00 19/09/2012 15:32

Brian M. McCall (Remnant) : Un punto di vista sulla Dichiarazione del Capitolo generale della FSSPX

 
Riprendo da La Porte Latine un articolo pubblicato dalla rivista americana The Remnant del 27 agosto 2012. Si tratta di un commento di Brian M. McCall, professore di Diritto, sulla Dichiarazione del Capitolo generale della Fraternità San Pio X.  [Ne abbiamo parlato qui]

La Dichiarazione finale del Capitolo generale indica chiaramente che la Fraternità San Pio X riconosce l'autorità del Papa, ciò che la colloca all'opposto di quasi tutti gli attuali membri della Chiesa che hanno la tendenza a negare questo principio ed a favorire, al contrario, la collegialità democratica.
Nella mia lettera aperta ai vescovi della Fraternità San Pio X, del 15 maggio 2012, (pubblicata da The Remnant nell'edizione del 15 giugno 2012), avevo sottolineato di essermi fino ad allora astenuto da ogni commento sulle discussioni in corso tra il Vaticano e la Fraternità San Pio X. Per la ragione che, nei nove mesi trascorsi, i dettagli delle discussioni erano mantenuti nella riservatezza. Al fine di tentar di minimizzare le pressioni esterne, le due parti avevano preferito mantenere riservati di vari elementi dei documenti scambiati. Gli ultimi mesi, che hanno visto una serie di fughe di informazioni riservate, hanno evidenziato la prudenza di una tale iniziativa.
 
Tuttavia, in seguito al Capitolo generale della Fraternità San Pio X, disponiamo ormai di informazioni precise sulla posizione della Fraternità San Pio X (ma non su quella del Vaticano) sulle principali questioni. La Dichiarazione finale è un modello di linguaggio chiaro e preciso. Una lettura attenta ci permette di avere una buona comprensione della posizione della Fraternità San Pio X, che si rivela essere la stessa del suo fondatore, Mons. Lefebvre. Penso che un giorno questa disposizione finale sarà considerata della stessa importanza della Dichiarazione del 1974. Essa in ogni caso dissipa molte illazioni e miti che si sono sparsi su internet come la peste, nel corso di settimane.

Dalla Dichiarazione del Capitolo generale si ricavano i seguenti punti :

La Fraternità San Pio X è unificata sulla sua missione

Negli ultimi tempi il diavolo sembra aver concentrato i suoi sforzi per bersagliare la Fraternità San Pio X dall'interno e dall'esterno. I suoi nemici hanno così tentato di seminare la divisione e la discordia. Alcuni, forse inconsciamente mossi da una buona volontà apparente, Pensando perfino di tentar di aiutare la Fraternità San Pio X, hanno creato un clima di paura e d'instabilità. È in risposta a questa scalata emozionale che ho scritto ai quattro vescovi dopo Roma nel maggio scorso. La mia richiesta era la seguente : che avesse luogo pubblicamente una riunione dei Dirigenti della Fraternità San Pio X per assicurare i preti e i fedeli dimostrando anche che, pur mantenendo la necessità di un dibattito franco e aperto, essi convergevano tutti sul fondamento dei principi cattolici che hanno dato vita alla Fraternità San Pio X.

Il Capitolo generale ha risposto a questo bisogno e ormai dovrebbe rassicurare preti e fedeli sul profondo sentimento di unità tra i suoi dirigenti. Il Superiore generale si è anche intrattenuto con i vescovi, i Superiori di Distretto ed i membri più anziani della Fraternità San Pio X ed ha concluso che dopo « una franca discussione », i dubbi e le incomprensioni sono stati « sciolti » (vedi l'intervista con Mons. Bernard Fellay). Così, come informa la Dichiarazione del Capitolo generale, « noi abbiamo trovato la nostra unione profonda nella sua missione essenziale : custodire e difendere la fede cattolica, formare dei buoni preti e operare per la restaurazione della cristianità » (DICI n°259 del 10/08/12).
 
In mezzo a tutti i comunicati diplomatici e manovre del Vaticano, il Capitolo ha umilmente riconosciuto che è facile perdersi (come molti di noi han compreso nel corso dei nove mesi trascorsi). Questo riconoscimento permette di dissipare la coltre di confusione che ha fatto sorgere tutte le recenti difficoltà.
 
