00 28/07/2012 14:30

Nel momento in cui Gesù fa questa scelta e nel momento in cui l'uomo corrisponde generosamente alla chiamata, ecco che possiamo iniziare a parlare di: "in quale modo possediamo la Verità=Gesù"!


Possiamo così escludere che "noi Cattolici possediamo la Verità" in senso appunto di "possesso".
E questo perché, come abbiamo visto: Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti.....

Come possiamo vedere la situazione è capovolta anche a fronte di chi pur dicendosi cattolico, si ostina contro l'insegnamento della Chiesa, per esempio sull'etica e sulla morale, rinchiudendosi automaticamente all'interno di un "possesso" dottrinale che non gli appartiene affatto, con la pretesa di modificarlo a proprio piacimento...

di conseguenza iniziamo a vedere che "noi" siamo, non certamente "posseduti" nel senso occulto, ma siamo "in possesso della Verità", ma attenzione, solo nel momento e nel modo in cui rispondiamo alla chiamata del Cristo:
"Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga"...

Il "frutto" non è nostro, ma è della vite, quindi è di Cristo, e chi viene chiamato a lavorare nella vigna deve lavorare per quella Vite, la vigna è del Signore.
L'essere così in "possesso della Verità " è un relazionarsi in Cristo=Verità, nell'ambito di quell'essere "costituiti-innestati" all'interno, appunto, della Chiesa per rendere un servizio al prossimo, al mondo, al regno di Dio che viene.

Instaurare omnia in Christo”....

con queste parole san Pio X iniziava il suo Pontificato all'inizio del '900.

Quale significato ha per noi oggi questa verità? Lo spiegava bene Giovanni Paolo II quando nel 1993 andò a visitare la Parrocchia romana dedicata a san Pio X, diceva:

"San Pio X ha trovato queste parole: “Instaurare omnia in Christo”. “Instaurare”, innovare, cercare in Lui sempre il recupero, l’instaurazione, la restaurazione di quello che è giusto, che è umano, che è pacifico, che è bello, che è sano e che è santo. “Instaurare omnia” e “omnia” vuol dire la vita personale, la vita delle famiglie".

Dice ancora Benedetto XVI:

" Il linguaggio della fede spesso è molto lontano dalla gente di oggi; può avvicinarsi soltanto se diviene in noi il linguaggio del nostro tempo..." (13.5.2005)
Cosa vuol dire?

Innanzi tutto vuol dire che la Parola di Dio non può essere adeguata alle mode del momento con nuove interpretazioni di comodo, ma deve diventare "il linguaggio del nostro tempo" di ogni tempo, ossia è l'uomo che deve adeguarsi alla Parola.

Il giorno di Pentecoste gli Apostoli parlarono in lingue ma attenzione perché in quel "parlare in lingue" non c'è esclusivamente la lingua straniera come da molti è concepito, ma intende anche una "comprensione degli avvenimenti" appena accaduti....
Dice infatti sant'Agostino (e così comprendiamo anche le parole di Benedetto XVI):
" Nel giorno di Pentecoste lo Spirito Santo scese su centoventi persone, tra cui erano gli Apostoli, che si trovavano riuniti insieme. Quando gli Apostoli, ricolmi di Spirito Santo, cominciarono a parlare la lingua di tutte le genti, molti di coloro che lo avevano odiato, stupefatti per un tale prodigio (infatti si trovavano davanti a Pietro che con la sua parola rendeva a Cristo una testimonianza grandiosa e divina, dimostrando che colui che essi avevano ucciso e credevano morto era invece risuscitato ed era ben vivo), toccati nel profondo del cuore, si convertirono e ottennero il perdono d'aver versato quel sangue divino con tanta empietà e crudeltà e da quel medesimo sangue, che avevano versato, furono redenti (cf. At 2, 2).

Il sangue di Cristo, versato per la remissione di tutti i peccati, possiede, infatti, una tale efficacia che può cancellare anche il peccato di chi lo ha versato. Ed è appunto a questo fatto che alludeva il Signore con le parole: Mi hanno odiato senza ragione. Quando verrà il Paracleto, egli mi renderà testimonianza, come dire: Vedendomi, mi hanno odiato e ucciso; ma il Paracleto mi renderà una tale testimonianza che li farà credere in me senza vedermi". (Omelia 92)


E ancora, dice sant'Agostino:

"...la verità evangelica è stata a noi comunicata dal Verbo di Dio, che rimane eterno e immutabile al di sopra di ogni creatura, mediante l'opera di creature umane e attraverso segni e lingue umane. Questa comunicazione ha raggiunto nel Vangelo il più alto vertice dell'autorevolezza" (Il consenso degli Evangelisti - Libro Secondo).


Va da sé così, che l'uso odierno del linguaggio deve tener conto della comprensione dei termini, e va da se che nel giorno della Pentecoste, gli Apostoli che erano in attesa pregando insieme a Maria, scelti dal Signore, vengono "investiti" di potenza dall'alto così da diventare, da quel momento, "possessori della Verità".

E' così lo Spirito Santo che "occupa e presiede" il cuore degli Apostoli, per renderli Testimoni della Verità che portano con sé, e al tempo stesso diventano trasmettitori della Verità posseduta, custodi e difensori del "deposito della fede" fino all'estremo sacrificio della propria vita, come fece Gesù.

E' per questo che gli Apostoli radunati nel primo Concilio di Gerusalemme possono dire senza poter essere smentiti da nessuno: Visum est enim Spiritui Sancto et nobis ... / Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi ... (At.15,28).


Ecco che questa relazione fra l'uomo e Dio, attivandosi per mezzo dello Spirito Santo ci può far dire senza smentite: "la Verità mi possiede, io gli appartengo, perciò non posso tacerla...", ma attenzione questo può avvenire solo se siamo in relazione con la Verità all'interno della Chiesa dalla quale riceviamo i Sacramenti, specialmente la Confessione con l'Eucaristia.

[SM=g1740771]  continua...

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)