI con vittime di abusi, padre Lombardi ha spiegato:  "È una possibilità:  non la posso escludere ma non posso neanche annunciarla".


(©L'Osservatore Romano - 11 settembre 2010)
Caterina63
00sabato 11 settembre 2010 21:03

l'invencible armada di Benedetto

Papismi
di Francesco Agnoli

Benedetto XVI è un pontefice che preferisce ridurre al minimo i suoi viaggi, per poter governare meglio la barca di Pietro, senza essere costretto a delegare troppo.

Ciononostante il Papa compirà, a breve, un viaggio delicatissimo in Inghilterra. Non sarà un’esperienza facile. Da mesi e mesi i suoi nemici gli preparano una accoglienza burrascosa. Il fatto è che l’Inghilterra, per un successore di Pietro, è una terra di leoni. Dall’epoca dello scisma di Enrico VIII, infatti, il Papa è identificato col nemico del paese e i cattolici sono gli odiati “papisti”. Fu proprio Enrico a inaugurare la politica della calunnia come arma principale per difendere la sua decisione di umiliare Caterina d’Aragona. Il popolo infatti era contrario sia al ripudio della sposa, sia allo scisma. Occorreva convincerlo, in un modo o nell’altro. Molti nobili e borghesi furono comperati dal sovrano che cedette loro, per pochi soldi, tutte le proprietà della chiesa cattolica confiscate.

Ma la gente fu più difficile da persuadere. La politica adottata fu allora quella di obbligare teologi, sacerdoti, dignitari vari, a prendere posizione per il re, scrivendo libri, saggi, drammi teatrali, in cui il Papa veniva presentato come un avido monarca desideroso di impadronirsi dell’Inghilterra e come un nemico del Vangelo, tirato a destra e a sinistra perché risultasse filo-Enrico VIII. Da allora in poi, complici le guerre con la cattolica Spagna, il Papa nemico del paese divenne un dogma della chiesa di stato anglicana. Per capire come possano essere cresciute generazioni di inglesi, basta leggere “La chiesa cattolica” di G.K.Chesterton, recentemente ripubblicato da Lindau.

Per spiegare la sua conversione al cattolicesimo, il celebre giornalista mette in luce due aspetti.

Il primo: la difficoltà per un inglese di vincere gli infiniti pregiudizi contro i cattolici disseminati qua e là, in sermoni, romanzi, riviste, che li portano a un vero e proprio “terrore del papismo”.

La seconda: la difficoltà per un anglicano di essere nel contempo patriota e aperto a una fratellanza universale.

Proprio analizzando lo strettissimo legame tra patriottismo inglese, corona e chiesa anglicana, Chesterton conclude: “In questo senso il protestantesimo è patriottismo, ma per sfortuna non è nient’altro. Parte da lì e non va mai oltre”. Il cattolico universalista considera l’amore per la patria un dovere dell’uomo, ma “non il suo unico dovere, come avveniva invece nella teoria prussiana dello stato e, troppo spesso, in quella britannica dell’impero”.

Da Newman a Marshall

Detto questo, bisogna ricordare che verso la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, la Gran Bretagna ha conosciuto moltissime conversioni alla chiesa di Roma: da Newman, a Chesterton, allo scrittore Bruce Marshall, autore dello splendido “A ogni uomo un soldo”, sino a R.H.Benson ed Evelyn Waugh… Tutti questi personaggi hanno sentito il fascino di Roma, della sua universalità, evidente nei suoi dogmi e soprattutto nella sua liturgia latina. Tutti costoro hanno amato nella chiesa cattolica la sua libertà da un particolare potere politico, insita nella sua universalità, così lontana dal pregiudizio velatamente razzista presente nella cultura britannica. Nei loro libri compaiono spesso preghiere in latino, formule antichissime della fede cattolica, che stanno al di fuori del tempo e dello spazio, unendo ogni singolo fedele con i suoi fratelli, di ogni luogo e di ogni tempo. Poi, in seguito al Concilio Vaticano II, il flusso di conversioni in Inghilterra si è arenato, per riprendere solamente, e vigorosamente, dopo l’elezione al soglio pontificio di Benedetto XVI, il motu proprio sulla messa antica e una nuova concezione dell’ecumenismo. Così abbiamo assistito a un fenomeno che per un cattolico è provvidenziale: moltissimi anglicani, dopo secoli e secoli, hanno chiesto di rientrare nella chiesa di Roma! Questo ritorno in massa è stato favorito senza dubbio da più elementi. Anzitutto dal graduale dissolversi della vecchia mentalità britannica. L’Inghilterra non è più, da tempo, un impero che governa sui mari, né il paese che afferma di prendersi sulle spalle “il fardello” della civilizzazione degli altri popoli. Una religione patriottica oggi, nel mondo anglosassone, è sempre più improponibile. In secondo luogo è la società inglese che sta dissolvendosi. Uno straordinario osservatore del mondo anglosassone, Gianfranco Amato, autore di “Un anno alla finestra”, ricorda per esempio che oggi in Inghilterra il nome più diffuso tra i neonati maschi di Londra è Mohamed, mentre gli aborti sono ben 500 al giorno. Numeri che dicono della graduale sparizione di un popolo. Che avviene mentre le gerarchie anglicane non sanno opporre nulla al nichilismo imperante, ma anzi si mettono al traino.

Inevitabile che mentre l’odio contro Benedetto XVI monta, cresca anche il numero dei britannici che cercano una fede solida, vera, che non ceda al mondo. “La chiesa cattolica – scriveva Chesterton – è l’unica in grado di salvare l’uomo da una schiavitù degradante, quella di essere figlio del suo tempo”. Per questo lotta e sopravvive. Cambiati i tempi, qualcuno inizierà ad accorgersi che i vecchi dogmi di un’epoca erano fasulli e transitori, mentre il Vangelo rimane sempre “nuovo”, e attuale.

Tratto da Il Foglio del 9 settembre 2010


Caterina63
00domenica 12 settembre 2010 16:06

Perché Benedetto XVI presiederà la beatificazione del Cardinale Newman?


In genere presiede la cerimonia il prefetto del dicastero per le Cause dei Santi


di Carmen Elena Villa

CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 10 settembre 2010 (ZENIT.org).- Per la prima volta sarà Benedetto XVI a presiedere una cerimonia di beatificazione. Avverrà il 19 settembre, quando il Cardinale John Henry Newman giungerà agli onori degli altari durante la visita pastorale del Papa nel Regno Unito.

L'ultima volta in cui un Pontefice ha presieduto una cerimonia di questo tipo è stata il 3 ottobre 2004, quando Giovanni Paolo II ha beatificato in Piazza San Pietro Pierre Vigne, Joseph-Marie Cassant, Anna Katharina Emmerick, Maria Ludovica De Angelis e Carlo d'Austria.

Dall'inizio del suo pontificato, Benedetto XVI ha stabilito che le cerimonie di questo tipo dovessero svolgersi nella Diocesi d'origine di ogni beato, per dare un impulso alle Chiese locali e avvicinare i loro fedeli alla santità. Ha anche deciso che le cerimonie venissero presiedute dal prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi in sua rappresentanza.

Questo mese si celebreranno altre tre beatificazioni in varie Diocesi d'Europa: quella di fra' Leopoldo da Alpandeire Sánchez Márquez a Granada (Spagna) il 12 settembre, quella di María de la Inmaculada Concepción il 18 settembre a Siviglia (Spagna) e quella di Chiara Badano nel Santuario del Divino Amore a Roma il 25 settembre. Saranno tutte presiedute da monsignor Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.

Perché il Papa presiederà una cerimonia di beatificazione? A questo proposito padre Federico Lombardi S.I., portavoce della Santa Sede, ha spiegato questo venerdì mattina in un incontro con i giornalisti – in cui ha presentato il viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito, dal 16 al 19 settembre – che si tratta di “un'eccezione”.

“Non è che manchi a una norma stabilita da qualcuno superiore a Lui”, ha dichiarato.

Una giornalista ha chiesto se questo fatto non poteva suscitare ostilità in altri fedeli che vorrebbero che anche il “loro santo” fosse elevato agli altari in una cerimonia presieduta dal Papa e non da un suo rappresentante.

A questa domanda, padre Lombardi ha chiarito che questo fatto deve essere letto “nel senso positivo”. “C’è il fatto che questa cerimonia viene collegata al viaggio del Papa”, ha detto.

Benedetto XVI ha una stima particolare per la figura del Cardinale Newman. Nel 1990 ha scritto il prologo del libro “Apologia pro vita sua”, un'autobiografia del futuro beato. Nel testo, l'allora Cardinale Ratzinger confessava l'importanza che ha avuto il pensiero di Newman nei suoi studi di Filosofia nel seminario di Frisinga: “La dottrina di Newman sulla coscienza divenne allora per noi il fondamento di quel personalismo teologico”.

“La nostra immagine dell'uomo, così come la nostra concezione della Chiesa, furono segnate da questo punto di partenza”.

“Da Newman abbiamo imparato a comprendere il primato del Papa”, diceva il Cardinale Raztinger nel 1990.

Per questo, la beatificazione di Newman risulta “un segno particolare di apprezzamento, d’interesse e importanza che il Papa attribuisce a questa figura, è un fatto indubitabile”, ha concluso padre Lombardi.


Caterina63
00giovedì 16 settembre 2010 16:08












 




VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

INCONTRO CON LE AUTORITÀ AL PALAZZO REALE DI HOLYROODHOUSE

Alle ore 11.40, al termine della visita di cortesia a Sua Maestà la Regina Elisabetta II, nel Parco del Palazzo Reale di Holyroodhouse il Santo Padre Benedetto XVI incontra le Autorità, tra cui rappresentanti politici, della società civile, delle Chiese anglicana e cattolica britannica, oltre ad alcuni rappresentanti del Parlamento scozzese.
Dopo l’introduzione musicale di cornamuse scozzesi e il discorso di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, il Papa pronuncia il discorso che pubblichiamo di seguito
:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Maestà,

grazie per il Suo gentile invito a compiere una visita ufficiale al Regno Unito e per le Sue cordiali parole di saluto, a nome del popolo britannico Nel ringraziare Vostra Maestà, mi permetta di estendere i miei saluti a tutto il popolo del Regno Unito e porgere con amicizia la mano a ciascuno.

È un grande piacere per me iniziare il mio viaggio salutando i Membri della Famiglia Reale, ringraziando in particolare Sua Altezza Reale il Duca di Edimburgo per il suo gentile benvenuto datomi all’aeroporto di Edimburgo. Esprimo la mia gratitudine all’attuale e ai precedenti governi di Vostra Maestà ed a quanti hanno collaborato con essi al fine di rendere possibile questa occasione, fra cui Lord Patten e il precedente Segretario di Stato Murphy. Vorrei pure prender atto con profondo apprezzamento del lavoro svolto dal “All-Parliamentary Group on the Holy See”, che ha grandemente contribuito al rafforzamento delle relazioni amichevoli che esistono fra la Santa Sede e il Regno Unito.

Nel dare inizio alla visita al Regno Unito nella storica Capitale della Scozia, saluto in maniera speciale il Primo Ministro Salmond ed i rappresentanti del Parlamento scozzese. Come le Assemblee del Galles e dell’Irlanda del Nord, possa anche il Parlamento scozzese crescere nel suo essere espressione delle nobili tradizioni e della distinta cultura degli scozzesi ed adoperarsi per servire i loro interessi migliori in spirito di solidarietà e di premura nei confronti del bene comune. Il nome di Holyroodhouse, residenza ufficiale di Vostra Maestà in Scozia, evoca la “Santa Croce” e fa volgere lo sguardo alle profonde radici cristiane che sono tuttora presenti in ogni strato della vita britannica. I monarchi d’Inghilterra e Scozia erano cristiani sin dai primissimi tempi ed includono straordinari Santi come Edoardo il Confessore e Margherita di Scozia. Come Le è noto, molti di loro hanno esercitato coscienziosamente i loro doveri sovrani alla luce del Vangelo, modellando in tal modo la nazione nel bene al livello più profondo. Ne risultò che il messaggio cristiano è diventato parte integrale della lingua, del pensiero e della cultura dei popoli di queste isole per più di un millennio.

Il rispetto dei vostri antenati per la verità e la giustizia, per la clemenza e la carità giungono a voi da una fede che rimane una forza potente per il bene nel vostro regno, con grande beneficio parimenti di cristiani e non cristiani.

Troviamo molti esempi di questa forza per il bene lungo tutta la lunga storia della Gran Bretagna. Anche in tempi relativamente recenti, attraverso figure come William Wilberforce e David Livingstone, la Gran Bretagna è direttamente intervenuta per fermare la tratta internazionale degli schiavi. Ispirate dalla fede, donne come Florence Nightingale servirono i poveri e i malati, ponendo nuovi standard nell’assistenza sanitaria che successivamente vennero copiati ovunque. John Henry Newman, la cui beatificazione celebrerò fra breve, fu uno dei molti cristiani britannici della propria epoca la cui bontà, eloquenza ed azione furono un onore per i propri concittadini e concittadine. Questi e molti altri come loro furono mossi da una fede profonda, nata e cresciuta in queste isole.

Pure nella nostra epoca possiamo ricordare come la Gran Bretagna e i suoi capi si opposero ad una tirannia nazista che aveva in animo di sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità, specialmente gli ebrei, che venivano considerati non degni di vivere.

Desidero, inoltre, ricordare l’atteggiamento del regime verso pastori cristiani e verso religiosi che proclamarono la verità nell’amore; si opposero ai nazisti e pagarono con la propria vita la loro opposizione. Mentre riflettiamo sui moniti dell’estremismo ateo del ventesimo secolo, non possiamo mai dimenticare come l’esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una visione monca dell’uomo e della società, e pertanto a “una visione riduttiva della persona e del suo destino” (Caritas in veritate, 29).

Sessantacinque anni orsono la Gran Bretagna giocò un ruolo essenziale nel forgiarsi del consenso internazionale del dopo-guerra, il che favorì la fondazione delle Nazioni Unite e diede inizio ad un periodo di pace e di prosperità in Europa, sino a quel momento sconosciuto.

Negli anni più recenti la comunità internazionale ha seguito da vicino gli eventi nell’Irlanda del Nord, i quali hanno condotto alla firma dell’Accordo del Venerdì Santo ed alla devoluzione di poteri all’Assemblea dell’Irlanda del Nord. Il governo di Vostra Maestà e quello dell’Irlanda, unitamente ai leader politici, religiosi e civili dell’Irlanda del Nord, hanno sostenuto la nascita di una risoluzione pacifica del conflitto locale. Incoraggio quanti sono coinvolti a continuare a camminare coraggiosamente insieme sulla via tracciata verso una pace giusta e duratura.

Il governo e il popolo sono coloro che forgiano le idee che hanno tutt’oggi un impatto ben al di là delle Isole britanniche. Ciò impone loro un dovere particolare di agire con saggezza per il bene comune. Allo stesso modo, poiché le loro opinioni raggiungono un così vasto uditorio, i media britannici hanno una responsabilità più grave di altri ed una opportunità più ampia per promuovere la pace delle nazioni, lo sviluppo integrale dei popoli e la diffusione di autentici diritti umani.

Possano tutti i britannici continuare a vivere dei valori dell’onestà, del rispetto e dell’equilibrio che hanno guadagnato loro la stima e l’ammirazione di molti.

Oggi il Regno Unito si sforza di essere una società moderna e multiculturale. In questo compito stimolante, possa mantenere sempre il rispetto per quei valori tradizionali e per quelle espressioni culturali che forme più aggressive di secolarismo non stimano più, né tollerano più. Non si lasci oscurare il fondamento cristiano che sta alla base delle sue libertà; e possa quel patrimonio, che ha sempre servito bene la nazione, plasmare costantemente l’esempio del Suo governo e del Suo popolo nei confronti dei due miliardi di membri del Commonwealth, come pure della grande famiglia di nazioni anglofone in tutto il mondo.

Dio benedica Vostra Maestà e tutte le persone del Vostro Reame. Grazie.



























Caterina63
00giovedì 16 settembre 2010 16:12

Trascrizione integrale del dialogo del Papa con i giornalisti sull'aereo (Andrea Tornielli)


Il Papa a Edimburgo: "Sui casi di pedofilia Chiesa non ha vigilato"

di Andrea Tornielli

Edimburgo - Ci sono state polemiche durante la preparazione del viaggio, la Gran Bretagna è stata presentata come un Paese anticattolico. Lei è preoccupato?

«Devo dire che non sono preoccupato perché quando sono stato in Francia è stato detto che era quello il paese più anticlericale, con forte correnti anticlericali e con un numero minimo di fedeli quando sono andato nella repubblica ceca è stato detto che quello che sarebbe il paese più antireligioso d’Europa e anche anticlericali. Così tutti i paesi occidentali secondo la propria storia, hanno molte correnti anticlericali e anticattoliche ma hanno anche sempre una presenza forte di fede. Così in Francia e nella Repubblica Ceca ho visto e vissuto una calorosa accoglienza da parte della comunità cattolica, una forte attenzione da parte di agnostici che tuttavia sono in ricerca, vogliono conoscere e trovare i valori che portano avanti l’umanità, e sono stati molto attenti se potrebbero sentire da me qualcosa anche in questo senso. E la tolleranza e il rispetto di quanti sono anticattolici. Attualmente la GB ha una sua propria storia di anticattolicesimo, questo è ovvio, ma è anche un paese con una su storia di tolleranza. Io sono sicuro che da una parte sarà un’accoglienza positiva dai cattolici e dai credenti, generalmente, attenzione da quanti cercano come andare avanti in questo nostro tempo e rispetto e tolleranza reciproca dove c’è un anticattolicesimo. Vado avanti con grande coraggio e con gioia».

Il Regno Unito, come molti altri Paesi occidentali, è considerato un Paese secolare, con un forte movimento di atesimo anche con motivazioni culturali, tuttavia vi sono anche segni che la fede religiosa, in particolare in Gesù Cristo, è tuttora viva a livello personale. Che cosa può significare questo per cattolici e anglican. Si può fare qualcosa per rendere la Chiesa come istituzione anche più credibile e attrattiva per tutti?

«Direi che una chiesa che cerca soprattutto di essere attrattiva sarebbe già su una strada sbagliata. Perché la chiesa non lavora per se, nn lavora per aumentare i propri numeri, così il proprio potere. La chiesa è al servizio di un Altro, serve non per se, per essere un corpo forte, ma serve per rendere accessibile l’annuncio di Gesù Cristo, le grandi verità, le grandi forze di amore di riconciliazione che è apparso in questa figura e che viene sempre dalla presenza di Gesù Cristo. In questo senso la chiesa non cerca la propria attrattività ma deve essere trasparente per Gesù Cristo. E nella misura nella quale non sta per se stesso, come corpo forte e potente nel mondo, ma si fa semplicemente voce di un altro, diventa realmente trasparenza per la grande figura di Cristo e le grandi verità che ha portato nell’umanità, la forza dell’amore, in questo momento si ascolta si accetta la chiesa non dovrebbe considerare se stessa ma aiutare a considerare l’Altro, e essa stessa vedere e parlare di un Altro. In questo senso mi sembra anche che anglicani e cattolici hanno il semplice, lo stesso compito, la stessa direzione da prendere. Se anglicani e cattolici vedono ambedue che non servono per se stessi ma sono strumenti per Cristo,. Amico dello sposo, come dice san giovanni, se ambedue seguono la priorità di Cristo e non di se stessi, vengono anche insieme. Perché in quel tempo la priorità di Cristo li accomuna e non sono più concorrenti, ognuno cerca il maggiore numero, ma sono congiunti nell’impegno per la verità di Cristo in questo mondo, e così si trovano anche reciprocamente in un vero e fecondo ecumenismo».

Com’è noto e come è stato messo in luce anche da recenti sondaggi, lo scandalo degli abusi sessuali ha scosso la fiducia dei fedeli nella Chiesa. Come pensa di poter cotribuire a ristabilire questa fiducia?

"Innanzitutto devo dire che queste rivelazioni sono state per me uno shock sono una grande tristezza è difficile capire come questa perversione del ministero sacerdotale era possibile. Il sacerdote nel momento dell’ordinazione, preparato per anni a questo momento dice si a Cristo di farsi la sua voce, la sua bocca, la sua mano e servire con tutta l’esistenza perché il buon pastore che ama che aiuta e guida alla verità sia presente nel mondo. Come un uomo che ha fatto e detto questo possa poi cadere in questa perversione è difficile capire, è una grande tristezza, una grande tristezza anche che la autorità della chiesa non era sufficientemente vigilante e non sufficientemente veloce, decisa nel prendere le misure necessarie. Per tutto questo siamo in un momento di penitenza di umiltà di rinnovata sincerità, come ho scritto ai vescovi irlandesi. Mi sembra dobbiamo adesso realizzare proprio un tempo di penitenza, un tempo di umiltà e rinnovare, e reimparare l’assoluta sincerità. Quanto alle vittime direi tre cose sono importanti. Primo interesse sono le vittime, come possiamo riparare, che cosa possiamo fare per aiutare queste persone a superare questo trauma, a ritrovare la vita, a ritrovare anche la fiducia nel messaggio di Cristo. L’impegno per le vittime è la prima priorità con aiuti materiali, psicologici e spirituali. Secondo è il problema delle persone colpevoli: la giusta pena escluderli da ogni possibilità di accesso ai giovani, perché sappiamo che questa è una malattia che la libera volontà non funziona ove c’è questa malattia quindi dobbiamo proteggere queste persone contro se stesse, e trovare il modo di aiutarle e proteggerle da se stesse ed escluderle da ogni accesso ai giovani. E il terzo punto è la prevenzione e l’educazione nella scelta dei candidati al sacerdozio. Essere così attenti che secondo le possibilità umane si esclude futuri casi. Vorrei in questo momento anche ringraziare l’episcopato britannico per la sua attenzione e collaborazione sia con la sede di san pietro sia con le istanze pubbliche e l’attenzione per le vittime e per il diritto. L’episcopato britanico ha fatto e fa un grande lavoro quindi sono molto grato."

Santità, la figura del cardinale Newman è molto significativa per lei. E per il cardinale Newman lei fa l’eccezione di presiederne la beatificazione. Pensa che il suo ricordo possa aiutare a superare le divisioni tra anglicani e cattolici, E quali sono gli aspetti della sua personalità su cui desidera mettere l’accento più forte?

"Newman è soprattutto da una parte un uomo moderno che ha vissuto tutto il problema della modernità, che ha vissuto anche il problema dell’agnosticismo il problema dell’impossibilità di conoscere Dio, di credere. Un uomo che era in tutta la sua vita in cammino, di lasciarsi trasformare dalla verità in una ricerca di grande sincerità e di grande disponibilità di conoscere e di trovare e di accettare la strada che da la vera vita, questa modernità interiore della sua vita implica la modernità della sua fede. Non è una fede in formule del tempo passato ma una fede personalissima, vissuta sofferta, trovata in un lungo cammino di rinnovamento e di conversioni. E’ un uomo di grande cultura che da una parte partecipa nella nostra cultura scettica di oggi possiamo capire qualcosa di certo sulla verità dell’uomo di essere o no e come possiamo arrivare alle convergenza delle verosimilità. Un uomo con una grande cultura della conoscenza dei padri della chiesa, ha studiato e rinnovato la genesi e il dono della fede riconosciuta così la figura essenzialmente interiore. E’ un uomo di una grande spiritualità di un grande umanesimo, un uomo di preghiera, di una relazione profonda con Dio e di una relazione propria perciò anche di una relazione profonda con gli uomini del suo tempo. Direi quindi tre elementi: modernità della sua esistenza con tutti i dubbie e i problemi del nostro essere di oggi, cultura grande, conoscenza dei grandi tesori della cultura dell’umanità e disponibilità di ricerca permanente di rinnovamento permanente e spiritualità, vita spirituale con Dio danno a questo un uomo un eccezionale grandezza nel nostro tempo è una figura di dottore della chiesa per noi e per tutti e un ponte tra anglicani e cattolici".