Il sistema migliore per superare la confusione è quello cattolico : tornare ai principi di base ed agli obiettivi. La  Fraternità San Pio X  ha così ristabilito il legame profondo della sua unità fondata sulla triplice missione del suo fondatore, Mons. Lefebvre : la difesa della fede, la formazione dei sacerdoti e il combattimento per Cristo-Re. Malgrado l'importanza della regolarizzazione canonica della Fraternità San Pio X che le permetterebbe di ritrovare, in tutta giustizia, la sua legalità, la Dichiarazione precisa che questo obiettivo non è la sua ragion d'essere. Che questo torto un giorno sia riparato non è altro che legittimo, ma è solamente accidentale rispetto alla missione prioritaria della Fraternità San Pio X, che non è altro che offrire questi tre doni alla Chiesa, per il bene della Chiesa. Una adesione così chiara ai suoi fondamenti dovrebbe indurre tutti gli osservatori, all'interno ed all'esterno, a constatare che le nuvole degli ultimi nove mesi sono disciolte.

La Fraternità San Pio X professa la sua intera adesione alla Chiesa Cattolica
e alla Roma eterna, madre e maestra di verità

Mentre gli attuali responsabili delle diocesi, delle università e degli istituti religiosi promanano errori ed eresie quasi ogni giorno e in tutto il mondo, è solo dalla Fraternità San Pio X che si esige una professione pubblica delle fede cattolica. Ora, la semplice asserzione « Credo tutte le verità che ci avete rivelato e che ci insegnate attraverso la vostra Santa Chiesa » sembra esser divenuta l'oggetto di un importante guazzabuglio di manovre diplomatiche da parte del Vaticano, che ha inviato segnali contraddittori sull'interpretazione di ciò che occorre farne. Sembra che la Santa Sede abbia cercato di piacere a tutti, tanto a chi critica il Vaticano II che ai progressisti profondamente attaccati ad esso.... La  Fraternità San Pio X ha purificato questa atmosfera diplomatica pubblicando una professione di fede semplice, usando un vocabolario ed uno stile del tutto tradizionali :

(Noi riaffermiamo) la nostra fede nella Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza né possibilità di trovare i mezzi che conducono ad essa; nella sua costituzione monarchica, voluta da Nostro Signore, che fa sì che il potere supremo di governo su tutta la Chiesa appartenga solo al Papa, Vicario di Cristo sulla terra; nella regalità universale di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’ordine naturale e soprannaturale, alla quale ogni uomo e ogni società devono sottomettersi. (DICI n°259 del 10/08/2012).

Questo passaggio esprime veramente tutto con estrema chiarezza ed ha la funzione di una professione di fede particolarmente adatta al nostro tempo. Riafferma in particolare i tre dogmi più attaccati in questa nostra epoca : « Extra Ecclesiam nulla salus, fuori della Chiesa, niente salvezza » ; la natura monarchica – e non collegiale – della Chiesa ; la Regalità sociale di Cristo alla quale tutti gli uomini e le nazioni devono sottomettersi e senza la quale nemmeno la virtù naturale e la pace sono possibili. Questi tre dogmi sono effettivamente rifiutati dalla libertà (possibilità di salvezza o di elementi di salvezza fuori dalla Chiesa), l'uguaglianza (diniego della regola gerarchica data da Cristo) e la fraternità (governo collegiale della Chiesa) promosse dai partigiani del Vaticano II o la « Rivoluzione francese nella Chiesa », per parafrasare il cardinale Suenens.

Invece di premere su Mons. Fellay perché firmi un preambolo dottrinale, il Vaticano dovrebbe esigere da ogni superiore, presidente di università e vescovo che firmi la Dichiarazione citata qui sopra se desidera conservare la sua funzione. Penso che in conseguenza ci sarebbero diversi posti vacanti!  

Questa potente riaffermazione della fede, come si rapporta alla questione che ci preoccupa, e al problema che è alla radici della crisi attuale – « in mezzo ad una Chiesa in piena crisi e un mondo che si alontanan di giorno in giorno da Dio e dalla sua legge » ? La Dichiarazione finale indica chiaramente che la causa di questa situazione è da cercare sia nelle novità del Concilio Vaticano II che nei cambiamenti pratici che ne sono seguiti.
 
Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziate da errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solo continuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti del Magistero costante della Chiesa; essa trova la sua guida in questo Magistero ininterrotto che, con la sua azione di insegnamento, trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciò che la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo. (DICI n°259 du 10/08/2012).

Questo passaggio è stato redatto con molta cura e deve essere compreso tal quale. Innanzitutto, non è detto che la Chiesa ha ufficialmente promulgato degli errori, dire questo verrebbe a negare l'infallibilità della Chiesa. Non si rigetta l'insieme del Concilio come erroneo, o come foriero di eresie. Si afferma che la sola maniera di valutare le novità del concillio Vaticano deve farsi alla luce delle « affermazioni e insegnamenti del Magistero costante della Chiesa ». Sottolineiamo che è chiaramente stabilito in questa dichiarazione, che gli errori non si trovano nel Magistero della Chiesa, ma che solo le novità ne sono « intaccate ». La soluzione proposta non è altro che quella di San Vincenzo da Lerino che resiste alla prova del tempo da 1500 anni :

Nella Chiesa cattolica stessa, bisogna vigilare con attenzione, ad attenersi a ciò che è stato creduto ovunque, e sempre, e da tutti; perché è questo che è propriamente cattolico, come mostrano la forza e l'etimologia della parola stessa che contiene l'universalità delle cose. E infine così accadrà se seguiamo l'universalità, l'antichità, il consenso generale. Noi seguiremo l'universalità, se confessiamo come unica vera la fede che confessa la chiesa intera diffusa in tutto l'universo; l'antichità, se non ci allontaniamo in nessun punto dai sentimenti palesemente condivisi dai nostri santi antenati e dai nostri padri; il consenso, infine, se in quest'attività stessa, noi adottiamo le definizioni e le dottrine di tutti, o almeno di quasi tutti i vescovi e dottori. (Capitolo 4 del Commonitorium A.D. 434)

Più tardi, nella stessa opera, San Vincenzo spiega ciò che questa regola significa per la Chiesa :

La Chiesa di Cristo, lei, custode attenta e prudente dei dogmi che le sono stati dati in deposito non vi cambia mai nulla, non aggiunge nulla, non toglie nulla; essa non sottrae ciò che è necessario né aggiunge del superfluo; non lascia perdere ciò che le appartiene né usurpa ciò che appartiene ad altri. (capitolo 25 del Commonitorium).

Per ammissione stessa del Papa, il  Vaticano II contiene elementi nuovi. E mentre il Santo Padre vorrebbe che il cerchio fosse quadrato, tentando di trovare delle novità in continuità con il loro contrario, la Fraternità di San Pio X non fa che ripetere ciò che diceva San Vincenzo rispondendo alla domanda di sapere come considerare le novità: attenersi a ciò che è stato creduto sempre e ovunque. In altre parole : « affermazioni e insegnamenti del Magistero costante della Chiesa ». È tutto ciò che possiamo fare di fronte alla novità che sono state diffuse.

La Fraternità San Pio X non è scismatica

Già 42 anni fa, praticamente all'inizio della sua storia, i nemici della Fraternità San Pio X le hanno appiccicato l'etichetta di « scismatica » al fine di screditarla. Normalmente, coloro che utilizzano questo termine fanno fatica a definirlo. Lo scisma è un atto della volontà. Essere scismatico significa negare l'autorità del Papa e dei vescovi uniti a lui, e dunque scegliere di separarsi dalla Chiesa. Contrariamente allo stato d'eresia che può prodursi senza averne l'intenzione, non si può divenire scismatici involontariamente.

