DIFENDERE LA VERA FEDE

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    Caterina63
    Post: 39.988
    Sesso: Femminile
    00 21/04/2012 18:03

    [SM=g1740717] [SM=g1740720]

    visita virtuale alla Basilica del Santo Sepolcro

    http://www.santosepolcro.custodia.org/virtualtour/
     
    [SM=g1740722]  http://www.santosepolcro.custodia.org/default.asp?id=3964
     
     
    [Modificato da Caterina63 21/04/2012 18:41]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
    Post: 39.988
    Sesso: Femminile
    00 25/05/2012 15:11
    [SM=g1740733] Archeologo israeliano: il Santo Sepolcro è autentico

    Avvenire.it
    21 Maggio 2012

    È l'artefice degli scavi che hanno portato all'apertura dei tunnel
    archeologici nell'area adiacente al Monte del tempio a Gerusalemme. Ed è uno
    dei più profondi conoscitori della Gerusalemme delle Scritture. Ci sarà
    anche l'archeologo israeliano Dan Bahat quest'anno tra i relatori al
    Festival biblico di Vicenza (giovedì 24 maggio, ore 17), che per la prima
    volta propone un focus sulle terre bibliche e sulle più recenti scoperte dal
    titolo «Linfa dell'ulivo».

    Professor Dan Bahat, che cosa ha dato in più alla conoscenza della Bibbia la
    grande stagione degli scavi a Gerusalemme, tuttora in corso?

    «Rispetto all'Antico Testamento la nostra conoscenza di Gerusalemme è
    cambiata totalmente con gli scavi nella collina della città di Davide, dove
    abbiamo trovato numerosi reperti sulla distruzione del 586 a.C., quella di
    Nabucodonosor. Soprattutto abbiamo scoperto i confini della città di allora,
    che non conoscevamo molto bene. Sapevamo che nell'VIII secolo a.C. il re
    Giosia aveva ingrandito la città, ma a Nord non sapevamo di quanto».

    E rispetto al Nuovo Testamento?

    «Lì il contributo è stato ancora maggiore, perché sta tornando alla luce la
    città di Erode che è anche quella in cui è vissuto Gesù. La Gerusalemme di
    oggi è costruita sulla città romana che è tardiva, risale a un secolo dopo.
    Solo attraverso l'archeologia abbiamo potuto conoscere la città erodiana e
    così oggi (grazie agli scavi nell'area del Muro del Pianto, ndr) abbiamo
    ritrovato quella che era la strada principale, la piscina di Siloe, il
    quartiere dove vivevano i sacerdoti. E poi il sistema centrale della
    fognatura, un'altra scoperta molto importante perché durante la rivolta
    contro i romani gli ebrei avevano nascosto lì dentro molte cose. Reperti che
    ci hanno aiutato a scoprire dettagli importanti sulla vita nel tempio. E poi
    c'è tutto quanto è stato trovato fuori da Gerusalemme».

    Ad esempio?

    «Penso agli scavi a Kayafa, che è il luogo della battaglia tra Davide e
    Golia: si trova a Beit Shemesh, una trentina di chilometri a ovest di
    Gerusalemme. Abbiamo trovato un'iscrizione che cita le parole dei profeti:
    non fate del male alla vedova, proteggete gli orfani. Indicazioni morali che
    sono dei profeti più tardivi, come Isaia e Geremia. Sempre lì, poi, è venuto
    alla luce un centro di culto dell'epoca di Davide, decimo secolo a.C.: è la
    conferma che il suo regno era esteso, la dimostrazione che Davide non fu
    solo una figura mitologica».

    Giovedì prossimo alle 17 al Festival biblico di Vicenza lei parlerà del
    Santo Sepolcro: che cosa rappresenta per lei?

    «Sono molti gli elementi che mi fanno dire: questo può davvero essere il
    posto della sepoltura di Gesù. A Vicenza, ad esempio, spiegherò perché
    archeologicamente non ha nessun senso identificare il sepolcro di Gesù con
    la Tomba del Giardino, come fanno i protestanti. [...]».

    E quali sono le ragioni che la portano ad affermare la veridicità storica
    del Santo Sepolcro?

    «Il discorso sarebbe lungo... Diciamo innanzitutto che allora si trovava
    fuori dalle mura. Secondo: lì c'è una cava. Terzo: la prima testimonianza
    cristiana a Gerusalemme si trova proprio nella chiesa del Santo Sepolcro ed
    è di un pellegrino del II secolo d.C. Quest'ultimo fatto è molto importante,
    perché la prima chiesa fu costruita nel IV e quindi rispetto ai Vangeli ci
    sarebbe un vuoto di 300 anni. Altra cosa: oggi conosciamo meglio la presenza
    dei cristiani a Gerusalemme nell'epoca romana, quando gli ebrei non potevano
    più entrare in città. Infine ci si chiede: come mai Costantino sapeva
    dov'era
    questo posto? Perché la storia di Elena che avrebbe ritrovato la Croce
    comincia solo cinquant'anni dopo la costruzione della chiesa».

    Che cosa ha significato per lei scavare nell'area adiacente al Monte del
    tempio?

    «Abbiamo trovato reperti di periodi che vanno dal primo tempio - VIII secolo
    a.C. - fino all'epoca turca. Il tempio, il monte Moria, è ciò che fa di
    Gerusalemme una città santa. Sono le radici del monoteismo, non solo per noi
    ebrei ma anche per i cristiani e (in un certo senso) pure per i musulmani.
    Scavare qui è molto importante, perché conosciamo bene il conflitto
    politico: tra i palestinesi c'è chi vuole falsificare la storia negando il
    legame tra gli ebrei e Gerusalemme. Ho paura che, andando avanti così,
    cominceranno anche a dire: Gerusalemme è una città musulmana, che cosa ci
    fanno qui i cristiani?».

    In che modo invece l'archeologia potrebbe aiutare il cammino della pace?

    «Io ne sarei un esempio: le prime cose importanti che ho scritto sono sulla
    Gerusalemme araba tra il 638 e il 1099, una parte importante della storia di
    questa città. Sono il primo ad aver  raccontato dov'erano le strade, le
    moschee, i mercati. Però si deve ricordare anche una cosa: sotto i musulmani
    Gerusalemme non è mai stata la capitale di un Paese. Quando edificavano al
    Aqsa e la Cupola della Roccia costruivano anche Ramle come capitale
    politica: doveva assomigliare molto a Baghdad. [..]..».


    Giorgio Bernardelli

    Fonte >  Avvenire.it

    [SM=g1740733]

    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)