s. GIUSTINO martire: brani scelti

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°Teofilo°
00giovedì 30 luglio 2009 23:32

L'Eucaristia

 LXV. - 1. Noi allora, dopo aver così lavato chi è divenuto credente e ha aderito, lo conduciamo presso quelli che chiamiamo fratelli, dove essi si trovano radunati, per pregare insieme fervidamente, sia per noi stessi, sia per l'illuminato, sia per tutti gli altri, dovunque si trovino, affinché, appresa la verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la salvezza eterna.

2. Finite le preghiere, ci salutiamo l'un l'altro con un bacio.

3. Poi al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d'acqua e di vino temperato; egli li prende ed innalza lode e gloria al Padre dell'universo nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie per essere stati fatti degni da Lui di questi doni.

4. Quando egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: "Amen". La parola "Amen" in lingua ebraica significa "sia".

5. Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane, il vino e l'acqua consacrati e ne portano agli assenti.



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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 15/09/2002 17.26

E' carne e sangue di quel Gesù incarnato

 LXVI. - 1. Questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il lavacro per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e vive così come Cristo ha insegnato.

2. Infatti noi li prendiamo non come pane comune e bevanda comune; ma come Gesù Cristo, il nostro Salvatore incarnatosi, per la parola di Dio, prese carne e sangue per la nostra salvezza, così abbiamo appreso che anche quel nutrimento, consacrato con la preghiera che contiene la parola di Lui stesso e di cui si nutrono il nostro sangue e la nostra carne per trasformazione, è carne e sangue di quel Gesù incarnato.

3. Infatti gli Apostoli, nelle loro memorie chiamate vangeli, tramandarono che fu loro lasciato questo comando da Gesù, il quale prese il pane e rese grazie dicendo: "Fate questo in memoria di me, questo è il mio corpo". E parimenti, preso il calice e rese grazie disse: "Questo è il mio sangue"; e ne distribuì soltanto a loro.

4. I malvagi demoni per imitazione, dissero che tutto ciò avveniva anche nei misteri di Mitra. Infatti voi già sapete, o potete apprendere, come nei riti di iniziazione si introducano un pane ed una coppa d'acqua, mentre si pronunciano alcune formule.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 15/09/2002 17.28

Gli uomini vissuti prima di Cristo

XLVI. - 1. Affinché nessuno, sragionando, cerchi di distorcere i nostri insegnamenti - poiché affermiamo che Cristo è nato centocinquant'anni fa sotto Cirino, e ci insegnò quello che noi diciamo, qualche tempo dopo, sotto Ponzio Pilato - e obietti che tutti gli uomini che vissero prima sarebbero irresponsabili, noi preverremo e scioglieremo questa difficoltà.

2. Ci è stato insegnato che Cristo è il primogenito di Dio, ed abbiamo già dimostrato che Egli è il Logos di cui fu partecipe tutto il genere umano.

3. E coloro che vissero secondo il Logos sono cristiani, anche se furono giudicati atei, come, tra i Greci, Socrate ed Eraclito ed altri come loro; tra i barbari, Abramo ed Anania ed Azaria e Misaele ed altri molti, l'elenco delle cui opere e dei cui nomi ora tralasciamo, sapendo che è troppo lungo.

4. Cosicché anche quelli che erano nati prima ed erano vissuti non secondo il Logos, furono malvagi e nemici di Cristo ed uccisori di quanti vivevano secondo il Logos. Quanti invece sono vissuti e vivono secondo il Logos, sono cristiani, ed impavidi ed imperturbabili.

5. Per quale causa, poi, per virtù del Logos, secondo il volere di Dio, Padre e Signore di ogni cosa, sia stato concepito da una vergine un uomo, e sia stato chiamato Cristo, e, crocifisso e morto, sia resuscitato ed asceso al cielo, chiunque sia dotato di intelligenza potrà comprenderlo da quanto è stato detto.

6. Noi pertanto, poiché per ora tale argomento non è necessario alla nostra dimostrazione, passeremo alle dimostrazioni che urgono in questo momento.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 15/09/2002 17.29

Nel giorno chiamato "del Sole"

LXVII. - 1. Da allora noi ci ricordiamo a vicenda questo fatto. E quelli che possiedono, aiutano tutti i bisognosi e siamo sempre uniti gli uni con gli altri.

