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III. NATURA E CONDIZIONI 
DI UNA EFFICACE ORGANIZZAZIONE PER LA PACE

La unità del genere umano e la società dei popoli

Noi abbiamo voluto, diletti figli e figlie, cogliere l'occasione della festa natalizia per indicare su quali vie una democrazia, che corrisponda alla dignità umana, possa, in armonia con la legge naturale e coi disegni di Dio manifestati nella rivelazione, pervenire a benefici risultati. Noi infatti profondamente sentiamo la somma importanza di questo problema per il pacifico progresso della famiglia umana; ma al tempo stesso siamo consapevoli delle alte esigenze che questa forma di governo impone alla maturità morale dei singoli cittadini; una maturità morale, alla quale invano si potrebbe sperar di giungere pienamente e sicuramente, se la luce della grotta di Betlemme non rischiarasse l'oscuro sentiero, per il quale i popoli dal tempestoso presente s'incamminano verso un avvenire che sperano più sereno.

Fino a qual punto però i rappresentanti e i pionieri della democrazia saranno compresi nelle loro deliberazioni dalla convinzione che l'ordine assoluto degli esseri e dei fini, da Noi ripetutamente ricordato, include anche, come esigenza morale e quale coronamento dello sviluppo sociale, la unità del genere umano e della famiglia dei popoli? Dal riconoscimento di questo principio dipende l'avvenire della pace. Nessuna riforma mondiale, nessuna garanzia di pace può fare da esso astrazione, senza indebolirsi e rinnegare se stessa. Se invece quella medesima esigenza morale trovasse la sua attuazione in una società dei popoli, che sapesse evitare i difetti di struttura e le manchevolezze di precedenti soluzioni, allora la maestà di quell'ordine regolerebbe e dominerebbe egualmente le deliberazioni di questa società e l'applicazione dei suoi mezzi di sanzione.

Per lo stesso motivo si comprende come l'autorità di una tale società dei popoli dovrà essere vera ed effettiva sugli Stati, che ne sono membri, in guisa però che ognuno di essi conservi un eguale diritto alla sua relativa sovranità. Soltanto in tal modo lo spirito di una sana democrazia potrà penetrare anche nel vasto e scabroso campo della politica estera.

Contro la guerra di aggressione 
come soluzione delle controversie internazionali

Un dovere, del resto, obbliga tutti, un dovere che non tollera alcun ritardo, alcun differimento, alcuna esitazione, alcuna tergiversazione: di fare cioè tutto quanto possibile per proscrivere e bandire una volta per sempre la guerra di aggressione come soluzione legittima delle controversie internazionali e come strumento di aspirazioni nazionali. Si son veduti nel passato molti tentativi intrapresi a tale scopo. Tutti sono falliti. E falliranno tutti sempre, fino a quando la parte più sana del genere umano non avrà volontà ferma, santamente ostinata, come un obbligo di coscienza, di compire la missione che i tempi passati avevano iniziata con non sufficiente serietà e risolutezza.

Se mai una generazione ha dovuto sentire nel fondo della coscienza il grido: « Guerra alla guerra! », essa certamente la presente. Passata com'è attraverso un oceano di sangue e di lagrime, quale forse i tempi passati mai non conobbero, essa ne ha vissuto le indicibili atrocità cosi intensamente, che il ricordo di tanti orrori dovrà restarle impresso nella memoria e fino nel più profondo dell'anima, come l'immagine di un inferno, in cui chiunque nutre nel cuore sentimenti di umanità non potrà mai avere più ardente brama che di chiudere per sempre le porte.

 

[SM=g1740771]  continua...


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)