00 27/02/2014 14:13

DAL CONFLITTO ALLA COMUNIONE*


 Documento recente per vivere con profitto e sincerità (non sincretismo) il 2017 a riguardo dell'anniversario della Riforma di Lutero.


Prefazione


La contesa di Martin Lutero con Dio guidò e determinò tutta la sua vita. Fu costantemente assillato dalla domanda: «Come posso avere un Dio misericordioso? ». E trovò quel Dio misericordioso nel Vangelo di Gesù Cristo. «Nel Cristo crocifisso si trovano la vera teologia e la conoscenza di Dio».


Nel 2017 il modo più giusto per i cristiani cattolici e luterani di volgere indietro lo sguardo a eventi di 500 anni prima sarà quello di porre al centro il Vangelo di Gesù Cristo. Il Vangelo dovrebbe essere celebrato e annunciato ai nostri contemporanei, perché il mondo possa credere che Dio dona se stesso agli uomini e ci invita a entrare in comunione con lui e con la sua Chiesa. È questa la fonte della nostra gioia per la nostra fede comune.


Questa gioia scaturisce anche da uno sguardo rigorosamente autocritico su noi stessi: non solo sulla nostra storia, ma anche sul presente. Noi cristiani non siamo certo stati sempre fedeli al Vangelo; troppo spesso ci siamo conformati alla mentalità e ai comportamenti del mondo che ci circonda. Ripetute volte abbiamo ostacolato la buona notizia della misericordia di Dio.


Sia come individui sia come comunità di credenti, tutti noi abbiamo incessantemente bisogno di penitenza e di riforma, sotto l’incoraggiamento e la guida dello Spirito Santo. «Il Signore e maestro nostro Gesù Cristo, dicendo: “Fate penitenza”, volle che tutta la vita dei fedeli fosse una penitenza». Questa è la prima delle 95 tesi di Lutero, che nel 1517 innescarono il movimento della Riforma.


Sebbene questa tesi oggi sia tutt’altro che ovvia, noi cristiani luterani e cattolici vogliamo prenderla sul serio indirizzando il nostro sguardo critico innanzitutto su noi stessi e non gli uni sugli altri. Assumiamo come nostro criterio guida la dottrina della giustificazione, che esprime il messaggio del Vangelo e perciò «orienta continuamente a Cristo tutta la dottrina e la prassi della Chiesa» (Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, n.18; EO 7/1848).


La vera unità della Chiesa può esistere solo come unità nella verità del Vangelo di Gesù Cristo. Il fatto che la lotta per questa verità abbia portato nel XVI secolo alla perdita dell’unità nel cristianesimo d’Occidente appartiene alle pagine oscure della storia della Chiesa. Nel 2017 dobbiamo confessare apertamente che siamo colpevoli dinanzi a Cristo di avere infranto l’unità della Chiesa. Questo anno giubilare ci presenta due sfide: la purificazione e la guarigione delle memorie, e la restaurazione dell’unità dei cristiani secondo la verità del Vangelo di Gesù Cristo (cf. Ef 4,4-6).


Il testo che segue delinea una via «dal conflitto alla comunione », una via al cui traguardo non siamo ancora giunti. Tuttavia la Commissione luterano-cattolica per l’unità* ha preso sul serio le parole di papa Giovanni XXIII: «Ciò che ci unisce è molto più di ciò che ci divide».


Invitiamo tutti i cristiani a studiare il rapporto della nostra Commissione con mente aperta e spirito critico, e ad accompagnarci in questo cammino verso una più profonda comunione di tutti i cristiani.


 


+ KARLHEINZ DIEZ

+ EERO HUOVINEN


Vescovo ausiliare di Fulda
(nome del co-presidente cattolico)

Vescovo emerito di Helsinki
co-presidente luterano

 


 

Introduzione

1. Nel 2017 i cristiani luterani e cattolici commemoreranno congiuntamente il quinto centenario dell’inizio della Riforma. Oggi tra luterani e cattolici stanno crescendo la comprensione, la collaborazione e il rispetto reciproci. Gli uni e gli altri sono giunti a riconoscere che ciò che li unisce è più di ciò che li divide: innanzitutto la fede comune nel Dio uno e trino e la rivelazione in Gesù Cristo, come pure il riconoscimento delle verità fondamentali della dottrina della giustificazione.

2. Già il 450° anniversario della Confessione augustana nel 1980 offrì sia ai luterani sia ai cattolici l’opportunità di elaborare una comprensione comune delle verità fondative della fede, indicando Gesù Cristo come il centro vitale della nostra fede cristiana. Nel dialogo internazionale tra cattolici romani e luterani nel 1983, in occasione del V centenario della nascita di Martin Lutero, vennero riaffermate in maniera congiunta molte delle preoccupazioni che per Lutero furono essenziali. Il rapporto della Commissione lo definì «testimone di Gesù Cristo» e dichiarò che «i cristiani, siano essi protestanti o cattolici, non possono ignorare la persona e il messaggio di quest’uomo».[ii]  

3. L’imminente anno 2017 sollecita cattolici e luterani a confrontarsi nel dialogo sui problemi e le conseguenze della Riforma di Wittenberg, incentrata sulla persona e sul pensiero di Martin Lutero, e a elaborare prospettive per il ricordo della Riforma e il modo di viverla oggi. Il programma riformatore di Lutero costituisce una sfida spirituale e teologica sia per i cattolici sia per i luterani del nostro tempo.