2. Per tutti i beni che riceviamo ringraziamo il creatore dell'universo per il Suo Figlio e lo Spirito Santo.

3. E nel giorno chiamato "del Sole" ci si raduna tutti insieme, abitanti delle città o delle campagne, e si leggono le memorie degli Apostoli o gli scritti dei Profeti, finché il tempo consente.

4. Poi, quando il lettore ha terminato, il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi.

5. Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere; e, come abbiamo detto, terminata la preghiera, vengono portati pane, vino ed acqua, ed il preposto, nello stesso modo, secondo le sue capacità, innalza preghiere e rendimenti di grazie, ed il popolo acclama dicendo: "Amen". Si fa quindi la spartizione e la distribuzione a ciascuno degli alimenti consacrati, ed attraverso i diaconi se ne manda agli assenti.

6. I facoltosi, e quelli che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò che si raccoglie viene depositato presso il preposto. Questi soccorre gli orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa, e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma, si prende cura di chiunque sia nel bisogno.

7. Ci raccogliamo tutti insieme nel giorno del Sole, poiché questo è il primo giorno nel quale Dio, trasformate le tenebre e la materia, creò il mondo; sempre in questo giorno Gesù Cristo, il nostro Salvatore, risuscitò dai morti. Infatti Lo crocifissero la vigilia del giorno di Saturno, ed il giorno dopo quello di Saturno, che è il giorno del Sole, apparve ai suoi Apostoli e discepoli, ed insegna proprio queste dottrine che abbiamo presentato anche a voi perché le esaminiate.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 15/09/2002 17.30

Come Platone ha attinto dai Profeti

LIX. - 1. Affinché sappiate anche che Platone ha attinto dai nostri maestri - intendiamo dire dalle parole dei Profeti - l'affermazione secondo cui Dio, trattando la materia amorfa, fece il mondo, ascoltate le precise parole di Mosè, che già abbiamo mostrato essere il primo Profeta e più antico degli scrittori greci:

2. per mezzo di lui lo Spirito Profetico, rivelando in quale modo, al principio, e da quali elementi Dio abbia creato il mondo, disse così: "In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era invisibile ed informe, e tenebra sull'abisso; e lo Spirito di Dio si librava sulle acque. E Dio disse - Sia la luce - e così fu".

3. È così che Platone, con quanti la pensano come lui, ed anche noi stessi, abbiamo appreso che tutto il cosmo è opera del Logos di Dio con gli elementi prima indicati da Mosè: e voi potete persuadervene.

4. Sappiamo che anche quello che i poeti chiamano Erebo è già stato nominato prima da Mosè.

LX. - 1. L'affermazione contenuta nel Timeo di Platone a proposito della natura del Figlio di Dio, quando dice: "Lo dispose nell'universo a forma di X", è stata anch'essa attinta da Mosè.

2. Infatti nei libri di Mosè sta scritto che in quel tempo, quando gli Israeliti uscirono dall'Egitto e si trovarono nel deserto, si fecero loro incontro animali velenosi, vipere, aspidi ed ogni sorta di serpenti che uccidevano il popolo; e che, per ispirazione e per opera di Dio, Mosè prese del bronzo, gli diede forma di croce, lo pose sul santo tabernacolo e disse al popolo: "Se guardate a questa figura ed avete fede in essa sarete salvati".

3. Scrisse che, fatto ciò, i serpenti morirono e tramandò che il popolo sfuggì così alla morte.

4. Platone, letto questo, non capendo esattamente e non comprendendo che il segno era quello della croce, ma pensando a una X, affermò che la Virtù, che viene seconda dopo il Dio principio primo, è disposta a forma di X nell'universo.

5. Quanto al fatto che parli di un terzo principio, si spiega così: egli - come abbiamo detto prima - lesse scritto in Mosè che lo Spirito di Dio si librava sopra le acque. I1 secondo posto lo assegna al Logos di Dio, che dice essere disposto a forma di X nell'universo, ed il terzo allo Spirito di cui è detto che si muoveva sopra le acque. Infatti dice: "Le terze cose intorno al terzo".

