00 29/01/2012 23:24
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Consiglia Messaggio 32 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°63CaterinaInviato: 13/11/2003 17.30
 

Da un sermone di Martin Luther King del 1963

pastore della Chiesa in Montgomery,

Alabama (Stati Uniti)

 

La Forza di Amare

Vorrei parlarvi di un uomo buono, la cui vita esemplare sarà sempre una luce sfolgorante capace di tormentare la sonnacchiosa coscienza dell’umanità. La sua bontà non consisteva in un passivo abbandono ad un particolare credo, ma nell’attiva partecipazione ad azioni di salvezza; non in un pellegrinaggio morale che raggiungeva il suo punto di destinazione, ma nella morale dell’amore con la quale egli compiva il suo viaggio attraverso la strada maestra della vita: era buono perché era un prossimo.

L’interesse morale di quest’uomo è espresso in una meravigliosa storia breve, che comincia con una discussione teologica sul significato della vita eterna, e si conclude con una concreta manifestazione di compassione su di una strada pericolosa. A Gesù viene posta una domanda da un uomo che si era formato nelle sottigliezze della legge giudaica: <<Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna?>>. La risposta è pronta: <<Che cosa è scritto nella legge? Tu cosa ci leggi?>>. Dopo un momento, il dottore della legge recita immediatamente: <<Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e con tutta la tua mente; e il prossimo tuo come te stesso>>. Allora viene da Gesù la parola decisiva: <<Hai risposto bene; fa questo, e vivrai>>.

            Il dottore della legge rimase male. <<Perché>>, avrebbe potuto domandare la gente, <<un esperto della legge avrebbe dovuto fare una domanda a cui anche un novizio poteva rispondere?>>. Volendo giustificare se stesso e mostrare che la risposta di Gesù era tutt’altro che conclusiva, il dottore della legge domanda: <<E chi è il mio prossimo?>>. Egli si stava ora impegnando in un dibattito vigoroso che avrebbe potuto trasformare la conversazione in un’astratta disputa teologica. Ma Gesù, deciso a non lasciarsi prendere nella ‘paralisi dell’analisi’, strappa la domanda da mezz’aria dov’era sospesa e la colloca in una pericolosa curva tra Gerusalemme e Gerico.

Chi è il mio prossimo? <<Non conosco il suo nome>>, dice Gesù in sostanza. <<E’ chiunque verso cui voi agite da buon vicino. E’ chiunque giace nel bisogno all’angolo della strada della vita. Non è giudeo né gentile, né russo né americano, né nero né bianco. E’ “un uomo” – ogni uomo in bisogno – in una delle numerose strade della vita>>. Così Gesù definisce il prossimo, non con una definizione teologica, ma con una situazione vitale.

In che consisteva la bontà del buon samaritano? Perché egli sarà sempre un paragone ispiratore della virtù dell’amicizia? Mi sembra che la bontà di quest’uomo possa essere descritta con una sola parola: altruismo. Il buon samaritano era altruista nell’intimo. Che cos’è l’altruismo? Il dizionario definisce l’altruismo come <<considerazione per, dedizione all’interesse degli altri>>. Il samaritano era buono perché faceva della premura per gli altri la prima legge della sua vita.

Il buon samaritano rappresenta la coscienza dell’umanità, perché egli pure obbediva a un comandamento non coercitivo: nessuna legge al mondo poteva produrre una così pura compassione, un così genuino amore, un così completo altruismo.

Come non mai prima d’ora, amici miei, gli uomini di tutte le razze e nazionalità sono oggi chiamati ad essere “prossimi” gli uni verso gli altri. L’appello ad una politica mondiale di buon vicinato è assai più che effimera parola d’ordine: è l’appello ad una forma di vita capace di trasformare la nostra imminente elegia cosmica in un salmo di pienezza creativa. Non possiamo più a lungo permetterci il lusso di tirare dritto dall’altra parte: una tale follia si chiamava una volta fallimento morale, oggi porterebbe al suicidio universale. 

