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annacaterinaemmerick

 

IL VIAGGIO IMMOBILE

nel passato e nel futuro della Chiesa

La vera messa e quelle sacrileghe

in Anna Katharina Emmerick

TAPPA 4, FINE

Tappa 1

Tappa 2

Tappa 3

 

La beata Emmerick, nelle sue visioni, ha potuto vedere qualcosa che addolora molto il Signore: i sacrilegi che vengono perpetrati durante la Messa da alcuni sacerdoti. Queste visioni probabilmente rimandano anche agli abusi liturgici compiuti dopo il Concilio Vaticano II. Inoltre, la Emmerick ha potuto “vedere” a cosa sarebbero andati incontro i vari Papi che si sono succeduti. Chi erano questi Papi e cosa ha visto riguardo ad ognuno di loro? In questa nuova e ultima interessante tappa del viaggio intrapreso insieme a lei, scopriamo qualcosa che è molto importante per la nostra meditazione.

 

di Dorotea Lancellotti

Torniamo ad occuparci della parabola esistenziale di Anna Katherina Emmerick e delle sue visioni. Molto interessante è questo passo, tratto da uno dei libri che le raccoglie: “Vidi pure i comportamenti della vita materiale del mondo che verrà per il quale la maledizione non è altro che benedizione e i segni del regno di Satana: la superstizione, l’incantesimo, il magnetismo, la scienza mondana, l’arte e tutti i mezzi per dipingere la morte, truccare i peccati e addormentare le coscienze con minuziosa superstizione. Tutte queste cose impegnano gli uomini del mondo carnale, i quali vogliono così diffamare i misteri della Chiesa Cattolica tentando di marchiarli come chiare forme di superstizione. Questa gente, al servizio di satana, esercita pienamente tutta l’attività mondana e carnale nel modo che credono più giusto, trascurando e allontanando sempre più il Regno di Dio…. Sarebbe pauroso se le anime potessero esprimere ed esporre e reclamare tutti i loro diritti e tutte queste cose al Clero che, con un comportamento indifferente, invece le ignora!”  

VIDE LA QUESTIONE ROMANA?

Un dipinto che ritrae la mistica beata.

Nel VI capitolo vediamo con la beata Emmerick la vittoria della Chiesa militante sui suoi nemici, raggiunta con l’aiuto degli angeli, dei santi e l’intervento della Santa Madre di Dio. Prima della vittoria, però, c’è la descrizione di una serie di pericoli, dell’apostasia, della tiepidezza della fede. Leggiamo, infatti: “Mi apparvero anche in modo chiaro e dettagliatamente le loro atrocità (dei nemici della Chiesa): riconobbi Roma e mi apparve il tormento della Chiesa e il suo crollo interno ed esterno. Grandi cortei di uomini andavano verso un punto e tutto volgeva in una lotta…”. E’ probabile che qui la beata possa aver visto la caduta del potere temporale dei Papi, lo sfratto del Papa dal Quirinale, che era sede del Pontefice, e la cosiddetta “Questione Romana”.  

Non è escluso che ciò che vide “dopo” ci possa riguardare. Come abbiamo spiegato, queste visioni non hanno un ordine cronologico: la mistica parla di sette periodi, di tempi, non facilmente individuabili cronologicamente ma, come ogni profezia che si rispetti e per come ci insegna la Chiesa, queste possono istruirci sui comportamenti, sull’individuazione dei nostri errori in rapporto alla fede… Insomma, sono grazie e doni per progredire nella fede.  

LA SOFFERENZA DEL PAPA… MA DI QUALE PAPA SI TRATTA?  

La Emmerick parla di lui? Forse sì, ma non solo…

Il 10 agosto 1820 così raccontò: “Vedo il santo Padre in grande assillo; abita in un altro palazzo circondato da poche persone di fiducia, le sue forze stanno per confrontarsi con la fazione cattiva. Se le forze del male avranno la meglio egli soffrirà ancora grandi tribolazioni prima della sua morte. Vedo la chiesa delle tenebre in crescita e influire in modo negativo sul mondo del sentimento. La pena del santo Padre e della Chiesa è realmente così grande che si deve supplicare Dio giorno e notte”…. Se può interessarvi, ritornate a meditare le parole della Madonna a Fatima a riguardo della sofferenza del Pontefice e delle gravi persecuzioni!

