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  Il giorno e il mese della prima Venuta. Una scoperta tra le righe della Emmerick


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I tempi e le date di Gesù. Le contemporanee gravidanze “di grazia” delle consanguinee Elisabetta e Maria, madri del Precursore e del Messia. Una sorprendente, piccola ma importante, nostra scoperta annidata tra le righe della veggente Caterina Emmerick.

di Ruggero Sangalli

Dopo la pubblicazione dell’articolo sull’Immacolata e sul Natale, nei quali avevo illustrato la ragionevolezza di date abbastanza precise riguardanti la storia di Gesù e di Maria, uno dei commenti più intriganti pervenuti al nostro Mastino cita un articolo di Vittorio Messori – insuperabile apologeta a cui debbo molte delle mie conoscenze – apparso sul Corriere della Sera nel 2003 [vedi qui].

Quinto mese e un giorno

Andrea del Sarto. Annunciazione. 1528

Andrea del Sarto. Annunciazione. 1528

L’articolo riferiva che il professorShemarjahu Talmon, dell’università ebraica di Gerusalemme, studiando il materiale rinvenuto nella biblioteca essena di Qumran, è riuscito a precisare in che ordine cronologico si susseguivano le 24 classi sacerdotali.

Da questo studio Vittorio Messori fa discendere la presenza di Zaccaria al tempio a settembre, collegando questa evidenza con la tradizione cristiana orientale che pone in quel mese il concepimento del Battista.

Muovendo da questo spunto può essere interessante sapere che le classi sacerdotali (primo libro delle Cronache, cap. 24) prestavano servizio per una settimana, da sabato a sabato (2 Re, 11,9). La rotazione portava casualmente a essere di turno in certi momenti dell’anno. Nell’anno in cui fu concepito Giovanni il Battista (che per altre ragioni sappiamo essere il 3 a.C.), Zaccaria, appartenente alla classe di Abia, fu di servizio in corrispondenza con “l’offerta dell’incenso”. Zaccaria non stava officiando in modo “comune”: San Luca scrive che gli “toccò in sorte” (Lc 1,9) l’offerta dell’incenso, operazione (Levitico 16, 12-13) eseguita in un giorno ben preciso. L’evangelista Luca insiste più volte sull’incenso e l’entrare nel santuario quando Zaccaria ricevette l’annuncio della maternità di Elisabetta: si trattava del 10 di tishri, giorno dell’espiazione, lo Yom kippur, in settembre, esattamente come dice la tradizione degli ortodossi!

Luca Signorelli. Le sacre famiglie: di Maria e Giuseppe ed Elisabetta e Zaccaria. Ossia di Gesù e del Battista.

Luca Signorelli. Le sacre famiglie: di Maria e Giuseppe ed Elisabetta e Zaccaria. Ossia di Gesù e del Battista

Abbiamo così due indizi, derivanti da scritti antichissimi, che convergono su un periodo preciso e circoscritto del calendario. Questo punto di riferimento è prezioso: teniamo presente che il “sesto mese” di Elisabetta dura trenta giorni: cioè al quinto mese e un giorno una donna incinta è al suo sesto mese. Detto altrimenti: il mese di gravidanza non è un “giorno”, ma un “insieme di giorni”: una donna incinta è nel suo “sesto mese” sia dopo 5 mesi e un giorno, sia dopo 5 mesi e 29 giorni. Elisabetta si tenne nascosta cinque mesi e nel sesto mese (per Elisabetta) Maria ricevette l’annuncio dell’Angelo. Ci sono pertanto una trentina di giorni ugualmente rispondenti al dettato del Vangelo di San Luca.

Dicembre certum est, il 25 incertum

Carlo H. Bloch; Elisabetta accoglie Maria.