La sua è una visita di Stato. C’è sintonia con le autorità inglesi nell’affrontare le grandi sfide attuali?

"Sono molto grato a sua maestà la Regina Elisabetta II che voleva dare a questa visita il rango di visita di stato, che sa esprimere il carattere pubblico questa visita e anche la responsabilità comune della politica e della religione per il futuro del continente e per il futuro anche dell’umanità. La grande comune responsabilità perché i valori che creano giustizia e politica e che vengano dalla religione siano insieme, in cammino nel nostro tempo. Attualmente di qeusto fatto che giuridicamente è una visita di Stato non rende la mia visita un fatto politico perché se il Papa fa un capo di Stato questo è solo uno strumento per garantire l’indipendenza del suo annuncio e il carattere pubblico del suo lavoro di pastore. In questo senso anche la visita di stato rimane sostanzialmente ed essenzialmente una visita pastorale, cioè una visita nella responsabilità della fede nella quale il sommo pontefice il Papa esiste e naturalmente il centro dell’attenzione qauesta visita di stato proprio le coincidenze tra l’interesse della politica e della religione. La politica sostanzialmente è creata per garantire giustizia, la giustizia e la libertà, giustizia è una valore morale, religioso e così l’annuncio della fede si collega nel punto giustizia alla politica e qui nascono anche gli interessi comuni. La GB ha una grande esperienza e una grande attività nella lotta contro il male di questo tempo, la miseria, la povertà, le malattie la droga e tutte queste lotte contro la miserie, le povertà la schiavitù dell’uomo sono anche scopi della fede perché sonos copi dell’umanizzazione dell’uomo perché sia restituito all’immagine di Dio contro la le distruzioni e le devastazioni. Il secondo compito comune è l’impegno per la pace nel mondo e la capacità di vivere la pace, l’educazione alla pace. Creare le virtù che vedono l’uomo capace di pace. E finalmente l’elemento essenziale della pace è il dialogo delle religioni, tolleranza, apertura dell’uomo e dell’altro e questo anche con un profondo scopo sia della Bretagna sia della fede cattolica di aprire il cuore, di aprire al dialogo, di aprire così alla verità, al cammino comune dell’umanità e alla ritrovata dei valori che sono fondamento del nostro umanesimo".

http://www.ilgiornale.it/esteri/il_papa_edimburgo_sui_casi_pedofilia_chiesa_non_ha_vigilato/pedofilia-viaggio-scozia-edimburgo-benedetto_xvi-vaticano/16-09-2010/articolo-id=473807-page=0-comments=1








 





Caterina63
00giovedì 16 settembre 2010 18:50
[SM=g1740738] Le immagini, mosse dal vento che solitamente accompagna il Santo Padre, ci fanno ben sperare ad una forza dello Spirito Santo che sorregge l'anziano Pontefice dandogli vigore ed ottimismo ^__^

Il sottofondo, non messo per caso, "Conquista per il Paradiso" che rievoca le gesta di Cristoforo Colombo, sia di santo auspicio per questo viaggio e per ciò che il Papa desidera lasciare nel Nome di Gesù Cristo...

Santo Padre, siamo con Lei! [SM=g1740722]

it.gloria.tv/?media=98761





[SM=g1740717]


[SM=g1740757]

Caterina63
00giovedì 16 settembre 2010 20:06
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

OMELIA DEL SANTO PADRE


Cari fratelli e sorelle in Cristo,

"È vicino a voi il regno di Dio" (Lc 10,9). Con queste parole del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, saluto tutti voi con grande affetto nel Signore. Davvero il Regno di Dio è già in mezzo a noi! In questa celebrazione Eucaristica, nella quale la Chiesa che è in Scozia si raduna attorno all’altare, in unione con il Successore di Pietro, riaffermiamo la nostra fede nella parola di Cristo e la nostra speranza – una speranza che mai delude – nelle sue promesse! Saluto cordialmente il Card. O’Brien e i vescovi scozzesi; ringrazio in particolare l’Arcivescovo Conti per le gentili parole di benvenuto, che mi ha rivolto a nome vostro; ed esprimo la mia profonda gratitudine per il lavoro che i Governi Britannico e Scozzese e la municipalità di Glasgow hanno svolto per rendere possibile questa circostanza.

Il Vangelo odierno ci ricorda che Cristo continua a inviare i suoi discepoli nel mondo per annunciare la venuta del suo Regno e portare la sua pace nel mondo, passando di casa in casa, di famiglia in famiglia, di città in città. Sono venuto in mezzo a voi, i figli spirituali di S. Andrea, come araldo di questa pace, e per confermarvi nella fede di Pietro (cfr Lc 22,32). E’ con una certa emozione che mi rivolgo a voi, non lontano dal luogo dove il mio amato predecessore, il Papa Giovanni Paolo II, circa trent’anni fa celebrò con voi la Messa, accolto dalla più grande folla che mai si sia riunita nella storia scozzese.

Molte cose sono accadute da quella storica visita, in Scozia e nella Chiesa che è in questo Paese. Noto con grande soddisfazione come l’esortazione che vi rivolse Papa Giovanni Paolo, a camminare mano nella mano con i vostri fratelli cristiani, abbia portato ad una maggiore fiducia e amicizia con i membri della Chiesa di Scozia, della Chiesa Episcopale Scozzese e delle altre comunità cristiane.

Permettetemi di incoraggiarvi a continuare a pregare e lavorare con loro nel costruire un futuro più luminoso per la Scozia, fondato sulla nostra comune eredità cristiana. Nella prima lettura oggi proclamata abbiamo ascoltato l’invito rivolto da S. Paolo ai Romani a riconoscere che, come membra del corpo di Cristo, apparteniamo gli uni agli altri (cfr Rm 12,5), e a vivere con rispetto ed amore vicendevole. In questo spirito saluto i rappresentanti delle altre confessioni cristiane, che ci onorano della loro presenza. Quest’anno ricorre il 450° anniversario del "Reformation Parliament", ma anche il centenario della Conferenza Missionaria Mondiale di Edimburgo, che è generalmente considerata come la nascita del movimento ecumenico moderno. Rendiamo grazie al Signore per la promessa che rappresenta l’intesa e la cooperazione ecumenica, in vista di una testimonianza concorde alla verità salvifica della parola di Dio nell’odierna società in rapido mutamento.

Tra i diversi doni che S. Paolo elenca per l’edificazione della Chiesa vi è quello dell’insegnamento (cfr Rm 12,7). La predicazione del Vangelo è sempre stata accompagnata da una preoccupazione per la parola: la parola ispirata di Dio e la cultura nella quale quella parola mette radici e si sviluppa. Qui in Scozia, penso alle tre università medievali fondate dai pontefici, compresa quella di S. Andrea, che sta per celebrare il sesto centenario della sua fondazione.

Negli ultimi trent’anni, con l’aiuto delle autorità civili, le scuole cattoliche scozzesi hanno raccolto la sfida di assicurare una educazione integrale ad un maggior numero di studenti, e ciò è stato di aiuto ai giovani non solo per il cammino di uno sviluppo umano e spirituale, ma anche per l’inserimento nelle professioni e nella vita pubblica. Questo è un segno di grande speranza per la Chiesa e desidero incoraggiare i professionisti, i politici e gli educatori cattolici scozzesi a non perdere mai di vista la loro chiamata ad usare i propri talenti e la propria esperienza a servizio della fede, confrontandosi con la cultura scozzese contemporanea ad ogni livello.

L’evangelizzazione della cultura è tanto più importante nella nostra epoca, in cui una "dittatura del relativismo" minaccia di oscurare l’immutabile verità sulla natura dell’uomo, il suo destino e il suo bene ultimo.

Vi sono oggi alcuni che cercano di escludere il credo religioso dalla sfera pubblica, di privatizzarlo o addirittura di presentarlo come una minaccia all’uguaglianza e alla libertà.

Al contrario, la religione è in verità una garanzia di autentica libertà e rispetto, che ci porta a guardare ogni persona come un fratello od una sorella. Per questo motivo faccio appello in particolare a voi, fedeli laici, affinché, in conformità con la vostra vocazione e missione battesimale, non solo possiate essere esempio pubblico di fede, ma sappiate anche farvi avvocati nella sfera pubblica della promozione della sapienza e della visione del mondo che derivano dalla fede.

La società odierna necessita di voci chiare, che propongano il nostro diritto a vivere non in una giungla di libertà auto-distruttive ed arbitrarie, ma in una società che lavora per il vero benessere dei suoi cittadini, offrendo loro guida e protezione di fronte alle loro debolezze e fragilità. Non abbiate paura di dedicarvi a questo servizio in favore dei vostri fratelli e sorelle, e del futuro della vostra amata nazione.

San Ninian, la cui festa oggi celebriamo, non ebbe paura di essere una voce solitaria. Sulle orme dei discepoli che nostro Signore aveva inviato davanti a sé, Ninian fu uno dei primissimi missionari cattolici a portare ai suoi connazionali la buona novella di Gesù Cristo. La sua missione a Galloway divenne un centro per la prima evangelizzazione di questo Paese. Quell’opera venne in seguito portata avanti da San Mungo, il patrono di Glasgow, e da altri santi, tra i maggiori dei quali si devono ricordare San Columba e Santa Margaret. Ispirati da loro, molti uomini e donne lavorarono per molti secoli, per far giungere la fede fino a voi. Cercate di essere degni di questa grande tradizione! Sia vostra costante ispirazione l’esortazione di San Paolo nella prima lettura: "Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera" (cfr Rm 12,11-12).

Desidero ora rivolgere una speciale parola ai vescovi della Scozia. Cari confratelli, permettetemi di incoraggiarvi nella vostra responsabilità pastorale verso i cattolici della Scozia. Come sapete, uno dei primi compiti pastorali è per i vostri sacerdoti (cfr Presbyterorum Ordinis, 7) e per la loro santificazione. Come essi sono alter Christus per la comunità Cattolica, così voi lo siete per loro. Vivete in pienezza la carità che promana da Cristo nel vostro fraterno ministero verso i vostri sacerdoti, collaborando con tutti loro ed in particolare con quanti hanno scarsi contatti con i loro confratelli. Pregate con loro per le vocazioni, affinché il Signore della messe mandi operai nella sua messe (cfr Lc 10,2). Così come è l’Eucarestia che fa la Chiesa, il sacerdozio è centrale per la vita della Chiesa. Impegnatevi personalmente nel formare i vostri sacerdoti come una fraternità che ispira altri a dedicare completamente se stessi al servizio di Dio Onnipotente. Abbiate cura anche dei vostri diaconi, il cui ministero di servizio è unito in modo particolare con quello dell’ordine dei vescovi. Siate per loro dei padri e delle guide sul cammino della santità, incoraggiandoli a crescere in conoscenza e sapienza nel compiere la missione di annunciatori alla quale sono stati chiamati.

Cari sacerdoti della Scozia, siete chiamati alla santità e a servire il popolo di Dio modellando le vostre vite sul mistero della croce del Signore. Predicate il Vangelo con un cuore puro ed una coscienza retta. Dedicate voi stessi a Dio solo, e diventerete per i giovani esempi luminosi di una vita santa, semplice e gioiosa: essi, a loro volta, desidereranno certamente unirsi a voi nel vostro assiduo servizio al popolo di Dio.

Che l’esempio di dedizione, di generosità e di coraggio di San John Ogilvie ispiri tutti voi. Similmente, permettetemi di incoraggiare anche voi, monaci, religiose e religiosi di Scozia, ad essere come una luce posta sulla sommità del colle, vivendo una autentica vita cristiana di preghiera ed azione che testimoni, in modo luminoso la forza del vangelo.

Infine, desidero rivolgere una parola a voi, miei cari giovani cattolici di Scozia. Vi esorto a vivere una vita degna di nostro Signore (cfr Ef 4,1) e di voi stessi. Vi sono molte tentazioni che dovete affrontare ogni giorno – droga, denaro, sesso, pornografia, alcool – che secondo il mondo vi daranno felicità, mentre in realtà si tratta di cose distruttive, che creano divisione.

C’è una sola cosa che permane: l’amore personale di Gesù Cristo per ciascuno di voi. Cercatelo, conoscetelo ed amatelo, ed egli vi renderà liberi dalla schiavitù dell’esistenza seducente ma superficiale frequentemente proposta dalla società di oggi. Lasciate da parte ciò che non è degno di valore e prendete consapevolezza della vostra dignità di figli di Dio.

Nel vangelo odierno, Gesù ci chiede di pregare per la vocazioni: prego perché molti fra voi conoscano ed amino Gesù Cristo e, attraverso tale incontro, giungano a dedicarsi completamente a Dio, in modo particolare quanti fra di voi sono chiamati al sacerdozio e alla vita religiosa. Questa è la sfida che il Signore oggi vi rivolge: la Chiesa ora appartiene a voi!

Cari amici, esprimo ancora una volta la mia gioia di celebrare questa Messa con voi. Mi fa piacere assicuravi delle mie preghiere nell’antica lingua del vostro paese: Sìth agus beannachd Dhe dhuib uile; Dia bhi timcheall oirbh; agus gum beannaicheadh Dia Alba. La pace e la benedizione di Dio siano con tutti voi; Dio vi protegga; e Dio benedica il popolo di Scozia!





   
Pope Benedict XVI kisses a baby, Maria Tyszczak from Poland, as he arrives to preside over a Celebration of Mass in Bellahouston Park, Glasgow, in Scotland on September 16, 2010. Tens of thousands of people lined the streets of Edinburgh Thursday to greet Pope Benedict XVI, waving flags as his popemobile went past, though some in the crowd criticised the state visit.  GLASGOW, UNITED KINGDOM - SEPTEMBER 16:  Pope Benedict XVI conducts Mass at Bellahouston Park on September 16, 2010 in Glasgow, Scotland. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness will meet The Queen as well as political and religious representatives.
Pope Benedict XVI kisses a baby, Maria Tyszczak from Poland, as he arrives to preside over a Celebration of Mass in Bellahouston Park, Glasgow, in Scotland on September 16, 2010. Tens of thousands of people lined the streets of Edinburgh Thursday to greet Pope Benedict XVI, waving flags as his popemobile went past, though some in the crowd criticised the state visit.


Pope Benedict XVI arrives for mass at Bellahouston Park in Glasgow, Scotland,September 16, 2010. Pope Benedict started a trip to Britain on Thursday with some of the clearest criticism of his Church's handling of its sexual abuse crisis and urged the country to beware the threats posed by "aggressive secularism".






Caterina63
00venerdì 17 settembre 2010 08:32
All'inizio del viaggio nel Regno Unito il Papa sottolinea il contributo della fede allo sviluppo e alla pace nel mondo

Politica e religione, una comune responsabilità


Religione e politica hanno una responsabilità comune nel garantire la giustizia, la pace e la libertà in Europa e nel mondo. E in questo senso il Regno Unito ha una grande tradizione di impegno attivo nella lotta contro i mali del nostro tempo, quali la povertà, la miseria, la fame.

All'insegna del dialogo per ritrovare i valori dell'umanesimo che la società contemporanea sembra aver smarrito è iniziato il diciassettesimo viaggio internazionale di Benedetto XVI. Il Papa è stato esplicito nelle risposte alle cinque domande rivoltegli dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi, a nome dei settanta giornalisti presenti sul volo diretto a Edimburgo, prima tappa della sua visita in Gran Bretagna.

Per venti minuti ha ripetuto più volte le parole "tolleranza" e "apertura", e ha esortato in particolare i cristiani a testimoniare una fede viva in Gesù anche in società secolarizzate come quella britannica. Non preoccupano il Pontefice eventuali critiche e contestazioni, poiché anche i precedenti viaggi in Francia e nella Repubblica Ceca si preannunciavano a rischio per la presenza di tendenze anticlericali e areligiose, mentre si sono risolti poi in un grande successo. In entrambi quei Paesi è stata calorosa l'accoglienza da parte dei cattolici e anche di quanti, pur professandosi agnostici, sono alla ricerca della verità in spirito di tolleranza e di rispetto.

Secondo il Papa infatti nella maggior parte delle nazioni occidentali, europee soprattutto, con forti correnti anticattoliche, coesiste una radicata presenza di fede. E la Gran Bretagna che stamane lo ha accolto rappresenta un paradigma di questa realtà. Benedetto XVI ha affermato perciò di voler affrontare le sfide di questo viaggio con coraggio e con gioia.

Rispondendo a una domanda sui requisiti che deve avere la Chiesa per attirare le persone, Papa Ratzinger ha ribadito la convinzione che i numeri o il potere non sono la priorità. Una Chiesa che cerca di essere attrattiva, ha detto, è una Chiesa sbagliata. Essa, ha aggiunto, non deve lavorare per sé stessa ma per rendere visibile Cristo. Che tradotto in pratica significa essere testimone d'amore e di riconciliazione, aiutare a considerare l'altro, essere "trasparente" per poter diffondere senza interferenze la luce autentica del Vangelo. E in questo cattolici ed anglicani hanno la stessa direzione da prendere. Se infatti seguono la priorità di Cristo e non se stessi, non sono più concorrenti, ma amici nella verità. La personalità del cardinale John Henry Newman costituisce un modello per il superamento delle divisioni, in vista di una comune testimonianza.

Motivo di fondo di questo viaggio appena iniziato, la beatificazione di Newman costituisce per il Pontefice il riconoscimento del ruolo di quest'uomo di fede e di cultura che si è lasciato trasformare dalla verità. Un uomo che anzitutto ha vissuto il problema della modernità e dell'agnosticismo; per questo la sua non è una fede informe, appartenente al passato ma personalissima e attuale. Personalità di grande cultura, ha lottato contro lo scetticismo; sacerdote di grande spiritualità e di preghiera, ha vissuto in relazione profonda con Dio e con gli uomini.

Nella conferenza stampa il Papa ha rinnovato la sua fiducia nella Chiesa scossa dallo scandalo degli abusi su minori commessi da membri del clero. Anche in questo caso Benedetto XVI ha confessato senza remore che le rivelazioni sono state per lui uno shock, che gli ha provocato una grande tristezza. L'autorità della Chiesa - ha ammesso - non è stata in grado di vigilare, e ha auspicato pentimento, umiltà e grande sincerità da parte di tutti. Il Papa ha rivolto in particolare il suo pensiero alle vittime, che vanno aiutate a superare il trauma e a ritrovare fiducia, attraverso un sostegno materiale, psicologico e spirituale. Ha quindi invocato una giusta pena per i colpevoli - definiti senza mezzi termini inclini alla perversione - per i quali deve essere escluso ogni accesso ai giovani, perché chi commette tali atti è un malato, la cui libera volontà non funziona. Il Papa ha poi ribadito la necessità di vivere questo tempo come un momento di penitenza, di umiltà e di rinnovata sincerità, così come aveva scritto nella lettera inviata ai vescovi irlandesi. Da ultimo Benedetto XVI ha invocato un'opera di prevenzione, da esercitarsi soprattutto nel momento della scelta dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa. Ha ringraziato infine personalmente l'episcopato britannico per il grande lavoro compiuto e che continua a fare. (gianluca biccini)


(©L'Osservatore Romano - 17 settembre 2010)



 

Il cuore e la croce


Nei viaggi papali la più efficace e immediata chiave di comprensione è offerta dallo stesso Benedetto XVI durante l'incontro con i giornalisti poco dopo la partenza. E anche questa volta, in volo verso il Regno Unito, è stato così:  attraverso le parole del Papa, è possibile cogliere facilmente la sua intenzione, e quasi gettare uno sguardo nel suo cuore. Con una singolare attualizzazione del motto del cardinale Newman (che sarà beatificato eccezionalmente dal Pontefice a Birmingham) scelto per l'itinerario britannico:  cor ad cor loquitur, "il cuore parla al cuore", atteggiamento che da sempre è congeniale a Joseph Ratzinger.

"Vado avanti con grande coraggio e gioia" ha detto, dichiarando sull'aereo la sua fiducia nell'accoglienza subito impeccabile all'arrivo e molto cordiale nelle affollatissime strade a Edimburgo e nell'incontro con la regina a Holyroodhouse. Tra lo sventolare festoso di bandiere scozzesi con la croce di sant'Andrea, il party - quasi una festa di famiglia, a cui hanno partecipato la sovrana e il Pontefice -, e l'entusiasmo di migliaia di bambini e ragazzi di molte scuole.

Nonostante la presenza di correnti anticlericali e anticattoliche - del resto comuni a parte dell'occidente europeo - Papa Benedetto ha voluto ricordare ai giornalisti e nel discorso davanti a Elisabetta II le tradizioni di fede e le radici cristiane del Regno Unito. Insieme all'attenzione, alla tolleranza e al rispetto dimostrati da molti laici e agnostici che sono in ricerca, come già è avvenuto nelle visite, molto positive, in Francia e nella Repubblica Ceca.

La Chiesa non ha paura della modernità - ed è questo uno dei significati  della  beatificazione  di Newman, "eccezionale figura" e Dottore della Chiesa nella contemporaneità - soprattutto per un motivo:  non lavora per se stessa, per affermare il suo supposto potere, ma per un altro, e cioè per l'annuncio di Gesù Cristo. Sarebbe sulla strada sbagliata una Chiesa che cercasse di rendersi attraente, ha detto con nettezza Benedetto XVI. Piuttosto, la Chiesa deve essere trasparente, per lasciare splendere il Signore e farsi sua voce. E in questo i cattolici e gli altri cristiani hanno il medesimo compito, non concorrenti, ma servitori del primato e della verità di Cristo.

A prima vista l'atmosfera non sembrava facile, stando almeno all'atteggiamento non proprio benevolo presente in diversi media alla vigilia della visita, in particolare per la dolente e vergognosa questione degli abusi sessuali da parte di membri del clero. Anche su questo il Papa ha aperto di nuovo il suo cuore dicendosi scioccato ed esprimendo difficoltà a capire questa perversione del sacerdozio e tristezza per un'autorità ecclesiastica non abbastanza vigile e rapida di fronte allo scandalo.

Da riparare con la penitenza e l'umiltà, mentre alle vittime deve andare ogni aiuto, accompagnato da giuste pene per i colpevoli e dalla prevenzione, che nel Regno Unito è esemplare.

E la fiducia di un colloquio del cuore insieme allo sguardo alla croce - che è nell'antico nome della residenza reale di Holyroodhouse - sono i motivi che caratterizzano questa visita di Stato, davvero storica ma certo non politica, come ha spiegato Benedetto XVI sottolineando che essa è soltanto in funzione dell'annuncio di Cristo. Che in Gran Bretagna ha modellato un grande Paese secondo un'eredità, rilevata in consonanza da Elisabetta ii e dal Papa, a cui guardano miliardi di persone, credenti e non credenti, in tutto il mondo.

g. m. v.


(©L'Osservatore Romano - 17 settembre 2010)


Il discorso rivolto al Pontefice da Elisabetta II

Dialogare per superare vecchi sospetti


Pubblichiamo, in una nostra traduzione italiana, il discorso rivolto dalla regina Elisabetta II al Pontefice.

Santità,
accoglierla nel Regno Unito e, in particolare, in Scozia, in occasione della sua prima visita in veste di Papa, mi colma di gioia. Ricordo con piacere la memorabile visita pastorale del compianto Papa Giovanni Paolo II in questo Paese, nel 1982.
Ho anche ricordi vividi delle mie quattro visite in Vaticano e degli incontri con i suoi predecessori in altre occasioni. Sono loro molto grata per aver ricevuto, nel corso degli anni, numerosi membri della mia famiglia con tale calorosa ospitalità.
Nel mondo sono cambiate molte cose nei trent'anni trascorsi dalla visita di Giovanni Paolo II. In questo Paese apprezziamo profondamente l'impegno della Santa Sede per migliorare in maniera straordinaria la situazione nell'Irlanda del Nord.

Ovunque, la caduta dei regimi totalitari nell'Europa centrale e orientale ha permesso una maggiore libertà a centinaia di milioni di persone. La Santa Sede continua a svolgere un ruolo importante nelle questioni internazionali, a sostegno della pace e dello sviluppo, e nell'affrontare problemi comuni quali povertà e cambiamento climatico.
Santità, la sua presenza qui oggi ci ricorda la nostra eredità comune e il contributo cristiano all'incoraggiamento della pace nel mondo e allo sviluppo economico e sociale dei Paesi meno prosperi del mondo.