La beata prosegue: ” … vedo il santo Padre in una grande pena d’animo (…) è stanchissimo e del tutto sfinito dagli assilli, dalla tristezza e dalle preghiere (…) egli è così debole che non può più camminare”. Non vogliamo cimentarci nell’individuare quale Pontefice è protagonista di queste visioni. Quel che è certo è che l’unico Papa che, finora, è arrivato a non poter più camminare, dal 1820 ad oggi, è stato Giovanni Paolo II. E probabile che la pia suora abbia interpretato la malattia del Papa come una penitenza, una sofferenza che sappiamo bene che Dio permette per i suoi servi, come per altro è stato spiegato all’inizio di questo lungo lavoro.

“La Madre di Dio parlò poi di molte cose assai difficili da spiegarsi; appresi da Lei che solo un prete avrebbe offerto un Sacrificio incruento dignitosamente e consapevolmente come fecero gli Apostoli, allontanando tutti i pericoli… (…) questa gente, buona e devota che vedevo in tutto questo, era diventata sprovveduta e disorientata…. sembravano aver paura l’uno dell’altro”. Dice ancora la Emmerich: “La Chiesa è in grave pericolo (…) e si deve invocare il Signore che faccia mantenere la presenza dello Spirito Santo nell’animo del nostro Papa”.

Forse parla anche di loro e degli altri papi…

A riguardo dei Pontefici, è bene riflettere sul fatto che la Emmerich non ne cita mai uno con il proprio nome, né li definisce al plurale “i pontefici”, ma parla sempre del Papa, ben identificato per lei durante la visione stessa. Come ci insegna la dottrina stessa, il Papa è colui che regna in quel dato momento storico nel quale si combatte la “buona battaglia”. In tal senso, le visioni sul Papa sono riportate con descrizioni differenti: una volta il Papa è stanco e sembra persino ammalato, non più in grado di muoversi; in altre visioni appare forte, persino giovane, e combattivo come in questo caso: “Numerose processioni si snodavano innanzi e dentro la Chiesa che adesso era presieduta dal nuovo e severissimo Papa. Prima dell’inizio della celebrazione egli, come già vidi, aveva scacciato via molti vescovi e pastori indegni…” Da agosto a settembre del 1820 la pia Suora fu impegnata nella sofferenza per il santo Padre di tutte le sue Visioni, e dunque dei Papi a venire. Le venne mostrato, sempre con immagini simboliche, la condizione di tutta la Chiesa di Pietro, sottoposta ad attacchi ininterrotti e di annientamento su tutto l’emisfero terrestre. Queste guerre contro l’unica vera Chiesa di Cristo, spiega la Emmerich, sono guidate dall’impero dell’Anticristo..

IL DEMONIO LA PERCUOTE, LEI RESISTE E INTRAVEDE L’IMPORTANZA DEI GRUPPI DI PREGHIERA

Dolori e prove per la beata.

Nel periodo di cui abbiamo parlato, il Brentano riporta le atroci sofferenze della pia suora, la quale viene letteralmente presa di mira dal Demonio, come, prima e dopo di lei, è accaduto a diversi santi, tra cui san Pio da Pietrelcina. Per tre volte, il demonio le si scagliò contro per strangolarla, la trascinò giù dal letto, la scagliò contro i muri e i mobili: la pia suora, continuando a stringere il Crocefisso e le reliquie, cantava il Te Deum. Il primo ottobre Brentano la trovò sfinita ma infinitamente sorridente e radiosa, ferita e dolorante, ma con lo spirito alto. Anna K. gli spiegò come avrebbe dovuto ancora patire per la Chiesa e per il Papa. Ci sembra di constatare che mentre più la Chiesa era in pericolo e attraversava il periodo della apostasia, maggiormente la Emmerch soffriva e pativa e veniva duramente attaccata dal demonio, che voleva scoraggiarla ed impedirle di trasmettere a noi quanto Dio le donava di vedere.

Uno dei tanti abusi liturgici.

