a dieci anni dal film The Passion le polemiche ancora ardono....

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Caterina63
00giovedì 3 aprile 2014 15:24





A dieci anni dal film The Passion 

Gesù il Cristo colpevole di tanta Passione!

 

Nella Settimana Santa di dieci anni orsono, quella del 2004, usciva il film The Passion, La Passione di Cristo, fra mille polemiche che, in verità, non si sono mai assopite del tutto.

Il regista Mel Gibson, pur con tutti i suoi difetti, aveva voluto solamente offrire al grande "pubblico" non una biografia di Gesù Cristo come se ne erano viste tante e diverse dagli anni Sessanta (1), ma esprimere una riproduzione fedele dei fatti narrati dai Vangeli, a tal punto fedele al fatto storico da non voler inserire alcun altro dialogo di quello che non fosse riportato dalla Scrittura e dalle Visioni della Beata Caterina Emmerick, nessun dialogo se non quello inerente ai fatti storici usando persino le lingue di quel tempo quali l'aramaico, il latino, l'ebraico.

 

In una accesa discussione si è sentito un sacerdote schernire il film con questa affermazione: "San Mel Gibson, ora pro nobis. Un film di una noia insopportabile, è come se la vita di Gesù fosse solo la passione. Ma se si continua a considerare rivelazione la Emmerick e non i Vangeli questi sono i frutti..."(2)

Il problema è che al di là delle Visioni della Beata Emmerick (mai smentite o condannate dalla Chiesa e per giunta pure beatificata da un Pontefice a breve canonizzato), e al di la del fatto che senza dubbio i sottotitoli scorrevoli nel film, impegnano la persona ad una attenzione assai diversa di quella che si può gestire durante un film d'azione, o seguendo un giallo o una storia d'amore, questo film è al di fuori di ogni etichetta hollywoodiana, al di fuori dei grandi Colossal.  E' piuttosto una storia d'amore, questa, al di fuori di ogni "politica corretta" perchè l'amore non è dipinto fra albe e tramonti, fra un bacio e le parole verbose del "ti amo fino a che dura" o di una carezza delle interminabili e davvero noiose telenovelas, fra un "Via col vento" o peggio, uno stuzzicare colui che guarda attraverso scene hard...

Qui ci troviamo davanti a quell'Amore inaccettabile che vede un Padre mandare il proprio Figlio al "macello", come dice Isaia, a morire sulla Croce.

Inaudito!

Questo sacerdote dovrebbe spiegarci come è possibile che un Ministro di questo Dio così "pazzo di questo Amore sublime", si "annoia" nel rileggere e rileggere la Passione di Cristo, ci chiediamo che razza di Messa celebra visto che è sempre ripetitiva, e ci chiediamo come tradurrebbe Isaia cap. 53 e come potrebbe mai sopportare espressioni del tipo:

" Disprezzato e reietto dagli uomini,

uomo dei dolori che ben conosce il patire,

come uno davanti al quale ci si copre la faccia...

(..) Maltrattato, si lasciò umiliare

e non aprì la sua bocca;

era come agnello condotto al macello,

come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,

e non aprì la sua bocca."

... e già, una vera noia!! e che questo lo dica un laico, passi, ma che lo dica un sacerdote è davvero inaccettabile e non per difendere il film di Gibson, quanto per difendere la realtà e la verità contenuta nei fatti narrati nel film. Siamo certi che il sacerdote ci risponderebbe: "avete capito male, io mi riferivo al film e non certo a quello che è narrato dai Vangeli!", ma perchè, cosa è narrato nei Vangeli della Passione che il film non ha riportato o che avrebbe falsificato?

Ci troviamo ancora una volta di fronte ad un Cristo colpevole di aver osato di parlare d'amore, anzi di aver testimoniato l'amore non attraverso baci e carezze, ma attraverso la Passione e la morte. Una morte vergognosa, nudo, con le carni squarciate dalla flagellazione, dalle cadute sotto la Croce durante la camminata sul Calvario sotto il peso dei nostri peccati - non dimentichiamolo mai - per raggiungere il luogo della crocifissione: "Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca, come agnello condotto al macello"...

