La Via della felicità
"Gesù gli disse: ‘Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me’" (Giovanni 14:6)
Non v’è un solo essere umano che non sia alla ricerca della felicità, tutti la desiderano, ma è soprattutto Dio che vuole la felicità della propria creatura
Il Signore desidera che la nostra vita su questa terra sia serena e felice; per questo ha voluto lasciare agli uomini una strada sicura da percorrere. Seguire il Signore signifi-ca trovarsi davvero sulla "via della felicità". Su questo cammino si ricevono preziosi insegnamenti provenienti direttamente dalla Parola di Dio: "Tutto il popolo, ascol-tandolo, pendeva dalle sue labbra" (Luca 19:48). La via della felicità, quindi, è stret-tamente congiunta con la volontà di Dio dichiarata nella Sua Parola.
Distinguere la vera felicità
Non v’è un solo essere umano che non sia alla ricerca della felicità, tutti la desi-derano, ma è soprattutto Dio che vuole la felicità della propria creatura. Non bisogna confondere, però, la vera felicità dell’anima con i piaceri, che, a volte, il peccato può procurare: "Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone,preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato" (Ebrei 11:24,25). Il peccato spesso si presenta sotto le spoglie del piacere, ma i suoi risultati saranno sempre deleteri per la nostra vita spirituale, perché trae origine proprio da colui che è l’ingannatore: "Il serpente disse alla donna: ‘No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male’" (Gen. 3:4, 5). Come migliaia di anni fa, ancora oggi il peccato si presenta attraente per la nostravita. L’albero, infatti, appariva agli occhi di Eva: "Buono per nutrirsi, … bello da vedere … era desiderabile per acquistare conoscenza", ma dietro quella tentazione erano in agguato il dolore e la tristezza.
La felicità della salvezza
L’insegnamento che Gesù ci dona, invece, afferma ben altra cosa. Il primo passo verso la felicità è quello di accettareGesù come personale Salvatore. La gioia di cui parlia-mo, che si realizza nel profondo del cuore, non è passeggera ma permanente. Dopo aver ascoltato la predicazione della Parola da parte dell’apostolo Pietro alcune persone sentirono che qualcosa nel loro cuore era avvenuto: "Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore …" (Atti 2:37). La nostra vita è stata trasformata dalla potenza di Dio, per l’opera che Gesù ha compiuto sulla croce. Quando siamo disposti alasciare operare il Signore, allora lo Spirito Santo verrà e ci aiuterà a mettere in pratica i consigli della Parola di Dio. La via della felicità non è infatti quella che possono percorrere le cosiddette "persone che non hanno mai fatto del male", le quali pensano che le proprie risorse siano il mezzo con il quale costruirsi una vita serena, ma è quella vita di gioia, risultato del potente e genuino amore di Dio, che trasforma la nostra esistenza. Senza la fede nell’Evangelo, infatti, le persone non possono conoscere la vera felicità. La Parola di Dio dichiara: "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio …" (Rom. 3:23). La vera felicità quindi è, innanzitutto, ricevere il perdono dei propri peccati. Non v’è alcuna macchia o tristezza della nostra vita che il sangue di Gesù non possa cancellare. Senza alcun timore avviciniamoci a Dio per essere trasformati e aiutati: "Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia etrovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno" (Ebrei 4:16).
La gioia della santificazione
Un cammino di reale santificazione con Dio è l’altro passo che ci permette di rag-giungere la pienezza della vera felicità.La presenza della gioia nella nostra vita è garantita dal distacco nei confronti del peccato. La lontananza dal modo di pensare del presente secolo ci pone nella posizione di ricevere, per grazia, la benedizione: "Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eter-no" (I Giov. 2:15-17). Il segreto di un risveglio costante è vivere separati dal mondo: "Chi vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio" (Giac. 4:4).La nostra felicità, mentre siamo su questa terra, è fare sempre la volontà di Dio e servirLo: "Siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci affidare il vangelo, parliamo in modo da piacere non agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori" (I Tess. 2:4). In conclusione, se veramente vogliamo essere felici, dobbiamo con risolutezza coltivare maggiormente la lettura e la meditazione della Parola di Dio, conservarla nei nostri cuori, vivere realmente la santificazione e desiderare di piacere sempre di più a "Colui che ci ha arruolati". Soltanto allora le splendide parole del Salmo 128 troveranno compimento nella nostra vita: "Beato chiunque teme il Signore e cammina nelle sue vie! Alloramangerai della fatica delle tue mani, sarei felice e pro-spererai" (vv. 1, 2)!
Francesco Davide Scianna
Da "Cristiani oggi" 1-15 Settembre 2003