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Pericolo di distruzione totale

15. Il riconoscimento di un ordine giuridico, come garanzia dei rapporti all'interno della grande famiglia dei popoli, s'indebolisce ogni giorno di più. Quando la fiducia nel diritto non sembra offrire più una protezione sufficiente, la sicurezza e la pace sono ricercate in una minaccia reciproca, che diviene un pericolo per tutta l'umanità. Le forze che dovrebbero servire allo sviluppo della libertà servono ad aumentare le minacce. Gli ordigni di morte, che oggi tra loro si oppongono, sono capaci di distruggere ogni vita umana sulla terra.

Nuovi rapporti d'ineguaglianza

16. Tra le nazioni dotate di potenza e le nazioni che ne sono prive si sono instaurati nuovi rapporti di disuguaglianza e di oppressione. La ricerca del proprio interesse sembra essere la regola delle relazioni internazionali, senza che si prenda in considerazione il bene comune dell'umanità.

L'equilibrio interno delle nazioni povere è rotto dall'importazioni di armi, con la quale si introduce un fattore di divisione, che porta al dominio di un gruppo su un altro. Quali forze potrebbero eliminare il ricorso sistematico alle armi e restituire al diritto la sua autorità?

Emancipazione delle nazioni giovani

17. È nel contesto della disuguaglianza nei rapporti di potenza che sono apparsi i movimenti di emancipazione delle nazioni giovani, le quali in generale sono anche nazioni povere, ancora sottomesse fino ad epoca recente alla dominazione coloniale. Ma troppo spesso il popolo è defraudato dell'indipendenza, duramente conquistata, da regimi o tirannie senza scrupoli, che irridono impunemente ai diritti dell'uomo. Il popolo, ridotto in tal modo all'impotenza, non fa che cambiare padrone.

Ciò non toglie che uno dei fenomeni salienti del nostro tempo, a livello di interi continenti, sia il risveglio della coscienza del popolo che, curvo sotto il peso di una miseria secolare, aspira ad una vita nella dignità e nella giustizia, ed è pronto a combattere per la propria libertà.

La morale e Dio, ostacoli alla liberazione?

18. Per quanto riguarda il movimento moderno di liberazione interiore dell'uomo, si deve constatare che lo sforzo inteso a liberare il pensiero e la volontà dai loro limiti si è spinto fino a ritenere che la moralità, come tale, costituisca un limite irragionevole che l'uomo deve superare, se vuole divenire veramente padrone di se stesso.

Di più ancora, per molti Dio stesso sarebbe l'alienazione specifica dell'uomo. Tra l'affermazione di Dio e la libertà umana esisterebbe una radicale incompatibilità: proprio rifiutando la fede in Dio, l'uomo diverrebbe veramente libero.

Interrogativi angosciosi

19. Sta qui la radice delle tragedie, che accompagnano la storia moderna della libertà. Perché questa storia, nonostante le grandi conquiste, che rimangono peraltro sempre fragili, registra frequenti ricadute nell'alienazione e vede sorgere nuove schiavitù? Perché movimenti di liberazione, che hanno già suscitato immense speranze, sfociano poi in regimi per i quali la libertà dei cittadini, (8) a cominciare dalla prima di tali libertà che è la libertà religiosa, (9) costituisce il nemico numero uno?

Quando l'uomo vuole liberarsi dalla legge morale e divenire indipendente da Dio, lungi dal conquistare la propria libertà, la distrugge. Sottraendosi al metro della verità, egli diventa preda dell'arbitrio; tra gli uomini sono aboliti i rapporti fraterni per far posto al terrore, all'odio e alla paura.

Contagiato da errori mortali circa la condizione dell'uomo e della sua libertà, il grande movimento moderno di liberazione resta ambiguo: esso è carico, ad un tempo, di promesse di vera libertà e di minacce di mortali asservimenti.

 

II. La Libertà nell’esperienza del popolo di Dio

 

Chiesa e libertà

20. Proprio perché cosciente di questa mortale ambiguità, la Chiesa mediante il suo magistero, ha levato la voce nel corso degli ultimi secoli, per mettere in guardia contro deviazioni che rischiavano di stornare lo slancio liberatore verso amari disinganni. Sul momento essa fu spesso incompresa. A distanza di tempo, però, è possibile rendere giustizia al suo discernimento.

È in nome della verità dell'uomo, creato ad immagine di Dio, che la Chiesa è intervenuta. (10) Ciononostante, la si accusa di essere essa stessa un ostacolo sulla via della liberazione. La sua costituzione gerarchica si opporrebbe all'eguaglianza, e il suo magistero si opporrebbe alla libertà di pensiero. Certo, ci sono stati errori di giudizio o gravi omissioni, di cui i cristiani si sono resi responsabili nel corso dei secoli. (11) Ma tali obiezioni misconoscono la vera natura delle cose. La diversità dei carismi nel popolo di Dio, trattandosi di carismi di servizio, non si oppone all'eguale dignità delle persone ed alla loro comune vocazione alla santità.