... e già, una vera noia... mortale!! una noia mortale... insopportabile! e qui non c'entra affatto il film perchè il sacerdote specifica: "è come se la vita di Gesù fosse solo la passione"

Bè, ci perdonerà questo sacerdote, e chi la pensa come lui, se è stato Nostro Signore Gesù Cristo ad affermare che: «Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità» (Gv 18,37).

«Per questo sono venuto nel mondo». Per che cosa era venuto nel mondo? e a fare che?

Quando Gesù pronuncia queste parole ci troviamo davanti alla scena della Sua condanna a morte. Pilato ha capito che Gesù era innocente e lo dice per ben tre volte, ma non lo ascoltano, vogliono Gesù morto!

Pilato cerca di liberarlo, Gli prospetta il suo potere attraverso il quale egli avrebbe potuto liberare Gesù in nome di Cesare, ma Gesù gli risponde rivelandogli un potere decisamente assai più grande dal quale dipende persino il potere di Cesare. Davanti a queste asserzioni Pilato cede, Gesù non ha alcuna intenzione di difendersi, nè sembra preoccupato a voler cambiare il proprio destino di morte, allora Pilato si lava le mani cedendo al compromesso che possa soddisfare le parti contendenti: il Sinedrio e il potere di Cesare.

E non solo di Cesare o del Sinedrio perchè nel piazzale antistante al Pretorio c'eravamo anche noi quel giorno quando Pilato, dopo essersi lavato le mani, fa ricadere sulla nostra decisione che fine debba fare il Cristo; ed offre alla folla di scegliere fra Gesù e Barabba: scegliere fra la Verità e la menzogna (Lc.23,18).

Certo che la vita di Gesù Cristo non è stata e non è solo la Passione dal momento che  c'è stata anche la Risurrezione (cfr.1Cor.15,13-14), ma senza dubbio è questa Passione e morte, con la Risurrezione ad essere il cuore pulsante di tutta la Scrittura, persino nella Chiesa la Liturgia con il culto Eucaristico è il cuore-motore di tutta la sua vita presente, passata e futura e persino della Chiesa già trionfante in Cielo, si pensi solo al fatto che per acquistare una indulgenza per le Anime del Purgatorio è inderogabile la Messa, il Sacrificio perfetto per la loro e nostra beatitudine; e non è forse l'Eucaristia quel dolce Viatico per accompagnare il moribondo nell'altra vita?

" Gli Apostoli che presero parte all'Ultima Cena capirono il significato delle parole uscite dalle labbra di Cristo? Forse no. Quelle parole si sarebbero chiarite pienamente soltanto al termine del Triduum sacrum, del periodo cioè che va dalla sera del Giovedì fino alla mattina della Domenica. In quei giorni si inscrive il mysterium paschale; in essi si inscrive anche il mysterium eucharisticum..." (3)

Sì caro Sacerdote, il cuore della vita di Gesù Cristo è stata solo la Passione!

La stessa Incarnazione divina non è stata forse la prima umiliazione di Dio, la Sua prima Passione? Si è incarnato per fare che cosa, una gita, una scampagnata sulla terra?

La strada che Gesù intraprende per salvare (= per regnare) non si pone forse in contrasto con ogni più ragionevole attesa perché Egli sceglie non la forza e la ricchezza, ma la debolezza e la povertà, l'ingiustizia e la Croce? E vertice della liturgia della Parola nella Domenica delle Palme non è forse  la lettura della Passione?

