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Lectio, actio, cantus

I testi e i canti per la celebrazione dei drammi pasquali sono molto caratteristici, ma non devono intendersi come indicativi del repertorio liturgico in uso nella cattedrale di Padova, che invece risulta sostanzialmente fedele all'ordo romano. L'elemento di vera specificità, messo in evidenza anche dalla tipologia della Visitatio sepulchri, sta invece nell'idea di una liturgia fondata sull'interrelazione tra lectio, actio e cantus, dove coloro che cantano assumono la rappresentanza dell'intera comunità orante.

Il ruolo dei cantores deriva dal marcato valore rappresentativo attribuito ai riti e il canto costituisce il mezzo espressivo più adatto ad una liturgia di azione, realizzata per essere dimostrazione concreta del mistero. Per questa ragione, tutto il clero della cattedrale è tenuto a svolgere il proprio ruolo in canto e il suo coinvolgimento in questo ministero non è limitato a momenti particolari, ma è continuo e deriva dal fatto che l'insieme dei riti celebrati nella cattedrale costituisce una rappresentazione, per cui gli elementi di drammatizzazione non rimangono circoscritti ad alcune celebrazioni liturgiche, ma risultano una costante

Si può capire, così, anche il probabile motivo della persistenza dei drammi liturgici, ben oltre i limiti della riforma romano-francescana avvenuta nel sec. XIII. Questo genere di testi e canti, infatti, non rappresenta una tarda sopravvivenza, perché si tratta di un repertorio in piena sintonia con le esigenze di una liturgia che, nella sua globalità, ha continuato a privilegiare la rappresentazione, attribuendo alla celebrazione dei riti un forte significato rievocativo.



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)