Non possiamo sopravvivere a lungo separati spiritualmente in un mondo che è unito dal punto di vista geografico. In ultima analisi, io non devo ignorare l’uomo ferito sulla strada di Gerico della vita, perché egli è parte di me ed io sono parte di lui: la sua agonia mi diminuisce, la sua salvezza mi accresce.   

Nel nostro tentativo di fare dell’amore del prossimo una realtà, noi abbiamo, a guidarci, oltre all’esempio ispiratore del buon samaritano, la magnanima vita del nostro Cristo.

Il suo altruismo era universale, perché egli considerava tutti gli uomini, anche i pubblicani e i peccatori, come fratelli.

Il suo altruismo era rischioso, perché egli spontaneamente percorreva vie pericolose per una causa che conosceva giusta.

Il suo altruismo era eccessivo, perché egli scelse di morire sul Calvario, la manifestazione, meravigliosa in tutta la storia, di obbedienza a leggi non coercitive

 


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Consiglia Messaggio 33 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/11/2003 23.27
 

da "discorsi e dialoghi spirituali" di San Macario Simeone:

La perla spirituale.

Il Signore, parlando del regno dei cieli disse cosi': "Il regno dei cieli e' simile ad un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra" (Mt 13,45-46).

Allo stesso modo anche l'anima deve trovare e acquistare la celeste "perla preziosa", lo Spirito di Cristo. Senza questa perla divina l'anima non puo' piacere al re Cristo.

Il prezzo e' avere il cuore libero dalle cose di questo mondo e accettare con coraggio e fiducia le prove che la vita stessa ci presenta, confidando soprattutto nel Signore.

Ogni anima che desidera giungere alla vita cerchi questa perla, e acquisti il Signore che e' tutto in tutti: cibo, bevanda, veste, riposo, gioia ineffabile, vita vera che dona se stessa fino alla morte.

Colui che lo ha trovato, ha trovato una ricchezza per tutti i secoli, una luce incessante, una gloria senza oscurita'.

Percio' l'anima, dopo aver ascoltato la parola di Dio ed essersi accordata con lui, si alzi, si desti all'amore per il Signore desiderato.

Noi siamo veramente figli di Dio e come una mamma prende in braccio il bambino e il bambino si rallegra e gioisce nel vedere la madre, poiche' riceve da lei il latte, cosi' quanti hanno in se' la vera luce dello Spirito e si sono rivestiti di Cristo, al vederlo trovano riposo e si rallegrano di "gioia indicibile".

Da lui infatti ricevono il nutrimento incorruttibile, in lui vivono la vera vita.


 

Domani festeggiamo il ricordo del Vangelo della Gloria del Cristo: Festa dunque di CRISTO RE......credo che questo possa certamente essere un punto d'incontro con TUTTI I CRISTIANI SPARSI SULLA TERRA E CHE IN CRISTO RE NON ESISTANO BARRIERE E DIVISIONI....domani allora, se volete, potremo trovarci in unione di Preghiera, voi nelle vostre Comunità, noi nelle nostre, innalzando a Dio un unica voce di Preghiera.....

Fraternamente ....da tutti e per tutte le persone di buona volontà......


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Consiglia Messaggio 34 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 23/11/2003 16.50
 
 
 


Il libro dei Testimoni
Comunità di Bose

Martirologio Ecumenico
Ediz. San Paolo, 2002; 672 pp.