" Proprio in questo misterioso scandalo di umiliazione, di sofferenza, di abbandono totale si compie il disegno salvifico di Dio. Nell’impatto con la croce la fede vacilla: il peso di una forca schiaccia il Giusto per eccellenza e sembra dar ragione alla potenza dell’ingiustizia, della violenza e della malvagità. Sale inquietante la domanda del «perché» di questo cumulo insopportabile di sofferenza e di dolore che investe Gesù, il Crocifisso, e con lui tutti i crocifissi della storia. Sulla croce muoiono tutte le false immagini di Dio che la mente umana ha partorito e che noi, forse, continuiamo inconsciamente ad alimentare. Dov’è l’onnipotenza di Dio, la sua perfezione, la sua giustizia? Perché Dio non interviene in certe situazioni intollerabili?" (4)

Se per chiarire questo dubbio o questa affermazione di un prete: " Un film di una noia insopportabile, è come se la vita di Gesù fosse solo la passione..." era necessario fare una disputa con e sul film di Mel Gibson, ed offrire a noi una sana apologetica, allora questo film ha già vinto l'Oscar più eccelso che ci sia, quello della Verità!

A noi non interessa discutere sugli effetti sonori o cinematografici, sugli attori o sul regista, ma ci interessa capire che cosa è stata questa Passione, fino a che punto ne siamo coinvolti o ci coinvolge, che cosa dice a noi, oggi questa, e non altra, Passione.

 

Gesù il Cristo colpevole di essere Dio! O se preferite: La “colpa” di Gesù Cristo? Quella di essere il vero Dio...

La disputa che anima il mondo da duemila anni a questa parte è sempre la stessa, non è cambiata. Sempre più spesso ci sentiamo dire: "ma i tempi sono cambiati, le situazioni sono cambiate..." asserendo così che è il Vangelo a dover essere cambiato, e lo stanno facendo! (5)

Certo, la mentalità è diversa e cambia, ma la parola di Dio no! e neppure i fatti che si sono svolti.

Non possiamo adattare la Bibbia alla mentalità ciclica e generazionale di ogni epoca, è esattamente il contrario, è ogni tempo che deve adattarsi alla Parola di Dio, Lui è Ieri, oggi e sempre, è Lui che ci rende davvero moderni con la sua Parola che è sempre nuova; nuova però perchè dobbiamo conoscerla e non perchè dobbiamo cambiarla.

Così la Passione del Cristo è sempre la stessa e quel sacerdote non ripete forse ogni giorno le medesime parole nella Liturgia o nel Breviario, o nel Rosario?

Forse è per questo che molti sacerdoti non pregano più, non recitano il Breviario e il Rosario?

Alzino la mano quanti di noi laici troviamo oggi i nostri sacerdoti in ginocchio davanti all'Eucaristia a pregare!

E del resto da questa noia ci aveva messi in guardia San Paolo: "Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero" (2Tim.4,3-5)

 

Di tutto ciò siamo confermati dai Santi, dalle parole di Sant'Alfonso M. de Liguori:

 

"L'amante dell'anime, il nostro amantissimo Redentore, dichiarò che non ebbe altro fine in venire in terra a farsi uomo, che di accendere fuoco di santo amore nei cuori degli uomini: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso (Lc 12, 49). Ed oh che belle fiamme di carità ha egli accese in tante anime, specialmente colle pene che elesse di patir nella sua morte, affin di dimostrarci l'amore immenso che per noi conserva! Oh quanti cuori felici, nelle piaghe di Gesù, come in tante fornaci d'amore, si sono talmente infiammati ad amarlo che non hanno ricusato di consacrargli i beni, la vita e tutti se stessi, superando con gran coraggio tutte le difficoltà che loro si attraversavano nell'osservanza della divina legge, per amore di quel Signore che, essendo Dio, volle tanto soffrire per loro amore! Questo fu appunto il consiglio che ci diè l'Apostolo per non mancare, e per correre speditamente nella via del cielo: Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sè una così grande ostilità da parte dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo (Eb 12, 3).

