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Bolla "Inter cunctas"

Martino V
22 febbraio 1418


La bolla, diretta alla gerarchia e agli inquisitori, contiene:

1) 45 articoli di John Wyclif,

2) i 30 articoli di Jan Hus,

3) una serie di domande da porsi ai wyclifiti e bussiti. Queste sono unite agli articoli che le precedono con le seguenti parole: "Ogni persona sospetta (di sostenere) i premessi articoli o che è stata colta mentre li sosteneva, deve venire interrogata nella maniera che segue". Gli stessi decreti vengono ripetuti insieme ad altri (per es. il decreto sulla comunione sotto una sola specie) nella bolla di Martino V In eminentis apostolicae del 1° sett. 1425.

Domande da porsi ai wyclifiti e hussiti

5. Allo stesso modo se crede, tiene per fermo e afferma che qualsiasi concilio generale, e anche quello di Costanza, rappresenta la chiesa universale.

6. E così pure se lui crede che ciò che il sacro concilio di Costanza, che rappresenta la chiesa universale, ha approvato e approva a favore della fede e per la salvezza delle anime, questo deve essere approvato e tenuto per fermo da tutti i fedeli di Cristo: e che ciò che ha condannato e condanna come contrario alla fede e ai buoni costumi, questo deve essere dagli stessi tenuto per fermo, creduto e affermato come condannato.

7. Allo stesso modo se crede che le condanne di John Wyclif, Jan Hus e Girolamo da Praga, compiute dal sacro concilio generale di Costanza, delle loro persone, dei libri e dei documenti, sono state compiute nel modo dovuto e giustamente, e che come tali debbono essere tenute per ferme e saldamente affermate da ogni cattolico.

8. Ugualmente se crede, tenga per fermo e affermi che John Wyclif di Inghilterra, Jan Hus di Boemia e Girolamo da Praga sono stati eretici, e come eretici debbono essere nominati e considerati, e che i loro libri e le loro dottrine sono state e sono perverse, e che per questi e queste, e per la loro pertinacia, per mezzo del sacro concilio di Costanza sono stati condannati come eretici.

11. Ugualmente deve essere interrogata in modo speciale la persona istruita, se crede che la sentenza del sacro concilio di Costanza pronunciata sui quarantacinque articoli di John Wyclif e sui trenta articoli di Jan Hus più sopra descritti, sia vera e cattolica: e cioè che i suddetti quarantacinque articoli di John Wyclif e i trenta di Jan Hus non sono cattolici, ma che alcuni di questi sono manifestamente eretici, alcuni erronei, altri temerari e sediziosi, altri offensivi per le orecchie pie.

12. Ugualmente se crede e afferma che in nessun caso sia lecito giurare.

13. Ugualmente se crede che sia lecito, su ordine del giudice, fare un giuramento in ordine alla verità che deve essere detta, o un altro qualsiasi che sia utile per la causa, anche per scagionare dalla cattiva fama.

14. Ugualmente se crede che lo spergiuro consapevolmente commesso, per qualsiasi causa od occasione, per la conservazione della propria vita corporea o di quella altrui, anche a vantaggio della fede, sia un peccato mortale.

15.Ugualmente se crede che colui che disprezza, con animo consapevole, i riti della chiesa, le cerimonie di esorcismo, di catechismo e dell'acqua consacrata per il battesimo, pecca mortalmente.

16, Ugualmente se crede che dopo la consacrazione del sacerdote nel sacramento dell'altare sotto il velo del pane e del vino non c'è pane materiale e vino materiale, ma in tutto lo stesso Cristo che ha patito sulla croce e che siede alla destra del Padre.

17. Ugualmente, se crede e afferma che, una volta fatta la consacrazione dal sacerdote, anche soltanto sotto la sola specie del pane, indipendentemente dalla specie del vino, c'è la vera carne di Cristo e il sangue e l'anima e la divinità e tutto Cristo, e che lo stesso corpo in modo perfetto è sotto una qualsiasi singolarmente di quelle specie.

