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Venti porpore per il rosario


Per la chiusura dell’Anno del Rosario voluto da Giovanni Paolo II (2002-2003), è uscito un libro scritto da venti cardinali. Ciascun porporato commenta un mistero. Compresi i cinque misteri luminosi. Il volume è stato distribuito gratuitamente sia in occasione dell’ultimo Concistoro che per la beatificazione di Madre Teresa di Calcutta


di Giovanni Ricciardi 30giorni dicembre 2003


<I>Rosario: preghiera prediletta</I>, Nova Itinera, Roma 2003, 240 pp.,Euro 10,00

Rosario: preghiera prediletta, Nova Itinera, Roma 2003, 240 pp.,Euro 10,00

Il giorno della beatificazione di Madre Teresa, sulle migliaia di persone che assiepavano la piazza, il cielo si è aperto rivelando un sole ancora caldo e benevolo, degno delle più classiche ottobrate romane, e spazzando le nubi che avevano aduggiato la città dalla sera prima.
L’immagine della piccola suora dei poveri è apparsa sulla tribuna di San Pietro nella sua espressione più dolce e serena, con in mano il suo inseparabile strumento di preghiera: il rosario. Sempre a ottobre il Papa aveva chiuso solennemente l’anno dedicato alla preghiera più cara al popolo cristiano con la visita al santuario di Pompei. In coincidenza con questi eventi, è stata data alle stampe una raccolta di meditazioni sui venti misteri del rosario, ciascuna affidata a un cardinale. Il libro, distribuito in decine di migliaia di copie durante la celebrazione in onore della beata di Calcutta, è corredato da illustrazioni affidate ad artisti dei cinque continenti.

Anche la scelta dei cardinali è ispirata al motivo dell’universalità della Chiesa. I porporati provengono da tutte le parti del mondo: dalle popolose diocesi dell’America Latina, come Rodríguez Maradiaga (Tegucigalpa, Honduras), Bergoglio (Buenos Aires) e Rivera Carrera (Città del Messico), alle giovani Chiese dell’Asia, rappresentate da Kim Sou-hwan (arcivescovo emerito di Seoul), Shan Kuo-hsi (Kaohsiung, Taiwan) e Kitbunchu (Bangkok), passando per l’Africa, con Tumi (Douala, Camerun), Etsou-Nzabi-Bamungwabi (Kinshasa) e Agré (Abidjan, Costa d’Avorio), fino all’Oceania, nelle persone dei cardinali Williams (Wellington, Nuova Zelanda) e Clancy (arcivescovo emerito di Sydney). La vecchia Europa è rappresentata, sul versante orientale, da Vlk (Praga) e Puljic (Sarajevo). Mancano invece cardinali delle diocesi dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti, mentre sono presenti autorevoli membri della Curia romana, come i prefetti di alcune Congregazioni: Arinze (Culto divino), Saraiva Martins (Cause dei santi), Moussa I Daoud (Chiese orientali) e Re (vescovi), l’unico italiano del gruppo; concludono la rosa il cardinal Stafford (già presidente del Pontificio Consiglio per i laici, ora Penitenziere maggiore) e i presidenti emeriti dei Pontifici Consigli per la giustizia e la pace e per l’unità dei cristiani, Etchegaray e Cassidy.

Non è mancato all’opera, ideata dal giornalista Lorenzo Gulli, un “tocco” femminile, nella prefazione affidata a madre Maria Tekla Famiglietti, abbadessa generale dell’Ordine del Santissimo Salvatore di santa Brigida. Dalla lettura di queste pagine, scrive madre Tekla, si comprende a fondo «che il Rosario è una preghiera ricchissima di contenuti, poiché si apre a stella verso tutti i misteri di Cristo» ma si coglie soprattutto «la dolcezza del Rosario. Dirò che si tratta di una dolcezza ricca, che va intesa in un duplice significato: il Rosario è preghiera dolce, è preghiera che rende belli».
A introdurre la rosa di cardinali chiamati a commentare i diversi misteri, il volume propone un compendio della lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae di Giovanni Paolo II, con la quale era stato aperto l’Anno del Rosario.

«L’unico titolo di Maria che viene indicato nel racconto dell’Annunciazione è quello di “piena di grazia”. Non sono pertanto le qualità umane che giustificano la scelta di Dio. Ciò che distingue la giovane donna di Nazareth e che conferisce un così straordinario valore alla sua vita è la grazia di cui è stata colmata». Così il cardinal Re introduce il lettore nella meditazione dei misteri gaudiosi, che si aprono con l’Annunciazione, il preciso momento in cui Dio entra concretamente nella storia umana e che si realizza con la nascita di Gesù.