Siamo tutti consapevoli dell'apporto speciale della Chiesa cattolica romana, in particolare grazie al suo ministero per i poveri e per i più deboli della società, alla sua sollecitudine per i senzatetto e all'educazione che offre attraverso la sua ampia rete di scuole.
La religione è sempre stata un elemento cruciale nell'identità nazionale e nella autoconsapevolezza storica. Ciò ha reso il rapporto fra differenti fedi un fattore fondamentale nella cooperazione necessaria negli stati nazione e fra di loro. Quindi, è di vitale importanza incoraggiare una comprensione reciproca e rispettosa.

Sappiamo per esperienza che attraverso il dialogo impegnato è possibile superare vecchi sospetti e instaurare una maggiore fiducia reciproca.
So che la riconciliazione ha costituito un tema centrale nella vita del cardinale John Henry Newman, per il quale lei, Santità, celebrerà una messa di beatificazione domenica prossima. Egli ha lottato contro dubbi e incertezze e il suo contributo alla comprensione del cristianesimo continua a influenzare molte persone.

Sono lieta per il fatto che la sua visita sarà anche un'opportunità per approfondire il rapporto fra la Chiesa cattolica romana, la Chiesa di Inghilterra e la Chiesa di Scozia.
Santità, in tempi recenti, ha affermato che "le religioni non possono mai divenire veicoli di odio, che la violenza e il male non possono mai essere giustificati invocando il nome di Dio". Oggi, in questo Paese, siamo uniti su questa posizione. La libertà di culto è il nucleo centrale della nostra società tollerante e democratica.

A nome del popolo del Regno Unito, le auguro una visita che sia il più possibile feconda e memorabile.



La cordiale accoglienza
in terra scozzese


dal nostro inviato Gianluca Biccini


Il vento che spinge veloci le nubi nel cielo di Edimburgo spazza via anche le polemiche che hanno accompagnato la vigilia del viaggio del Papa nel Regno Unito. È bastato il cordiale incontro con la regina Elisabetta II a convincere anche il più scettico tra i sudditi di Sua Maestà che valeva la pena invitare Benedetto XVI a visitare il Paese e ad accoglierlo con tutti gli onori, mettendo da parte qualsiasi riserva.

Del resto, le profonde radici cristiane, qui tuttora presenti in ogni strato della vita sociale, sono state richiamate da Benedetto XVI nel suo primo discorso nel Regno Unito. Rivolgendosi alla sovrana giovedì mattina, 16 settembre, nella residenza di Holyroodhouse a Edimburgo, il Papa ha affrontato anche i temi dell'autonomia scozzese, del processo di pace in Irlanda del Nord, dell'eroica opposizione britannica alla tirannia nazista, del ruolo avuto nella fondazione delle Nazioni Unite. Ma soprattutto ha posto l'accento sulle vicende storiche che hanno portato la monarchia, il governo e il popolo ad avere sempre un ruolo di primo piano nel contesto internazionale. E poiché oggi il Regno Unito si sforza di essere una società moderna e multiculturale, ha auspicato che in questo compito possa mantenere vivo - anche attraverso i mass media, esortati, specie quelli locali, a un maggior senso di responsabilità - il rispetto di quei valori tradizionali che gli attacchi del secolarismo sembrano voler porre in secondo piano.

Il velivolo con a bordo il Papa era atterrato all'aeroporto internazionale della capitale scozzese alle 10.15 locali (corrispondenti alle 11.30 italiane). Nella piazzola 203 il nunzio apostolico, l'arcivescovo Sainz Muñoz, è salito a bordo per dare il benvenuto a Benedetto XVI e al suo seguito. Sceso dalla scaletta dell'aereo il Pontefice ha ricevuto l'accoglienza ufficiale da parte di Sua Altezza Reale Filippo di Mountbatten. La presenza del duca di Edimburgo è un gesto di grande cortesia da parte della famiglia reale.

Con il consorte della regina erano tra gli altri il primo Ministro scozzese Alex Salmond, il cardinale O'Brien, l'arcivescovo Nichols, il cardinale Murphy-O'Connor, monsignor Summersgill, alcuni vescovi cattolici e anglicani, l'ambasciatore del Regno Unito presso la Santa Sede, Francis Martin-Xavier Campbell, e numerose autorità civili e politiche. Significativa la dichiarazione che Salmond ha rilasciato al termine dell'incontro:  "Io penso - ha detto - che molti scettici, soprattutto fra gli operatori dei media, oggi saranno smentiti. Si tratta di un avvenimento che riguarda non solo la comunità cattolica scozzese ma l'intera nazione".

Dopo la presentazione delle personalità presenti, il Pontefice e il duca di Edimburgo si sono diretti al Royal Pavilion per un breve colloquio. Percorsi in auto quindici chilometri il Papa è giunto al Palazzo di Holyroodhouse - vicino alle rovine dell'antica abbazia della Santa Croce - per la cerimonia di benvenuto. All'ingresso è stato accolto dai reali. Dopo gli onori militari, l'esecuzione degli inni nazionali e la guardia d'onore, si è svolta la visita di cortesia a Elisabetta II. Sul trono dal 1952, è l'unico sovrano con territori in tutti i continenti. In pratica è la regina di oltre due miliardi di persone, se si considerano i Paesi membri del Commonwealth.

All'interno del palazzo, nella morning room al primo piano, è avvenuto l'incontro privato e lo scambio dei doni. Il Papa ha offerto una riproduzione dell'antico evangeliario di Lorsch - attualmente smembrato in due unità - che contiene i quattro vangeli con prologo ed epistola di san Girolamo a Papa Damaso e altri testi. La regina ha ricambiato con le copie di alcune stampe del pittore tedesco Hans Holbein, fra le quali un disegno raffigurante san Tommaso Moro. Contemporaneamente, in un'altra sala, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, si intratteneva con il primo Ministro scozzese Salmond.

Al termine, nel grande gazebo allestito nel parco sul retro del palazzo, Benedetto XVI ha parlato alle quattrocento autorità invitate, tra le quali anche rappresentanti del Parlamento scozzese. Prima di lasciare il palazzo reale, è stato salutato dalle cornamuse e dai tamburi suonati da un gruppo di giovani studenti in abiti tradizionali. Lo stesso Pontefice ha indossato sulle spalle al momento del congedo una sciarpa tipica scozzese con sfondo verde. Ricorre infatti oggi la festa di san Niniano di Galloway, apostolo della Scozia. Così, mentre Benedetto XVI incontrava la regina, nel centro di Edimburgo si svolgeva una parata folcloristica con la partecipazione di bambini provenienti dalle scuole di tutta la Scozia:  uno spettacolo teatrale storico all'aperto ha fatto rivivere i momenti più significativi dello sviluppo del territorio.

Al termine della mattinata, in automobile il Papa ha percorso Princes street - parallela alla più nota Royal Mile, il "miglio reale", un lungo rettilineo che collega il palazzo e l'abbazia in rovina di Holyrood con il castello di Edimburgo - diretto alla residenza arcivescovile. Lungo il percorso ha potuto ammirare le bellezze della storica capitale scozzese. La città più visitata del Regno Unito dopo Londra si sviluppa su una serie di colline che le conferiscono un aspetto grazioso, tanto da averle fatto guadagnare l'appellativo di "Atene del Nord". Due suoi quartieri - Old e New Town - nel 1995 sono stati dichiarati dall'Unesco patrimonio dell'umanità.

La vettura papale ha percorso cinque chilometri passando tra due ali di folla, nella quale si distinguevano gruppi di ragazzi e bambini che hanno sventolato bandierine, applaudito e cantato, coinvolgendo gli altri presenti in un clima di grande festa e gioia.
Giunto nella residenza arcivescovile, prima di entrare, con un fuori programma, il Papa ha voluto salutare personalmente le persone che da ore erano in attesa all'esterno. Sceso dalla vettura ha percorso a piedi il viale ed è uscito dal cancello per stringere le mani ai presenti, soffermandosi in particolare con i più piccoli e con gli ammalati in carrozzella.


(©L'Osservatore Romano - 17 settembre 2010)

Caterina63
00venerdì 17 settembre 2010 08:44

Viaggio apostolico in Gran Bretagna - Incontro con la Regina...























 






















 




















Caterina63
00venerdì 17 settembre 2010 08:48
Viaggio apostolico in Gran Bretagna...































 


















Viaggio apostolico in Gran Bretagna - Santa Messa a Glasgow...























 






















































 



Caterina63
00venerdì 17 settembre 2010 15:21
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

INDIRIZZO DEL SANTO PADRE agli insegnanti e religiosi alla S. Mary’s University College


Eccellentissimo segretario di stato per l’educazione,
Venerato Fratello Mons. Stack,
Dr Naylor,
Reverendi Padri,
Fratelli e Sorelle in Cristo
,

sono lieto di avere questa opportunità di rendere onore al notevole contributo che Religiosi e Religiose hanno dato in questa terra al nobile compito dell’ educazione. Ringrazio i giovani per i loro bei canti e ringrazio Suor Teresa per le sue parole. A lei e a tutti coloro che, uomini e donne, hanno dedicato la vita ad insegnare ai giovani, desidero esprimere i miei sentimenti di profondo apprezzamento. Voi formate nuove generazioni non solo nella conoscenza della fede ma in ogni aspetto di ciò che significa vivere come cittadini maturi e responsabili nel mondo odierno.
Come sapete, il compito dell’insegnante non è solo quello di impartire informazioni o di provvedere ad una preparazione tecnica per portare benefici economici alla società; l’educazione non è e non deve essere mai considerata come puramente utilitaristica. Riguarda piuttosto formare la persona umana, preparare lui o lei a vivere la vita in pienezza – in poche parole riguarda educare alla saggezza. E la vera saggezza è inseparabile dalla conoscenza del Creatore perché “nelle sue mani siamo noi e le nostre parole, ogni sorta di conoscenza e ogni capacità operativa” (Sap 7,16).

Questa dimensione trascendente dello studio e dell’insegnamento era chiaramente compresa dai monaci che hanno così tanto contribuito alla evangelizzazione di queste isole. Sto pensando ai Benedettini che accompagnarono Sant’Agostino nella sua missione in Inghilterra, ai discepoli di San Columba, che hanno diffuso la fede in Scozia e nell’Inghilterra del Nord, a San Davide e ai suoi compagni nel Galles. Poiché la ricerca di Dio che si colloca nel cuore della vocazione monastica, richiede un attivo impegno coi mezzi tramite i quali egli si fa conoscere - la sua creazione e la sua parola rivelata - era semplicemente naturale che il monastero dovesse avere una biblioteca ed una scuola (cfr Discorso ai rappresentanti del mondo della cultura al “Collège des Bernardins” a Parigi, 12 settembre 2008).

Fu l’impegno dei monaci nell’imparare la via sulla quale incontrare la Parola Incarnata di Dio che gettò le fondamenta della nostra cultura e civiltà occidentali. Guardandomi attorno oggi, vedo molti Religiosi di vita apostolica il cui carisma comprende l’educazione dei giovani.

Questo mi offre l’opportunità di rendere grazie a Dio per la vita e l’opera della Venerabile Mary Ward, nativa di questa terra, la cui visione pionieristica di vita religiosa apostolica per le donne, ha portato così tanti frutti. Io stesso da giovane ragazzo sono stato educato dalle “Dame Inglesi” e devo loro un profondo debito di gratitudine. Molti di voi appartengono ad ordini dediti all’insegnamento, che hanno portato la luce del Vangelo in terre lontane come parte del grande lavoro missionario della Chiesa ed anche per questo rendo grazie e benedico il Signore.

Spesso avete avviato le fondazioni per contribuire all’educazione molto prima che lo Stato assumesse una responsabilità per questo vitale servizio all’individuo e alla società. Poiché i relativi ruoli della Chiesa e dello Stato nel campo dell’educazione continuano ad evolversi, non dovete mai dimenticare che i religiosi hanno un contributo unico da offrire in questo apostolato, che è anzitutto quello di testimoniare con la vita consacrata a Dio e la fedeltà, l’amore a Cristo, il Sommo Maestro.

Inoltre, la presenza dei religiosi nelle scuole cattoliche è un forte richiamo all’ampiamente discusso carattere cattolico, che è necessario permei ogni aspetto della vita scolastica. Questo riporta all’evidente esigenza che il contenuto dell'insegnamento dovrebbe essere sempre in conformità con la dottrina della Chiesa.

Ciò significa che la vita di fede deve essere la forza guida alla base di ogni attività nella scuola, così che la missione della Chiesa possa essere effettivamente servita ed i giovani possano scoprire la gioia di entrare nell’ “essere per gli altri” di Cristo (cfr Spe Salvi, 28).

Prima di concludere desidero aggiungere una particolare parola di apprezzamento per coloro il cui impegno è quello di garantire che le nostre scuole assicurino un ambiente sicuro per i bambini e i giovani. La nostra responsabilità verso coloro che ci sono affidati per la loro formazione cristiana non richiede nulla di meno. Inoltre, la vita di fede può essere effettivamente coltivata solo quando l’atmosfera prevalente è di una fiducia rispettosa e affettuosa. Confido che questo possa continuare ad essere un segno distintivo delle scuole cattoliche in questo Paese.
Con questi sentimenti, cari fratelli e sorelle, vi invito alla preghiera.

Venerato Fratello Stack, vorrei chiederle di accettare in dono, quale Presidente dell’ufficio dei Governatori dell’Università di Saint Mary e a nome del Collegio, questo mosaico della Beata Vergine Maria.

                       LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 17:  Pope Benedict XVI arrives for a celebration of Catholic education at St Mary's University College in Twickenham, during the second day of the Papal visit on September 17, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness will meet The Queen as well as political and religious representatives.


INDIRIZZO DEL SANTO PADRE agli alunni alla S. Mary’s University College

Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,
Cari giovani amici
,

desidero anzitutto dirvi quanto sia lieto di essere oggi qui in mezzo a voi. Estendo il più cordiale saluto a tutti voi, convenuti alla “Saint Mary’s University” dalle scuole e dai collegi cattolici del Regno Unito, e a tutti coloro che ci stanno seguendo alla televisione o via internet. Ringrazio il vescovo McMahon per il suo cortese benvenuto e il coro e la banda per la bella musica eseguita poco fa, che ha dato inizio alla nostra celebrazione. Ringrazio Miss Bellot per le gentili parole che mi ha rivolto a nome di tutti i giovani presenti. Guardando ai prossimi giochi olimpici, è stato un piacere inaugurare questa Fondazione sportiva intitolata a Giovanni Paolo II, e prego affinché tutti coloro che la frequenteranno rendano gloria a Dio attraverso le loro attività sportive, così come possano trarre giovamento per se stessi e per gli altri.

Non capita spesso ad un Papa — in verità nemmeno a qualsiasi altra persona — l’opportunità di parlare contemporaneamente agli studenti di tutte le scuole cattoliche dell’Inghilterra, del Galles e della Scozia. E dal momento che ora io ho questa possibilità, c’è qualcosa che mi sta davvero molto a cuore di dirvi.

Ho la speranza che fra voi che oggi siete qui ad ascoltarmi vi siano alcuni dei futuri santi del ventunesimo secolo. La cosa che Dio desidera maggiormente per ciascuno di voi è che diventiate santi. Egli vi ama molto più di quanto voi possiate immaginare e desidera per voi il massimo. E la cosa migliore di tutte per voi è di gran lunga il crescere in santità.

Forse alcuni di voi non ci hanno mai pensato prima d’ora. Forse alcuni pensano che essere santi non sia per loro. Lasciatemi spiegare cosa intendo dire. Quando si è giovani, si è soliti pensare a persone che stimiamo e ammiriamo, persone alle quali vorremmo assomigliare. Potrebbe trattarsi di qualcuno che incontriamo nella nostra vita quotidiana e che teniamo in grande stima. Oppure potrebbe essere qualcuno di famoso. Viviamo in una cultura della celebrità ed i giovani sono spesso incoraggiati ad avere come modello figure del mondo dello sport o dello spettacolo. Io vorrei farvi questa domanda: quali sono le qualità che vedete negli altri e che voi stessi vorreste maggiormente possedere? Quale tipo di persona vorreste davvero essere?

Quando vi invito a diventare santi, vi sto chiedendo di non accontentarvi di seconde scelte. Vi sto chiedendo di non perseguire un obiettivo limitato, ignorando tutti gli altri. Avere soldi rende possibile essere generosi e fare del bene nel mondo, ma, da solo, non è sufficiente a renderci felici.

Essere grandemente dotati in alcune attività o professioni è una cosa buona, ma non potrà mai soddisfarci, finché non puntiamo a qualcosa di ancora più grande. Potrà renderci famosi, ma non ci renderà felici. La felicità è qualcosa che tutti desideriamo, ma una delle grandi tragedie di questo mondo è che così tanti non riescono mai a trovarla, perché la cercano nei posti sbagliati. La soluzione è molto semplice: la vera felicità va cercata in Dio.

Abbiamo bisogno del coraggio di porre le nostre speranze più profonde solo in Dio: non nel denaro, in una carriera, nel successo mondano, o nelle nostre relazioni con gli altri, ma in Dio. Lui solo può soddisfare il bisogno più profondo del nostro cuore.

Dio non solo ci ama con una profondità e intensità che difficilmente possiamo immaginare: egli ci invita a rispondere a questo amore. Tutti voi sapete cosa accade quando incontrate qualcuno di interessante e attraente, come desideriate essere amici di quella persona.

Sperate sempre che quella persona vi trovi a sua volta interessanti ed attraenti e voglia fare amicizia con voi. Dio desidera la vostra amicizia. E, una volta che voi siete entrati in amicizia con Dio, ogni cosa nella vostra vita inizia a cambiare. Mentre giungete a conoscerlo meglio, vi rendete conto di voler riflettere nella vostra stessa vita qualcosa della sua infinita bontà. Siete attratti dalla pratica della virtù. Incominciate a vedere l’avidità e l’egoismo, e tutti gli altri peccati, per quello che realmente sono, tendenze distruttive e pericolose che causano profonda sofferenza e grande danno, e volete evitare di cadere voi stessi in quella trappola. Incominciate a provare compassione per quanti sono in difficoltà e desiderate fare qualcosa per aiutarli. Desiderate venire in aiuto al povero e all’affamato, confortare il sofferente, essere buoni e generosi. Quando queste cose iniziano a starvi a cuore, siete già pienamente incamminati sulla via della santità.

C’è sempre un orizzonte più grande, nelle vostre scuole cattoliche, sopra e al di là delle singole materie del vostro studio e delle varie capacità che acquisite. Tutto il lavoro che fate è posto nel contesto della crescita nell’amicizia con Dio, e da quell’amicizia tutto quel lavoro fluisce. In tal modo apprendete non solo ad essere buoni studenti, ma buoni cittadini e buone persone. Mentre proseguite con il percorso scolastico dovete compiere delle scelte circa la materia del vostro studio e iniziare a specializzarvi in vista di ciò che farete nella vita.

Ciò è giusto e conveniente. Ricordate sempre però che ogni materia che studiate si inserisce in un orizzonte più ampio. Non riducetevi mai ad un orizzonte ristretto. Il mondo ha bisogno di buoni scienziati, ma una prospettiva scientifica diventa pericolosamente angusta, se ignora la dimensione etica e religiosa della vita, così come la religione diventa angusta, se rifiuta il legittimo contributo della scienza alla nostra comprensione del mondo. Abbiamo bisogno di buoni storici, filosofi ed economisti, ma se la percezione che essi offrono della vita umana all’interno del loro specifico campo è centrata su di una prospettiva troppo ristretta, essi possono seriamente portarci fuori strada.

Una buona scuola offre una formazione completa per l’intera persona. Ed una buona scuola cattolica, al di sopra e al di là di questo, dovrebbe aiutare i suoi studenti a diventare santi. So che vi sono molti non cattolici che studiano nelle scuole cattoliche in Gran Bretagna e desidero rivolgermi a tutti con le mie odierne parole. Prego affinché anche voi vi sentiate incoraggiati a praticare la virtù e a crescere nella conoscenza ed amicizia con Dio, assieme ai vostri compagni cattolici. Voi siete per loro il richiamo all’orizzonte più vasto che esiste fuori della scuola ed è fuor di dubbio che il rispetto e l’amicizia per membri di altre tradizioni religiose debba essere tra le virtù che si apprendono in una scuola cattolica. Spero anche che vorrete condividere con chiunque incontrerete i valori e gli insegnamenti che avrete appresi mediante la formazione cristiana ricevuta.

Cari amici, vi ringrazio per la vostra attenzione, vi prometto di pregare per voi e vi chiedo di pregare per me. Spero di vedere molti di voi il prossimo agosto, alla Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. Nel frattempo, che Dio benedica tutti voi!

 Pope Benedict XVI holds the head of a child as he arrives to attend a service of prayer at St Mary's University College Chapel at Twickenham in west London September 17, 2010. The Pope is on a four day visit to England and Scotland.LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 17:  (EDITORS NOTE: THIS IS AN ALTERNATE CROP)  Pope Benedict XVI kisses a child as he arrives at St Mary's University College at Twickenham during day two of his four day state visit to the UK on September 17, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness will meet The Queen as well as political and religious representatives.


Caterina63
00venerdì 17 settembre 2010 15:28
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

L'incontro con i leader delle altre religioni


Distinti ospiti, cari amici,

sono lieto di avere l’odierna opportunità di incontrarvi, voi che rappresentate le varie comunità religiose in Gran Bretagna. Saluto sia i ministri religiosi presenti, sia quanti di voi svolgono attività nella politica, negli affari e nell’industria. Sono grato al Dott. Azzam ed al Rabbino Capo Lord Sacks per l’augurio che mi hanno rivolto a vostro nome. Mentre saluto voi, permettetemi di formulare voti alla comunità ebraica in Gran Bretagna ed in tutto il mondo per una celebrazione felice e santa dello Yom Kippur.

Desidero iniziare le mie parole esprimendo l’apprezzamento della Chiesa cattolica per l’importante testimonianza che voi tutti apportate quali uomini e donne dello spirito, in un tempo nel quale le convinzioni religiose non sono sempre comprese o apprezzate. La presenza di credenti impegnati in vari campi della vita sociale ed economica parla eloquentemente del fatto che la dimensione spirituale della nostra vita è fondamentale alla nostra identità di esseri umani, in altre parole, che l’uomo non vive di solo pane (cfr Dt 8,3). Quali seguaci di tradizioni religiose diverse, che lavorano insieme per il bene della comunità in senso ampio, noi diamo grande importanza a questa dimensione “fianco a fianco” della nostra collaborazione, che completa l’aspetto “faccia a faccia” del nostro costante dialogo.

A livello spirituale tutti noi, in modi diversi, siamo personalmente impegnati in un viaggio che offre una risposta importante alla questione più importante di tutte, quella riguardante il significato ultimo dell’esistenza umana.

La ricerca del sacro è la ricerca dell’unica cosa necessaria, l’unica a soddisfare le aspettative del cuore umano. Nel quinto secolo, sant’Agostino descrisse quella ricerca in questi termini: “Signore, ci hai creati per te ed il nostro cuore è inquieto sino a che non riposerà in te” (Confessioni, I,1). Nell’intraprendere tale avventura ci rendiamo conto sempre di più che l’iniziativa non viene da noi, bensì dal Signore: non siamo tanto noi a ricercare Lui, ma è piuttosto Lui a cercare noi ed è senza dubbio Lui ad avere posto quella nostalgia per Lui nel profondo dei nostri cuori.

