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TRATTO DA: Alle porte di Gerusalemme, catechismo apologetico popolare. Scritto dal Mons. Giovanni Grimaldini Vicario generale di Vicenza, con imprimatr del Censore Ecclesiastico Mons. Agostino Marcato giugno 1922.

Ora in questo libretto scritto con lo stile: domande e risposte, il Maestro spiega ad un operaio tutte le cose che riguardano la fede. I punti in questione riguardano qui il LIBERALISMO...

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Uno vale l'altro

Operaio - C'è dunque grande differenza tra liberalismo assoluto e liberalismo moderato. Il liberalismo assoluto di Stato è da rigettarsi, ma il liberalismo moderato è da accettarsi. Giusto?

Maestro - La differenza è più apparente che sostanziale. Ambedue partono dai medesimi principi. Ma l'uno dai principi va fino in fondo, l'altro, per suo tornaconto, vuole fermarsi a mezza via. L'uno dati i principi, ne accetta tutte le conseguenze, l'altro ne accetta solo in parte. Facciamo un esempio. Ci sono due fratelli. Uno ribelle in tutto ai voleri del padre, l'altro solo in certe cose ubbidisce. In questo senso l'autorità del padre rimane uccisa tanto dall'uno che dall'altro.

Operaio - Non sono convinto. Non mi pare poiché uno è ribelle in tutto, ma l'altro solo in parte.

Maestro - Ma obbedendo in parte, obbedisce non in rispetto dell'autorità del padre, poichè allora dovrebbe obbedire in tutto, ma obbedisce solo a quello che fa comodo a lui. L'altro che è più schietto non obbedisce in nulla, ma questo non è meno disobbediente, è solo più furbo o così crede; ma entrambi sono contro l'autorità. Il giorno in cui anche questo figlio non trovasse più vantaggi, non avrebbe alcuna difficoltà per disobbedire in tutto.

Operaio -  Vorrei che mi facesse un confronto affinché mi apparisse più chiaro come in pratica il liberalismo moderato equivale il liberalismo assoluto.

Maestro - Il liberalismo assoluto non riconosce altra autorità che quella dello Stato. Egli nega la divina istituzione della Chiesa, e perciò è "anticattolico" per partito preso. Nega tutta l'opera di Gesù Cristo, e perciò è "razionalista". Nega la superiorità dello spirito sulla materia, e perciò è "pagano". Anzi nega ogni religione e ogni culto come se Dio non esistesse e perciò è "ateo". Invero egli concepisce lo Stato come potenza suprema del genere umano, e lo Stato diventa il "suo dio".

Operaio - Dalle tinte fosche del liberalismo assoluto, passiamo alle tinte meno cariche del liberalismo moderato.

Maestro - Certo, è un liberalismo meno selvaggio, meno invadente, meno assoluto, ma non per questo meno pericoloso,  il fine è sempre lo stesso. E' meno immediato, ma inesorabilmente è lo stesso. Non si oppone direttamente all'ordine soprannaturale, ma prescinde da esso e in modo moderato lo esclude dalla vita politica, lo fa in modo indolore. Non schiaccia la Chiesa, non la opprime, anzi, si presenta anche benevola verso di Essa come se fosse lo Stato ad essere caritatevole verso di Lei, ma solo a parole, alla base c'è il rifiuto dei suoi insegnamenti e non si prende cura dei suoi diritti fondamentali. Esso non tiene in nessun conto il Cristianesimo e le leggi di Dio, e questo porta lentamente gli stessi cattolici dediti alla politica ad accedere facilmente alla apostasia. Tratta l'uomo come se Iddio non lo avesse innalzato alla grazia e destinato alla gloria; e questo si chiama "naturalismo". Alla fine questo liberalismo moderato non professa alcuna religione, ma tuttavia si presta per un genere di liberalismo di ogni forma di fede equiparando anche l'ateismo pratico. Infine attribuisce al potere politico ogni autorità, ogni regola della moralità e della giustizia, anche il controllo sulla fede pubblica dei cittadini, e questo è lo Stato onorato come un dio, sostituito al vero Dio.
Che ti pare di questo confronto?

Libera Chiesa in libero Stato

Operaio - Non c'è che dire, il confronto è davvero interessante. Dunque che ne dice ora della formula del liberalismo moderato: Libera Chiesa in libero Stato? Non mi dica che è inaccettabile!

Maestro - Può essere vera e probabilmente avverrà (ricordiamo che il dialogo è del 1922 prima dei Patti Lateranensi - nota mia), ma nella pratica è falsa.

Operaio - Quando può essere vera e perciò si potrebbe accettare?

