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[SM=g1740717]  Coloro che più di tutti hanno capito, amato e venerato il Rosario come «dono di Maria» sono stati i Santi.
Nel corso di questi otto secoli, essi hanno amato il Rosario con amore di vera predilezione, collocandolo al posto d'onore accanto al Tabernacolo e al Crocifisso, accanto al Messale e al Breviario.


Troviamo il S. Rosario sul tavolo di lavoro di Dottori della Chiesa come S. Lorenzo da Brindisi, S. Pietro Canisio, S. Roberto Bellarmino, S. Teresa di Gesù, S. Francesco di Sales, S. Alfonso M. de' Liguori.
 Lo troviamo fra le mani di apostoli ardenti come S. Carlo Borromeo, S. Filippo Neri, S. Francesco Saverio, S. Luigi Grignion de Montfort, e tanti altri; lo troviamo al collo di Fondatori come S. Ignazio di Loyola e S. Camillo de Lellis; di Sacerdoti come il S. Curato d'Ars e S. Giuseppe Cafasso; di Suore come S. Margherita, S. Bernardetta, S. Maria Bertilla; di giovani come S. Stanislao Kostka, San Giovanni Berchmans e S. Gabriele dell'Addolorata.
Da S. Domenico a S. Maria Goretti, da S. Caterina a S. Massimiliano M. Kolbe, ai Servi di Dio Giacomino Gaglione, P. Pio da Pietrelcina, Don Dolindo Ruotolo, è stata una gloriosa teoria di eletti che hanno fatto della corona benedetta un'arma di conquista, una scala di ascensioni, una ghirlanda d'amore, una catena di meriti, una collana di grazie per sé e per gli altri.

Se vogliamo amare il Rosario nel modo più puro e più gradito alla Madonna, dobbiamo andare alla scuola dei Santi, che sono i figli prediletti della Madonna. Essi hanno amato tanto il Rosario ed essi ci assicurano, con S. Teresina, che «non c'è preghiera più gradita a Dio del Rosario».

( da IL SANTO ROSARIO E I SANTI  di P. Stefano M. Manelli Fondatore dei Frati dell'Immacolata di san Padre Kolbe)
Casa Mariana Madonna del Buon Consiglio  - 83040 Frigento (AV)


PAROLE DEL SANTO PADRE ALLA RECITA DELL'ANGELUS
Santa Messa apertura Sinodo Nuova Evangelizzazione per la professione della Fede Cattolica


Cari fratelli e sorelle,

ci rivolgiamo ora in preghiera a Maria Santissima, che oggi veneriamo quale Regina del Santo Rosario. In questo momento, nel Santuario di Pompei, viene elevata la tradizionale «Supplica», a cui si uniscono innumerevoli persone nel mondo intero.
Mentre anche noi ci associamo spiritualmente a tale corale invocazione, vorrei proporre a tutti di valorizzare la preghiera del Rosario nel prossimo Anno della fede.

Con il Rosario, infatti, ci lasciamo guidare da Maria, modello di fede, nella meditazione dei misteri di Cristo, e giorno dopo giorno siamo aiutati ad assimilare il Vangelo, così che dia forma a tutta la nostra vita. Pertanto, nella scia dei miei Predecessori, in particolare del Beato Giovanni Paolo II che dieci anni fa ci diede la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, invito a pregare il Rosario personalmente, in famiglia e in comunità, ponendoci alla scuola di Maria, che ci conduce a Cristo, centro vivo della nostra fede.



San Domenico, il Rosario e i Papi

Offriamo delle brevi indicazioni di alcuni Papi sul Rosario e sul ruolo che, secondo la tradizione, ha avuto S. Domenico di Guzman e l'Ordine dei Predicatori (Domenicani), da lui fondato, nella pratica e diffusione di questa salutare devozione.

San PIO V San Pio V

Papa Antonio Ghislieri, S. Pio V, (Bosco Marengo, 17 gennaio 1504 – Roma, 1 maggio 1572), può dirsi il "primo Papa del Rosario". La sua bolla "Consueverunt Romani Pontifices" (17 settembre 1569) è la "magna charta" del Rosario. Si ha qui la definizione classica di questa forma di preghiera, che un po' modificata, passerà prima nel breviario domenicano e poi in quello romano. In questa Enciclica, tra l'altro, leggiamo: «… come piamente si crede, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, in tempi simili ai nostri, il beato Domenico, fondatore dell'Ordine dei frati predicatori, similmente operò». «L'eresia albigese infatti imperversava allora in gran parte della Francia e dell'Italia e aveva accecato talmente i laici, che questi si scagliavano furiosamente contro i sacerdoti di Dio e i chierici. Il beato Domenico, elevando gli occhi al cielo, li volse a quel dolce monte che è la gloriosa Vergine Maria, Madre di Dio, a colei che sola, col frutto del suo ventre, schiacciò il capo dello ambiguo serpente e distrusse tutte le eresie e salvò il mondo dannato per colpa dei nostri primi parenti…». «Il beato Domenico inventò allora quel modo assai facile e pio e accessibile a tutti di pregare Dio, chiamato Rosario o Salterio della Beata Vergine Maria, che consiste nel venerare questa Beata Vergine ripetendo centocinquanta volte la salutazione angelica, secondo il numero dei salmi di Davide, interponendo ad ogni decina il Padre nostro e alcune determinate meditazioni, che illustrano tutta la vita del Signore Nostro Gesù Cristo. Avendolo dunque inventato, il beato Domenico propagò ovunque nella Santa Chiesa cattolica questo modo di pregare e attraverso i suoi figli, i frati dell'Ordine, lo divulgò; esso fu accolto da molti e i fedeli che accolsero quella preghiera con fervore, accesi da quelle meditazioni, furono trasformati in altri uomini; le tenebre delle eresie indietreggiarono e la luce della fede cattolica si fece strada nuovamente. I frati dell'Ordine, con il mandato dei loro legittimi superiori, un po' dovunque istituirono le Associazioni del Rosario, alle quali molti fedeli si iscrissero.