La vostra presenza e testimonianza nel mondo indica la fondamentale importanza per la vita umana di questa ricerca spirituale nella quale siamo impegnati. All’interno dei loro ambiti di competenza, le scienze umane e naturali ci forniscono una comprensione inestimabile di aspetti della nostra esistenza ed approfondiscono la nostra comprensione del modo in cui opera l’universo fisico, il quale può essere utilizzato per portare grande beneficio alla famiglia umana. E tuttavia queste discipline non danno risposta, e non possono darla, alla domanda fondamentale, perché operano ad un livello totalmente diverso. Non possono soddisfare i desideri più profondi del cuore umano, né spiegarci pienamente la nostra origine ed il nostro destino, per quale motivo e per quale scopo noi esistiamo, né possono darci una risposta esaustiva alla domanda: “Per quale motivo esiste qualcosa, piuttosto che il niente?”.

La ricerca del sacro non svaluta altri campi dell’indagine umana. Al contrario, li pone in un contesto che amplifica la loro importanza quali vie mediante le quali esercitare responsabilmente il nostro essere amministratori della creazione. Nella Bibbia leggiamo che dopo aver compiuto l’opera della creazione, Dio benedisse i nostri progenitori e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela” (Gn 1,28). Egli affidò a noi il compito di esplorare ed utilizzare i misteri della natura al fine di servire un bene superiore. Qual è questo bene superiore? Nella fede cristiana esso viene espresso come amore per Dio a amore per il nostro prossimo. Pertanto, ci impegniamo di tutto cuore e con entusiasmo con il mondo, ma sempre con uno sguardo per servire quel bene superiore, altrimenti sfiguriamo la bellezza della creazione sfruttandola per scopi egoistici.

Per tale motivo la genuina credenza religiosa ci indica, al di là dell’utilità presente, la trascendenza. Ci rammenta la possibilità e l’imperativo della conversione morale, del dovere di vivere in modo pacifico con il nostro prossimo, dell’importanza di vivere una vita di integrità. Propriamente compresa, porta illuminazione, purifica i nostri cuori ed ispira azioni nobili e generose, a beneficio dell’intera famiglia umana. Ci motiva a coltivare la pratica della virtù e ad avvicinarci l’un l’altro con amore, nel più grande rispetto delle tradizioni religiose diverse dalla nostra.

Sin dal Concilio Vaticano II la Chiesa Cattolica ha posto speciale enfasi sull’importanza del dialogo e della collaborazione con i seguaci di altre religioni. E perché sia fruttuoso, occorre reciprocità da parte di tutte le componenti in dialogo e da parte dei seguaci delle altre religioni.

Penso in particolare a situazioni in alcune parti del mondo, in cui la collaborazione e il dialogo fra religioni richiede il rispetto reciproco, la libertà di praticare la propria religione e di compiere atti di culto pubblico, come pure la libertà di seguire la propria coscienza senza soffrire ostracismo o persecuzione, anche dopo la conversione da una religione ad un’altra. Una volta che tale rispetto e attitudine aperta sono stabiliti, persone di tutte le religioni lavoreranno insieme in modo efficace per la pace e la mutua comprensione, offrendo perciò una testimonianza convincente davanti al mondo.

Questo genere di dialogo deve porsi su diversi livelli e non dovrebbe essere limitato a discussioni formali. Il dialogo della vita implica semplicemente vivere fianco a fianco ed imparare l’uno dall’altro in maniera da crescere nella reciproca comprensione e nel reciproco rispetto. Il dialogo dell’azione ci fa ravvicinare in forme concrete di collaborazione, mentre applichiamo le nostre intuizioni religiose al compito di promuovere lo sviluppo umano integrale, lavorando per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato. Questo tipo di dialogo può includere l’esplorare assieme come difendere la vita umana ad ogni stadio e come assicurare la non esclusione della dimensione religiosa di individui e comunità dalla vita della società.

Poi, a livello delle conversazioni formali, non vi è solo la necessità dello scambio teologico, ma anche il porre alla reciproca considerazione le proprie ricchezze spirituali, il parlare della propria esperienza di preghiera e di contemplazione, l’esprimere a vicenda la gioia del nostro incontro con l’amore divino. In tale contesto sono lieto di rilevare le molte iniziative positive intraprese in questo Paese per promuovere tale dialogo a vari livelli.

Come hanno sottolineato i Vescovi cattolici d’Inghilterra e Galles nel loro recente documento “Incontrare Dio nell’amico e nel forestiero”, lo sforzo di andare incontro con amicizia ai seguaci di altre religioni sta diventando una parte familiare della missione della Chiesa locale (cfr n. 228), un aspetto caratteristico del panorama religioso in questa Nazione.

Cari amici, nel concludere questi pensieri, permettete di assicurarvi che la Chiesa cattolica persegue la via dell’impegno e del dialogo per un senso genuino di rispetto per voi e per le vostre credenze. I cattolici, sia in Gran Bretagna sia in tutto il mondo, continueranno ad edificare ponti di amicizia con altre religioni, per sanare gli errori del passato e per promuovere fiducia fra individui e comunità. Permettetemi di rinnovare la mia gratitudine per il vostro benvenuto e per questa opportunità di offrirvi il mio incoraggiamento per il dialogo che portate avanti con i vostri fratelli e sorelle cristiani. Su voi tutti invoco l’abbondanza delle benedizioni divine! Grazie molte.


                             Pope Benedict XVI meets Britain's Chief Rabbi Jonathan Sacks (R) at a meeting of religious leaders at St Mary's University College Chapel at Twickenham in west London September 17, 2010. The Pope is on a four day visit to England and Scotland.

Caterina63
00venerdì 17 settembre 2010 23:26
Comunicato congiunto sull'incontro tra il Pontefice e Rowan Williams

ROMA, venerdì, 17 settembre 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il comunicato congiunto diramato al termine dell'incontro di questo venerdì tra Benedetto XVI e l’Arcivescovo di Canterbury, il dr. Rowan Williams, svoltosi nel Lambeth Palace.

* * *

                             The Archbishop of Canterbury, Rowan Williams, (C) watches as Pope Benedict XVI signs the visitor's book following a Celebration of Evening Prayer, at Westminster Abbey in central London on September 17, 2010. Pope Benedict XVI held joint prayers with the leader of the world's Anglicans on Friday in a symbolic act of unity on day two of a historic state visit to Britain. The head of the Roman Catholic Church also attended  a service at London's Westminster Abbey, led by Williams.

A cinquant'anni dal primo incontro tra un Papa e un Arcivescovo di Canterbury in epoca moderna - quello tra Papa Giovanni XXIII e l'Arcivescovo Geoffrey Fisher, nel dicembre del 1960 – Papa Benedetto XVI ha fatto una visita fraterna all'Arcivescovo Rowan Williams.

Nella prima parte del loro incontro entrambi hanno rivolto un discorso ai Vescovi anglicani e cattolici di Inghilterra, Scozia e Galles, nella Great Hall della Biblioteca dell'Arcivescovo, prima di passare all'incontro privato.

Nel corso della loro conversazione privata, hanno affrontato molte delle questioni di comune preoccupazione per anglicani e cattolici romani. Hanno affermato il bisogno di proclamare il messaggio evangelico di salvezza in Gesù Cristo, sia in un modo ragionato e convincente nel contesto contemporaneo di profonda trasformazione culturale e sociale, sia attraverso una vita condotta in santità e trasparenza al cospetto di Dio. Si sono detti d'accordo sull'importanza di incrementare le relazioni ecumeniche e il dialogo teologico di fronte alle nuove sfide per l'unità provenienti dall'interno della comunità cristiana e dal di fuori.

Il Santo Padre e l'Arcivescovo hanno riaffermato l'importanza di proseguire il dialogo teologico sulla nozione di Chiesa come comunione, locale e universale, e le implicazioni che questo concetto ha per il discernimento dell'insegnamento etico.

Insieme hanno riflettuto sulla grave e difficile situazione dei cristiani in Medio Oriente, ed hanno fatto appello a tutti i cristiani affinché preghino per i loro fratelli e sorelle e sostengano la loro costante testimonianza pacifica in Terra Santa. Alla luce dei loro recenti interventi pubblici, hanno discusso anche sul bisogno di promuovere un impegno coraggioso e generoso nel campo della giustizia e della pace, specialmente per quanto riguarda i bisogni dei poveri, esortando la leadership internazionale a combattere contro la fame e le malattie.

[Traduzione del testo originale in inglese a cura di ZENIT]



                          LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 17: Pope Benedict XVI reads to the congregation, during a Celebration of Evening Prayer at Westminster Abbey, on September 17, 2010 in London, United Kingdom. During the four day state visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness has met The Queen in Scotland as well as political and religious representatives.

(Il Papa ha indossato per l'occasione la stola di Leone XIII il Papa che fece cardinale Newman e che dichiarò illegittime le ordinazioni anglicane.....)



VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

VISITA DI CORTESIA ALL’ARCIVESCOVO DI CANTERBURY, A LAMBETH PALACE DI LONDRA


Questo pomeriggio, lasciata la Nunziatura Apostolica a Wimbledon, il Santo Padre Benedetto XVI si trasferisce in auto a Lambeth Palace, dove, alle ore 16, ha luogo la visita di cortesia all’Arcivescovo di Canterbury, Sua Grazia Dr. Rowan Williams.
Accolto al Suo arrivo dall’Arcivescovo di Canterbury all’ingresso della Biblioteca; nella Lobby della stessa il Santo Padre saluta l’Arcivescovo di York, il Primate di Scozia, l’Arcivescovo del Galles e i Vescovi di Londra e di Winchester.
All’interno della Biblioteca - dove è allestita una mostra in occasione del 400° anniversario di fondazione - alla presenza dei Vescovi della Comunione Anglicana dalle diverse parti del Regno Unito; dei Vescovi diocesani cattolici di Inghilterra, Galles e Scozia e di alcuni consultori ecumenici, dopo l’intervento introduttivo e il discorso del Dr. Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury, il Santo Padre pronuncia il discorso che pubblichiamo di seguito:

LONDON - SEPTEMBER 17:  Pope Benedict XVI is greeted upon his arrival by the Archbishop of Canterbury Dr Rowan Williams (R) at Lambeth Palace on September 17, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness will meet The Queen as well as political and religious representatives.Pope Benedict XVI talks with The Archbishop of Canterbury, Rowan Williams, as they walk through the grounds of his official residence, Lambeth Palace, in central London on September 17, 2010. Pope Benedict XVI will hold joint prayers with the leader of the world's Anglicans on Friday in a symbolic act of unity on day two of a historic state visit to Britain. The head of the Roman Catholic Church will also attend a service at London's Westminster Abbey led by Archbishop of Canterbury, Williams, and met with him at Lambeth Palace, the Anglican archbishop's London residence.

Pope Benedict XVI waves to the crowd as he travels through Westminster in his popemobile in London September 17, 2010. The Pope is on a four day visit to England and Scotland.The Archbishop of Canterbury, Rowan Williams (2nd L), greets Pope Benedict XVI at Lambeth Palace, in central London on September 17, 2010. Pope Benedict XVI will hold joint prayers with the leader of the world's Anglicans on Friday in a symbolic act of unity on day two of a historic state visit to Britain. The head of the Roman Catholic Church will also attend a service at London's Westminster Abbey led by Archbishop of Canterbury Williams, and met with him at Lambeth Palace, the Anglican archbishop's London residence.

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Vostra Grazia,

sono lieto di poter restituire la cortesia delle visite che mi ha reso a Roma attraverso una visita fraterna a Lei, qui nella Sua residenza ufficiale. La ringrazio per l’invito e per l’ospitalità che Lei così generosamente mi ha riservato. Saluto pure i Vescovi anglicani qui riuniti dalle diverse parti del Regno Unito, i miei fratelli Vescovi delle diocesi cattoliche dell’Inghilterra, del Galles e della Scozia, come pure i consultori ecumenici qui presenti. Vostra Grazia ha accennato allo storico incontro che ebbe luogo, quasi trent’anni orsono, nella Cattedrale di Canterbury, fra due dei nostri predecessori: il Papa Giovanni Paolo II e l’Arcivescovo Robert Runcie. In quello stesso luogo dove san Tommaso di Canterbury rese testimonianza a Cristo versando il proprio sangue, essi pregarono insieme per il dono dell’unità tra i seguaci di Cristo. Anche oggi continuiamo a pregare per quel dono, sapendo che l’unità voluta da Cristo per i suoi discepoli giungerà solo come risposta alla preghiera, mediante l’azione dello Spirito Santo, che senza sosta rinnova la Chiesa e la guida alla pienezza della verità. Non è mia intenzione parlare oggi delle difficoltà che il cammino ecumenico ha incontrato e continua ad incontrare. Tali difficoltà sono ben note a ciascuno qui presente. Vorrei piuttosto unirmi a Lei nel rendere grazie per la profonda amicizia che è cresciuta fra noi e per il ragguardevole progresso fatto in moltissime aree del dialogo in questi quarant’anni che sono trascorsi da quando la Commissione Internazionale Anglo-Cattolica ha cominciato i propri lavori. Affidiamo i frutti di quelle fatiche al Signore della messe, fiduciosi che egli benedirà la nostra amicizia mediante un’ulteriore significativa crescita.

Il contesto nel quale ha luogo il dialogo fra la Comunione Anglicana e la Chiesa Cattolica si è evoluto in maniera impressionante dall’incontro privato fra Papa Giovanni XXIII e l’Arcivescovo Geoffrey Fisher nel 1960. Da una parte, la cultura che ci circonda si sviluppa in modo sempre più distante dalle sue radici cristiane, nonostante una profonda e diffusa fame di nutrimento spirituale. Dall’altra, la crescente dimensione multiculturale della società, particolarmente accentuata in questo Paese, reca con sé l’opportunità di incontrare altre religioni. Per noi cristiani ciò apre la possibilità di esplorare, assieme ai membri di altre tradizioni religiose, delle vie per rendere testimonianza della dimensione trascendente della persona umana e della chiamata universale alla santità, conducendoci a praticare la virtù nella nostra vita personale e sociale. La collaborazione ecumenica in tale ambito rimane essenziale, e porterà sicuramente frutti nel promuovere la pace e l’armonia in un mondo che così spesso sembra a rischio di frammentazione.

Allo stesso tempo, noi cristiani non dobbiamo mai esitare di proclamare la nostra fede nell’unicità della salvezza guadagnataci da Cristo, e di esplorare insieme una più profonda comprensione dei mezzi che Egli ha posto a nostra disposizione per giungere alla salvezza.

Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1 Tm 2,4), e quella verità è nient’altro che Gesù Cristo, l’eterno Figlio del Padre, che ha riconciliato tutte le cose mediante la potenza della sua croce. Fedeli alla volontà del Signore, espressa in questo versetto della Prima Lettera di san Paolo a Timoteo, riconosciamo che la Chiesa è chiamata ad essere inclusiva, ma mai a scapito della verità cristiana. Qui si colloca il dilemma che sta davanti a tutti coloro che sono genuinamente impegnati nel cammino ecumenico.

Nella figura di John Henry Newman, che sarà beatificato domenica, celebriamo un uomo di Chiesa la cui visione ecclesiale fu alimentata dal suo retroterra anglicano e maturò durante i suoi lunghi anni di ministero ordinato nella Chiesa d’Inghilterra. Egli ci può insegnare le virtù che l’ecumenismo esige: da una parte egli fu mosso dal seguire la propria coscienza, anche con un pesante costo personale; dall’altra, il calore della continua amicizia con i suoi precedenti colleghi, lo portò a sondare insieme a loro, con vero spirito irenico, le questioni sulle quali divergevano, mosso da una ricerca profonda dell’unità nella fede. Vostra Grazia, in quello stesso spirito di amicizia, rinnoviamo la nostra determinazione a perseguire il fine ultimo dell’unità nella fede, nella speranza e nell’amore, secondo la volontà dell’unico nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo.

Con tali sentimenti prendo congedo da Lei. Che la grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi (2Cor 13,13).




Pope Benedict XVI arrives at St Stephen's entrance to the Houses of Parliament in London, Friday, Sept. 17, 2010. Pope Benedict XVI is on a four-day visit, the first ever state visit by a Pope to Britain.

Pope Benedict XVI greets Pakistani brothers Ayob, 8, Youbab, 7, and Moosa Rana, 5, at Lambeth Palace in London September 17, 2010. Pope Benedict's security was in the spotlight on Friday after London police arrested five men on suspicion of preparing an attack in Britain.


VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

[PAROLE INTRODUTTIVE DEL SANTO PADRE]

Vostra Grazia, Signor Decano,
Cari amici in Cristo
,

vi ringrazio per il vostro gentile benvenuto. Questo nobile edificio ricorda la lunga storia dell’Inghilterra, così profondamente segnata dalla predicazione del Vangelo e dalla cultura cristiana dalla quale è nata. Vengo qui oggi come pellegrino da Roma per pregare davanti alla tomba di Sant’ Edoardo il Confessore ed unirmi a voi nell’implorare il dono dell’unità tra i cristiani. Che questi momenti di preghiera e fraternità ci confermino nell’amore per Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore, e nella comune testimonianza del perenne potere che ha il Vangelo di illuminare il futuro di questa grande Nazione.

[DOPO LA RECITA DEI VESPRI]

Cari amici in Cristo,

ringrazio il Signore per questa opportunità di unirmi a voi, rappresentanti delle confessioni cristiane presenti in Gran Bretagna, in questa magnifica Abbazia dedicata a San Pietro, la cui architettura e la cui storia parlano in maniera tanto eloquente della nostra comune eredità di fede. In questo luogo non possiamo non essere richiamati a come la fede cristiana abbia plasmato in modo così profondo l’unità e la cultura dell’Europa ed il cuore e lo spirito del popolo inglese. Qui, inoltre, siamo necessariamente richiamati al fatto che ciò che noi condividiamo in Cristo è più grande di ciò che continua a dividerci.

Sono grato a Sua Grazia l’Arcivescovo di Canterbury per il suo gentile saluto, così come al Decano e al Capitolo di questa venerabile Abbazia per il loro cordiale benvenuto. Ringrazio il Signore per avermi concesso, quale successore di san Pietro nella Sede di Roma, di compiere questo pellegrinaggio alla tomba di Sant’Edoardo il Confessore. Edoardo, re d’Inghilterra, rimane un modello di testimonianza cristiana ed un esempio di quella vera grandezza alla quale il Signore nelle Scritture chiama i suoi discepoli, come abbiamo appena ascoltato: la grandezza di un’umiltà e di un’obbedienza fondate sullo stesso esempio di Cristo (cfr Fil 2,6-8), la grandezza di una fedeltà che non esita ad abbracciare il mistero della Croce a motivo dell’amore per il divino Maestro e della sicura speranza nelle sue promesse (cfr Mc 10,43-44).

Quest’anno, come sappiamo, ricorre il centenario del movimento ecumenico moderno, che iniziò con l’appello della Conferenza di Edimburgo in favore dell’unità dei cristiani, come requisito previo per una credibile e convincente testimonianza del vangelo nel nostro tempo. Commemorando questo anniversario dobbiamo rendere grazie per i notevoli progressi compiuti verso questo nobile obiettivo tramite gli sforzi di cristiani impegnati di ogni confessione. Nel medesimo tempo, tuttavia, rimaniamo consapevoli che molto ancora rimane da fare. In un mondo segnato da una crescente interdipendenza e solidarietà, siamo sfidati a proclamare con rinnovata convinzione la realtà della nostra riconciliazione e liberazione in Cristo e a proporre la verità del Vangelo come la chiave di un autentico ed integrale sviluppo umano.

In una società che è divenuta sempre più indifferente e persino ostile al messaggio cristiano, noi tutti siamo ancor più chiamati a dare una gioiosa e convincente testimonianza della speranza che è in noi (cfr 1Pt 3,15), e a presentare il Signore Risorto come la risposta alle più profonde domande e aspirazioni spirituali degli uomini e delle donne del nostro tempo.

Mentre entravamo in processione nel presbiterio, all’inizio di questa celebrazione, il coro ha cantato che Cristo è il nostro "sicuro fondamento". Egli è l’Eterno Figlio di Dio, della stessa sostanza del Padre, incarnato, come afferma il Credo, "per noi uomini e per la nostra salvezza". Lui solo ha parole di vita eterna. In lui, come insegna l’Apostolo, "tutte le cose sussistono" … "poiché è piaciuto a Dio che abiti in lui tutta la pienezza" (Col 1,17.19).

Il nostro impegno per l’unità dei cristiani non ha altro fondamento che la nostra fede in Cristo, in questo Cristo, risorto da morte e assiso alla destra del Padre, che tornerà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. È la realtà della persona di Cristo, la sua opera salvifica e soprattutto il fatto storico della sua risurrezione, che è il contenuto del kerygma apostolico e di quelle formule di fede che, a partire dal Nuovo Testamento stesso, hanno garantito l’integrità della sua trasmissione. L’unità della Chiesa, in una parola, non può mai essere altro che una unità nella fede apostolica, nella fede consegnata nel rito del Battesimo ad ogni nuovo membro del Corpo di Cristo. E’ questa fede che ci unisce al Signore, che ci fa partecipi del suo Santo Spirito e perciò, anche adesso, partecipi della vita della Santissima Trinità, il modello della koinonia della Chiesa qui sulla terra.

Cari amici, siamo tutti consapevoli delle sfide e delle benedizioni, delle delusioni e dei segni di speranza che hanno contraddistinto il nostro cammino ecumenico. Questa sera li affidiamo al Signore, fiduciosi nella sua provvidenza e nel potere della sua grazia. Sappiamo che la fraternità costruita, il dialogo iniziato e la speranza che ci guida, ci daranno la forza e indicheranno la direzione, mentre perseveriamo nel nostro cammino comune. Allo stesso tempo, con evangelico realismo, dobbiamo anche riconoscere le sfide che ci stanno davanti, non solamente sulla via dell’unità dei cristiani, ma anche nel nostro impegno di proclamare Cristo ai nostri giorni. La fedeltà alla parola di Dio, proprio perché è una parola vera, ci chiede una obbedienza che ci conduca insieme verso una più profonda comprensione della volontà del Signore, una obbedienza che deve essere libera dal conformismo intellettuale o dal facile adattamento allo spirito del tempo. Questa è la parola di incoraggiamento che desidero lasciarvi questa sera, e lo faccio in fedeltà al mio ministero di Vescovo di Roma e Successore di San Pietro, incaricato di una cura particolare per l’unità del gregge di Cristo.

Riuniti in questa antica chiesa monastica, possiamo richiamare l’esempio di un grande Inglese e uomo di chiesa che onoriamo insieme: san Beda il Venerabile. All’alba della nuova era nella vita della società e della Chiesa, Beda comprese sia l’importanza della fedeltà alla parola di Dio come trasmessa dalla tradizione apostolica, sia la necessità di un’apertura creativa ai nuovi sviluppi e alle esigenze di un adeguato radicamento del Vangelo nel linguaggio e nella cultura del suo tempo.

Questa nazione, e l’Europa che Beda e i suoi contemporanei hanno contribuito ad edificare, ancora una volta si trova alle soglie di una nuova epoca. Possa l’esempio di san Beda ispirare i cristiani di queste terre a riscoprire la loro comune eredità, a consolidare quello che hanno in comune e a continuare nel loro impegno per crescere in fraternità. Che il Signore Risorto rafforzi i nostri sforzi per riparare le divisioni del passato ed affrontare le sfide del presente con speranza verso il futuro che, Egli, nella sua provvidenza, riserva a noi e al nostro mondo. Amen.


Pope Benedict XVI leaves after attending a Celebration of Evening Prayer at Westminster Abbey in London on September 17, 2010. Pope Benedict XVI held joint prayers with the leader of the world's Anglicans on Friday in a symbolic act of unity on day two of a historic state visit to Britain. The head of the Roman Catholic Church also attended a service at London's Westminster Abbey led by Archbishop of Canterbury Rowan Williams.Pope Benedict XVI waits to read during a Celebration of Evening Prayer, at Westminster Abbey in central London on September 17, 2010. Pope Benedict XVI held joint prayers with the leader of the world's Anglicans on Friday in a symbolic act of unity on day two of a historic state visit to Britain. The head of the Roman Catholic Church also attended  a service at London's Westminster Abbey, led by Williams.

LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 17: Pope Benedict XVI prays with the Archbishop of Canterbury, Dr Rowan Williams,  in the Shrine of St Edward the Confessor in Westminster Abbey on September 17, 2010 in London, United Kingdom. During the four day state visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness has met The Queen in Scotland as well as political and religious representatives.Pope Benedict XVI arrives at Westminster Abbey in central London, for a service of evening prayer, Friday Sept. 17, 2010. Pope Benedict XVI  is in Britain for a four-day visit, a controversial yet historic state trip that has been overshadowed by the sex abuse scandals which have shaken confidence in the Roman Catholic Church.

LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 17:  Pope Benedict XVI looks up as he walks into Westminster Abbey on September 17, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness will meet The Queen as well as political and religious representatives.Pope Benedict XVI arrives for a Celebration of Evening Prayer at Westminster Abbey in London on September 17, 2010. Pope Benedict XVI held joint prayers with the leader of the world's Anglicans on Friday in a symbolic act of unity on day two of a historic state visit to Britain. The head of the Roman Catholic Church also attended a service at London's Westminster Abbey led by Archbishop of Canterbury Rowan Williams.

Pope Benedict XVI waves to the crowds as he crosses Lambeth Bridge on his way to the Palace of Westminster in London September 17, 2010. The Pope is on a four day visit to England and Scotland.





Caterina63
00venerdì 17 settembre 2010 23:37
 
MONUMENTALE DISCORSO DEL PAPA AL MONDO DELLA POLITICA


        LONDON - SEPTEMBER 17:  Pope Benedict XVI enters a building at Lambeth Palace on September 17, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness will meet The Queen as well as political and religious representatives.Pope Benedict XVI makes a speech in Westminster Hall, in the Palace of Westminster, in London September 17, 2010. Pope Benedict, who is on a four day visit to Scotland and England, visited the Westminster area on Friday, where he met with the Archbishop of Canterbury and addressed British leaders.


VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

Signor Presidente,


La ringrazio per le parole di benvenuto che mi ha rivolto a nome di questa distinta assemblea. Nel rivolgermi a voi, sono consapevole del privilegio che mi è concesso di parlare al popolo britannico ed ai suoi rappresentanti nella Westminster Hall, un edificio che ha un significato unico nella storia civile e politica degli abitanti di queste Isole. Permettetemi di manifestare la mia stima per il Parlamento, che da secoli ha sede in questo luogo e che ha avuto un’influenza così profonda sullo sviluppo di forme di governo partecipative nel mondo, specialmente nel Commonwealth e più in generale nei Paesi di lingua inglese. La vostra tradizione di "common law" costituisce la base del sistema legale in molte nazioni, e la vostra particolare visione dei rispettivi diritti e doveri dello stato e del singolo cittadino, e della separazione dei poteri, rimane come fonte di ispirazione per molti nel mondo.

Mentre parlo a voi in questo luogo storico, penso agli innumerevoli uomini e donne che lungo i secoli hanno svolto la loro parte in importanti eventi che hanno avuto luogo tra queste mura e hanno segnato la vita di molte generazione di britannici e di altri popoli.

In particolare, vorrei ricordare la figura di San Tommaso Moro, il grande studioso e statista inglese, ammirato da credenti e non credenti per l’integrità con cui fu capace di seguire la propria coscienza, anche a costo di dispiacere al sovrano, di cui era "buon servitore", poiché aveva scelto di servire Dio per primo. Il dilemma con cui Tommaso Moro si confrontava, in quei tempi difficili, la perenne questione del rapporto tra ciò che è dovuto a Cesare e ciò che è dovuto a Dio, mi offre l’opportunità di riflettere brevemente con voi sul giusto posto che il credo religioso mantiene nel processo politico.

La tradizione parlamentare di questo Paese deve molto al senso istintivo di moderazione presente nella Nazione, al desiderio di raggiungere un giusto equilibrio tra le legittime esigenze del potere dello stato e i diritti di coloro che gli sono soggetti. Se da un lato, nella vostra storia, sono stati compiuti a più riprese dei passi decisivi per porre dei limiti all’esercizio del potere, dall’altro le istituzioni politiche della nazione sono state in grado di evolvere all’interno di un notevole grado di stabilità.

In tale processo storico, la Gran Bretagna è emersa come una democrazia pluralista, che attribuisce un grande valore alla libertà di espressione, alla libertà di affiliazione politica e al rispetto dello stato di diritto, con un forte senso dei diritti e doveri dei singoli, e dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. La dottrina sociale cattolica, pur formulata in un linguaggio diverso, ha molto in comune con un tale approccio, se si considera la sua fondamentale preoccupazione per la salvaguardia della dignità di ogni singola persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio, e la sua sottolineatura del dovere delle autorità civili di promuovere il bene comune.

E, in verità, le questioni di fondo che furono in gioco nel processo contro Tommaso Moro continuano a presentarsi, in termini sempre nuovi, con il mutare delle condizioni sociali. Ogni generazione, mentre cerca di promuovere il bene comune, deve chiedersi sempre di nuovo: quali sono le esigenze che i governi possono ragionevolmente imporre ai propri cittadini, e fin dove esse possono estendersi? A quale autorità ci si può appellare per risolvere i dilemmi morali? Queste questioni ci portano direttamente ai fondamenti etici del discorso civile. Se i principi morali che sostengono il processo democratico non si fondano, a loro volta, su nient’altro di più solido che sul consenso sociale, allora la fragilità del processo si mostra in tutta la sua evidenza. Qui si trova la reale sfida per la democrazia.

L’inadeguatezza di soluzioni pragmatiche, di breve termine, ai complessi problemi sociali ed etici è stata messa in tutta evidenza dalla recente crisi finanziaria globale. Vi è un vasto consenso sul fatto che la mancanza di un solido fondamento etico dell’attività economica abbia contribuito a creare la situazione di grave difficoltà nella quale si trovano ora milioni di persone nel mondo. Così come "ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale" (Caritas in Veritate, 37), analogamente, nel campo politico, la dimensione morale delle politiche attuate ha conseguenze di vasto raggio, che nessun governo può permettersi di ignorare. Una positiva esemplificazione di ciò si può trovare in una delle conquiste particolarmente rimarchevoli del Parlamento britannico: l’abolizione del commercio degli schiavi. La campagna che portò a questa legislazione epocale, si basò su principi morali solidi, fondati sulla legge naturale, e ha costituito un contributo alla civilizzazione di cui questa nazione può essere giustamente orgogliosa.

La questione centrale in gioco, dunque, è la seguente: dove può essere trovato il fondamento etico per le scelte politiche?

La tradizione cattolica sostiene che le norme obiettive che governano il retto agire sono accessibili alla ragione, prescindendo dal contenuto della rivelazione. Secondo questa comprensione, il ruolo della religione nel dibattito politico non è tanto quello di fornire tali norme, come se esse non potessero esser conosciute dai non credenti – ancora meno è quello di proporre soluzioni politiche concrete, cosa che è del tutto al di fuori della competenza della religione – bensì piuttosto di aiutare nel purificare e gettare luce sull’applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi. Questo ruolo "correttivo" della religione nei confronti della ragione, tuttavia, non è sempre bene accolto, in parte poiché delle forme distorte di religione, come il settarismo e il fondamentalismo, possono mostrarsi esse stesse causa di seri problemi sociali. E, a loro volta, queste distorsioni della religione emergono quando viene data una non sufficiente attenzione al ruolo purificatore e strutturante della ragione all’interno della religione. È un processo che funziona nel doppio senso. Senza il correttivo fornito dalla religione, infatti, anche la ragione può cadere preda di distorsioni, come avviene quando essa è manipolata dall’ideologia, o applicata in un modo parziale, che non tiene conto pienamente della dignità della persona umana.

Fu questo uso distorto della ragione, in fin dei conti, che diede origine al commercio degli schiavi e poi a molti altri mali sociali, non da ultimo le ideologie totalitarie del ventesimo secolo. Per questo vorrei suggerire che il mondo della ragione ed il mondo della fede – il mondo della secolarità razionale e il mondo del credo religioso – hanno bisogno l’uno dell’altro e non dovrebbero avere timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà.

La religione, in altre parole, per i legislatori non è un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al dibattito pubblico nella nazione. In tale contesto, non posso che esprimere la mia preoccupazione di fronte alla crescente marginalizzazione della religione, in particolare del Cristianesimo, che sta prendendo piede in alcuni ambienti, anche in nazioni che attribuiscono alla tolleranza un grande valore.

Vi sono alcuni che sostengono che la voce della religione andrebbe messa a tacere, o tutt’al più relegata alla sfera puramente privata. Vi sono alcuni che sostengono che la celebrazione pubblica di festività come il Natale andrebbe scoraggiata, secondo la discutibile convinzione che essa potrebbe in qualche modo offendere coloro che appartengono ad altre religioni o a nessuna. E vi sono altri ancora che – paradossalmente con lo scopo di eliminare le discriminazioni – ritengono che i cristiani che rivestono cariche pubbliche dovrebbero, in determinati casi, agire contro la propria coscienza. Questi sono segni preoccupanti dell’incapacità di tenere nel giusto conto non solo i diritti dei credenti alla libertà di coscienza e di religione, ma anche il ruolo legittimo della religione nella sfera pubblica. Vorrei pertanto invitare tutti voi, ciascuno nelle rispettive sfere di influenza, a cercare vie per promuovere ed incoraggiare il dialogo tra fede e ragione ad ogni livello della vita nazionale.

La vostra disponibilità in questo senso si è già manifestata nell’invito senza precedenti che mi avete rivolto oggi, e trova espressione in quei settori di interesse nei quali il vostro Governo si è impegnato insieme alla Santa Sede. Nel campo della pace, vi sono stati degli scambi circa l’elaborazione di un trattato internazionale sul commercio di armi; circa i diritti umani, la Santa Sede ed il Regno Unito hanno visto positivamente il diffondersi della democrazia, specialmente negli ultimi 65 anni; nel campo dello sviluppo, vi è stata collaborazione nella remissione del debito, nel commercio equo e nel finanziamento allo sviluppo, in particolare attraverso la "International Finance Facility", l’ "International Immunization Bond" e l’ "Advanced Market Commitment". La Santa Sede è inoltre desiderosa di ricercare, con il Regno Unito, nuove strade per promuovere la responsabilità ambientale, a beneficio di tutti.

Noto inoltre che l’attuale Governo si è impegnato a devolvere entro il 2013 lo 0,7% del Reddito nazionale in favore degli aiuti allo sviluppo. È stato incoraggiante, negli ultimi anni, notare i segni positivi di una crescita della solidarietà verso i poveri che riguarda tutto il mondo. Ma per tradurre questa solidarietà in azione effettiva c’è bisogno di idee nuove, che migliorino le condizioni di vita in aree importanti quali la produzione del cibo, la pulizia dell’acqua, la creazione di posti di lavoro, la formazione, l’aiuto alle famiglie, specialmente dei migranti, e i servizi sanitari di base. Quando è in gioco la vita umana, il tempo si fa sempre breve: in verità, il mondo è stato testimone delle vaste risorse che i governi sono in grado di raccogliere per salvare istituzioni finanziarie ritenute "troppo grandi per fallire". Certamente lo sviluppo integrale dei popoli della terra non è meno importante: è un’impresa degna dell’attenzione del mondo, veramente "troppo grande per fallire".

Questo sguardo generale alla cooperazione recente tra Regno Unito e Santa Sede mostra bene quanto progresso sia stato fatto negli anni trascorsi dallo stabilimento di relazioni diplomatiche bilaterali, in favore della promozione nel mondo dei molti valori di fondo che condividiamo. Spero e prego che questa relazione continuerà a portare frutto e che si rifletterà in una crescente accettazione della necessità di dialogo e rispetto, a tutti i livelli della società, tra il mondo della ragione ed il mondo della fede. Sono certo che anche in questo Paese vi sono molti campi in cui la Chiesa e le pubbliche autorità possono lavorare insieme per il bene dei cittadini, in armonia con la storica pratica di questo Parlamento di invocare la guida dello Spirito su quanti cercano di migliorare le condizioni di vita di tutto il genere umano. Affinché questa cooperazione sia possibile, le istituzioni religiose, comprese quelle legate alla Chiesa cattolica, devono essere libere di agire in accordo con i propri principi e le proprie specifiche convinzioni, basate sulla fede e sull’insegnamento ufficiale della Chiesa. In questo modo potranno essere garantiti quei diritti fondamentali, quali la libertà religiosa, la libertà di coscienza e la libertà di associazione. Gli angeli che ci guardano dalla magnifica volta di questa antica Sala ci ricordano la lunga tradizione da cui il Parlamento britannico si è sviluppato. Essi ci ricordano che Dio vigila costantemente su di noi, per guidarci e proteggerci. Ed essi ci chiamano a riconoscere il contributo vitale che il credo religioso ha reso e può continuare a rendere alla vita della nazione.

Signor Presidente, La ringrazio ancora per questa opportunità di rivolgermi brevemente a questo distinto uditorio. Mi permetta di assicurare a Lei e al Signor Presidente della Camera dei Lords i miei auguri e la mia costante preghiera per Voi e per il fruttuoso lavoro di entrambe le Camere di questo antico Parlamento. Grazie, e Dio vi benedica tutti!

Pope Benedict XVI arrives with House of Commons Speaker John Bercow, right, in Westminster Hall, London Friday Sept. 17, 2010. Pope Benedict XVI  is in Britain for a four-day visit, a controversial yet historic state trip that has been overshadowed by the sex abuse scandals which have shaken confidence in the Roman Catholic Church.

LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 17:  Pope Benedict XVI arrives at Westminster Hall on September 17, 2010 in London, United Kingdom. During the four day state visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness has met The Queen in Scotland as well as political and religious representatives.LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 17:  Pope Benedict XVI arrives at Westminster Hall on September 17, 2010 in London, United Kingdom. During the four day state visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness has met The Queen in Scotland as well as political and religious representatives.

A nun smiles as she chats with a police officer as she waits to see Pope Benedict XVI's pope mobile cross Lambeth Bridge in central London, September 17, 2010. Pope Benedict's security was in the spotlight on Friday after London police arrested five men on suspicion of preparing an attack in Britain. It was not clear if the planned attack was related to the pope's visit or when it was to have taken place, but it prompted police to take another look at security for the pontiff, who was on the second day of his visit to Britain.
Security surrounds Pope Benedict XVI as he rides in the popemobile from the Houses of Parliament to Westminster Abbey in London September 17, 2010. Pope Benedict's security was in the spotlight on Friday after London police arrested five men on suspicion of preparing an attack in Britain.

LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 17:  Pope Benedict XVI speaks at Westminster Hall on September 17, 2010 in London, United Kingdom. During the four day state visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness has met The Queen in Scotland as well as political and religious representatives.LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 17:  Pope Benedict XVI addresses religious leaders and representatives of civil society, academia, culture and business during his visit to Westminster Hall on September 17, 2010 in London, United Kingdom. During the four day state visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness has met The Queen in Scotland as well as political and religious representatives.

Caterina63
00sabato 18 settembre 2010 13:31
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

SANTA MESSA NELLA CATTEDRALE DI WESTMINSTER


Alle ore 10 di questa mattina, nella Cattedrale di Westminster, il Santo Padre Benedetto XVI celebra la Santa Messa votiva del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo a cui è dedicata la Cattedrale. È presente alla Celebrazione Eucaristica l’Arcivescovo di Canterbury, Dr Rowan Williams. Alcune migliaia di giovani seguono la Santa Messa su megaschermi all’esterno della Cattedrale.
Nel corso della celebrazione, introdotta dal saluto dell’Arcivescovo di Westminster, S.E. Mons. Vincent Gerard Nichols, dopo la proclamazione del Santo Vangelo il Papa pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:

OMELIA DEL SANTO PADRE

Cari amici in Cristo,

vi saluto tutti con gioia nel Signore e vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza. Ringrazio l’Arcivescovo Nichols per le parole di benvenuto che mi ha rivolto in nome vostro. Davvero in questo incontro del successore di Pietro con i fedeli della Gran Bretagna, “il cuore parla al cuore” e ci fa gioire nell’amore di Cristo e nella nostra comune professione della fede cattolica che ci è stata trasmessa dagli Apostoli.

Sono particolarmente lieto che il nostro incontro abbia luogo in questa Cattedrale dedicata al Preziosissimo Sangue, che è il segno della misericordia redentrice di Dio riversatasi sul mondo mediante la passione, morte e resurrezione del suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo. Un particolare saluto rivolgo all’Arcivescovo di Canterbury che ci onora della sua presenza.

Il visitatore di questa cattedrale non può non rimanere colpito dal grande crocifisso che domina la navata, che ritrae il corpo di Cristo schiacciato dalla sofferenza, sopraffatto dal dolore, vittima innocente la cui morte ci ha riconciliati con il Padre e ci ha donato di partecipare alla vita stessa di Dio. Le braccia spalancate del Signore sembrano abbracciare questa chiesa intera, innalzando verso il Padre le schiere di fedeli che si raccolgono attorno all’altare del sacrificio Eucaristico e partecipano dei suoi frutti. Il Signore crocifisso sta sopra di noi e davanti a noi, come la sorgente della nostra vita e salvezza, “il sommo sacerdote dei beni futuri”, come lo definisce l’autore della Lettera agli Ebrei nella prima lettura odierna (9,11).

E’, per così dire, all’ombra di questa impressionante immagine, che vorrei riferirmi alla parola di Dio che è stata proclamata in mezzo a noi e riflettere sul mistero del Sangue Prezioso, poiché è questo mistero che ci conduce a riconoscere l’unità fra il sacrificio di Cristo sulla Croce, il sacrificio Eucaristico che egli ha donato alla sua Chiesa, e il suo eterno sacerdozio, per mezzo del quale, assiso alla destra del Padre, egli non cessa di intercedere per noi, le membra del suo mistico corpo.

Incominciamo dal sacrificio della Croce. Lo scaturire del sangue di Cristo è la sorgente della vita della Chiesa. San Giovanni, come sappiamo, vede nell’acqua e nel sangue che sgorgano dal corpo di nostro Signore la sorgente di quella vita divina che è donata dallo Spirito Santo e ci viene comunicata nei sacramenti (Gv 19,34; cfr 1 Gv 1,7;5,6-7). La Lettera agli Ebrei ricava, potremmo dire, le implicazioni liturgiche di questo mistero. Gesù, attraverso la sua sofferenza e morte, la sua auto-donazione nello Spirito eterno, è divenuto il nostro sommo sacerdote e “il mediatore di un’alleanza nuova” (9,15). Queste parole richiamano le stesse parole di nostro Signore nell’Ultima Cena, quando egli istituì l’Eucarestia come sacramento del suo corpo, donato per noi, e del suo sangue, il sangue della nuova ed eterna alleanza sparso per la remissione dei peccati (cfr Mc 14,24; Mt 26,28; Lc 22,20).

Fedele al comando di Cristo “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19), la Chiesa in ogni tempo e luogo celebra l’Eucarestia, fino a che il Signore ritorni nella gloria, rallegrandosi nella sua presenza sacramentale e attingendo alla forza del suo sacrificio di salvezza per la redenzione del mondo.

La realtà del sacrificio Eucaristico è sempre stata al cuore della fede cattolica; messa in discussione nel sedicesimo secolo, essa venne solennemente riaffermata al Concilio di Trento, nel contesto della nostra giustificazione in Cristo. Qui in Inghilterra, come sappiamo, molti difesero strenuamente la Messa, sovente a caro prezzo, dando vita a quella devozione alla Santissima Eucaristia che è stata una caratteristica del cattolicesimo in queste terre.

Il sacrificio Eucaristico del Corpo e Sangue di Cristo comprende a sua volta il mistero della passione di nostro Signore che continua nei membri del suo Corpo mistico, la Chiesa in ogni epoca. Il grande crocifisso che qui ci sovrasta, ci ricorda che Cristo, nostro eterno sommo sacerdote, unisce quotidianamente i nostri sacrifici, le nostre sofferenze, i nostri bisogni, speranze e aspirazioni agli infiniti meriti del suo sacrificio.

Per lui, con lui ed in lui noi eleviamo i nostri corpi come un sacrificio santo e gradito a Dio (cfr Rm 12,1). In questo senso siamo presi nella sua eterna oblazione, completando, come afferma san Paolo, nella nostra carne ciò che manca alle sofferenze di Cristo a favore del suo corpo, che è la Chiesa (cfr Col 1,24). Nella vita della Chiesa, nelle sue prove e tribolazioni, Cristo continua, secondo l’incisiva espressione di Pascal, ad essere in agonia fino alla fine del mondo (Pensées, 553, éd. Brunschvicg).

Vediamo rappresentato nella forma più eloquente questo aspetto del mistero del prezioso sangue di Cristo dai martiri di ogni tempo, che hanno bevuto al calice da cui Cristo stesso ha bevuto, ed il cui sangue, sparso in unione al suo sacrificio, dà nuova vita alla Chiesa. Ciò è anche riflesso nei nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana.

Ma è anche presente, spesso nascosto nelle sofferenze di tutti quei singoli cristiani che quotidianamente uniscono i loro sacrifici a quelli del Signore per la santificazione della Chiesa e la redenzione del mondo. Il mio pensiero va in modo particolare a tutti quelli che sono spiritualmente uniti a questa celebrazione Eucaristica, in particolare i malati, gli anziani, gli handicappati e coloro che soffrono nella mente e nello spirito.

Qui penso anche alle immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri. Esprimo soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini, insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite. Riconosco anche, con voi, la vergogna e l’umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati; vi invito a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuirà alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa ed al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani. Esprimo la mia gratitudine per gli sforzi fatti per affrontare questo problema responsabilmente, e chiedo a tutti voi di mostrare la vostra sollecitudine per le vittime e la solidarietà verso i vostri sacerdoti.

                                            Pope Benedict XVI (C) presides over a Mass at Westminster Cathedral in central London, on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.

Cari amici, ritorniamo alla contemplazione del grande crocifisso che troneggia sopra noi. Le mani di nostro Signore, stese sulla Croce, ci invitano a contemplare anche la nostra partecipazione al suo eterno sacerdozio e la responsabilità che abbiamo, in quanto membra del suo corpo, di portare al mondo in cui viviamo il potere riconciliante del suo sacrificio. Il Concilio Vaticano II parlò in maniera eloquente dell’indispensabile ruolo del laicato di portare avanti la missione della Chiesa, attraverso lo sforzo di servire da fermento del Vangelo nella società, lavorando per l’avanzamento del Regno di Dio nel mondo (cfr Lumen gentium, 31; Apostolicam actuositatem, 7).

Il richiamo del Concilio ai fedeli laici ad assumere il loro impegno battesimale partecipando alla missione di Cristo richiama le intuizioni e gli insegnamenti di John Henry Newman. Possano le profonde idee di questo grande Inglese continuare ad ispirare tutti i seguaci di Cristo in questa terra a conformare a lui ogni loro pensiero, parola ed azione e a lavorare strenuamente per difendere quelle immutabili verità morali che, riprese, illuminate e confermate dal Vangelo, stanno alla base di una società veramente umana, giusta e libera.

Quanto ha bisogno la società contemporanea di questa testimonianza! Quanto abbiamo bisogno, nella Chiesa e nella società, di testimoni della bellezza della santità, testimoni dello splendore della verità, testimoni della gioia e libertà che nascono da una relazione viva con Cristo! Una delle più grandi sfide che oggi dobbiamo affrontare è come parlare in maniera convincente della sapienza e del potere liberante della parola di Dio ad un mondo che troppo spesso vede il Vangelo come un limite alla libertà umana, invece che come verità che libera le nostre menti e illumina i nostri sforzi per vivere in modo saggio e buono, sia come individui che come membri della società.

Preghiamo quindi affinché i cattolici di questa terra diventino sempre più consapevoli della loro dignità di popolo sacerdotale, chiamato a consacrare il mondo a Dio mediante una vita di fede e di santità. E possa questa crescita di zelo apostolico essere accompagnata da un aumento di preghiera per le vocazioni al sacerdozio ministeriale.