18. Ugualmente, se crede che la consuetudine. osservata dalla chiesa universale e approvata dal sacro concilio di Costanza, di dare la comunione ai laici soltanto sotto le specie del pane, deve essere mantenuta, così che non è lecito disapprovarla o arbitrariamente mutarla, senza l'autorità della chiesa. E che coloro che dicono in modo pertinace il contrario delle cose innanzi dette, debbono essere allontanati e puniti come eretici o come in odore di eresia.

19. Ugualmente, se crede che il cristiano che disprezza la ricezione dei sacramenti della confermazione o della estrema unzione, o della celebrazione solenne del matrimonio, pecca mortalmente,

20. Ugualmente, se crede che un cristiano, oltre alla contrizione del cuore, quando c'è la disponibilità di un sacerdote idoneo, è tenuto a confessarsi, in quanto necessario per la salvezza, al solo sacerdote, e non a un laico o a dei laici, per quanto siano buoni e devoti.

21. Ugualmente, se crede che un sacerdote, nei casi di sua competenza, può assolvere dai peccati un peccatore che si è confessato ed è contrito, e imporgli la penitenza.

22. Ugualmente, se crede che un sacerdote indegno, con la materia e forma dovute e con l'intenzione di fare quello che fa la chiesa, realmente consacra, realmente assolve, realmente battezza, realmente conferisce gli altri sacramenti.

23. Ugualmente, se crede che il beato Pietro è stato il vicario di Cristo, e che ha avuto la potestà di legare e di sciogliere sulla terra.

24. Ugualmente, se crede che il papa canonicamente eletto, per tutto il tempo in cui è in carica, una volta scelto il proprio nome, è il successore del beato Pietro e possiede la suprema autorità nella chiesa di Dio.

25. Ugualmente, se crede che l'autorità di giurisdizione del papa, dell'arcivescovo e del vescovo nello sciogliere e nel legare, è maggiore dell'autorità del semplice sacerdote, anche se ha la cura delle anime.

26. Ugualmente, se crede che il papa, a tutti i cristiani che sono veramente contriti e confessati, può concedere le indulgenze per la remissione dei peccati, per una causa pia e giusta, specialmente a coloro che visitano dei luoghi di devozione e a questi stessi porgono le proprie mani soccorrevoli.

27. E se crede che per una tale concessione possono conseguire simili indulgenze coloro che visitano le stesse chiese e a queste porgono ma soccorrevoli.

28. Ugualmente, se crede che i singoli vescovi possono concedere indulgenze di tal fatta ai propri sudditi, secondo la determinazione dei sacri canoni.

29. Ugualmente, se crede e afferma che è lecito venerare da parte dei fedeli cristiani le reliquie e le immagini dei Santi.

30. Ugualmente, se crede che gli ordini religiosi approvati dalla chiesa, sono stati introdotti secondo convenienza e ragionevolezza dai santi Padri.

31. Ugualmente, se crede che il papa o un altro prelato, una volta proclamato il proprio nome di papa in carica, o i loro vicari, possono scomunicare il loro suddito ecclesistico o secolare a motivo della disobbedienza o della contumacia, così che quel tale deve essere ritenuto scomunicato.

32. Ugualmente, se crede che, crescendo la disobbedienza o la contumacia degli scomunicati, i prelati o i loro vicari, nelle cose spirituali, hanno la potestà di inasprire e di inasprire ancora, di porre l'interdetto e di invocare il braccio secolare; e che a quelle censure si deve obbedire da parte degli inferiori.

33 .Ugualmente, se crede che il papa o gli altri prelati, e i loro vicari, nelle cose spirituali, hanno la potestà di scomunicare i sacerdoti e i laici disobbedienti e contumaci e di sospenderli dall'ufficio, dal beneficio, dall'ingresso nella chiesa e dall'amministrazione dei sacramenti ecclesiastici.