«Quella nascita appartiene alla nostra storia» commenta il cardinal Kitbunchu: «non è un mito o una favola edificante». È piuttosto il manifestarsi della gloria di Dio nella debolezza di un bambino avvolto in fasce: «Se spezziamo questo legame tra il Bambino e il Signore, tra la povertà e la gloria» commenta Kitbunchu «il Vangelo smarrisce il suo senso». Questo è vero anche per Maria: «Per Maria, la gloria è fuori, nella notte, lì con lei c’è solo un fragile bimbo deposto in una mangiatoia. Questo contrasto tra la gloria e la debolezza è lo spazio che apre a Maria il cammino della fede». I misteri della gioia sono legati così a quelli del dolore, per cui Maria, come dice la liturgia dell’Immacolata, fu preservata dal peccato «in previsione della passione del suo Figlio».

La manifestazione della sua gloria ha infatti il suo culmine nella Passione, ma anche i gesti della vita pubblica, che si contemplano nei misteri luminosi, vi sono implicati. «Non è ancora giunta la mia ora» aveva detto Gesù a Maria nelle nozze di Cana, il primo di questi misteri: «A che cosa si riferisce quando parla della sua ora?» si domanda il cardinale Rodríguez Maradiaga nella meditazione del secondo mistero della luce: «È l’ora della manifestazione della sua gloria. Se la gloria di Dio sta in funzione del mostrare la sua immensa misericordia e il suo amore nei confronti dei figli, anziché la sua onnipotenza, senza dubbio l’ora di Gesù è arrivata».

Così sotto la croce di Gesù stava Maria sua madre. Nella meditazione dell’ultimo dei misteri dolorosi, il cardinal Stafford, seguendo le partizioni della Lectio divina di tradizione monastica (lectio, meditatio, oratio, contemplatio), lascia all’ultimo la parola a una pagina di Getsemani del poeta francese Charles Péguy: «Il Padre ha davanti agli occhi la scena di suo Figlio sulla Croce. “Tutto era compiuto. Non parleremo oltre di questa incredibile discesa del mio Figlio tra gli uomini e le cose e di come essi abbiano reagito.
E intorno alla nona ora mio figlio lanciò un grido la cui eco non si spegnerà mai. I soldati erano tornati alle loro caserme, di buon umore perché il loro turno era finito. Solo un centurione e pochi uomini erano rimasti a fare la guardia a quei patiboli insignificanti. Anche qualche donna era presente: sua madre, forse qualche discepolo, ma questo non è certo. Ogni uomo ha diritto a dare sepoltura al proprio figlio. Solo io, Dio, colui le cui braccia sono state legate per tutta la durata di questa avventura, non ho potuto seppellire il mio figlio. E poi arrivasti tu, o notte…».

Al termine del percorso, i misteri gloriosi gettano luce definitiva sul perché di tutta la storia della salvezza e sulla vita di Maria, donando così quella speranza che non delude. «In Dio sempre vi è un “più”» osserva il cardinal Bergoglio commentando il quarto mistero glorioso, l’Assunzione: «E adesso, elevata al cielo, Maria si premura di colmare quella speranza: vedere il volto di Dio, vedere il volto del suo Figlio tale quale è. […] Come Madre ha contemplato quel volto dal primo momento. Lo immaginò prima che fosse nato e ha seguito i passi delle sue trasformazioni. […] Ha visto ciò che abbiamo fatto con quel volto nella Croce. Lo ha visto risorto, di nuovo sorridente».

Recitare il rosario vuol dire allora alimentare la speranza di vedere Gesù: «Così come, quando uno vede una madre con suo figlio, è bello passare dal guardare il bambino all’osservare come lo guarda sua madre, ci aiuta il contemplare lo sguardo di Maria. Guardando il volto di Maria possiamo avvicinarci al Volto di Gesù, che ci purifica e ci ricrea». Per questo, conclude Bergoglio, ogni volta che recitiamo il rosario, la nostra ultima invocazione, al termine della salve Regina, recita: «Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi, e dopo questo esilio, mostraci Gesù».

«Questo volume è una delle poche cose belle, in controtendenza in un anno difficile e per molti aspetti da dimenticare» ha detto il senatore Andreotti durante la presentazione del volume che è avvenuta il 2 ottobre all’Università Angelicum. Con lui, al tavolo dei relatori sedevano, tra gli altri, il cardinale Saraiva Martins e il cardinale Giovanni Battista Re, uno dei primi a credere nella realizzazione del volume, tanto da incoraggiare e sostenere i promotori della casa editrice Nova Itinera.

Il cardinale Re, durante la presentazione, ha anche raccontato un episodio inedito della sua infanzia legato alla recita del rosario: nel 1944, durante l’occupazione nazista, il padre fu arrestato dai soldati tedeschi nel corso di una rappresaglia. La mamma riunì in cucina i cinque figli e per tutto il giorno recitarono il rosario. «Fu per noi un sostegno, una speranza» ha detto il cardinale Re «e mio padre venne liberato il giorno dopo».


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)