6. Ascoltate ora come lo Spirito Profetico abbia preannunziato attraverso Mosè la conflagrazione. Ecco le sue parole: "Scenderà un fuoco eterno e divorerà fino al fondo dell'abisso".

7. Non siamo noi pertanto a professare dottrine eguali ad altri, ma tutti gli altri ad imitare e ripetere le nostre.

8. Presso di noi si possono ascoltare ed apprendere da chi neppure conosce il carattere dell'alfabeto, ignoranti e barbari di linguaggio, ma sapienti e fedeli di mente, alcuni persino infermi e privi della vista: dal che si può capire che questo avviene non per sapienza umana, ma per potenza di Dio.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 15/09/2002 17.31

Il battesimo

LXI. - 1. Esporremo in quale modo ci siamo consacrati a Dio, rinnovati da Cristo, affinché non sembri che, tralasciando questa parte, viziamo in qualche modo la nostra esposizione.

2. A quanti siano persuasi e credano che sono veri gli insegnamenti da noi esposti, e promettano di saper vivere coerentemente con questi, si insegna a pregare ed a chiedere a Dio, digiunando, la remissione dei peccati, mentre noi preghiamo e digiuniamo insieme con loro.

3. Poi vengono condotti da noi dove c'è l'acqua, e vengono rigenerati nello stesso modo in cui fummo rigenerati anche noi: allora infatti fanno il lavacro nell'acqua, nel nome di Dio, Padre e Signore dell'universo, di Gesù Cristo nostro salvatore e dello Spirito Santo.

4. Poiché Cristo disse: "Se non sarete rigenerati, mai entrerete nel regno dei cieli": è chiaro a tutti che è impossibile, una volta che si sia nati, rientrare nel ventre della madre.

5. E dal profeta Isaia - come prima scrivemmo - è stato detto in che modo sfuggiranno ai peccati coloro che hanno peccato e si pentono. Ecco le sue parole: "Lavatevi, divenite puri, allontanate il male dalle vostre anime, imparate a fare il bene, difendete l'orfano, rendete giustizia alla vedova; allora venite e ragioniamo - dice il Signore. - E se anche i vostri peccati sono come porpora, li renderò bianchi come lana; e se anche sono come cremisi, li renderò bianchi come neve; ma se non mi ascolterete, una spada vi divorerà. Così infatti parlò la bocca del Signore".

6. E in proposito ecco la ragione che apprendemmo dagli apostoli. Poiché, nulla sapendo della nostra prima generazione, secondo necessità siamo stati generati da umido seme per l'unione dei genitori, e per natura abbiamo cattivi costumi e malvagie inclinazioni, per non rimanere figli di necessità e di ignoranza, bensì di libera scelta e di sapienza, e per ottenere la remissione dei peccati commessi prima, su colui che ha deciso di rigenerarsi e si è pentito dei peccati si invoca, nell'acqua, il

nome di Dio, Padre e Signore dell'universo: e questo solo nome pronuncia chi conduce al lavacro colui che deve sottoporvisi.

7. Nessuno infatti può dare un nome al Dio ineffabile; e se qualcuno osasse dire che ne esiste uno, sarebbe inguaribilmente pazzo.

8. Questo lavacro si chiama "illuminazione", poiché coloro che comprendono queste cose sono illuminati nella mente. E chi deve essere illuminato viene lavato nel nome di Gesù Cristo, crocifisso sotto Ponzio Pilato; e nel nome dello Spirito Santo, che ha preannunziato per mezzo dei Profeti tutti gli eventi riguardanti Gesù.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 15/09/2002 17.32

L'opera nociva di Marcione

LVIII. - 1. Come abbiamo detto, i cattivi demoni esibirono anche Marcione del Ponto, il quale ancora oggi insegna a negare Dio creatore di tutte le cose del cielo e della terra e Cristo Suo figlio, preannunziato dai Profeti; egli annunzia una sorta di altro dio accanto al Creatore dell'universo, e parimenti un altro figlio.

2. Molti, prestandogli fede, come se fosse il solo a sapere la verità, si burlano di noi pur non avendo alcuna prova delle loro affermazioni; irragionevolmente, come agnelli afferrati dal lupo, diventano preda delle dottrine atee e di demoni.