34. Ugualmente, se crede che è lecito agli ecclesistici avere, senza peccato, delle proprietà di questo mondo e dei beni temporali.

35. Ugualmente, se crede che ai laici non è lecito sottrarre loro queste stesse cose in base a un proprio potere; anzi, coloro che così sottraggono, portano via e occupano gli stessi beni ecclesiatici, debbono essere puniti come sacrileghi, anche nel caso in cui gli ecclesistici che possiedono beni di tal fatta conducano una vita malvagia.

36. Ugualmente, se crede che una spogliazione e una occupazione di tal genere, fatta e perpetuata in modo temerario e violento a qualsivoglia sacerdote, anche se conduce una vita malvagia, comporta sacrilegio.

37. Ugualmente, se crede che è lecito ai laici di entrambi i sessi, agli uomini cioè e alle donne, predicare liberamente la parola di Dio.

38. Ugualmente, se crede che ai singoli sacerdoti è lecito predicare liberamente la parola di Dio, dovunque, in qualsiasi momento e a chiunque loro piaccia, anche se non sono mandati.

39. Ugualmente, se crede che tutti i peccati mortali, e specialmente quelli manifesti, debbono essere corretti ed estirpati pubblicamente.



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Bolla "Inter caetera"

Sull’educazione cattolica da impartire ai popoli pagani contattati in occasione delle conquiste - Alessandro VI


4 maggio 1493

ALESSANDRO, VESCOVO, SERVO DEI SERVI DI DIO, AGLI ILLUSTRI SOVRANI, IL NOSTRO DILETTO FIGLIO IN CRISTO FERDINANDO, RE, E LA NOSTRA DILETTA FIGLIA IN CRISTO, ISABELLA, REGINA DI CASTIGLIA, LEÓN, ARAGONA, SICILIA E GRANADA, SALUTE E BENEDIZIONE APOSTOLICA.


Tra le altre opere gradite alla Divina Maestà e dilette al nostro cuore, questa con certezza è la più elevata, che nei nostri tempi specialmente la fede cattolica e la religione cristiana siano esaltate e dovunque vengano aumentate e diffuse, che si abbia a cuore la salvezza delle anime, e che le nazioni barbariche siano rovesciate e condotte alla stessa fede. Poiché, in virtù della clemenza divina, noi, nonostante i nostri meriti insufficienti, siamo stati chiamati a questa Santa Sede di Pietro, riconoscendo che, come veri re e principi cattolici quali abbiamo sempre saputo che voi siete, e come dimostrano le vostre illustri azioni note già a quasi tutto il mondo, voi non soltanto ardentemente desiderate, ma con ogni sforzo, zelo e diligenza, senza riguardo alle difficoltà, alle spese, ai pericoli, persino a costo dello spargimento del vostro sangue, siete impegnati in questo fine; riconoscendo inoltre che da molto tempo avete consacrato a questo scopo la vostra anima e tutti i vostri sforzi, come testimoniato in questi tempi dalla riconquista del regno di Granada dal giogo dei saraceni, a gloria del Nome Divino; noi dunque siamo a ragione condotti, e lo riteniamo anzi nostro dovere, ad assicurarvi il nostro accordo e, a vostro favore, quelle cose che, con fatica ogni giorno, vi rendano possibile, per l'onore di Dio stesso e la diffusione della regola cristiana, conseguire il vostro santo e lodevole proposito così gradito al Dio immortale."