Il libro dei Testimoni
Comunità di Bose

Fin dai primi secoli della Chiesa, i cristiani cominciarono a raccogliere i nomi dei martiri locali, consci che, come ricorda il celebre adagio di Tertulliano, "il sangue dei cristiani è un seme". Già nel IV secolo a Nicomedia, e pochi decenni più tardi nella regione di Aquileia, si avvertì il bisogno di ricordare la comunione universale tra le Chiese, mettendo insieme diverse liste di martiri locali, fino a produrre una raccolta globale dei testimoni: è il celebre Martirologio geronimiano.
Quando iniziarono le divisioni (nel V secolo con l'oriente non calcedonese, alla fine del primo millennio tra oriente bizantino e occidente latino, quindi nel secolo XVI tra cattolici e protestanti), i martirologi cominciarono a subire un'evoluzione contraria, rispetto a quella che ne aveva caratterizzato più di mille anni di storia: si continuarono ad aggiungere nomi nuovi agli elenchi dei frutti suscitati dallo Spirito lungo i secoli, ma soltanto quelli appartenenti alla propria Chiesa.
Una inversione di tendenza si è avuta con la diffusione sempre più convinta del movimento ecumenico. La contraddizione all'Evangelo rappresentata dalle divisioni tra cristiani è balzata finalmente agli occhi di tutti. Giovanni Paolo II, in uno dei brani giustamente più citati della Tertio millennio adveniente (n. 37), osserva: "La Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri... La testimonianza resa a Cristo sino allo spargimento del sangue è divenuta patrimonio comune di cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti... L'ecumenismo dei santi, dei martiri, è forse il più convincente". Nella enciclica Ut unum sint (n. 84) c'è un chiarimento coraggioso e decisivo: "In una visione teocentrica, noi cristiani abbiamo già un martirologio comune... Sebbene in modo invisibile, la comunione non ancora piena della nostra comunità è in verità cementata saldamente nella piena comunione dei santi. Questi santi vengono da tutte le Chiese". Ancor prima, il decreto conciliare Unitatis redintegratio (n. 4) aveva affermato: "Riconoscere le ricchezze di Cristo e le opere virtuose nella vita degli altri, i quali rendono testimonianza a Cristo talora sino all'effusione del sangue, è cosa giusta e salubre".
Speriamo che questo Martirologio ecumenico, redatto con il concorso dei rappresentanti ufficiali di tutte le Chiese, possa servire a ridare motivazioni e stimoli a coloro che desiderano fare la volontà del Signore: "Che tutti siano uno". Enzo Bianchi


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Numero di iscritti che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti Messaggio 35 di 159 nella discussione 
Inviato: 23/11/2003 16.58
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Consiglia Messaggio 36 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 23/11/2003 17.25
Perdonami Giacomo....ma questo forum serve per UNA COMUNIONE CON GLI EVANGELICI......e qui cerchiamo anime di buona volontà.....oppure invitiamo di astenersi dallo scrivere se non si hanno cose buone da comunicarci....
 
Comprendo la tua buona fede, ed inserirò il tuo messaggio nel forum dedicato alla Vergine, qui:
 
ma epurandolo da alcune affermazioni un pò inesatte e pesanti....qui leggerai che gli anglicani e molti di loro sono ben predisposti verso la Vergine.....inserire solo ciò che ci divide non farà bene a nessuno, tanto meno al dialogo....
Diverso è invece quando parliamo degli errori di insegnamento della dottrina della Chiesa che purtroppo molti evangelici non conoscono ed anche qui c'è chi in silenzio vuole apprendere e chi invece ne approfitterà per attaccare.....ecco, allora, non agiamo così anche noi......
 
Dialogare con CARITA' vuol dire anche trovare le parole giuste per dirle al momento giusto....sembra facile ma non è affatto così.....
 
Ringrazio Gino per aver inserito questo libro di Bianchi della Comunità di Bose e che parla e credo per la prima volta..DI MARTIRI SIA CATTOLICI CHE PROTESTANTI, che UGUALMENTE HANNO DATO LA VITA PER GESU'.....
Ci sono veramente molti MISSIONARI DA AMBO LE PARTI....ringraziamo comunque Dio perchè non venga a mancare l'operaio nella sua vigna...noi impegnamoci fin dove possiamo...ad arginare il senso della diversità anche se esiste....ma dobbiamo imparare a rispettarci....
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Messaggio 37 di 159 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 24/11/2003 9.18
Amici, nella sezione TESTIMONIANZE  
a cui potete accedere cliccando sul titolo in grassetto  ho inserito un testo che ha trovato Alfonso, gestore di Cristiani Evangelici sui comuni cristiani martiri della Chiesa antica.
L'ho inserisco col suo permesso.
 
Pace
Gino