3. Infatti questi demoni non aspirano ad altro che ad allontanare gli uomini dal Dio che li ha creati e dal Suo primogenito, Cristo. Quanti non riescono ad innalzarsi dalla terra, essi li inchiodarono e li inchiodano alle cose terrene e costruite dalle mani dell'uomo, mentre subdolamente sviano e gettano nell'empietà quanti intendono volgersi alla contemplazione delle cose di Dio se non sono dotati di salde capacità di ragionamento e non conducono una vita pura e libera da passioni.


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Consiglia  Messaggio 8 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 15/09/2002 17.33

... ma non poterono imitare il supplizio della croce

LV. - 1. Tuttavia in nessun luogo e per nessuno dei cosiddetti figli di Zeus imitarono la pena della crocifissione. Questo non poteva essere da loro compreso, dal momento che tutto ciò che era stato detto al riguardo era in forma di simbolo, come è stato dimostrato.

2. E questo, come disse il Profeta, è il più grande segno della forza e del potere di Lui, come dimostra anche ciò che cade sotto i nostri occhi. Considerate infatti tutto ciò che c'è nel mondo: senza questa figura potrebbe costruirsi od avere connessione?

3. II mare non si fende, se questo trofeo, col nome di vela, non rimane integro sulla nave. E la terra non è arata senza di esso. Gli zappatori non compiono il loro lavoro - e così i meccanici -, se non hanno arnesi di questa forma.

4. La figura dell'uomo non differisce in nulla da quella degli esseri irrazionali, se non nella posizione eretta, nell'avere mani estensibili e nel fatto di portare sul volto, prominente sotto la fronte, quello che si chiama naso, per mezzo del quale l'essere vivente respira: e questo non mostra altro che la forma della croce.

5. Dal Profeta fu detto così: "II respiro della nostra faccia è Cristo Signore".

6. Anche i vostri emblemi - intendo dire vessilli e trofei - dimostrano la potenza di questa figura ed è con essi che voi, dovunque, sfilate, mostrando, anche se lo fate senza avvedervene, i segni del comando e del potere.

7. In questa forma ancora elevate le immagini dei vostri imperatori, quando muoiono e voi li chiamate dèi, nelle iscrizioni che vi apponete.

8. Pertanto, poiché abbiamo fatto quanto era nelle nostre facoltà per convincervi, attraverso l'argomentazione e l'evidenza di questo segno, ormai sappiamo di non avere colpa anche se non ci credete: il nostro dovere è assolto e terminato.


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 15/09/2002 17.34

Si avvererà anche la seconda venuta di Cristo

LII - 1. Poiché dunque noi abbiamo dimostrato che gli avvenimenti sono stati tutti vaticinati dai Profeti prima che accadessero, bisogna credere che anche quelli, di cui similmente si è profetizzato l'accadimento, certamente accadranno.

2. Come infatti si avverarono gli avvenimenti preannunziati ed ancora sconosciuti, nello stesso modo si avvereranno anche i rimanenti, sebbene non li si conosca e non vi si creda.

3. Infatti i Profeti predissero due venute di Lui: una, già accaduta, come uomo senza onore e passibile di sofferenza; l'altra, quando avverrà con gloria dai cieli con la schiera dei Suoi angeli - come è stato preannunziato -, allorché resusciterà anche i corpi di tutti gli uomini che sono vissuti; e rivestirà quelli dei giusti di immortalità e manderà nel fuoco eterno quelli degli ingiusti, a percepire eternamente sofferenza, con i demoni malvagi.

4. Dimostreremo che anche questo è stato predetto.

5. Dal profeta Ezechiele così è stato detto: "Si ricongiungerà giuntura a giuntura ed osso ad osso, e le carni ricresceranno. Ed ogni ginocchio si piegherà al Signore ed ogni lingua Lo confesserà".

6. In quale tipo di sensibilità e di pena si troveranno gli ingiusti? Ascoltate quanto fu detto similmente a questo proposito. Ecco le parole: "I1 loro verme non avrà fine ed il loro fuoco non si estinguerà". Ed allora si pentiranno, quando non servirà più a nulla.