Abbiamo anche appreso che voi, che per lungo tempo avete inteso cercare e scoprire alcune isole e terre remote e sconosciute e non ancora scoperte da altri fino a quel momento al punto da poter guadagnare al culto del nostro Redentore e alla professione della fede cattolica i loro residenti ed abitanti, essendo stati fino al momento presente impegnati intensamente nell'assedio e nella restaurazione del regno stesso di Granada, siete stati impossibilitati a realizzare questo santo e lodevole proposito; ma essendo stato il suddetto regno da tempo riacquistato, come è piaciuto al Signore, voi, col voto di realizzare il vostro desiderio, avete scelto il nostro amato figlio, Cristoforo Colombo, un uomo di certo valore e delle più alte credenziali e dotato per una impresa così imponente, e lo avete fornito di navi e uomini equipaggiati per questi disegni, non senza le più ardue difficoltà, pericoli, e spese, per fare una ricerca accurata di queste remote e sconosciute lande ed isole per mare, dove finora nessuno ha navigato; ed essi con l'aiuto divino e con la massima diligenza navigando per l'oceano, hanno scoperto certe isole molto remote ed anche continenti che finora non erano stati scoperti da altri; lì dimorano moltissimi popoli che vivono in pace e, come è stato riferito, che vanno in giro nudi e non mangiano carne. Inoltre, come ritengono i vostri suddetti inviati, questi popoli che vivono nelle dette isole e paesi credono in un unico Dio, creatore nei cieli, e sembrano sufficientemente disposti ad abbracciare la fede cattolica e ad essere educati nella buona morale. E si spera che, una volta istruiti, il nome del Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo, possa facilmente essere introdotto nelle dette terre e isole.

Inoltre, su una delle isole maggiori il suddetto Cristoforo Colombo è già riuscito a mettere insieme e costruire una fortezza ben equipaggiata, dove ha posto come guarnigione alcuni cristiani, suoi compagni, che hanno il compito di cercare altre isole e continenti remoti e sconosciuti. Nelle isole e terre già scoperte sono stati trovati oro, spezie, molte altre cose preziose di diverso tipo e qualità. Per tutto ciò, com'è proprio di. re e principi cattolici, dopo serissima considerazione di tutti gli argomenti, specialmente del sorgere e della diffusione della fede cattolica, e come è stato uso dei vostri antenati, re di rinomata memoria, voi vi siete posti il fine, con il favore della divina clemenza, di mettere sotto la vostra influenza i suddetti continenti e isole con i loro residenti e abitanti e di condurli alla fede cattolica. Perciò, affidando di cuore al Signore questo vostro obiettivo santo e lodevole, e nel desiderio che esso sia doverosamente realizzato, e che il nome del nostro salvatore sia portato in quelle regioni, vi esortiamo molto seriamente e vi ingiungiamo, nel Signore e in virtù del vostro santo battesimo, con il quale siete vincolati ai nostri comandi apostolici, e grazie alla misericordia di nostro Signore Gesù Cristo, a che, con lo stesso grande zelo per la vera fede con cui progettate di equipaggiare e inviare questa spedizione, vi proponiate anche, conformemente al vostro dovere, di condurre le popolazioni che risiedono in quelle isole e terre ad abbracciare la religione cristiana; ed in ogni momento non lasciate che i pericoli e le difficoltà vi scoraggino, con ferma speranza e fiducia nei vostri cuori che Dio onnipotente vi accompagnerà nelle vostre imprese.

E, affinché voi possiate intraprendere un'impresa così grande con maggiore prontezza ed entusiasmo, con il beneficio del nostro favore apostolico, noi, di nostra volontà, non su vostra richiesta né su richiesta di nessun altro a vostro riguardo, ma per nostra sola generosità e conoscenza e in virtù della pienezza del nostro potere apostolico, grazie all'autorità di Dio onnipotente conferitaci in san Pietro e della vicaria di Gesù Cristo che noi deteniamo sulla terra, noi vi facciamo questi doni; se alcuna di queste isole dovesse essere trovata dai vostri inviati e capitani, questo dà, assicura e assegna a voi e ai vostri eredi e successori re di Castiglia e di León, per sempre - insieme con tutti i loro domini, città, campagne, luoghi e villaggi, e tutti i diritti, giurisdizioni e annessi - tutte le isole e i continenti trovati e ancora da trovare, scoperti e ancora da scoprire, verso l'ovest e il sud, tracciando una linea dal polo Artico, cioè dal nord, verso il polo antartico, cioè verso il sud, senza badare se le suddette isole o continenti siano stati trovati o si troveranno nella direzione dell'India o verso altre direzioni, la detta linea dovendo essere distante 100 leghe verso ovest e sud dalle isole comunemente conosciute come Azzorre e Capo Verde. Con la clausola tuttavia che nessuna delle isole e dei continenti, da trovare o già trovati, da scoprire o già scoperti oltre la detta linea verso ovest e sud, sia possesso di re o principe cristiano fino al passato compleanno di nostro Signore Gesù Cristo con il quale comincia l'anno corrente 1493.