Maestro - Può essere vera quando fra Chiesa e Stato siano rispettati i mutui diritti. Senza il rispetto ai diritti della Chiesa, è falsa. La Chiesa e lo Stato sono due poteri legittimi, la Chiesa fu istituita da Gesù stesso e il "potere di Cesare" venne riconosciuto da Gesù (cfr Mt.22,21),
questi due poteri, uno umano l'altro divino, possono essere completamente estranei e indipendenti l'uno dall'altro. Ci vuole un comune accordo affinchè la libertà dell'uno non distrugga la libertà dell'altro. Senza questo comune accordo, senza questo rispetto ai mutui diritti è inevitabile la lotta e la persecuzione. Tuttavia occorre tener presente che i diritti su cui punta la Chiesa spesso non sono di natura materiale ma spirituale, il bene delle anime che vivono come cittadini dello Stato i quali devono obbedire alle sue leggi, quando queste non incidono o non vogliono distruggere le leggi di Dio e della Chiesa, in questo caso il Cattolico ha il dovere di schierarsi in difesa della Chiesa, istituzione divina.

Operaio - Dunque si può ammettere la separazione della Chiesa dallo Stato?

Maestro - Attenzione: distinzione si, separazione no. La distinzione permette il mutuo rispetto e la collaborazione civile dei doveri che lo Stato e la Chiesa hanno verso gli uomini, la separazione porta al rifiuto dei doveri della Chiesa verso i cittadini, dal suo insegnamento ai Sacramenti avanzando una seria persecuzione dello Stato e della sua politica contro la Chiesa. Inoltre non dimentichiamo che la Chiesa è società superiore allo Stato perchè è una istituzione divina, ma mai la Chiesa ha cercato di spadroneggiare sugli Stati o Imperi, al contrario Essa ha sempre cercato di trovare accordi, pur senza cedere a compromessi per Lei impossibili da accettare.

Operaio - Eppure in America c'è questa separazione senza che la Chiesa Cattolica abbia a lamentarsi.

Maestro - E no, la situazione è diversa, non è separazione ma tolleranza politica. Nella stessa Costituzione americana, per ogni incarico statale, c'è l'obbligo di giurare sulla Bibbia. Inoltre in America esiste una pluralità religiosa molto marcata, lo Stato le rispetta tutte, senza offenderne alcuna. Ci si potrebbe lamentare semmai per il sincretismo religioso, ma questo discernimento spetta al cattolico non al politico. La separazione è già apostasia visto che il politico benchè laico dovrebbe avere in sé il sacro "timor di Dio" e non dello Stato, mentre la tolleranza civile è una accettabile forma di prudenza. La separazione è sempre un male, la tolleranza invece può girarsi in bene o per i mali maggiori che con essa verrebbero schivati, o per i beni maggiori che con essa si potrebbero ottenere.

Operaio - Ma allora cosa dovrebbero fare la Chiesa e lo Stato perchè siano rispettati i mutui diritti, e ci sia concordia fra di loro?

Maestro -  Tunc ait illis: “ Reddite ergo, quae sunt Caesaris, Caesari et, quae sunt Dei, Deo ”. / Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio". (Mt.22,21). Se si tratta di cose prettamente spirituali religiose come sarebbe la fede, il culto, la disciplina ecclesiastica, la Chiesa è indipendente dallo Stato, e lo Stato è indipendente dalla Chiesa. Se si tratta di cose temporali e civili, come le leggi di contratti
statali, e come gran parte del codice civile, gli assetti comunali ecc... lo Stato è pienamente libero nella sua sfera di azione, perchè soprattutto se mossa per il bene dei cittadini, essa è "società perfetta" la cui autorità proviene sempre da Dio, e le persone di Chiesa devono obbedire alle leggi giuste dello Stato.
Ma se si tratta di cose miste fra spirituale e temporale, ossia fra le cose utili all'uomo e il suo bene spirituale, quali sarebbero il matrimonio quanto agli effetti civili, l'orientamento dei cittadini verso il rispetto di tutti e dieci i comandamenti che ha influssi anche sociali e temporali, quando si tratta di beni ecclesiastici, di opere della Chiesa sia assistenziali quanto materiali con lo scopo di servire alla propria missione, allora lo Stato e la Chiesa hanno il dovere di mettersi d'accordo e di trovare intese fra di loro che possano dare ai cittadini quei beni spirituali che lo Stato non può dare.

Operaio - E se per caso succedesse un contrasto tra i diritti della Chiesa e quelli dello Stato, chi sarebbe giudice, e quali dei due dovrebbe essere superiore?

Maestro - Sarebbe giudice la Chiesa perchè, come spiegato sopra, è società superiore allo Stato, e perciò il diritto dello Stato dovrebbe cedere al diritto della Chiesa. Quando ciò non avviene si hanno le persecuzioni, ma non è mai la Chiesa a perseguitare lo Stato, in questi casi è sempre un Impero, uno Stato a perseguitare i Cristiani e la Chiesa, basta studiare bene la storia.


[SM=g1740771] continua...........

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)