“Vidi la Chiesa, era semi distrutta di nuovo, ma c’era ancora il pavimento e la parte posteriore, il resto era stato distrutto dalle sette segrete e dagli stessi servitori della Chiesa. Gli Apostoli allora la portarono in un altro posto, mentre alcuni palazzi vicino sprofondavano come grano dalle spighe. Quando vidi la Chiesa di Pietro in quella condizione e come tanti religiosi avevano contribuito all’opera di distruzione, senza che ciò apparisse comprensibile pubblicamente, ebbi una tale pena che invocai la pietà di Gesù. In seguito mi apparve il mio Sposo Celeste, e mi parlò per lungo tempo. Mi disse che la Chiesa solo apparentemente sembrava crollare sotto questo peso, ma in verità da questo carico la Chiesa risulterà sui suoi nemici nuovamente vincitrice…(…) e mi fece vedere come nella Chiesa non mancano persone che pregano e che soffrono, sacerdoti degni e vescovi buoni, tanti che si adoperano per la Chiesa…(..)ma vidi in sempre più vasti esempi, tutta la miserabile attività dei cristiani e dei religiosi, e perciò mi esortò a pregare e soffrire per tutti in modo perseverante. Fui resa consapevole che cristiani, intesi nel senso vero della parola, non esistevano più. Restai molto addolorata nell’apprendere questa realtà (…). Allora i nemici della Chiesa, per sfuggire, presero a muoversi nelle più diverse direzioni senza che ne avessero conoscenza, ed erano molto confusi. (..) Quando poi, finalmente, furono serrati tutti insieme dai “Gruppi della fede”, li vidi rinunciare al loro lavoro distruttivo della Chiesa per sparpagliarsi…”

Vi ricordiamo l’importanza, nella Chiesa, dei “gruppi di preghiera” fondati da molti santi, in ultimo da san Pio da Pietrelcina, proprio per far fronte all’invasione dei nemici della Chiesa e per la loro conversione.  

O ROMA, QUALI MINACCE!

Per qualcuno è un auspicio, ma la Emmerick lo vide davvero.

Nel bellissimo racconto attraverso un “giro” nelle Catacombe romane, la Emmerich dice: “…giunsi a Roma, vedemmo un grande palazzo (il Vaticano) avvolto nelle fiamme ma fui molto turbata perché nessuno tentava di spegnere quell’incendio, nessuno tentava di domare quelle fiamme, appena ci avvicinammo il fuoco scemò fino a spegnersi del tutto. (..) giungemmo fino al Papa che sedeva su una grande sedia, era malatissimo…. non poteva più muoversi (…) i religiosi che lo circondavano più da vicino non mi piacevano, apparivano essere falsi e tiepidi…”

Molto preoccupante ancora quanto segue: “Vidi la Chiesa sempre più solitaria, interamente abbandonata, sembrava come se tutti fossero scappati via. Imperava la disarmonia completa. Dappertutto vidi grandi difficoltà e odio, tradimenti e amarezze, inquietudini e cecità piena. Da un gruppo sinistro, vennero inviati messaggeri per dare intorno una notizia spiacevole che provocò odio e rabbia nel cuore degli ascoltatori. Io pregai diligentemente per quegli oppressi. Vidi così delle luci celesti illuminare i luoghi dove i singoli pregavano, sugli altri invece vidi calare le tenebre oscure. La condizione si presentava in modo terribile. Ho supplicato la compassione di Dio: O città, città (Roma), quali minacce! La tempesta è vicina. Fai attenzione! Ma io spero che tu resterai salda!“.

Abuso liturgico. S. Messa o… degustazione di vini?

Nel capitolo VII la pia suora descrive la grave situazione liturgica della Chiesa… “Io vedo dappertutto sacerdoti cingersi delle grazie della Chiesa e dei tesori dei meriti di Gesù e dei Santi, ma vedo praticare i sacrifici e predicare in modo morto. Mi venne mostrato un pagano che stava su una colonna, egli era intento a parlare in modo acceso del nuovo Dio di tutti gli dei e di un altro popolo, che tutti restavano rapiti dalle sue parole. Questa visione mi tempestò giorno e notte. (…) La lettura sciatta della Messa è una cosa mostruosa! Il modo di leggere è importante! (…) Ricevetti, innanzi all’anima mia, alcune immagini dell’Antico Testamento, dove potei vedere e comprendere il sacrificio dalla prima offerta e il meraviglioso significato della sacra Spoglia e quello delle reliquie sotto l’altare, dove deve essere celebrata la santa Messa…”. A tal proposito, vi consigliamo l’intera lettura del capitolo, davvero edificante ed illuminante, dove spiega lungamente il Sacrificio della Messa, l’esempio del Pontefice Zefirino, di san Luigi re di Francia, ecc… e dove la beata ripercorre tutto il percorso storico, dottrinale e teologico della liturgia della Chiesa.   