7. Dal profeta Zaccaria è stato così profetato quanto diranno e faranno i popoli dei Giudei, quando Lo vedranno comparire nella gloria: "Comanderò ai quattro venti di raccogliere i figli dispersi: comanderò a Borea di portarli ed a Noto di non far opposizione".

8. "Ed allora in Gerusalemme vi sarà gran pianto, ma non pianto di bocche o di labbra, bensì pianto di cuore, e lacereranno non i loro mantelli, ma le loro menti. Si batteranno il petto tribù con tribù ed allora vedranno a chi fecero strazio e diranno: - 'Perché, Signore ci facesti deviare dalla Tua via? La gloria, di cui si vantarono i nostri padri, si tramutò per noi in vergogna'".

°Teofilo°
00giovedì 30 luglio 2009 23:34

Noi non siamo atei

 XIII. - 1. Dunque, quale persona ragionevole non ammetterà che noi non siamo atei, dal momento che veneriamo il creatore di questo universo e diciamo che Egli non ha bisogno di sangue e di libagioni e di profumi, come ci è stato insegnato, e Lo lodiamo, per quanto possono le nostre forze, con espressioni di preghiera e rendimento di grazie per tutto ciò che ne riceviamo, poiché sappiamo che il solo onore degno di Lui è non consumare nel fuoco ciò che da Lui ci viene per il nostro sostentamento, ma distribuirlo fra noi stessi e a quanti ne hanno bisogno?

2. Sappiamo essergli grati, innalzandogli lodi e inni per essere stati creati e per tutti i mezzi atti a procurarci benessere per tutte le qualità dei prodotti e la varietà delle stagioni, ed elevandogli preghiere per vivere poi nell'incorruttibilità, a nostra volta, attraverso la fede in Lui.

3. Dimostreremo poi che a ragione noi veneriamo Colui che ci è stato maestro di queste dottrine, e per questo è stato generato, Gesù Cristo, crocifisso sotto Ponzio Pilato, governatore della Giudea al tempo di Tiberio Cesare; abbiamo appreso che Egli è il figlio del vero Dio, e Lo onoriamo al secondo posto, ed in terzo luogo lo Spirito Profetico.

4. In questo credono di dimostrare la nostra follia, dicendo che noi diamo il secondo posto, dopo l'immutabile ed eterno Dio, creatore di tutte le cose, ad un uomo posto in croce, poiché non conoscono il mistero che vi è dentro: questo vi esortiamo a considerare attentamente, poiché ci apprestiamo a spiegarvelo.


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Consiglia  Messaggio 11 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/09/2002 15.44

La vita nuova

 XIV.- 1. Vi diciamo innanzitutto di guardarvi dal farvi trarre in inganno dai demoni da noi prima accusati, e dal lasciarvi distogliere dal venire a piena conoscenza e dal comprendere quanto vi si dice (si sforzano infatti di avervi come schiavi e servitori: talvolta attraverso apparizioni di sogni, talvolta attraverso astuzie di magia, riducono in proprio potere tutti coloro che in nessun modo lottano per la propria salvezza); così come anche noi, dopo aver creduto nel Logos, ci siamo allontanati da loro, e seguiamo il solo ingenerato Iddio, per mezzo del Suo Figlio.

2. Noi che prima godevamo della dissolutezza, ora amiamo solo la continenza; noi che usavamo arti magiche, ora ci siamo consacrati al Dio buono ed ingenerato; noi che ambivamo, più degli altri, a conseguire ricchezze e beni, ora mettiamo in comune anche ciò che abbiamo e lo spartiamo con i bisognosi.

3. Noi che ci odiavamo l'un l'altro e ci uccidevamo e non spartivamo il focolare con coloro che non erano della nostra stirpe o avevano diversi costumi ora, dopo la manifestazione di Cristo, viviamo in comunità e preghiamo per i nemici e ci sforziamo di persuadere quanti ingiustamente ci odiano affinché, vivendo secondo i buoni comandamenti di Cristo, abbiano la bella speranza di ottenere, insieme con noi, la stessa ricompensa da parte di Dio, signore di tutte le cose.