Perciò l'innamorato S. Agostino, stando a vista di Gesù impiagato sulla croce, così dolcemente pregava: Scrivi, o mio amantissimo Salvatore, scrivi sopra il mio cuore le tue piaghe, acciocché in quelle io legga sempre il vostro dolore e il vostro amore; sì, perché avendo avanti gli occhi miei il gran dolore che voi, mio Dio, soffriste per me, io soffrirò con pace tutte le pene che mai mi occorrerà di patire; ed a vista del vostro amore, che mi avete dichiarato sulla croce, io non amerò nè potrò amare altri che voi.

E da che mai i santi han preso animo e fortezza a soffrire i tormenti, i martiri e le morti, se non dalle pene di Gesù crocifisso?..."

 

e ancora:

"Un giorno S. Tommaso d'Aquino visitando S. Bonaventura gli dimandò di qual libro più si fosse servito per registrar tante belle dottrine che egli avea scritte. S. Bonaventura gli dimostrò l'immagine del Crocifisso, tutta annerita per tanti baci che l'avea dati, dicendo: « Ecco il mio libro, da cui ricavo tutto ciò che scrivo; egli mi ha insegnato tutto quel poco che ho saputo ».

Tutti i santi in somma hanno appresa l'arte d'amare Dio dallo studio del Crocifisso.... (..) Cristo ci ha riscattato dalla maledizione della legge, diventando egli stesso maledizione per noi come sta scritto: maledetto chi pende dal legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti (Gal 3, 13-14). Qui dice S. Ambrogio: Si è fatto lui maledetto sulla croce, affinché tu fossi benedetto nel Regno di Dio."

 

e ancora:

"... dice San Giovanni Crisostomo che bastava sì una preghiera di Gesù per redimerci, ma non bastava per dimostrarci l'amore che questo Dio ci porta: Ciò che bastava per la Redenzione non bastava per l'amore. E lo conferma S. Tommaso dicendo: Cristo, patendo per amore, offrì a Dio più di quanto esigesse la riparazione dell'offesa fatta dal genere umano. Perché Gesù ci amava assai, voleva assai esser amato da noi; e perciò fece quanto potè anche col patire per conciliarsi il nostro amore e per farci intendere che esso non avea quasi più che fare per farsi amare da noi. Dice S. Bernardo, Egli prese molto a patire per molto obbligare l'uomo ad amarlo..."(6)

 

E così ai giorni nostri:

"Dio avrebbe potuto liberare l'uomo dal peccato e dalle sue nefaste conseguenze, la più terribile delle quali è la dannazione eterna, con un semplice condono, con un suo semplicissimo atto di perdono. Infatti sarebbe stata sufficiente la pura onnipotenza divina per redimere l'uomo. Dio avrebbe potuto benissimo perdonare l'uomo e riconciliarlo a sè senza pretendere alcuna soddisfazione, ma richiedendogli soltanto la conversione del cuore. Di fatto però, Dio ha scelto un altro modo per riconciliare a sè l'uomo: ha voluto la passione di Cristo... Giustificati per il Suo Sangue, saremo salvati per mezzo di Lui. In questo modo l'amore e la giustizia di Dio, la misericordia e la giusta riparazione del peccato trionfano insieme perchè Cristo trova la sua glorificazione nello stesso mistero della Pasqua..." (7)

 

 

La colpa di Gesù e per la quale fu decretata la Sua morte era proprio questo Amore di Dio!

Ma Gesù lo sapeva e per questo è venuto nel mondo!

In questo senso Egli è andato "controcorrente": a chi si attendeva un Cristo, il Messia, vendicatore dei regimi totalitari, sconquassatore di poteri mondani, ideatore di sperduti paradisi terrestri e pacifista, ecologista o compagnone, e quant'altro di più aberrante che la fantasia umana è stata capace di escogitare per fuggire dal Calvario, a chi si attende ancora oggi questo Cristo fantasioso, non potrà che rimanere deluso dal film di Gibson, ma anche dai Vangeli veri, dalle parole di Isaia, dalle meditazioni dei Santi.

