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[SM=g1740733]  GIOVANNI PAOLO II:
OGGI CRISTIANI IN GRAN PARTE
SMARRITI PERPLESSI DELUSI

Già nel 1968, il 7 dicembre, a tre anni esatti dalla fine del Concilio Ecumenico Vaticano II, Paolo VI, in un discorso agli alunni del Pontificio Seminario Lombardo, doveva amaramente constatare: «La Chiesa attraversa, oggi, un momento di inquietudine... Si pensava a una fioritura, a un’espansione serena dei concetti maturati nella grande assise conciliare. C’è anche questo nella Chiesa, c’è la fioritura; ma poiché “bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu“, si viene a notare maggiormente l’aspetto doloroso».

Giovanni Paolo II, il 6 febbraio 1981, rivolto ai partecipanti al primo Convegno «Missioni al Popolo per gli anni ‘80», ebbe a dire: «Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani oggi in gran parte si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi; si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa la Liturgia; immersi nel “relativismo intellettuale e morale”, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva».

Il cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione della Fede, poco più di un decennio fa dichiarava: «Si ha l’impressione che la storia del cristianesimo sia stata una continua battaglia di ripiegamento, durante la quale si sono smantellate una dopo l’altra molte affermazioni della fede e della teologia. Naturalmente si è trovato di continuo qualche sotterfugio per potersi ritirare. Ma è quasi impossibile sottrarsi al timore di essere a poco a poco sospinti nel vuoto e che arriverà il momento in cui non avremo più nulla da difendere e nulla dietro cui trincerarci; il momento in cui tutto il terreno della Scrittura e della fede sarà occupato da una ragione, che non lascerà più seriamente sussistere alcunché di tutto questo» (Avvenire 4.12.1990).

Questo momento sembra essere arrivato particolarmente per l’Europa centrale, e non solo per essa. Lo stesso cardinale Ratzinger, in un’intervista concessa al giornalista G. Cardinale (Avvenire, 27.4.2003) constatava: «Senza voler condannare nessuno è evidente che oggi l’ignoranza religiosa è tremenda, basta parlare con le nuove generazioni... Nel post-Concilio non si è riusciti concretamente a trasmettere i contenuti della fede cristiana».

Ebbene, intendiamo analizzare gli aspetti della crisi della Chiesa post-conciliare denunciati da Paolo VI, e non ancora risolti, che sono i seguenti:
1) la Chiesa viene colpita pure da chi ne fa parte;
2) trasformazione esteriore e impersonale dell’edificio ecclesiastico;
3) accettazione delle forme e dello spirito della Riforma protestante;
4) non ci si fida più della Chiesa.


Tale analisi, pertanto, non ha lo scopo di incrudelire contro la Chiesa che amiamo come amiamo Cristo suo Capo, né di demoralizzare chi legge, bensì di spingere tutti i veri cattolici a prenderne coscienza per evitarla ed estirparla.  
 

D’altronde, noi crediamo e perciò siamo sicuri con sant’Ambrogio, uno dei grandi Padri della Chiesa, che, nonostante tutto, «fra le tanti correnti del mondo, la Chiesa resta immobile, costruita sulla pietra apostolica, e rimane sul suo fondamento incrollabile contro l’infuriare del mare in tempesta. È battuta dalle onde ma non è scossa e, sebbene di frequente gli elementi di questo mondo infrangendosi echeggino con grande fragore, essa ha tuttavia un porto sicurissimo di salvezza dove accogliere chi è affaticato» (Dalle lettere, Breviario 7 dicembre).

[SM=g1740771]  continua....

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)