Più si sviluppa l’apostolato dei laici, più urgente viene sentito il bisogno di sacerdoti, e più il laicato approfondisce la consapevolezza della propria specifica vocazione, più si rende evidente ciò che è proprio del sacerdote. Possano molti giovani di questa terra trovare la forza di rispondere alla chiamata del Maestro al sacerdozio ministeriale, offrendo le loro vite, le loro energie e i loro talenti a Dio, edificando così il suo popolo nell’unità e nella fedeltà al Vangelo, specialmente attraverso la celebrazione del sacrificio Eucaristico.

Cari amici, in questa Cattedrale del Preziosissimo Sangue vi invito ancora una volta a guardare a Cristo, autore e perfezionatore della nostra fede (cfr Eb 12,2). Vi chiedo di unirvi ancor più pienamente al Signore, partecipando al suo sacrificio sulla Croce ed offrendogli questo “culto spirituale” (cfr Rm 12,1) che abbraccia ogni aspetto della nostra vita e si esprime nell’impegno di contribuire all’avvento del suo Regno. Prego affinché, così facendo, possiate unirvi alle schiere di credenti della lunga storia cristiana di questa terra nel costruire una società veramente degna dell’uomo, degna delle più nobili tradizioni della vostra nazione.


                              Pope Benedict XVI greets the crowds outside Westminster Cathedral in London, on September 18, 2010, after presiding over a Mass. Pope Benedict XVI is 'very calm' and 'no one felt threatened' despite the arrest of six men linked to an alleged plot to launch an attack during his visit to Britain, a Vatican spokesman said Saturday.



  IL PAPA RICORDA I CATTOLICI INGLESI UCCISI DA ENRICO VIII E SUCCESSORI

Salvatore Izzo

(AGI) - Londra, 18 set.

Benedetto XVI ha voluto ricordare oggi - nella messa celebrata con i vescovi inglesi nella Cattdrale di Wesminster - i cattolici che "in Inghilterra difesero strenuamente la messa, sovente a caro prezzo, dando vita a quella devozione alla Santissima Eucaristia che e' stata una caratteristica del cattolicesimo in queste terre".
 
La storia delle persecuzioni anticattoliche in Inghilterra, Scozia, Galles, parte dal 1535 e arriva al 1681, l'arco temporale che va da Enrico VIII a Carlo II Stuart. Morirono, in 150 anni di persecuzione, migliaia di cattolici inglesi: i primi il 4 maggio e il 15 giugno 1535, furono 19 monaci certosini, impiccati nel tristemente famoso Tyburn di Londra, l'ultima vittima fu l'arcivescovo di Armagh e primate d'Irlanda Oliviero Plunkett, giustiziato a Londra l'11 luglio 1681. Nel 1874 l'arcivescovo di Westminster invio' a Roma un elenco di 360 nomi con le prove per ognuno di loro. A partire dal 1886 iniziarono le canonizzazioni, una quarantina sono stati anche canonizzati da Paolo VI nel 1970, tra i quali dieci gesuiti.

Altri 85 sono saliti agli altari nel 1987: Giovanni Polo II li ha beatificati a Roma, con il capofila Giorgio Haydock, confermando il giorno della loro celebrazione al 4 maggio. Di essi 63 sono sacerdoti, di cui 2 gesuiti, 1 domenicano, 5 francescani e 55 diocesani; gli altri 22 sono laici, fra cui il tipografo William Carter. Per i cattolici inglesi, in quegli anni, le luride prigioni erano di fatto luogo di ascesi e crescita spirituale, noviziati ideali, ad esempio, per la Compagnia di Gesu', come testimonia nel suo diario il gesuita Giovanni Gerard.

Anche Edmondo Arrowsmith entro' nella Compagnia di Gesu' mentre era in prigione, e i suoi compagni testimoniarono che "era deciso a fare un completo sacrificio di se', risolse di non serbare nulla per se', nemmeno la propria volonta', offrendosi a Dio con i voti religiosi, facendo la rinuncia di se' che la perfezione dello stato religioso richiedeva, una preparazione per il suo martirio futuro". Sul patibolo egli disse: "O Gesu', mia vita e mia gloria, restituisco lietamente la vita da te ricevuta, e che se non fosse un tuo dono non sarei in grado di restituire. Ho sempre desiderato, o Signore dell'anima mia, di dedicare la mia vita a te e per te. Il perdere la vita per amor tuo lo considero un favore per me... Muoio per amor tuo".

Giovanni Gerard, prigioniero nella Torre di Londra nel 1597, parla di questa stessa aspirazione d'amore nel cuore di Enrico Walpole, che aveva occupato la stessa cella due anni prima e che aveva laboriosamente inciso sulla parete i nomi di Gesu', di Maria e dei nove cori angelici: Walpole, il cortigiano, cacciatore e poeta, che aveva scritto: "Il falconiere cerca di vedere un volo. Il cacciatore cerca di vedere la sua selvaggina. Sospira, o anima mia, di godere quella vista e lotta per goderne allo stesso modo". "Dio non conosce dono piu' bello di quello di se stesso. Nessun uomo puo' vedere dono migliore che il suo Dio; Il datore facendosi dono da' se stesso in dono a noi; Che ognuno che lo riceve sia un dono per questo dono. Dio e' il mio dono, egli si diede a me liberamente.

Io sono un dono di Dio e nessuno mi avra', se non Dio", scrisse Tommaso Garnet al suo superiore dalla prigione, pregandolo di dissuadere un gruppo di amici che stavano progettando la sua evasione. Tommaso aveva, per un certo tempo, accarezzato questa idea: vi era tanto da fare per il Signore e per la salvezza degli uomini. Ma pareva ci fosse una voce interiore che lo spingeva nel senso opposto: "No, resisti, persevera, non accettare un cambio cosi poco vantaggioso. In un'ora, con la morte, si otterra' molto di piu' per il bene comune, che non in molti anni di fatiche". Da questo struggente desiderio d'amore proviene l'hilaritas cosi' cara al cuore di Ignazio.

I martiri della Riforma inglese sono famosi per la loro gioia e per il loro umorismo. Nessuno rappresenta meglio questo spirito del gesuita gallese Filippo Evans il quale, nel sentire la notizia della sua esecuzione, si sedette all'arpa che il suo carceriere gli aveva prestato per esprimere nel canto la sua gioia. Una immensa folla si raccolse per assistere alla sua impiccagione, ed egli osservo' allegramente che la forca era il miglior pulpito che si potesse avere per predicare.
 
Canonizzandolo, il 25 ottobre 1970, insieme a altri 39 martiri inglesi e gallesi, Paolo VI disse: "la Chiesa e il mondo di oggi hanno sommamente bisogno di tali uomini e donne, di ogni condizione e stato di vita, sacerdoti, religiosi e laici, perche' solo persone di tale statura e di tale santita' saranno capaci di cambiare il nostro mondo tormentato e di ridargli, insieme alla pace, quell'orientamento spirituale e veramente cristiano a cui ogni uomo intimamente anela - anche talvolta senza esserne conscio - e di cui tutti abbiamo tanto bisogno".


LONDON - SEPTEMBER 18:  Pope Benedict XVI attends a Mass at Westminster Cathedral during the third day of his State Visit on September 18, 2010 in London, England. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness will meet The Queen as well as political and religious representatives.A pilgrim holds a cross in Hyde Park in London, on September 18, 2010, as Pope Benedict XVI prepares to hold a prayer vigil in the park. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.

A pilgrim waits for Pope Benedict XVI to appear outside Westminster Cathedral in central London September 18, 2010. Pope Benedict apologised to victims of sexual abuse on Saturday, saying paedophile priests had brought "shame and humiliation" on him and the entire Roman Catholic Church.LONDON - SEPTEMBER 18:  Pope Benedict XVI conducts a Mass at Westminster Cathedral during the third day of his State Visit on September 18, 2010 in London, England. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness will meet The Queen as well as political and religious representatives.

Pope Benedict XVI (R) leads Holy Communion during a Mass at Westminster Cathedral in central London, on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.Pope Benedict XVI arrives outside Westminster Cathedral in central London September 18, 2010. Pope Benedict apologised to victims of sexual abuse on Saturday, saying paedophile priests had brought "shame and humiliation" on him and the entire Roman Catholic Church.


Caterina63
00sabato 18 settembre 2010 14:37

IMPORTANTE DISCORSO DEL PAPA AI GIOVANI: IL CUORE......



VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

SALUTO DEL SANTO PADRE



                        Pope Benedict XVI chats with Catholic youth outside Westminster Cathedral in central London September 18, 2010. Pope Benedict apologised to victims of sexual abuse on Saturday, saying paedophile priests had brought "shame and humiliation" on him and the entire Roman Catholic Church.
Cari giovani amici,

grazie per il vostro caloroso saluto! “Il cuore parla al cuore” – cor ad cor loquitur – come sapete. Ho scelto queste parole così care al Cardinal Newman come tema della mia visita. In questi pochi momenti in cui stiamo insieme desidero parlarvi dal cuore e chiedervi di aprire il vostro a ciò che vi dirò.
Chiedo ad ognuno di voi, prima di tutto, di guardare dentro al proprio cuore. Pensate a tutto l’amore, per ricevere il quale il vostro cuore è stato creato e a tutto l’amore che esso è chiamato a donare. In fin dei conti, siamo stati fatti per amare. Questo è ciò che la Bibbia intende quando afferma che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio: siamo stati fatti per conoscere il Dio dell’amore, il Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo, e per trovare la nostra piena realizzazione in quel divino amore che non conosce né inizio né fine.

Siamo stati fatti per ricevere amore e di fatto ne abbiamo. Ogni giorno dovremmo ringraziare Dio per l’amore che abbiamo già ricevuto, per l’amore che ci ha resi ciò che siamo, l’amore che ci ha mostrato cosa è davvero importante nella vita.

Dobbiamo ringraziare il Signore per l’amore che abbiamo ricevuto dalle nostre famiglie, amici, insegnanti, e da tutte quelle persone che nella vita ci hanno aiutato a comprendere quanto siamo preziosi, ai loro occhi e agli occhi di Dio.

Siamo stati fatti anche per donare amore, per fare dell’amore l’ispirazione di ogni nostra attività, la realtà più solida della nostra vita.

A volte ciò sembra tanto naturale, specialmente quando sentiamo l’euforia dell’amore, quando i nostri cuori sono ricolmi di generosità, di idealismo, del desiderio di aiutare gli altri, di costruire un mondo migliore. Ma allo stesso tempo ci rendiamo conto che amare è difficile: i nostri cuori possono facilmente essere induriti dall’egoismo, dall’invidia e dall’orgoglio. La Beata Madre Teresa di Calcutta, la grande Missionaria della Carità, ci ricordava che dare amore, amore puro e generoso, è il frutto di una decisione quotidiana. Ogni giorno dobbiamo scegliere di amare e ciò richiede un aiuto, l’aiuto che proviene da Cristo, dalla preghiera, dalla saggezza che si trova nella sua parola e dalla grazia che egli effonde su di noi nei sacramenti della sua Chiesa.

Questo è il messaggio che desidero condividere con voi oggi. Vi chiedo di guardare dentro il vostro cuore ogni giorno, per trovare la sorgente di ogni amore autentico. Gesù è sempre là, aspettando tranquillamente che possiamo raccoglierci con lui ed ascoltare la sua voce. Nel profondo del vostro cuore egli vi chiama a trascorrere del tempo con lui nella preghiera. Ma questo tipo di preghiera, la vera preghiera, richiede disciplina: richiede di trovare dei momenti di silenzio ogni giorno. Spesso ciò significa attendere che il Signore parli. Anche fra le occupazioni e lo stress della nostra vita quotidiana abbiamo bisogno di dare spazio al silenzio, perché è nel silenzio che troviamo Dio, ed è nel silenzio che scopriamo chi siamo veramente. E con ciò, scopriamo la vocazione particolare che Dio ci ha dato per l’edificazione della sua Chiesa e la redenzione del nostro mondo.

Il cuore parla al cuore. Con queste parole pronunciate dal mio cuore, cari giovani amici, assicuro le mie preghiere per voi affinché le vostre vite portino frutti abbondanti per la crescita della civiltà dell’amore. Vi chiedo anche di pregare per me, per il mio ministero di successore di Pietro, e per le necessità della Chiesa nel mondo. Su di voi, sulle vostre famiglie ed i vostri amici, di cuore invoco da Dio benedizioni di sapienza, gioia e pace.



     Pope Benedict XVI chats with Catholic youth outside Westminster Cathedral in central London September 18, 2010. Pope Benedict apologised to victims of sexual abuse on Saturday, saying paedophile priests had brought "shame and humiliation" on him and the entire Roman Catholic Church. LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 18:  Pope Benedict XVI addresses pilgrims who have gathered in Westmister Cathedral Piazza on September 18, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness also meet with The Queen as well as political and religious representatives.

                    Pope Benedict XVI (R) speaks with young people gathered outside Westminster Cathedral in London, on September 18, 2010, after presiding over a Mass. Pope Benedict XVI is 'very calm' and 'no one felt threatened' despite the arrest of six men linked to an alleged plot to launch an attack during his visit to Britain, a Vatican spokesman said Saturday.

                     Pope Benedict XVI speaks with young people gathered outside Westminster Cathedral in London, on September 18, 2010, after presiding over a Mass. Pope Benedict XVI is 'very calm' and 'no one felt threatened' despite the arrest of six men linked to an alleged plot to launch an attack during his visit to Britain, a Vatican spokesman said Saturday.

                   Pope Benedict XVI greets the crowds outside Westminster Cathedral in London, on September 18, 2010, after presiding over a Mass. Pope Benedict XVI is 'very calm' and 'no one felt threatened' despite the arrest of six men linked to an alleged plot to launch an attack during his visit to Britain, a Vatican spokesman said Saturday.

                  Pope Benedict XVI greets the crowds outside Westminster Cathedral in London, on September 18, 2010, after presiding over a Mass. Pope Benedict XVI is 'very calm' and 'no one felt threatened' despite the arrest of six men linked to an alleged plot to launch an attack during his visit to Britain, a Vatican spokesman said Saturday.

                        Pope Benedict XVI (C) leads Holy Communion during a Mass at Westminster Cathedral in central London, on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.

                        Pope Benedict XVI conducts a mass in Westminster Cathedral in London, Saturday, Sept. 18, 2010. Pope Benedict XVI is on a four-day visit, the first ever state visit by a Pope to Britain. Pope Benedict XVI said Saturday he was ashamed of the "unspeakable" sexual abuse of children by priests, telling the British faithful during Mass in Westminster Cathedral that he was deeply sorry and hoped the church's humiliation would help victims heal. Benedict also said he hoped the church would be able to use its contrition to purify itself from the "sins" of its ministers and be able to renew its commitment to educating the young.

                                 A girl waves the papal flag outside Westminster Cathedral before a mass with Pope Benedict XVI in  London September 18, 2010. Pope Benedict XVI is in London on the third day of his four day visit to Scotland and England.
Caterina63
00sabato 18 settembre 2010 17:51

Inghilterra: ieri, oggi...e domani?


IERI
Sant'Agostino di Canterbury, vescovo
m. 26 maggio 604

Abate benedettino a Roma, fu invitato da San Gregorio Magno ad evangelizzare l'Inghilterra, ricaduta nell'idolatria sotto i Sassoni. Qui fu ricevuto da Etelberto, re di Kent che aveva sposato la cattolica Berta, di origine franca. Etelberto si convertì, aiutò Agostino e gli permise di predicare in piena libertà. Nel Natale successivo al suo arrivo in Inghilterra, più di diecimila Sassoni ricevettero il battesimo. Il Papa inviò altri missionari e nominò arcivescovo e primate d'Inghilterra Agostino, che cercò di riunire la Chiesa bretone a quella sassone senza riuscirci perché troppo forte era il rancore dei bretoni contro gli invasori sassoni. Suo merito però è stato quello di aver convertito quasi tutto il regno di Kent. www.santiebeati.it/dettaglio/27500


OGGI 




La Santa Sede continua a svolgere un ruolo importante nelle questioni internazionali, a sostegno della pace e dello sviluppo, e nell'affrontare problemi comuni quali povertà e cambiamento climatico.
Santità, la sua presenza qui oggi ci ricorda la nostra eredità comune e il contributo cristiano all'incoraggiamento della pace nel mondo e allo sviluppo economico e sociale dei Paesi meno prosperi del mondo.

Siamo tutti consapevoli dell'apporto speciale della Chiesa cattolica romana, in particolare grazie al suo ministero per i poveri e per i più deboli della società, alla sua sollecitudine per i senzatetto e all'educazione che offre attraverso la sua ampia rete di scuole.
La religione è sempre stata un elemento cruciale nell'identità nazionale e nella autoconsapevolezza storica. Ciò ha reso il rapporto fra differenti fedi un fattore fondamentale nella cooperazione necessaria negli stati nazione e fra di loro. Quindi, è di vitale importanza incoraggiare una comprensione reciproca e rispettosa.

Sappiamo per esperienza che attraverso il dialogo impegnato è possibile superare vecchi sospetti e instaurare una maggiore fiducia reciproca.
So che la riconciliazione ha costituito un tema centrale nella vita del cardinale John Henry Newman, per il quale lei, Santità, celebrerà una messa di beatificazione domenica prossima. Egli ha lottato contro dubbi e incertezze e il suo contributo alla comprensione del cristianesimo continua a influenzare molte persone.

Sono lieta per il fatto che la sua visita sarà anche un'opportunità per approfondire il rapporto fra la Chiesa cattolica romana, la Chiesa di Inghilterra e la Chiesa di Scozia.

(discorso della Regina Elisabetta II al santo Padre)



 
E DOMANI?
Maria di Moerle, estatica (1868):
"Uno dei trionfi della Chiesa sarà il ritorno di quasi tutta l'Inghilterra alla fede cattolica".

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Suor Rosa Colomba Asdente, domenicana di Siena, 1781-1847:
"L'Inghilterra e la Russia rientreranno nel grembo della Chiesa; anche in Turchia, il cattolicesimo rifiorirà".

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Anna Maria Taigi, mistica italiana:
"La Russia si convertirà come pure l'Inghilterra"

Caterina63
00sabato 18 settembre 2010 20:23
COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE SULL'INCONTRO DEL SANTO PADRE CON CINQUE VITTIME DI ABUSI SESSUALI DA PARTE DI MEMBRI DEL CLERO

Traduzione in lingua italiana

Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede

Sabato 18 settembre 2010, presso la Nunziatura apostolica di Londra, il Santo Padre ha incontrato un gruppo di persone vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero.

Il Santo Padre si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle loro famiglie. Ha pregato con loro e ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini.

Come in altre occasioni, ha pregato affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro.

Dopo quest’incontro, il Santo Padre parlerà ad un gruppo di professionisti e di volontari che si dedicano alla protezione dei bambini e dei giovani in ambiente ecclesiastico.

Bollettino Ufficiale Santa Sede






VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

Visita del Papa ad una Casa di Riposo

                       Pope Benedict XVI greets residents, employees and visitors at St Peter's Residence in London September 18, 2010. Pope Benedict apologised to British victims of sexual abuse on Saturday while thousands marched through central London in one of the biggest protests ever during a papal trip.

Miei cari fratelli e sorelle
,

sono davvero contento di essere fra voi, residenti della Casa San Pietro, e di ringraziare Suor Marie Claire e la Signora Taskper le loro gentili parole di benvenuto a vostro nome. Sono anche lieto di salutare l’Arcivescovo Smith di Southwark, come pure le Piccole Sorelle dei Poveri, il personale e i volontari che vi assistono.

Con i progressi della medicina ed altri fattori legati alla accresciuta longevità, è importante riconoscere la presenza di un crescente numero di anziani come una benedizione per la società. Ogni generazione può imparare dall’esperienza e saggezza della generazione che l’ha preceduta. Inoltre il provvedere alla cura delle persone anziane non dovrebbe essere anzitutto considerata come un atto di generosità, ma come il ripagare un debito di gratitudine.

Da parte sua la Chiesa ha sempre avuto grande rispetto per l’anziano. Il Quarto Comandamento “Onora tuo padre e tua madre come il Signore tuo Dio ti ha comandato” è legato alla promessa “perché si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà (Dt 5,16). Questa opera della Chiesa per gli anziani e gli infermi non offre loro solamente amore e cura, ma è anche ricambiata da Dio con le benedizioni che egli ha promesso alla terra in cui questo comandamento viene osservato.

Dio vuole un preciso rispetto per la dignità e il valore, la salute e il benessere degli anziani e, attraverso le sue istituzioni caritative in Gran Bretagna ed altrove, la Chiesa cerca di adempiere il comando del Signore di rispettare la vita, senza tenere conto dell’età o delle condizioni.

Agli inizi del mio pontificato ho detto: “Ognuno di noi è voluto, ognuno di noi è amato, ognuno di noi è necessario“ (Omelia alla Messa per gli inizi del Ministero Petrino del Vescovo di Roma, 24 aprile 2005). La vita è un dono unico, ad ogni stadio, dal concepimento fino alla morte naturale, e spetta solo a Dio darla e toglierla. Uno può godere buona salute in tarda età; ma ugualmente i Cristiani non dovrebbero avere paura di partecipare alle sofferenze di Cristo se Dio vuole che affrontiamo l’infermità. Il mio predecessore il Papa Giovanni Paolo, ha sofferto pubblicamente negli ultimi anni della sua vita. Appariva chiaro a tutti che viveva questo in unione alle sofferenze del nostro Salvatore. La sua letizia e pazienza nell’affrontare i suoi ultimi giorni furono un significativo e commovente esempio per tutti noi che dobbiamo portare il carico degli anni che avanzano.

Per questo sono venuto fra voi non solo come un Padre, ma soprattutto come un fratello che conosce bene le gioie e le sfide che vengono con l’età. I nostri lunghi anni di vita ci offrono l’opportunità di apprezzare la bellezza dei più grandi doni che Dio ci ha dato, il dono della vita così come la fragilità dello spirito umano.

Quelli fra noi che vivono parecchi anni hanno una meravigliosa opportunità di approfondire la propria consapevolezza del mistero di Cristo che umiliò se stesso per condividere la nostra umanità. Mentre cresce il nostro normale periodo di vita, le nostre capacità fisiche spesso vengono meno; e tuttavia questi periodi possono essere fra gli anni spiritualmente più fruttuosi della nostra vita. Questi anni sono un’opportunità per ricordare in una preghiera affettuosa tutti quelli che abbiamo amato in questa vita e porre tutto quello che siamo stati e abbiamo fatto davanti alla grazia e alla tenerezza di Dio. Questo sarà certamente di grande conforto spirituale e ci permetterà di scoprire di nuovo il suo amore e la sua bontà tutti i giorni della nostra vita.

Con questi sentimenti, cari fratelli e sorelle, assicuro di cuore le mie preghiere per tutti voi, e vi chiedo di pregare per me. Che la nostra beata Signora ed il suo sposo San Giuseppe preghino per la nostra felicità in questa vita e ci ottengano la benedizione di un sereno passaggio nella prossima.

Dio vi benedica tutti!


                                     Pope Benedict XVI meets elderly people during a visit to St Peter's Residence in London September 18, 2010. Pope Benedict apologised to British victims of sexual abuse on Saturday while thousands marched through central London in one of the biggest protests ever during a papal trip.






Il Papa con i professionisti per la protezione dei bambini nella Chiesa

Cari amici
,

sono lieto di avere l’opportunità di salutare voi che rappresentate i numerosi professionisti e volontari responsabili della protezione dei ragazzi negli ambienti ecclesiali. La Chiesa ha una lunga tradizione di cura dei ragazzi, dai primi anni di vita fino all’età adulta, seguendo l’esempio di affetto di Cristo che benediceva i fanciulli a lui portati e che insegnava ai suoi discepoli che a chi è come loro appartiene il Regno dei Cieli.