Il vero Messia "è di scandalo" come dice San Paolo, perchè ha portato alla cruda realtà della Croce. Tutto il cuore del suo messaggio è in questo sconfinato Amore che è possibile scorgere solo sul Calvario, solo "guardando al Crocefisso".

Certo tutto il Vangelo con le sue parabole, con i suoi aforismi, con i miracoli e prodigi, aiutano a conoscere il Cristo la cui identità però è svelata paradossalmente sotto i veli del Mistero Eucaristico al quale si accede solo attraverso il mistero della Croce.

Non c'è altra via!

 

Il film di Mel Gibson ha avuto il merito di riportare i fatti della Passione alla loro nuda e cruda realtà storica e teologica, e non stupisce il perchè non sia piaciuto specialmente agli Ebrei ma anche a molti Cristiani che hanno abbracciato da tempo  l'immagine del Cristo compagnone, pacifista, hippy, ecologista...

 

L'attore Jim Caviezel ha spiegato in una recente intervista del 2011 che dopo aver interpretato Gesù nel film La Passione di Cristo di Mel Gibson, la sua carriera è andata “distrutta”, ma, ha aggiunto, che non se ne pente.

Parlando al Daily Mail, Caviezel, 42 anni, spiega come dopo aver interpretato Cristo nel famoso film, in cui tra l’altro è stato colpito da un fulmine durante le riprese e si è slogato una spalla in una scena della crocifissione, le porte di Hollywood si sono chiuse una dopo l'altra: “Sono stato rifiutato da molti nel mio ambiente” ha dichiarato, così come è accaduto per Mel Gibson.

 

Il mondo non ama il vero Cristo: " Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; ... Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.... Chi odia me, odia anche il Padre mio... Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione" (Gv.5,18-25)

 

Ad un gruppo di fedeli in una chiesa di Orlando, in Florida, dove è arrivato per promuovere un audio libro sulla Bibbia, Caviezel, che si è dichiarato cattolico, ha detto che era consapevole del fatto che questa discriminazione sarebbe potuta accadere ma non si pente di aver interpretato Cristo. Mel Gibson, regista del film, lo aveva anche avvertito delle possibili conseguenze negative per la sua carriera se avesse accettato il ruolo.

“Mel mi disse, «Non troverai mai lavoro in questa città (Hollywood)» al che gli risposi: «Dobbiamo tutti abbracciare le nostre croci». Gesù è combattuto oggi come lo fu all’epoca. Le cose non sono cambiate molto in duemila anni” ha detto.

Riguardo a Mel Gibson, Jim Caviezel ha anche affermato che “si tratta certo di un grande peccatore, ma non ha bisogno di giudizi quanto di preghiere”.

L'attore ha anche detto che la Fede lo guida personalmente e professionalmente. Per questo pensa che non sia stato un caso che “all'età di 33 anni mi è stato chiesto di interpretare Gesù” ed ha anche scherzato sul fatto che le sue iniziali (JC) sono le stesse di quelle di Gesù Cristo.

Nel marzo del 2004, Jim Caviezel è stato ricevuto dal beato Papa Giovanni Paolo II con il quale ha potuto parlare per una decina di minuti insieme a sua moglie e i figli con i quali dice in famiglia il Rosario, ed ai suoi genitori. Qualche tempo prima, l'attore aveva rilasciato un’interessante intervista ad Aci Prensa in cui spiegava meglio come il fatto di interpretare Gesù abbia trasformato la sua vita e notevolmente rafforzato la sua fede. In quell'occasione ha pure dichiarato: “Questa esperienza mi ha buttato nelle braccia di Dio”(8)

 

Noi vogliamo terminare il ricordo di questo anniversario e ringraziare Mel Gibson attraverso le parole di Sant'Alfonso M. de Liguori le quali non solo confermano la promozione di questo film, ma ci donano le corrette coordinate per vederlo e meditarlo nel modo giusto.