Beato PIO IX Beato PIO IX

Giovanni Maria Mastai Ferretti, Pio IX, (Senigallia, 13 maggio 1792 – Roma, 7 febbraio 1878), a pochi giorni dall'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano I, nella lettera apostolica "Egregiis suis" ( 3 dic.1869) scrive: "Come san Domenico adoperò questa preghiera (il Rosario) quale arma invitta per disperdere la nefasta eresia albigese, che minacciava la pace e la tranquillità della società cristiana, così i fedeli, istruiti e rivestiti di questo singolare tipo di armatura, cioè della quotidiana recitazione del Rosario della Beata Vergine Maria, conseguiranno più facilmente l'intento di annientare tanti mostruosi errori ovunque insorgenti, con l'aiuto potente dell'Immacolata Madre di Dio e con l'autorità del Concilio Ecumenico Vaticano da noi indetto, e da inaugurare prossimamente". Si aprì infatti l'8 dicembre di quell'anno.





San Pio X San Pio X

Giuseppe Sarto, San Pio X, (Riese-Treviso 2 giugno 1835 – Roma 20 agosto 1914) scrisse molti documenti mariani nei quali non manca, qua e là, di raccomandare La recita del Rosario. Nessuna sua Enciclica sul Rosario, dopo l'immensa ondata di interesse suscitata da Leone XIII con ben dodici Encicliche, due Lettere apostoliche e altri documenti minori sul Rosario. In una lettera autografa al Padre Costanzo Becchi, domenicano (che nel 1900 aveva ripristinato a Firenze l'Associazione del Rosario Perpetuo), Papa Pio X dice che il rosario "costituisce l'orazione per eccellenza". Nel suo testamento raccomandò il Rosario come "la preghiera che fra tutte è la più bella, la più ricca di grazie, quella che piace di più alla Santissima Vergine".






Benedetto XV Benedetto XV

Giacomo Della Chiesa, Benedetto XV (Genova, 21 novembre 1854 – Roma, 22 gennaio 1922), parlò del Rosario nell'Enciclica "Fausto appetente die" (29/VI/1921) in occasione del settimo centenario della morte di san Domenico che, secondo la tradizione, fu lo strumento del quale "Maria si servì per insegnare alla Chiesa il suo Santo Rosario". Lo definisce: "soave preghiera…vocale insieme e mentale"; e in una lettera autografa al medesimo P. Costanzo Becchi o.p. afferma: «Il popolo cristiano… tenga per fermo essere (il Rosario) il più bel fiore dell'umana pietà e la più feconda sorgente delle grazie celesti». Ne sottolinea infine " l'universale carattere di preghiera collettiva e domestica".







Paolo VI Paolo VI

Giovanni Battista Montini (Concesio, 26 settembre 1897 – Castel Gandolfo, 6 agosto 1978) Paolo VI, nell'Enciclica Christi Matri (15/IX/1966) afferma: «Il Concilio Ecumenico Vaticano II, sebbene non espressamente, ma con chiara indicazione, ha infervorato l'animo di tutti i figli della Chiesa per il Rosario, raccomandando di stimare grandemente le pratiche e gli esercizi di pietà verso di Lei (Maria SS.ma), come sono state raccomandate dal Magistero nel corso dei tempi». Uguale fervida raccomandazione di essere amici del Rosario, Paolo VI lo raccomanda nell'Anno di preghiera a Maria (29/XI/1972) e particolarmente nella Marialis Cultus (02/02/1974) dove afferma che il Rosario è parte nobilissima e integrante del culto cristiano. Nella Marialis Cultus, tra coloro "che hanno profondamente a cuore la devozione del Rosario" ricorda i Domenicani: «è giusto ricordare i Figli di S. Domenico, per tradizione custodi e propagatori di così salutare devozione». (n. 43).






Beato Giovanni Paolo II Beato Giovanni Paolo II

Karol Józef Wojtyła, Giovanni Paolo II (Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005). Conosciamo la tenera e tenace sua devozione, quale preghiera prediletta, al S. Rosario. Nell'Enciclica Rosarium Virginis Mariae, ha integrato il Rosario aggiungendo come opzionali i Misteri della Luce. Riportiamo dell'Enciclica solo il brano che riguarda ancora i Domenicani: «La storia del Rosario mostra come questa preghiera sia stata utilizzata specialmente dai Domenicani, in un momento difficile per la Chiesa a motivo del diffondersi dell'eresia. Oggi siamo davanti a nuove sfide. Perché non riprendere in mano la Corona con la fede di chi ci ha preceduto? Il Rosario conserva tutta la sua forza e rimane una risorsa non trascurabile nel corredo pastorale di ogni buon evangelizzatore». Secondo il Beato Giovanni Paolo II il Rosario è contemplazione del volto di Cristo in compagnia e alla scuola della sua Madre Santissima e recitare il Rosario non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo. Sarebbe impossibile citare lo stuolo innumerevole di Santi che hanno trovato nel Rosario un'autentica via di santificazione.


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[Modificato da Caterina63 07/10/2012 22:09]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)