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[SM=g1740758]LA DIFESA DELLA VITA CONCEPITA, NELLA PREGHIERA A MARIA, DI SANTA CATERINA DA SIENA....

QUELLA SPLENDIDA PREGHIERA AL “TEMPIO DELLA TRINITÀ” E LA DIFESA DELLA VITA

Maria e Caterina. Un solo amore: la Trinità.

La più alta espressione devozionale e teologica che santa Caterina riesce ad esprimere su Maria Santissima è nella Orazione XI, che non è solo una delle più belle preghiere che una donna abbia mai scritto alla “Benedetta fra tutte le donne”, ma è anche un concentrato di purissima mariologia nella quale è racchiuso il tesoro della Tradizione stessa della Chiesa.

Scritta per la Festa dell’Annunciazione nel marzo 1379, ecco cosa dice: “Tu, o Maria, sei diventata un libro, nel quale, oggi, viene scritta la nostra regola. In te è oggi scritta la sapienza del Padre. In te si manifesta oggi la dignità, la fortezza e libertà dell’uomo…

Si rivolge alla Tuttasanta chiamandola “Tempio della Trinità, portatrice di fuoco, porgitrice di misericordia, germinatrice del frutto, ricomperatrice  de l’umanità, donatrice di Pace, carro di fuoco… libro nel quale troviamo la nostra regola“. Per trattare teologicamente ogni termine usato dalla santa senese, occorrerebbero centinaia di volumi, ma a noi basta sapere che questi termini sono patrimonio stesso della nostra Tradizione viva e che sempre hanno nutrito e dottrinalmente sostenuto molti santi in tutto il percorso storico della Chiesa fino ai giorni nostri. Basti citare uno per tutti, un’altro Terziario domenicano (perdonate la partigianeria): san Luigi M. Grignon de Montfort, con i suoi Trattato della vera Devozione a Maria e il Segreto ammirabile del santo Rosario, dove troviamo simili termini. Si trovano, però, anche in san Bernardo o in sant’Alfonso M. de’ Liguori e in tanti altri nomi.

Sì alla vita.

Analizzando ancora questa preghiera, possiamo confermare la sua attualità riguardo alla difesa della vita umana, tema così scottante in questo tempo in cui l’aborto è considerato un diritto. Scrive santa Caterina: “Se io considero il grande tuo consiglio, Trinità eterna, vedo, che nella tua luce vedesti la dignità e la nobiltà dell’umana generazione. Per cui, come l’amore ti costrinse a trarre l’uomo da te, così quel medesimo amore ti costrinse a ricomprarlo, essendo egli perduto. Ben dimostrasti che tu amasti l’uomo prima che egli fosse, quando tu lo volesti trarre da te, solo per amore; ma maggiore amore gli mostrasti, dando te medesimo, rinchiudendoti oggi nel vile saccuccio  della sua umanità. E che più gli potevi dare, che dare te medesimo?” Per la nostra santa Patrona, nel momento in cui Maria diveniva Madre del Verbo, diventava Essa stessa “paciera”, ossia, riconciliatrice dell’umanità con Dio Padre, Avvocata, come dicevano i Padri della Chiesa: per cui ogni vita concepita e per tanto già riscattata dal sangue del Figlio sulla Croce è da ritenersi “un figlio che Maria vuole portare a Gesù”. Ogni concepito è già un riscattato e quindi da amare incondizionatamente, un “figliol prodigo” di cui Ella si fa Avvocata, riconciliatrice verso il Figlio e, come suggerisce la Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II, Lumen Gentium: una moltitudine di fratelli, cioè di fedeli, e alla cui nascita e formazione Maria coopera con amore di Madre




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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)