E IL SACERDOTE SI CHIEDE: “COME MI VEDE IL POPOLO?”… MA NON DOVEVA PREOCCUPARSI DEL GIUDIZIO DI DIO?

Catto-sincretismo. Degenerazioni del dialogo interreligioso.

Importante è questo passo che ci aiuta a comprendere la difesa della sacralità della Messa: “Io ho chiamato Dio. Egli vuole vedere Suo Figlio agire per i peccatori e rinnovare costantemente il Divino Sacrificio d’amore per noi. Ebbi poi l’immagine del Venerdì Santo, il modo come il Signore si immolò per noi sulla Croce, ed ho visto Maria e gli Apostoli sotto la Croce sull’Altare, mentre il prete celebrava la santa Messa. Questa immagine mi appare giorno e notte e vedo come l’intera comunità preghi male, ed il modo in cui il prete adempie al suo ufficio. (..) Mi appare pure un Ufficio Divino Celeste e gli Angeli che aggiungono tutto quello che il prete trascura. Per mancanza di devozione della comunità mi sacrifico ed offro in suffragio il mio cuore supplicando il Signore per la Sua misericordia. Vedo molti preti adempiere al loro ufficio in modo miserabile, preoccupandosi troppo di conservare una buona esteriorità e trascurando così spesso le cose interiori, essi pensano più o meno in questo modo: “Come vengo visto dal popolo?” senza preoccuparsi di come vengono visti da Dio!”

Altra “fantasticheria” sacrilega degli ultimi anni.

Il Brentano tenta di riportare la spiegazione che la Beata Emmerich fa della Messa sacrilega: egli annota la difficoltà interpretativa e spiega come la pia suora la descrive vedendo il sacrificio di un Bambino e dice: “Quando vidi l’immagine terribile del Bambino sacrificato… implorai il Signore di liberarmi dall’orrore! Rispose lo Sposo Divino: “Vedi quanta rabbia, come essi quotidianamente si comportano con Me e agiscono in mio nome!” Allora vidi alcuni preti i quali, nonostante si trovassero in peccato mortale, celebravano la santa Messa, e vidi l’Ostia, che come un Bambino vivente era disteso sull’altare e veniva fatto a pezzi, ferito in modo orrendo. Mi venne spiegato che per molti preti, il Sacrificio della santa Messa, non era altro che una forma di assassinio…(..) e vidi tanta gente infelice e tanta buona gente in molti luoghi, oppressa e duramente perseguitata, come se queste persecuzioni venissero fatte a Gesù Cristo stesso. Un tempo terribile! Non c’è nessuna scappatoia ma soltanto una grande nebbia di colpe che cala su tutto il mondo. Anche a Roma vedo preti cattivi martirizzare Gesù Bambino nella Chiesa. Essi pretendono dal Papa qualcosa di molto pericoloso; anche il Papa si accorse di ciò che io pure avevo visto e, come un Angelo con la sua spada, li ricacciò via”.

E’ un peccato che il Brentano non ci spieghi cosa abbia visto la Emmerich, ma tutto sommato meglio così! A volte è meglio non sapere, meno sappiamo e meno saremo responsabili. Tuttavia il passo che abbiamo riportato è eloquente, parla della Liturgia e della Messa, e della necessità che essa sia celebrata in modo degno, non sono esteriormente, ma soprattutto interiormente.

PREGARE BENE. ALTRIMENTI È INUTILE

Giovanni Paolo II, uomo di preghiera.