4. Per non sembrarvi sofisticare, abbiamo ritenuto fosse bene, prima della dimostrazione, richiamare alcuni pochi insegnamenti di Cristo stesso; sia poi compito vostro, di imperatori potenti quali voi siete, esaminare se quanto abbiamo appreso e insegniamo, risponda a verità.

Brevi e concisi sono i suoi discorsi: Egli infatti non era un sofista, ma la Sua parola era potenza di Dio.


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Consiglia  Messaggio 12 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/09/2002 15.45

Alcuni insegnamenti di Cristo

 XV. - 1. Dunque, riguardo alla continenza, disse così "Chi guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio in cuor suo dinanzi a Dio".

2. E ancora: "Se il tuo occhio destro ti scandalizza, cavatelo; infatti è meglio per te entrare con un occhio solo nel regno dei cieli che essere gettato con tutti e due nel fuoco eterno",

3. E ancora: "Chi prende in moglie una donna ripudiata da un altro uomo, commette adulterio".

4. E: "Vi sono alcuni resi eunuchi dagli uomini; vi sono alcuni generati eunuchi; vi sono ancora alcuni che si resero eunuchi per il regno dei cieli; ma non tutti comprendono ciò".

5. Ugualmente anche coloro che contraggono un secondo matrimonio secondo la legge umana sono peccatori dinanzi al nostro Maestro, così come coloro che guardano una donna per desiderarla: infatti viene respinto da Lui non solo chi è adultero di fatto ma anche chi desidera commettere adulterio, poiché a Dio sono palesi non solo le azioni, ma anche le intenzioni.

6. E molti uomini e donne di sessanta o settanta anni, che fin da fanciulli furono ammaestrati negli insegnamenti di Cristo, perseverano incorrotti. E mi vanto di potervi mostrare uomini siffatti sparsi in ogni classe.

7. C'è forse bisogno di parlare dell'innumerevole moltitudine di coloro che si sono convertiti da una vita dissoluta e hanno appreso questa verità? Infatti Cristo non ha chiamato alla conversione i giusti e i sobri, ma gli empi e i dissoluti e gli ingiusti.

8. Così disse: "Non sono venuto a chiamare a conversione i giusti, ma i peccatori". Il Padre celeste vuole infatti la conversione del peccatore, piuttosto che la sua punizione.

9. Quanto poi all'amore verso tutti, così insegnò: "Se amate coloro che vi amano, che cosa fate di nuovo? Infatti anche gli impuri lo fanno. Ma io vi dico: - Pregate per i vostri nemici e amate chi vi odia e benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi calunniano".

10. Quanto poi al fare parte dei beni con i bisognosi, e a non fare nulla per ottenere gloria, così disse: "A chiunque chiede, date, e non fuggite chi vuol chiedervi un prestito. Se infatti prestate a coloro dai quali sperate di ricevere indietro, che cosa fate di nuovo? Anche i pubblicani fanno così".

11. "Ma voi non vogliate accumularvi tesori sulla terra, dove tarlo e ruggine li consumano ed i ladri li rubano; ma accumulate tesori per voi nei cieli, dove né tarlo né ruggine consumano. Che gioverà infatti all'uomo se egli guadagna il mondo intero, ma perde la sua anima? O che cosa darà in cambio di essa? Accumulate dunque tesori nei cieli, dove né tarlo né ruggine li consumano". E: "Siate benigni e misericordiosi, come anche il Padre vostro è benigno e misericordioso e fa levare il sole sui peccatori e sui giusti e sui cattivi".

12. "Non preoccupatevi di che mangerete o di che vestirete. Non valete voi più degli uccelli e delle fiere? Eppure Dio li nutre. Dunque non preoccupatevi di che mangerete e di che vestirete. Il Padre vostro dei cieli sa infatti che avete bisogno di questo. Cercate invece il regno dei cieli e tutte queste cose vi saranno date in sovrappiù. Infatti dove è il tesoro, là è anche la mente dell'uomo".

13. E ancora: "Non fate queste cose per essere visti dagli uomini; se no, non avrete ricompensa dal Padre vostro che è nei cieli".