Carlo H. Bloch; Elisabetta accoglie Maria

Tutto questo ragionamento era per spiegare che la data del Santo Natale di Nostro Signore è del tutto ragionevole nel periodo in cui la festeggiamo, ma che attribuirle la certezza del 25 dicembre muovendo dal fatto che Elisabetta concepì Giovanni a settembre dell’anno prima è azzardato. La gravidanza umana -in assenza di prematurità- dura da 38 fino anche a 42 settimane; 38 settimane corrispondono a 266 giorni: i classici 9 mesi (se da 30) corrispondono a 270 giorni. E’ del tutto teorico, anche ipotizzando un’annunciazione/concepimento al 25 marzo, ritenere “certa” la nascita di Gesù al 25 dicembre. Non è escluso, ma non è affatto “automatico”; ancor più meccanicistica sarebbe la pretesa calcolare le date, di nove mesi in nove mesi, su due gravidanze storicamente “concatenate”, come furono quelle di Elisabetta per Giovanni e Maria per Gesù. Senza per questo togliere storicità alla data del 25 dicembre, ma accettandone anche la simbolicità, che risiede nel riferirsi al 25 kislev, la festa delle luci, “a fagiolo” per la Luce del mondo!

Quando elaborai per la prima volta le mie varie ipotesi cronologiche mi stupii di questo fatto: la “comparazione” di date tra il nostro attuale calendario e altri calendari è possibile (scientifica) grazie a precisissimi “calendari perpetui” (il migliore è fourmilab/calendar converter), che oggi permettono anche a dilettanti e curiosi come me di fare le prove, ma che pochi decenni fa non erano disponibili a studiosi del calibro di un Ricciotti e tanto meno ai mistici.

La sorpresa scovata negli scritti della Emmerick

Visitazione. I demoni sullo sfondo.

Visitazione

Mentre rimuginavo sui vari calcoli cercando di rispondere alle curiosità del Mastino ed altri lettori, contemplando il presepio e invocando i doni dello Spirito Santo (come suggeritomi dal confessore prima di Natale), mi è venuto in mente di riprendere il libro delle visioni della beata Caterina Emmerick.

Spesso non ci si pensa nemmeno… eppure l’inspiegabile ci raggiunge, ci snida e ci sfida.

Romanzate o no da Brentano, [vedi qui] le visioni della mistica tedesca furono di due secoli fa. A quei tempi non erano disponibili computer e calendari perpetui in versione elettronica.

Proviamo allora ad incrociare che cosa scrisse Brentano ascoltando la beata Emmerick con quello che c’è nella Bibbia e con le altre nozioni accumulate.

Elisabetta con Maria nel tempio, alle spalle Zaccaria. Maria canta il Magnificat alla presenza di Elisabetta e Zaccaria: alla nascita di Giovanni Battista, il santo vegliardo risponderà con il suo "Benedictus"

Elisabetta con Maria nel tempio, alle spalle Zaccaria.
Maria canta il Magnificat alla presenza di Elisabetta e Zaccaria: alla nascita di Giovanni Battista, il santo vegliardo risponderà con il suo “Benedictus”

Zaccaria officiava al tempio nel turno della classe di Abia. Le classi erano 24 e ognuna aveva un turno settimanale, da sabato a sabato. A Zaccaria quell’anno toccò in sorte (non era scontato) l’offerta dell’incenso, che avviene il 10 tishri. Osservando i calendari perpetui quel giorno nel 3 a.C. era un 17 settembre, di giovedì. Zaccaria avrebbe terminato il suo turno il sabato e sarebbe tornato a casa, da Elisabetta, il giorno 19 settembre. Le tradizioni bizantine assegnano la data del 22 settembre al concepimento di Giovanni.

La classe di Abia sarebbe stata ancora di turno dopo 24 settimane, a partire dal 27 febbraio, sabato, corrispondente al 25 adar, dopo 168 giorni, che fanno 5 mesi e mezzo (quindi nel sesto mese per Elisabetta).

Quando Zaccaria fu nuovamente di turno al tempio, Elisabetta aveva smesso di “tenersi nascosta”!