Il vostro lavoro, portato avanti sulla scorta delle raccomandazioni elaborate in una prima fase dal “Nola Report” e in seguito dalla Commissione “Cumberlege”, ha offerto un contributo vitale alla promozione di ambienti sicuri per la gioventù. Esso aiuta ad assicurare che le misure preventive messe in campo sono efficaci, che esse sono mantenute con attenzione, e che qualsiasi accusa di abuso è trattata con rapidità e giustizia. A nome dei molti ragazzi che voi servite e dei loro genitori, vorrei ringraziarvi per il buon lavoro che avete fatto e continuate a fare in questo settore.

È deplorevole che, in così marcato contrasto con la lunga tradizione della Chiesa di cura per i ragazzi, questi abbiano sofferto abusi e maltrattamenti ad opera di alcuni preti e religiosi. Siamo tutti diventati molto più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi e voi costituite una parte importante della vasta risposta della Chiesa al problema.

Sebbene non vi siano mai motivi per compiacersi, occorre dare atto a ciò che è stato fatto: gli sforzi della Chiesa, in questo Paese e altrove, specialmente negli ultimi dieci anni per garantire la sicurezza dei fanciulli e dei giovani e per mostrare loro ogni rispetto durante la loro crescita verso la maturità, devono essere riconosciuti. Prego che il vostro generoso servizio aiuti a rafforzare un’atmosfera di fiducia e di rinnovato impegno per il benessere dei ragazzi, che sono un così prezioso dono di Dio.

Che Dio renda fecondo il vostro lavoro ed estenda la sua benedizione su tutti voi.





          
Pope Benedict XVI is handed a baby to as he arrives to hold a Prayer Vigil on the Eve of the Beatification of Cardinal John Henry Newman, in Hyde Park, London on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 18:  Pope Benedict XVI leans out of the popemobile to kiss a baby as he arrives to conduct a prayer vigil in front of thousands of pilgrims in Hyde Park on September 18, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness has met The Queen as well as political and religious representatives.


Pope Benedict XVI kisses a baby as he arrives to hold a Prayer Vigil on the Eve of the Beatification of Cardinal John Henry Newman, in Hyde Park, London on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.


Pope Benedict XVI waves from behind the bullet-proof glass of his Popemobile as he arrives at Hyde Park in London Saturday, Sept 18, 2010. The pope is on a four-day visit to England and Scotland.

A young boy rests as he awaits the arrival of  Pope Benedict XVI for an open air prayer vigil in Hyde Park, London, Saturday, Sept. 18, 2010. Pope Benedict XVI met Saturday with five people who were molested by priests as children and apologized to them, even as abuse survivors and thousands of people opposed to his visit marched in central London in the biggest protest of his five-year papacy.

LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 18:  Pilgrims await the arrival of Pope Benedict XVI to the Hyde Park prayer vigil on September 18, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness has met The Queen as well as political and religious representatives.

LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 18:  Pilgrims await the arrival of Pope Benedict XVI in Hyde Park on September 18, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness also meet with The Queen as well as political and religious representatives.

LONDON, ENGLAND - SEPTEMBER 18:  Thousands of pilgrims gather in Hyde Park before Pope Benedict XVI leads a prayer vigil on September 18, 2010 in London, England. Pope Benedict XVI is conducting the first state visit to the UK by a Pontiff. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness has met The Queen as well as political and religious representatives.

A girl waves flags as she waits to see Pope Benedict XVI hold a Prayer Vigil on the Eve of the Beatification of Cardinal John Henry Newman, in Hyde Park, London on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.

Caterina63
00sabato 18 settembre 2010 21:40
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

MONUMENTALE DISCORSO DEL PAPA AI GIOVANI PER LA VEGLIA....

                Pope Benedict XVI attends a prayer vigil at Hyde Park in London September 18, 2010. Pope Benedict apologised to British victims of sexual abuse on Saturday while thousands marched through central London in one of the biggest protests ever during a papal trip.


Cari fratelli e sorelle in Cristo
,

questa è una serata di gioia, di immensa gioia spirituale per tutti noi. Siamo qui riuniti in questa veglia di preghiera per prepararci alla messa di domani, durante la quale un grande figlio di questa nazione, il cardinale John Henry Newman, sarà dichiarato beato. Quante persone, in Inghilterra e in tutto il mondo, hanno atteso questo momento! Anche per me personalmente è una grande gioia condividere questa esperienza con voi. Come sapete, Newman ha avuto da tanto tempo un influsso importante nella mia vita e nel mio pensiero, come lo è stato per moltissime persone al di là di queste isole.

Il dramma della vita di Newman ci invita ad esaminare le nostre vite, a vederle nel contesto del vasto orizzonte del piano di Dio, e a crescere in comunione con la Chiesa di ogni tempo e di ogni luogo: la Chiesa degli apostoli, la Chiesa dei martiri, la Chiesa dei santi, la Chiesa che Newman amò ed alla cui missione consacrò la propria intera esistenza. [...] Questa sera, nel contesto della preghiera comune, desidero riflettere con voi su alcuni aspetti della vita di Newman, che considero importanti per le nostre vite di credenti e per la vita della Chiesa oggi.

Permettetemi di cominciare ricordando che Newman, secondo il suo stesso racconto, ha ripercorso il cammino della sua intera vita alla luce di una potente esperienza di conversione, che ebbe quando era giovane. Fu un’esperienza immediata della verità della Parola di Dio, dell’oggettiva realtà della rivelazione cristiana quale era stata trasmessa nella Chiesa. Tale esperienza, al contempo religiosa e intellettuale, avrebbe ispirato la sua vocazione ad essere ministro del Vangelo, il suo discernimento della sorgente di insegnamento autorevole nella Chiesa di Dio ed il suo zelo per il rinnovamento della vita ecclesiale nella fedeltà alla tradizione apostolica. Alla fine della vita, Newman avrebbe descritto il proprio lavoro come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale.

Qui vi è la prima lezione che possiamo apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni, quando un relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta che, quali uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo stati creati per conoscere la verità, per trovare in essa la nostra definitiva libertà e l’adempimento delle più profonde aspirazioni umane. In una parola, siamo stati pensati per conoscere Cristo, che è lui stesso “la via, la verità e la vita” (Giovanni 14, 6).

L’esistenza di Newman, inoltre, ci insegna che la passione per la verità, per l’onestà intellettuale e per la conversione genuina comportano un grande prezzo da pagare. La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita, ed in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall’umana eloquenza o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata.

Non lontano da qui, a Tyburn, un gran numero di nostri fratelli e sorelle morirono per la fede; la testimonianza della loro fedeltà sino alla fine fu ben più potente delle parole ispirate che molti di loro dissero prima di abbandonare ogni cosa al Signore.

Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità ultima come individui, e quale fondamento di una società giusta e umana.

Infine, Newman ci insegna che se abbiamo accolto la verità di Cristo e abbiamo impegnato la nostra vita per lui, non vi può essere separazione tra ciò che crediamo ed il modo in cui viviamo la nostra esistenza. Ogni nostro pensiero, parola e azione devono essere rivolti alla gloria di Dio e alla diffusione del suo regno. Newman comprese questo e fu il grande campione dell’ufficio profetico del laicato cristiano. Vide chiaramente che non dobbiamo tanto accettare la verità come un atto puramente intellettuale, quanto piuttosto accoglierla mediante una dinamica spirituale che penetra sino alle più intime fibre del nostro essere. La verità non viene trasmessa semplicemente mediante un insegnamento formale, pur importante che sia, ma anche mediante la testimonianza di vite vissute integralmente, fedelmente e santamente; coloro che vivono della e nella verità riconoscono istintivamente ciò che è falso e, proprio perché falso, è nemico della bellezza e della bontà che accompagna lo splendore della verità, "veritatis splendor".

La prima lettura di stasera è la magnifica preghiera con la quale san Paolo chiede che ci sia dato di conoscere “l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza” (cfr. Efesini 3, 14-21). L’Apostolo prega affinché Cristo dimori nei nostri cuori mediante la fede (cfr. Efesini 3, 17) e perché possiamo giungere a “comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità” di quell’amore. Mediante la fede giungiamo a vedere la parola di Dio come una lampada per i nostri passi e luce del nostro cammino (cfr. Salmo 119, 105). Come innumerevoli santi che lo precedettero sulla via del discepolato cristiano, Newman insegnò che la “luce gentile” della fede ci conduce a renderci conto della verità su noi stessi, sulla nostra dignità di figli di Dio, e sul sublime destino che ci attende in cielo.

Permettendo a questa luce della fede di risplendere nei nostri cuori e abbandonandoci ad essa mediante la quotidiana unione al Signore nella preghiera e nella partecipazione ai sacramenti della Chiesa, datori di vita, diventiamo noi stessi luce per quanti ci stanno attorno; esercitiamo il nostro “ufficio profetico”; spesso, senza saperlo, attiriamo le persone più vicino al Signore ed alla sua verità. Senza la vita di preghiera, senza l’interiore trasformazione che avviene mediante la grazia dei sacramenti, non possiamo – con le parole di Newman – “irradiare Cristo”; diveniamo semplicemente un altro “cembalo squillante” (1 Corinzi 13, 1) in un mondo già pieno di crescente rumore e confusione, pieno di false vie che conducono solo a profondo dolore del cuore e ad illusione.

Una delle più amate meditazioni del cardinale contiene queste parole: “Dio mi ha creato per offrire a lui un certo specifico servizio. Mi ha affidato un certo lavoro che non ha affidato ad altri” (Meditations on Christian Doctrine). Vediamo qui il preciso realismo cristiano di Newman, il punto nel quale la fede e la vita inevitabilmente si incrociano. La fede è destinata a portare frutto nella trasformazione del nostro mondo mediante la potenza dello Spirito Santo che opera nella vita e nell’attività dei credenti.

Nessuno che guardi realisticamente al nostro mondo d’oggi può pensare che i cristiani possano continuare a far le cose di ogni giorno, ignorando la profonda crisi di fede che è sopraggiunta nella società, o semplicemente confidando che il patrimonio di valori trasmesso lungo i secoli cristiani possa continuare ad ispirare e plasmare il futuro della nostra società.

Sappiamo che in tempi di crisi e di ribellioni Dio ha fatto sorgere grandi santi e profeti per il rinnovamento della Chiesa e della società cristiana; noi abbiamo fiducia nella sua provvidenza e preghiamo per la sua continua guida. Ma ciascuno di noi, secondo il proprio stato di vita, è chiamato ad operare per la diffusione del Regno di Dio impregnando la vita temporale dei valori del Vangelo.

Ciascuno di noi ha una missione, ciascuno è chiamato a cambiare il mondo, ad operare per una cultura della vita, una cultura forgiata dall’amore e dal rispetto per la dignità di ogni persona umana. Come il Signore ci insegna nel Vangelo appena ascoltato, la nostra luce deve risplendere al cospetto di tutti, così che, vedendo le nostre opere buone, possano dar gloria al nostro Padre celeste (cfr. Matteo 5, 16).

Qui desidero dire una parola speciale ai molti giovani presenti. Cari giovani amici: solo Gesù conosce quale “specifico servizio” ha in mente per voi. Siate aperti alla sua voce che risuona nel profondo del vostro cuore: anche ora il suo cuore parla al vostro cuore. Cristo ha bisogno di famiglie che ricordano al mondo la dignità dell’amore umano e la bellezza della vita familiare.

Egli ha bisogno di uomini e donne che dedichino la loro vita al nobile compito dell’educazione, prendendosi cura dei giovani e formandoli secondo le vie del Vangelo.
Ha bisogno di quanti consacreranno la propria vita al perseguimento della carità perfetta, seguendolo in castità, povertà e obbedienza, e servendolo nel più piccolo dei nostri fratelli e sorelle. Ha bisogno dell’amore potente dei religiosi contemplativi che sorreggono la testimonianza e l’attività della Chiesa mediante la loro continua orazione. Ed ha bisogno di sacerdoti, buoni e santi sacerdoti, uomini disposti a perdere la propria vita per il proprio gregge. Chiedete a Dio cosa ha in mente per voi! Chiedetegli la generosità di dirgli di sì! Non abbiate paura di donarvi interamente a Gesù. Vi darà la grazia necessaria per adempiere alla vostra vocazione. [...]

Ed ora, cari amici, continuiamo questa veglia di preghiera preparandoci ad incontrare Cristo, presente fra noi nel santissimo sacramento dell’altare. Insieme, nel silenzio della nostra comune adorazione, apriamo le menti ed i cuori alla sua presenza, al suo amore, alla potenza convincente della sua verità. In modo speciale, ringraziamolo per la continua testimonianza a quella verità, offerta dal cardinale John Henry Newman. Confidando nelle sue preghiere, chiediamo a Dio di illuminare i nostri passi e quelli della società britannica, con la luce gentile della sua verità, del suo amore, della sua pace. Amen.


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per l'occasione anche stasera il Papa ha indossato la stola di Leone XIII



Pope Benedict XVI holds a Prayer Vigil on the Eve of the Beatification of Cardinal John Henry Newman, in Hyde Park, London on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.


Pope Benedict XVI attends a Vigil prayer in London's Hyde park, Saturday, Sept. 18, 2010.Pope Benedict XVI holds a Prayer Vigil on the Eve of the Beatification of Cardinal John Henry Newman, in Hyde Park, London on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.

Pilgrims wait to see Pope Benedict XVI hold a Prayer Vigil on the Eve of the Beatification of Cardinal John Henry Newman, in Hyde Park, London on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.Pilgrims pray during a vigil led by Pope Benedict XVI at Hyde Park in London September 18, 2010. Pope Benedict apologised to British victims of sexual abuse on Saturday while thousands marched through central London in one of the biggest protests ever during a papal trip.

Pope Benedict XVI (R), holds a Prayer Vigil on the Eve of the Beatification of Cardinal John Henry Newman, in Hyde Park, London on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.Pilgrims hold candles as Pope Benedict XVI holds a Prayer Vigil on the Eve of the Beatification of Cardinal John Henry Newman, in Hyde Park, London on September 18, 2010. Pope Benedict XVI expressed his 'deep sorrow' Saturday for the 'immense suffering' of children abused by Catholic priests, in a homily on the third day of his state visit to Britain.'I think of the immense suffering caused by the abuse of children, especially within the Church and by her ministers,' he said during mass at the Catholic Westminster Cathedral in London.


LONDON - SEPTEMBER 18:  Pope Benedict XVI attends the prayer vigil at Hyde Park during the third day of his State Visit on September 18, 2010 in London, England. During the four day visit Pope Benedict will celebrate mass, conduct a prayer vigil as well as beatify Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park. His Holiness will meet The Queen as well as political and religious representatives.


Caterina63
00domenica 19 settembre 2010 12:25
Il Papa alla Beatificazione del cardinale Newman: fedeli laici non arroganti né polemici ma che sappiano cosa credono




Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere”:

il Papa ha citato stamani queste parole del cardinale Newman in occasione della sua Beatificazione al Cofton Park di Birmingham nell’ultima giornata del suo viaggio nel Regno Unito. Benedetto XVI ha ricordato anche che questa domenica “segna un momento significativo nella vita della nazione britannica, poiché è il giorno prescelto per commemorare il 70.mo anniversario della ‘Battle of Britain’. Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania – ha detto il Papa - è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna. Il mio pensiero va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940. Settant’anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti”. Ecco il testo dell’omelia del Papa:


Omelia Del Santo Padre

Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

la giornata odierna che ci ha portati qui insieme a Birmingham è di grande auspicio. In primo luogo, è il giorno del Signore, domenica, il giorno in cui nostro Signore Gesù Cristo risuscitò dai morti e cambiò per sempre il corso della storia umana, offrendo vita e speranza nuove a quanti vivevano nelle tenebre e nell’ombra della morte. Questa è la ragione per cui i cristiani in tutto il mondo si riuniscono insieme in questo giorno per dar lode e ringraziare Dio per le grandi meraviglie da lui operate per noi.

Questa domenica particolare, inoltre, segna un momento significativo nella vita della nazione britannica, poiché è il giorno prescelto per commemorare il 70mo anniversario della “Battle of Britain”. Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna. Il mio pensiero va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940. Settant’anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti.

Ma vi è un ulteriore, più gioiosa ragione del perché questo è un giorno fausto per la Gran Bretagna, per le Midlands e per Birmingham. E’ il giorno che vede il Cardinale John Henry Newman formalmente elevato agli altari e dichiarato Beato.

Ringrazio l’Arcivescovo Bernard Longley per il cortese benvenuto rivoltomi questa mattina, all’inizio della Messa. Rendo omaggio a tutti coloro che hanno lavorato così intensamente per molti anni per promuovere la causa del Cardinale Newman, inclusi i Padri dell’Oratorio di Birmingham e i membri della Famiglia spirituale Das Werk. E saluto tutti coloro che sono qui venuti dall’intera Gran Bretagna, dall’Irlanda e da altrove; vi ringrazio per la vostra presenza a questa celebrazione, durante la quale rendiamo gloria e lode a Dio per le virtù eroiche di questo sant’uomo inglese.

L’Inghilterra ha una grande tradizione di Santi martiri, la cui coraggiosa testimonianza ha sostenuto ed ispirato la comunità cattolica locale per secoli. E tuttavia è giusto e conveniente che riconosciamo oggi la santità di un confessore, un figlio di questa Nazione che, pur non essendo chiamato a versare il proprio sangue per il Signore, gli ha tuttavia dato testimonianza eloquente nel corso di una vita lunga dedicata al ministero sacerdotale, specialmente alla predicazione, all’insegnamento e agli scritti. E’ degno di prendere il proprio posto in una lunga scia di Santi e Maestri di queste isole, san Beda, sant’Hilda, san Aelredo, il beato Duns Scoto solo per nominarne alcuni. Nel beato John Henry quella gentile tradizione di insegnamento, di profonda saggezza umana e di intenso amore per il Signore ha dato ricchi frutti quale segno della continua presenza dello Spirito Santo nel profondo del cuore del Popolo di Dio, facendo emergere abbondanti doni di santità.

Il motto del Cardinale Newman, Cor ad cor loquitur, “il cuore parla al cuore”, ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio. Egli ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina. Come scrisse in uno dei suoi forbiti sermoni: “l’abitudine alla preghiera, che è pratica di rivolgersi a Dio e al mondo invisibile in ogni stagione, in ogni luogo, in ogni emergenza, la preghiera, dico, ha ciò che può essere chiamato un effetto naturale nello spiritualizzare ed elevare l’anima. Un uomo non è più ciò che era prima; gradualmente… ha interiorizzato un nuovo sistema di idee ed è divenuto impregnato di freschi principi” (Parochial and plain sermons, IV, 230-231).

Il Vangelo odierno ci dice che nessuno può essere servo di due padroni (cfr Lc 16,13), e l’insegnamento del Beato John Henry sulla preghiera spiega come il fedele cristiano si sia posto in maniera definitiva al servizio dell’unico vero Maestro, il quale soltanto ha il diritto alla nostra devozione incondizionata (cfr Mt 23,10). Newman ci aiuta a comprendere cosa significhi questo nella nostra vita quotidiana: ci dice che il nostro divino Maestro ha assegnato un compito specifico a ciascuno di noi, un “servizio ben definito”, affidato unicamente ad ogni singolo: “io ho la mia missione – scrisse – sono un anello in una catena, un vincolo di connessione fra persone. Egli non mi ha creato per niente. Farò il bene, compirò la sua opera; sarò un angelo di pace, un predicatore di verità proprio nel mio posto… se lo faccio obbedirò ai suoi comandamenti e lo servirò nella mia vocazione” (Meditations and devotions, 301-2).

Lo specifico servizio al quale il Beato John Henry Newman fu chiamato comportò l’applicazione del suo sottile intelletto e della sua prolifica penna a molti dei più urgenti “problemi del giorno”. Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo. Desidero rendere onore alla sua visione dell’educazione, che ha fatto così tanto per plasmare l’”ethos” che è la forza sottostante alle scuole ed agli istituti universitari cattolici di oggi.

Fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico, egli cercò di raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina morale e l’impegno religioso procedessero assieme. Il progetto di fondare un’università cattolica in Irlanda gli diede l’opportunità di sviluppare le proprie idee su tale argomento e la raccolta di discorsi da lui pubblicati come The Idea of a University contiene un ideale dal quale possono imparare quanti sono impegnati nella formazione accademica.

Ed in verità, quale meta migliore potrebbero proporsi gli insegnanti di religione se non quel famoso appello del Beato John Henry per un laicato intelligente e ben istruito: “Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere” (The Present Position of Catholics in England, IX, 390). Oggi quando l’autore di queste parole viene innalzato sugli altari, prego che, mediante la sua intercessione ed il suo esempio, quanti sono impegnati nel compito dell’insegnamento e della catechesi siano ispirati ad un più grande sforzo dalla sua visione, che così chiaramente pone davanti a noi.

Mentre il testamento intellettuale di John Henry Newman è stato quello che comprensibilmente ha ricevuto le maggiori attenzioni nella vasta pubblicistica sulla sua vita e la sua opera, preferisco in questa occasione, concludere con una breve riflessione sulla sua vita di sacerdote e di pastore d’anime. Il calore e l’umanità che sottostanno al suo apprezzamento del ministero pastorale vengono magnificamente espressi da un altro dei suoi famosi discorsi: “Se gli angeli fossero stati i vostri sacerdoti, cari fratelli, non avrebbero potuto partecipare alle vostre sofferenze, né compatirvi, né aver compassione per voi, né provare tenerezza nei vostri confronti e trovare motivi per giustificarvi, come possiamo noi; non avrebbero potuto essere modelli e guide per voi, ed avervi condotto dal vostro uomo vecchio a vita nuova, come lo possono quanti vengono dal vostro stesso ambiente (“Men, not Angels: the Priests of the Gospel”, Discourses to mixed congregations, 3).

Egli visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale nella devota cura per la gente di Birmingham durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato, visitando i malati ed i poveri, confortando i derelitti, prendendosi cura di quanti erano in prigione. Non meraviglia che alla sua morte molte migliaia di persone si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla sepoltura a mezzo miglio da qui. Cento vent’anni dopo, grandi folle si sono nuovamente qui riunite per rallegrarsi del solenne riconoscimento della Chiesa per l’eccezionale santità di questo amatissimo padre di anime. Quale modo migliore per esprimere la gioia di questo momento se non quella di rivolgerci al nostro Padre celeste in cordiale ringraziamento, pregando con le parole poste dal Beato John Henry Newman sulle labbra dei cori degli angeli in cielo:

Lode a Colui che è Santissimo nell’alto dei cieli
E lode sia nelle profondità;
Bellissimo in tutte le sue parole,
ma ben di più in tutte le sue vie!


BIRMINGHAM, ENGLAND - SEPTEMBER 19: f Pope Benedict XVI arrives for the beatification mass of Cardinal Newman at Cofton Park on September 19, 2010 in Birmingham, England. On the last day of Pope Benedict XVI's state visit the Pontiff is beatifying Cardinal Newman in front of over 60,000 faithful. His Holiness has also met The Queen as well as political and religious representatives during the four day visit.

Pope Benedict XVI (3rd R) participates in a beatification Mass for Cardinal John Henry Newman at Cofton Park in Birmingham, central England September 19, 2010. The Pope is on the final day of a four day state visit to England and Scotland.


Caterina63
00domenica 19 settembre 2010 19:25
ANGELUS

Cofton Park di Rednal - Birmingham
Domenica, 19 settembre 2010


Fratelli e sorelle in Gesù Cristo,

Sono lieto di inviare i miei saluti alla gente di Siviglia, dove, proprio ieri, è stata beatificata Madre María de la Purísima de la Cruz. Che la beata María sia di ispirazione per le giovani donne a seguire il suo esempio di amore totale a Dio e al prossimo.

quando il Beato John Henry Newman venne a vivere a Birmingham, diede il nome di “Maryvale” alla sua prima casa. L’Oratorio da lui fondato è dedicato all’Immacolata Concezione della Beata Vergine. E l’Università Cattolica dell’Irlanda venne da lui posta sotto la protezione di Maria, Sedes sapientiae.