XVI. - 1. Quanto poi all'essere tolleranti e servizievoli verso tutti, e non iracondi, queste sono le Sue parole: "A chi ti percuote una guancia, offri anche l'altra, e non impedire chi ti toglie la tunica o il mantello".

2 "Chi poi si adira, è colpevole di fuoco. Chi ti costringe a seguirlo per un miglio, seguilo per due. Risplendano le vostre buone opere dinanzi agli uomini, affinché essi, vedendole, ammirino il Padre vostro che è nei cieli".

3. Non bisogna opporre resistenza, né egli ha voluto che fossimo imitatori dei malvagi, ma ci esortò ad allontanare tutti dall'ignominia e dal desiderio del male, attraverso la tolleranza e la mansuetudine.

4. E questo possiamo mostrarlo anche a proposito di molti, che un tempo furono nelle vostre file: da violenti e dispotici che erano, cambiarono vita, trascinati dal seguire la fortezza di vita dei vicini o dall'osservare la mirabile pazienza di loro compagni vessati, o anche dal mettere a prova i colleghi di lavoro.

5. Quanto al non fare, in senso assoluto, giuramenti, e al dire sempre la verità, queste sono le Sue prescrizioni: "Non giurate affatto; ma il vostro sì sia sì e il no, no; tutto ciò che è in più, viene dal maligno".

6. E che bisogna adorare il solo Dio ci persuase dicendo così: "Il massimo comandamento è questo: adorerai il Signore Dio tuo e Lui solo servirai con tutto il tuo cuore e con tutta la tua forza, il Signore Iddio che ti ha creato".

7. E quando gli si avvicinò un tale e gli disse: "Maestro buono"; Egli gli rispose con queste parole: "Nessuno è buono, se non l'unico Dio che tutto ha creato".

8. Coloro poi che non si ritrovano a vivere i suoi comandamenti, non si riconoscano come cristiani, anche se, con la lingua, ripetono gli insegnamenti di Cristo. Infatti disse che si sarebbero salvati non quelli che parlano soltanto ma quelli che compiono anche i fatti.

9. E disse così: "Non chiunque mi dice - Signore, Signore - entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli".

10. "Infatti chi ascolta me, e fa quanto io dico, ascolta Colui che mi ha mandato".

11. "Molti mi diranno - Signore, non mangiammo e bevemmo e compimmo miracoli nel Tuo nome? - Ed allora io dirò ad essi: - Allontanatevi da me operatori di iniquità".

12. "Allora sarà pianto e stridore di denti, quando i giusti risplenderanno come il sole e gli ingiusti saranno mandati nel fuoco eterno".

13. "Molti infatti verranno nel mio nome, vestiti di fuori di pelli di pecora, mentre dentro sono lupi rapaci: dalle loro opere li riconoscerete. Ogni albero che non produce buoni frutti viene tagliato e gettato nel fuoco".

14. Chiediamo dunque anche a voi che si puniscano coloro che vivono non coerentemente con i Suoi insegnamenti e che di cristiano hanno solo il nome.


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Consiglia  Messaggio 13 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/09/2002 15.46

L'immortalità dell'anima e la risurrezione

 XVIII. - 1. Volgete lo sguardo alla fine di ciascuno degli imperatori precedenti, come siano morti della morte comune a tutti. Se questa conducesse alla cessazione di ogni sensibilità, sarebbe un guadagno per tutti gli ingiusti.

2. Ma poiché a tutti coloro che sono vissuti rimane la sensibilità ed è apprestata una punizione eterna, non trascurate di persuadervi e di credere che queste sono cose vere.

3. Le negromanzia, infatti, e le osservazioni di fanciulli incontaminati e le evocazioni di anime umane e gli spiriti che, presso i maghi, sono detti evocatori di sogni e loro assistenti e tutti i fenomeni che avvengono per opera dei conoscitori di scienze occulte, vi persuadano che anche dopo la morte le anime mantengono le facoltà sensitive;

4. ve ne persuadano anche gli uomini posseduti e agitati dalle anime dei defunti, che tutti chiamano indemoniati e furiosi, e quelli che voi chiamate oracoli di Anfiloco e di Dodona e della Pizia, e quanti altri esistono di tal genere,

5. e gli insegnamenti degli scrittori - Empedocle e Pitagora e Platone e Socrate, e la fossa nominata da Omero e la discesa di Ulisse alla scoperta di quei misteri - e di quanti affermano cose simili.