Grande attenzione meriterebbe l’VIII capitolo dedicato alla preghiera, al modo in cui si deve pregare, specialmente all’importanza del santo Rosario. Purtroppo lo spazio qui non ci consente di approfondire: vi invitiamo però a farlo voi stessi, mentre qui ci limiteremo ad alcune osservazioni che riteniamo importanti. Sottolinea il Brentano dopo le spiegazioni della pia suora: “Tutti i cristiani potrebbero diventare beati se solo avessero l’umiltà di accettare profondamente le esortazioni buone e infinite e le promesse di Nostro Signore Gesù Cristo, pregando con profonda devozione, con fiducia, con perseveranza e rifugiandosi in Lui. Invece la maggior parte degli uomini cade e si disperde col passar del tempo, trascurando la preghiera e l’amore di Dio, e restano separati, e per loro colpa ripudiati eternamente, rifiutando Dio non resterà loro nessun altra alternativa che l’Inferno. Per conseguenza delle loro libere scelte, il più grande rimorso peserà su di loro per l’eternità nel profondo della loro coscienza, con il rimorso e la consapevolezza che avrebbero potuto essere beati se solo avessero pregato…”

Certo, spiega la beata al Brentano, non è detto che il Signore esaudisca tutte le nostre preghiere, ma quelle sulla salvezza sì. Inoltre, oltre a pregare, è fondamentale osservare tutti e dieci i Comandamenti. A questo serve la preghiera: ad ottenere le grazie necessarie per mantenere una vita decorosa, timorata di Dio, votata alla santità. Preghiera ed opere – spiega la beata – vanno insieme e non possono essere disgiunte. Così racconta di come il Signore separasse le preghiere, rigettandole, di coloro che non avevano opere nella loro faretra, così come rigettava le opere di coloro che non avevano le preghiere nella faretra …

Ecco come è la preghiera gradita al Signore.

La Emmerich riporta anche come, in una visione, le viene spiegato che il Signore ama le preghiere fatte con le braccia stesse come sulla Croce; ama le preghiere di quei sacerdoti che nella Messa non si stancano di tenere aperte le loro braccia, quando svolgono l’ufficio, e dei fedeli quando dicono il Rosario con le braccia aperte. Questo particolare è importante perché è quanto riportato anche da santa Suor Faustina Kowalska, la santa della Divina Misericordia, nel suo prezioso Diario, ed è bene rammentarlo.

Vidi come fin da bambina – continua la Emmerich – ho sempre avuto l’abitudine delle preghiere notturne, spesso a braccia spalancate come in croce, affinché tutte le disgrazie venissero evitate o mitigate: cadute, annegamenti, incendi, incidenti, malattie, ecc.. in conseguenza di queste preghiere ho visto sempre chiaramente che le visioni di tali sciagure terminano a buon fine. Quando invece si tralascia la preghiera sento o vedo sempre succedere qualche grande sciagura. Comprendo allora che oltre alla necessità della mia preghiera, c’è il bisogno immediato di sollecitare gli altri: non c’è amore più grande verso il prossimo che insegnargli a pregare come Gesù ci ha insegnato”.   

IL ROSARIO MISTICO CHE IL BRENTANO NON SEPPE SPIEGARE

Quale rosario fu “visto” dalla Emmerick?

Un giorno la veggente disse: “La mia guida mi esortò di nuovo a supplicare conoscenti e parenti a pregare, ad unirsi a me per la conversione dei peccatori, e in modo particolare per la fede e la compattezza del sacerdozio, perché si preparano tempi difficili per la Chiesa, la confusione dilagherà e diventerà sempre più grande…” La Emmerich a questo punto descrive la visione che, supponiamo, si riferisca a san Domenico di Guzman, fondatore dei Domenicani, mentre riceve il Rosario contro tutte le eresie:

“Vidi il Rosario di Maria con tutti i suoi segreti. Un devoto eremita venerava profondamente la Madre di Dio e ogni falda del suo manto era sempre piena di fiori, ghirlande per la Beata Vergine. Egli aveva una profonda conoscenza del significato di tutte le varie specie di erbe e fiori, e le ghirlande assumevano sempre più un senso profondo e simbolico. Una volta la Santa Vergine intercedé presso Suo Figlio, per ottenere una grazia speciale per questo figlio devoto, ed Egli Le dette, per lui e per tutti gli uomini, una corona del santo Rosario densa di significato”. E’ significativo che il Brentano ammette di aver ricevuto la spiegazione, dopo l’estasi, di questo magnifico Rosario, ma che non fu in grado di trascriverlo a parole. Segue poi una descrizione mistica, che vi invitiamo a leggere nel resto del capitolo, e conclude la Emmerich: “Il Rosario si gusta e si vive meditandolo con devozione, altrimenti si nasconde nell’incomprensione”.  

[SM=g1740758]  continua.........
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)