In moltissimi modi egli visse il proprio ministero sacerdotale in spirito di devozione filiale alla Madre di Dio. Meditando sul ruolo di Maria nel dispiegarsi del piano di Dio per la nostra salvezza, giunse ad esclamare: “Chi può valutare la santità e la perfezione di lei, che fu scelta per essere la Madre di Cristo? Quali avrebbero dovuto essere i suoi doni, lei che fu scelta per essere l’unica familiare terrena del Figlio di Dio, l’unica che egli fu obbligato per natura a riverire e alla quale rivolgersi; l’unica incaricata di guidarlo ed educarlo, di istruirlo giorno dopo giorno, mentre cresceva in sapienza e grandezza?” (Parochial and plain sermons, II, 131-2). E’ sulla base di questi doni abbondanti di grazia che noi l’onoriamo, ed è sulla base del suo intimo legame con il suo Figlio divino che noi in maniera naturale ricerchiamo la sua intercessione per le nostre necessità e quelle del mondo intero. Nelle parole dell’Angelus, ci rivolgiamo ora alla nostra santissima Madre ed affidiamo a lei le intenzioni che sono nei nostri cuori.


                                       Pope Benedict XVI leaves Oscott College in Birmingham, central England, on September 19, 2010, after speaking to bishops at the college. Earlier in the day Pope Benedict XVI beatified a 19th century Catholic convert on Sunday in the finale of his historic visit to Britain.

Caterina63
00domenica 19 settembre 2010 21:07
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE JOHN HENRY NEWMAN (16-19 SETTEMBRE 2010)

DISCORSO DEL SANTO PADRE NELL'INCONTRO CON I VESCOVI ED ULTIMI SALUTI

                          BIRMINGHAM, ENGLAND - SEPTEMBER 19:  Pope Benedict XVI attends Oscott College, the home of the Seminary of the Archdiocese of Birmingham, on September 19, 2010 in Birmingham, England. On the last day of Pope Benedict XVI's state visit the Pontiff is beatifying Cardinal Newman in front of over 50,000 faithful. His Holiness has also met The Queen as well as political and religious representatives during the four day visit.

Venerati Fratelli nell’Episcopato,

questo è stato un giorno di grande gioia per la comunità cattolica in queste isole. Il Beato John Henry Newman, come ora lo possiamo chiamare, è stato elevato all’onore degli altari quale esempio di fedeltà eroica al Vangelo ed un intercessore per la Chiesa in queste terre, che egli amò e servì così bene.

Qui proprio in questa cappella nel 1852, diede voce alla nuova fiducia evitalità della comunità cattolica in Inghilterra e Galles, dopo la restaurazione della gerarchia, e le sue parole possono essere applicate pure alla Scozia, venticinque anni dopo.

                               BIRMINGHAM, ENGLAND - SEPTEMBER 19:  Pope Benedict XVI attends Oscott College, the home of the Seminary of the Archdiocese of Birmingham, on September 19, 2010 in Birmingham, England. On the last day of Pope Benedict XVI's state visit the Pontiff is beatifying Cardinal Newman in front of over 50,000 faithful. His Holiness has also met The Queen as well as political and religious representatives during the four day visit.

La sua beatificazione odierna è un ricordo della continua azione dello Spirito Santo nell’elargire doni di santità su tutta la gente della Gran Bretagna, così che da est ad ovest e dal nord al sud, sia elevata una perfetta oblazione di lode e di ringraziamento alla gloria del nome di Dio.
Ringrazio il Cardinale O’Brien e l’Arcivescovo Nichols per le loro parole e, ciò facendo, miviene alla mente quanto poco tempo è trascorso da quando mi è stato dato di accogliervi tutti aRoma per le visite Ad limina delle vostre rispettive Conferenze Episcopali.
In quella occasione abbiamo parlato di alcune delle sfide che vi stanno innanzi nel vostro guidare la gente nella fede, particolarmente circa l’urgente necessità di proclamare il Vangelo di nuovo in un contesto altamente secolarizzato.
Nel corso della mia visita mi è apparso chiaro come, fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo.

Siete stati scelti da Dio per offrire loro l’acqua viva del Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe di questo mondo, bensì nelle solide rassicurazioni del mondo futuro. Mentre annunciate la venuta del Regno, con le sue promesse di speranza per i poveri ed i bisognosi, i malati e gli anziani, i non ancora nati e gli abbandonati, fate di tutto per presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna.

Come sapete, è stato di recente costituito un Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione dei Paesi di lunga tradizione cristiana, e desidero incoraggiarvi ad avvalervi dei suoi servigi per affrontare i compiti che vi stanno innanzi. Inoltre, molti dei nuovi movimenti ecclesiali hanno un carisma particolare per l’evangelizzazione e son certo che continuerete ad esplorare vie appropriate ed efficaci per coinvolgerli nella missione della Chiesa.
Dalla vostra visita a Roma, i cambiamenti politici nel Regno Unito hanno concentrato l’attenzione sulle conseguenze della crisi finanziaria, che ha causato tante privazioni adinnumerevoli persone e tante famiglie. Lo spettro della disoccupazione sta stendendo le proprieombre sulla vita di molta gente, ed il costo a lungo termine di pratiche d’investimento dei tempirecenti, mal consigliate, sta diventando quantomai evidente.
In tali circostanze, vi saranno ulteriori appelli alla caratteristica generosità dei cattolici britannici, e sono certo che voi saretein prima linea per esortare alla solidarietà nei confronti dei bisognosi.

La voce profetica dei cristiani ha un ruolo importante nel mettere in evidenza i bisogni dei poveri e degli svantaggiati,che possono così facilmente essere trascurati nella destinazione di risorse limitate.

Nel documento magisteriale Choosing the Common Good, i Vescovi d’Inghilterra e del Galles hanno sottolineato l’importanza della pratica della virtù nella vita pubblica. Le circostanze odierne offrono una buona opportunità per rafforzare quel messaggio, e certamente per incoraggiare le persone ad aspirare ai valori morali più alti in ogni settore della loro vita, contro un retroterra dicrescente cinismo addirittura circa la possibilità di una vita virtuosa.

Un altro argomento che ha ricevuto molta attenzione nei mesi trascorsi e che mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa è il vergogno abuso di ragazzi edi giovani da parte di sacerdoti e di religiosi.

In molte occasioni ho parlato delle profonde ferite che tale comportamento ha causato, anzitutto nelle vittime ma anche nel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti e i loro Vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente.

So bene che avete fatto passi molto seri per portare rimedio a questa, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono.

Avete pubblicamente fatto conoscere il vostro profondo dispiacere per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione. La vostra crescente comprensione dell’estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti, e della necessità di fornire adeguato sostegno alle vittime, dovrebbe servire da incentivo per condividere, con la società più ampia, la lezione da voi appresa. In realtà, quale via migliore potrebbe esserci se non quella di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi?
Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù esige proprio questo e niente di meno
.

Mentre riflettiamo sulla fragilità umana che questi tragici eventi rivelano in maniera cosìdura, ci viene ricordato che, per essere guide cristiane efficaci, dobbiamo vivere nella più altaintegrità, umiltà e santità. Comescrisse una volta il beato John Henry Newman: “Che Dio ci doni dei sacerdoti che sappiano sentire la propria debolezza di peccatori, e che il popolo li sappia compatire ed amare e pregare per la loro crescita in ogni buon dono di grazia” (Sermon, 22marzo 1829). 191).

Prego che fra le grazie di questa visita vi sia un rinnovato impegno da partedelle guide cristiane alla vocazione profetica che hanno ricevuto, e un nuovo apprezzamento daparte del popolo per il grande dono del ministero ordinato. Sgorgheranno così spontaneamente le preghiere per le vocazioni, e possiamo esser fiduciosi che il Signore risponderà inviando operai che raccolgano l’abbondante messe che ha preparato in tutto il Regno Unito (cfr Mt 9,37-38). A tale proposito sono lieto di avere l’opportunità di incontrare fra poco i seminaristi dell’Inghilterra, della Scozia e del Galles per rassicurarli delle mie preghiere, mentre si preparano a far la loro parte per raccogliere quella messe.

Infine vorrei parlarvi di due materie specifiche che riguardano in questo tempo il vostro ministero episcopale.

Una è l’imminente pubblicazione della nuova traduzione del Messale Romano. In questa circostanza desidero ringraziare tutti voi per il contributo dato, con cosìminuziosa cura, all’esercizio collegiale nella revisione e nell’approvazione dei testi. Ciò hafornito un immenso servizio ai cattolici di tutto il mondo anglofono.
Vi incoraggio a coglierel’occasione che questa nuova traduzione offre, per una approfondita catechesi sull’Eucaristia e per una rinnovata devozione nei modi in cui essa viene celebrata. “Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale che Cristo ha affidato ai suoi discepoli” (
Sacramentum caritatis, 6).

L’altro punto lo sollevai in febbraio con i Vescovi dell’Inghilterra e del Galles, quando vi chiesi di essere generosi nel porre in atto la Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus.
Questo dovrebbe essere considerato un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici.
Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti
.

Continuiamo a pregare e ad operare incessantemente per affrettare il lieto giorno in cui quel traguardo potrà essere raggiunto.
Con tali sentimenti vi ringrazio cordialmente per la vostra ospitalità durante questi ultimi quattro giorni.
Nell’affidare voi e il popolo che servite all’intercessione di sant’Andrea, sanDavide e san Giorgio, volentieri imparto la Benedizione Apostolica a voi, al clero, ai religiosi e ai laici dell’Inghilterra, della Scozia e del Galles.



BIRMINGHAM, ENGLAND - SEPTEMBER 19:  Pope Benedict XVI attends Oscott College, the home of the Seminary of the Archdiocese of Birmingham, on September 19, 2010 in Birmingham, England. On the last day of Pope Benedict XVI state visit the Pontiff is beatifying Cardinal Newman in front of over 50,000 faithful. His Holiness has also met The Queen as well as political and religious representatives during the four day visit.BIRMINGHAM, ENGLAND - SEPTEMBER 19:  Pope Benedict XVI attends Oscott College, the home of the Seminary of the Archdiocese of Birmingham, on September 19, 2010 in Birmingham, England. On the last day of Pope Benedict XVI's state visit the Pontiff is beatifying Cardinal Newman in front of over 50,000 faithful. His Holiness has also met The Queen as well as political and religious representatives during the four day visit.

BIRMINGHAM, ENGLAND - SEPTEMBER 19:  Pope Benedict XVI attends Oscott College, the home of the Seminary of the Archdiocese of Birmingham, on September 19, 2010 in Birmingham, England. On the last day of Pope Benedict XVI's state visit the Pontiff is beatifying Cardinal Newman in front of over 50,000 faithful. His Holiness has also met The Queen as well as political and religious representatives during the four day visit.BIRMINGHAM, ENGLAND - SEPTEMBER 19:  Bishops of England, Scotland and Wales line up to kiss Pope Benedict XVI's ring at Oscott College, the home of the Seminary of the Archdiocese of Birmingham, on September 19, 2010 in Birmingham, England. On the last day of Pope Benedict XVI's state visit the Pontiff is beatifying Cardinal Newman in front of over 50,000 faithful. His Holiness has also met The Queen as well as political and religious representatives during the four day visit.


Pope Benedict XVI leaves Oscott College seminary in Birmingham September 19, 2010. Pope Benedict told a Mass in England on Sunday the world felt "shame and horror" at suffering inflicted by his German homeland in World War Two and recalled a key air battle that saved Britain from Nazi invasion.

Pope Benedict XVI leaves Oscott College seminary in Birmingham, central England  September 19, 2010. The Pope is on the final day of a four day state visit to England and Scotland.BIRMINGHAM, ENGLAND - SEPTEMBER 19:  Pope Benedict XVI waves as he boards the Alitalia jet to Rome on September 19, 2010 in Birmingham, England. Pope Benedict XVI has conducted the first state visit to the UK by a Pontiff. Earlier in the day he beatified Cardinal Newman at an open air mass in Cofton Park.
Caterina63
00mercoledì 22 settembre 2010 13:33
CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Viaggio Apostolico nel Regno Unito, il Papa riepiloga l'evento


Cari fratelli e sorelle!

Oggi vorrei soffermarmi a parlare del
viaggio apostolico nel Regno Unito, che Dio mi ha concesso di compiere nei giorni scorsi.

E’ stata una visita ufficiale e, in pari tempo, un pellegrinaggio nel cuore della storia e dell’oggi di un popolo ricco di cultura e di fede, qual è quello britannico. Si è trattato di un evento storico, che ha segnato una nuova importante fase nella lunga e complessa vicenda delle relazioni tra quelle popolazioni e la Santa Sede.

Scopo principale della visita era quello di proclamare beato il Cardinale John Henry Newman, uno dei più grandi inglesi dei tempi recenti, insigne teologo e uomo di Chiesa. In effetti, la cerimonia di beatificazione ha rappresentato il momento preminente del viaggio apostolico, il cui tema era ispirato al motto dello stemma cardinalizio del beato Newman: "Il cuore parla al cuore".

E nelle quattro intense e bellissime giornate trascorse in quella nobile terra ho avuto la grande gioia di parlare al cuore degli abitanti del Regno Unito, ed essi hanno parlato al mio, specialmente con la loro presenza e con la testimonianza della loro fede.

Ho potuto infatti constatare quanto l’eredità cristiana sia ancora forte e tuttora attiva in ogni strato della vita sociale. Il cuore dei britannici e la loro esistenza sono aperti alla realtà di Dio e vi sono numerose espressioni di religiosità che questa mia visita ha posto ancora più in evidenza.

Sin dal primo giorno della mia permanenza nel Regno Unito, e durante tutto il periodo del mio soggiorno, ovunque ho ricevuto una calorosa accoglienza da parte delle Autorità, degli esponenti delle varie realtà sociali, dei rappresentanti delle diverse Confessioni religiose e specialmente della gente comune. Penso in modo particolare ai fedeli della Comunità cattolica e ai suoi Pastori, che, pur essendo minoranza nel Paese, sono largamente apprezzati e considerati, impegnati nell’annuncio gioioso di Gesù Cristo, facendo splendere il Signore e facendosi sua voce specialmente tra gli ultimi. A tutti rinnovo l’espressione della mia profonda gratitudine, per l’entusiasmo dimostrato e per l’encomiabile solerzia con cui si sono adoperati per la riuscita di questa mia visita, il cui ricordo conserverò per sempre nel mio cuore.

Il
primo appuntamento è stato a Edimburgo con Sua Maestà la Regina Elisabetta II, che, unitamente al suo Consorte, il Duca di Edimburgo, mi ha accolto con grande cortesia a nome di tutto il popolo britannico. Si è trattato di un incontro molto cordiale, caratterizzato dalla condivisione di alcune profonde preoccupazioni per il benessere dei popoli del mondo e per il ruolo dei valori cristiani nella società.

Nella storica capitale della Scozia ho potuto ammirare le bellezze artistiche, testimonianza di una ricca tradizione e di profonde radici cristiane.

A questo ho fatto riferimento nel
discorso a Sua Maestà e alle Autorità presenti, ricordando che il messaggio cristiano è diventato parte integrante della lingua, del pensiero e della cultura dei popoli di quelle Isole. Ho parlato anche del ruolo che la Gran Bretagna ha svolto e svolge nel panorama internazionale, menzionando l’importanza dei passi compiuti per una pacificazione giusta e duratura nell’Irlanda del Nord.

L’atmosfera di festa e gioia creata dai ragazzi e dai bambini ha allietato la tappa di Edimburgo.

Trasferitomi poi a Glasgow, città impreziosita da incantevoli parchi, ho presieduto
la prima Santa Messa del viaggio proprio nel Bellahouston Park.
E’ stato un momento di intensa spiritualità, molto importante per i cattolici del Paese, anche in considerazione del fatto che in quel giorno ricorreva la festa liturgica di san Ninian, primo evangelizzatore della Scozia. A quell’assemblea liturgica riunita in attenta e partecipe preghiera, resa ancor più solenne da melodie tradizionali e canti coinvolgenti, ho ricordato l’importanza dell’evangelizzazione della cultura, specialmente nella nostra epoca in cui un pervasivo relativismo minaccia di oscurare l’immutabile verità sulla natura dell’uomo.

Nella seconda giornata ho iniziato la visita a Londra.

Qui,
ho incontrato dapprima il mondo dell’educazione cattolica, che riveste un ruolo rilevante nel sistema di istruzione di quel Paese. In un autentico clima di famiglia ho parlato agli educatori, ricordando l’importanza della fede nella formazione di cittadini maturi e responsabili.

Ai numerosi adolescenti e giovani, che mi hanno accolto con simpatia ed entusiasmo,
ho proposto di non perseguire obiettivi limitati, accontentandosi di scelte comode, ma di puntare a qualcosa di più grande, vale a dire la ricerca della vera felicità, che si trova soltanto in Dio.

Nel
successivo appuntamento con i responsabili delle altre religioni maggiormente rappresentate nel Regno Unito, ho richiamato l’ineludibile necessità di un dialogo sincero, che ha bisogno del rispetto del principio di reciprocità perché sia pienamente fruttuoso. Al tempo stesso, ho evidenziato la ricerca del sacro come terreno comune a tutte le religioni sul quale rinsaldare amicizia, fiducia e collaborazione.

La
visita fraterna all’Arcivescovo di Canterbury è stata l’occasione per ribadire il comune impegno di testimoniare il messaggio cristiano che lega Cattolici e Anglicani.

E’ seguito uno dei momenti più significativi del viaggio apostolico:
l’incontro nel grande salone del Parlamento britannico con personalità istituzionali, politiche, diplomatiche, accademiche, religiose, esponenti del mondo culturale e imprenditoriale.

In quel luogo così prestigioso ho sottolineato che la religione, per i legislatori, non deve rappresentare un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al cammino storico e al dibattito pubblico della nazione, in particolare nel richiamare l’importanza essenziale del fondamento etico per le scelte nei vari settori della vita sociale.

In quel medesimo clima solenne, mi sono poi recato nell’Abbazia di Westminster: per la prima volta un Successore di Pietro è entrato nel luogo di culto simbolo delle antichissime radici cristiane del Paese.

La recita della preghiera dei Vespri, insieme alle diverse comunità cristiane del Regno Unito, ha rappresentato un momento importante nei rapporti tra la Comunità cattolica e la Comunione anglicana. Quando insieme abbiamo venerato la tomba di sant’Edoardo il confessore, mentre il coro cantava: "Congregavit nos in unum Christi amor", abbiamo tutti lodato Dio, che ci conduce sulla via della piena unità.

Nella mattinata di sabato, l’appuntamento con il Primo Ministro ha aperto la serie di incontri con i maggiori esponenti del mondo politico britannico.

E’ seguita la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Westminster, dedicata al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore.

E’ stato uno straordinario momento di fede e di preghiera – che ha anche evidenziato la ricca e preziosa tradizione di musica liturgica "romana" e "inglese" - a cui hanno preso parte le diverse componenti ecclesiali, spiritualmente unite alle schiere di credenti della lunga storia cristiana di quella terra. Grande è la mia gioia per aver incontrato un gran numero di giovani che partecipavano alla Santa Messa dall’esterno della Cattedrale. Con la loro presenza carica di entusiasmo ed insieme attenta e trepida, essi hanno dimostrato di voler essere i protagonisti di una nuova stagione di coraggiosa testimonianza, di fattiva solidarietà, di generoso impegno a servizio del Vangelo.

Nella Nunziatura Apostolica
ho incontrato alcune vittime di abusi da parte di esponenti del Clero e dei religiosi. E’ stato un momento intenso di commozione e di preghiera.

Poco dopo,
ho incontrato anche un gruppo di professionisti e volontari responsabili della protezione dei ragazzi e dei giovani negli ambienti ecclesiali, un aspetto particolarmente importante e presente nell’impegno pastorale della Chiesa.

Li ho ringraziati e incoraggiati a continuare il loro lavoro, che si inserisce nella lunga tradizione della Chiesa di cura per il rispetto, l’educazione e la formazione delle nuove generazioni.

Sempre a Londra
ho visitato poi la casa di riposo per anziani gestita dalle Piccole Sorelle dei Poveri con il prezioso apporto di numerose infermiere e volontari. Questa struttura di accoglienza è segno della grande considerazione che la Chiesa ha sempre avuto per l’anziano, come pure espressione dell’impegno dei cattolici britannici nel rispetto della vita senza tenere conto dell’età o delle condizioni.

Come dicevo, il culmine della mia visita nel Regno Unito è stata la beatificazione del Cardinale John Henry Newman, illustre figlio dell’Inghilterra.

Essa è stata preceduta e preparata da una speciale
veglia di preghiera svoltasi sabato sera a Londra, in Hyde Park, in un’atmosfera di profondo raccoglimento. Alla moltitudine di fedeli, specialmente giovani, ho voluto riproporre la luminosa figura del Cardinale Newman, intellettuale e credente, il cui messaggio spirituale si può sintetizzare nella testimonianza che la via della coscienza non è chiusura nel proprio "io", ma è apertura, conversione e obbedienza a Colui che è Via, Verità e Vita.

Il rito di beatificazione ha avuto luogo a Birmingham, nel corso della solenne
Celebrazione eucaristica domenicale, alla presenza di una vasta folla proveniente dall’intera Gran Bretagna e dall’Irlanda, con rappresentanze di molti altri Paesi. Questo toccante evento ha portato ancor più alla ribalta uno studioso di grande levatura, un insigne scrittore e poeta, un sapiente uomo di Dio, il cui pensiero ha illuminato molte coscienze e ancora oggi esercita un fascino straordinario. A lui, in particolare, si ispirino i credenti e le comunità ecclesiali del Regno Unito, perché anche ai nostri giorni quella nobile terra continui a produrre frutti abbondanti di vita evangelica.

L’incontro con la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles e con quella della Scozia, ha concluso una giornata di grande festa e di intensa comunione di cuori per la Comunità cattolica in Gran Bretagna.

Cari fratelli e sorelle, in questa mia Visita nel Regno Unito, come sempre ho voluto sostenere in primo luogo la Comunità cattolica, incoraggiandola a lavorare strenuamente per difendere le immutabili verità morali che, riprese, illuminate e confermate dal Vangelo, stanno alla base di una società veramente umana, giusta e libera.

Ho inteso anche parlare al cuore tutti gli abitanti del Regno Unito, nessuno escluso, della realtà vera dell’uomo, dei suoi bisogni più profondi, del suo destino ultimo.

Nel rivolgermi ai cittadini di quel Paese, crocevia della cultura e dell’economia mondiale, ho tenuto presente l’intero Occidente, dialogando con le ragioni di questa civiltà e comunicando l’intramontabile novità del Vangelo, di cui essa è impregnata.

Questo viaggio apostolico ha confermato in me una profonda convinzione: le antiche nazioni dell'Europa hanno un'anima cristiana, che costituisce un tutt’uno col "genio" e la storia dei rispettivi popoli, e la Chiesa non cessa di lavorare per mantenere continuamente desta questa tradizione spirituale e culturale.

Il beato John Henry Newman, la cui figura e cui scritti conservano ancora una formidabile attualità, merita di essere conosciuto da tutti. Egli sostenga i propositi e gli sforzi dei cristiani per "diffondere ovunque il profumo di Cristo, affinché tutta la loro vita sia soltanto un’irradiazione della sua", come scriveva sapientemente nel suo libro Irradiare Cristo.

APPELLO DEL SANTO PADRE

In questa settimana si svolge a Vienna la riunione plenaria della Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme. Il tema della fase attuale di studio è il ruolo del Vescovo di Roma nella comunione della Chiesa universale, con particolare riferimento al primo millennio della storia cristiana. L’obbedienza alla volontà del Signore Gesù, e la considerazione delle grandi sfide che oggi si presentano al cristianesimo, ci obbligano ad impegnarci seriamente nella causa del ristabilimento della piena comunione tra le Chiese. Esorto tutti a pregare intensamente per i lavori della Commissione e per un continuo sviluppo e consolidamento della pace e concordia tra i battezzati, affinché possiamo dare al mondo una testimonianza evangelica sempre più autentica.


                                       Pope Benedict XVI arrives at Rome's Ciampino military airport on September 19, 2010 after a four-day pilgrimage to Britain.
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