E noi nominiamo e deleghiamo voi, e i vostri suddetti eredi e successori, signori di essi con pieno e libero potere, autorità e giurisdizione, di ogni tipo; con la clausola che con questo nostro dono, premio e assegnamento nessun diritto acquisito da nessun principe cristiano che possa essere in attuale possesso delle dette isole e continenti da prima del detto compleanno di nostro Signore Gesù Cristo, dev'essere inteso come ritirato o annullato. Inoltre vi ordiniamo, in virtù della santa obbedienza, che, impiegando la dovuta diligenza nelle premesse, anche voi promettiate - né qui noi mettiamo in dubbio la vostra compiacenza in accordo con la vostra fedeltà e con la regale grandezza di spirito - di nominare nei suddetti continenti e isole uomini valorosi, timorosi di Dio, colti, abili e esperti, allo scopo di istruire i suddetti abitanti e residenti nella fede cattolica e di educarli nella buona morale. Inoltre, sotto pena di scomunica latae sententiae che verrebbe emanata ipso facto per chiunque contravvenisse, vietiamo assolutamente a tutte le persone di qualsivoglia rango, persino imperiale o regio, o di qualunque stato, grado, condizione, ordine, di osare, senza il vostro permesso speciale o quello dei vostri suddetti eredi e successori, di recarsi per scopi commerciali o per altre ragioni nelle suddette isole e continenti, trovati o da trovare, scoperti o da scoprire, verso ovest e verso sud, tracciando e stabilendo una linea dal polo Artico al polo Antartico, senza badare se le isole e i continenti si trovano in direzione dell'India o verso altre terre, dovendo essere la detta linea distante 100 leghe verso ovest e sud come già detto, dalle isole comunemente conosciute come Azzorre e Capo Verde; nonostante costituzioni apostoliche e ordinanze e altri decreti che dicessero il contrario.

Noi confidiamo in Lui, da cui procedono imperi e governi e ogni cosa buona, e nel vostro intraprendere, con la guida del Signore, questa impresa santa e lodevole, in breve tempo le vostre difficoltà e sfide raggiungeranno l’esito più felice, per la felicità e la gloria di tutta la cristianità. Ma poiché sarebbe difficile inviare queste lettere a tutti i luoghi che si vorrebbero, desideriamo, e con simile accordo e conoscenza decretiamo che copie di esse, firmate dalla mano di un pubblico notaio a questo incaricato, e sigillate con il sigillo di un ufficiale ecclesiastico o della corte ecclesiastica, venga osservato nella corte e fuori lo stesso rispetto che dovrebbe essere attribuito altrove a queste lettere se venissero mostrate o esibite. Perciò non consentite ad alcuno di infrangere o contravvenire con grave baldanza questa nostra raccomandazione, esortazione, richiesta, dono, premio, assegnazione, costituzione, delega, decreto, mandato, proibizione e volontà. Se qualcuno presumesse di attentarvi, sia noto a costui che incorrerà nella maledizione di Dio onnipotente e dei santi apostoli Pietro e Paolo.

Dato a Roma, San Pietro, nell'anno dell'incarnazione di nostro Signore, 1493, il quattro di maggio, primo anno del nostro pontificato.

 



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)