I. Commemorare la Riforma in un’era ecumenica e globale

4. Ogni commemorazione ha il proprio contesto. Oggi, il contesto contiene tre sfide principali, che ci presentano delle opportunità ma anche delle responsabilità. 1) È la prima commemorazione ad aver luogo in un’epoca ecumenica. La commemorazione comune, quindi, è un’occasione per approfondire la comunione tra cattolici e luterani. 2) È la prima commemorazione che avviene nell’epoca della globalizzazione. Di conseguenza la commemorazione comune deve includere le esperienze e le prospettive dei cristiani del Sud e del Nord del mondo, dell’Oriente e dell’Occidente. 3) È la prima commemorazione a dover fare i conti con la necessità di una nuova evangelizzazione in un tempo segnato sia dalla proliferazione di nuovi movimenti religiosi sia, nel contempo, dalla crescita della secolarizzazione in molte parti del mondo. Di conseguenza la commemorazione comune ci presenta l’opportunità e l’onere di dare una testimonianza comune di fede.

Il carattere delle commemorazioni precedenti

5. Relativamente presto, la data del 31 ottobre 1517 divenne un simbolo della Riforma protestante del XVI secolo. Ancora oggi molte Chiese luterane ricordano il 31 ottobre di ogni anno l’evento noto come «la Riforma». Le celebrazioni dei centenari della Riforma sono state fastose e gioiose. Durante questi eventi le posizioni contrastanti dei diversi gruppi confessionali sono state particolarmente visibili. Per i luterani, queste giornate commemorative e questi centenari sono stati delle occasioni per raccontare di nuovo gli inizi della forma caratteristica – «evangelica» – della loro Chiesa al fine di giustificare la loro esistenza peculiare. Questo era naturalmente legato alle critiche mosse dalla Chiesa cattolica romana. Dall’altra parte i cattolici hanno sfruttato questi eventi commemorativi come delle occasioni per accusare i luterani di aver provocato un’intollerabile divisione dalla vera Chiesa e di aver rinnegato il Vangelo di Cristo.  

6. Queste prime commemorazioni giubilari spesso sono state influenzate da programmi politici e politico-ecclesiastici. Nel 1617, ad esempio, la celebrazione del I centenario contribuì in maniera notevole a rendere stabile e a rivitalizzare la comune identità riformata di luterani e riformati in occasione delle loro celebrazioni commemorative congiunte. Luterani e riformati dimostrarono la loro solidarietà reciproca nel polemizzare aspramente contro la Chiesa cattolica romana. Unanimemente essi esaltarono Lutero come il liberatore dal giogo della Chiesa di Roma. Molto più tardi, nel 1917, nell’infuriare della prima guerra mondiale, Lutero venne raffigurato come un eroe nazionale tedesco.   

La prima commemorazione ecumenica

7. L’anno 2017 vedrà la celebrazione della prima commemorazione giubilare della Riforma in epoca ecumenica. Il 2017 segnerà anche i 50 anni del dialogo luterano - cattolico romano. Pregare insieme, celebrare insieme la liturgia e servire insieme le loro comunità ha arricchito sia i cattolici sia i luterani al l’interno del movimento ecumenico. Ora essi affrontano insieme anche sfide politiche, sociali ed economiche. La spiritualità visibile nei matrimoni interconfessionali ha fatto nascere nuove riflessioni e nuove domande. Luterani e cattolici sono stati in grado di reinterpretare le loro tradizioni e pratiche teologiche, riconoscendo le influenze che hanno avuto gli uni sugli altri. Proprio per questo desiderano commemorare insieme il 2017.  

8. Questi cambiamenti richiedono un approccio nuovo: non è più sufficiente ripetere semplicemente sulla Riforma i racconti di un tempo, che presentavano il punto di vista luterano e cattolico separatamente e spesso in contrapposizione reciproca. La memoria storica opera sempre una selezione tra una grande quantità di momenti storici e integra gli elementi selezionati in un complesso significativo. Poiché questi racconti del passato erano per lo più ispirati da una reciproca opposizione, spesso non fecero altro che inasprire il conflitto tra le confessioni, provocando anche talvolta un’aperta ostilità.  