6. A1 pari di essi date retta, dunque, anche a noi: noi che, non meno di loro, anzi di più, crediamo in Dio, noi che speriamo di riprendere i nostri corpi, anche se morti e gettati nella terra, poiché diciamo che nulla è impossibile a Dio.


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Consiglia  Messaggio 14 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/09/2002 15.47

... anche a proposito di Gesù Cristo

 XXI. - 1. Quando noi diciamo che il Logos, che è il primogenito di Dio, Gesù Cristo il nostro Maestro, è stato generato senza connubio, e che è stato crocifisso ed è morto e, risorto, è salito al cielo, non portiamo alcuna novità rispetto a quelli che, presso di voi, sono chiamati figli di Zeus.

2. Voi sapete infatti di quanti figli di Zeus parlino gli scrittori onorati da voi: Ermete, il Logos interpretativo e maestro di ogni arte; Asclepio, che fu anche medico e, colpito dal fulmine, ascese al cielo; Dioniso, che fu dilaniato; Eracle, che si gettò nel fuoco per sfuggire alle fatiche; i Dioscuri, figli di Leda; e Perseo, figlio di Danae; e Bellerofonte, che di tra gli uomini ascese con il cavallo Pegaso.

3. Che bisogno c'è poi di parlare di Arianna, e di quanti, al pari di lei, si dice siano stati trasformati in astri? O dei vostri imperatori che, morti, sempre ritenete degni dell'immortalità, anzi producete persino qualcuno che giura di aver visto il Cesare cremato, elevarsi dalla pira verso il cielo!

4. Ma a chi già conosce questi fatti non è necessario dire quali azioni si raccontino di ciascuno dei cosiddetti figli di Zeus; dirò solo che tutto questo è stato scritto per aiutare ed esortare i discepoli: tutti infatti stimano bello farsi iettatori degli dei!

5. Ma da ogni anima retta sia lontano questo convincimento circa gli dei, che persino colui che, secondo loro, è re e genitore di ogni cosa, Zeus, sia parricida e figlio di simile padre, e che, vinto dalla smania di malvagi e turpi piaceri, sia arrivato a corrompere Ganimede e molte donne, e che i suoi figli abbiano continuato a compiere azioni simili alle sue. Invece, come abbiamo già detto, furono i demoni cattivi a compiere queste azioni. Noi abbiamo appreso che ottengono l'immortalità solo coloro che conducono una vita santa e virtuosa, vicino a Dio e crediamo che coloro che vivono iniquamente e non si pentono sono puniti nel fuoco eterno.

XXII.- 1. Il Figlio di Dio, chiamato Gesù, se anche fosse solo uomo comune per sapienza, sarebbe degno di essere chiamato figlio di Dio. Infatti tutti gli scrittori chiamano Dio padre sia degli uomini sia degli dei.

2. Se poi, come abbiamo affermato sopra, noi affermiamo che Egli è stato generato da Dio come Logos di Dio stesso, in modo speciale e fuori dalla normale generazione, questa concezione è comune alla vostra, quando dite che Ermete è il Logos messaggero di Zeus.

3. Se poi qualcuno ci rimproverasse il fatto che Egli fu crocifisso anche questo è comune ai figli di Zeus annoverati prima, i quali, secondo voi, furono soggetti a sofferenze.

4. Anche di loro infatti si narrano patimenti di morte non eguali, ma diversi. Cosicché neppure nella particolarità della sofferenza Egli sembra essere inferiore; anzi, come abbiamo promesso, nel seguito del discorso dimostreremo che è anche superiore; o meglio, questo e già dimostrato: infatti chi è superiore si rivela dalle opere.

5. Se poi diciamo che è stato generato da una vergine, anche questo sia per voi un elemento comune con Perseo.

6. Quando affermiamo che Egli ha risanato zoppi e paralitici ed infelici dalla nascita, e che ha resuscitato dei morti, anche in queste affermazioni appariremo concordare con le azioni che la tradizione attribuisce ad Asclepio.

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