 

"E volle dire l'Apostolo che non tanto ciò che ha patito Gesù Cristo, quanto l'amore che ci ha dimostrato nel patire per noi, ci obbliga e quasi ci costringe ad amarlo. Udiamo quel che dice S. Francesco di Sales su del testo citato: «Sapendo noi che Gesù, vero Dio, ci ha amati sino a soffrire per noi la morte e morte di croce, non è questo un avere i nostri cuori sotto d'un torchio, e sentirlo stringere per forza, e spremerne l'amore per una violenza ch'è tanto più forte quanto è più amabile?»

Indi soggiunge: «Ah, perchè non ci gettiamo dunque sovra di Gesù crocifisso, per morire sulla croce con colui che ha voluto morirvi per amore di noi? Io lo terrò, dovressimo dire, e non l'abbandonerò giammai; morirò con lui, ed abbrucerò nelle fiamme del suo amore. Uno stesso fuoco consumerà questo divin Creatore e la sua miserabile creatura. Il mio Gesù si dà tutto a me ed io mi do tutto a lui. Io viverò e morirò sul suo petto; nè la morte nè la vita mi separeranno mai da lui. O Amore eterno, l'anima mia vi cerca e vi elegge eternamente. Deh venite, Spirito Santo, ed infiammate i nostri cuori colla vostra dilezione. O amare o morire. Morire ad ogni altro amore, per vivere a quello di Gesù. O Salvatore dell'anime nostre, fate che cantiamo eternamente: Viva Gesù che amo; amo Gesù che vive ne' secoli de' secoli».

 

Era tanto l'amore che Gesù Cristo portava agli uomini, che gli facea desiderare l'ora della sua morte, per dimostrar loro l'affetto che per essi serbava; onde andava in sua vita dicendo: Baptismo... habeo baptizari, et quomodo coarctor usque dum perficiatur? (Luc. XII, 50). Io ho da essere battezzato col mio medesimo sangue, ed oh come mi sento stringere dal desiderio che presto venga l'ora della mia Passione, affinchè presto con ciò l'uomo conosca l'amore che gli porto! E perciò S. Giovanni, parlando di quella notte in cui Gesù diè principio alla sua Passione, scrive: Sciens Iesus quia venit hora eius ut transeat ex hoc mundo ad Patrem, cum dilexisset suos... in finem dilexit eos (Io. XIII, 1). Chiamava il Redentore quell'ora, ora sua — hora eius —, perchè il tempo della sua morte era il tempo da lui desiderato: mentre allora volea dare agli uomini l'ultima prova del suo amore, morendo per essi in una croce, consumato da' dolori...." (9)

 

Sia lodato Gesù Cristo.

Sempre sia lodato.

 

Note

1) leggere qui sulla questione cinematografica e l'identità del Cristo: Voi chi dite che io sia?

2) ci riferiamo ad un vecchio articolo che troverete in questo link: La “colpa” di Gesù Cristo? Quella di essere il vero Dio

3) Giovanni Paolo II enciclica Ecclesia de Eucharistia (17 aprile 2003)

4) Messale Romano Liturgia della Domenica delle Palme Anno C

5) Quello che Gesù avrebbe dovuto dire....

6) Meditazioni sulla Passione di Sant'Alfonso M. de Liguori. Testo che troverete scaricabile nella nostra area Download

7) Fr.Louis Chardon O.P. "Meditazioni sulla Passione di Gesù"

8) D.C. Washington, 05 maggio. 11 / 01:31 (ACI)

9) Sant'Alfonso M. de Liguori Pratica per amare Gesù, trovate il file scaricabile nella nostra area Download

 
CLICCA QUI PER VEDERE L'ALBUM DI FOTO E I VIDEO SUL FILM THE PASSION



   


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