Fu a quell’epoca che Maria ricevette l’annuncio dell’angelo.

Adesso viene il bello, ossia lo stupefacente, ma non allucinogeno: nelle visioni di Suor Caterina si dice che, pochi giorni dopo l’annunciazione, Maria convinse Giuseppe (che comunque stava già pensando di recarsi a Gerusalemme per la Pasqua) ad andare da Elisabetta, arrivandovi (lo scrive anche il vangelo) assai rapidamente. Immaginando un’andatura di 3-4 Km l’ora e 8-10 ore di cammino al giorno (la Emmerick esprime in ore di cammino l’unità di misura degli spostamenti) la strada diretta -per i monti- tra Nazaret e la Giudea può essere percorsa in meno di 4 giorni: Maria era giovanissima e Giuseppe non anziano. Le visioni di Suor Caterina attestano che la famigliola giunse a casa di Elisabetta il giorno successivo al ritorno di Zaccaria dal tempio.

visitazione-1In base alla ricostruzione che stiamo seguendo, Zaccaria sarebbe tornato il 6 marzo (3 nisan), quindi l’annunciazione potrebbe essere anteriore di una settimana (qualche giorno prima di partire, più il rapido viaggio), alla fine del mese di adar. Stupiamoci insieme: la Pasqua (che inizia il 15 nisan) quell’anno sarebbe caduta il 18 marzo, un giovedì, avvalorando in modo impressionante il racconto di Suor Caterina, la quale racconta persino che Giuseppe si trattenne a casa di Elisabetta per otto giorni, ripartendo la domenica sera (14 marzo), il che collima con la datazione della Pasqua ebraica di quell’anno!

Chi lo desidera può leggersi tutto nel libro “Vita della Santa Vergine Maria”. Nove mesi dopo (39 settimane dopo), nell’anno 2 a.C., guarda caso c’è proprio la festa delle luci, dal 25 kislev al 3 teveth!

Suor Caterina Emmerik fa scrivere a Brentano (cap. 3 della Vita della Vergine Maria) che Gesù visse 33 anni e diciotto settimane. E, dato che il 14 nisan del 33 d.C. fu un 1 aprile (il che è attestato persino dalla NASA e potrei naturalmente produrne la “dimostrazione”), retrocedendo del tempo indicato si arriva (udite udite!) esattamente alla data dell’ultimo giorno della festa delle luci che inizia il 25 kislev (il calendario virtuale è in internet: chiunque può verificare).

Non quindi esattamente al 25 dicembre, ma tuttavia proprio alla festa della luci che ogni anno cambia data, pur cadendo nel periodo che ci interessa. E Brentano, pur volendogli attribuire e persino imputare molta fantasia, questi calcoli NON poteva farli!

Sfido chiunque a dire che Brentano possa aver congegnato un incastro simile “a tavolino”. E’ molto più sensato non disdegnare le visioni della beata mistica tedesca, tanto più che i conti tornano benissimo.

La Emmerick

La Emmerick

Il 25 dicembre è la logica “trasposizione” della data di riferimento per la festa delle luci (che dura otto giorni).

Nella tradizione cristiana il Natale è diventato (ben prima che servisse assorbirvi il “Sol Invictus”) una “data fissa”, anche se origina da una ricorrenza a data variabile e nell’anno della nascita del Salvatore (il 2 a.C.: Erode era ancora vivo e la data di morte al 4 a.C. è un abbaglio) poteva non essere il 25 dicembre.

La Pasqua di resurrezione invece avvenne all’alba del 16 nisan: è rimasta una data variabile, che segue la luna, ma l’anno è “sicuro”: il 33 d.C., per i vangeli, per la storia di Roma, per la NASA (il plenilunio di venerdì nell’intorno di anni “papabile” c’è solo in quell’anno) e per i mistici. Non per molti esegeti: facciamocene una ragione.






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)