La libertà di pensiero, come condizione di ricerca della verità in tutti i settori del sapere umano, non significa che la ragione umana debba chiudersi alla luce della Rivelazione, il cui deposito Cristo ha affidato alla sua Chiesa. Aprendosi alla verità divina, la ragione creata, sperimenta una fioritura e un perfezionamento, che costituiscono una forma eminente della libertà. D'altra parte, il Concilio Vaticano II ha riconosciuto pienamente la legittima autonomia delle scienze, (12) come anche delle attività di ordine politico. (13)

La libertà dei piccoli e dei poveri

21. Uno dei principali errori, che ha pesantemente gravato, fin dall'età dell'Illuminismo, sul processo di liberazione, dipende dalla convinzione, largamente condivisa, secondo cui i progressi realizzati nel campo delle scienze, della tecnica e dell'economia, dovrebbero servire da fondamento alla conquista della libertà. In tal modo si misconosceva la profonda dimensione di questa libertà e delle sue esigenze.

Questa dimensione profonda della libertà, la Chiesa l'ha sempre sperimentata, attraverso la vita di una moltitudine di fedeli, in particolare tra i piccoli ed i poveri. Nella loro fede costoro sanno di essere l'oggetto dell'amore infinito di Dio. Ciascuno di loro può dire: "Vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Gal 2, 20b). Questa è la loro dignità, che nessuno dei potenti può loro strappare; questa è la gioia liberatrice, presente in loro. Essi sanno che anche a loro è rivolta la parola di Gesù: "Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi" (Gv 15, 15). Questa partecipazione alla conoscenza di Dio costituisce la loro emancipazione di fronte alle pretese di dominio da parte dei detentori del sapere: "Tutti avete la scienza..., e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri" (1 Gv 20b. 27b). Essi così sono consapevoli di partecipare alla conoscenza più alta, alla quale sia chiamata l'umanità. (14) Essi si sanno amati da Dio, come tutti gli altri e più di tutti gli altri. Essi vivono così nella libertà che scaturisce dalla verità e dall'amore.

Risorse della religiosità popolare

22. Lo stesso senso della fede del popolo di Dio, nella sua devozione piena di speranza verso la croce di Gesù, percepisce la potenza contenuta nel mistero di Cristo redentore. Lungi, dunque, dal disprezzare o dal voler sopprimere le forme di religiosità popolare che questa devozione riveste, bisogna, al contrario, coglierne ed approfondirne tutto il significato e tutte le implicazioni. (15) C'è qui un elemento di fondamentale portata teologica e pastorale: proprio i poveri, oggetto della predilezione divina, comprendono meglio e come d'istinto che la liberazione più radicale, cioè la liberazione dal peccato e dalla morte, è quella compiuta mediante la morte e la risurrezione di Cristo.

Dimensione soteriologica ed etica della liberazione

23. La potenza di questa liberazione penetra e trasforma in profondità l'uomo e la sua storia nella sua attualità presente, e anima il suo slancio escatologico. Il senso primo e fondamentale della liberazione, che così si manifesta, è il senso soteriologico: l'uomo è liberato dalla schiavitù radicale del male e del peccato.

In questa esperienza della salvezza l'uomo scopre il vero senso della sua libertà, poiché la liberazione è restituzione della libertà. Essa è pure educazione della libertà, cioè educazione al retto uso della libertà. Così alla dimensione soteriologica della liberazione viene ad aggiungersi la sua dimensione etica.

Una nuova fase della storia della libertà

24. In gradi diversi il senso della fede, che è all'origine di una esperienza radicale della liberazione e della libertà, ha impregnato la cultura ed i costumi dei popoli cristiani.

Oggi, però, a motivo delle formidabili sfide alle quali l'umanità deve far fronte, è divenuto necessario e urgente, in modo del tutto nuovo, che l'amore di Dio e la libertà nella verità segnino con la loro impronta le relazioni tra gli uomini e tra i popoli ed animino la vita delle culture.

Infatti là dove mancano la verità e l'amore, il processo di liberazione sfocia nella morte di una libertà che avrà perduto ogni suo sostegno.

Una nuova fase della storia della libertà s'apre davanti a noi. Le capacità liberatrici della scienza, della tecnica, del lavoro, dell'economia e dell'azione politica daranno i loro frutti solo se troveranno la loro ispirazione e la loro misura nella verità e nell'amore più forti della sofferenza, rivelati agli uomini da Gesù Cristo.



  [SM=g1740771] continua.......

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)