Bisogna staccarsi dalla Chiesa, consapevolmente e volontariamente. La Dichiarazione indica chiaramente che la Fraternità riconosce l'autorità del Papa (contrariamente, di fatto, a quasi tutto il resto della Chiesa che la nega in favore della collegialità democratica).  La professione di fede citata sopra dichiara espressamente che  « il potere supremo del governo di tutta la Chiesa appartiene solo al Papa vicario di Cristo sulla Terra ». Sfido chiunque a trovare un esempio storico di uno scismatico riconosciuto che ha pubblicamente espresso tali propositi. Non ci sarà mai nessuno, questa affermazione essendo tutto il contrario dell'intenzione dello scisma. Si ritrova questa ferma volontà di evitare lo scisma nella preghiera alla nostra Signora (alla fine della Dichiarazione) :

« Che ella si degni di conservare nell’integrità della fede, nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore di Pietro, tutti i membri della Fraternità San Pio X e tutti i sacerdoti e i fedeli che operano con le stesse intenzioni, affinché ella ci difenda e ci preservi tanto dallo scisma quanto dall’eresia. »

Ecco parole difficilmente scismatiche !

Speriamo dunque che la calunnia contro la Fraternità San Pio X infine cessi.

Cosa succederà ora ?

Come riceverà il Vaticano questa Dichiarazione, dopo aver correttamente preso atto della sua pubblicazione ? È oggi ancora difficile speculare su questa domanda. La Dichiarazione non rifiuta altre riunioni o discussioni con il Vaticano. Non rifiuta ogni regolarizzazione canonica, ma dichiara semplicemente che ogni proposta necessiterà di un voto deliberativo del Capitolo generale. Esigenza che mostra che l'unità della Fraternità San Pio X deve essere conservata nel processo il che è semplicemente una partecipazione al carattere di unità della Chiesa.

Se il Vaticano dovesse reagire con un ritorno della persecuzione, lanciando ad esempio nuove scomuniche, la chiarezza di questa Dichiarazione renderebbe assurdo l'atteggiamento del Vaticano. Per quale delitto la Fraternità San Pio X sarebbe scmunicata? Per restare fedele alle « affermazioni e insegnamento del Magistero costante della Chiesa » ? Per riaffermare il dogma definito Extra Ecclesiam nulla salus ? Per la sua difesa della Regalità sociale di Nostro Signore e il suo desiderio di veder la ricostruzione dlella cristianità ? I suoi preti saranno dichiarati scismatici per aver pregato al fine di essere preservati dallo scisma ? Una tale farsa sarebbe simile all'assurdità che è stata riferita da  The Remnant più di dieci anni fa, quando un sacerdote ha tentato di far arrestare don Michael McMahon (FSSPX) e i suoi studenti per aver recitato il Rosario in una Chiesa cattolica del Michigan. Come i lettori senza dubbio ricorderanno, la polizia non poteva capire come un prete cattolico dovesse essere arrestato per aver recitato una preghiera cattolica in una chiesa cattolica. Alla fine è stato il prete progressista ad essere ridicolizzato.

La Dichiarazione prevede comunque questa possibilità di nuove persecuzioni. Il Capitolo generale ha espresso il desiderio di unirsi « agli altri cristiani perseguitati in altri paesi del mondo che soffrono per la fede cattolica, molto spesso fino al martirio ». Questa frase esprime il presentimento di nuove persecuzioni a venire e l'accettazione di subirle, se tale è la volontà di Dio, al fine di raccoglierne i più grandi frutti per la fede.

Tuttavia speriamo che Dio proibisca una tale reazione disastrosa da parte del Vaticano, che porta già la responsabilità di tante ferite a causa di decenni di gestione imprudente. Quale sarà la reazione del clero e dei fedeli se il Vaticano, che permette il disprezzo puro e semplice della fede in ogni luogo, minacciasse nuovamente di scomunicare un piccolo gruppo di preti per le sue intenzioni di vivere e di credere seguendo ciò che i cattolici hanno fatto da sempre?

Se Benedetto XVI vuole veramente favorire la restaurazione della Chiesa dopo la crisi post-conciliare dovrebbe semplicemente riconoscere la bellezza di questa posizione di fede cella Fraternità San Pio X e dichiararla unilateralmente in comunione con la Chiesa. Ciò può sembrare impossibile ma ricordiamo che la Fraternità Sam Pio X ha appena offerto una crociata di 12 milioni di rosari per la Chiesa. Niente è impossibile a Dio ed Egli non può rifiutare nessuna richiesta fatta dalla sua Santa Madre.
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[Traduzione in tandem di Maria e di Luisa]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)