9. La memoria storica ha avuto delle conseguenze concrete per le relazioni interconfessionali. Per questa ragione è nel contempo così importante e così difficile un ricordo ecumenico comune della Riforma luterana. Ancor oggi molti cattolici la associano principalmente con la divisione della Chiesa, mentre molti cristiani luterani associano la parola «Riforma» specialmente con la riscoperta del Vangelo, la certezza della fede e la libertà. Sarà necessario prendere sul serio entrambi questi punti di partenza al fine di mettere in relazione reciproca le due prospettive e porle in dialogo.  

La commemorazione in un nuovo contesto globale e secolarizzato

10. Nel secolo scorso il cristianesimo è diventato sempre più globale. Oggi vi sono cristiani di varie confessioni in tutte le regioni del mondo; il numero dei cristiani nel Sud del mondo sta aumentando, mentre il numero dei cristiani nel Nord si sta riducendo. Le Chiese del Sud vanno acquisendo un’importanza sempre maggiore all’interno del cristianesimo mondiale. Esse fanno fatica a sentire i conflitti confessionali del XVI secolo come propri, anche se sono connesse con le Chiese d’Europa e dell’America del Nord attraverso varie comunioni cristiane mondiali e condividono con esse un fondamento dottrinale comune. Per quanto riguarda l’anno 2017, sarà molto importante prendere sul serio i contributi, le domande e le prospettive di queste Chiese.  

11. In terre in cui il cristianesimo era già radicato da molti secoli, molti negli ultimi tempi hanno abbandonato le Chiese o hanno dimenticato le loro tradizioni ecclesiali. In queste tradizioni le Chiese hanno tramandato di generazione in generazione quello che avevano ricevuto dal loro incontro con la sacra Scrittura: una comprensione di Dio, dell’umanità e del mondo in risposta alla rivelazione di Dio in Gesù Cristo; la saggezza sviluppata nel corso di generazioni a partire dall’esperienza della relazione esistenziale dei cristiani con Dio; e il prezioso patrimonio di forme liturgiche, inni e preghiere, di pratiche catechetiche e di servizio diaconale. In conseguenza di questo oblio, una gran parte di ciò che nel passato ha diviso la Chiesa è oggi praticamente sconosciuto.  

12. L’ecumenismo, tuttavia, non può essere fondato sull’indifferenza alla tradizione. Ma in che modo, allora, la storia della Riforma sarà ricordata nel 2017? Di ciò su cui le due confessioni hanno con tanta veemenza dibattuto, che cosa merita di essere conservato? I nostri padri e le nostre madri nella fede avevano la ferma convinzione che ci fosse qualcosa per cui valeva la pena lottare, qualcosa che era necessario per una vita con Dio. Come possono essere trasmesse ai nostri contemporanei le tradizioni tanto spesso dimenticate, in modo che non rimangano oggetti di antiquariato ma siano piuttosto il sostegno di un’intensa esistenza cristiana? Come si possono tramandare le tradizioni senza scavare nuove trincee tra i cristiani di confessioni diverse?  

Nuove sfide per la commemorazione del 2017

13. Nel corso dei secoli la Chiesa e la cultura sono state spesso interconnesse nella maniera più stretta possibile. Molto di quanto faceva parte della vita della Chiesa ha trovato posto, nel corso dei secoli, anche nelle culture dei diversi paesi e continua fino ai giorni nostri ad avere un ruolo, talvolta persino indipendentemente dalle Chiese. I preparativi per il 2017 dovranno identificare questi vari elementi della tradizione oggi presenti nella cultura, per interpretarli e avviare un dialogo tra Chiesa e cultura alla luce di questi differenti aspetti.  

14. Per più di un secolo il movimento pentecostale e altri movimenti carismatici si sono andati diffondendo largamente in tutto il mondo. Questi vigorosi movimenti hanno presentato nuove accentuazioni, che hanno fatto sì che molte delle vecchie controversie confessionali sembrino ormai obsolete. Il movimento pentecostale è presente in molte Chiese diverse nella forma del movimento carismatico, creando nuove comunanze e comunità che attraversano le frontiere confessionali. In tal modo esso dischiude nuove opportunità ecumeniche, creando nel contempo ulteriori sfide che avranno un ruolo importante nel centenario della Riforma nel 2017.  

15. Mentre i precedenti anniversari della Riforma furono celebrati in territori omogenei dal punto di vista confessionale, o almeno in territori la cui popolazione era in maggioranza cristiana, oggi la situazione è diversa e i cristiani vivono in ogni parte del mondo in ambienti multireligiosi. Questo pluralismo presenta una nuova sfida all’ecumenismo, e lo rende non certo superfluo, bensì al contrario ancor più necessario, dal momento che l’animosità dei contrasti interconfessionali lede la credibilità cristiana. Il modo in cui i cristiani affrontano le differenze che vi sono tra loro può rivelare a credenti di altre religioni qualcosa della loro fede. Poiché il problema di come gestire il conflitto tra cristiani è particolarmente delicato e impegnativo in occasione della rievocazione dell’inizio della Riforma, questo aspetto della mutata situazione globale merita speciale attenzione nelle nostre riflessioni sull’anno 2017.  





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)